StampaPeriodica ,
I
luttuosi
avvenimenti
che
contrastarono
l
'
Italia
nostra
negli
ultimi
giorni
del
1878
non
devono
venir
posti
in
oblio
.
Gran
danno
sarebbe
invero
se
l
'
impressione
prodotta
dall
'
attentato
esecrabile
contro
un
Sovrano
amato
e
devoto
al
bene
dei
suoi
sudditi
,
e
dalle
congiure
scoperte
in
varie
parti
del
regno
,
scomparisse
con
quella
medesima
rapidità
con
cui
nacque
,
e
se
quei
delitti
si
attribuissero
unicamente
alla
manchevole
sorveglianza
governativa
od
alla
influenza
rovinosa
,
ma
passeggera
,
delle
teorie
di
sconfinata
libertà
imprudentemente
professate
.
Quando
si
vedono
frutti
di
tal
natura
,
bisogna
dire
che
il
male
abbia
radici
assai
più
profonde
.
Né
tali
radici
saranno
difficili
a
scuoprirsi
da
chi
voglia
spassionatamente
considerare
le
condizioni
anormali
,
in
cui
si
trova
da
molti
e
molti
anni
la
società
in
Italia
.
Una
rivoluzione
,
che
abbatté
sette
troni
,
non
poteva
a
meno
di
produrre
negli
animi
e
nelle
menti
un
gran
turbamento
,
accresciuto
a
cento
doppi
ancora
dalla
lotta
perdutamente
tra
lo
Stato
e
la
Chiesa
.
Come
può
rispettare
i
decreti
del
potere
civile
ed
ecclesiastico
quel
popolo
,
che
assiste
ormai
da
quattro
lustri
ad
un
tale
spettacolo
?
Aggiungasi
la
propaganda
materialista
,
il
falso
avviamento
che
si
vuol
dare
e
che
si
è
dato
all
'
istruzione
,
l
'
empietà
di
molta
parte
della
stampa
,
il
disordine
dei
partiti
parlamentari
,
il
dissesto
economico
,
la
confusione
delle
amministrazioni
date
in
preda
ad
uomini
incapaci
,
solo
perché
appartenenti
a
questa
o
a
quella
chiesuola
politica
,
e
si
comprenderà
come
a
poco
a
poco
si
dovesse
venire
fino
agli
eccidi
di
Napoli
,
di
Firenze
,
di
Pisa
.
Né
vale
a
dire
che
i
medesimi
mali
appaiono
in
istati
più
solidi
e
meno
liberali
del
nostro
;
che
,
se
bene
si
consideri
,
ancora
essi
trovansi
sotto
molti
aspetti
in
condizioni
analoghe
alle
nostre
.
A
combattere
tanto
male
non
sono
troppe
tutte
le
forze
della
Società
,
ché
anzi
si
richiedono
in
ispecie
quelle
dei
privati
,
e
più
particolarmente
di
quell
'
elemento
conservatore
che
finora
si
è
tenuto
troppo
in
disparte
e
la
necessità
del
quale
,
per
la
salute
comune
,
ormai
nessuno
contesta
.
Egli
è
appunto
al
fine
di
contribuire
nelle
misure
delle
nostre
forze
a
quest
'
opera
rigeneratrice
e
di
offrire
un
campo
agli
uomini
di
parte
nostra
,
che
pur
sono
numerosi
,
ma
sparsi
in
tutto
il
paese
,
che
noi
intendiamo
fondare
questa
Rivista
.
L
'
apparizione
di
un
nuovo
Periodico
quando
ne
esistono
già
tanti
,
così
generali
come
speciali
,
e
fra
gli
altri
alcuni
a
cui
non
si
può
contestare
né
l
'
accuratezza
della
redazione
,
né
la
frequenza
di
lavori
dovuti
ai
più
reputati
scrittori
d
'
Italia
,
potrà
forse
parere
a
tutta
prima
poco
opportuna
.
Ma
chi
ben
guardi
,
a
molti
di
questi
periodici
,
manca
un
carattere
importante
,
il
carattere
politico
,
e
se
pure
vi
è
,
non
può
a
nostro
avviso
dirsi
sano
e
giovevole
al
bene
della
patria
.
Alcuni
periodici
infatti
si
vantano
di
offrire
un
campo
aperto
a
tutte
le
opinioni
più
disparate
,
altri
hanno
tali
principi
e
tale
indirizzo
che
tendono
a
deviare
sempre
maggiormente
dal
retto
sentiero
la
mente
delle
nostre
popolazioni
;
altri
infine
tendono
a
propagare
sempre
più
quel
veleno
,
onde
pur
troppo
si
rendono
ogni
giorno
più
visibili
i
funesti
effetti
.
Imperocché
,
giova
qui
ripeterlo
,
a
noi
sembra
fuori
di
dubbio
che
le
cospirazioni
tutto
dì
rinascenti
,
e
i
disordini
ai
quali
l
'
Italia
è
da
qualche
tempo
in
preda
,
trovino
una
delle
loro
più
dirette
cagioni
appunto
nella
stampa
.
Che
se
tale
difetto
appare
più
grave
che
mai
nella
stampa
quotidiana
,
non
si
può
dire
che
sia
meno
nociva
quella
che
tiene
un
posto
di
mezzo
fra
il
libro
ed
il
giornale
;
poiché
,
se
l
'
uno
va
per
le
mani
di
maggior
numero
di
persone
e
può
quindi
produrre
direttamente
un
guasto
più
esteso
,
non
conviene
dimenticare
che
dalle
Riviste
il
più
delle
volte
lo
scrittore
di
giornali
trae
le
sue
ispirazioni
,
che
le
dottrine
delle
Riviste
,
sminuzzate
e
spesso
esagerate
egli
distribuisce
e
rende
popolari
giorno
per
giorno
.
Ora
per
una
parte
tra
i
periodici
esclusivamente
dedicati
agli
studi
storici
,
filosofici
e
scientifici
,
per
l
'
altra
fra
le
riviste
politiche
o
troppo
avverse
all
'
attuale
costituzione
del
paese
,
o
troppo
ostili
ai
principi
religiosi
ci
sembra
possa
stare
benissimo
di
mezzo
la
Rassegna
Nazionale
.
Ci
diciamo
Nazionali
in
ispecie
,
perché
vogliamo
essere
italiani
di
cuore
e
quindi
trattare
ciò
che
altamente
risguarda
gli
interessi
della
Nazione
.
Intendiamo
pure
di
essere
conservatori
,
poiché
vogliamo
conservare
ciò
che
alla
Nazione
nostra
o
alla
prosperità
di
lei
ed
alla
sua
grandezza
si
appartiene
;
ma
conservatori
amici
del
progresso
e
dei
perfezionamenti
,
da
che
sappiamo
non
potersi
dare
conservazione
vera
senza
operosità
perfezionatrice
,
né
perfezionamento
senza
conservazione
.
Cattolici
ed
italiani
,
pur
rispettando
sempre
le
convinzioni
e
le
credenze
altrui
,
noi
coopereremo
,
per
la
nostra
parte
,
a
conservare
le
istituzioni
religiose
,
morali
,
sociali
,
civili
,
e
politiche
dell
'
Italia
.
Le
istituzioni
religiose
,
perché
noi
Cattolici
e
sincerissimamente
devoti
alla
Chiesa
cattolica
,
quando
sorgano
quistioni
di
attinenza
tra
la
Religione
e
lo
Stato
,
pur
riconoscendo
la
necessità
che
lo
Stato
mantenga
i
diritti
propri
,
ci
proponiamo
di
insistere
e
raccomandare
la
sacra
necessità
di
rispettare
i
diritti
della
Chiesa
e
delle
coscienze
;
non
rispettati
i
quali
,
si
offendono
o
prima
o
poi
anche
i
diritti
della
civile
società
.
Le
istituzioni
morali
,
sociali
e
civili
,
e
perciò
ci
occuperemo
principalmente
di
ciò
che
risguarda
l
'
educazione
nei
suoi
modi
e
nelle
sue
forme
,
e
l
'
istruzione
privata
e
pubblica
nelle
sue
attinenze
colla
pubblica
o
privata
moralità
;
ponendo
in
chiaro
i
diritti
dei
padri
di
famiglia
di
contro
allo
Stato
,
e
tutto
ciò
che
interessa
la
proprietà
e
le
urgentissime
quistioni
,
che
riguardano
il
capitale
ed
il
lavoro
.
Cooperemo
a
conservare
le
istituzioni
politiche
infine
,
poiché
amiamo
questo
nostro
paese
,
ormai
felicemente
costituito
a
Nazione
colla
nobile
Casa
di
Savoia
,
questo
paese
retto
da
forme
eminentemente
liberali
e
possibili
di
politici
perfezionamenti
nell
'
orbita
delle
più
ampie
libertà
costituzionali
,
come
avremo
luogo
di
dimostrarlo
,
quando
occorrono
speciali
argomenti
,
per
esempio
le
riforme
alle
leggi
elettorali
così
politiche
come
amministrative
,
dove
ci
sembrano
necessari
due
grandi
criteri
,
l
'
uno
di
non
badare
solamente
al
numero
,
l
'
altro
di
non
badare
solamente
al
censo
.
Ma
questo
non
è
che
una
parte
del
programma
nostro
;
poiché
la
Rassegna
Nazionale
si
occuperà
pure
di
scienze
,
di
lettere
,
di
arti
,
in
quantoché
amiamo
che
i
nostri
Lettori
si
tengano
al
corrente
del
movimento
degli
studi
contemporanei
:
ma
sia
che
si
tratti
di
filosofia
o
di
scienze
,
di
letteratura
o
di
storia
,
di
economia
o
di
legislazione
,
combatteremo
le
teorie
materialistiche
e
razionaliste
.
Due
cose
ancora
vogliamo
notare
,
1°
che
non
vogliamo
discutere
dogmi
o
discipline
ecclesiastiche
,
si
di
che
noi
saremmo
incompetenti
e
ad
ogni
modo
risoluti
di
non
occupare
questo
campo
,
dove
è
facile
ai
non
competenti
l
'
errore
;
2°
che
mentre
siamo
conservatori
e
quindi
desiderosissimi
di
serbare
l
'
autorità
dello
Stato
,
abbiamo
in
animo
di
non
concedergli
,
per
l
'
amore
stesso
che
gli
portiamo
,
più
di
quello
che
le
sue
competenze
naturali
richiedono
;
dacché
ogni
trasmodare
dell
'
autorità
politica
e
giuridica
mena
necessariamente
alla
confusione
dell
'
ordine
religioso
,
civile
ed
anche
del
politico
.
Perciò
ci
sentiamo
disposti
,
nelle
questioni
attinenti
all
'
industria
ed
ai
commerci
,
a
sostenere
le
soluzioni
che
ci
offre
la
libertà
e
crediamo
che
ogni
vincolo
che
possa
giustamente
porsi
a
questa
libertà
venga
soltanto
da
principii
di
igiene
e
di
moralità
;
nelle
questioni
amministrative
ed
interne
,
persuasi
della
santità
di
quella
massima
che
la
smania
di
governare
è
il
più
funesto
dei
malanni
dei
Governi
del
giorno
(
Humboldt
)
,
favoriremo
il
vero
decentramento
per
avviare
il
paese
alla
libera
e
compiuta
esplicazione
dell
'
individuo
,
conciliando
coll
'
unità
dello
Stato
e
la
necessaria
autorità
del
governo
la
maggiore
ampiezza
di
attribuzioni
ai
Comuni
ed
alle
Provincie
.
In
questi
limiti
,
che
non
rinchiudono
certo
un
campo
troppo
ristretto
,
lasceremo
la
più
ampia
libertà
ai
nostri
collaboratori
e
ci
sforzeremo
di
dare
alla
Rivista
la
maggiore
varietà
tenendo
una
giusta
misura
fra
gli
articoli
risguardanti
argomenti
scientifici
,
storici
e
letterarii
e
quelli
concernenti
le
questioni
che
si
sogliono
chiamare
di
attualità
.
Da
queste
brevi
premesse
,
il
Lettore
ha
compreso
quale
sia
il
programma
.
È
inutile
il
ripetere
che
senza
essere
organi
di
alcuna
associazione
particolare
nel
campo
della
politica
,
la
nostra
pubblicazione
intende
appunto
di
contribuire
,
secondo
i
suoi
mezzi
alla
formazione
ed
alla
manifestazione
di
quel
partito
nazionale
e
conservatore
,
del
quale
tutti
sentono
oggidì
il
bisogno
e
che
pel
bene
dell
'
Italia
speriamo
di
vedere
tra
breve
sì
numeroso
e
potente
da
arrestare
il
paese
sulla
mala
via
nella
quale
altri
lo
spinge
e
ricondurlo
a
quella
forza
e
prosperità
,
a
cui
hanno
diritto
tutte
le
nazioni
libere
e
cristiane
.
StampaPeriodica ,
Par
che
,
se
non
altro
,
la
lettera
di
Prezzolini
abbia
indotto
alcuni
di
noi
a
ragionare
esplicitamente
i
loro
dubbi
,
e
mettere
innanzi
le
loro
difficoltà
,
così
da
porre
in
discussione
le
ragioni
stesse
più
remote
e
segrete
della
nostra
esistenza
.
E
questo
sarebbe
già
risultato
abbastanza
importante
,
anche
a
prescindere
da
quella
tal
Società
di
Apoti
che
pare
stia
miseramente
naufragando
,
come
si
dice
,
nel
mare
dei
sogni
.
