StampaQuotidiana ,
Il
capitano
Priebke
è
un
uomo
fortunato
.
Non
solo
perché
per
cinquant
'
anni
non
ha
scontato
nessuna
pena
,
come
molti
suoi
amici
,
ma
perché
non
passa
giorno
senza
che
qualcuno
corra
in
sua
difesa
:
giornali
autorevoli
,
firme
rinomate
,
argomenti
di
ogni
genere
.
La
figura
del
capitano
si
staglia
,
sullo
sfondo
di
queste
divagazioni
,
non
proprio
come
quella
di
un
eroe
positivo
o
di
un
innocente
perseguitato
,
ma
come
quella
di
un
dignitoso
combattente
che
non
si
può
condannare
e
neppure
giudicare
senza
fargli
torto
e
senza
violentare
il
buon
diritto
e
la
civiltà
liberale
.
E
la
strage
delle
Ardeatine
decade
,
su
questo
sfondo
,
a
episodio
militare
banale
,
se
non
fosse
per
quel
sovrappiù
di
arianesimo
.
Non
può
essere
questa
l
'
intenzione
di
commentatori
come
Panebianco
,
Montanelli
,
Colletti
o
altri
,
ma
questo
è
il
risultato
che
ottengono
quando
sostengono
in
buon
ordine
tesi
di
questo
tipo
:
che
l
'
estradizione
del
capitano
è
stata
«
una
fregatura
»
alla
quale
conveniva
sottrarsi
,
che
il
capitano
ha
ovviamente
ubbidito
,
che
la
politica
agraria
di
Mao
ha
fatto
più
vittime
dell
'
Olocausto
,
e
altre
cose
così
.
È
probabile
che
il
fortunato
capitano
(
ma
ridiamogli
il
grado
tedesco
molto
più
eloquente
)
legga
nel
fresco
dell
'
infermeria
di
Regina
Coeli
i
giornali
italiani
.
Se
lo
fa
,
deve
divertirsi
moltissimo
e
provare
una
gran
bella
soddisfazione
.
Quando
era
un
piccolo
Gauleiter
che
imperversava
in
questo
paese
non
poteva
immaginare
che
anche
da
vecchio
avrebbe
creato
tanta
confusione
nei
tribunali
e
nell
'
intelligencija
dello
stesso
paese
.
Già
l
'
avrà
fatto
ringiovanire
l
'
idea
di
trovarsi
nel
carcere
romano
a
lui
ben
noto
.
È
da
quelle
celle
infatti
,
forse
anche
da
quell
'
infermeria
che
vennero
prelevate
selvaggiamente
molte
delle
335
vittime
designate
.
C
'
è
un
libro
recente
di
una
testimone
diretta
di
cui
varrebbe
la
pena
di
ripubblicare
qualche
pagina
,
anche
se
non
le
ha
scritte
De
Felice
.
Forse
il
fortunato
capitano
medita
di
scrivere
un
'
autobiografia
per
il
«
Corriere
della
Sera
»
e
chiederà
,
per
rinfrescarsi
la
memoria
,
di
ispezionare
quel
«
quarto
braccio
»
preferenziale
dove
ospitava
gli
ostaggi
e
i
morituri
.
Ma
l
'
idea
più
esilarante
,
per
l
'
ex
SS
,
dev
'
esser
quella
che
lo
dipinge
come
un
neutrale
esecutore
di
ordini
.
Ma
davvero
non
sanno
più
,
gli
uomini
colti
del
2000
,
che
cos
'
erano
e
come
agivano
gli
ufficiali
nazisti
mezzo
secolo
fa
?
Non
lo
hanno
mai
saputo
?
Allora
ci
prestino
un
minimo
di
ascolto
,
per
favore
.
Le
SS
e
la
Gestapo
non
ubbidivano
,
comandavano
.
Le
SS
e
la
Gestapo
non
prendevano
ordini
,
li
impartivano
.
Furono
inventate
e
addestrate
proprio
per
questo
.
Non
era
un
ingrato
dovere
,
per
un
loro
ufficiale
,
sparare
alla
nuca
di
sottouomini
ebrei
o
comunisti
,
ma
un
onore
.
Un
onore
e
un
privilegio
personale
,
che
un
bravo
comandante
mai
avrebbe
lasciato
a
un
qualsiasi
Rottenfiihrero
alla
bassa
truppa
come
un
lavoro
sporco
.
