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AI LETTORI ( LA DIREZIONE , 1879 )
StampaPeriodica ,
I luttuosi avvenimenti che contrastarono l ' Italia nostra negli ultimi giorni del 1878 non devono venir posti in oblio . Gran danno sarebbe invero se l ' impressione prodotta dall ' attentato esecrabile contro un Sovrano amato e devoto al bene dei suoi sudditi , e dalle congiure scoperte in varie parti del regno , scomparisse con quella medesima rapidità con cui nacque , e se quei delitti si attribuissero unicamente alla manchevole sorveglianza governativa od alla influenza rovinosa , ma passeggera , delle teorie di sconfinata libertà imprudentemente professate . Quando si vedono frutti di tal natura , bisogna dire che il male abbia radici assai più profonde . Né tali radici saranno difficili a scuoprirsi da chi voglia spassionatamente considerare le condizioni anormali , in cui si trova da molti e molti anni la società in Italia . Una rivoluzione , che abbatté sette troni , non poteva a meno di produrre negli animi e nelle menti un gran turbamento , accresciuto a cento doppi ancora dalla lotta perdutamente tra lo Stato e la Chiesa . Come può rispettare i decreti del potere civile ed ecclesiastico quel popolo , che assiste ormai da quattro lustri ad un tale spettacolo ? Aggiungasi la propaganda materialista , il falso avviamento che si vuol dare e che si è dato all ' istruzione , l ' empietà di molta parte della stampa , il disordine dei partiti parlamentari , il dissesto economico , la confusione delle amministrazioni date in preda ad uomini incapaci , solo perché appartenenti a questa o a quella chiesuola politica , e si comprenderà come a poco a poco si dovesse venire fino agli eccidi di Napoli , di Firenze , di Pisa . Né vale a dire che i medesimi mali appaiono in istati più solidi e meno liberali del nostro ; che , se bene si consideri , ancora essi trovansi sotto molti aspetti in condizioni analoghe alle nostre . A combattere tanto male non sono troppe tutte le forze della Società , ché anzi si richiedono in ispecie quelle dei privati , e più particolarmente di quell ' elemento conservatore che finora si è tenuto troppo in disparte e la necessità del quale , per la salute comune , ormai nessuno contesta . Egli è appunto al fine di contribuire nelle misure delle nostre forze a quest ' opera rigeneratrice e di offrire un campo agli uomini di parte nostra , che pur sono numerosi , ma sparsi in tutto il paese , che noi intendiamo fondare questa Rivista . L ' apparizione di un nuovo Periodico quando ne esistono già tanti , così generali come speciali , e fra gli altri alcuni a cui non si può contestare né l ' accuratezza della redazione , né la frequenza di lavori dovuti ai più reputati scrittori d ' Italia , potrà forse parere a tutta prima poco opportuna . Ma chi ben guardi , a molti di questi periodici , manca un carattere importante , il carattere politico , e se pure vi è , non può a nostro avviso dirsi sano e giovevole al bene della patria . Alcuni periodici infatti si vantano di offrire un campo aperto a tutte le opinioni più disparate , altri hanno tali principi e tale indirizzo che tendono a deviare sempre maggiormente dal retto sentiero la mente delle nostre popolazioni ; altri infine tendono a propagare sempre più quel veleno , onde pur troppo si rendono ogni giorno più visibili i funesti effetti . Imperocché , giova qui ripeterlo , a noi sembra fuori di dubbio che le cospirazioni tutto dì rinascenti , e i disordini ai quali l ' Italia è da qualche tempo in preda , trovino una delle loro più dirette cagioni appunto nella stampa . Che se tale difetto appare più grave che mai nella stampa quotidiana , non si può dire che sia meno nociva quella che tiene un posto di mezzo fra il libro ed il giornale ; poiché , se l ' uno va per le mani di maggior numero di persone e può quindi produrre direttamente un guasto più esteso , non conviene dimenticare che dalle Riviste il più delle volte lo scrittore di giornali trae le sue ispirazioni , che le dottrine delle Riviste , sminuzzate e spesso esagerate egli distribuisce e rende popolari giorno per giorno . Ora per una parte tra i periodici esclusivamente dedicati agli studi storici , filosofici e scientifici , per l ' altra fra le riviste politiche o troppo avverse all ' attuale costituzione del paese , o troppo ostili ai principi religiosi ci sembra possa stare benissimo di mezzo la Rassegna Nazionale . Ci diciamo Nazionali in ispecie , perché vogliamo essere italiani di cuore e quindi trattare ciò che altamente risguarda gli interessi della Nazione . Intendiamo pure di essere conservatori , poiché vogliamo conservare ciò che alla Nazione nostra o alla prosperità di lei ed alla sua grandezza si appartiene ; ma conservatori amici del progresso e dei perfezionamenti , da che sappiamo non potersi dare conservazione vera senza operosità perfezionatrice , né perfezionamento senza conservazione . Cattolici ed italiani , pur rispettando sempre le convinzioni e le credenze altrui , noi coopereremo , per la nostra parte , a conservare le istituzioni religiose , morali , sociali , civili , e politiche dell ' Italia . Le istituzioni religiose , perché noi Cattolici e sincerissimamente devoti alla Chiesa cattolica , quando sorgano quistioni di attinenza tra la Religione e lo Stato , pur riconoscendo la necessità che lo Stato mantenga i diritti propri , ci proponiamo di insistere e raccomandare la sacra necessità di rispettare i diritti della Chiesa e delle coscienze ; non rispettati i quali , si offendono o prima o poi anche i diritti della civile società . Le istituzioni morali , sociali e civili , e perciò ci occuperemo principalmente di ciò che risguarda l ' educazione nei suoi modi e nelle sue forme , e l ' istruzione privata e pubblica nelle sue attinenze colla pubblica o privata moralità ; ponendo in chiaro i diritti dei padri di famiglia di contro allo Stato , e tutto ciò che interessa la proprietà e le urgentissime quistioni , che riguardano il capitale ed il lavoro . Cooperemo a conservare le istituzioni politiche infine , poiché amiamo questo nostro paese , ormai felicemente costituito a Nazione colla nobile Casa di Savoia , questo paese retto da forme eminentemente liberali e possibili di politici perfezionamenti nell ' orbita delle più ampie libertà costituzionali , come avremo luogo di dimostrarlo , quando occorrono speciali argomenti , per esempio le riforme alle leggi elettorali così politiche come amministrative , dove ci sembrano necessari due grandi criteri , l ' uno di non badare solamente al numero , l ' altro di non badare solamente al censo . Ma questo non è che una parte del programma nostro ; poiché la Rassegna Nazionale si occuperà pure di scienze , di lettere , di arti , in quantoché amiamo che i nostri Lettori si tengano al corrente del movimento degli studi contemporanei : ma sia che si tratti di filosofia o di scienze , di letteratura o di storia , di economia o di legislazione , combatteremo le teorie materialistiche e razionaliste . Due cose ancora vogliamo notare , 1° che non vogliamo discutere dogmi o discipline ecclesiastiche , si di che noi saremmo incompetenti e ad ogni modo risoluti di non occupare questo campo , dove è facile ai non competenti l ' errore ; 2° che mentre siamo conservatori e quindi desiderosissimi di serbare l ' autorità dello Stato , abbiamo in animo di non concedergli , per l ' amore stesso che gli portiamo , più di quello che le sue competenze naturali richiedono ; dacché ogni trasmodare dell ' autorità politica e giuridica mena necessariamente alla confusione dell ' ordine religioso , civile ed anche del politico . Perciò ci sentiamo disposti , nelle questioni attinenti all ' industria ed ai commerci , a sostenere le soluzioni che ci offre la libertà e crediamo che ogni vincolo che possa giustamente porsi a questa libertà venga soltanto da principii di igiene e di moralità ; nelle questioni amministrative ed interne , persuasi della santità di quella massima che la smania di governare è il più funesto dei malanni dei Governi del giorno ( Humboldt ) , favoriremo il vero decentramento per avviare il paese alla libera e compiuta esplicazione dell ' individuo , conciliando coll ' unità dello Stato e la necessaria autorità del governo la maggiore ampiezza di attribuzioni ai Comuni ed alle Provincie . In questi limiti , che non rinchiudono certo un campo troppo ristretto , lasceremo la più ampia libertà ai nostri collaboratori e ci sforzeremo di dare alla Rivista la maggiore varietà tenendo una giusta misura fra gli articoli risguardanti argomenti scientifici , storici e letterarii e quelli concernenti le questioni che si sogliono chiamare di attualità . Da queste brevi premesse , il Lettore ha compreso quale sia il programma . È inutile il ripetere che senza essere organi di alcuna associazione particolare nel campo della politica , la nostra pubblicazione intende appunto di contribuire , secondo i suoi mezzi alla formazione ed alla manifestazione di quel partito nazionale e conservatore , del quale tutti sentono oggidì il bisogno e che pel bene dell ' Italia speriamo di vedere tra breve sì numeroso e potente da arrestare il paese sulla mala via nella quale altri lo spinge e ricondurlo a quella forza e prosperità , a cui hanno diritto tutte le nazioni libere e cristiane .
