StampaQuotidiana ,
L
assenza
del
pensiero
caratterizza
l
azione
politica
della
classe
dirigente
.
Provando
e
riprovando
,
è
il
motto
d
ordine
,
distolto
dalla
sua
sede
naturale
la
scienza
sperimentale
,
che
prova
e
riprova
sulla
materia
bruta
e
trasportato
alla
politica
e
all
amministrazione
,
le
quali
operano
sugli
uomini
,
che
nelle
prove
e
riprove
soffrono
,
sono
danneggiati
,
sono
taglieggiati
in
tutti
i
modi
.
Avviene
così
che
la
molla
dello
sviluppo
storico
non
sia
il
pensiero
,
ma
sia
il
dolore
,
il
male
.
Il
pensiero
,
antivedendo
le
logiche
conseguenze
di
una
premessa
,
delibera
di
operare
subito
come
se
quelle
conseguenze
si
fossero
verificate
,
e
pertanto
evita
il
male
e
la
sofferenza
:
la
storia
si
sviluppa
allora
con
una
certa
armonia
,
le
correzioni
da
introdurre
all
organizzazione
degli
istituti
necessari
per
la
convivenza
sociale
si
riducono
al
minimo
,
a
quel
minimo
di
imprevedibile
che
è
contenuto
nello
svolgimento
di
ogni
fatto
umano
.
L
assenza
di
pensiero
,
l
empirismo
che
procede
a
tastoni
per
il
provando
e
riprovando
,
lascia
che
il
male
si
accumuli
,
che
le
sofferenze
si
moltiplichino
:
quando
la
vita
ne
è
diventata
insopportabile
,
provvede
e
toglie
di
mezzo
la
premessa
,
che
di
tutto
quel
male
,
di
tutte
quelle
sofferenze
è
stata
la
sorgente
avvelenata
.
La
storia
procede
così
per
eliminazioni
di
passività
:
è
un
perenne
fallimento
,
una
perenne
revisione
di
conti
sbagliati
,
fallimento
e
sbagli
non
necessari
,
ma
dovuti
al
solo
fatto
che
gli
amministratori
non
avevano
alcuna
capacità
per
il
delicato
loro
compito
.
Riconosciamo
dunque
nel
male
il
salvatore
della
fortuna
progressiva
degli
uomini
,
la
sicurezza
che
alfine
qualcosa
si
farà
;
la
tigna
,
il
colera
,
il
vaiolo
hanno
costretto
,
con
le
stragi
d
altri
tempi
,
all
esercizio
metodico
di
norme
igieniche
che
ponessero
al
riparo
dal
ripetersi
delle
stragi
.
I
mali
che
oggi
si
verificano
costringeranno
alla
riflessione
e
ai
ripari
per
l
avvenire
.
Aspettiamo
che
la
passività
cavi
gli
occhi
,
che
rappresenti
un
pericolo
:
la
pazienza
è
ormai
diventata
la
prima
virtù
cardinale
dell
uomo
politico
e
sociale
.
Una
,
due
,
tre
,
dieci
,
venti
volte
.
Dei
malandrini
si
presentano
di
notte
a
una
portineria
.
Fanno
destare
i
dormienti
.
Si
dichiarano
agenti
di
polizia
agli
ordini
di
un
delegato
;
devono
compiere
una
perquisizione
negli
appartamenti
per
assicurarsi
che
nella
casa
non
siano
nascosti
dei
ricercati
speciali
,
ecc
.
ecc
.
Parlano
con
quella
sicurezza
e
prepotenza
che
si
addice
ai
rappresentanti
della
legge
che
sanno
di
essere
superiori
a
ogni
legge
.
Alla
minima
obiezione
distribuiscono
largamente
cazzotti
,
preludio
delle
scene
selvagge
che
si
svolgono
ai
commissariati
.
Il
cittadino
,
abbandonato
da
ogni
forza
umana
,
conoscendo
,
o
per
dolorosa
esperienza
propria
o
per
esperienza
raccontata
,
i
costumi
della
«
giustizia
»
,
lascia
l
ingresso
libero
,
e
per
una
,
due
,
tre
,
dieci
,
venti
volte
gli
appartamenti
vengono
saccheggiati
da
malandrini
.
Che
fare
?
si
domanda
il
cittadino
.
Aspettare
,
non
c
è
altro
che
aspettare
.
Che
le
gesta
si
moltiplichino
,
che
i
malandrini
acquistino
sempre
una
maggiore
fiducia
nell
impunità
,
ed
allarghino
il
campo
della
loro
azione
.
Che
divenga
loro
vittima
un
qualche
grasso
cittadino
,
che
la
grassa
proprietà
sia
in
pericolo
.
Allora
l
opinione
pubblica
sarà
satura
.
Allora
si
dirà
:
ma
perché
non
si
cerca
di
dar
modo
ai
cittadini
di
distinguere
subito
un
malandrino
da
un
agente
di
polizia
?
Perché
non
si
dà
una
divisa
a
tutti
gli
agenti
di
polizia
?
Perché
non
si
toglie
via
l
agente
in
borghese
che
determina
questi
equivoci
e
provoca
queste
possibilità
di
malfare
?
Lasciate
che
la
passività
diventi
cumulo
,
che
essa
metta
in
pericolo
di
fallimento
presso
i
benpensanti
e
gli
indifferenti
l
azienda
dell
«
ordine
»
.
Provando
e
riprovando
,
si
arriverà
a
provvedere
.
Lo
sviluppo
della
storia
è
tutto
così
,
nelle
piccole
come
nelle
grandi
cose
.
StampaPeriodica ,
La
critica
al
crocianesimo
,
elemento
comune
di
tutti
i
collaboratori
di
"
Campo
di
Marte
"
,
trova
in
Alfonso
Gatto
uno
dei
più
lucidi
e
decisi
rappresentanti
.
La
poesia
non
può
essere
sottoposta
alla
"
moderata
variazione
di
un
gusto
"
.
Essa
,
appunto
perché
prodotto
di
un
determinato
periodo
storico
,
si
trova
ad
essere
parte
integrante
di
quel
periodo
;
e
quando
la
crisi
di
una
società
determina
la
crisi
dei
valori
tradizionali
,
essa
ne
rimane
fatalmente
coinvolta
.
Ciò
che
A
.
