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LA PASSIVITÀ ( GRAMSCI ANTONIO , 1918 )
StampaQuotidiana ,
L ’ assenza del pensiero caratterizza l ’ azione politica della classe dirigente . Provando e riprovando , è il motto d ’ ordine , distolto dalla sua sede naturale la scienza sperimentale , che prova e riprova sulla materia bruta e trasportato alla politica e all ’ amministrazione , le quali operano sugli uomini , che nelle prove e riprove soffrono , sono danneggiati , sono taglieggiati in tutti i modi . Avviene così che la molla dello sviluppo storico non sia il pensiero , ma sia il dolore , il male . Il pensiero , antivedendo le logiche conseguenze di una premessa , delibera di operare subito come se quelle conseguenze si fossero verificate , e pertanto evita il male e la sofferenza : la storia si sviluppa allora con una certa armonia , le correzioni da introdurre all ’ organizzazione degli istituti necessari per la convivenza sociale si riducono al minimo , a quel minimo di imprevedibile che è contenuto nello svolgimento di ogni fatto umano . L ’ assenza di pensiero , l ’ empirismo che procede a tastoni per il provando e riprovando , lascia che il male si accumuli , che le sofferenze si moltiplichino : quando la vita ne è diventata insopportabile , provvede e toglie di mezzo la premessa , che di tutto quel male , di tutte quelle sofferenze è stata la sorgente avvelenata . La storia procede così per eliminazioni di passività : è un perenne fallimento , una perenne revisione di conti sbagliati , fallimento e sbagli non necessari , ma dovuti al solo fatto che gli amministratori non avevano alcuna capacità per il delicato loro compito . Riconosciamo dunque nel male il salvatore della fortuna progressiva degli uomini , la sicurezza che alfine qualcosa si farà ; la tigna , il colera , il vaiolo hanno costretto , con le stragi d ’ altri tempi , all ’ esercizio metodico di norme igieniche che ponessero al riparo dal ripetersi delle stragi . I mali che oggi si verificano costringeranno alla riflessione e ai ripari per l ’ avvenire . Aspettiamo che la passività cavi gli occhi , che rappresenti un pericolo : la pazienza è ormai diventata la prima virtù cardinale dell ’ uomo politico e sociale . Una , due , tre , dieci , venti volte . Dei malandrini si presentano di notte a una portineria . Fanno destare i dormienti . Si dichiarano agenti di polizia agli ordini di un delegato ; devono compiere una perquisizione negli appartamenti per assicurarsi che nella casa non siano nascosti dei ricercati speciali , ecc . ecc . Parlano con quella sicurezza e prepotenza che si addice ai rappresentanti della legge che sanno di essere superiori a ogni legge . Alla minima obiezione distribuiscono largamente cazzotti , preludio delle scene selvagge che si svolgono ai commissariati . Il cittadino , abbandonato da ogni forza umana , conoscendo , o per dolorosa esperienza propria o per esperienza raccontata , i costumi della « giustizia » , lascia l ’ ingresso libero , e per una , due , tre , dieci , venti volte gli appartamenti vengono saccheggiati da malandrini . Che fare ? si domanda il cittadino . Aspettare , non c ’ è altro che aspettare . Che le gesta si moltiplichino , che i malandrini acquistino sempre una maggiore fiducia nell ’ impunità , ed allarghino il campo della loro azione . Che divenga loro vittima un qualche grasso cittadino , che la grassa proprietà sia in pericolo . Allora l ’ opinione pubblica sarà satura . Allora si dirà : ma perché non si cerca di dar modo ai cittadini di distinguere subito un malandrino da un agente di polizia ? Perché non si dà una divisa a tutti gli agenti di polizia ? Perché non si toglie via l ’ agente in borghese che determina questi equivoci e provoca queste possibilità di malfare ? Lasciate che la passività diventi cumulo , che essa metta in pericolo di fallimento presso i benpensanti e gli indifferenti l ’ azienda dell ’ « ordine » . Provando e riprovando , si arriverà a provvedere . Lo sviluppo della storia è tutto così , nelle piccole come nelle grandi cose .