Vero
è
che
a
questo
processo
di
chiarimento
han
contribuito
d
'
altra
parte
,
a
modo
loro
e
dolorosamente
,
le
vicende
politiche
di
questi
giorno
in
Italia
.
Le
quali
non
possono
non
indurci
a
raccoglimento
,
e
nel
raccoglimento
offrirci
mezzo
e
stimolo
ad
philosophandum
,
vale
a
dire
costringerci
ad
un
solitario
esame
della
nostra
coscienza
,
che
ritrovi
argomenti
metafisici
o
storici
,
atti
a
giustificare
la
nostra
posizione
pericolante
e
precaria
.
Vogliamo
esser
sicuri
della
nostra
salute
eterna
:
la
questione
è
,
a
parer
nostro
,
interessante
e
fondamentale
(
s
'
intende
,
in
un
ambiente
strettamente
famigliare
)
,
e
merita
che
gli
amici
di
questa
rivista
se
ne
occupino
,
offrendo
,
per
una
discussione
proficua
,
prove
od
obiezioni
,
secondo
il
loro
special
temperamento
.
Le
qualità
,
ataviche
ed
ereditarie
,
del
cosidetto
popolo
italiano
(
superiore
indifferenza
,
sdegno
dei
programmi
e
delle
ideologie
,
saggezza
nell
'
apatia
,
ironia
e
gioconda
sopportazione
)
,
che
han
trovato
di
recente
molte
e
facili
apologie
tra
i
letterati
più
o
meno
politicanti
;
è
certo
tuttavia
che
riescono
insufficienti
e
infeconde
,
almeno
nelle
ore
più
significative
e
più
tragiche
.
Accadono
allora
i
trionfi
gaudiosi
della
smodata
retorica
,
le
violente
-
se
pur
brevi
-
dominazioni
della
faziosità
sentimentale
,
le
truci
e
delittuose
vendette
reazionarie
:
in
simili
congiunture
quel
proverbiale
buon
senso
del
popolo
italiano
svela
caratteri
di
grettezza
,
d
'
ignavia
e
,
diciamo
pure
,
di
viltà
,
che
gli
furono
spesso
rimproverati
dagli
ideologi
rivoluzionari
-
mazziniani
socialisti
missiroliani
.
Non
vorremmo
dire
che
il
giudizio
di
costoro
sia
proprio
esatto
e
definitivo
,
mentre
è
certamente
unilaterale
e
qualche
po
'
fanatico
;
d
'
altra
parte
proclamarlo
senz
'
altro
falso
e
privo
di
sostegni
,
è
certamente
troppo
semplice
ed
arbitrario
.
Per
esempio
,
nei
giorni
passati
,
l
'
Italia
dannunziana
,
accademica
,
patriottarda
ha
potuto
imporre
senza
fatica
la
sua
violenza
mercenaria
e
caotica
contro
gli
interessi
dei
ceti
produttori
,
delle
borghesie
conservatrici
,
degli
elementi
industriali
più
solidi
ed
equilibrati
.
L
'
impresa
è
stata
accompagnata
da
un
così
turpe
sfoggio
di
vigliaccheria
,
d
'
impudenza
,
di
tradimenti
,
che
si
sarebbe
potuto
credere
da
taluno
persino
a
una
totale
ignoranza
delle
norme
morali
più
elementari
e
diffuse
;
e
in
certi
momenti
s
'
ebbe
anche
la
sensazione
di
scoprire
nel
fondo
della
nostra
razza
un
'
immaturità
e
una
debolezza
incurabili
e
l
'
assoluta
mancanza
di
quelle
virtù
di
coesione
,
resistenza
passiva
,
tenacia
legalitaria
,
che
spiegano
la
forza
e
l
'
antichità
di
popoli
come
il
francese
e
l
'
inglese
.
Sopratutto
l
'
Intellighenzia
parassitaria
si
è
mostrata
così
moralmente
scaduta
,
e
intellettualmente
povera
,
che
rifiorivan
spontanei
sulle
nostre
labbra
,
con
le
apostrofi
di
Marx
,
Veuillot
,
Nietzsche
,
Sorel
,
gli
anatemi
di
Proudhon
:
"
Montrez
-
moi
quelque
part
des
consciences
plus
venales
des
esprits
plus
indifferents
,
des
âmes
plus
pourries
que
dans
la
caste
lettrée
!
"
.
Con
troppa
passione
tuttavia
noi
giudichiamo
gli
avvenimenti
ultimi
d
'
Italia
,
perché
possiamo
indurci
ad
adoperarli
come
argomento
definitivo
a
sostegno
della
nostra
tesi
.
L
'
infinita
tristezza
che
è
negli
animi
,
ci
impedisce
di
credere
anche
alle
immediate
rivelazioni
dei
nostri
occhi
.
D
'
altra
parte
non
v
'
è
dubbio
che
la
nostra
istintiva
fiducia
nelle
virtù
più
o
meno
segrete
e
durature
della
stirpe
abbia
subito
una
scossa
e
non
possa
più
accontentarsi
di
certe
facilissime
dimostrazioni
,
come
un
tempo
.
Ci
han
ricantato
finora
e
su
tutti
i
toni
che
il
popolo
d
'
Italia
è
saggio
,
moderato
,
prudente
;
ci
han
quasi
vantato
,
come
qualità
venerabili
e
tradizionali
,
quelli
che
ci
parevano
i
difetti
profondi
della
nazione
(
la
mancanza
della
serietà
,
della
disciplina
,
dell
'
organizzazione
note
in
Francia
e
in
Inghilterra
)
:
ed
ecco
che
queste
qualità
,
nelle
ore
difficili
,
hanno
avuto
veramente
carattere
,
più
che
di
pregi
,
di
colpe
;
e
quella
prudenza
ha
assunto
aspetti
troppo
stranamente
simili
a
quelli
della
paura
.
Doveva
bastare
l
'
insofferenza
spensierata
e
sorridente
del
popolo
a
tener
lontane
le
ombre
paurose
della
dittatura
e
della
reazione
:
ciononostante
un
'
instaurazione
reazionaria
ed
assolutista
(
non
senza
l
'
abolizione
delle
libertà
fondamentali
e
statutarie
)
ha
potuto
erigersi
contro
non
dico
gli
ideali
vani
d
'
una
moralità
politica
austera
,
ma
gli
interessi
delle
classi
e
delle
regioni
più
progredite
.
La
monarchia
,
indissolubilmente
legata
alla
tradizione
liberale
cavouriana
e
giolittiana
,
doveva
costituire
un
punto
fermo
nel
tumulto
delle
fazioni
e
assicurare
,
oltre
le
vicende
della
cronaca
parlamentare
e
governativa
,
la
conservazione
della
legge
.
E
non
abbiamo
noi
visto
,
in
questi
giorni
,
scindersi
il
binomio
presunto
Vittorio
Emanuele
-
Giolitti
,
e
il
Re
accettare
senza
rammarico
le
responsabilità
di
duce
della
reazione
ed
erede
del
colpo
di
stato
?
Ecco
che
certe
notissime
diagnosi
(
nelle
quali
s
'
eran
volute
denunziare
le
colpe
e
l
'
immaturità
della
nazione
giovanissima
,
e
dedurre
la
necessità
di
costruire
un
ceto
dirigente
solido
e
stabile
)
escon
dall
'
ultima
prova
in
qualche
modo
riabilitate
e
giustificate
.
L
'
unificazione
d
'
Italia
,
se
non
fu
ciò
che
molti
credettero
impresa
arbitraria
e
violenta
;
si
può
ben
definire
,
senza
tema
di
cader
in
errore
,
operazione
arditissima
e
quasi
temeraria
;
come
prova
anche
la
struttura
del
regno
,
che
ne
fu
il
resultato
,
estremamente
delicata
sensibile
difficile
.
Contro
gli
egoismi
regionali
,
gli
interessi
paesani
,
gli
ordinamenti
locali
e
feudali
,
le
consuetudini
native
,
che
Cattaneo
descriveva
e
rispettava
:
proporsi
una
politica
unitaria
poteva
parere
,
e
fu
realmente
-
nel
sogno
mazziniano
,
utopia
mescolata
di
fermenti
retorici
ed
eroici
;
ma
realizzarla
fu
,
anche
più
di
quel
che
non
apparve
,
ardimento
mirabile
e
paradossale
.
E
proposito
e
sforzo
furono
essenzialmente
e
profondamente
piemontesi
.
Nella
stanchezza
comune
d
'
Italia
,
le
tradizioni
repubblicane
e
separatiste
,
le
tirannidi
forestiere
,
la
scarsezza
delle
lotte
civili
,
avevan
foggiato
quello
spirito
generale
della
nazione
,
troppo
adatto
a
giustificare
il
giudizio
severo
degli
stranieri
,
che
ci
consideravano
,
secondo
la
testimonianza
di
Treitschke
,
"
quasi
un
popolo
di
schiavi
,
ricco
d
'
intelligenza
e
d
'
astuzia
,
ma
inetto
al
vivere
libero
"
.
La
diffusa
immaturità
degli
Italiani
alla
lotta
politica
si
sfogò
,
come
è
noto
,
nelle
misteriose
leggende
e
nelle
paurose
cerimonie
delle
cospirazioni
,
rivoluzionarie
o
reazionarie
che
fossero
,
tutte
ugualmente
miserevoli
ed
infauste
.
Nel
Piemonte
,
l
'
esistenza
d
'
una
casta
militare
gagliarda
e
d
'
una
dinastia
nazionale
o
popolare
fornì
le
basi
al
sorgere
di
una
coscienza
civile
aperta
e
positiva
;
ne
aiutarono
l
'
incremento
,
prestando
formule
o
sistemi
gli
esempi
introdotti
d
'
oltralpe
:
le
vicine
istituzioni
francesi
,
gli
ordini
governativi
e
l
'
economia
liberista
degli
Inglesi
.
Così
il
Piemonte
,
nell
'
ora
del
Risorgimento
,
si
trovò
di
fronte
alle
provincie
schiave
,
ignoranti
,
faziose
;
stato
solidamente
costituito
,
eretto
da
un
'
aristocrazia
antica
e
leale
,
con
una
forza
militare
e
uno
sviluppo
economico
e
industriale
ignoti
negli
altri
stati
d
'
Italia
.
Maturando
,
per
fatali
e
segreti
impulsi
,
il
proposito
unitario
,
con
caratteri
italianamente
settari
e
retorici
,
gli
aristocratici
piemontesi
lo
trasformarono
in
una
virile
volontà
pratica
.
E
furono
i
soli
che
seppero
,
con
lavoro
silenzioso
e
tenace
,
diventare
Italiani
,
da
sudditi
sardi
che
erano
,
prendendo
famigliarità
con
quegli
elementi
della
coltura
nazionale
,
da
cui
eran
rimasti
per
lungo
tempo
lontani
.
Questo
sforzo
meraviglioso
non
trova
,
tra
i
politicanti
provinciali
del
nostro
paese
,
la
corrispondenza
pronta
ed
efficace
che
sarebbe
stata
necessaria
:
gli
schiavi
ed
i
retori
indocili
non
potevan
d
'
un
tratto
acconciarsi
alla
disciplina
severa
e
allo
spregiudicato
realismo
dei
politici
settentrionali
.
Le
prime
spontanee
diffidenze
,
scomparendo
,
lasciarono
il
posto
ad
un
'
ostilità
sorda
e
sotterranea
.
E
l
'
unità
fu
compiuta
sotto
la
dinastia
di
Savoia
,
per
virtù
unicamente
della
prodigiosa
attività
di
Cavour
.
Morto
il
grande
ministro
e
sorti
,
mentre
ancor
si
terminava
l
'
opera
dell
'
unificazione
nazionale
,
i
primi
inconvenienti
e
le
prime
difficoltà
;
contro
la
nobiltà
piemontese
anticamente
e
metodicamente
preparata
al
governo
,
gli
interessi
e
i
sentimenti
delle
provincie
,
naturali
e
brutali
,
insorsero
.
Cominciò
la
guerra
dell
'
Italia
contro
il
Piemonte
.
In
questo
senso
la
soluzione
cavouriana
e
sabauda
meritò
veramente
in
qualche
modo
l
'
epiteto
di
"
approssimativa
"
;
e
fu
tale
non
per
colpa
della
monarchia
e
di
Cavour
,
ma
delle
circostanze
e
della
materia
riluttante
e
fervida
,
ch
'
essi
ebbero
a
maneggiare
.
Così
un
'
impresa
che
,
se
si
tien
conto
dei
tempi
positivi
e
plebei
e
delle
abitudini
moderate
e
casalinghe
delle
popolazioni
settentrionali
,
ebbe
caratteri
ed
aspetti
altamente
grandiosi
ed
eroici
,
fu
in
qualche
modo
un
'
avventura
troppo
ardita
,
uscendo
fuori
dalla
tradizione
politica
del
Regno
Sardo
e
rompendo
un
equilibrio
faticosamente
mantenuto
per
secoli
e
segnò
la
prima
tappa
di
una
storia
dolorosa
e
difficile
.
E
'
chiaro
d
'
altronde
che
le
circostanze
non
permettevano
soluzioni
meschine
e
guardinghe
,
o
comunque
diverse
.