Gatto
mette
qui
a
fuoco
,
è
la
funzione
stessa
della
letteratura
,
e
lo
stretto
legame
che
unisce
il
poeta
al
contesto
storico
e
sociale
all
'
interno
del
quale
egli
opera
.
A
stabilire
un
rapporto
tra
i
diversi
saggi
che
un
critico
,
con
più
o
meno
cura
,
può
aver
scritto
in
un
periodo
,
mettiamo
,
di
cinque
anni
,
si
verificheranno
due
ipotesi
:
che
il
critico
esemplifichi
immutabilmente
un
metodo
esegetico
e
che
usi
di
pretesto
al
suo
discorso
quegli
autori
che
non
lo
smentiscono
:
o
che
si
sforzi
di
cogliere
le
ragioni
della
sua
sensibilità
e
del
suo
gusto
ecletticamente
su
tutte
le
opere
che
gli
ripropongono
la
distinzione
delle
proprie
parti
più
o
meno
riuscite
,
espresse
e
formate
.
In
tutti
e
due
i
casi
risulta
una
sola
apparente
coerenza
:
la
neutralità
del
critico
e
del
criticato
in
nome
di
uno
storicismo
pacifico
che
vuoi
salvare
le
proprie
istituzioni
.
Sul
critico
che
invece
dimostra
di
seguire
e
di
cogliere
nel
linguaggio
di
un
'
opera
la
difficile
proprietà
morale
in
cui
lo
scrittore
o
il
poeta
scopre
le
continue
relazioni
con
se
stesso
-
relazioni
storiche
,
sociali
,
interamente
umane
-
e
che
pone
la
sua
conoscenza
a
fedele
sintomo
della
stessa
storia
cui
si
rivolge
e
si
oppone
,
son
pronte
invece
le
accuse
più
recidive
.
Soltanto
per
questa
prudenza
esistono
critici
che
si
occupano
per
trent
'
anni
di
poesia
con
la
moderata
variazione
di
un
gusto
,
fermandosi
perplessi
al
punto
in
cui
il
vero
poeta
rifiuta
per
crisi
e
per
violenta
antistoria
la
propria
conservazione
e
nel
sentimento
del
tempo
e
della
morte
trova
un
ordine
nuovo
.
Rispetto
alla
storia
esistono
cioè
critici
integralmente
profani
che
si
preoccupano
di
negare
alla
poesia
la
crisi
e
la
violenza
stessa
della
sua
origine
.
Esiste
questo
stato
temporale
degli
studi
la
cui
utilità
conservativa
è
ormai
prossima
alla
reazione
.
La
conclusione
che
si
vuol
vedere
nell
'
opera
di
un
critico
deve
essere
perciò
di
natura
e
di
fedeltà
morale
rispetto
alla
storia
che
il
poeta
e
lo
scrittore
muove
e
non
limita
con
la
sua
presenza
:
gli
errori
di
sopravvalutazione
e
di
credito
in
tal
senso
contano
per
le
ragioni
di
necessità
da
cui
son
mossi
,
dalla
piena
dichiarazione
del
giudizio
.
Quanto
più
preciso
,
intimo
,
inalienabile
,
il
discorso
di
un
critico
accentra
storicamente
le
proprie
responsabilità
ed
esplica
al
limite
sociale
dei
contemporanei
le
ragioni
di
una
umanità
concreta
e
consapevole
che
non
è
immediatamente
documentata
e
polemicamente
resa
attuale
.
De
Sanctis
,
in
tal
senso
,
fu
un
critico
che
,
nella
stretta
chiarificazione
del
-
l
'
unità
morale
dei
poeti
e
degli
scrittori
,
non
rinunziò
ad
alcuna
delle
relazioni
sociali
e
storiche
in
cui
si
sentiva
vivo
e
mortale
.
Una
storia
della
letteratura
sarebbe
,
in
tal
senso
,
ancora
opera
vana
,
da
non
tentare
,
per
conservare
credenza
ad
una
critica
pura
,
irrelata
,
che
si
affianca
con
una
serie
di
monadi
chiuse
agli
esempi
dell
'
arte
?
Pure
questa
consistenza
storica
fu
sempre
fondata
sulle
opposizioni
in
cui
il
poeta
accertò
la
propria
continua
crisi
,
la
sua
poesia
dalla
sua
non
poesia
,
sulla
durata
,
cioè
,
di
un
'
elaborazione
morale
ed
espressiva
provata
da
tutte
le
avversioni
.
In
tale
estrema
disperazione
del
limite
individuale
la
poesia
ha
in
sé
un
movimento
di
crisi
che
è
la
storia
stessa
.
Accettando
l
'
eredità
di
una
critica
puntuale
,
ad
hominem
,
e
portando
lo
storicismo
alle
sue
estreme
conseguenze
,
cioè
al
contatto
dei
contenuti
formalistici
in
cui
strema
sempre
più
il
suo
suolo
esegetico
,
si
dovrebbe
ormai
toccare
con
mano
questa
disperazione
del
limite
individuale
che
solo
in
pochissimi
,
di
riserva
,
si
relega
ad
un
assolutismo
mistico
ed
astorico
.
Occorre
cioè
rompere
l
'
esitazione
e
dare
chiaramente
alla
storia
la
sua
crisi
,
cioè
il
suo
movimento
.
StampaQuotidiana ,
Stagioni
Dice
Marcello
Marchesi
che
a
Milano
ci
si
accorge
della
primavera
quando
la
pubblicità
t
'
avverte
che
è
tempo
di
cambiar
l
'
olio
al
motore
.
È
vero
,
anche
perché
a
Milano
la
primavera
non
esiste
più
.
Le
stagioni
si
sono
ridotte
a
tre
,
e
cioè
l
'
estate
,
l
'
inverno
e
la
Fiera
.
Matricaria
È
in
via
Santa
Sofia
,
quasi
all
'
angolo
con
corso
Italia
.
Il
cancello
sembra
chiuso
,
invece
basta
spingere
e
sei
in
un
giardino
.
Davanti
pare
la
facciata
di
una
chiesa
,
apri
e
ti
trovi
invece
in
un
secondo
cortile
.
Bussi
alla
porticina
,
dopo
un
po
'
viene
fuori
una
monaca
,
tu
le
porgi
la
bottiglia
e
chiedi
:
«
Potrei
avere
,
sorella
,
un
litro
d
'
acqua
matricaria
?
»
.
La
monaca
ti
guarda
,
ti
prega
d
'
attendere
e
sparisce
.