CRITICA INTEGRALE ( GATTO ALFONSO , 1938 )
StampaPeriodica ,
La critica al crocianesimo , elemento comune di tutti i collaboratori di " Campo di Marte " , trova in Alfonso Gatto uno dei più lucidi e decisi rappresentanti . La poesia non può essere sottoposta alla " moderata variazione di un gusto " . Essa , appunto perché prodotto di un determinato periodo storico , si trova ad essere parte integrante di quel periodo ; e quando la crisi di una società determina la crisi dei valori tradizionali , essa ne rimane fatalmente coinvolta . Ciò che A . Gatto mette qui a fuoco , è la funzione stessa della letteratura , e lo stretto legame che unisce il poeta al contesto storico e sociale all ' interno del quale egli opera . A stabilire un rapporto tra i diversi saggi che un critico , con più o meno cura , può aver scritto in un periodo , mettiamo , di cinque anni , si verificheranno due ipotesi : che il critico esemplifichi immutabilmente un metodo esegetico e che usi di pretesto al suo discorso quegli autori che non lo smentiscono : o che si sforzi di cogliere le ragioni della sua sensibilità e del suo gusto ecletticamente su tutte le opere che gli ripropongono la distinzione delle proprie parti più o meno riuscite , espresse e formate . In tutti e due i casi risulta una sola apparente coerenza : la neutralità del critico e del criticato in nome di uno storicismo pacifico che vuoi salvare le proprie istituzioni . Sul critico che invece dimostra di seguire e di cogliere nel linguaggio di un ' opera la difficile proprietà morale in cui lo scrittore o il poeta scopre le continue relazioni con se stesso - relazioni storiche , sociali , interamente umane - e che pone la sua conoscenza a fedele sintomo della stessa storia cui si rivolge e si oppone , son pronte invece le accuse più recidive . Soltanto per questa prudenza esistono critici che si occupano per trent ' anni di poesia con la moderata variazione di un gusto , fermandosi perplessi al punto in cui il vero poeta rifiuta per crisi e per violenta antistoria la propria conservazione e nel sentimento del tempo e della morte trova un ordine nuovo . Rispetto alla storia esistono cioè critici integralmente profani che si preoccupano di negare alla poesia la crisi e la violenza stessa della sua origine . Esiste questo stato temporale degli studi la cui utilità conservativa è ormai prossima alla reazione . La conclusione che si vuol vedere nell ' opera di un critico deve essere perciò di natura e di fedeltà morale rispetto alla storia che il poeta e lo scrittore muove e non limita con la sua presenza : gli errori di sopravvalutazione e di credito in tal senso contano per le ragioni di necessità da cui son mossi , dalla piena dichiarazione del giudizio . Quanto più preciso , intimo , inalienabile , il discorso di un critico accentra storicamente le proprie responsabilità ed esplica al limite sociale dei contemporanei le ragioni di una umanità concreta e consapevole che non è immediatamente documentata e polemicamente resa attuale . De Sanctis , in tal senso , fu un critico che , nella stretta chiarificazione del - l ' unità morale dei poeti e degli scrittori , non rinunziò ad alcuna delle relazioni sociali e storiche in cui si sentiva vivo e mortale . Una storia della letteratura sarebbe , in tal senso , ancora opera vana , da non tentare , per conservare credenza ad una critica pura , irrelata , che si affianca con una serie di monadi chiuse agli esempi dell ' arte ? Pure questa consistenza storica fu sempre fondata sulle opposizioni in cui il poeta accertò la propria continua crisi , la sua poesia dalla sua non poesia , sulla durata , cioè , di un ' elaborazione morale ed espressiva provata da tutte le avversioni . In tale estrema disperazione del limite individuale la poesia ha in sé un movimento di crisi che è la storia stessa . Accettando l ' eredità di una critica puntuale , ad hominem , e portando lo storicismo alle sue estreme conseguenze , cioè al contatto dei contenuti formalistici in cui strema sempre più il suo suolo esegetico , si dovrebbe ormai toccare con mano questa disperazione del limite individuale che solo in pochissimi , di riserva , si relega ad un assolutismo mistico ed astorico . Occorre cioè rompere l ' esitazione e dare chiaramente alla storia la sua crisi , cioè il suo movimento .