C
'
è
dunque
,
in
Italia
,
un
'
élite
di
origine
schiettamente
piemontese
e
di
mentalità
largamente
italiana
:
dal
luogo
di
nascita
toglie
le
virtù
di
saggezza
politica
e
di
resistenza
guerriera
,
dalle
popolazioni
settentrionali
confinanti
l
'
abitudine
alle
relazioni
diplomatiche
e
cosmopolite
,
dall
'
Italia
l
'
educazione
letteraria
e
in
parte
i
fondamenti
teorici
della
sua
missione
.
Accanto
e
contro
quest
'
aristocrazia
,
le
provincie
suscitano
le
rivolte
faziose
,
le
camorre
locali
,
le
ideologie
intemperanti
,
le
insurrezioni
sentimentali
,
la
generale
immaturità
.
La
continuità
governativa
,
un
punto
stabile
nella
confusione
delle
contese
regionali
,
un
organismo
moderatore
dei
tumulti
,
degli
odi
,
delle
vendette
che
forman
tutta
la
vita
politica
del
nostro
paese
,
furono
assicurate
dalla
volontà
persistente
e
disperata
di
questo
piccolo
gruppo
estremamente
progredito
,
e
educato
alle
istituzioni
civili
dell
'
età
moderna
,
posto
dalla
Provvidenza
a
reggere
popolazioni
ancor
barbare
o
per
troppi
vizi
decadenti
.
Ma
fu
impresa
continuamente
pericolante
,
affidata
al
genio
individuale
dei
ministri
(
Cavour
,
Sella
,
Giolitti
)
;
non
senza
caotici
interregni
,
che
ne
rovinavano
appena
fondati
,
ogni
risultato
e
ogni
conquista
.
Repubblicanismo
,
politica
dinastica
,
interventismo
del
maggio
,
legionarismo
,
nazionalismo
,
fascismo
:
reazioni
sentimentali
ignote
alla
nostra
gente
del
settentrione
,
seria
,
tranquilla
,
attaccata
a
'
suoi
traffici
,
intenta
ai
pacifici
interessi
dei
mercati
agricoli
,
delle
borse
,
delle
aziende
industriali
.
Dal
principio
dell
'
Unità
,
il
Piemonte
s
'
è
sentito
profondamente
isolato
nella
nazione
:
anche
quando
dominava
e
guidava
le
sorti
di
tutta
Italia
.
Perché
esso
,
di
contro
alla
politica
provinciale
e
insubordinata
delle
regioni
,
ostenta
l
'
organizzazione
e
la
serietà
europee
della
sua
vita
civile
:
qui
da
noi
liberalismo
e
comunismo
vantano
un
fondo
dottrinale
e
una
attività
pratica
assai
lontani
dalle
superficiali
metafisiche
e
dalle
fragorose
ostentazioni
di
operosità
delle
fazioni
italiche
.
Perché
in
questa
nostra
terra
,
abbiamo
un
'
industria
solida
organica
,
prosperosa
,
e
non
,
come
nelle
altre
parti
,
tentativi
sproporzionati
,
parassitari
,
anarchici
:
qui
le
fabbriche
tessili
,
la
Fiat
,
Agnelli
;
altrove
l
'
Abenteuer
-
Kapitatismus
,
che
ha
analizzato
Ansaldo
,
su
queste
stesse
colonne
.
Perché
presso
i
nostri
capitani
d
'
industria
,
i
nostri
operai
organizzati
,
i
nostri
piccoli
proprietari
di
campagna
,
l
'
unità
degli
interessi
privati
e
del
benessere
generale
,
il
sentimento
dello
Stato
insomma
,
è
nozione
immediata
e
istintiva
;
anche
se
ripugni
a
queste
menti
fredde
positive
,
e
magari
grette
,
ragionare
troppo
a
lungo
di
Patria
,
doveri
nazionali
,
virtù
civiche
:
cose
sacre
e
venerabili
soltanto
quando
si
arriva
a
considerarle
,
non
più
come
un
fine
,
come
un
presupposto
;
prima
,
pure
divagazioni
accademiche
,
o
peggio
,
spiriti
demagogici
.
Perciò
il
Piemonte
mantenne
,
per
tutta
la
nostra
storia
breve
,
una
fondamentale
politica
d
'
opposizione
:
l
'
unica
aristocrazia
seria
e
fattiva
che
esista
in
Italia
,
la
storia
veramente
unitaria
,
veramente
italiana
,
non
può
ancora
reggere
stabilmente
il
paese
.
Le
parentesi
governative
,
forse
troppo
premature
,
riuscirono
sterili
,
e
talora
rappresentarono
persino
dei
compromessi
.
Dove
si
vede
il
difetto
della
politica
di
Giolitti
,
che
fu
costretto
ad
allargare
la
nobiltà
originaria
,
ed
appoggiarsi
sopra
un
ceto
borghese
incerto
e
mal
definito
,
che
oggi
è
passato
al
fascismo
.
Mentre
a
Cavour
il
suo
genio
e
le
circostanze
crearono
un
meraviglioso
se
pur
momentaneo
consenso
di
voleri
intorno
al
mito
unitario
.
La
feconda
e
tenace
attività
dell
'
élite
si
manifestò
piuttosto
nella
capacità
di
raccogliere
intorno
a
sè
le
forze
più
serie
e
vive
della
nazione
,
altrove
isolate
e
costrette
a
isterilire
.
Continuando
così
il
processo
,
che
dura
da
Alfieri
in
poi
,
e
per
il
quale
,
stabilito
un
commercio
d
'
interessi
e
d
'
idee
fra
le
regioni
,
il
proposito
solitario
dei
Piemontesi
perde
la
sua
rigidezza
e
si
fa
italiano
;
si
creò
quell
'
ambiente
d
'
opposizione
dove
,
meglio
che
ad
ogni
altra
scuola
,
si
foggia
e
si
educa
la
classe
dirigente
che
mancò
finora
all
'
Italia
.
Perché
non
è
certamente
nostra
intenzione
creare
,
fra
gli
altri
mille
,
un
nuovo
regionalismo
.
Il
mito
piemontese
può
servire
non
solo
a
noi
,
ma
a
tutti
gli
Italiani
aristocratici
,
di
raccolta
e
d
'
insegna
:
oggi
più
che
mai
.
Antifascismo
:
vale
a
dire
volontà
d
'
inimicizia
contro
l
'
"
altra
Italia
"
.
E
ci
diranno
romantici
,
protestanti
,
pedagoghi
.
Noi
non
accettiamo
senz
'
altro
e
neppure
rifiutiamo
a
priori
queste
definizioni
:
ci
sforzeremo
piuttosto
di
determinare
dei
limiti
,
di
fissare
dei
criteri
chiari
e
distinti
,
di
opporre
,
agli
epiteti
vani
,
concetti
precisi
e
punti
di
partenza
stabili
.
A
coloro
che
ci
consigliano
d
'
attenerci
alle
forze
che
oggi
"
riescono
"
e
ci
rimproverano
la
volontà
di
creare
opposizioni
inutili
,
ricordandoci
che
la
vera
politica
non
procede
per
via
d
'
antitesi
,
ma
di
conciliazioni
;
vorremmo
rispondere
che
la
loro
dottrina
,
spiegabile
come
posizione
polemica
contro
lo
sfoggio
insipiente
e
variopinto
delle
ideologie
,
è
in
tesi
assoluta
insufficiente
:
risultando
la
lotta
politica
di
antitesi
che
son
nel
tempo
stesso
conciliazioni
,
di
opposizioni
che
diventan
contatti
.
E
lasciando
questi
discorsi
generali
,
perché
a
noi
-
che
non
siam
metafisici
-
ripugna
indossar
troppo
a
lungo
l
'
abito
di
maestro
di
dialettica
;
e
passando
a
un
ragionamento
più
umano
e
psicologico
,
diremo
che
il
loro
punto
di
vista
,
in
apparenza
agile
,
può
diventar
perfino
,
quando
sia
preso
alla
lettera
,
terribilmente
rigido
:
in
quanto
è
incapace
a
dimostrarci
l
'
utilità
e
il
valore
dei
partiti
estremi
e
delle
disperate
coerenze
;
e
si
riduce
a
una
sterile
negazione
;
quando
non
si
trasformi
addirittura
in
una
giustificazione
della
mentalità
italica
scherzevole
e
accomodante
.
Ma
la
virtù
governativa
di
Cavour
non
si
spiega
,
senza
la
maturazione
solitaria
e
difficile
della
sua
fede
in
un
ambiente
d
'
opposizione
.
Noi
siamo
dunque
dei
protestanti
e
dei
romantici
che
conoscon
tutti
i
difetti
del
romanticismo
e
della
riforma
.
Perciò
la
nostra
solitudine
non
ci
conduce
a
fondare
una
setta
,
la
nostra
opposizione
non
assomiglia
a
nessuna
pedanteria
puritana
.
Da
Machiavelli
,
Guicciardini
,
Sarpi
,
fino
a
Croce
,
l
'
Italia
vanta
una
serie
nobilissima
di
riformatori
disperatamente
fedeli
a
una
serietà
morale
e
religiosa
,
che
manca
a
'
loro
contemporanei
,
ma
troppo
disillusi
e
cauti
per
voler
creare
nuove
forme
artificiose
di
culto
.
Del
resto
,
tralasciando
di
mentovare
esempi
troppo
alti
,
o
piuttosto
responsabilità
troppo
grandi
;
l
'
austerità
e
la
durezza
dei
nostri
costumi
son
qualità
regionali
alle
quali
siam
troppo
attaccati
per
volercene
disfare
;
e
crediam
d
'
altra
parte
che
non
sian
affatto
inutili
nel
paese
delle
farse
e
dei
carnovali
.
Entro
questi
limiti
,
ci
ostiniamo
ad
essere
degli
oppositori
,
e
magari
,
se
ci
obbligano
,
dei
pedagoghi
.
Perché
abbiamo
dietro
di
noi
una
tradizione
di
pensiero
e
d
'
attività
;
la
quale
può
ben
darsi
che
sia
la
nostra
debolezza
;
ma
è
anche
certamente
il
titolo
più
grande
della
nostra
nobiltà
.
E
continueremo
a
credere
,
fin
che
le
circostanze
non
ci
disilludano
,
che
soltanto
dal
Piemonte
,
che
ha
fatto
l
'
Italia
,
possano
derivare
i
germi
d
'
uno
stato
futuro
più
solido
e
più
potente
.
Intanto
oggi
questa
fede
ci
serva
di
simbolo
:
"
che
ove
speme
di
gloria
agli
animosi
Intelletti
rifulga
ed
all
'
Italia
,
Quindi
trarrem
gli
auspici
"
.
E
può
ben
darsi
che
non
si
tratti
soltanto
d
'
una
citazione
retorica
.
StampaPeriodica ,
Si
può
essere
sicuri
che
in
Italia
non
v
'
è
più
nessuno
che
non
veda
inevitabile
e
fatale
la
catastrofe
.
Il
paese
è
condannato
all
'
estrema
rovina
.
Bisogna
prepararvisi
;
rassegnatamente
,
dicono
taluni
;
col
fiero
proposito
di
farla
pagar
cara
,
dicono
i
molti
altri
.
Il
gran
pazzo
ad
ogni
cambiar
di
stagione
ne
pensa
una
sempre
più
madornale
,
per
abbagliare
per
distrarre
per
stordire
i
miseri
quarantadue
milioni
di
schiavi
che
ha
messi
in
catena
.
Riesce
qualche
volta
a
inscenare
un
successo
.
Ma
è
un
fuoco
fatuo
.
Contro
l
'
avvicinarsi
pauroso
della
resa
dei
conti
oramai
non
può
più
nulla
.
Lo
stesso
gioco
di
prosternarsi
un
giorno
al
papa
e
un
altro
giorno
tirargli
i
calci
non
illude
nessuno
:
né
i
clericali
né
i
liberi
pensatori
.
Tutti
si
rassodano
nella
convinzione
che
si
è
di
fronte
ad
un
volgarissimo
pagliaccio
.
Frattanto
,
come
diciamo
,
è
inevitabile
e
fatale
la
catastrofe
:
ogni
espediente
escogitato
per
ritardarla
,
non
la
rende
che
più
profonda
generale
spaventosa
.
È
proprio
stabilito
che
gl
'
italiani
debbano
essere
ridotti
alla
miseria
più
nera
,
alla
fame
,
all
'
inanizione
,
perché
l
'
obbrobrioso
regime
mussoliniano
crolli
.
Noi
così
detti
fuorusciti
,
che
siamo
in
grado
di
credere
e
di
dire
la
verità
,
siamo
tacciati
di
catastrofici
.
Ma
non
sono
inventati
da
noi
i
mille
fallimenti
al
mese
,
che
hanno
messo
a
terra
tutto
il
commercio
italiano
.
Non
sono
promossi
da
noi
i
settantaquattromila
protesti
cambiari
,
pure
mensili
,
che
portano
la
cifra
annuale
di
queste
sinistre
attività
dei
notai
e
degli
uscieri
a
un
milione
all
'
anno
.
E
le
continue
rovinose
riduzioni
dei
capitali
delle
industrie
?
E
i
prestiti
a
condizioni
strozzinesche
presso
i
banchieri
di
Wall
Street
?
E
la
paralisi
quasi
completa
della
compra
vendita
dei
manufatti
,
per
la
indigenza
della
grande
maggioranza
degli
italiani
?
Le
pubblicazioni
dell
'
attuale
Ufficio
di
statistica
,
messo
sotto
le
dirette
dipendenze
del
Truce
,
sono
un
falso
permanente
.