Sei
in
una
sala
esagonale
,
dai
muri
spessi
.
C
'
è
ancora
la
ruota
di
ottone
della
clausura
.
Torna
la
monaca
con
la
bottiglia
piena
,
tu
paghi
tre
e
cinquanta
.
Quella
spiega
che
l
'
acqua
matricaria
fa
bene
ai
nervi
e
concilia
il
sonno
.
Ha
un
odore
forte
,
tra
la
menta
e
la
canfora
,
ma
è
fatta
solo
di
erbe
.
La
fanno
le
suore
della
Visitazione
,
poca
,
per
sé
e
per
qualche
cliente
.
Mi
ci
ha
portato
Jole
Giannini
,
che
di
quest
'
acqua
miracolosa
ha
avuto
notizia
,
per
caso
,
da
uno
degli
arcieri
(
un
club
di
tiratori
con
l
'
arco
)
che
periodicamente
si
trovano
nella
bottega
del
signor
Ronchi
«
antiquario
di
vini
»
.
Fanigottone
Mi
accompagna
a
casa
in
macchina
un
amico
milanese
,
e
passiamo
pei
viali
del
parco
.
Ci
sono
le
solite
donnette
,
ma
alcune
,
anziché
tenere
le
lor
poste
,
hanno
fatto
capannello
e
stanno
lì
a
chiacchierare
.
L
'
amico
me
le
indica
con
una
smorfia
di
disapprovazione
,
e
mi
fa
:
«
Hanno
mica
voglia
di
lavorare
quelle
»
.
Dessert
Il
più
bel
dessert
prepasquale
l
'
ha
offerto
l
'
altra
sera
agli
amici
Piero
Gadda
Conti
:
una
gallina
di
gelato
,
sontuosa
,
capolavoro
d
'
una
pasticceria
di
corso
Vittorio
Emanuele
.
Paglia
,
uovo
,
corpo
e
cresta
,
tutto
alla
fragola
.
Qualche
esteta
,
fra
gli
invitati
,
da
quanto
era
bella
non
la
voleva
nemmeno
mangiare
.
Ma
poi
l
'
hanno
avuta
vinta
i
bambini
.
Il
boccone
del
prete
è
toccato
a
Camilla
Cederna
.
Mi
giura
che
era
squisito
,
meglio
che
se
fosse
stato
d
'
una
gallina
vera
.
S
'
è
fermato
a
Eboli
Alla
libreria
di
Aldovrandi
c
'
è
Calvino
che
firma
le
copie
dello
Scrutatore
.
All
'
altra
libreria
di
via
Manzoni
,
il
baffuto
Venturini
vende
Gattopardini
economici
col
ritmo
d
'
un
distributore
automatico
,
centocinquanta
copie
al
giorno
.
In
quei
cento
metri
di
marciapiede
,
ogni
sera
fra
le
sette
e
le
otto
,
la
Milano
che
vive
di
carta
stampata
si
scambia
battute
,
giochi
di
parole
,
epigrammi
.
Per
esempio
,
dicono
i
colleghi
dell
'
Unità
che
da
loro
,
oggi
come
oggi
,
la
situazione
non
è
facile
,
anzi
è
complessa
e
«
d
'
alicata
»
.
E
aggiungono
che
la
recente
presa
di
posizione
di
Krusciov
sull
'
arte
moderna
consente
,
almeno
,
di
rispolverare
un
vecchio
antislogan
:
«
Non
comprate
quadri
astratti
.
Fateveli
da
voi
»
.
Escono
i
redattori
di
Feltrinelli
,
e
ti
comunicano
che
Nanni
Balestrini
è
«
il
poeta
neo
-
dada
-
umpa
»
.
Contro
Carlo
Levi
,
che
di
recente
ha
tirato
le
orecchie
ai
giovani
intellettuali
troppo
inclini
a
parlare
di
alienazione
,
ecco
l
'
epigramma
:
«
Soffice
Leviatano
/
Io
so
perché
sei
tristo
:
/
Come
un
mito
pagano
/
Non
hai
più
funzionato
,
/
dopo
Cristo
»
.
StampaPeriodica ,
L
'
Accademia
anti
-
accademia
...
L
'
Accademia
d
'
Italia
deve
essere
antiaccademica
.
Deve
essere
antiparassitaria
e
antistatica
,
dinamica
,
operosa
,
creatrice
.
Pensiamo
,
insomma
,
che
l
'
Accademia
d
'
Italia
debba
essere
l
'
organo
della
Rivoluzione
fascista
nel
campo
dell
'
arte
.
Pertanto
essa
dovrebbe
avere
per
compito
generale
la
difesa
e
l
'
illustrazione
dello
spirito
italiano
,
attraverso
una
azione
precisa
ed
efficace
su
tutto
quanto
concerne
la
cultura
del
nostro
Paese
,
intesa
questa
come
somma
di
tutte
le
discipline
intellettuali
ed
artistiche
.
Tale
azione
difensiva
dovrebbe
essere
intesa
nel
senso
di
una
saggia
conservazione
spirituale
e
materiale
del
patrimonio
artistico
della
nostra
razza
,
il
quale
deve
essere
maggiormente
protetto
di
quanto
oggi
non
si
faccia
,
sia
dalle
minacce
del
tempo
in
ciò
che
è
opera
distruttibile
,
sia
-
soprattutto
-
dalle
influenze
e
dalle
contaminazioni
straniere
in
ciò
che
è
essenza
e
modo
di
vita
estetica
,
filosofica
,
religiosa
e
morale
,
particolare
alla
nostra
razza
...
La
sua
funzione
di
difesa
ideale
della
nostra
civiltà
artistica
,
in
cui
si
riassumono
le
nostre
più
preziose
virtù
etniche
,
l
'
Accademia
d
'
Italia
può
compierla
con
lo
svalutare
,
attraverso
la
propria
palese
noncuranza
o
con
esplicite
dimostrazioni
ed
atti
pubblici
,
tutte
quelle
manifestazioni
letterarie
,
mistiche
,
artistiche
,
morali
,
ecc
.
,
che
portano
in
tutti
questi
campi
dell
'
intelletto
e
dello
spirito
"
germi
"
di
errori
e
di
degenerazioni
contrastanti
con
la
schietta
genialità
o
spiritualità
creativa
nazionale
.