Parliamo di Milano - I ( Bianciardi Luciano , 1963 )
StampaQuotidiana ,
Stagioni Dice Marcello Marchesi che a Milano ci si accorge della primavera quando la pubblicità t ' avverte che è tempo di cambiar l ' olio al motore . È vero , anche perché a Milano la primavera non esiste più . Le stagioni si sono ridotte a tre , e cioè l ' estate , l ' inverno e la Fiera . Matricaria È in via Santa Sofia , quasi all ' angolo con corso Italia . Il cancello sembra chiuso , invece basta spingere e sei in un giardino . Davanti pare la facciata di una chiesa , apri e ti trovi invece in un secondo cortile . Bussi alla porticina , dopo un po ' viene fuori una monaca , tu le porgi la bottiglia e chiedi : « Potrei avere , sorella , un litro d ' acqua matricaria ? » . La monaca ti guarda , ti prega d ' attendere e sparisce . Sei in una sala esagonale , dai muri spessi . C ' è ancora la ruota di ottone della clausura . Torna la monaca con la bottiglia piena , tu paghi tre e cinquanta . Quella spiega che l ' acqua matricaria fa bene ai nervi e concilia il sonno . Ha un odore forte , tra la menta e la canfora , ma è fatta solo di erbe . La fanno le suore della Visitazione , poca , per sé e per qualche cliente . Mi ci ha portato Jole Giannini , che di quest ' acqua miracolosa ha avuto notizia , per caso , da uno degli arcieri ( un club di tiratori con l ' arco ) che periodicamente si trovano nella bottega del signor Ronchi « antiquario di vini » . Fanigottone Mi accompagna a casa in macchina un amico milanese , e passiamo pei viali del parco . Ci sono le solite donnette , ma alcune , anziché tenere le lor poste , hanno fatto capannello e stanno lì a chiacchierare . L ' amico me le indica con una smorfia di disapprovazione , e mi fa : « Hanno mica voglia di lavorare quelle » . Dessert Il più bel dessert prepasquale l ' ha offerto l ' altra sera agli amici Piero Gadda Conti : una gallina di gelato , sontuosa , capolavoro d ' una pasticceria di corso Vittorio Emanuele . Paglia , uovo , corpo e cresta , tutto alla fragola . Qualche esteta , fra gli invitati , da quanto era bella non la voleva nemmeno mangiare . Ma poi l ' hanno avuta vinta i bambini . Il boccone del prete è toccato a Camilla Cederna . Mi giura che era squisito , meglio che se fosse stato d ' una gallina vera . S ' è fermato a Eboli Alla libreria di Aldovrandi c ' è Calvino che firma le copie dello Scrutatore . All ' altra libreria di via Manzoni , il baffuto Venturini vende Gattopardini economici col ritmo d ' un distributore automatico , centocinquanta copie al giorno . In quei cento metri di marciapiede , ogni sera fra le sette e le otto , la Milano che vive di carta stampata si scambia battute , giochi di parole , epigrammi . Per esempio , dicono i colleghi dell ' Unità che da loro , oggi come oggi , la situazione non è facile , anzi è complessa e « d ' alicata » . E aggiungono che la recente presa di posizione di Krusciov sull ' arte moderna consente , almeno , di rispolverare un vecchio antislogan : « Non comprate quadri astratti . Fateveli da voi » . Escono i redattori di Feltrinelli , e ti comunicano che Nanni Balestrini è « il poeta neo - dada - umpa » . Contro Carlo Levi , che di recente ha tirato le orecchie ai giovani intellettuali troppo inclini a parlare di alienazione , ecco l ' epigramma : « Soffice Leviatano / Io so perché sei tristo : / Come un mito pagano / Non hai più funzionato , / dopo Cristo » .
StampaPeriodica ,
L ' Accademia anti - accademia ... L ' Accademia d ' Italia deve essere antiaccademica . Deve essere antiparassitaria e antistatica , dinamica , operosa , creatrice . Pensiamo , insomma , che l ' Accademia d ' Italia debba essere l ' organo della Rivoluzione fascista nel campo dell ' arte . Pertanto essa dovrebbe avere per compito generale la difesa e l ' illustrazione dello spirito italiano , attraverso una azione precisa ed efficace su tutto quanto concerne la cultura del nostro Paese , intesa questa come somma di tutte le discipline intellettuali ed artistiche . Tale azione difensiva dovrebbe essere intesa nel senso di una saggia conservazione spirituale e materiale del patrimonio artistico della nostra razza , il quale deve essere maggiormente protetto di quanto oggi non si faccia , sia dalle minacce del tempo in ciò che è opera distruttibile , sia - soprattutto - dalle influenze e dalle contaminazioni straniere in ciò che è essenza e modo di vita estetica , filosofica , religiosa e morale , particolare alla nostra razza ... La sua funzione di difesa ideale della nostra civiltà artistica , in cui si riassumono le nostre più preziose virtù etniche , l ' Accademia d ' Italia può compierla con lo svalutare , attraverso la propria palese noncuranza o con esplicite dimostrazioni ed atti pubblici , tutte quelle manifestazioni letterarie , mistiche , artistiche , morali , ecc . , che portano in tutti questi campi dell ' intelletto e dello spirito " germi " di errori e di degenerazioni contrastanti con la schietta genialità o spiritualità creativa nazionale . Con ciò l ' Accademia combatterebbe senza dar quartiere , nell ' ambito delle sue proprie funzioni e attribuzioni , ogni forma di decadenza dello spirito italiano da quelle che sono le sue caratteristiche e proprietà tradizionali , storiche e congenite . Sopratutte energica dovrebbe essere la difesa della lingua nel suo carattere sostanziale , senza pedante - rie , che sono più dannose delle importazioni , nella lingua parlata come in quella scritta , di termini stranieri italianizzati . La lingua va considerata come una cosa viva ed in continuo sviluppo , ma non può più essere impunemente contaminata , oggi come ieri e sotto ogni regime , secondo le mode giornalistiche e librarie , che tengono il campo letterario . E a questo proposito diciamo un altro basta con le " sagre " in onore di santi , di artisti e di eroi , fatte a base di discorsi , articoli , monografie e saggi colmi di fronzoli , di zeppe e di rettoricume di una lingua insieme sgrammaticata , roboante e contorta , che nessun italiano potrebbe riconoscere per propria . E basta con molta della insopportabile prosaccia dei pseudo scrittori fascisti di questi ultimissimi anni , sia del giornale , sia del libro , i quali hanno la pretesa di contribuire a formare una letteratura fascista mentre soffocano lo stile della nostra grande lingua sotto un ' immensa ondata di terminologie inintelligibili , barbariche e puerili . Il Ministero della cultura italiana L ' Accademia d ' Italia , poi , per procedere a quella valutazione particolare del valore dei singoli artisti , di cui dicevamo poc ' anzi , potrebbe istituire premi di incoraggiamento e facilitare pubblicazioni e manifestazioni artistiche di schietta impronta italiana . Inoltre essa dovrebbe avere un proprio giornale periodico , cui , oltre gli accademici , darebbero il loro contributo d ' idee e di espressioni artistiche tutti coloro che l ' Accademia stimasse degni di far ciò . Insomma , l ' Accademia d ' Italia dovrebbe rappresentare una specie di Ministero della cultura italiana . Cioè , un organo centrale cui fossero naturalmente avocate tutte le imprese e tutte le iniziative di ordine e di carattere intellettuale e artistico , in merito alle quali essa potrebbe emettere il suo parere , dare i suoi consigli , presentare le sue obiezioni ...
Parliamo di Milano - II ( Bianciardi Luciano , 1963 )
StampaQuotidiana ,
La bella Gigogin Fra i camioncini della campagna elettorale , brutti , col podio , l ' altoparlante e i manifesti , i più fragorosi suonano l ' Inno di Roma ; i monarchici la marcia reale ; i liberali la Bella Gigogin . Questa mi pare un ' appropriazione indebita , perché la bella Gigogin venne alla finestra nel 1859 , e diventò subito l ' inno dei volontari lombardi , che la portarono con sé in Sicilia e su fino a Napoli . Era cioè l ' inno della gioventù di parte radicale e garibaldina . E non discende forse il Partito liberale dall ' opposto filone , moderato e cavourriano ? Alienatiello Il professor Alessandro Cutolo va a donare l ' uovo pasquale al nipotino . Lo trova in cucina , che fa merenda . Mentre beve la sua tazza di cioccolata , giocherella coi biscottini , li dispone in tondo sul tavolo , a raggiera . « Ma tu che cosa stai facendo ? » , gli chiede . « Sto facendo l ' ora dei pavesini , nonno » . E allora il professore , in un impeto di affettuosa stizza , abbraccia il nipotino , esclamando « Alienatiello mio ! » . Verdi vuole tutto A ogni prima verdiana della Scala scende da Parigi Manlio Cancogni e sale da Grosseto Carlo Cassola . Poi si va tutti a cena insieme ed è vietato parlare d ' altro : chi li frena in tal momento ? Da altri segni appar chiaro la perenne popolarità di Verdi . Basti pensare che « Selezione » , un ' editrice che tira decine di migliaia di copie , mette ora sul mercato , accanto ai libri , un microsolco con Traviata , Ballo in maschera eAida . E giovedì sera c ' era pieno alla Piccola Scala , eppure non davano alcuno spettacolo : era filologia musicale , conce chiarì Gian Andrea Gavazzeni . Presentavano il nastro delle prove del Ballo in maschera , diretto da Toscanini con l ' orchestra della NBC . Musica , interruzioni , daccapo , commenti , impennate del maestro , si sentiva tutto . « Andiamo , signori , non battete la fiacca , Verdi vuole tutto , non gli basta la metà . E quelle note piccole , suonatele , sono importanti . In italiano si chiamano abbellimenti . Rendere la musica more beautiful , capite , signori ? » È una registrazione del 1954 , quando Toscanini aveva 87 anni , eppure canta , si adira , si diverte , rievoca un aneddoto curioso : « Ho