IL PIEMONTE E LE PROVINCIE ( SAPEGNO NATALINO , 1922 )
StampaPeriodica ,
Par che , se non altro , la lettera di Prezzolini abbia indotto alcuni di noi a ragionare esplicitamente i loro dubbi , e mettere innanzi le loro difficoltà , così da porre in discussione le ragioni stesse più remote e segrete della nostra esistenza . E questo sarebbe già risultato abbastanza importante , anche a prescindere da quella tal Società di Apoti che pare stia miseramente naufragando , come si dice , nel mare dei sogni . Vero è che a questo processo di chiarimento han contribuito d ' altra parte , a modo loro e dolorosamente , le vicende politiche di questi giorno in Italia . Le quali non possono non indurci a raccoglimento , e nel raccoglimento offrirci mezzo e stimolo ad philosophandum , vale a dire costringerci ad un solitario esame della nostra coscienza , che ritrovi argomenti metafisici o storici , atti a giustificare la nostra posizione pericolante e precaria . Vogliamo esser sicuri della nostra salute eterna : la questione è , a parer nostro , interessante e fondamentale ( s ' intende , in un ambiente strettamente famigliare ) , e merita che gli amici di questa rivista se ne occupino , offrendo , per una discussione proficua , prove od obiezioni , secondo il loro special temperamento . Le qualità , ataviche ed ereditarie , del cosidetto popolo italiano ( superiore indifferenza , sdegno dei programmi e delle ideologie , saggezza nell ' apatia , ironia e gioconda sopportazione ) , che han trovato di recente molte e facili apologie tra i letterati più o meno politicanti ; è certo tuttavia che riescono insufficienti e infeconde , almeno nelle ore più significative e più tragiche . Accadono allora i trionfi gaudiosi della smodata retorica , le violente - se pur brevi - dominazioni della faziosità sentimentale , le truci e delittuose vendette reazionarie : in simili congiunture quel proverbiale buon senso del popolo italiano svela caratteri di grettezza , d ' ignavia e , diciamo pure , di viltà , che gli furono spesso rimproverati dagli ideologi rivoluzionari - mazziniani socialisti missiroliani . Non vorremmo dire che il giudizio di costoro sia proprio esatto e definitivo , mentre è certamente unilaterale e qualche po ' fanatico ; d ' altra parte proclamarlo senz ' altro falso e privo di sostegni , è certamente troppo semplice ed arbitrario . Per esempio , nei giorni passati , l ' Italia dannunziana , accademica , patriottarda ha potuto imporre senza fatica la sua violenza mercenaria e caotica contro gli interessi dei ceti produttori , delle borghesie conservatrici , degli elementi industriali più solidi ed equilibrati . L ' impresa è stata accompagnata da un così turpe sfoggio di vigliaccheria , d ' impudenza , di tradimenti , che si sarebbe potuto credere da taluno persino a una totale ignoranza delle norme morali più elementari e diffuse ; e in certi momenti s ' ebbe anche la sensazione di scoprire nel fondo della nostra razza un ' immaturità e una debolezza incurabili e l ' assoluta mancanza di quelle virtù di coesione , resistenza passiva , tenacia legalitaria , che spiegano la forza e l ' antichità di popoli come il francese e l ' inglese . Sopratutto l ' Intellighenzia parassitaria si è mostrata così moralmente scaduta , e intellettualmente povera , che rifiorivan spontanei sulle nostre labbra , con le apostrofi di Marx , Veuillot , Nietzsche , Sorel , gli anatemi di Proudhon : " Montrez - moi quelque part des consciences plus venales des esprits plus indifferents , des âmes plus pourries que dans la caste lettrée ! " . Con troppa passione tuttavia noi giudichiamo gli avvenimenti ultimi d ' Italia , perché possiamo indurci ad adoperarli come argomento definitivo a sostegno della nostra tesi . L ' infinita tristezza che è negli animi , ci impedisce di credere anche alle immediate rivelazioni dei nostri occhi . D ' altra parte non v ' è dubbio che la nostra istintiva fiducia nelle virtù più o meno segrete e durature della stirpe abbia subito una scossa e non possa più accontentarsi di certe facilissime dimostrazioni , come un tempo . Ci han ricantato finora e su tutti i toni che il popolo d ' Italia è saggio , moderato , prudente ; ci han quasi vantato , come qualità venerabili e tradizionali , quelli che ci parevano i difetti profondi della nazione ( la mancanza della serietà , della disciplina , dell ' organizzazione note in Francia e in Inghilterra ) : ed ecco che queste qualità , nelle ore difficili , hanno avuto veramente carattere , più che di pregi , di colpe ; e quella prudenza ha assunto aspetti troppo stranamente simili a quelli della paura . Doveva bastare l ' insofferenza spensierata e sorridente del popolo a tener lontane le ombre paurose della dittatura e della reazione : ciononostante un ' instaurazione reazionaria ed assolutista ( non senza l ' abolizione delle libertà fondamentali e statutarie ) ha potuto erigersi contro non dico gli ideali vani d ' una moralità politica austera , ma gli interessi delle classi e delle regioni più progredite . La monarchia , indissolubilmente legata alla tradizione liberale cavouriana e giolittiana , doveva costituire un punto fermo nel tumulto delle fazioni e assicurare , oltre le vicende della cronaca parlamentare e governativa , la conservazione della legge . E non abbiamo noi visto , in questi giorni , scindersi il binomio presunto Vittorio Emanuele - Giolitti , e il Re accettare senza rammarico le responsabilità di duce della reazione ed erede del colpo di stato ? Ecco che certe notissime diagnosi ( nelle quali s ' eran volute denunziare le colpe e l ' immaturità della nazione giovanissima , e dedurre la necessità di costruire un ceto dirigente solido e stabile ) escon dall ' ultima prova in qualche modo riabilitate e giustificate . L ' unificazione d ' Italia , se non fu ciò che molti credettero impresa arbitraria e violenta ; si può ben definire , senza tema di cader in errore , operazione arditissima e quasi temeraria ; come prova anche la struttura del regno , che ne fu il resultato , estremamente delicata sensibile difficile . Contro gli egoismi regionali , gli interessi paesani , gli ordinamenti locali e feudali , le consuetudini native , che Cattaneo descriveva e rispettava : proporsi una politica unitaria poteva parere , e fu realmente - nel sogno mazziniano , utopia mescolata di fermenti retorici ed eroici ; ma realizzarla fu , anche più di quel che non apparve , ardimento mirabile e paradossale . E proposito e sforzo furono essenzialmente e profondamente piemontesi . Nella stanchezza comune d ' Italia , le tradizioni repubblicane e separatiste , le tirannidi forestiere , la scarsezza delle lotte civili , avevan foggiato quello spirito generale della nazione , troppo adatto a giustificare il giudizio severo degli stranieri , che ci consideravano , secondo la testimonianza di Treitschke , " quasi un popolo di schiavi , ricco d ' intelligenza e d ' astuzia , ma inetto al vivere libero " . La diffusa immaturità degli Italiani alla lotta politica si sfogò , come è noto , nelle misteriose leggende e nelle paurose cerimonie delle cospirazioni , rivoluzionarie o reazionarie che fossero , tutte ugualmente miserevoli ed infauste . Nel Piemonte , l ' esistenza d ' una casta militare gagliarda e d ' una dinastia nazionale o popolare fornì le basi al sorgere di una coscienza civile aperta e positiva ; ne aiutarono l ' incremento , prestando formule o sistemi gli esempi introdotti d ' oltralpe : le vicine istituzioni francesi , gli ordini governativi e l ' economia liberista degli Inglesi . Così il Piemonte , nell ' ora del Risorgimento , si trovò di fronte alle provincie schiave , ignoranti , faziose ; stato solidamente costituito , eretto da un ' aristocrazia antica e leale , con una forza militare e uno sviluppo economico e industriale ignoti negli altri stati d ' Italia . Maturando , per fatali e segreti impulsi , il proposito unitario , con caratteri italianamente settari e retorici , gli aristocratici piemontesi lo trasformarono in una virile volontà pratica . E furono i soli che seppero , con lavoro silenzioso e tenace , diventare Italiani , da sudditi sardi che erano , prendendo famigliarità con quegli elementi della coltura nazionale , da cui eran rimasti per lungo tempo lontani . Questo sforzo meraviglioso non trova , tra i politicanti provinciali del nostro paese , la corrispondenza pronta ed efficace che sarebbe stata necessaria : gli schiavi ed i retori indocili non potevan d ' un tratto acconciarsi alla disciplina severa e allo spregiudicato realismo dei politici settentrionali . Le prime spontanee diffidenze , scomparendo , lasciarono il posto ad un ' ostilità sorda e sotterranea . E l ' unità fu compiuta sotto la dinastia di Savoia , per virtù unicamente della prodigiosa attività di Cavour . Morto il grande ministro e sorti , mentre ancor si terminava l ' opera dell ' unificazione nazionale , i primi inconvenienti e le prime difficoltà ; contro la nobiltà piemontese anticamente e metodicamente preparata al governo , gli interessi e i sentimenti delle provincie , naturali e brutali , insorsero . Cominciò la guerra dell ' Italia contro il Piemonte . In questo senso la soluzione cavouriana e sabauda meritò veramente in qualche modo l ' epiteto di " approssimativa " ; e fu tale non per colpa della monarchia e di Cavour , ma delle circostanze e della materia riluttante e fervida , ch ' essi ebbero a maneggiare . Così un ' impresa che , se si tien conto dei tempi positivi e plebei e delle abitudini moderate e casalinghe delle popolazioni settentrionali , ebbe caratteri ed aspetti altamente grandiosi ed eroici , fu in qualche modo un ' avventura troppo ardita , uscendo fuori dalla tradizione politica del Regno Sardo e rompendo un equilibrio faticosamente mantenuto per secoli e segnò la prima tappa di una storia dolorosa e difficile . E ' chiaro d ' altronde che le circostanze non permettevano soluzioni meschine e guardinghe , o comunque diverse . C ' è dunque , in Italia , un ' élite di origine schiettamente piemontese e di mentalità largamente italiana : dal luogo di nascita toglie le virtù di saggezza politica e di resistenza guerriera , dalle popolazioni settentrionali confinanti l ' abitudine alle relazioni diplomatiche e cosmopolite , dall ' Italia l ' educazione letteraria e in parte i fondamenti teorici della sua missione . Accanto e contro quest ' aristocrazia , le provincie suscitano le rivolte faziose , le camorre locali , le ideologie intemperanti , le insurrezioni sentimentali , la generale immaturità . La