Con
ciò
l
'
Accademia
combatterebbe
senza
dar
quartiere
,
nell
'
ambito
delle
sue
proprie
funzioni
e
attribuzioni
,
ogni
forma
di
decadenza
dello
spirito
italiano
da
quelle
che
sono
le
sue
caratteristiche
e
proprietà
tradizionali
,
storiche
e
congenite
.
Sopratutte
energica
dovrebbe
essere
la
difesa
della
lingua
nel
suo
carattere
sostanziale
,
senza
pedante
-
rie
,
che
sono
più
dannose
delle
importazioni
,
nella
lingua
parlata
come
in
quella
scritta
,
di
termini
stranieri
italianizzati
.
La
lingua
va
considerata
come
una
cosa
viva
ed
in
continuo
sviluppo
,
ma
non
può
più
essere
impunemente
contaminata
,
oggi
come
ieri
e
sotto
ogni
regime
,
secondo
le
mode
giornalistiche
e
librarie
,
che
tengono
il
campo
letterario
.
E
a
questo
proposito
diciamo
un
altro
basta
con
le
"
sagre
"
in
onore
di
santi
,
di
artisti
e
di
eroi
,
fatte
a
base
di
discorsi
,
articoli
,
monografie
e
saggi
colmi
di
fronzoli
,
di
zeppe
e
di
rettoricume
di
una
lingua
insieme
sgrammaticata
,
roboante
e
contorta
,
che
nessun
italiano
potrebbe
riconoscere
per
propria
.
E
basta
con
molta
della
insopportabile
prosaccia
dei
pseudo
scrittori
fascisti
di
questi
ultimissimi
anni
,
sia
del
giornale
,
sia
del
libro
,
i
quali
hanno
la
pretesa
di
contribuire
a
formare
una
letteratura
fascista
mentre
soffocano
lo
stile
della
nostra
grande
lingua
sotto
un
'
immensa
ondata
di
terminologie
inintelligibili
,
barbariche
e
puerili
.
Il
Ministero
della
cultura
italiana
L
'
Accademia
d
'
Italia
,
poi
,
per
procedere
a
quella
valutazione
particolare
del
valore
dei
singoli
artisti
,
di
cui
dicevamo
poc
'
anzi
,
potrebbe
istituire
premi
di
incoraggiamento
e
facilitare
pubblicazioni
e
manifestazioni
artistiche
di
schietta
impronta
italiana
.
Inoltre
essa
dovrebbe
avere
un
proprio
giornale
periodico
,
cui
,
oltre
gli
accademici
,
darebbero
il
loro
contributo
d
'
idee
e
di
espressioni
artistiche
tutti
coloro
che
l
'
Accademia
stimasse
degni
di
far
ciò
.
Insomma
,
l
'
Accademia
d
'
Italia
dovrebbe
rappresentare
una
specie
di
Ministero
della
cultura
italiana
.
Cioè
,
un
organo
centrale
cui
fossero
naturalmente
avocate
tutte
le
imprese
e
tutte
le
iniziative
di
ordine
e
di
carattere
intellettuale
e
artistico
,
in
merito
alle
quali
essa
potrebbe
emettere
il
suo
parere
,
dare
i
suoi
consigli
,
presentare
le
sue
obiezioni
...
StampaQuotidiana ,
La
bella
Gigogin
Fra
i
camioncini
della
campagna
elettorale
,
brutti
,
col
podio
,
l
'
altoparlante
e
i
manifesti
,
i
più
fragorosi
suonano
l
'
Inno
di
Roma
;
i
monarchici
la
marcia
reale
;
i
liberali
la
Bella
Gigogin
.
Questa
mi
pare
un
'
appropriazione
indebita
,
perché
la
bella
Gigogin
venne
alla
finestra
nel
1859
,
e
diventò
subito
l
'
inno
dei
volontari
lombardi
,
che
la
portarono
con
sé
in
Sicilia
e
su
fino
a
Napoli
.
Era
cioè
l
'
inno
della
gioventù
di
parte
radicale
e
garibaldina
.
E
non
discende
forse
il
Partito
liberale
dall
'
opposto
filone
,
moderato
e
cavourriano
?
Alienatiello
Il
professor
Alessandro
Cutolo
va
a
donare
l
'
uovo
pasquale
al
nipotino
.
Lo
trova
in
cucina
,
che
fa
merenda
.
Mentre
beve
la
sua
tazza
di
cioccolata
,
giocherella
coi
biscottini
,
li
dispone
in
tondo
sul
tavolo
,
a
raggiera
.
«
Ma
tu
che
cosa
stai
facendo
?
»
,
gli
chiede
.
«
Sto
facendo
l
'
ora
dei
pavesini
,
nonno
»
.
E
allora
il
professore
,
in
un
impeto
di
affettuosa
stizza
,
abbraccia
il
nipotino
,
esclamando
«
Alienatiello
mio
!
»
.
Verdi
vuole
tutto
A
ogni
prima
verdiana
della
Scala
scende
da
Parigi
Manlio
Cancogni
e
sale
da
Grosseto
Carlo
Cassola
.
Poi
si
va
tutti
a
cena
insieme
ed
è
vietato
parlare
d
'
altro
:
chi
li
frena
in
tal
momento
?
Da
altri
segni
appar
chiaro
la
perenne
popolarità
di
Verdi
.
Basti
pensare
che
«
Selezione
»
,
un
'
editrice
che
tira
decine
di
migliaia
di
copie
,
mette
ora
sul
mercato
,
accanto
ai
libri
,
un
microsolco
con
Traviata
,
Ballo
in
maschera
eAida
.
E
giovedì
sera
c
'
era
pieno
alla
Piccola
Scala
,
eppure
non
davano
alcuno
spettacolo
:
era
filologia
musicale
,
conce
chiarì
Gian
Andrea
Gavazzeni
.
Presentavano
il
nastro
delle
prove
del
Ballo
in
maschera
,
diretto
da
Toscanini
con
l
'
orchestra
della
NBC
.
Musica
,
interruzioni
,
daccapo
,
commenti
,
impennate
del
maestro
,
si
sentiva
tutto
.
«
Andiamo
,
signori
,
non
battete
la
fiacca
,
Verdi
vuole
tutto
,
non
gli
basta
la
metà
.
E
quelle
note
piccole
,
suonatele
,
sono
importanti
.
In
italiano
si
chiamano
abbellimenti
.
Rendere
la
musica
more
beautiful
,
capite
,
signori
?