suonato anch ' io in orchestra , signori , e con Verdi . Dirigeva lui 1'Otello . Più forte , più forte , il secondo violoncello , disse a me e allora , signori , non badate al " piano " di Verdi . Daccapo , suonatemelo tutto questo brano , perché mi piace , mi piace da morire » . Neologismi Le ultime novità della lingua neoitaliana si trovano specialmente al padiglione delle macchine per ufficio . Ci incontri il Francopost , lo Sportellkass , l ' Univac , la Fotolux e il Rotaprint . C ' è anche la macchina spezzatrice . In un altro padiglione impari invece che « il polietilene viene estruso » : participio passato del verbo estrudere , che , prima del 12 aprile 1963 , non esisteva . Si sono dimenticati della balia L ' altra sera discutevamo di bambini : un medico , un pedagogista , un architetto e uno psicologo . Fecero anche vedere un documentario sul gioco , piuttosto bello . E si sentirono i pareri più diversi . Per esempio che il gioco della « campana » ( chiamato anche del « mondo » o del « paradiso » ) ha origini antichissime , rituali e magiche . Che bisogna spostare i giochi infantili sulle terrazze , essendo le strade impraticabili , anzi micidiali . Che il sessanta per cento dei bambini milanesi avrebbero bisogno di ginnastica correttiva , tanto diffuse sono le malformazioni delle scapole e della spina dorsale . Che son da abbandonare i giocattoli di serie . La soluzione sta nell ' autobus scolastico , diceva l ' uno : scuole e campi di gioco in periferia , con mezzi di trasporto veloci e comodi . La città , diceva l ' altro , non è in sé un male , anzi ha molti aspetti educativi e stimolanti : basta rifarla con spazi verdi più estesi . Bisogna moltiplicare , interveniva un terzo , i campi di gioco rionali . L ' unica proposta che nessuno fece fu di ritornare a un ' antica usanza , di mandare cioè i bambini piccoli a balia . Certo , potremmo inventare un sistema di baliatico moderno , magari collettivo , razionale ed economico . Perché la constatazione è triste : il bambino milanese impara verso i cinque anni che le uova le fanno le galline e il latte le mucche .
Tribunale speciale ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Quando nacque il governo D ' Alema , con una misera maggioranza parlamentare da Cossutta a Cossiga , noi scrivemmo che resuscitava il peggior trasformismo di fine Ottocento e che la sinistra andava al disastro . Facemmo una copertina col titolo Balla coi lupi . E ora accade che i lupi , latrando come si addice a questo genere di animali , stanno scuoiando vivi i ragazzi di palazzo Chigi : i quali si sono , da un anno in qua , volontariamente offerti in pasto . Il comunicato del sen. Cossiga , diffuso come pubblicità a pagamento , scritto in uno stile che bisognerebbe analizzare come i bollettini delle Br , esige una commissione parlamentare d ' inchiesta sulla storia d ' Italia e sull ' esistenza stessa del Pci per settant ' anni . Un tribunale speciale di lupi e gladiatori che le pecore subiscono belando . Gladio veste i panni solenni di una magistratura giudicante per indagare sul Kgb , Cossiga indagherà su Cossutta che indagherà su se stesso . I giornali invocano la dissacrazione di Berlinguer , che non solo morì comunista senza rinnegamenti ma anche prigioniero dell ' Urss . L ' editorialista del « Corriere » Panebianco , con quel cognome abusivo rispetto a se stesso , scrive che il comunismo è « il male assoluto » e chiede ai ragazzi di Berlinguer di condannare il proprio padre , di compiere un ' abiura anch ' essa assoluta . C ' è del metodo in questa follia , che non intende solo sbranare ma dissolvere nell ' acido solforico i resti della sinistra italiana . Questa follia non si fermerà , non si accontenterà del rapporto Mitrokhin e dei finanziamenti del Kgb , farà della caccia alle streghe una bandiera politica ed elettorale , fino a farci rimpiangere l ' anticomunismo del passato . Non c ' è alcun segnale di reazione a questo assalto . D ' Alema e Veltroni hanno infilato tutte e quattro le mani in questo ingranaggio che li stritola e non sanno come sottrarsi , forse non hanno neppure capito con chi si sono messi ( Berlinguer lo aveva finalmente capito quando accusò se stesso di « ingenuità » nei confronti della Dc e di Cossiga come individuo ) . Non diranno al picconatore , come farebbero due uomini adulti , di andarsene fuori dai piedi , né glielo dirà il congelato Cossutta . Ma una maggioranza così indecente non può durare né esprimere un governo credibile e una politica rispettabile . Se il governo resterà in piedi perché il potere o una sua parvenza contano più di tutto sarà un cadavere ambulante . Non lo dico come paleocomunista che ha a cuore le sorti e anche l ' onore della sinistra , del suo passato e del suo futuro , ma come un povero cittadino umiliato e offeso .