continuità governativa , un punto stabile nella confusione delle contese regionali , un organismo moderatore dei tumulti , degli odi , delle vendette che forman tutta la vita politica del nostro paese , furono assicurate dalla volontà persistente e disperata di questo piccolo gruppo estremamente progredito , e educato alle istituzioni civili dell ' età moderna , posto dalla Provvidenza a reggere popolazioni ancor barbare o per troppi vizi decadenti . Ma fu impresa continuamente pericolante , affidata al genio individuale dei ministri ( Cavour , Sella , Giolitti ) ; non senza caotici interregni , che ne rovinavano appena fondati , ogni risultato e ogni conquista . Repubblicanismo , politica dinastica , interventismo del maggio , legionarismo , nazionalismo , fascismo : reazioni sentimentali ignote alla nostra gente del settentrione , seria , tranquilla , attaccata a ' suoi traffici , intenta ai pacifici interessi dei mercati agricoli , delle borse , delle aziende industriali . Dal principio dell ' Unità , il Piemonte s ' è sentito profondamente isolato nella nazione : anche quando dominava e guidava le sorti di tutta Italia . Perché esso , di contro alla politica provinciale e insubordinata delle regioni , ostenta l ' organizzazione e la serietà europee della sua vita civile : qui da noi liberalismo e comunismo vantano un fondo dottrinale e una attività pratica assai lontani dalle superficiali metafisiche e dalle fragorose ostentazioni di operosità delle fazioni italiche . Perché in questa nostra terra , abbiamo un ' industria solida organica , prosperosa , e non , come nelle altre parti , tentativi sproporzionati , parassitari , anarchici : qui le fabbriche tessili , la Fiat , Agnelli ; altrove l ' Abenteuer - Kapitatismus , che ha analizzato Ansaldo , su queste stesse colonne . Perché presso i nostri capitani d ' industria , i nostri operai organizzati , i nostri piccoli proprietari di campagna , l ' unità degli interessi privati e del benessere generale , il sentimento dello Stato insomma , è nozione immediata e istintiva ; anche se ripugni a queste menti fredde positive , e magari grette , ragionare troppo a lungo di Patria , doveri nazionali , virtù civiche : cose sacre e venerabili soltanto quando si arriva a considerarle , non più come un fine , come un presupposto ; prima , pure divagazioni accademiche , o peggio , spiriti demagogici . Perciò il Piemonte mantenne , per tutta la nostra storia breve , una fondamentale politica d ' opposizione : l ' unica aristocrazia seria e fattiva che esista in Italia , la storia veramente unitaria , veramente italiana , non può ancora reggere stabilmente il paese . Le parentesi governative , forse troppo premature , riuscirono sterili , e talora rappresentarono persino dei compromessi . Dove si vede il difetto della politica di Giolitti , che fu costretto ad allargare la nobiltà originaria , ed appoggiarsi sopra un ceto borghese incerto e mal definito , che oggi è passato al fascismo . Mentre a Cavour il suo genio e le circostanze crearono un meraviglioso se pur momentaneo consenso di voleri intorno al mito unitario . La feconda e tenace attività dell ' élite si manifestò piuttosto nella capacità di raccogliere intorno a sè le forze più serie e vive della nazione , altrove isolate e costrette a isterilire . Continuando così il processo , che dura da Alfieri in poi , e per il quale , stabilito un commercio d ' interessi e d ' idee fra le regioni , il proposito solitario dei Piemontesi perde la sua rigidezza e si fa italiano ; si creò quell ' ambiente d ' opposizione dove , meglio che ad ogni altra scuola , si foggia e si educa la classe dirigente che mancò finora all ' Italia . Perché non è certamente nostra intenzione creare , fra gli altri mille , un nuovo regionalismo . Il mito piemontese può servire non solo a noi , ma a tutti gli Italiani aristocratici , di raccolta e d ' insegna : oggi più che mai . Antifascismo : vale a dire volontà d ' inimicizia contro l ' " altra Italia " . E ci diranno romantici , protestanti , pedagoghi . Noi non accettiamo senz ' altro e neppure rifiutiamo a priori queste definizioni : ci sforzeremo piuttosto di determinare dei limiti , di fissare dei criteri chiari e distinti , di opporre , agli epiteti vani , concetti precisi e punti di partenza stabili . A coloro che ci consigliano d ' attenerci alle forze che oggi " riescono " e ci rimproverano la volontà di creare opposizioni inutili , ricordandoci che la vera politica non procede per via d ' antitesi , ma di conciliazioni ; vorremmo rispondere che la loro dottrina , spiegabile come posizione polemica contro lo sfoggio insipiente e variopinto delle ideologie , è in tesi assoluta insufficiente : risultando la lotta politica di antitesi che son nel tempo stesso conciliazioni , di opposizioni che diventan contatti . E lasciando questi discorsi generali , perché a noi - che non siam metafisici - ripugna indossar troppo a lungo l ' abito di maestro di dialettica ; e passando a un ragionamento più umano e psicologico , diremo che il loro punto di vista , in apparenza agile , può diventar perfino , quando sia preso alla lettera , terribilmente rigido : in quanto è incapace a dimostrarci l ' utilità e il valore dei partiti estremi e delle disperate coerenze ; e si riduce a una sterile negazione ; quando non si trasformi addirittura in una giustificazione della mentalità italica scherzevole e accomodante . Ma la virtù governativa di Cavour non si spiega , senza la maturazione solitaria e difficile della sua fede in un ambiente d ' opposizione . Noi siamo dunque dei protestanti e dei romantici che conoscon tutti i difetti del romanticismo e della riforma . Perciò la nostra solitudine non ci conduce a fondare una setta , la nostra opposizione non assomiglia a nessuna pedanteria puritana . Da Machiavelli , Guicciardini , Sarpi , fino a Croce , l ' Italia vanta una serie nobilissima di riformatori disperatamente fedeli a una serietà morale e religiosa , che manca a ' loro contemporanei , ma troppo disillusi e cauti per voler creare nuove forme artificiose di culto . Del resto , tralasciando di mentovare esempi troppo alti , o piuttosto responsabilità troppo grandi ; l ' austerità e la durezza dei nostri costumi son qualità regionali alle quali siam troppo attaccati per volercene disfare ; e crediam d ' altra parte che non sian affatto inutili nel paese delle farse e dei carnovali . Entro questi limiti , ci ostiniamo ad essere degli oppositori , e magari , se ci obbligano , dei pedagoghi . Perché abbiamo dietro di noi una tradizione di pensiero e d ' attività ; la quale può ben darsi che sia la nostra debolezza ; ma è anche certamente il titolo più grande della nostra nobiltà . E continueremo a credere , fin che le circostanze non ci disilludano , che soltanto dal Piemonte , che ha fatto l ' Italia , possano derivare i germi d ' uno stato futuro più solido e più potente . Intanto oggi questa fede ci serva di simbolo : " che ove speme di gloria agli animosi Intelletti rifulga ed all ' Italia , Quindi trarrem gli auspici " . E può ben darsi che non si tratti soltanto d ' una citazione retorica .
PRECIPIZIO ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
Si può essere sicuri che in Italia non v ' è più nessuno che non veda inevitabile e fatale la catastrofe . Il paese è condannato all ' estrema rovina . Bisogna prepararvisi ; rassegnatamente , dicono taluni ; col fiero proposito di farla pagar cara , dicono i molti altri . Il gran pazzo ad ogni cambiar di stagione ne pensa una sempre più madornale , per abbagliare per distrarre per stordire i miseri quarantadue milioni di schiavi che ha messi in catena . Riesce qualche volta a inscenare un successo . Ma è un fuoco fatuo . Contro l ' avvicinarsi pauroso della resa dei conti oramai non può più nulla . Lo stesso gioco di prosternarsi un giorno al papa e un altro giorno tirargli i calci non illude nessuno : né i clericali né i liberi pensatori . Tutti si rassodano nella convinzione che si è di fronte ad un volgarissimo pagliaccio . Frattanto , come diciamo , è inevitabile e fatale la catastrofe : ogni espediente escogitato per ritardarla , non la rende che più profonda generale spaventosa . È proprio stabilito che gl ' italiani debbano essere ridotti alla miseria più nera , alla fame , all ' inanizione , perché l ' obbrobrioso regime mussoliniano crolli . Noi così detti fuorusciti , che siamo in grado di credere e di dire la verità , siamo tacciati di catastrofici . Ma non sono inventati da noi i mille fallimenti al mese , che hanno messo a terra tutto il commercio italiano . Non sono promossi da noi i settantaquattromila protesti cambiari , pure mensili , che portano la cifra annuale di queste sinistre attività dei notai e degli uscieri a un milione all ' anno . E le continue rovinose riduzioni dei capitali delle industrie ? E i prestiti a condizioni strozzinesche presso i banchieri di Wall Street ? E la paralisi quasi completa della compra vendita dei manufatti , per la indigenza della grande maggioranza degli italiani ? Le pubblicazioni dell ' attuale Ufficio di statistica , messo sotto le dirette dipendenze del Truce , sono un falso permanente . Ciononostante siccome vi sarebbe la possibile smentita delle statistiche straniere , si è costretti a dire la verità sul movimento delle esportazioni e delle importazioni . E la verità si riassume nella cifra seguente : tre miliardi di deficit da gennaio all ' aprile . Andando di questo passo , alla fine dell ' anno saremo a dieci miliardi . Nel quasi completo inaridimento dell ' industria dei forestieri , delle rimesse degli emigrati e degli introiti per noli , come si fa fronte a questo deficit ? " Con l ' acquisto delle divise pregiate " dicono incoscientemente i giornali del regime ; cioè , vale a dire , con lo spendere gli ultimi quattrini che si hanno negli istituti di credito . Il che significa avviarsi alla bancarotta . Infatti le ultime notizie recano che nel mese di aprile vi è stata una riduzione nella riserva aurea della Banca d ' Italia di 435 milioni . Dal gennaio 1928 all ' aprile 1929 tale riserva è discesa da 12 a 10 miliardi . Non occorrono illustrazioni o commenti . Queste semplici cifre valgono per cento discorsi imbroglioneschi dell ' adiposo Mosconi , il quale , del resto da qualche tempo ha perso la parola , occupato com ' è a trovare la possibilità di pagare la cedola semestrale del debito pubblico in scadenza alla fine del corrente giugno . E poi venga il Truce a dirci che dobbiamo smetterla con la letteratura catastrofica sulle cose d ' Italia .