»
È
una
registrazione
del
1954
,
quando
Toscanini
aveva
87
anni
,
eppure
canta
,
si
adira
,
si
diverte
,
rievoca
un
aneddoto
curioso
:
«
Ho
suonato
anch
'
io
in
orchestra
,
signori
,
e
con
Verdi
.
Dirigeva
lui
1'Otello
.
Più
forte
,
più
forte
,
il
secondo
violoncello
,
disse
a
me
e
allora
,
signori
,
non
badate
al
"
piano
"
di
Verdi
.
Daccapo
,
suonatemelo
tutto
questo
brano
,
perché
mi
piace
,
mi
piace
da
morire
»
.
Neologismi
Le
ultime
novità
della
lingua
neoitaliana
si
trovano
specialmente
al
padiglione
delle
macchine
per
ufficio
.
Ci
incontri
il
Francopost
,
lo
Sportellkass
,
l
'
Univac
,
la
Fotolux
e
il
Rotaprint
.
C
'
è
anche
la
macchina
spezzatrice
.
In
un
altro
padiglione
impari
invece
che
«
il
polietilene
viene
estruso
»
:
participio
passato
del
verbo
estrudere
,
che
,
prima
del
12
aprile
1963
,
non
esisteva
.
Si
sono
dimenticati
della
balia
L
'
altra
sera
discutevamo
di
bambini
:
un
medico
,
un
pedagogista
,
un
architetto
e
uno
psicologo
.
Fecero
anche
vedere
un
documentario
sul
gioco
,
piuttosto
bello
.
E
si
sentirono
i
pareri
più
diversi
.
Per
esempio
che
il
gioco
della
«
campana
»
(
chiamato
anche
del
«
mondo
»
o
del
«
paradiso
»
)
ha
origini
antichissime
,
rituali
e
magiche
.
Che
bisogna
spostare
i
giochi
infantili
sulle
terrazze
,
essendo
le
strade
impraticabili
,
anzi
micidiali
.
Che
il
sessanta
per
cento
dei
bambini
milanesi
avrebbero
bisogno
di
ginnastica
correttiva
,
tanto
diffuse
sono
le
malformazioni
delle
scapole
e
della
spina
dorsale
.
Che
son
da
abbandonare
i
giocattoli
di
serie
.
La
soluzione
sta
nell
'
autobus
scolastico
,
diceva
l
'
uno
:
scuole
e
campi
di
gioco
in
periferia
,
con
mezzi
di
trasporto
veloci
e
comodi
.
La
città
,
diceva
l
'
altro
,
non
è
in
sé
un
male
,
anzi
ha
molti
aspetti
educativi
e
stimolanti
:
basta
rifarla
con
spazi
verdi
più
estesi
.
Bisogna
moltiplicare
,
interveniva
un
terzo
,
i
campi
di
gioco
rionali
.
L
'
unica
proposta
che
nessuno
fece
fu
di
ritornare
a
un
'
antica
usanza
,
di
mandare
cioè
i
bambini
piccoli
a
balia
.
Certo
,
potremmo
inventare
un
sistema
di
baliatico
moderno
,
magari
collettivo
,
razionale
ed
economico
.
Perché
la
constatazione
è
triste
:
il
bambino
milanese
impara
verso
i
cinque
anni
che
le
uova
le
fanno
le
galline
e
il
latte
le
mucche
.
StampaQuotidiana ,
Quando
nacque
il
governo
D
'
Alema
,
con
una
misera
maggioranza
parlamentare
da
Cossutta
a
Cossiga
,
noi
scrivemmo
che
resuscitava
il
peggior
trasformismo
di
fine
Ottocento
e
che
la
sinistra
andava
al
disastro
.
Facemmo
una
copertina
col
titolo
Balla
coi
lupi
.
E
ora
accade
che
i
lupi
,
latrando
come
si
addice
a
questo
genere
di
animali
,
stanno
scuoiando
vivi
i
ragazzi
di
palazzo
Chigi
:
i
quali
si
sono
,
da
un
anno
in
qua
,
volontariamente
offerti
in
pasto
.
Il
comunicato
del
sen.
Cossiga
,
diffuso
come
pubblicità
a
pagamento
,
scritto
in
uno
stile
che
bisognerebbe
analizzare
come
i
bollettini
delle
Br
,
esige
una
commissione
parlamentare
d
'
inchiesta
sulla
storia
d
'
Italia
e
sull
'
esistenza
stessa
del
Pci
per
settant
'
anni
.
Un
tribunale
speciale
di
lupi
e
gladiatori
che
le
pecore
subiscono
belando
.
Gladio
veste
i
panni
solenni
di
una
magistratura
giudicante
per
indagare
sul
Kgb
,
Cossiga
indagherà
su
Cossutta
che
indagherà
su
se
stesso
.
I
giornali
invocano
la
dissacrazione
di
Berlinguer
,
che
non
solo
morì
comunista
senza
rinnegamenti
ma
anche
prigioniero
dell
'
Urss
.
L
'
editorialista
del
«
Corriere
»
Panebianco
,
con
quel
cognome
abusivo
rispetto
a
se
stesso
,
scrive
che
il
comunismo
è
«
il
male
assoluto
»
e
chiede
ai
ragazzi
di
Berlinguer
di
condannare
il
proprio
padre
,
di
compiere
un
'
abiura
anch
'
essa
assoluta
.
C
'
è
del
metodo
in
questa
follia
,
che
non
intende
solo
sbranare
ma
dissolvere
nell
'
acido
solforico
i
resti
della
sinistra
italiana
.
Questa
follia
non
si
fermerà
,
non
si
accontenterà
del
rapporto
Mitrokhin
e
dei
finanziamenti
del
Kgb
,
farà
della
caccia
alle
streghe
una
bandiera
politica
ed
elettorale
,
fino
a
farci
rimpiangere
l
'
anticomunismo
del
passato
.
Non
c
'
è
alcun
segnale
di
reazione
a
questo
assalto
.
D
'
Alema
e
Veltroni
hanno
infilato
tutte
e
quattro
le
mani
in
questo
ingranaggio
che
li
stritola
e
non
sanno
come
sottrarsi
,
forse
non
hanno
neppure
capito
con
chi
si
sono
messi
(
Berlinguer
lo
aveva
finalmente
capito
quando
accusò
se
stesso
di
«
ingenuità
»
nei
confronti
della
Dc
e
di
Cossiga
come
individuo
)
.