Ciononostante
siccome
vi
sarebbe
la
possibile
smentita
delle
statistiche
straniere
,
si
è
costretti
a
dire
la
verità
sul
movimento
delle
esportazioni
e
delle
importazioni
.
E
la
verità
si
riassume
nella
cifra
seguente
:
tre
miliardi
di
deficit
da
gennaio
all
'
aprile
.
Andando
di
questo
passo
,
alla
fine
dell
'
anno
saremo
a
dieci
miliardi
.
Nel
quasi
completo
inaridimento
dell
'
industria
dei
forestieri
,
delle
rimesse
degli
emigrati
e
degli
introiti
per
noli
,
come
si
fa
fronte
a
questo
deficit
?
"
Con
l
'
acquisto
delle
divise
pregiate
"
dicono
incoscientemente
i
giornali
del
regime
;
cioè
,
vale
a
dire
,
con
lo
spendere
gli
ultimi
quattrini
che
si
hanno
negli
istituti
di
credito
.
Il
che
significa
avviarsi
alla
bancarotta
.
Infatti
le
ultime
notizie
recano
che
nel
mese
di
aprile
vi
è
stata
una
riduzione
nella
riserva
aurea
della
Banca
d
'
Italia
di
435
milioni
.
Dal
gennaio
1928
all
'
aprile
1929
tale
riserva
è
discesa
da
12
a
10
miliardi
.
Non
occorrono
illustrazioni
o
commenti
.
Queste
semplici
cifre
valgono
per
cento
discorsi
imbroglioneschi
dell
'
adiposo
Mosconi
,
il
quale
,
del
resto
da
qualche
tempo
ha
perso
la
parola
,
occupato
com
'
è
a
trovare
la
possibilità
di
pagare
la
cedola
semestrale
del
debito
pubblico
in
scadenza
alla
fine
del
corrente
giugno
.
E
poi
venga
il
Truce
a
dirci
che
dobbiamo
smetterla
con
la
letteratura
catastrofica
sulle
cose
d
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
Non
mi
perderò
in
preamboli
,
oziosi
sempre
,
oziosissimi
in
un
breve
scritto
,
del
quale
il
titolo
dice
chiaro
e
l
'
argomento
e
l
'
intento
.
Affermo
,
pertanto
,
e
sostengo
,
non
pure
la
convenienza
,
ma
il
debito
preciso
che
hanno
,
in
Italia
,
del
concorrere
alle
urne
politiche
i
Cattolici
,
e
con
essi
gli
uomini
tutti
d
'
opinioni
saviamente
conservatrici
;
debito
tanto
più
grave
ed
urgente
,
quanto
più
gravi
ed
urgenti
sono
i
mali
,
derivati
alla
Patria
nostra
dall
'
aver
esse
sino
a
qui
,
per
qual
motivo
si
voglia
,
operato
altrimenti
.
Di
questa
convenienza
,
o
di
questo
debito
,
sono
manifestamente
convinti
da
un
pezzo
molti
,
nel
clero
e
nel
laicato
italiano
,
cattolici
o
d
'
opinione
comecchessia
conservatrice
;
anzi
,
vorrei
dir
tutti
;
salvo
que
'
pochi
,
i
quali
,
stolti
o
perversi
,
invocano
catastrofi
,
e
sperano
dalla
violenza
straniera
e
dal
caos
interno
un
riordinamento
(
e
nemmeno
sanno
essi
quale
)
delle
cose
italiane
.
Ma
quello
,
di
che
sentesi
da
tanti
l
'
urgente
necessità
,
rimane
tuttavia
,
con
profitto
grande
de
'
partiti
più
intemperanti
,
senza
pratica
applicazione
;
e
pur
troppo
il
concorso
de
'
Cattolici
all
'
urne
politiche
,
e
la
loro
bene
intesa
alleanza
co
'
savi
conservatori
,
rimarrà
per
lungo
tempo
un
malinconico
e
pio
desiderio
,
se
si
continua
ad
aspettarne
,
e
peggio
ancora
a
sollecitarne
l
'
expedit
del
Vaticano
.
Lasciamo
lì
la
storia
,
certo
tutt
'
altro
che
edificante
,
del
primo
non
expedit
;
lasciamo
ogni
spinosa
quistione
generale
sul
valore
del
non
expedit
in
sé
,
od
altre
siffatte
discussioni
;
la
sostanza
si
è
che
,
stando
come
stanno
ora
le
cose
d
'
Italia
,
per
colpa
de
'
famosi
zelanti
,
e
d
'
altri
,
che
malamente
sfaccendarono
e
s
'
imposero
nei
primi
tentativi
di
organare
un
Partito
Conservatore
Nazionale
,
l
'
expedit
dal
Vaticano
è
inutile
l
'
aspettarlo
,
ed
assai
peggio
che
inutile
il
domandarlo
.
Nell
'
attuale
condizione
,
chiedere
l
'
expedit
pare
che
voglia
dire
:
intendersi
col
Vaticano
per
elegger
deputati
,
i
quali
,
ascesi
appena
a
Montecitorio
,
si
dispongano
a
risolvere
quella
difficoltà
del
restituire
al
Papa
,
non
pur
la
sostanza
,
ma
la
evidenza
della
Sovranità
e
libertà
sua
,
ch
'
è
una
ma
non
l
'
unica
delle
difficoltà
da
affrontarsi
da
un
partito
di
Destra
,
o
Conservatore
Nazionale
,
o
Conservatore
Liberale
,
che
voglia
dirsi
.
Ora
,
al
Vaticano
,
nonostante
la
nebbia
delle
passioni
maligne
e
delle
ree
cupidigie
,
e
il
fumo
delle
bizze
e
degli
orgogli
levantesi
da
certi
bassi
fondi
,
quelli
che
stanno
su
alto
,
nell
'
aereo
sereno
,
sanno
bene
che
,
se
la
convenienza
di
comporre
il
gran
dissidio
appare
oggi
manifesta
a
taluni
anco
di
quelli
,
che
un
tempo
sdegnavano
di
fermarci
sopra
il
pensiero
;
se
le
pretese
di
restaurazioni
peggio
che
impossibili
vanno
perdendo
fautori
;
se
fra
i
più
temperanti
e
retti
amatori
e
della
Chiesa
e
dell
'
Italia
gli
animi
vengono
ravvicinandosi
,
c
'
è
ancora
,
su
quel
terreno
,
della
strada
da
fare
,
molte
idee
da
chiarire
,
molti
pregiudizi
da
dileguare
,
molte
resistenze
faziose
,
e
nell
'
un
campo
e
nell
'
altro
,
da
vincere
.
Al
Vaticano
si
deve
sapere
inoltre
,
nonostante
le
ciance
dei
novellieri
,
che
,
se
l
'
idee
saviamente
conservatrici
troverebbero
in
Italia
un
numero
di
aderenti
bastevole
perché
,
in
un
nuovo
Parlamento
,
chi
governa
avesse
da
contare
anche
con
queste
;
una
elezione
fatta
con
un
expedit
espresso
e
clamoroso
mostrerebbe
molto
ma
molto
minore
di
quella
strombazzata
sin
qui
,
in
ispecie
per
quel
che
riguarda
l
'
assetto
unitario
della
Nazione
,
la
differenza
fra
l
'
Italia
legale
e
l
'
Italia
reale
.
Ond
'
è
che
un
expedit
non
potrebbe
venire
per
ora
;
né
forse
esplicito
verrà
mai
;
né
è
desiderabile
che
esplicito
e
clamoroso
venga
nemmeno
;
perché
da
nessun
Cattolico
,
anzi
da
nessun
uomo
,
che
capisca
l
'
alto
ufficio
morale
e
sociale
del
Papa
,
può
ragionevolmente
desiderarsi
ch
'
è
divenga
,
anco
per
veder
trionfare
i
candidati
suoi
,
una
specie
d
'
Elettor
generale
del
Regno
d
'
Italia
.
Ma
se
non
expedit
,
almeno
ora
com
'
ora
,
che
il
Vaticano
,
quant
'
è
da
lui
,
licenzi
i
Cattolici
a
portare
in
Parlamento
la
ricerca
de
'
modi
pe
'
quali
,
con
un
lembo
di
territorio
o
senza
(
SENZA
,
a
giudizio
mio
e
di
molti
altri
Cattolici
)
,
s
'
ha
da
guarentire
in
modo
evidente
la
sovranità
del
Papa
;
expedit
,
e
di
che
tinta
!
che
quanti
hanno
coscienza
di
Cristiani
e
di
Cittadini
s
'
adoperino
,
con
que
'
più
efficaci
e
diretti
mezzi
che
hanno
,
a
restaurare
in
Italia
il
senso
morale
perturbato
da
tante
ragioni
e
la
religiosità
indebolita
per
colpa
degli
intemperanti
d
'
ogni
setta
e
colore
.
Questo
,
expedit
;
expedit
fuor
d
'
ogni
dubbio
;
expedit
,
o
che
il
Papa
lo
dica
espressamente
,
o
che
non
lo
dica
;
ed
a
questo
conviene
che
,
con
ardore
uguale
alla
grandezza
dell
'
intento
e
al
lungo
perniciosissimo
indugio
,
s
'
adoperino
i
Cattolici
,
senza
aspettare
prossima
o
remota
che
sia
,
la
soluzione
dell
'
altra
,
ormai
troppo
famosa
difficoltà
.
La
quale
,
del
resto
,
o
dovrebbe
risolversi
per
violenza
straniera
,
con
quegli
scandali
,
quella
jattura
del
sentimento
religioso
,
quella
sequela
di
ingiustizie
e
di
risentimenti
feroci
,
quella
precarietà
d
'
effetti
,
che
ogni
persona
sensata
può
immaginarsi
;
o
sarà
tranquillamente
e
durevolmente
risolta
dalla
risensata
e
rinnovellata
coscienza
degli
Italiani
.
E
certo
un
'
Italia
,
in
cui
tutte
le
opinioni
abbiano
la
loro
proporzionale
e
legittima
rappresentanza
;
un
'
Italia
francatasi
dalla
tirannide
delle
sètte
,
che
hanno
,
per
colpa
non
meno
degli
zelanti
che
de
'
liberi
pensatori
,
sfruttata
l
'
opera
del
nostro
riscatto
politico
,
vorrà
e
farà
libero
il
Papa
;
poiché
un
'
Italia
siffatta
,
non
subirà
,
costretta
e
vinta
,
ma
invocherà
spontanea
anche
il
concorso
delle
altre
Potenze
per
assettare
,
ove
occorra
,
la
parte
extra
o
sopranazionale
del
dissidio
,
cui
la
inevitabile
caduta
del
potere
temporale
ha
dato
luogo
.
Ma
questo
,
se
mai
,
sarà
effetto
del
risveglio
della
coscienza
nazionale
,
e
di
un
riordinamento
de
'
partiti
politici
,
a
cui
si
richiede
la
cooperazione
attiva
di
tutti
i
ben
pensanti
;
sarà
effetto
ultimo
di
trasformazioni
che
expedi
ogni
dì
più
l
'
accelerare
,
con
altro
che
con
chiacchiere
,
declamazioni
ed
intemperanze
di
Congressi
,
spampanate
di
politica
visionaria
,
aspirazioni
dissennate
o
parricide
.
Expedit
alla
Chiesa
e
all
'
Italia
che
il
giogo
delle
minoranze
settarie
si
franga
:
Expedit
che
la
ostilità
al
sentimento
religioso
non
trovi
altrimenti
nemmeno
la
remota
apparenza
d
'
una
giustificazione
o
spiegazione
nella
tutela
dell
'
unità
nazionale
,
e
s
'
arresti
la
diffusione
dell
'
empietà
:
Expedit
che
e
nelle
Camere
,
e
nelle
Scuole
,
e
ne
'
Cantieri
,
e
negli
Ospedali
,
e
nelle
Carceri
torni
a
profferirsi
,
altrimenti
che
a
dileggio
infame
,
il
nome
di
Dio
:
Expedit
che
la
stampa
,
rimanendo
libera
di
discutere
le
pubbliche
faccende
,
perda
la
licenza
,
arrogatasi
da
gran
tempo
,
di
essere
calunniatrice
,
oscena
,
depravatrice
:
Expedit
che
cessi
il
conflitto
,
pel
quale
all
'
estero
Missioni
italiane
,
Consolati
,
Viceconsolati
,
Scuole
di
religiosi
e
Scuole
laiche
italiane
,
combattendosi
,
si
neutralizzano
con
discapito
e
della
Chiesa
e
dell
'
Italia
:
Expedit
che
lo
studio
e
la
evolutiva
soluzione
delle
difficoltà
economiche
e
morali
di
ordine
sociale
,
si
informino
,
anziché
ad
angustie
giuridiche
,
a
larghi
criteri
etici
e
cristiani
:
Expedit
che
l
'
Italia
,
anziché
pericolo
e
inciampo
a
se
stessa
ed
agli
altri
,
si
ravvii
ad
essere
,
nella
pienezza
delle
sue
forze
unificate
,
strumento
potentissimo
di
civiltà
vera
,
vale
a
dire
,
di
civiltà
Cristiana
.
Tutto
ciò
expedit
,
fuor
d
'
ogni
dubbio
;
e
chi
si
pensasse
di
andare
a
domandarne
al
Papa
,
se
expedit
o
no
,
farebbe
cosa
ridicola
,
od
opera
maliziosa
,
per
la
quale
si
ricadrebbe
nell
'
eterno
paralogismo
,
in
cui
parecchi
de
'
Conservatori
si
sono
,
o
sono
stati
ravviluppati
sin
qui
.