EXPEDIT ( FALORSI G. , 1889 )
StampaPeriodica ,
Non mi perderò in preamboli , oziosi sempre , oziosissimi in un breve scritto , del quale il titolo dice chiaro e l ' argomento e l ' intento . Affermo , pertanto , e sostengo , non pure la convenienza , ma il debito preciso che hanno , in Italia , del concorrere alle urne politiche i Cattolici , e con essi gli uomini tutti d ' opinioni saviamente conservatrici ; debito tanto più grave ed urgente , quanto più gravi ed urgenti sono i mali , derivati alla Patria nostra dall ' aver esse sino a qui , per qual motivo si voglia , operato altrimenti . Di questa convenienza , o di questo debito , sono manifestamente convinti da un pezzo molti , nel clero e nel laicato italiano , cattolici o d ' opinione comecchessia conservatrice ; anzi , vorrei dir tutti ; salvo que ' pochi , i quali , stolti o perversi , invocano catastrofi , e sperano dalla violenza straniera e dal caos interno un riordinamento ( e nemmeno sanno essi quale ) delle cose italiane . Ma quello , di che sentesi da tanti l ' urgente necessità , rimane tuttavia , con profitto grande de ' partiti più intemperanti , senza pratica applicazione ; e pur troppo il concorso de ' Cattolici all ' urne politiche , e la loro bene intesa alleanza co ' savi conservatori , rimarrà per lungo tempo un malinconico e pio desiderio , se si continua ad aspettarne , e peggio ancora a sollecitarne l ' expedit del Vaticano . Lasciamo lì la storia , certo tutt ' altro che edificante , del primo non expedit ; lasciamo ogni spinosa quistione generale sul valore del non expedit in sé , od altre siffatte discussioni ; la sostanza si è che , stando come stanno ora le cose d ' Italia , per colpa de ' famosi zelanti , e d ' altri , che malamente sfaccendarono e s ' imposero nei primi tentativi di organare un Partito Conservatore Nazionale , l ' expedit dal Vaticano è inutile l ' aspettarlo , ed assai peggio che inutile il domandarlo . Nell ' attuale condizione , chiedere l ' expedit pare che voglia dire : intendersi col Vaticano per elegger deputati , i quali , ascesi appena a Montecitorio , si dispongano a risolvere quella difficoltà del restituire al Papa , non pur la sostanza , ma la evidenza della Sovranità e libertà sua , ch ' è una ma non l ' unica delle difficoltà da affrontarsi da un partito di Destra , o Conservatore Nazionale , o Conservatore Liberale , che voglia dirsi . Ora , al Vaticano , nonostante la nebbia delle passioni maligne e delle ree cupidigie , e il fumo delle bizze e degli orgogli levantesi da certi bassi fondi , quelli che stanno su alto , nell ' aereo sereno , sanno bene che , se la convenienza di comporre il gran dissidio appare oggi manifesta a taluni anco di quelli , che un tempo sdegnavano di fermarci sopra il pensiero ; se le pretese di restaurazioni peggio che impossibili vanno perdendo fautori ; se fra i più temperanti e retti amatori e della Chiesa e dell ' Italia gli animi vengono ravvicinandosi , c ' è ancora , su quel terreno , della strada da fare , molte idee da chiarire , molti pregiudizi da dileguare , molte resistenze faziose , e nell ' un campo e nell ' altro , da vincere . Al Vaticano si deve sapere inoltre , nonostante le ciance dei novellieri , che , se l ' idee saviamente conservatrici troverebbero in Italia un numero di aderenti bastevole perché , in un nuovo Parlamento , chi governa avesse da contare anche con queste ; una elezione fatta con un expedit espresso e clamoroso mostrerebbe molto ma molto minore di quella strombazzata sin qui , in ispecie per quel che riguarda l ' assetto unitario della Nazione , la differenza fra l ' Italia legale e l ' Italia reale . Ond ' è che un expedit non potrebbe venire per ora ; né forse esplicito verrà mai ; né è desiderabile che esplicito e clamoroso venga nemmeno ; perché da nessun Cattolico , anzi da nessun uomo , che capisca l ' alto ufficio morale e sociale del Papa , può ragionevolmente desiderarsi ch ' è divenga , anco per veder trionfare i candidati suoi , una specie d ' Elettor generale del Regno d ' Italia . Ma se non expedit , almeno ora com ' ora , che il Vaticano , quant ' è da lui , licenzi i Cattolici a portare in Parlamento la ricerca de ' modi pe ' quali , con un lembo di territorio o senza ( SENZA , a giudizio mio e di molti altri Cattolici ) , s ' ha da guarentire in modo evidente la sovranità del Papa ; expedit , e di che tinta ! che quanti hanno coscienza di Cristiani e di Cittadini s ' adoperino , con que ' più efficaci e diretti mezzi che hanno , a restaurare in Italia il senso morale perturbato da tante ragioni e la religiosità indebolita per colpa degli intemperanti d ' ogni setta e colore . Questo , expedit ; expedit fuor d ' ogni dubbio ; expedit , o che il Papa lo dica espressamente , o che non lo dica ; ed a questo conviene che , con ardore uguale alla grandezza dell ' intento e al lungo perniciosissimo indugio , s ' adoperino i Cattolici , senza aspettare prossima o remota che sia , la soluzione dell ' altra , ormai troppo famosa difficoltà . La quale , del resto , o dovrebbe risolversi per violenza straniera , con quegli scandali , quella jattura del sentimento religioso , quella sequela di ingiustizie e di risentimenti feroci , quella precarietà d ' effetti , che ogni persona sensata può immaginarsi ; o sarà tranquillamente e durevolmente risolta dalla risensata e rinnovellata coscienza degli Italiani . E certo un ' Italia , in cui tutte le opinioni abbiano la loro proporzionale e legittima rappresentanza ; un ' Italia francatasi dalla tirannide delle sètte , che hanno , per colpa non meno degli zelanti che de ' liberi pensatori , sfruttata l ' opera del nostro riscatto politico , vorrà e farà libero il Papa ; poiché un ' Italia siffatta , non subirà , costretta e vinta , ma invocherà spontanea anche il concorso delle altre Potenze per assettare , ove occorra , la parte extra o sopranazionale del dissidio , cui la inevitabile caduta del potere temporale ha dato luogo . Ma questo , se mai , sarà effetto del risveglio della coscienza nazionale , e di un riordinamento de ' partiti politici , a cui si richiede la cooperazione attiva di tutti i ben pensanti ; sarà effetto ultimo di trasformazioni che expedi ogni dì più l ' accelerare , con altro che con chiacchiere , declamazioni ed intemperanze di Congressi , spampanate di politica visionaria , aspirazioni dissennate o parricide . Expedit alla Chiesa e all ' Italia che il giogo delle minoranze settarie si franga : Expedit che la ostilità al sentimento religioso non trovi altrimenti nemmeno la remota apparenza d ' una giustificazione o spiegazione nella tutela dell ' unità nazionale , e s ' arresti la diffusione dell ' empietà : Expedit che e nelle Camere , e nelle Scuole , e ne ' Cantieri , e negli Ospedali , e nelle Carceri torni a profferirsi , altrimenti che a dileggio infame , il nome di Dio : Expedit che la stampa , rimanendo libera di discutere le pubbliche faccende , perda la licenza , arrogatasi da gran tempo , di essere calunniatrice , oscena , depravatrice : Expedit che cessi il conflitto , pel quale all ' estero Missioni italiane , Consolati , Viceconsolati , Scuole di religiosi e Scuole laiche italiane , combattendosi , si neutralizzano con discapito e della Chiesa e dell ' Italia : Expedit che lo studio e la evolutiva soluzione delle difficoltà economiche e morali di ordine sociale , si informino , anziché ad angustie giuridiche , a larghi criteri etici e cristiani : Expedit che l ' Italia , anziché pericolo e inciampo a se stessa ed agli altri , si ravvii ad essere , nella pienezza delle sue forze unificate , strumento potentissimo di civiltà vera , vale a dire , di civiltà Cristiana . Tutto ciò expedit , fuor d ' ogni dubbio ; e chi si pensasse di andare a domandarne al Papa , se expedit o no , farebbe cosa ridicola , od opera maliziosa , per la quale si ricadrebbe nell ' eterno paralogismo , in cui parecchi de ' Conservatori si sono , o sono stati ravviluppati sin qui . Se expedit , e ciò per manifesto debito verso la Chiesa , verso la Patria , verso la Società tuttaquanta , e se a conseguire il rilevantissimo effetto abbiamo un mezzo precipuo od unico ; il mezzo di cui i Cattolici d ' Europa e d ' America si valgono efficacemente tutto dì , senza infastidire con domande o soverchiamente ingenue o peggio che maliziose il Vaticano ; si valgano i Cattolici d ' Italia di questo medesimo mezzo . Se ne valgano , e presto . Rimedino alle colpevoli tardanze ; si restringano fra loro , e co ' più saviamente conservatori d ' ogni confessione religiosa , e si guardino da quello , che taluni vagheggiano come una gran bella cosa , e che sarebbe , pur troppo ormai l ' effetto d ' un expedit clamorosamente venuto dal Vaticano ; cioè dalla formazione d ' un così detto Partito Cattolico . Formare un partito che , invece di Conservatore Nazionale , o che altro , fosse e si dicesse Partito Cattolico , sarebbe togliere ai Cattolici italiani ogni onesta libertà di pensiero politico ; sarebbe un turbare più e più le coscienze , rabbassando e facendo faziosa la religiosità ; sarebbe un rimpicciolire il Papa , fatto capo partito e segno agli sdegni politici di coloro che dissentono , politicamente parlando , da ' suoi Deputati . Il Cattolicismo è comprensione , è carità universale , è pace , non è partito . Tutto ciò expedit ; expedit istantemente ; chi si ravviluppa in volontarie difficoltà , chi impone hic et nunc a sé od agli altri un problema , la soluzione del quale , qual ch ' ella si sia , dipende dalla soluzione di tante e tante altre , certo non meno urgenti , è nemico , o per semplicità , o per malizia , della Chiesa non meno che dell ' Italia . Dunque , avanti ! alle urne politiche ! Expedit ! expedit !