Non
diranno
al
picconatore
,
come
farebbero
due
uomini
adulti
,
di
andarsene
fuori
dai
piedi
,
né
glielo
dirà
il
congelato
Cossutta
.
Ma
una
maggioranza
così
indecente
non
può
durare
né
esprimere
un
governo
credibile
e
una
politica
rispettabile
.
Se
il
governo
resterà
in
piedi
perché
il
potere
o
una
sua
parvenza
contano
più
di
tutto
sarà
un
cadavere
ambulante
.
Non
lo
dico
come
paleocomunista
che
ha
a
cuore
le
sorti
e
anche
l
'
onore
della
sinistra
,
del
suo
passato
e
del
suo
futuro
,
ma
come
un
povero
cittadino
umiliato
e
offeso
.
StampaPeriodica ,
Di
fronte
allo
sciovinismo
di
un
'
altra
nazione
dobbiamo
noi
,
starcene
lì
rassegnati
e
astinenti
?
Noi
non
gliela
facciamo
.
Un
modesto
caso
personale
.
Io
mi
sono
incominciato
ad
interessare
alle
questioni
nazionali
nei
rapporti
con
gli
stranieri
,
dal
mio
primo
viaggio
all
'
estero
:
dal
momento
in
cui
ho
incominciato
a
soffrire
il
disprezzo
dei
tedeschi
e
l
'
ironia
dei
francesi
:
lo
sciovinismo
di
ciascuna
nazione
.
Oh
,
sì
certamente
,
se
non
fossero
stati
gli
stranieri
,
anche
io
oggi
la
penserei
come
Benedetto
Croce
.
La
responsabilità
di
un
atto
così
imprudente
,
(
la
temerità
di
creder
caduto
in
error
di
pratica
un
maestro
)
,
per
mio
conto
la
scarico
sui
tedeschi
e
sui
francesi
,
che
mi
hanno
fatto
vedere
uno
spettacolo
talmente
vasto
,
di
deformazione
del
vero
,
fin
nel
sacrosanto
campo
storico
,
da
non
lasciarmi
dubbio
di
sorta
sul
metodo
da
seguire
per
l
'
interesse
nostro
.
Trattasi
di
due
generi
di
mentalità
:
c
'
è
chi
vede
gli
interessi
al
di
sopra
delle
perfezioni
ideali
;
e
c
'
è
quegli
che
intende
sacrificare
qualsiasi
interesse
per
ottenere
uno
stato
di
perfezione
.
Chi
non
avesse
paura
delle
parole
grosse
,
potrebbe
dir
persino
che
c
'
è
chi
sente
la
patria
al
di
sopra
di
tutto
,
e
chi
al
di
sopra
di
tutto
,
compresa
la
patria
,
sente
un
altro
amore
.
Ma
la
parola
patria
,
che
può
esser
compresa
tra
i
sentimenti
che
Croce
dice
"
Vezzeggiati
dal
volgo
,
"
non
mescoliamola
a
queste
chiacchiere
.
Guardiamo
per
ora
la
convenienza
soltanto
.
Oggi
la
politica
intellettuale
va
diretta
tenendo
presente
il
bluffismo
,
l
'
affarismo
,
le
camorre
,
le
invadenze
,
i
soprusi
,
i
complotti
internazionali
di
ciascuna
nazione
.
Questi
piani
strategici
mirano
a
due
fini
:
uno
riguarda
il
primato
morale
,
prezioso
alle
mire
generali
politiche
di
ogni
paese
;
il
secondo
punto
i
mercati
.
(
Vendere
i
libri
,
vendere
i
quadri
,
eccetera
,
portar
simpatie
e
soldi
a
casa
.
)
I
mezzi
usati
da
ambedue
le
correnti
sono
naturalmente
intellettuali
.
Per
esempio
,
il
Seicento
in
pittura
viene
sollecitamente
affermato
un
gran
secolo
perché
la
Germania
ha
accaparrato
quadri
del
Seicento
.
Il
cubismo
trova
critici
di
firma
,
che
ancora
lo
difendono
,
perché
il
tal
mercante
ha
sullo
stomaco
duecento
pezzi
cubisti
.
Picasso
è
tornato
al
cubismo
-
e
fa
ora
il
neoclassico
un
giorno
e
il
cubista
un
altro
-
per
non
far
arrabbiare
nessuno
.
De
Chirico
da
neoclassico
è
tornato
metafisico
perché
così
vuole
il
mercante
Rosemberg
...
Tornando
al
nostro
argomento
,
gli
intellettuali
italiani
dovrebbero
tenersi
d
'
accordo
coi
mercanti
italiani
(
editori
,
antiquari
,
mercanti
d
'
arte
moderna
,
fabbricanti
di
strumenti
intellettuali
)
per
poter
far
la
parte
nostra
nel
campo
della
concorrenza
straniera
.
Io
non
capirei
quindi
le
divisioni
interne
tra
intellettuali
che
hanno
o
avrebbero
opposto
colore
politico
.
Mi
pare
che
gli
argomenti
artistici
non
si
posson
tingere
di
nessun
colore
,
e
non
vedo
dunque
le
cause
delle
spartizioni
che
dividon
le
forze
italiane
in
due
.
Tanto
più
che
una
non
agisce
ad
altro
fine
che
ad
insidiare
anche
all
'
estero
l
'
altra
,
con
quanto
vantaggio
dell
'
interesse
comune
(
sempre
comune
)
non
so
.
Siccome
io
conosco
i
costumi
degli
intellettuali
stranieri
,
ho
risoluto
che
sarebbe
perfino
morale
-
nei
confronti
dei
metodi
loro
-
d
'
usar
addirittura
i
sistemi
della
nostra
vecchia
camorra
.
Questo
è
ottocentesco
e
dunque
anche
di
moda
...
Bando
alle
utopie
,
in
conclusione
,
e
tenersi
fermi
al
sodo
,
altrimenti
ci
fregano
.
StampaQuotidiana ,
Giovani
«
indaffarati
»
tra
gondole
e
stalattiti
Il
locale
è
al
primo
casello
dell
'
autostrada
per
Genova
.
Entrando
vedi
un
bar
comunissimo
,
la
televisione
accesa
,
un
carabiniere
che
sta
a
guardare
,
due
cani
che
si
rincorrono
,
una
cameriera
alla
macchina
degli
espressi
.