È
vero
che
le
tecniche
di
annientamento
della
guerra
nazista
hanno
fatto
scuola
nel
mondo
,
ma
non
mi
pare
un
'
attenuante
.
Così
divagando
e
disquisendo
,
abbiamo
eretto
al
fortunato
capitano
un
monumento
di
sciocchezze
.
Anche
il
maresciallo
Kesselring
pretese
dagli
italiani
un
monumento
,
e
fu
Piero
Calamandrei
maestro
di
diritto
a
dettare
per
l
'
occasione
un
memorabile
epitaffio
.
Forse
l
'
imparziale
Panebianco
farebbe
bene
,
la
prossima
volta
,
a
citare
di
Calamandrei
anche
quell
'
epitaffio
.
È
anacronistico
ma
fa
ancora
rabbrividire
.
StampaQuotidiana ,
Un
altro
villaggio
svizzero
Kienthal
!
s
'
è
acquistato
il
diritto
di
passare
alla
storia
.
Kienthal
!
Mai
sentito
ricordare
con
i
suoi
280
abitatori
!
Lo
vogliono
situato
a
'
piedi
dell
'
Alpe
che
piglia
nome
dal
giglio
.
Fiore
d
'
innocenza
,
che
,
ne
sembra
,
adorna
anche
l
'
immagine
di
San
Luigi
Gonzaga
.
C
'
è
,
dunque
,
il
quadro
e
la
significazione
.
Greppi
rupestri
disseminati
di
oasi
bianche
;
gigli
per
tutto
,
simbolo
di
purità
;
dove
altro
volete
che
nasca
la
pace
?
I
neutralisti
d
'
ogni
pace
mi
diventano
simbolisti
!
Convegno
importante
,
presidiato
da
San
Luigi
!
Degno
patrono
di
tanto
contubernio
!
Ché
quei
convenuti
s
'
abbandonarono
ancora
al
piacere
solitario
di
ponzare
su
le
vicende
mondiali
,
straniandosi
dal
mondo
.
E
,
come
il
protettore
,
non
ebbero
il
coraggio
di
guardare
il
viso
della
patria
la
madre
per
evitare
d
'
essere
indotti
in
tentazione
.
Santucoli
patiti
(
definizione
turatiana
)
che
non
sanno
vivere
,
non
voglion
vivere
e
sognano
di
spengersi
lentamente
come
avvolti
nell
'
atmosfera
d
'
una
innocua
follia
.
E
noi
scacceremo
ben
lungi
il
sempre
turatiano
ticchio
iconoclasta
di
sputacchiar
loro
oscenamente
il
viso
;
ci
limiteremo
a
sorridere
ed
a
pensare
che
s
'
è
vero
il
precetto
biblico
secondo
il
quale
gli
ultimi
saranno
i
primi
,
costoro
giungeranno
presto
e
direttamente
in
paradiso
a
cantare
i
cori
bianchi
in
torno
al
trono
del
creatore
.
Gente
beata
che
alza
gli
occhi
imbambolati
verso
quella
parte
dell
'
orizzonte
donde
presume
che
spunterà
il
famigerato
sole
dell
'
avvenire
e
mormora
,
come
stanca
di
vivere
e
di
vedere
le
nequizie
del
mondo
:
Lasciateci
sognare
!
E
sognate
,
buone
creature
!
È
tanto
bello
il
sogno
mentre
fuori
imperversa
il
fortunale
.
Il
vento
che
stride
e
sibila
,
che
sbatte
le
imposte
,
fracassa
i
vetri
sembra
una
deliziosa
berceuse
che
sospinge
al
letargo
senza
pensiero
,
che
non
è
ancora
sonno
.
E
se
fuori
esseri
umani
sien
morsi
dalla
raffica
e
percossi
dalla
grandinata
,
senza
riparo
,
che
importa
?
È
così
bello
sognare
,
e
così
bello
crogiolarsi
nelle
comodità
che
il
buon
dio
ha
largito
a
fortunati
!
Sognate
,
dunque
,
buone
creature
;
ma
non
pretendete
attraversare
i
destini
del
mondo
con
i
treni
delle
vostre
lamentele
;
in
questi
momenti
ha
diritto
di
parola
solo
chi
operi
;
non
già
chi
s
'
attardi
nella
contemplazione
fachirica
...
del
secolo
divinato
.