PARTITA APERTA... ( - , 1921 )
StampaPeriodica ,
Il signor Caporali , il coraggioso sciacallo corrispondente dell ' Avanti ! , l ' avv . Chiappari , che continua ad imbastire denunce contro i fascisti , la troupe Pozzoli , Bernamonti , che vanno tentando di inquadrare gli arditi della " fifa , " il maestro Sasdelli , il Verzeletti ed altri che continuano ad aizzare i loro tesserati contro di noi sappiano che noi li teniamo responsabili di ogni ulteriore provocazione , sappiano che ogni oltraggio a un nostro capo deve essere dai fascisti energicamente vendicato . Quando domani poi delle bastonate troveranno dei crani deboli non si faccia almeno tanto baccano .
L'EVASIONE DA LIPARI ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
Dopo dieci giorni dall ' avvenimento che lo ha riempito di rabbioso stupore e di paura , il governo fascista ha dato , in tre righe , attraverso un comunicato Stefani , l ' annuncio dell ' evasione di tre deportati antifascisti dall ' isola di Lipari . Esso avrebbe preferito mantenere il silenzio : per non confessare implicitamente un formidabile smacco e per non dare agl ' italiani un motivo inaspettato di giubilo , una nuova speranza incitatrice . Ma tacere non era più possibile , dopo che tutti i giornali del mondo e in prima linea quelli inglesi , nordamericani e sudamericani avevano pubblicato con gran rilievo di titoli e con suggestivi dettagli , la notizia dell ' evasione ; indicandola come magnifica prova di ardimento , di tenacia , di organizzazione , come segno della indomabile volontà di lotta del popolo italiano rappresentato , nelle sue migliori virtù , nel suo bisogno e nella sua capacità di liberazione , dai tre evasi contro il regime di dittatura . Di fronte a questo atteggiamento della stampa internazionale , richiamata dal valore morale e politico dell ' episodio a considerare , sotto l ' apparenza di un ordine ch ' è frutto della violenza , l ' assurdità antistorica e antiumana della situazione italiana ; e di fronte alla certezza che la notizia , superando tutte le barriere innalzate tra l ' Italia e il mondo , tra italiani e italiani , dal terrore fascista , si sarebbe diffusa nel paese come , al tempo delle dominazioni straniere , si diffondeva ogni voce d ' insuccesso nemico , il governo fascista ha dovuto diramare alla stampa , con l ' ordine di pubblicarlo coi caratteri più modesti e nell ' angolo più nascosto , il comunicato che si limita a dire i nomi degli evasi . Ma bastano quei nomi per far intendere la straordinaria importanza dell ' avvenimento . Si tratta di tre giovani , gagliarde forze dell ' antifascismo che per la causa della libertà italiana hanno affrontato il carcere e l ' esilio ; che nel lungo periodo della loro prigionia , meditativa insieme ed attiva , sottoponendo a un processo di rielaborazione critica le ragioni lontane e immediate dell ' usurpazione fascista , i metodi e i risultati della lotta antifascista , le profonde forze , le capacità e le possibilità del popolo italiano , hanno fortemente educato volontà e coscienza ai problemi della riscossa , alle valutazioni e alle esigenze della nuova realtà che dovrà erompere sulle rovine della tirannide ; e che , dopo una lunga preparazione , prova di lucidissima ostinata pazienza , e attraverso un atto temerario , prova non necessaria ma stupenda dello spirito di decisione e di ardimento , hanno saputo sottrarsi alla sorveglianza armata di un esercito di carcerieri per restituirsi alla battaglia , accanto ai compagni di esilio , che sono , e sempre più saranno , compagni di trincea . Emilio Lussu è l ' eroico reduce di guerra , capo del partito sardo di azione , lottatore silenzioso e indomabile , che assalito nella sua casa da un ' orda di camicie nere , si difende solo e abbatte un aggressore , mettendo in fuga tutti gli altri . Assolto dai magistrati per legittima difesa assoluzione reclamata ed imposta , non tanto da elementari ragioni di giustizia , che in regime fascista non contano , quanto dalla concorde opinione pubblica dell ' isola , che in lui si esalta come nel suo figlio più degno è inviato dopo un anno di carcere a domicilio coatto . Carlo Rosselli , ex valoroso combattente anche lui , ha già legato il suo nome , nell ' ammirazione e nella riconoscenza degl ' italiani , all ' evasione di Filippo Turati e al processo di Savona : nel quale egli rivendicò , accanto a quell ' altro magnifico campione di coraggiosa e fiera nobiltà ch ' è Ferruccio Parri , tutta la responsabilità del suo gesto , tramutandosi , da accusato , in accusatore del regime , e riaffermandosi custode e continuatore delle generose tradizioni italiane della sua famiglia , ospite della quale , a Pisa , morì , sotto falso nome , Giuseppe Mazzini . Soffre un anno di carcere ; e poi viene deportato a Lipari . Francesco Fausto Nitti , volontario di guerra a 17 anni , perseguitato con maggiore accanimento per il sangue e per il nome che porta , viene relegato per il sospetto non contestato di essere l ' organizzatore ed il capo di un ' associazione segreta antifascista , prima a Lampedusa la più maledetta fra le isole maledette e poi a Lipari ; ed oppone , con incrollabile fedeltà alle tradizioni del suo sangue , ai doveri del suo nome e alla sua coscienza di militante repubblicano , il più sereno disdegno alle provocazioni dei suoi aguzzini fra cui il famigerato tenente Veronica , folle criminale , che si divertiva a straziare i deportati politici . Per circa un anno e mezzo questi tre compagni di prigionia hanno preparato , in silenzio , la loro evasione con tenacia più forte di ogni difficoltà , con volontà più forte di ogni insuccesso , con fede più forte di ogni delusione , con serietà scientifica , col più vigile senso di responsabilità . Spezzare la rete di sorveglianza e di spionaggio che circondava l ' isola e , nell ' isola , ogni deportato ; superare le molteplici trincee costituite dai moschetti dei vigili , dai riflettori disposti lungo le coste , dalle mitragliatrici e dai cannoni delle navi ; affrontare il mare vigilatissimo , mentre il battito dei remi e il rombo dei motori avrebbero facilitato agl ' inseguitori l ' implacabile caccia : tutto questo poteva sembrare follia . E , invece , è realtà : voluta e compiuta da meravigliosi ribelli , che hanno affrontato e battuto il nemico nella maggior forza di cui esso dispone : l ' organizzazione poliziesca . All ' urto di un piccolissimo gruppo di audaci , questo formidabile puntello , a cui s ' appoggia tutta l ' impalcatura del regime , è miseramente crollato . E l ' episodio assume , sotto certi aspetti , per il regime delle molteplici milizie , l ' atroce significato di una beffa . La beffa di Lipari . A Lipari , i confinati sono 500; e 400 i sorveglianti ( 200 militi fascisti , 100 agenti di polizia , 50 carabinieri , più marinai , guardie di finanza , semaforisti ecc . ) . Dodici pattuglie fisse vigilano alla cintura , e varie nell ' abitato ; senza tener conto delle pattuglie volanti . V ' è un appello quotidiano alle 8 e una visita di controllo alle 22 . In mare stazionano tre motoscafi velocissimi armati di mitragliatrici , e un mas armato di cannone . A terra e a bordo la radio collega l ' esercito dei carcerieri e dei custodi con le basi aviatorie e navali . Difficilissima , dunque , per l ' ubicazione dell ' isola e per il sistema difensivo , l ' evasione : più difficile , quando si pensi che i tre erano sottoposti a strettissima sorveglianza , e più specialmente Lussu che , nelle sue varie passeggiate , era costantemente seguito da quattro agenti di polizia . Per poter abbandonare improvvisamente , senza essere scorto , la sua casa , che dà in un dedalo di vicoli , Lussu ebbe , per un anno e mezzo , la costanza di osservare con feroce rigore un orario : evitando così che gli agenti continuassero a stazionare sempre proprio alla porta di casa . D ' altronde , si supponeva che la malattia contratta dal Lussu in carcere , e acuitasi al domicilio coatto , avrebbe reso impossibile ogni sua partecipazione a una fuga . Si aggiunga che due tentativi erano già miserevolmente falliti : il primo compiuto da quattro prigionieri , rinchiusi nelle carceri locali , fra i quali G . B . Canepa ; e il secondo dal comunista Spangaro che venne arrestato quando era già riuscito , con sforzi infiniti , squarciandosi il petto , a salire lungo la catena dell ' ancora di una nave straniera ormeggiata nel vicino porto di Canneto e che fu , per questo , condannato a tre anni di detenzione , quantunque la nave su cui si era rifugiato fosse diretta in Italia . Per rompere l ' assedio , erano necessari , oltre la disperata volontà di riuscire , un ' assoluta segretezza , un calcolo rigoroso di tutte le probabilità , una organizzazione tecnica severissimamente studiata , un ' audacia eccezionalmente serena . A queste esigenze hanno pienamente corrisposto i tre evasi e gli esuli che li hanno aiutati nella rischiosissima impresa : esuli i cui nomi potranno essere un giorno indicati all ' ammirazione degli italiani . Non ci è possibile , per intuitive ragioni , pubblicare i particolari dell ' impresa ; la quale si svolse nella notte dal 27 al 28 luglio , sotto gli occhi dei militi e dei poliziotti , in tutt ' altre faccende affaccendati . Mentre i tre , miracolosamente sfuggiti alla sorveglianza degli aguzzini , salivano a bordo , le autorità fasciste , raccolte come di consueto nella piazza del paese , sorbivano pacificamente le loro bibite al caffè . E le loro voci giungevano nitidamente agli orecchi degli evasi e dei loro amici che , per raccoglierli , si erano spinti fin sulla spiaggia . Beffa meravigliosa , che strappa italiani inermi , ma idealmente e moralmente invulnerabili , all ' artiglio di carcerieri formidabilmente armati e apporta all ' emigrazione antifascista il contributo di energie e di esperienze ripetutamente selezionate . Ecco perché la liberazione dei tre ardimentosi ( i quali , attraverso le interviste loro domandate dai più importanti giornali del mondo , hanno riproposto all ' opinione pubblica internazionale la questione dei confinati , in tutta la sua mostruosità giuridica ed umana ) preannuncia , nella nostra volontà e nella nostra fede , più rapida e luminosa e sicura , la liberazione di tutti gli italiani .