Se
expedit
,
e
ciò
per
manifesto
debito
verso
la
Chiesa
,
verso
la
Patria
,
verso
la
Società
tuttaquanta
,
e
se
a
conseguire
il
rilevantissimo
effetto
abbiamo
un
mezzo
precipuo
od
unico
;
il
mezzo
di
cui
i
Cattolici
d
'
Europa
e
d
'
America
si
valgono
efficacemente
tutto
dì
,
senza
infastidire
con
domande
o
soverchiamente
ingenue
o
peggio
che
maliziose
il
Vaticano
;
si
valgano
i
Cattolici
d
'
Italia
di
questo
medesimo
mezzo
.
Se
ne
valgano
,
e
presto
.
Rimedino
alle
colpevoli
tardanze
;
si
restringano
fra
loro
,
e
co
'
più
saviamente
conservatori
d
'
ogni
confessione
religiosa
,
e
si
guardino
da
quello
,
che
taluni
vagheggiano
come
una
gran
bella
cosa
,
e
che
sarebbe
,
pur
troppo
ormai
l
'
effetto
d
'
un
expedit
clamorosamente
venuto
dal
Vaticano
;
cioè
dalla
formazione
d
'
un
così
detto
Partito
Cattolico
.
Formare
un
partito
che
,
invece
di
Conservatore
Nazionale
,
o
che
altro
,
fosse
e
si
dicesse
Partito
Cattolico
,
sarebbe
togliere
ai
Cattolici
italiani
ogni
onesta
libertà
di
pensiero
politico
;
sarebbe
un
turbare
più
e
più
le
coscienze
,
rabbassando
e
facendo
faziosa
la
religiosità
;
sarebbe
un
rimpicciolire
il
Papa
,
fatto
capo
partito
e
segno
agli
sdegni
politici
di
coloro
che
dissentono
,
politicamente
parlando
,
da
'
suoi
Deputati
.
Il
Cattolicismo
è
comprensione
,
è
carità
universale
,
è
pace
,
non
è
partito
.
Tutto
ciò
expedit
;
expedit
istantemente
;
chi
si
ravviluppa
in
volontarie
difficoltà
,
chi
impone
hic
et
nunc
a
sé
od
agli
altri
un
problema
,
la
soluzione
del
quale
,
qual
ch
'
ella
si
sia
,
dipende
dalla
soluzione
di
tante
e
tante
altre
,
certo
non
meno
urgenti
,
è
nemico
,
o
per
semplicità
,
o
per
malizia
,
della
Chiesa
non
meno
che
dell
'
Italia
.
Dunque
,
avanti
!
alle
urne
politiche
!
Expedit
!
expedit
!
StampaPeriodica ,
Il
signor
Caporali
,
il
coraggioso
sciacallo
corrispondente
dell
'
Avanti
!
,
l
'
avv
.
Chiappari
,
che
continua
ad
imbastire
denunce
contro
i
fascisti
,
la
troupe
Pozzoli
,
Bernamonti
,
che
vanno
tentando
di
inquadrare
gli
arditi
della
"
fifa
,
"
il
maestro
Sasdelli
,
il
Verzeletti
ed
altri
che
continuano
ad
aizzare
i
loro
tesserati
contro
di
noi
sappiano
che
noi
li
teniamo
responsabili
di
ogni
ulteriore
provocazione
,
sappiano
che
ogni
oltraggio
a
un
nostro
capo
deve
essere
dai
fascisti
energicamente
vendicato
.
Quando
domani
poi
delle
bastonate
troveranno
dei
crani
deboli
non
si
faccia
almeno
tanto
baccano
.
StampaPeriodica ,
Dopo
dieci
giorni
dall
'
avvenimento
che
lo
ha
riempito
di
rabbioso
stupore
e
di
paura
,
il
governo
fascista
ha
dato
,
in
tre
righe
,
attraverso
un
comunicato
Stefani
,
l
'
annuncio
dell
'
evasione
di
tre
deportati
antifascisti
dall
'
isola
di
Lipari
.
Esso
avrebbe
preferito
mantenere
il
silenzio
:
per
non
confessare
implicitamente
un
formidabile
smacco
e
per
non
dare
agl
'
italiani
un
motivo
inaspettato
di
giubilo
,
una
nuova
speranza
incitatrice
.
Ma
tacere
non
era
più
possibile
,
dopo
che
tutti
i
giornali
del
mondo
e
in
prima
linea
quelli
inglesi
,
nordamericani
e
sudamericani
avevano
pubblicato
con
gran
rilievo
di
titoli
e
con
suggestivi
dettagli
,
la
notizia
dell
'
evasione
;
indicandola
come
magnifica
prova
di
ardimento
,
di
tenacia
,
di
organizzazione
,
come
segno
della
indomabile
volontà
di
lotta
del
popolo
italiano
rappresentato
,
nelle
sue
migliori
virtù
,
nel
suo
bisogno
e
nella
sua
capacità
di
liberazione
,
dai
tre
evasi
contro
il
regime
di
dittatura
.
Di
fronte
a
questo
atteggiamento
della
stampa
internazionale
,
richiamata
dal
valore
morale
e
politico
dell
'
episodio
a
considerare
,
sotto
l
'
apparenza
di
un
ordine
ch
'
è
frutto
della
violenza
,
l
'
assurdità
antistorica
e
antiumana
della
situazione
italiana
;
e
di
fronte
alla
certezza
che
la
notizia
,
superando
tutte
le
barriere
innalzate
tra
l
'
Italia
e
il
mondo
,
tra
italiani
e
italiani
,
dal
terrore
fascista
,
si
sarebbe
diffusa
nel
paese
come
,
al
tempo
delle
dominazioni
straniere
,
si
diffondeva
ogni
voce
d
'
insuccesso
nemico
,
il
governo
fascista
ha
dovuto
diramare
alla
stampa
,
con
l
'
ordine
di
pubblicarlo
coi
caratteri
più
modesti
e
nell
'
angolo
più
nascosto
,
il
comunicato
che
si
limita
a
dire
i
nomi
degli
evasi
.
Ma
bastano
quei
nomi
per
far
intendere
la
straordinaria
importanza
dell
'
avvenimento
.
Si
tratta
di
tre
giovani
,
gagliarde
forze
dell
'
antifascismo
che
per
la
causa
della
libertà
italiana
hanno
affrontato
il
carcere
e
l
'
esilio
;
che
nel
lungo
periodo
della
loro
prigionia
,
meditativa
insieme
ed
attiva
,
sottoponendo
a
un
processo
di
rielaborazione
critica
le
ragioni
lontane
e
immediate
dell
'
usurpazione
fascista
,
i
metodi
e
i
risultati
della
lotta
antifascista
,
le
profonde
forze
,
le
capacità
e
le
possibilità
del
popolo
italiano
,
hanno
fortemente
educato
volontà
e
coscienza
ai
problemi
della
riscossa
,
alle
valutazioni
e
alle
esigenze
della
nuova
realtà
che
dovrà
erompere
sulle
rovine
della
tirannide
;
e
che
,
dopo
una
lunga
preparazione
,
prova
di
lucidissima
ostinata
pazienza
,
e
attraverso
un
atto
temerario
,
prova
non
necessaria
ma
stupenda
dello
spirito
di
decisione
e
di
ardimento
,
hanno
saputo
sottrarsi
alla
sorveglianza
armata
di
un
esercito
di
carcerieri
per
restituirsi
alla
battaglia
,
accanto
ai
compagni
di
esilio
,
che
sono
,
e
sempre
più
saranno
,
compagni
di
trincea
.
Emilio
Lussu
è
l
'
eroico
reduce
di
guerra
,
capo
del
partito
sardo
di
azione
,
lottatore
silenzioso
e
indomabile
,
che
assalito
nella
sua
casa
da
un
'
orda
di
camicie
nere
,
si
difende
solo
e
abbatte
un
aggressore
,
mettendo
in
fuga
tutti
gli
altri
.
Assolto
dai
magistrati
per
legittima
difesa
assoluzione
reclamata
ed
imposta
,
non
tanto
da
elementari
ragioni
di
giustizia
,
che
in
regime
fascista
non
contano
,
quanto
dalla
concorde
opinione
pubblica
dell
'
isola
,
che
in
lui
si
esalta
come
nel
suo
figlio
più
degno
è
inviato
dopo
un
anno
di
carcere
a
domicilio
coatto
.
Carlo
Rosselli
,
ex
valoroso
combattente
anche
lui
,
ha
già
legato
il
suo
nome
,
nell
'
ammirazione
e
nella
riconoscenza
degl
'
italiani
,
all
'
evasione
di
Filippo
Turati
e
al
processo
di
Savona
:
nel
quale
egli
rivendicò
,
accanto
a
quell
'
altro
magnifico
campione
di
coraggiosa
e
fiera
nobiltà
ch
'
è
Ferruccio
Parri
,
tutta
la
responsabilità
del
suo
gesto
,
tramutandosi
,
da
accusato
,
in
accusatore
del
regime
,
e
riaffermandosi
custode
e
continuatore
delle
generose
tradizioni
italiane
della
sua
famiglia
,
ospite
della
quale
,
a
Pisa
,
morì
,
sotto
falso
nome
,
Giuseppe
Mazzini
.
Soffre
un
anno
di
carcere
;
e
poi
viene
deportato
a
Lipari
.
Francesco
Fausto
Nitti
,
volontario
di
guerra
a
17
anni
,
perseguitato
con
maggiore
accanimento
per
il
sangue
e
per
il
nome
che
porta
,
viene
relegato
per
il
sospetto
non
contestato
di
essere
l
'
organizzatore
ed
il
capo
di
un
'
associazione
segreta
antifascista
,
prima
a
Lampedusa
la
più
maledetta
fra
le
isole
maledette
e
poi
a
Lipari
;
ed
oppone
,
con
incrollabile
fedeltà
alle
tradizioni
del
suo
sangue
,
ai
doveri
del
suo
nome
e
alla
sua
coscienza
di
militante
repubblicano
,
il
più
sereno
disdegno
alle
provocazioni
dei
suoi
aguzzini
fra
cui
il
famigerato
tenente
Veronica
,
folle
criminale
,
che
si
divertiva
a
straziare
i
deportati
politici
.
Per
circa
un
anno
e
mezzo
questi
tre
compagni
di
prigionia
hanno
preparato
,
in
silenzio
,
la
loro
evasione
con
tenacia
più
forte
di
ogni
difficoltà
,
con
volontà
più
forte
di
ogni
insuccesso
,
con
fede
più
forte
di
ogni
delusione
,
con
serietà
scientifica
,
col
più
vigile
senso
di
responsabilità
.
Spezzare
la
rete
di
sorveglianza
e
di
spionaggio
che
circondava
l
'
isola
e
,
nell
'
isola
,
ogni
deportato
;
superare
le
molteplici
trincee
costituite
dai
moschetti
dei
vigili
,
dai
riflettori
disposti
lungo
le
coste
,
dalle
mitragliatrici
e
dai
cannoni
delle
navi
;
affrontare
il
mare
vigilatissimo
,
mentre
il
battito
dei
remi
e
il
rombo
dei
motori
avrebbero
facilitato
agl
'
inseguitori
l
'
implacabile
caccia
:
tutto
questo
poteva
sembrare
follia
.
E
,
invece
,
è
realtà
:
voluta
e
compiuta
da
meravigliosi
ribelli
,
che
hanno
affrontato
e
battuto
il
nemico
nella
maggior
forza
di
cui
esso
dispone
:
l
'
organizzazione
poliziesca
.
All
'
urto
di
un
piccolissimo
gruppo
di
audaci
,
questo
formidabile
puntello
,
a
cui
s
'
appoggia
tutta
l
'
impalcatura
del
regime
,
è
miseramente
crollato
.
E
l
'
episodio
assume
,
sotto
certi
aspetti
,
per
il
regime
delle
molteplici
milizie
,
l
'
atroce
significato
di
una
beffa
.
La
beffa
di
Lipari
.
A
Lipari
,
i
confinati
sono
500;
e
400
i
sorveglianti
(
200
militi
fascisti
,
100
agenti
di
polizia
,
50
carabinieri
,
più
marinai
,
guardie
di
finanza
,
semaforisti
ecc
.
)
.
Dodici
pattuglie
fisse
vigilano
alla
cintura
,
e
varie
nell
'
abitato
;
senza
tener
conto
delle
pattuglie
volanti
.
V
'
è
un
appello
quotidiano
alle
8
e
una
visita
di
controllo
alle
22
.
In
mare
stazionano
tre
motoscafi
velocissimi
armati
di
mitragliatrici
,
e
un
mas
armato
di
cannone
.
A
terra
e
a
bordo
la
radio
collega
l
'
esercito
dei
carcerieri
e
dei
custodi
con
le
basi
aviatorie
e
navali
.
Difficilissima
,
dunque
,
per
l
'
ubicazione
dell
'
isola
e
per
il
sistema
difensivo
,
l
'
evasione
:
più
difficile
,
quando
si
pensi
che
i
tre
erano
sottoposti
a
strettissima
sorveglianza
,
e
più
specialmente
Lussu
che
,
nelle
sue
varie
passeggiate
,
era
costantemente
seguito
da
quattro
agenti
di
polizia
.