Ma
che
vogliono
,
in
fine
,
i
congiurati
di
Kienthal
?
Poco
o
nulla
:
la
pace
?
Il
proposito
non
è
malvagio
.
Dopo
la
guerra
,
in
fatti
,
suole
giungere
la
pace
.
Allor
che
una
guerra
,
con
la
vittoria
d
'
una
parte
contendente
e
con
la
sconfitta
dell
'
altra
,
non
ha
più
motivo
di
continuare
,
i
diplomatici
si
riuniscono
a
congresso
,
foss
'
anche
in
Isvizzera
,
e
decretano
la
deposizione
delle
armi
.
In
questo
senso
anche
noi
siamo
partigiani
della
pace
.
Che
la
guerra
è
uno
stato
di
sovraeccitazione
logorante
,
transitorio
vuoi
essere
.
Né
siamo
così
matti
da
voler
che
il
cannone
tuoni
in
permanenza
.
Ma
son
già
parecchi
i
morti
nostri
e
gli
altrui
.
Si
sarebbero
,
dunque
,
sacrificate
in
vano
tante
vite
,
tante
giovinezze
?
Quali
risultati
potrebbe
avere
una
pace
immediata
,
oggi
,
quando
nulla
è
definito
,
e
se
qualcosa
è
definita
rappresenta
una
crescita
di
potenza
per
le
nazioni
che
aggredirono
l
'
Europa
?
Quali
sono
i
propositi
...
pacifistici
de
'
candidi
piccioncini
,
adunatisi
in
Elvezia
,
fra
i
gigli
?
Una
pace
senza
annessioni
?
Parole
!
Le
nazioni
aggredite
furon
costrette
ad
impugnare
le
armi
appunto
per
difendere
o
per
riconquistare
la
propria
indipendenza
.
È
serio
pretendere
l
'
abbandono
d
'
ogni
idea
annessionistica
,
così
,
a
parole
,
mentre
finora
la
forza
delle
armi
una
forza
assai
più
convincente
delle
chiacchiere
contenute
nelle
risoluzioni
de
'
congressi
non
è
riuscita
a
respingere
gli
aggressori
entro
i
propri
confini
?
Pace
senza
vinti
né
vincitori
!
Baie
!
La
guerra
vuole
proprio
i
vincitori
ed
i
vinti
.
La
virtù
del
verbo
è
nulla
dove
impera
la
forza
.
E
,
dopo
una
violenza
fortunata
,
anche
l
'
arbitrio
diventa
diritto
.
A
'
vinti
,
a
'
violentati
non
resta
che
la
consolazione
di
raccontare
a
'
contemporanei
ed
a
'
venturi
la
spogliazione
subìta
;
ma
il
vincitore
si
gode
in
pace
il
suo
trionfo
e
,
peggio
,
digrigna
i
denti
sempre
meglio
affilati
contro
chi
voglia
tentare
di
attraversargli
il
cammino
per
nuove
spogliazioni
.
Se
il
verbo
della
2.a
Zimmerwald
potesse
trionfare
diamo
per
un
momento
la
pazzesca
ammissione
avremmo
la
giustizia
rovesciata
:
le
vittime
dell
'
aggressione
dovrebbero
anche
pagare
le
spese
del
proprio
funerale
!
In
nome
del
socialismo
,
ch
'
è
soprattutto
idea
di
giustizia
!
Si
vuole
attendere
che
i
socialisti
di
Germania
inizino
una
campagna
in
favore
della
pace
.
I
signori
di
Kienthal
saran
serviti
,
vedrete
.
In
fatti
,
non
deve
riuscir
difficile
a
quegli
ottimi
«
genossen
»
chiedere
ora
una
pace
,
che
sarebbe
un
toccasana
per
la
Germania
.
Che
possono
temere
da
una
pace
gl
'
imperi
centrali
?
Tanto
poco
che
persino
nella
risposta
agli
Stati
Uniti
se
ne
sono
proclamati
paladini
.
Hanno
sommerso
il
Belgio
e
la
Serbia
,
sono
in
Francia
;
hanno
molta
parte
della
Russia
;
tengono
per
i
capelli
Bulgaria
,
Turchia
!