StampaPeriodica ,
Fin dal suo primo nascere , questo periodico dichiarò francamente che veniva alla luce per sostenere il principio nazionale e il sentimento religioso ; e a queste due affermazioni , a questi due sentimenti , che lo hanno sempre guidato nel suo cammino , procurò di non mancare e cercherà di non mancare mai . Combattuto fin da principio dagli intransigenti rossi e neri esso ha continuato imperterrito la sua via , sicuro di avere da sostenere una idea buona e vera che un giorno dovrà inevitabilmente trionfare . Tempo fa avevamo notato con piacere il succedersi di una certa calma alla lotta ed alcuni atti di benevolenza dai più importanti periodici . Nel 1886 alcuni dei giornali cattolici più autorevoli avevano cominciato a citare benevolmente varj articoli , e nel 1887 il Moniteur de Rome singolarmente non lasciava passare quasi nessun numero senza far citazioni e dar conto particolareggiato di alcuni lavori , fra i quali specialmente prediligeva quelli che riguardavano la conciliazione , commentandoli e lodandoli fino a dirli notevolissimi , quantunque tutti quegli articoli in sostanza esprimessero la necessità di conservare la unità e integrità d ' Italia : ma allora il Moniteur era fautore aperto di un accordo fra il papato e l ' Italia , fino al punto che in un numero dell ' aprile invitava tutti a ingrossare la corrente favorevole alla conciliazione . Il 30 maggio scriveva : « Se l ' Italia rendesse al Papa questa garanzia reale , evidente , della sua indipendenza spirituale , nonché l ' indipendenza diremo ancora l ' integrità del suo territorio , sarebbe violata o lesa ? » . E il 12 giugno , commentando l ' interpellanza Bovio alla Camera e la risposta dei Ministri esciva a dire : « Quand , d ' ailleurs , M . Crispi parle de droit national , il doit savoir que la solution de la question romaine , loin de nuire à l ' unité italienne , la consoliderait en l ' asseyant sur des bases granitiques » . Andata a monte ogni probabilità di una conciliazione immediata , il giornalismo mutò condotta verso il nostro periodico , e fece verso di noi congiura del silenzio ; lo stesso accadde della stampa liberale che , pur essa , aveva cominciato a farci buon viso . Cessata ogni speranza di un prossimo accomodamento , non sappiamo se per colpa di straniere potenze come affermano alcuni , o per cocciutaggine settaria di certi liberali , e per male arti degli intransigenti , mentre noi ne fummo dolentissimi , non ci perdemmo d ' animo , e la Rassegna nostra mantenne intatte le sue aspirazioni , le convinzioni sue , giacché ritenne giustamente che ciò che non era avvenuto potrà un giorno accadere . Per schiarire ogni equivoco , innanzi tutto dichiariamo che noi laici cattolici , i quali caldeggiamo la conciliazione e la crediamo ancora possibile in un avvenire più o meno prossimo , non pretendiamo né abbiamo mai preteso di dar consigli al S . Padre che rispettiamo e veneriamo . Ossequenti a Lui in tutto ciò che riguarda il dogma e la morale , nelle quistioni opinabili crediamo lecitissima una giusta libertà di apprezzamenti alla quale teniamo moltissimo senza punto mancare al nostro dovere di cattolici . Ed infatti lo stesso pontefice Leone XIII nell ' enciclica Della libertà umana scrive : « Bensì quando si tratti di cose opinabili lasciate da Dio alla discussione degli uomini , è lecito allora , e ce ne dà la natura stessa il diritto , di sentir come meglio ne aggrada , ed esprimere liberamente il proprio avviso : poiché libertà siffatta non torna mai di pregiudizio alla verità , e giova sovente a farla trionfare » . In base a ciò non pare a noi irreverente l ' asserire che la questione romana potrà risolversi restituendo al Pontefice piena ed evidente libertà senza menomare l ' unità e l ' integrità d ' Italia ; e che dobbiamo essere in tutto buoni cattolici e buoni italiani . Lasciando adunque da parte le modalità di un accordo , lasciando da parte se questo possa avvenire presto o fra molto tempo , vogliamo lavorare per renderlo possibile . Come italiani crediamo nostro dovere procurare il bene della patria , nostro dovere difendere le coscienze dei nostri figli dalla invadente istruzione atea e materialistica , la nostra proprietà dal socialismo minacciante , la famiglia da una dissoluzione dissenata , la donna da una trasformazione sconveniente alla sua natura ; crediamo nostro dovere preparare ai figli nostri una condizione migliore , per modo che essi possano mostrarsi apertamente cattolici senza pericolo di danneggiare la loro carriera , per modo che essi abbiano aperta la via a sodisfare quella giusta ambizione che ognuno può sentire , senza il bisogno di rinnegare o di nascondere le proprie convinzioni . Per questo intendiamo valerci delle armi legali consentiteci dal vigente sistema di Governo , cessando una buona volta dall ' astensione che ci rappresenta come nemici della patria , che ci toglie ogni importanza , che ci lascia in balia assoluta delle sette . Per quella giusta libertà che dobbiamo avere nelle cose disputabili ci è lecito prender parte alla pubblica vita senza bisogno di andare ogni momento a bussare alle porte del Vaticano per domandar permessi con inopportuna insistenza ; la quale , crediamo anzi , causa non ultima del ripetersi del Non expedit , che taluno vedrebbe volentieri convertito in aperto Non licet . Se nella dichiarazione principale della Sacra Penitenzeria vi è il divieto , nelle seguenti spiegazioni è lasciata a ciascuno libertà di agire secondo coscienza ; il divieto è in genere , in pratica poi ognuno dovrà regolarsi come meglio crede . Il fatto stesso ha dimostrato ai dubbiosi questa verità , giacché in varie occasioni i cattolici hanno votato , e nelle ultime elezioni generali Pisa ce ne dette una prova luminosissima , poiché quasi tutti gli elettori accorsero all ' urne , e in una recente elezione parziale moltissimi cattolici hanno votato e alcuni seguaci in teoria dell ' astensione hanno incitato a votare ; né poteva essere altrimenti poiché è impossibile distaccare affatto , per un tempo tanto lungo , un gran numero di persone da ogni interesse , e quando non è dato lavorare per gli interessi morali si lavora per quelli materiali . Il non expedit , nella campagna singolarmente , non è osservato che da pochissimi ; per cui le masse si abituano a seguire e obbedire le persone influenti di altri partiti . Il non expedit è così poco seguito che non l ' osservano neppur tutti i Sacerdoti , alcuni dei quali votano o fanno propaganda manifesta per chi promette loro restauri alla Chiesa , alla Parrocchia , al Campanile , o per chi fa qualche dono in arredi sacri paghi di questa sola dimostrazione di credenza religiosa , senza nemmeno curarsi di sapere quali opinioni andrà a sostenere alla Camera quel loro beniamino ; e spesse volte appunto e certi sacerdoti e alcuni astensionisti votano proprio quando il non expedit sarebbe diventato un non licet , poiché votano per uno che , in Parlamento , combatterà le credenze cattoliche . È dunque opportuno cessare dall ' astensione , ed occuparsi seriamente per il trionfo dei candidati non avversi al sentimento religioso o almeno dei meno avversi , ché anco questo è un bene . Se vogliamo , o prima o poi , come noi desideriamo vivamente , giungere a una cessazione del dissidio , è necessario preparare il terreno nella patria nostra , facendo argine al diffondersi della miscredenza e delle idee sovversive ; e per ottener questo , evidentemente non abbiamo altro modo che prender parte alla vita pubblica , formando un partito schiettamente nazionale e francamente rispettoso del sentimento cattolico ; schiettamente nazionale , perché altrimenti sarebbe inutile qualunque azione , che anzi sarebbe funesta e non ad altro valida che ad accrescere i pregiudizj contro il cattolicismo e l ' antipatia contro i cattolici . Meglio cento volte l ' astensione , che noi vivamente deploriamo , di un ' azione con fini antinazionali . La massoneria e certi liberali a parole , nemici del sentimento religioso , abilmente valendosi di tutte le circostanze propizie , alcune delle quali fornite loro da certa stampa cattolica , hanno saputo far nascere la convinzione fra noi che i cattolici siano nemici della patria ; e a forza di ripetere queste calunnie per mezzo della stampa che fra l ' una e gli altri hanno a loro disposizione , son riusciti a formare una corrente di impopolarità verso ogni persona che apertamente si dimostra cattolica . Bisogna adunque far cadere questi equivoci , che valgono tanto ad