Per
poter
abbandonare
improvvisamente
,
senza
essere
scorto
,
la
sua
casa
,
che
dà
in
un
dedalo
di
vicoli
,
Lussu
ebbe
,
per
un
anno
e
mezzo
,
la
costanza
di
osservare
con
feroce
rigore
un
orario
:
evitando
così
che
gli
agenti
continuassero
a
stazionare
sempre
proprio
alla
porta
di
casa
.
D
'
altronde
,
si
supponeva
che
la
malattia
contratta
dal
Lussu
in
carcere
,
e
acuitasi
al
domicilio
coatto
,
avrebbe
reso
impossibile
ogni
sua
partecipazione
a
una
fuga
.
Si
aggiunga
che
due
tentativi
erano
già
miserevolmente
falliti
:
il
primo
compiuto
da
quattro
prigionieri
,
rinchiusi
nelle
carceri
locali
,
fra
i
quali
G
.
B
.
Canepa
;
e
il
secondo
dal
comunista
Spangaro
che
venne
arrestato
quando
era
già
riuscito
,
con
sforzi
infiniti
,
squarciandosi
il
petto
,
a
salire
lungo
la
catena
dell
'
ancora
di
una
nave
straniera
ormeggiata
nel
vicino
porto
di
Canneto
e
che
fu
,
per
questo
,
condannato
a
tre
anni
di
detenzione
,
quantunque
la
nave
su
cui
si
era
rifugiato
fosse
diretta
in
Italia
.
Per
rompere
l
'
assedio
,
erano
necessari
,
oltre
la
disperata
volontà
di
riuscire
,
un
'
assoluta
segretezza
,
un
calcolo
rigoroso
di
tutte
le
probabilità
,
una
organizzazione
tecnica
severissimamente
studiata
,
un
'
audacia
eccezionalmente
serena
.
A
queste
esigenze
hanno
pienamente
corrisposto
i
tre
evasi
e
gli
esuli
che
li
hanno
aiutati
nella
rischiosissima
impresa
:
esuli
i
cui
nomi
potranno
essere
un
giorno
indicati
all
'
ammirazione
degli
italiani
.
Non
ci
è
possibile
,
per
intuitive
ragioni
,
pubblicare
i
particolari
dell
'
impresa
;
la
quale
si
svolse
nella
notte
dal
27
al
28
luglio
,
sotto
gli
occhi
dei
militi
e
dei
poliziotti
,
in
tutt
'
altre
faccende
affaccendati
.
Mentre
i
tre
,
miracolosamente
sfuggiti
alla
sorveglianza
degli
aguzzini
,
salivano
a
bordo
,
le
autorità
fasciste
,
raccolte
come
di
consueto
nella
piazza
del
paese
,
sorbivano
pacificamente
le
loro
bibite
al
caffè
.
E
le
loro
voci
giungevano
nitidamente
agli
orecchi
degli
evasi
e
dei
loro
amici
che
,
per
raccoglierli
,
si
erano
spinti
fin
sulla
spiaggia
.
Beffa
meravigliosa
,
che
strappa
italiani
inermi
,
ma
idealmente
e
moralmente
invulnerabili
,
all
'
artiglio
di
carcerieri
formidabilmente
armati
e
apporta
all
'
emigrazione
antifascista
il
contributo
di
energie
e
di
esperienze
ripetutamente
selezionate
.
Ecco
perché
la
liberazione
dei
tre
ardimentosi
(
i
quali
,
attraverso
le
interviste
loro
domandate
dai
più
importanti
giornali
del
mondo
,
hanno
riproposto
all
'
opinione
pubblica
internazionale
la
questione
dei
confinati
,
in
tutta
la
sua
mostruosità
giuridica
ed
umana
)
preannuncia
,
nella
nostra
volontà
e
nella
nostra
fede
,
più
rapida
e
luminosa
e
sicura
,
la
liberazione
di
tutti
gli
italiani
.
StampaPeriodica ,
Fin
dal
suo
primo
nascere
,
questo
periodico
dichiarò
francamente
che
veniva
alla
luce
per
sostenere
il
principio
nazionale
e
il
sentimento
religioso
;
e
a
queste
due
affermazioni
,
a
questi
due
sentimenti
,
che
lo
hanno
sempre
guidato
nel
suo
cammino
,
procurò
di
non
mancare
e
cercherà
di
non
mancare
mai
.
Combattuto
fin
da
principio
dagli
intransigenti
rossi
e
neri
esso
ha
continuato
imperterrito
la
sua
via
,
sicuro
di
avere
da
sostenere
una
idea
buona
e
vera
che
un
giorno
dovrà
inevitabilmente
trionfare
.
Tempo
fa
avevamo
notato
con
piacere
il
succedersi
di
una
certa
calma
alla
lotta
ed
alcuni
atti
di
benevolenza
dai
più
importanti
periodici
.
Nel
1886
alcuni
dei
giornali
cattolici
più
autorevoli
avevano
cominciato
a
citare
benevolmente
varj
articoli
,
e
nel
1887
il
Moniteur
de
Rome
singolarmente
non
lasciava
passare
quasi
nessun
numero
senza
far
citazioni
e
dar
conto
particolareggiato
di
alcuni
lavori
,
fra
i
quali
specialmente
prediligeva
quelli
che
riguardavano
la
conciliazione
,
commentandoli
e
lodandoli
fino
a
dirli
notevolissimi
,
quantunque
tutti
quegli
articoli
in
sostanza
esprimessero
la
necessità
di
conservare
la
unità
e
integrità
d
'
Italia
:
ma
allora
il
Moniteur
era
fautore
aperto
di
un
accordo
fra
il
papato
e
l
'
Italia
,
fino
al
punto
che
in
un
numero
dell
'
aprile
invitava
tutti
a
ingrossare
la
corrente
favorevole
alla
conciliazione
.
Il
30
maggio
scriveva
:
«
Se
l
'
Italia
rendesse
al
Papa
questa
garanzia
reale
,
evidente
,
della
sua
indipendenza
spirituale
,
nonché
l
'
indipendenza
diremo
ancora
l
'
integrità
del
suo
territorio
,
sarebbe
violata
o
lesa
?
»
.
E
il
12
giugno
,
commentando
l
'
interpellanza
Bovio
alla
Camera
e
la
risposta
dei
Ministri
esciva
a
dire
:
«
Quand
,
d
'
ailleurs
,
M
.
Crispi
parle
de
droit
national
,
il
doit
savoir
que
la
solution
de
la
question
romaine
,
loin
de
nuire
à
l
'
unité
italienne
,
la
consoliderait
en
l
'
asseyant
sur
des
bases
granitiques
»
.
Andata
a
monte
ogni
probabilità
di
una
conciliazione
immediata
,
il
giornalismo
mutò
condotta
verso
il
nostro
periodico
,
e
fece
verso
di
noi
congiura
del
silenzio
;
lo
stesso
accadde
della
stampa
liberale
che
,
pur
essa
,
aveva
cominciato
a
farci
buon
viso
.
Cessata
ogni
speranza
di
un
prossimo
accomodamento
,
non
sappiamo
se
per
colpa
di
straniere
potenze
come
affermano
alcuni
,
o
per
cocciutaggine
settaria
di
certi
liberali
,
e
per
male
arti
degli
intransigenti
,
mentre
noi
ne
fummo
dolentissimi
,
non
ci
perdemmo
d
'
animo
,
e
la
Rassegna
nostra
mantenne
intatte
le
sue
aspirazioni
,
le
convinzioni
sue
,
giacché
ritenne
giustamente
che
ciò
che
non
era
avvenuto
potrà
un
giorno
accadere
.
Per
schiarire
ogni
equivoco
,
innanzi
tutto
dichiariamo
che
noi
laici
cattolici
,
i
quali
caldeggiamo
la
conciliazione
e
la
crediamo
ancora
possibile
in
un
avvenire
più
o
meno
prossimo
,
non
pretendiamo
né
abbiamo
mai
preteso
di
dar
consigli
al
S
.
Padre
che
rispettiamo
e
veneriamo
.
Ossequenti
a
Lui
in
tutto
ciò
che
riguarda
il
dogma
e
la
morale
,
nelle
quistioni
opinabili
crediamo
lecitissima
una
giusta
libertà
di
apprezzamenti
alla
quale
teniamo
moltissimo
senza
punto
mancare
al
nostro
dovere
di
cattolici
.
Ed
infatti
lo
stesso
pontefice
Leone
XIII
nell
'
enciclica
Della
libertà
umana
scrive
:
«
Bensì
quando
si
tratti
di
cose
opinabili
lasciate
da
Dio
alla
discussione
degli
uomini
,
è
lecito
allora
,
e
ce
ne
dà
la
natura
stessa
il
diritto
,
di
sentir
come
meglio
ne
aggrada
,
ed
esprimere
liberamente
il
proprio
avviso
:
poiché
libertà
siffatta
non
torna
mai
di
pregiudizio
alla
verità
,
e
giova
sovente
a
farla
trionfare
»
.
In
base
a
ciò
non
pare
a
noi
irreverente
l
'
asserire
che
la
questione
romana
potrà
risolversi
restituendo
al
Pontefice
piena
ed
evidente
libertà
senza
menomare
l
'
unità
e
l
'
integrità
d
'
Italia
;
e
che
dobbiamo
essere
in
tutto
buoni
cattolici
e
buoni
italiani
.
Lasciando
adunque
da
parte
le
modalità
di
un
accordo
,
lasciando
da
parte
se
questo
possa
avvenire
presto
o
fra
molto
tempo
,
vogliamo
lavorare
per
renderlo
possibile
.
Come
italiani
crediamo
nostro
dovere
procurare
il
bene
della
patria
,
nostro
dovere
difendere
le
coscienze
dei
nostri
figli
dalla
invadente
istruzione
atea
e
materialistica
,
la
nostra
proprietà
dal
socialismo
minacciante
,
la
famiglia
da
una
dissoluzione
dissenata
,
la
donna
da
una
trasformazione
sconveniente
alla
sua
natura
;
crediamo
nostro
dovere
preparare
ai
figli
nostri
una
condizione
migliore
,
per
modo
che
essi
possano
mostrarsi
apertamente
cattolici
senza
pericolo
di
danneggiare
la
loro
carriera
,
per
modo
che
essi
abbiano
aperta
la
via
a
sodisfare
quella
giusta
ambizione
che
ognuno
può
sentire
,
senza
il
bisogno
di
rinnegare
o
di
nascondere
le
proprie
convinzioni
.
Per
questo
intendiamo
valerci
delle
armi
legali
consentiteci
dal
vigente
sistema
di
Governo
,
cessando
una
buona
volta
dall
'
astensione
che
ci
rappresenta
come
nemici
della
patria
,
che
ci
toglie
ogni
importanza
,
che
ci
lascia
in
balia
assoluta
delle
sette
.
Per
quella
giusta
libertà
che
dobbiamo
avere
nelle
cose
disputabili
ci
è
lecito
prender
parte
alla
pubblica
vita
senza
bisogno
di
andare
ogni
momento
a
bussare
alle
porte
del
Vaticano
per
domandar
permessi
con
inopportuna
insistenza
;
la
quale
,
crediamo
anzi
,
causa
non
ultima
del
ripetersi
del
Non
expedit
,
che
taluno
vedrebbe
volentieri
convertito
in
aperto
Non
licet
.
Se
nella
dichiarazione
principale
della
Sacra
Penitenzeria
vi
è
il
divieto
,
nelle
seguenti
spiegazioni
è
lasciata
a
ciascuno
libertà
di
agire
secondo
coscienza
;
il
divieto
è
in
genere
,
in
pratica
poi
ognuno
dovrà
regolarsi
come
meglio
crede
.
Il
fatto
stesso
ha
dimostrato
ai
dubbiosi
questa
verità
,
giacché
in
varie
occasioni
i
cattolici
hanno
votato
,
e
nelle
ultime
elezioni
generali
Pisa
ce
ne
dette
una
prova
luminosissima
,
poiché
quasi
tutti
gli
elettori
accorsero
all
'
urne
,
e
in
una
recente
elezione
parziale
moltissimi
cattolici
hanno
votato
e
alcuni
seguaci
in
teoria
dell
'
astensione
hanno
incitato
a
votare
;
né
poteva
essere
altrimenti
poiché
è
impossibile
distaccare
affatto
,
per
un
tempo
tanto
lungo
,
un
gran
numero
di
persone
da
ogni
interesse
,
e
quando
non
è
dato
lavorare
per
gli
interessi
morali
si
lavora
per
quelli
materiali
.
Il
non
expedit
,
nella
campagna
singolarmente
,
non
è
osservato
che
da
pochissimi
;
per
cui
le
masse
si
abituano
a
seguire
e
obbedire
le
persone
influenti
di
altri
partiti
.
Il
non
expedit
è
così
poco
seguito
che
non
l
'
osservano
neppur
tutti
i
Sacerdoti
,
alcuni
dei
quali
votano
o
fanno
propaganda
manifesta
per
chi
promette
loro
restauri
alla
Chiesa
,
alla
Parrocchia
,
al
Campanile
,
o
per
chi
fa
qualche
dono
in
arredi
sacri
paghi
di
questa
sola
dimostrazione
di
credenza
religiosa
,
senza
nemmeno
curarsi
di
sapere
quali
opinioni
andrà
a
sostenere
alla
Camera
quel
loro
beniamino
;
e
spesse
volte
appunto
e
certi
sacerdoti
e
alcuni
astensionisti
votano
proprio
quando
il
non
expedit
sarebbe
diventato
un
non
licet
,
poiché
votano
per
uno
che
,
in
Parlamento
,
combatterà
le
credenze
cattoliche
.