In
somma
,
hanno
ottenuto
quanto
potevano
ragionevolmente
non
già
...
teutonicamente
,
ch
'
è
il
contrario
aspettarsi
dalla
mostruosa
preparazione
loro
e
dalla
iperbolica
...
impreparazione
altrui
.
La
guerra
può
considerarsi
vittoriosamente
finita
per
la
Germania
;
lo
dicono
persino
i
giornali
tedeschi
.
Restano
,
è
vero
,
gl
'
intatti
eserciti
della
Quadruplice
,
i
quali
ora
soltanto
cominciano
a
diventare
pericolosi
.
L
'
han
capito
gli
alemanni
a
Verdun
,
i
turchi
ad
Erzerum
,
a
Trebisonda
;
lo
capiscono
i
tedeschi
e
gli
austriaci
su
la
fronte
russa
e
su
quella
italiana
.
Ma
niente
paura
,
e
sempre
avanti
i
due
imperatori
e
re
!
Agli
eserciti
intatti
e
più
forti
che
mai
della
Quadruplice
,
pensano
i
socialisti
di
Zimmerwald
e
di
Kienthal
.
Anzi
,
se
per
dar
loro
maggiore
autorità
e
maggior
credito
si
renderà
necessaria
un
'
agitazione
pacifistica
in
Germania
,
vi
penseranno
il
kaiser
ed
il
suo
cancelliere
,
vedrete
!
Ché
la
socialdemocrazia
è
alquanto
screditata
!
Medela
[
sic
]
sicura
:
finora
la
Germania
è
in
condizioni
favorevoli
,
ad
indebolire
o
spezzare
la
resistenza
della
Quadruplice
pensano
i
socialisti
zimmerwaldiani
,
foss
'
anche
creando
un
desiderio
di
pace
che
ora
non
esiste
.
In
tal
modo
si
prepara
il
trionfo
del
kaiser
.
Lo
sanno
i
valentuomini
che
si
riuniscono
periodicamente
in
Isvizzera
?
È
un
'
indagine
oziosa
.
Quali
che
sieno
le
intenzioni
loro
,
le
conseguenze
dell
'
opera
sono
tedescofile
.
E
le
conseguenze
,
che
son
fatti
,
contano
.
Azione
illogica
,
dunque
,
anche
se
disinteressata
.
E
perché
illogica
destinata
al
fallimento
.
Ché
le
correnti
pacifistiche
potranno
ornarsi
appena
appena
d
'
un
elemento
:
quello
costituito
da
'
comunque
danneggiati
dalla
guerra
.
Un
elemento
negativo
,
dal
quale
non
si
potrà
mai
trarre
un
'
azione
decisa
.
Vociatori
senza
meta
,
nient
'
altro
.
Ed
è
colpevole
la
propaganda
che
a
tali
elementi
si
rivolge
.
Abbiamo
saputo
sempre
che
il
socialismo
è
il
risultato
del
dinamismo
nelle
cose
.
Per
nostro
conto
integrammo
la
troppo
scheletrica
inanimata
definizione
con
un
'
aggiunta
,
questa
:
e
della
volontà
nelle
persone
.
Ne
dissero
matti
.
Comunque
il
socialismo
che
trae
i
suoi
proseliti
fra
i
malcontenti
,
che
elevano
a
fede
solo
il
proprio
malcontento
è
socialismo
da
rigattieri
.
Si
dilegua
facilmente
allor
che
una
qualsiasi
partitanza
borghese
o
Aretina
gli
muova
concorrenza
con
benefici
più
immediati
.
Propaganda
indegna
,
quindi
,
quella
che
sfrutta
il
danno
economico
d
'
un
popolo
,
o
il
dolore
d
'
una
madre
.
Persuadere
bisogna
,
ed
i
convenuti
di
Kienthal
non
han
ragioni
da
esporre
.
Onde
ogni
risoluzione
loro
è
...
telum
imbelle
sine
ictu
.
C
'
è
il
mezzo
per
ottenere
rapidamente
la
pace
.
È
quello
di
vincere
rapidamente
.
Per
ciò
occorrono
energie
fuse
nel
bronzo
,
volontà
d
'
acciaio
temprato
,
resistenza
eroica
al
tempo
ed
agli
eventi
!