FRONTE UNICO INTELLETTUALE ( BRAGAGLIA ANTON GIULIO , 1927 )
StampaPeriodica ,
Di fronte allo sciovinismo di un ' altra nazione dobbiamo noi , starcene lì rassegnati e astinenti ? Noi non gliela facciamo . Un modesto caso personale . Io mi sono incominciato ad interessare alle questioni nazionali nei rapporti con gli stranieri , dal mio primo viaggio all ' estero : dal momento in cui ho incominciato a soffrire il disprezzo dei tedeschi e l ' ironia dei francesi : lo sciovinismo di ciascuna nazione . Oh , sì certamente , se non fossero stati gli stranieri , anche io oggi la penserei come Benedetto Croce . La responsabilità di un atto così imprudente , ( la temerità di creder caduto in error di pratica un maestro ) , per mio conto la scarico sui tedeschi e sui francesi , che mi hanno fatto vedere uno spettacolo talmente vasto , di deformazione del vero , fin nel sacrosanto campo storico , da non lasciarmi dubbio di sorta sul metodo da seguire per l ' interesse nostro . Trattasi di due generi di mentalità : c ' è chi vede gli interessi al di sopra delle perfezioni ideali ; e c ' è quegli che intende sacrificare qualsiasi interesse per ottenere uno stato di perfezione . Chi non avesse paura delle parole grosse , potrebbe dir persino che c ' è chi sente la patria al di sopra di tutto , e chi al di sopra di tutto , compresa la patria , sente un altro amore . Ma la parola patria , che può esser compresa tra i sentimenti che Croce dice " Vezzeggiati dal volgo , " non mescoliamola a queste chiacchiere . Guardiamo per ora la convenienza soltanto . Oggi la politica intellettuale va diretta tenendo presente il bluffismo , l ' affarismo , le camorre , le invadenze , i soprusi , i complotti internazionali di ciascuna nazione . Questi piani strategici mirano a due fini : uno riguarda il primato morale , prezioso alle mire generali politiche di ogni paese ; il secondo punto i mercati . ( Vendere i libri , vendere i quadri , eccetera , portar simpatie e soldi a casa . ) I mezzi usati da ambedue le correnti sono naturalmente intellettuali . Per esempio , il Seicento in pittura viene sollecitamente affermato un gran secolo perché la Germania ha accaparrato quadri del Seicento . Il cubismo trova critici di firma , che ancora lo difendono , perché il tal mercante ha sullo stomaco duecento pezzi cubisti . Picasso è tornato al cubismo - e fa ora il neoclassico un giorno e il cubista un altro - per non far arrabbiare nessuno . De Chirico da neoclassico è tornato metafisico perché così vuole il mercante Rosemberg ... Tornando al nostro argomento , gli intellettuali italiani dovrebbero tenersi d ' accordo coi mercanti italiani ( editori , antiquari , mercanti d ' arte moderna , fabbricanti di strumenti intellettuali ) per poter far la parte nostra nel campo della concorrenza straniera . Io non capirei quindi le divisioni interne tra intellettuali che hanno o avrebbero opposto colore politico . Mi pare che gli argomenti artistici non si posson tingere di nessun colore , e non vedo dunque le cause delle spartizioni che dividon le forze italiane in due . Tanto più che una non agisce ad altro fine che ad insidiare anche all ' estero l ' altra , con quanto vantaggio dell ' interesse comune ( sempre comune ) non so . Siccome io conosco i costumi degli intellettuali stranieri , ho risoluto che sarebbe perfino morale - nei confronti dei metodi loro - d ' usar addirittura i sistemi della nostra vecchia camorra . Questo è ottocentesco e dunque anche di moda ... Bando alle utopie , in conclusione , e tenersi fermi al sodo , altrimenti ci fregano .