infiacchire i caratteri fino al punto che si vedono non pochi serbarsi cattolici in famiglia , e mostrarsi in pubblico sprezzanti di ogni credenza ; oppure , per contrabbilanciare la religiosità loro , corteggiare i massoni cercando di averli colleghi nelle pubbliche amministrazioni , mostrandosi eccessivamente deferenti ad ogni loro desiderio . Bisogna adunque spezzare questa calunniosa catena che ci hanno avvinto al collo , mostrando a tutti gli onesti la falsità di cosiffatte insinuazioni ; bisogna lavorare per il bene stesso della patria nostra a conservar intatta la credenza religiosa . Sappiamo bene che la questione della libertà del Pontefice è soprannazionale , in quanto che a tutti i cattolici interessa che il capo della religione sia indipendente ; ma siccome non vogliamo che sia risoluta da una guerra , né il Pontefice stesso ciò vuole , come lo ha dichiarato più volte , bisogna pur necessariamente che della giustizia di un accordo sian persuasi gli Italiani o almeno quegli Italiani che hanno in mano il potere . Tutte le altre vie non potranno condurre che a soluzioni imposte , che non saranno mai vere e proprie soluzioni , tali cioè da ridonare alla Chiesa una pace stabile , e tranquillità all ' Italia ; né senza il consenso dell ' Italia potremo sperare in un accordo durevole neppur da una azione diplomatica , poiché , evidentemente , o questa si limiterebbe ad un semplice voto platonico , e non avrebbe effetto veruno ; o dovrebbe esser accompagnata da una guerra , ed avremmo da capo una soluzione che non vogliamo e che in ultimo sarebbe dannosa alla Chiesa stessa , poiché recherebbe seco come conseguenza l ' allargarsi della miscredenza e della ostilità verso la Chiesa in Italia . Bisogna adunque persuadere gl ' Italiani stessi della necessità di un accordo , e noi laici per ottener questo non abbiamo altro campo che il politico . Serviamocene adunque francamente e lealmente . So che vi saranno persone che ci daranno degli utopisti ; e sia pure . Ad ogni modo la nostra sarebbe una bella utopia , giacché davvero non è spregevole ideale cercare di armonizzare il sentimento nazionale col sentimento religioso , riportando la pace fra l ' Italia e il Papato . Utopisti saremmo se coll ' azione nostra pretendessimo di fare sparire il male dal mondo , ma noi non abbiamo mai avuto simiglianti pretese , e saremmo paghi e sodisfatti anche se ci riuscisse soltanto di impedirne una parte . A chi poi volesse obiettare che oramai è tardi , si potrebbe rispondere che , se è tardi , non è per colpa nostra ; ma noi non crediamo ancora impossibile od inefficace ogni azione da parte nostra , poiché Dio ha fatto sanabili le nazioni . E quando anche , sciaguratamente , non riuscissimo a nulla , avremmo almeno scagionato i cattolici dalla grave responsabilità di aver contribuito essi pure colla loro inerzia alla rovina della patria ; né questo ci parrebbe resultato affatto meschino .
MUSSOLINI ( - , 1921 )
StampaPeriodica ,
Mussolini si è dimesso : era naturale ! Congresso regionale veneto ! Congresso di Todi ! Congresso interregionale dell ' Emilia ! Dalli di qui e dalli di là , non poteva che avvenire così ! Orbene tutto questo spirito critico iconoclasta non è per nulla disciplina ! Questo voler misurare Mussolini col metro di Marsich , d ' Oviglio e di Grandi è poco persuasivo e poco accorto : anzi è segno che tanta brava gente non ha capito nulla né ha il senso politico della disciplina . Tutta questa gente confonde la parola e il significato di " squadre d ' azione " con " partito politico " ; confonde il significato di " tregua " con quello di " alleanza " ; crede di vedere lontano ... mentre il solo che vede lontano in questo momento è proprio Mussolini , il quale dopo aver tagliato le radici al bolscevismo tende ad isolare il comunismo . Siate contenti umane genti al quia ! Non vogliate precipitare giudizi , convegni , congressetti e congiure ! Chi vi dice che la visuale di Mussolini ora non coincida e corrisponda con l ' angolo visuale di D ' Annunzio ? Discutere di opportunità e di tattica quando , non si ha sotto mano tutto il materiale e tutti gli strumenti delicatissimi per misurarlo è fuori luogo e vano sforzo ! E chi contraddice Mussolini nel proposito di voler mutare il fascismo da movimento in partito è uomo che non sente i tempi , che non ha concetto di nazione , che antepone la mazzetta alla conquista intellettuale .
DOPO L'EVASIONE ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
L ' assenza dei tre evasi fu notata a Lipari quasi subito . Poco dopo la partenza , la ronda notturna bussò alla porta della casa dove abitavano Lussu e Nitti . Bussa e ribussa , nessuno risponde . Il brigadiere chiama . Silenzio . " Eppure ci sono , " osserva l ' agente , " c ' è la luce . " Nuova chiamata . Silenzio . Si urla più forte . Niente . Qualche faccia di confinato e di liparuota addormentato compare alla finestra . Il brigadiere li interpella : " Ci sono o non ci sono ? " " Eh , ci saranno certo . C ' è la luce . " " Ma perché non rispondono ? " Silenzio generale . Nuove chiamate . Alla fine , il brigadiere sale , apre la porta , caccia lo sguardo nella stanza da letto . Nessuno . Stupore . Nuove chiamate . Silenzio . Una corsa per le altre stanze e poi giù a rotta di collo verso la piazzetta del paese dove ordinariamente prende il caffè il Sig . direttore , Commissario di prima , cav . Cannata . " Cavaliere , Cavaliere , " grida il brigadiere . Altre autorità gli si fanno d ' intorno e lo avvertono che Cannata è andato a Canneto ( sembra un giuoco di parole , ma è la verità ) , il vicino porto della pomice , a godersi la festa e i fuochi d ' artifizio . Fischi convenzionali vengono fatti . Le pattuglie volanti di controllo corrono . Si telefona a Cannata , si telefona alla Milizia , si telefona al Semaforo . Sopraggiunge tutta ansante per la lunga corsa la pattuglia di controllo della zona dove abita Rosselli . " Signor direttore , grida il brigadiere panciuto , Rosselli non c 'è." " Non c ' è Rosselli ? " Stupefazione generale . " Ma come ? il ' professore ' non c ' è ? Il professore sarebbe fuggito ? Ma allora è uno schifoso ipocrita questo signore . " Intanto il cielo si illumina a tratti di rosso , di verde , di giallo per effetto dei fuochi . Segnali dal castello alle pattuglie di militi di raddoppiare la vigilanza . Il maresciallo Allò uno dei più perfidi e sporchi arnesi della polizia italiana , giuocatore d ' azzardo nella sede del Fascio di Lipari , ricattatore emerito , persecutore dei confinati prende la direzione delle ricerche marittime . L ' allarme è completo alle 22,30 . Esce la flotta asmatica dei motoscafi e dei mas e si mette a trottolare intorno a Lipari sotto il muso beffardo della luna . Sopraggiunge intanto il signor cavaliere coi capelli ricciuti irti sul capo . La polizia ha identificato il luogo di partenza . C ' è una giacca di qualcuno , là , su una roccia . Arriva un pescatore e informa di aver visto passare una nave velocissima . Il mas col cannoncino che stava attentamente esplorando , coll ' aiuto del riflettore , la scogliera di partenza , forse nella speranza di poter raccogliere i miseri corpi di tre annegati , riceve l ' ordine di partire . I motoscafi intanto incrociano velocissimi . Ma non sono in grado di attraversare il Tirreno . La radio , la radio ! pensa Cannata . La radio segnali alle basi di Trapani , Messina , Augusta , Cagliari e a tutti i semafori la fuga . Ma ahimè , la radio è alle dipendenze della Marina . Bisogna chiedere prima il permesso . L ' ufficiale dorme . Via di corsa a svegliarlo . Ottenuto il permesso , gli S.O.S. di Cannata , solcano lo spazio in cerca di qualche pietoso ricevitore . Ma nessuna stazione raccoglie il disperato richiamo . Tutti dormono o sono a spasso . Non per nulla fu scelta la sera di un sabato ... Intanto , la notizia strabiliante invade tutto il paese . È un correre di qua e di là , un parlottare , un almanaccare , un ammiccare , che ci vorrebbe la penna di Manzoni per descriverlo . Il mas tornò nella notte . Aveva incontrato una nave che disse ( veramente lo disse il capitano ) d ' aver scorto un motoscafo indemoniato . Ma avvertì che era inutile inseguirlo perché era passato da più di due ore e correva troppo . Il maresciallo del mas , per nulla entusiasta di quella pazza corsa dopo un così buon pranzetto , e probabilmente per nulla infelice al pensiero che tre confinati avessero preso il volo , non ebbe dubbi . Accettò senz ' altro la versione e fece macchina indietro . Notte