Ed
armi
occorrono
.
La
pace
non
vuol
profumi
di
gigli
;
odore
acre
di
polvere
ci
vuole
.
Però
lasciamo
gl
'
innocui
maniaci
alle
adorazioni
loro
per
San
Luigi
,
ed
il
popolo
italiano
intensifichi
il
suo
sforzo
per
vincere
.
È
il
modo
migliore
per
affrettare
la
pace
!
StampaPeriodica ,
Seguitiamo
il
nostro
costituzionale
,
che
dopo
quella
stretta
di
mano
data
al
vecchio
Francesco
,
non
so
poi
se
tanto
di
cuore
,
se
ne
va
frettoloso
verso
il
Palazzo
della
comunità
colla
idea
in
testa
,
secondo
il
suo
solito
,
di
aver
molto
da
fare
.
L
avere
trovato
un
antico
suo
camerata
,
le
loro
opinioni
così
disparate
,
il
caldo
discorso
fra
loro
tenuto
,
ed
i
nomi
di
quei
sublimi
ingegni
italiani
,
tutte
queste
idee
insomma
gli
frastornarono
il
cervello
per
tutto
il
rimanente
della
giornata
,
così
che
neppure
il
lasciarono
riposare
tranquillamente
nel
corso
della
notte
che
segui
.
Alzatosi
prima
dell
usato
,
tenta
acquetare
il
suo
spirito
ancor
conturbato
,
e
dopo
qualche
fiero
contrasto
:
No
non
può
essere
,
grida
fra
se
stesso
,
non
può
essere
.
E
se
pur
vuol
togliersi
da
quella
penosa
incertezza
gli
fa
d
uopo
risolversi
di
tornare
a
Francesco
e
rinnovare
con
lui
la
battaglia
del
dì
prima
.
Bisogna
che
vada
:
e
va
dritto
alla
casa
di
lui
,
come
un
cavallo
alla
corsa
.
E
già
vi
sarebbe
giunto
colla
velocità
del
fulmine
,
se
un
tristarello
di
ragazzo
,
di
dieci
anni
all
incirca
,
condotto
per
forza
alla
scuola
dalla
madre
,
non
lo
avesse
ad
un
istante
fermato
,
e
fatto
trasecolare
per
una
corona
lunghissima
di
villanie
e
di
ingiurie
che
quegli
,
avvelenato
come
una
vipera
,
scagliava
,
dimenandosi
ed
urlando
,
in
faccia
a
chi
l
aveva
partorito
.
Non
poté
a
meno
allora
il
nostro
messer
Pancrazio
,
a
quella
serie
di
lunghi
improperi
,
di
porsi
in
tutta
la
sua
dignità
,
ed
alzando
la
voce
sgridare
forte
quell
insolente
:
E
chi
ti
ha
insegnato
,
fanciullaccio
indegno
,
gridò
,
di
trattare
così
tua
madre
?
...
Non
so
perché
mi
stia
...
e
volea
,
in
così
dire
,
accostarsi
e
dargliene
una
buona
dose
.
Ma
il
ragazzo
più
inviperito
che
prima
da
quella
paternale
,
staccatosi
con
violenza
dalla
madre
,
e
preso
un
grosso
sasso
:
Codinaccio
...
brigantaccio
,
cominciò
a
gridare
a
piena
gola
correndogli
incontro
,
che
c
entri
tu
spione
pagato
?...
O
vi
assicuro
io
che
era
serpente
da
non
far
ridere
,
se
la
madre
non
fosse
corsa
a
disarmarlo
,
e
trarlo
indietro
.
Pancrazio
,
raccomandandosi
alle
sue
gambe
,
giunse
alla
casa
del
vecchio
Francesco
ripetendo
ancora
entro
se
stesso
il
complimento
ricevuto
:
A
me
codinaccio
!
a
me
brigan
...
taccio
...
a
me
!
Questi
figli
sono
indegni
dell
Italia.
Entrato
,
e
narrato
a
Francesco
il
caso
fierissimo
,
e
come
egli
,
nell
istante
in
che
esercitar
volea
un
atto
di
vera
filantropia
,
avesse
colto
così
male
...
e
da
un
fanciullo
di
pochi
anni
:
E
non
inarcate
voi
le
ciglia
,
disse
al
vecchio
,
non
fate
le
profonde
meraviglie
per
tanta
impudenza
?