Ma
il
bello
comincia
dentro
:
sono
cinque
o
sei
stanze
una
dietro
l
'
altra
,
arredate
in
uno
stile
che
varia
dal
neoveneziano
al
cavernicolo
.
Qui
oblò
,
gondole
,
remi
,
lampioncini
fiochi
,
là
stalattiti
di
cartapesta
che
pendono
dal
soffitto
.
Per
sedere
,
divanetti
a
due
posti
di
quelli
col
bracciolo
tondo
di
legno
lucido
,
come
usavano
nel
'35
.
Qualche
coppia
balla
,
senza
spostarsi
oltre
il
raggio
di
un
metro
,
la
musica
è
centralizzata
,
un
nastro
continuo
che
gli
altoparlanti
fanno
echeggiare
sommessa
dovunque
.
Le
altre
coppie
stanno
sedute
sui
divanetti
,
e
si
baciano
senza
sosta
.
Quasi
tutti
giovani
.
I
ragazzi
sono
impegnatissimi
,
seri
,
tenaci
,
aggrondati
:
paiono
apprendisti
meccanici
alle
prese
col
«
pezzo
»
:
c
'
è
chi
svita
e
chi
trapana
,
chi
fresa
e
chi
smussa
.
Entrano
due
coppie
sui
quaranta
,
e
si
siedono
sbagliate
,
qua
gli
uomini
,
di
fronte
le
donne
.
Chiedono
da
bere
e
invece
della
cameriera
arriva
trafelata
la
padrona
.
«
Va
mica
bene
così
»
dice
,
e
li
fa
spostare
.
Coppie
han
da
essere
.
Le
targhe
da
gioco
A
notte
alta
in
via
Manzoni
due
tipi
si
spostano
pendolarmente
da
un
lato
all
'
altro
della
strada
,
e
ogni
volta
consultano
con
attenzione
la
targa
delle
auto
in
sosta
.
Potrebbero
essere
due
poliziotti
o
due
esperti
di
statistica
in
missione
notturna
.
Invece
sono
due
colleghi
:
chiuso
l
'
ultimo
bar
,
continuano
la
partita
per
strada
,
e
hanno
appunto
inventato
il
«
poker
di
targhe
»
.
Al
primo
toccano
le
auto
di
destra
,
al
secondo
quelle
di
sinistra
,
e
coi
numeri
formano
tutte
le
combinazioni
del
poker
vero
:
coppia
di
sei
,
full
di
nove
,
poker
di
quattro
,
scala
.
Con
le
targhe
milanesi
,
a
sei
numeri
,
si
può
fare
anche
pokerissimo
e
superpoker
.
Non
esiste
ancora
un
regolamento
preciso
,
specialmente
circa
il
valore
da
attribuire
agli
zeri
.
Il
gioco
si
è
già
diffuso
in
molti
ambienti
,
e
alcuni
appassionati
seguono
con
ansia
gli
sviluppi
della
motorizzazione
;
a
chi
toccherà
,
per
la
prima
volta
nella
storia
milanese
,
la
ventura
di
fare
superpoker
di
sette
?
Ma
non
attacca
In
un
grande
magazzino
c
'
è
una
ragazza
in
grembiule
turchino
che
«
dimostra
»
i
vantaggi
di
una
nuova
padella
,
detta
«
inadherent
»
.
I
cibi
in
cottura
non
attaccano
mai
sul
fondo
,
e
senza
bisogno
di
olio
,
burro
o
grassi
.
Così
si
risparmia
e
si
mantiene
la
linea
.
La
dimostratrice
rompe
un
uovo
,
lo
sbatte
,
ne
versa
un
po
'
nella
padella
posata
sul
gas
,
lascia
cuocere
,
poi
col
mestolino
stacca
la
frittata
,
sottile
come
un
'
ostia
.
Ne
ha
già
fatto
un
bel
mucchietto
.
Una
donna
che
sta
a
guardare
curiosa
,
azzarda
un
dito
sulle
frittatine
,
domanda
se
davvero
non
c
'
è
olio
.
Non
c
'
è
.
Nemmeno
sale
?
No
.
«
Allora
non
le
mangio
.
»
E
se
ne
va
.
StampaQuotidiana ,
La
firma
dei
trattati
europei
al
«
palais
d
'
Egmont
»
di
Bruxelles
coincide
con
uno
dei
momenti
di
maggiore
disorientamento
e
turbamento
della
nostra
democrazia
.
L
'
Italia
che
con
De
Gasperi
dette
un
contributo
decisivo
all
'
avvio
dell
'
unificazione
continentale
,
in
anni
di
difficoltà
economiche
e
di
depressione
sociale
infinitamente
peggiori
degli
attuali
,
era
presente
nella
capitale
belga
attraverso
un
presidente
del
consiglio
dimissionario
,
e
reincaricato
poche
ore
prima
in
vista
di
una
difficilissima
coalizione
quadripartita
,
e
attraverso
un
ministro
degli
esteri
di
cui
neppure
è
certa
la
presenza
nel
futuro
governo
,
ammesso
che
si
riesca
a
costituirlo
al
termine
di
un
periplo
lungo
e
tormentato
.
Incertezza
nella
pubblica
opinione
;
distacco
fra
classe
politica
e
paese
reale
;
riaffiorare
di
fermenti
di
eversione
e
di
violenza
,
minacciosi
per
la
stessa
stabilità
delle
libere
istituzioni
.
Il
miracolo
economico
degli
anni
Sessanta
compromesso
dagli
errori
di
una
demagogia
intollerante
,
troppo
spesso
accarezzata
da
partiti
di
governo
;
taluni
modelli
della
vita
italiana
sospesi
fra
l
'
Argentina
di
Perón
e
la
Jugoslavia
di
Tito
.
I
dati
fondamentali
della
solidarietà
democratica
in
discussione
;
talvolta
riaffioranti
le
tentazioni
di
una
dispettosa
autarchia
.
L
'
Europa
rimane
,
più
che
mai
,
la
sola
speranza
per
l
'
Italia
.
Perfino
di
fronte
alla
ventata
della
contestazione
,
la
religione
dell
'
Europa
unita
è
riuscita
a
sopravvivere
.
Nella
gioventù
,
che
non
crede
più
in
niente
,
è
pour
cause
dopo
la
dilapidazione
dei
padri
,
la
prospettiva
di
un
'
Europa
unificata
accende
ancora
speranze
,
suscita
propositi
o
impegni
di
lotta
.