È
dunque
opportuno
cessare
dall
'
astensione
,
ed
occuparsi
seriamente
per
il
trionfo
dei
candidati
non
avversi
al
sentimento
religioso
o
almeno
dei
meno
avversi
,
ché
anco
questo
è
un
bene
.
Se
vogliamo
,
o
prima
o
poi
,
come
noi
desideriamo
vivamente
,
giungere
a
una
cessazione
del
dissidio
,
è
necessario
preparare
il
terreno
nella
patria
nostra
,
facendo
argine
al
diffondersi
della
miscredenza
e
delle
idee
sovversive
;
e
per
ottener
questo
,
evidentemente
non
abbiamo
altro
modo
che
prender
parte
alla
vita
pubblica
,
formando
un
partito
schiettamente
nazionale
e
francamente
rispettoso
del
sentimento
cattolico
;
schiettamente
nazionale
,
perché
altrimenti
sarebbe
inutile
qualunque
azione
,
che
anzi
sarebbe
funesta
e
non
ad
altro
valida
che
ad
accrescere
i
pregiudizj
contro
il
cattolicismo
e
l
'
antipatia
contro
i
cattolici
.
Meglio
cento
volte
l
'
astensione
,
che
noi
vivamente
deploriamo
,
di
un
'
azione
con
fini
antinazionali
.
La
massoneria
e
certi
liberali
a
parole
,
nemici
del
sentimento
religioso
,
abilmente
valendosi
di
tutte
le
circostanze
propizie
,
alcune
delle
quali
fornite
loro
da
certa
stampa
cattolica
,
hanno
saputo
far
nascere
la
convinzione
fra
noi
che
i
cattolici
siano
nemici
della
patria
;
e
a
forza
di
ripetere
queste
calunnie
per
mezzo
della
stampa
che
fra
l
'
una
e
gli
altri
hanno
a
loro
disposizione
,
son
riusciti
a
formare
una
corrente
di
impopolarità
verso
ogni
persona
che
apertamente
si
dimostra
cattolica
.
Bisogna
adunque
far
cadere
questi
equivoci
,
che
valgono
tanto
ad
infiacchire
i
caratteri
fino
al
punto
che
si
vedono
non
pochi
serbarsi
cattolici
in
famiglia
,
e
mostrarsi
in
pubblico
sprezzanti
di
ogni
credenza
;
oppure
,
per
contrabbilanciare
la
religiosità
loro
,
corteggiare
i
massoni
cercando
di
averli
colleghi
nelle
pubbliche
amministrazioni
,
mostrandosi
eccessivamente
deferenti
ad
ogni
loro
desiderio
.
Bisogna
adunque
spezzare
questa
calunniosa
catena
che
ci
hanno
avvinto
al
collo
,
mostrando
a
tutti
gli
onesti
la
falsità
di
cosiffatte
insinuazioni
;
bisogna
lavorare
per
il
bene
stesso
della
patria
nostra
a
conservar
intatta
la
credenza
religiosa
.
Sappiamo
bene
che
la
questione
della
libertà
del
Pontefice
è
soprannazionale
,
in
quanto
che
a
tutti
i
cattolici
interessa
che
il
capo
della
religione
sia
indipendente
;
ma
siccome
non
vogliamo
che
sia
risoluta
da
una
guerra
,
né
il
Pontefice
stesso
ciò
vuole
,
come
lo
ha
dichiarato
più
volte
,
bisogna
pur
necessariamente
che
della
giustizia
di
un
accordo
sian
persuasi
gli
Italiani
o
almeno
quegli
Italiani
che
hanno
in
mano
il
potere
.
Tutte
le
altre
vie
non
potranno
condurre
che
a
soluzioni
imposte
,
che
non
saranno
mai
vere
e
proprie
soluzioni
,
tali
cioè
da
ridonare
alla
Chiesa
una
pace
stabile
,
e
tranquillità
all
'
Italia
;
né
senza
il
consenso
dell
'
Italia
potremo
sperare
in
un
accordo
durevole
neppur
da
una
azione
diplomatica
,
poiché
,
evidentemente
,
o
questa
si
limiterebbe
ad
un
semplice
voto
platonico
,
e
non
avrebbe
effetto
veruno
;
o
dovrebbe
esser
accompagnata
da
una
guerra
,
ed
avremmo
da
capo
una
soluzione
che
non
vogliamo
e
che
in
ultimo
sarebbe
dannosa
alla
Chiesa
stessa
,
poiché
recherebbe
seco
come
conseguenza
l
'
allargarsi
della
miscredenza
e
della
ostilità
verso
la
Chiesa
in
Italia
.
Bisogna
adunque
persuadere
gl
'
Italiani
stessi
della
necessità
di
un
accordo
,
e
noi
laici
per
ottener
questo
non
abbiamo
altro
campo
che
il
politico
.
Serviamocene
adunque
francamente
e
lealmente
.
So
che
vi
saranno
persone
che
ci
daranno
degli
utopisti
;
e
sia
pure
.
Ad
ogni
modo
la
nostra
sarebbe
una
bella
utopia
,
giacché
davvero
non
è
spregevole
ideale
cercare
di
armonizzare
il
sentimento
nazionale
col
sentimento
religioso
,
riportando
la
pace
fra
l
'
Italia
e
il
Papato
.
Utopisti
saremmo
se
coll
'
azione
nostra
pretendessimo
di
fare
sparire
il
male
dal
mondo
,
ma
noi
non
abbiamo
mai
avuto
simiglianti
pretese
,
e
saremmo
paghi
e
sodisfatti
anche
se
ci
riuscisse
soltanto
di
impedirne
una
parte
.
A
chi
poi
volesse
obiettare
che
oramai
è
tardi
,
si
potrebbe
rispondere
che
,
se
è
tardi
,
non
è
per
colpa
nostra
;
ma
noi
non
crediamo
ancora
impossibile
od
inefficace
ogni
azione
da
parte
nostra
,
poiché
Dio
ha
fatto
sanabili
le
nazioni
.
E
quando
anche
,
sciaguratamente
,
non
riuscissimo
a
nulla
,
avremmo
almeno
scagionato
i
cattolici
dalla
grave
responsabilità
di
aver
contribuito
essi
pure
colla
loro
inerzia
alla
rovina
della
patria
;
né
questo
ci
parrebbe
resultato
affatto
meschino
.
StampaPeriodica ,
Mussolini
si
è
dimesso
:
era
naturale
!
Congresso
regionale
veneto
!
Congresso
di
Todi
!
Congresso
interregionale
dell
'
Emilia
!
Dalli
di
qui
e
dalli
di
là
,
non
poteva
che
avvenire
così
!
Orbene
tutto
questo
spirito
critico
iconoclasta
non
è
per
nulla
disciplina
!
Questo
voler
misurare
Mussolini
col
metro
di
Marsich
,
d
'
Oviglio
e
di
Grandi
è
poco
persuasivo
e
poco
accorto
:
anzi
è
segno
che
tanta
brava
gente
non
ha
capito
nulla
né
ha
il
senso
politico
della
disciplina
.
Tutta
questa
gente
confonde
la
parola
e
il
significato
di
"
squadre
d
'
azione
"
con
"
partito
politico
"
;
confonde
il
significato
di
"
tregua
"
con
quello
di
"
alleanza
"
;
crede
di
vedere
lontano
...
mentre
il
solo
che
vede
lontano
in
questo
momento
è
proprio
Mussolini
,
il
quale
dopo
aver
tagliato
le
radici
al
bolscevismo
tende
ad
isolare
il
comunismo
.
Siate
contenti
umane
genti
al
quia
!
Non
vogliate
precipitare
giudizi
,
convegni
,
congressetti
e
congiure
!
Chi
vi
dice
che
la
visuale
di
Mussolini
ora
non
coincida
e
corrisponda
con
l
'
angolo
visuale
di
D
'
Annunzio
?
Discutere
di
opportunità
e
di
tattica
quando
,
non
si
ha
sotto
mano
tutto
il
materiale
e
tutti
gli
strumenti
delicatissimi
per
misurarlo
è
fuori
luogo
e
vano
sforzo
!
E
chi
contraddice
Mussolini
nel
proposito
di
voler
mutare
il
fascismo
da
movimento
in
partito
è
uomo
che
non
sente
i
tempi
,
che
non
ha
concetto
di
nazione
,
che
antepone
la
mazzetta
alla
conquista
intellettuale
.
StampaPeriodica ,
L
'
assenza
dei
tre
evasi
fu
notata
a
Lipari
quasi
subito
.
Poco
dopo
la
partenza
,
la
ronda
notturna
bussò
alla
porta
della
casa
dove
abitavano
Lussu
e
Nitti
.
Bussa
e
ribussa
,
nessuno
risponde
.
Il
brigadiere
chiama
.
Silenzio
.
"
Eppure
ci
sono
,
"
osserva
l
'
agente
,
"
c
'
è
la
luce
.
"
Nuova
chiamata
.
Silenzio
.
Si
urla
più
forte
.
Niente
.
Qualche
faccia
di
confinato
e
di
liparuota
addormentato
compare
alla
finestra
.
Il
brigadiere
li
interpella
:
"
Ci
sono
o
non
ci
sono
?
"
"
Eh
,
ci
saranno
certo
.
C
'
è
la
luce
.
"
"
Ma
perché
non
rispondono
?
"
Silenzio
generale
.
Nuove
chiamate
.
Alla
fine
,
il
brigadiere
sale
,
apre
la
porta
,
caccia
lo
sguardo
nella
stanza
da
letto
.
Nessuno
.
Stupore
.
Nuove
chiamate
.
Silenzio
.
Una
corsa
per
le
altre
stanze
e
poi
giù
a
rotta
di
collo
verso
la
piazzetta
del
paese
dove
ordinariamente
prende
il
caffè
il
Sig
.
direttore
,
Commissario
di
prima
,
cav
.
Cannata
.
"
Cavaliere
,
Cavaliere
,
"
grida
il
brigadiere
.
Altre
autorità
gli
si
fanno
d
'
intorno
e
lo
avvertono
che
Cannata
è
andato
a
Canneto
(
sembra
un
giuoco
di
parole
,
ma
è
la
verità
)
,
il
vicino
porto
della
pomice
,
a
godersi
la
festa
e
i
fuochi
d
'
artifizio
.
Fischi
convenzionali
vengono
fatti
.
Le
pattuglie
volanti
di
controllo
corrono
.
Si
telefona
a
Cannata
,
si
telefona
alla
Milizia
,
si
telefona
al
Semaforo
.
Sopraggiunge
tutta
ansante
per
la
lunga
corsa
la
pattuglia
di
controllo
della
zona
dove
abita
Rosselli
.
"
Signor
direttore
,
grida
il
brigadiere
panciuto
,
Rosselli
non
c
'è."
"
Non
c
'
è
Rosselli
?
"
Stupefazione
generale
.
"
Ma
come
?
il
'
professore
'
non
c
'
è
?
Il
professore
sarebbe
fuggito
?
Ma
allora
è
uno
schifoso
ipocrita
questo
signore
.
"
Intanto
il
cielo
si
illumina
a
tratti
di
rosso
,
di
verde
,
di
giallo
per
effetto
dei
fuochi
.
Segnali
dal
castello
alle
pattuglie
di
militi
di
raddoppiare
la
vigilanza
.
Il
maresciallo
Allò
uno
dei
più
perfidi
e
sporchi
arnesi
della
polizia
italiana
,
giuocatore
d
'
azzardo
nella
sede
del
Fascio
di
Lipari
,
ricattatore
emerito
,
persecutore
dei
confinati
prende
la
direzione
delle
ricerche
marittime
.
L
'
allarme
è
completo
alle
22,30
.
Esce
la
flotta
asmatica
dei
motoscafi
e
dei
mas
e
si
mette
a
trottolare
intorno
a
Lipari
sotto
il
muso
beffardo
della
luna
.
Sopraggiunge
intanto
il
signor
cavaliere
coi
capelli
ricciuti
irti
sul
capo
.
La
polizia
ha
identificato
il
luogo
di
partenza
.
C
'
è
una
giacca
di
qualcuno
,
là
,
su
una
roccia
.
Arriva
un
pescatore
e
informa
di
aver
visto
passare
una
nave
velocissima
.
Il
mas
col
cannoncino
che
stava
attentamente
esplorando
,
coll
'
aiuto
del
riflettore
,
la
scogliera
di
partenza
,
forse
nella
speranza
di
poter
raccogliere
i
miseri
corpi
di
tre
annegati
,
riceve
l
'
ordine
di
partire
.
I
motoscafi
intanto
incrociano
velocissimi
.
Ma
non
sono
in
grado
di
attraversare
il
Tirreno
.
La
radio
,
la
radio
!
pensa
Cannata
.
La
radio
segnali
alle
basi
di
Trapani
,
Messina
,
Augusta
,
Cagliari
e
a
tutti
i
semafori
la
fuga
.
Ma
ahimè
,
la
radio
è
alle
dipendenze
della
Marina
.
Bisogna
chiedere
prima
il
permesso
.
L
'
ufficiale
dorme
.
Via
di
corsa
a
svegliarlo
.
Ottenuto
il
permesso
,
gli
S.O.S.
di
Cannata
,
solcano
lo
spazio
in
cerca
di
qualche
pietoso
ricevitore
.