Francesco
.
Inarcar
le
ciglie
!
Meraviglia
profonda
!
Ma
io
me
la
rido
di
queste
cose
.
La
meraviglia
mi
nasce
in
petto
per
voi
,
caro
amico
,
che
volendo
pur
essere
tra
i
rigeneratori
d
Italia
,
vi
perdete
ed
affondate
nel
primo
ruscello
che
trovate
per
istrada
.
Questo
,
mio
caro
,
è
un
dolce
in
paragone
delle
cose
che
si
preparano
.
E
che
direte
dunque
quando
questi
serpentini
e
viperette
saranno
divenuti
serpentacci
a
sonaglio
da
divorarci
tutti
quanti
?
Quando
questa
generazione
crescente
,
allevata
come
bestie
,
senza
Dio
,
e
senza
principî
neppur
naturali
,
fatta
adulta
finirà
di
trascinare
la
società
all
ultima
sua
rovina
?
Allora
,
altro
che
ragazzi
insolenti
!
altro
che
sassi
!
Pancrazio
.
Ma
lo
vedo
anch
io
che
così
non
si
va
...
e
che
si
cammina
a
sghembo
.
Ma
come
si
fa
adunque
?
Non
vi
è
altro
mezzo
che
una
savia
severa
Costituzione
.
È
poi
sempre
quello
che
dico
io
.
Francesco
.
Ma
che
mi
andate
costituzionando
voi
per
l
amore
del
cielo
.
Queste
sono
baie
,
ed
è
un
gridar
alla
luna
.
Pancrazio
.
Ma
come
vorreste
adunque
fare
?
Francesco
.
Come
vorrei
fare
?
Ecco
.
L
uomo
ha
un
cuore
,
ed
è
questo
cuore
che
è
guasto
e
corrotto
.
Bisogna
adunque
parlare
a
questo
cuore
,
e
non
frastornar
le
orecchie
dell
uomo
con
paroloni
sesquipedali
che
alterano
,
irritano
e
nulla
più
;
e
parlando
a
questo
bisogna
far
ogni
possa
per
richiamare
le
famiglie
,
che
costituiscono
la
società
,
al
tipo
originale
nel
quale
Dio
le
creò
da
principio
.
Ma
chi
è
,
mio
caro
,
che
all
uman
cuore
possa
parlare
,
e
fargli
cangiar
strada
,
se
non
la
religione
cattolica
che
è
unica
figlia
di
quel
Dio
che
solo
ha
potere
sull
uomo
,
perché
sua
creatura
?
Pancrazio
.
Dunque
in
una
savia
,
buona
Costituzione
voi
non
sperate
?
Francesco
.
Nulla
,
nulla
io
spero
nelle
istituzioni
puramente
umane
per
chiamare
l
uomo
al
suo
dovere
.
E
quale
speranza
può
avere
nei
moderni
ritrovati
,
chi
con
qualche
senno
rifletta
che
essi
sono
tutti
figli
legittimi
del
centiforme
protestantismo
,
e
dell
umano
pensiero
sfrenato
e
reso
indipendente
da
Dio
?
Sapete
quando
io
incomincierò
a
sperare
un
era
novella
di
pace
non
fittizia
,
e
di
vera
vita
?
Quando
,
passato
il
parossismo
della
febbre
di
che
è
oggi
agitata
la
società
,
si
incomincerà
a
capire
che
il
tipo
vero
della
società
domestica
è
basato
su
quello
della
Società
divina
delle
tre
divine
auguste
Persone
,
secondo
il
dogma
cattolico
,
e
saremo
tutti
convinti
che
l
autorità
paterna
,
a
cui
fa
capo
la
società
di
famiglia
,
viene
dirittamente
dall
Autorità
paterna
divina
,
contrassegnata
così
distintamente
nella
prima
parola
della
preghiera
cattolica
,
Pater
,
Padre
.
Scuotete
questa
verità
,
ed
ecco
scossa
la
base
della
domestica
società
,
e
quindi
della
intera
società
umana
,
che
di
tutte
le
famiglie
è
composta
.
E
come
volete
,
per
l
amor
del
cielo
,
che
la
società
di
famiglia
possa
a
lungo
durare
senza
un
vero
legame
che
abbia
forza
di
tener
collegati
i
membri
che
la
compongono
?