Parliamo di Milano - III ( Bianciardi Luciano , 1963 )
StampaQuotidiana ,
Giovani « indaffarati » tra gondole e stalattiti Il locale è al primo casello dell ' autostrada per Genova . Entrando vedi un bar comunissimo , la televisione accesa , un carabiniere che sta a guardare , due cani che si rincorrono , una cameriera alla macchina degli espressi . Ma il bello comincia dentro : sono cinque o sei stanze una dietro l ' altra , arredate in uno stile che varia dal neoveneziano al cavernicolo . Qui oblò , gondole , remi , lampioncini fiochi , là stalattiti di cartapesta che pendono dal soffitto . Per sedere , divanetti a due posti di quelli col bracciolo tondo di legno lucido , come usavano nel '35 . Qualche coppia balla , senza spostarsi oltre il raggio di un metro , la musica è centralizzata , un nastro continuo che gli altoparlanti fanno echeggiare sommessa dovunque . Le altre coppie stanno sedute sui divanetti , e si baciano senza sosta . Quasi tutti giovani . I ragazzi sono impegnatissimi , seri , tenaci , aggrondati : paiono apprendisti meccanici alle prese col « pezzo » : c ' è chi svita e chi trapana , chi fresa e chi smussa . Entrano due coppie sui quaranta , e si siedono sbagliate , qua gli uomini , di fronte le donne . Chiedono da bere e invece della cameriera arriva trafelata la padrona . « Va mica bene così » dice , e li fa spostare . Coppie han da essere . Le targhe da gioco A notte alta in via Manzoni due tipi si spostano pendolarmente da un lato all ' altro della strada , e ogni volta consultano con attenzione la targa delle auto in sosta . Potrebbero essere due poliziotti o due esperti di statistica in missione notturna . Invece sono due colleghi : chiuso l ' ultimo bar , continuano la partita per strada , e hanno appunto inventato il « poker di targhe » . Al primo toccano le auto di destra , al secondo quelle di sinistra , e coi numeri formano tutte le combinazioni del poker vero : coppia di sei , full di nove , poker di quattro , scala . Con le targhe milanesi , a sei numeri , si può fare anche pokerissimo e superpoker . Non esiste ancora un regolamento preciso , specialmente circa il valore da attribuire agli zeri . Il gioco si è già diffuso in molti ambienti , e alcuni appassionati seguono con ansia gli sviluppi della motorizzazione ; a chi toccherà , per la prima volta nella storia milanese , la ventura di fare superpoker di sette ? Ma non attacca In un grande magazzino c ' è una ragazza in grembiule turchino che « dimostra » i vantaggi di una nuova padella , detta « inadherent » . I cibi in cottura non attaccano mai sul fondo , e senza bisogno di olio , burro o grassi . Così si risparmia e si mantiene la linea . La dimostratrice rompe un uovo , lo sbatte , ne versa un po ' nella padella posata sul gas , lascia cuocere , poi col mestolino stacca la frittata , sottile come un ' ostia . Ne ha già fatto un bel mucchietto . Una donna che sta a guardare curiosa , azzarda un dito sulle frittatine , domanda se davvero non c ' è olio . Non c ' è . Nemmeno sale ? No . « Allora non le mangio . » E se ne va .
LA SPERANZA ( Spadolini Giovanni , 1972 )
StampaQuotidiana ,
La firma dei trattati europei al « palais d ' Egmont » di Bruxelles coincide con uno dei momenti di maggiore disorientamento e turbamento della nostra democrazia . L ' Italia che con De Gasperi dette un contributo decisivo all ' avvio dell ' unificazione continentale , in anni di difficoltà economiche e di depressione sociale infinitamente peggiori degli attuali , era presente nella capitale belga attraverso un presidente del consiglio dimissionario , e reincaricato poche ore prima in vista di una difficilissima coalizione quadripartita , e attraverso un ministro degli esteri di cui neppure è certa la presenza nel futuro governo , ammesso che si riesca a costituirlo al termine di un periplo lungo e tormentato . Incertezza nella pubblica opinione ; distacco fra classe politica e paese reale ; riaffiorare di fermenti di eversione e di violenza , minacciosi per la stessa stabilità delle libere istituzioni . Il miracolo economico degli anni Sessanta compromesso dagli errori di una demagogia intollerante , troppo spesso accarezzata da partiti di governo ; taluni modelli della vita italiana sospesi fra l ' Argentina di Perón e la Jugoslavia di Tito . I dati fondamentali della solidarietà democratica in discussione ; talvolta riaffioranti le tentazioni di una dispettosa autarchia . L ' Europa rimane , più che mai , la sola speranza per l ' Italia . Perfino di fronte alla ventata della contestazione , la religione dell ' Europa unita è riuscita a sopravvivere . Nella gioventù , che non crede più