di angoscia al quartier generale di Cannata . Si raddoppiano i messaggi radio , ma tutto è inutile . Tutto tace . Si telegrafa in cifra a Roma . S . E . Michelino viene svegliato . Ve la immaginate la scena ? Il fulmine di guerra ( non è uno dei quadrumviri ? ) si attacca al telefono e impartisce ordini napoleonici . Preghiera particolare ai tonni e alle balene di insidiare la corsa della navicella fantasma . Dopo di che il buon Michelino spegne il lume e si caccia sotto le coperte , divertendosi a immaginare le bestemmie del padrone all ' indomani . A Lipari , intanto , la notizia si sparge per tutto il paese , penetra anche nelle case e nei cameroni dei confinati . Alle 6 del mattino , sono in molti a girare con aria volutamente fessa . I confinati si interpellano a vicenda , si scambiano a bassa voce le impressioni , qualche sorrisetto ironico non riesce a occultarsi . Tutti sono lieti , tutti sperano che almeno questa volta vada bene . Le notizie più incredibili si diffondono . Ecco che cominciano i soliti bene informati a spararle grosse . Si parla di un telegramma da Tunisi che invita a sospendere le ricerche , poi si racconta che Nitti , proprio Nitti , è venuto a salvare il nipote in persona , che al largo stazionava un idrovolante ecc . I liparesi , buona gente in fondo , partecipano alla gioia comune . Si aspetta che il milite sia passato o l ' agente di fazione sia voltato , per parlare della cosa . Il vecchio giornalaio , brutto tipo di ex coatto usuraio , per propiziarsi i clienti confinati , dichiara di non rimpiangere neppure i cinque giornali quotidiani di Rosselli . Il partito anti Saltalamacchia ( il vecchio podestà recentemente defenestrato ) e quindi anti Cannata ( amico del podestà ) esulta dell ' evasione riuscita come di una vittoria propria . Si perquisiscono minutamente le abitazioni di Ferruccio Parri , di Carlo Silvestri , di Ermanno Bartellini . Si vorrebbe sapere come quei tre accidenti di Lussu , Nitti , Rosselli hanno potuto mettersi d ' accordo coi vili fuorusciti . Le perquisizioni naturalmente danno esito negativo . Alle 11 arriva nel porticciuolo l ' Etna , il piroscafo che fa il servizio Milazzo - Lipari . Ne discendono il vice - questore di Messina e un alto ufficiale dei carabinieri , annunciatori di visite più illustri . Il vicequestore viene condotto sul luogo del misfatto . Quando si avvede che la partenza è avvenuta a cento metri dal centro del paese , proprio sotto il naso dei 400 sorveglianti , il signor vicequestore non può trattenersi e dichiara al satellite Cannata : " Non mancava altro che li accompagnaste voi . " Il povero Cannata abbassa il viso e maledice il giorno in cui ebbe la malaugurata idea di entrare nella P . S . I poliziotti , rimasti malissimo , squadrano torvi i confinati , pronti ad arrestarli al minimo sorriso evidente . Soprattutto scornato un famoso brigadiere , di nome Cacciola , che i confinati chiamano per burla Javert . Era addetto in particolar modo alla sorveglianza dell ' abitato e di Lussu . Ogni qualvolta Lussu passava , lo squadrava in tutti i sensi . Usava girare a lento passo per il paese , con un giornale dinanzi al viso per darsi un contegno indifferente , ma di tanto in tanto , al disopra del giornale , comparivano due occhi fulminanti . Ora anche Cacciola è un po ' in ribasso . La roba di Lussu e di Nitti fu sequestrata , mentre la casetta di Rosselli veniva piantonata . Rosselli , per sfottere la polizia , lasciò nel cassetto parecchie lettere di solidarietà scrittegli da inglesi , dopo il processo di Savona . Si può immaginare la faccia di Cannata quando qualche liparese di ritorno dall ' Australia glie le avrà tradotte in stile liparuota ...
PAPA E RE ( - , 1878 )
StampaPeriodica ,
Argomento per noi di massimo sconforto per l ' avvenire del liberalismo in Italia è la quasi unanimità di cui dànno prova in questi giorni gli organi principali della stampa italiana , nell ' invocare che fanno , come beneficio massimo per il nostro paese , l ' elezione d ' un Papa che voglia conciliarsi con lo Stato italiano , e che accettando i fatti compiuti lasci libero ai cattolici di gettarsi con coscienza tranquilla in mezzo alle nostre lotte politiche . Strana contraddizione è questa ! Tutti riconoscono la follìa delle illusioni quarantottesche di un possibile governo liberale dei preti , di una possibile conciliazione nella stessa persona delle due qualità di buon Papa dal punto di vista ecclesiastico e di buon re dal punto di vista civile e liberale . Tutti vi dicono che non si capisce come già allora , nel 1848 , non apparisse a tutti evidente che la Chiesa cattolica poggiandosi sul domma , ed organizzata a gerarchia con governo autocratico , non poteva affatto coordinarsi con un governo civile che posi sul principio elettivo , e che abbia per ragion di essere la esplicazione di tutte le libertà , di quella di pensiero , di coscienza e di parola quanto di ogni altra più strettamente politica . Ma queste cose che sono chiare a tutti quando si tratti del '48 e del governo teocratico degli Stati pontifici fino al 1870 , non sarebbero dunque più vere per l ' Italia dal '70 in poi , dopo che la Chiesa ha proclamato il Sillabo ed eretto a domma l ' infallibilità papale , e ciò soltanto perché l ' autorità monarchica non è più riunita nella stessa persona con l ' autorità papale ? Dunque quella conciliazione tra le due istituzioni che non sarebbe assolutamente possibile quando fossero rappresentate dallo stesso individuo , diventerebbe per la sola divisione delle persone , naturale e desiderabile per ogni verso ! E come ciò ? Noi non giungiamo davvero a capirlo . Forse perché il Pontefice non è più egli stesso re , dunque deve poter ammettere la libertà di coscienza , di pensiero e di parola , e quindi di propaganda anche nell ' errore . È assurdo il supporlo , ammenoché si voglia ritenere che il nuovo Pontefice voglia e possa trasformare la Chiesa romana in Chiesa nazionale , e sé in un arcivescovo primate d ' Italia , valendosi della propria infallibilità per negare l ' infallibilità stessa , e facendo un falò del Sillabo e dei canoni della Chiesa . Quello che potrà avvenire sarà , bensì , che il Papa , cioè a dire la Chiesa cattolica romana , accetti di fare , per ora e per necessità , una croce sulla questione del poter temporale , e che non accettando , ma valendosi delle nostre libere istituzioni , entri nella lotta con tutte le sue forze , nazionali e forestiere , al solo ed unico scopo di distruggere o snaturare quelle stesse istituzioni , non appena si fosse impadronita del potere . Fin dal primo numero della « Rassegna » noi dichiarammo apertamente il nostro pensiero a questo proposito . Noi temiamo ogni e qualunque conciliazione tra il nostro governo e il Papato , perché non crediamo che la Chiesa romana con tutte le sue forze sia oramai più da paventarsi in quanto combatta la nostra costituzione a Stato nazionale , ma invece riteniamo fermamente che ella sia la nemica peggiore e più temibile di quello che , secondo l ' avviso nostro , è scopo non inferiore , e bene altrettanto inestimabile , quanto l ' indipendenza nazionale , cioè , delle nostre libertà interne , della libertà del pensiero italiano in tutte le sue forme . Se per sventura nostra il partito cattolico prendesse il di sopra in Italia , il principio della libertà individuale verrebbe soffocato dal principio dell ' autoritarismo , la ragione si sommetterebbe al Sillabo , ed il paese nostro , già così prostrato moralmente per le lunghe servitù politiche , e per l ' azione secolare dello spirito oscurantista della Chiesa romana , ricadrebbe ben presto in condizioni tali di servitù morale ed intellettuale , da far disperare di ogni possibile risorgimento avvenire , e la stella d ' Italia sarebbe tramontata per sempre . Non lusinghiamoci , a guisa di fanciulli , con stolte superstizioni di un destino fatale che debba per sua propria virtù e a dispetto dei vizi nostri e del poco nostro accorgimento , far trionfare il nostro paese di tutti gli ostacoli , e farlo procedere glorioso nelle vie della civiltà . Se non saremo savi , cadremo , come sono caduti altri popoli ; se non sapremo misurare freddamente le forze dei nostri nemici , se daremo loro battaglia prima di esser pronti , e impegnando il combattimento nello stesso nostro campo , saremo schiacciati ; se l ' Italia non saprà mantenersi libera dal giogo dei preti e dal predominio del principio autoritario che essi glorificano , l ' Italia diventerà pur troppo la terra dei morti .