Come
il
figlio
riconoscerà
l
autorità
paterna
,
egli
che
nega
,
si
ride
della
paterna
Autorità
divina
,
né
sa
,
né
vuole
pronunziare
quel
nome
Padre
;
e
si
vergogna
di
pronunziarlo
?
Come
rispetterà
l
autorità
paterna
,
egli
che
sconosce
e
bestemmia
la
fonte
da
cui
deriva
?
Se
Dio
Padre
risuona
un
essere
quasi
tiranno
...
come
risuonerà
il
nome
di
un
padre
che
è
solo
autore
secondario
di
una
vita
puramente
materiale
?
Voi
dunque
vedete
,
che
il
male
della
società
è
posto
in
questo
,
che
cioè
gli
elementi
che
la
compongono
,
e
sono
le
famiglie
,
sono
guasti
e
corrotti
.
Pretendere
adunque
di
riorganizzare
,
e
con
istituzioni
esclusivamente
umane
,
la
grande
famiglia
sociale
,
senza
prima
porre
nell
ordine
la
società
domestica
,
è
pazzia
da
ospedale
.
Pretendere
poi
di
chiamare
all
ordine
questa
società
di
famiglia
o
domestica
,
che
è
la
stessa
cosa
,
senza
restituirla
al
suo
vincolo
naturale
che
è
l
Autorità
divina
,
la
quale
ne
forma
la
sua
base
,
è
la
pazzia
delle
pazzie
.
Del
resto
,
seguite
pure
ad
invocare
rimedi
materiali
;
andate
,
andate
di
questo
passo
,
e
poi
vedrete
se
si
terminerà
per
fiaccarsi
una
volta
per
sempre
la
testa
.
Leggete
le
opere
dei
grandi
uomini
di
questo
secolo
,
e
sentirete
quale
intima
relazione
havvi
fra
la
miscredenza
e
lo
inaridirsi
e
disseccarsi
delle
fonti
del
ben
vivere
sociale
;
e
come
invece
la
religione
,
la
fede
mantenga
le
famiglie
e
la
società
nella
loro
vita
e
splendore
.
Dico
di
questo
secolo
,
perché
il
fantastico
vostro
oscurantismo
dei
secoli
passati
non
vi
faccia
rabbrividire
.
Pancrazio
.
La
società
non
si
studia
ella
altrove
che
nei
libri
?
Francesco
.
Pretendereste
forse
studiarla
nei
giornali
,
che
son
pur
essi
stampati
!
Che
diamine
!
voi
costituzionali
,
moderati
,
caldi
o
freddi
che
siate
,
che
nol
so
,
strombazzate
tanto
nei
caffé
,
nelle
case
,
per
le
strade
il
vostro
amore
di
patria
,
che
vi
strugge
,
e
poi
non
conoscete
neppure
i
nomi
di
quei
grandi
uomini
i
quali
,
per
essere
nati
nel
secolo
dei
lumi
,
e
per
aver
studiato
la
società
da
vicino
dovrebbero
in
qualche
modo
meritare
la
vostra
stima
.
Voi
insomma
volete
medicare
i
mali
della
società
a
modo
dei
cerretani
,
con
un
po
di
spirito
e
di
cerotto
...
ho
capito
.
Pancrazio
.
Questa
è
un
offesa
,
un
affronto
!
Francesco
.
È
una
verità
,
e
tanto
basta
perché
si
debba
dire
non
ostante
la
guerra
accanita
che
voi
fate
a
lei
,
a
quella
libertà
,
che
avete
per
altro
sempre
in
bocca
.
Pancrazio
.
Non
si
può
negare
;
vedo
io
pure
mille
abusi
...
Ma
si
penserà
anche
a
questo
...
si
penserà
...
Francesco
.
Oh
per
amor
del
cielo
!
risparmiate
questo
novello
sproposito
.
Che
un
governo
,
uno
Stato
alla
moderna
,
possa
prendersi
della
gran
famiglia
sociale
un
pensiero
,
e
nudrire
speranza
di
miglioramento
,
io
non
so
,
ma
...
passi
...