La
Russia
obbedisce
alle
leggi
di
sempre
,
alla
sua
gravitazione
di
grande
impero
euro
-
asiatico
,
fondato
su
un
istinto
di
conservazione
di
cui
l
'
ecumenismo
comunista
rappresenta
solo
uno
strumento
;
gli
Stati
Uniti
rientrano
con
Nixon
nel
solco
della
tradizione
repubblicana
,
tendenzialmente
isolazionista
e
svincolata
dai
raccordi
con
le
democrazie
europee
che
alimentarono
,
pure
attraverso
illusioni
ed
errori
,
il
partito
di
Roosevelt
e
di
Kennedy
.
Gli
equilibri
mondiali
tornano
ad
imporsi
secondo
le
regole
di
Metternich
,
contraddicendo
le
speranze
di
fratellanza
e
di
giustizia
scaturite
dalla
seconda
guerra
mondiale
,
dalla
carta
di
San
Francisco
.
Solo
in
una
dimensione
europea
l
'
Italia
può
sperare
di
risolvere
i
suoi
problemi
:
problemi
di
crescita
civile
,
di
espansione
economica
,
di
autentica
promozione
sociale
,
al
di
fuori
delle
illusioni
di
un
«
giustizialismo
»
appena
adatto
per
i
paesi
del
terzo
mondo
.
Nonostante
infiniti
errori
,
particolarmente
gravi
negli
ultimi
quattro
anni
,
la
democrazia
italiana
ha
salvato
le
condizioni
della
convivenza
,
i
presupposti
di
un
libero
dialogo
democratico
nel
nostro
paese
.
Occorre
fermarsi
sul
ciglio
del
precipizio
,
ritrovare
la
fede
nella
libertà
,
smarrita
per
troppi
calcoli
di
potere
.
La
firma
di
Bruxelles
serva
almeno
ad
illuminare
i
partiti
italiani
:
prima
che
la
spaccatura
del
paese
in
due
fronti
contrapposti
,
destra
estrema
contro
sinistra
estrema
,
sia
consumata
.
In
quel
caso
saremmo
già
fuori
dall
'
Europa
:
vittime
di
quella
«
vocazione
africana
»
di
cui
parlava
Gobetti
.
StampaPeriodica ,
...
Una
cultura
umana
seria
,
cioè
nazionale
,
che
dia
il
senso
della
realtà
,
non
può
essere
che
di
pochi
.
Ma
,
quando
esista
,
non
manca
di
esercitare
anche
sulle
moltitudini
un
'
azione
benefica
e
rinvigoritrice
.
La
nostra
letteratura
,
vecchia
,
e
anche
recente
,
se
non
recentissima
(
poco
sopra
nominammo
Leopardi
e
Manzoni
)
,
contiene
più
di
quanto
bisogni
alla
formazione
d
'
una
tale
cultura
.
Insieme
con
molta
scoria
(
opporranno
)
...
Della
scoria
,
sia
molta
o
poca
,
si
devon
curare
soltanto
gli
storici
;
quegl
'
italiani
che
vogliono
,
come
dovrebbero
,
esser
semplicemente
culti
,
posson
lasciarla
in
disparte
.
Invece
i
più
lasciano
in
disparte
,
non
la
sola
scoria
,
ma
tutta
quanta
la
letteratura
;
e
ciò
da
gran
tempo
...
Non
parliamo
delle
Università
,
dove
l
'
insegnamento
letterario
si
tecnicizza
inevitabilmente
(
forse
troppo
,
qua
e
là
;
non
discuto
)
.
Ma
nella
scuola
media
,
il
cui
ufficio
è
di
preparare
alla
,
cultura
,
gli
scolari
poco
leggono
,
e
meno
imparano
a
leggere
come
converrebbe
,
non
prendono
gusto
e
non
si
fanno
l
'
abitudine
alle
letture
"classiche."
Il
ricchissimo
patrimonio
della
nostra
letteratura
è
,
per
la
cultura
(
non
dico
per
l
'
erudizione
)
reso
inutile
,
come
se
non
ci
fosse
.
Con
la
conseguenza
,
che
le
nostre
classi
culte
,
cioè
quelle
che
si
credono
e
son
credute
culte
,
manchino
di
quella
cultura
nostra
,
che
sola
è
capace
di
farci
comprendere
la
realtà
nostra
.
...
Lo
straniarsi
della
lingua
,
donde
poi
l
'
incultura
,
è
un
effetto
,
e
diviene
alla
sua
volta
una
causa
,
della
cieca
soggezione
ai
forestieri
.
Ogni
giornale
che
si
prenda
in
mano
è
,
per
la
forma
,
scritto
come
s
'
è
accennato
e
come
tutti
vedono
;
per
il
contenuto
,
non
contiene
quasi
che
importazioni
francesi
,
o
,
se
ce
n
'
è
qualche
altra
,
passata
nove
su
dieci
attraverso
un
canale
francese
...
Per
un
popolo
,
come
per
un
uomo
,
la
sua
ragion
d
'
essere
consiste
nella
sua
originalità
.
I
pappagalli
non
hanno
valore
,
neppure
come
scolari
;
son
dei
fruges
consumere
nati
,
gravosi
a
loro
stessi
e
agli
altri
.
Un
uomo
,
perché
faccia
opera
utile
in
un
campo
qualsiasi
,
deve
non
rassegnarsi
a
non
esser
più
d
'
un
servitore
;
gli
occorrono
svegliatezza
d
'
ingegno
,
attività
intelligente
,
iniziativa
;
in
una
parola
:
fiducia
in
sé
.
Ma
che
fiducia
possono
avere
in
sé
uomini
,
a
cui
ogni
giorno
si
rinfacciano
l
'
ignoranza
e
l
'
accidia
,
che
fin
dall
'
infanzia
vengono
avvezzati
a
inginocchiarsi
davanti
al
forestiero
,
perché
forestiero
?
Quando
ci
mancavano
l
'
indipendenza
e
l
'
unità
,
fummo
pur
capaci
di
conquistarcela
.
Ora
che
le
possediamo
,
dovremmo
pensare
a
virilmente
valercene
per
affermare
sempre
più
vigorosamente
noi
stessi
.
Non
c
'
è
tesoro
materiale
o
spirituale
,
che
non
svanisca
se
non
è
fatto
fruttare
.