in niente , è pour cause dopo la dilapidazione dei padri , la prospettiva di un ' Europa unificata accende ancora speranze , suscita propositi o impegni di lotta . La Russia obbedisce alle leggi di sempre , alla sua gravitazione di grande impero euro - asiatico , fondato su un istinto di conservazione di cui l ' ecumenismo comunista rappresenta solo uno strumento ; gli Stati Uniti rientrano con Nixon nel solco della tradizione repubblicana , tendenzialmente isolazionista e svincolata dai raccordi con le democrazie europee che alimentarono , pure attraverso illusioni ed errori , il partito di Roosevelt e di Kennedy . Gli equilibri mondiali tornano ad imporsi secondo le regole di Metternich , contraddicendo le speranze di fratellanza e di giustizia scaturite dalla seconda guerra mondiale , dalla carta di San Francisco . Solo in una dimensione europea l ' Italia può sperare di risolvere i suoi problemi : problemi di crescita civile , di espansione economica , di autentica promozione sociale , al di fuori delle illusioni di un « giustizialismo » appena adatto per i paesi del terzo mondo . Nonostante infiniti errori , particolarmente gravi negli ultimi quattro anni , la democrazia italiana ha salvato le condizioni della convivenza , i presupposti di un libero dialogo democratico nel nostro paese . Occorre fermarsi sul ciglio del precipizio , ritrovare la fede nella libertà , smarrita per troppi calcoli di potere . La firma di Bruxelles serva almeno ad illuminare i partiti italiani : prima che la spaccatura del paese in due fronti contrapposti , destra estrema contro sinistra estrema , sia consumata . In quel caso saremmo già fuori dall ' Europa : vittime di quella « vocazione africana » di cui parlava Gobetti .
CULTURA E POLITICA ( VARISCO BERNARDINO, DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA, , 1927 )
StampaPeriodica ,
... Una cultura umana seria , cioè nazionale , che dia il senso della realtà , non può essere che di pochi . Ma , quando esista , non manca di esercitare anche sulle moltitudini un ' azione benefica e rinvigoritrice . La nostra letteratura , vecchia , e anche recente , se non recentissima ( poco sopra nominammo Leopardi e Manzoni ) , contiene più di quanto bisogni alla formazione d ' una tale cultura . Insieme con molta scoria ( opporranno ) ... Della scoria , sia molta o poca , si devon curare soltanto gli storici ; quegl ' italiani che vogliono , come dovrebbero , esser semplicemente culti , posson lasciarla in disparte . Invece i più lasciano in disparte , non la sola scoria , ma tutta quanta la letteratura ; e ciò da gran tempo ... Non parliamo delle Università , dove l ' insegnamento letterario si tecnicizza inevitabilmente ( forse troppo , qua e là ; non discuto ) . Ma nella scuola media , il cui ufficio è di preparare alla , cultura , gli scolari poco leggono , e meno imparano a leggere come converrebbe , non prendono gusto e non si fanno l ' abitudine alle letture "classiche." Il ricchissimo patrimonio della nostra letteratura è , per la cultura ( non dico per l ' erudizione ) reso inutile , come se non ci fosse . Con la conseguenza , che le nostre classi culte , cioè quelle che si credono e son credute culte , manchino di quella cultura nostra , che sola è capace di farci comprendere la realtà nostra . ... Lo straniarsi della lingua , donde poi l ' incultura , è un effetto , e diviene alla sua volta una causa , della cieca soggezione ai forestieri . Ogni giornale che si prenda in mano è , per la forma , scritto come s ' è accennato e come tutti vedono ; per il contenuto , non contiene quasi che importazioni francesi , o , se ce n ' è qualche altra , passata nove su dieci attraverso un canale francese ... Per un popolo , come per un uomo , la sua ragion d ' essere consiste nella sua originalità . I pappagalli non hanno valore , neppure come scolari ; son dei fruges consumere nati , gravosi a loro stessi e agli altri . Un uomo , perché faccia opera utile in un campo qualsiasi , deve non rassegnarsi a non esser più d ' un servitore ; gli occorrono svegliatezza d ' ingegno , attività intelligente , iniziativa ; in una parola : fiducia in sé . Ma che fiducia possono avere in sé uomini , a cui ogni giorno si rinfacciano l ' ignoranza e l ' accidia , che fin dall ' infanzia vengono avvezzati a inginocchiarsi davanti al forestiero , perché forestiero ? Quando ci mancavano l ' indipendenza e l ' unità , fummo pur capaci di conquistarcela . Ora che le possediamo , dovremmo pensare a virilmente valercene per affermare sempre più vigorosamente noi stessi . Non c ' è tesoro materiale o spirituale , che non svanisca se non è fatto fruttare .