Ma
nessuna
stazione
raccoglie
il
disperato
richiamo
.
Tutti
dormono
o
sono
a
spasso
.
Non
per
nulla
fu
scelta
la
sera
di
un
sabato
...
Intanto
,
la
notizia
strabiliante
invade
tutto
il
paese
.
È
un
correre
di
qua
e
di
là
,
un
parlottare
,
un
almanaccare
,
un
ammiccare
,
che
ci
vorrebbe
la
penna
di
Manzoni
per
descriverlo
.
Il
mas
tornò
nella
notte
.
Aveva
incontrato
una
nave
che
disse
(
veramente
lo
disse
il
capitano
)
d
'
aver
scorto
un
motoscafo
indemoniato
.
Ma
avvertì
che
era
inutile
inseguirlo
perché
era
passato
da
più
di
due
ore
e
correva
troppo
.
Il
maresciallo
del
mas
,
per
nulla
entusiasta
di
quella
pazza
corsa
dopo
un
così
buon
pranzetto
,
e
probabilmente
per
nulla
infelice
al
pensiero
che
tre
confinati
avessero
preso
il
volo
,
non
ebbe
dubbi
.
Accettò
senz
'
altro
la
versione
e
fece
macchina
indietro
.
Notte
di
angoscia
al
quartier
generale
di
Cannata
.
Si
raddoppiano
i
messaggi
radio
,
ma
tutto
è
inutile
.
Tutto
tace
.
Si
telegrafa
in
cifra
a
Roma
.
S
.
E
.
Michelino
viene
svegliato
.
Ve
la
immaginate
la
scena
?
Il
fulmine
di
guerra
(
non
è
uno
dei
quadrumviri
?
)
si
attacca
al
telefono
e
impartisce
ordini
napoleonici
.
Preghiera
particolare
ai
tonni
e
alle
balene
di
insidiare
la
corsa
della
navicella
fantasma
.
Dopo
di
che
il
buon
Michelino
spegne
il
lume
e
si
caccia
sotto
le
coperte
,
divertendosi
a
immaginare
le
bestemmie
del
padrone
all
'
indomani
.
A
Lipari
,
intanto
,
la
notizia
si
sparge
per
tutto
il
paese
,
penetra
anche
nelle
case
e
nei
cameroni
dei
confinati
.
Alle
6
del
mattino
,
sono
in
molti
a
girare
con
aria
volutamente
fessa
.
I
confinati
si
interpellano
a
vicenda
,
si
scambiano
a
bassa
voce
le
impressioni
,
qualche
sorrisetto
ironico
non
riesce
a
occultarsi
.
Tutti
sono
lieti
,
tutti
sperano
che
almeno
questa
volta
vada
bene
.
Le
notizie
più
incredibili
si
diffondono
.
Ecco
che
cominciano
i
soliti
bene
informati
a
spararle
grosse
.
Si
parla
di
un
telegramma
da
Tunisi
che
invita
a
sospendere
le
ricerche
,
poi
si
racconta
che
Nitti
,
proprio
Nitti
,
è
venuto
a
salvare
il
nipote
in
persona
,
che
al
largo
stazionava
un
idrovolante
ecc
.
I
liparesi
,
buona
gente
in
fondo
,
partecipano
alla
gioia
comune
.
Si
aspetta
che
il
milite
sia
passato
o
l
'
agente
di
fazione
sia
voltato
,
per
parlare
della
cosa
.
Il
vecchio
giornalaio
,
brutto
tipo
di
ex
coatto
usuraio
,
per
propiziarsi
i
clienti
confinati
,
dichiara
di
non
rimpiangere
neppure
i
cinque
giornali
quotidiani
di
Rosselli
.
Il
partito
anti
Saltalamacchia
(
il
vecchio
podestà
recentemente
defenestrato
)
e
quindi
anti
Cannata
(
amico
del
podestà
)
esulta
dell
'
evasione
riuscita
come
di
una
vittoria
propria
.
Si
perquisiscono
minutamente
le
abitazioni
di
Ferruccio
Parri
,
di
Carlo
Silvestri
,
di
Ermanno
Bartellini
.
Si
vorrebbe
sapere
come
quei
tre
accidenti
di
Lussu
,
Nitti
,
Rosselli
hanno
potuto
mettersi
d
'
accordo
coi
vili
fuorusciti
.
Le
perquisizioni
naturalmente
danno
esito
negativo
.
Alle
11
arriva
nel
porticciuolo
l
'
Etna
,
il
piroscafo
che
fa
il
servizio
Milazzo
-
Lipari
.
Ne
discendono
il
vice
-
questore
di
Messina
e
un
alto
ufficiale
dei
carabinieri
,
annunciatori
di
visite
più
illustri
.
Il
vicequestore
viene
condotto
sul
luogo
del
misfatto
.
Quando
si
avvede
che
la
partenza
è
avvenuta
a
cento
metri
dal
centro
del
paese
,
proprio
sotto
il
naso
dei
400
sorveglianti
,
il
signor
vicequestore
non
può
trattenersi
e
dichiara
al
satellite
Cannata
:
"
Non
mancava
altro
che
li
accompagnaste
voi
.
"
Il
povero
Cannata
abbassa
il
viso
e
maledice
il
giorno
in
cui
ebbe
la
malaugurata
idea
di
entrare
nella
P
.
S
.
I
poliziotti
,
rimasti
malissimo
,
squadrano
torvi
i
confinati
,
pronti
ad
arrestarli
al
minimo
sorriso
evidente
.
Soprattutto
scornato
un
famoso
brigadiere
,
di
nome
Cacciola
,
che
i
confinati
chiamano
per
burla
Javert
.
Era
addetto
in
particolar
modo
alla
sorveglianza
dell
'
abitato
e
di
Lussu
.
Ogni
qualvolta
Lussu
passava
,
lo
squadrava
in
tutti
i
sensi
.
Usava
girare
a
lento
passo
per
il
paese
,
con
un
giornale
dinanzi
al
viso
per
darsi
un
contegno
indifferente
,
ma
di
tanto
in
tanto
,
al
disopra
del
giornale
,
comparivano
due
occhi
fulminanti
.
Ora
anche
Cacciola
è
un
po
'
in
ribasso
.
La
roba
di
Lussu
e
di
Nitti
fu
sequestrata
,
mentre
la
casetta
di
Rosselli
veniva
piantonata
.
Rosselli
,
per
sfottere
la
polizia
,
lasciò
nel
cassetto
parecchie
lettere
di
solidarietà
scrittegli
da
inglesi
,
dopo
il
processo
di
Savona
.
Si
può
immaginare
la
faccia
di
Cannata
quando
qualche
liparese
di
ritorno
dall
'
Australia
glie
le
avrà
tradotte
in
stile
liparuota
...
StampaPeriodica ,
Argomento
per
noi
di
massimo
sconforto
per
l
'
avvenire
del
liberalismo
in
Italia
è
la
quasi
unanimità
di
cui
dànno
prova
in
questi
giorni
gli
organi
principali
della
stampa
italiana
,
nell
'
invocare
che
fanno
,
come
beneficio
massimo
per
il
nostro
paese
,
l
'
elezione
d
'
un
Papa
che
voglia
conciliarsi
con
lo
Stato
italiano
,
e
che
accettando
i
fatti
compiuti
lasci
libero
ai
cattolici
di
gettarsi
con
coscienza
tranquilla
in
mezzo
alle
nostre
lotte
politiche
.
Strana
contraddizione
è
questa
!
Tutti
riconoscono
la
follìa
delle
illusioni
quarantottesche
di
un
possibile
governo
liberale
dei
preti
,
di
una
possibile
conciliazione
nella
stessa
persona
delle
due
qualità
di
buon
Papa
dal
punto
di
vista
ecclesiastico
e
di
buon
re
dal
punto
di
vista
civile
e
liberale
.
Tutti
vi
dicono
che
non
si
capisce
come
già
allora
,
nel
1848
,
non
apparisse
a
tutti
evidente
che
la
Chiesa
cattolica
poggiandosi
sul
domma
,
ed
organizzata
a
gerarchia
con
governo
autocratico
,
non
poteva
affatto
coordinarsi
con
un
governo
civile
che
posi
sul
principio
elettivo
,
e
che
abbia
per
ragion
di
essere
la
esplicazione
di
tutte
le
libertà
,
di
quella
di
pensiero
,
di
coscienza
e
di
parola
quanto
di
ogni
altra
più
strettamente
politica
.
Ma
queste
cose
che
sono
chiare
a
tutti
quando
si
tratti
del
'48
e
del
governo
teocratico
degli
Stati
pontifici
fino
al
1870
,
non
sarebbero
dunque
più
vere
per
l
'
Italia
dal
'70
in
poi
,
dopo
che
la
Chiesa
ha
proclamato
il
Sillabo
ed
eretto
a
domma
l
'
infallibilità
papale
,
e
ciò
soltanto
perché
l
'
autorità
monarchica
non
è
più
riunita
nella
stessa
persona
con
l
'
autorità
papale
?
Dunque
quella
conciliazione
tra
le
due
istituzioni
che
non
sarebbe
assolutamente
possibile
quando
fossero
rappresentate
dallo
stesso
individuo
,
diventerebbe
per
la
sola
divisione
delle
persone
,
naturale
e
desiderabile
per
ogni
verso
!
E
come
ciò
?
Noi
non
giungiamo
davvero
a
capirlo
.
Forse
perché
il
Pontefice
non
è
più
egli
stesso
re
,
dunque
deve
poter
ammettere
la
libertà
di
coscienza
,
di
pensiero
e
di
parola
,
e
quindi
di
propaganda
anche
nell
'
errore
.
È
assurdo
il
supporlo
,
ammenoché
si
voglia
ritenere
che
il
nuovo
Pontefice
voglia
e
possa
trasformare
la
Chiesa
romana
in
Chiesa
nazionale
,
e
sé
in
un
arcivescovo
primate
d
'
Italia
,
valendosi
della
propria
infallibilità
per
negare
l
'
infallibilità
stessa
,
e
facendo
un
falò
del
Sillabo
e
dei
canoni
della
Chiesa
.
Quello
che
potrà
avvenire
sarà
,
bensì
,
che
il
Papa
,
cioè
a
dire
la
Chiesa
cattolica
romana
,
accetti
di
fare
,
per
ora
e
per
necessità
,
una
croce
sulla
questione
del
poter
temporale
,
e
che
non
accettando
,
ma
valendosi
delle
nostre
libere
istituzioni
,
entri
nella
lotta
con
tutte
le
sue
forze
,
nazionali
e
forestiere
,
al
solo
ed
unico
scopo
di
distruggere
o
snaturare
quelle
stesse
istituzioni
,
non
appena
si
fosse
impadronita
del
potere
.
Fin
dal
primo
numero
della
«
Rassegna
»
noi
dichiarammo
apertamente
il
nostro
pensiero
a
questo
proposito
.
Noi
temiamo
ogni
e
qualunque
conciliazione
tra
il
nostro
governo
e
il
Papato
,
perché
non
crediamo
che
la
Chiesa
romana
con
tutte
le
sue
forze
sia
oramai
più
da
paventarsi
in
quanto
combatta
la
nostra
costituzione
a
Stato
nazionale
,
ma
invece
riteniamo
fermamente
che
ella
sia
la
nemica
peggiore
e
più
temibile
di
quello
che
,
secondo
l
'
avviso
nostro
,
è
scopo
non
inferiore
,
e
bene
altrettanto
inestimabile
,
quanto
l
'
indipendenza
nazionale
,
cioè
,
delle
nostre
libertà
interne
,
della
libertà
del
pensiero
italiano
in
tutte
le
sue
forme
.
Se
per
sventura
nostra
il
partito
cattolico
prendesse
il
di
sopra
in
Italia
,
il
principio
della
libertà
individuale
verrebbe
soffocato
dal
principio
dell
'
autoritarismo
,
la
ragione
si
sommetterebbe
al
Sillabo
,
ed
il
paese
nostro
,
già
così
prostrato
moralmente
per
le
lunghe
servitù
politiche
,
e
per
l
'
azione
secolare
dello
spirito
oscurantista
della
Chiesa
romana
,
ricadrebbe
ben
presto
in
condizioni
tali
di
servitù
morale
ed
intellettuale
,
da
far
disperare
di
ogni
possibile
risorgimento
avvenire
,
e
la
stella
d
'
Italia
sarebbe
tramontata
per
sempre
.
Non
lusinghiamoci
,
a
guisa
di
fanciulli
,
con
stolte
superstizioni
di
un
destino
fatale
che
debba
per
sua
propria
virtù
e
a
dispetto
dei
vizi
nostri
e
del
poco
nostro
accorgimento
,
far
trionfare
il
nostro
paese
di
tutti
gli
ostacoli
,
e
farlo
procedere
glorioso
nelle
vie
della
civiltà
.
Se
non
saremo
savi
,
cadremo
,
come
sono
caduti
altri
popoli
;
se
non
sapremo
misurare
freddamente
le
forze
dei
nostri
nemici
,
se
daremo
loro
battaglia
prima
di
esser
pronti
,
e
impegnando
il
combattimento
nello
stesso
nostro
campo
,
saremo
schiacciati
;
se
l
'
Italia
non
saprà
mantenersi
libera
dal
giogo
dei
preti
e
dal
predominio
del
principio
autoritario
che
essi
glorificano
,
l
'
Italia
diventerà
pur
troppo
la
terra
dei
morti
.