Ma
che
questo
Stato
possa
ingerirsi
della
interna
costituzione
delle
famiglie
e
mettere
naso
in
casa
altrui
...
ah
!
questo
sarebbe
una
pazzia
il
pensarlo
,
sacrilegio
il
tentarlo
...
Pancrazio
.
Oh
diavolo
!
Un
sacrilegio
!
Francesco
.
Sì
,
sì
,
un
sacrilegio
,
perché
il
recinto
delle
mura
che
chiude
una
famiglia
è
sacro
ed
inviolabile
,
né
alcuno
ha
il
diritto
di
porvi
il
piede
per
comandarvi
,
se
non
fosse
nel
solo
caso
in
che
la
famiglia
disturbasse
l
ordine
pubblico
;
perché
unicamente
il
padre
dalla
natura
,
e
dalla
religione
ne
è
costituito
padrone
e
sovrano
...
Dio
solo
,
autore
della
natura
,
e
oggetto
della
religione
,
è
la
fonte
di
questa
sovranità
paterna
.
Pancrazio
.
Eppure
l
autorità
della
Chiesa
ha
preteso
,
e
pretende
(
se
fosse
lasciata
libera
)
di
estendere
la
sua
autorità
fin
dentro
le
domestiche
mura
,
e
di
porre
il
naso
come
dite
voi
,
in
casa
altrui
.
Francesco
.
Ma
presto
o
tardi
qui
io
vi
voleva
?
Questo
Dio
che
solo
può
riordinare
le
famiglie
sconvolte
internamente
,
pretendete
voi
che
discenda
Egli
in
persona
ad
esercitare
quest
opera
?
Non
si
serve
Egli
de
suoi
ministri
?
E
giacché
voi
me
ne
avete
dato
il
destro
,
che
fanno
poi
essi
mai
questi
ministri
del
santuario
,
da
voi
chiamati
mani
morte
,
gente
oziosa
,
se
non
tentare
di
ravvivare
la
società
moribonda
,
chiamando
a
nuova
vita
le
famiglie
che
la
compongono
?
E
che
fa
egli
un
Ministro
del
Vangelo
quando
,
ponendo
una
mano
sul
capo
del
fanciullo
,
gli
dirige
la
mente
,
gli
indirizza
il
cuore
verso
un
Dio
Padre
da
cui
ogni
paternità
discende
,
se
non
allevare
figli
docili
per
la
famiglia
,
buoni
cittadini
per
la
patria
?
Pancrazio
.
E
lo
potranno
essi
sperare
...
Francesco
.
Sì
che
lo
possono
sperare
:
e
che
l
esito
del
sacerdozio
cattolico
rapporto
a
questo
riordinamento
di
cose
sia
sicuro
,
ne
fanno
prova
i
fatti
tutti
dai
quali
,
a
chiaro
lume
di
aperto
sole
,
emerge
quale
salutare
influenza
abbia
la
Chiesa
nel
ben
essere
domestico
,
e
quindi
sociale
,
quando
essa
è
lasciata
libera
nel
suo
ministero
,
e
senza
bavaglio
per
poter
parlare
,
e
senza
pastoie
per
poter
additare
la
strada
,
che
alla
vera
felicità
conduce
le
famiglie
ed
i
popoli
.
Ma
per
questo
,
il
piede
profano
non
deve
inoltrarsi
nel
sacrario
del
sacerdozio
,
ed
è
ora
una
volta
che
i
potenti
,
i
grandi
della
terra
facciano
tregua
alle
basse
ed
umane
gelosie
verso
la
Chiesa
,
e
si
persuadano
una
volta
a
prova
di
fatti
e
presenti
e
passati
,
che
la
tranquillità
pubblica
e
la
fermezza
dei
troni
sono
una
chimera
colla
Chiesa
in
ceppi
,
e
in
catene
.
Leggete
,
mio
caro
,
leggete
le
storie
imparziali
,
considerate
le
beatitudini
presenti
,
e
poi
risponderete
...
e
poi
mi
direte
.
Pancrazio
.
Purtroppo
,
esaminando
freddamente
i
fatti
presenti
...
Che
volete
...
purtroppo
...
non
avete
tutto
il
torto
.
Ma
non
mi
potrete
però
negare
,
che
il
moderno
progresso
abbia
dato
una
grande
spinta
a
quella
vita
di
civiltà
che
i
popoli
vivono
al
presente
,
e
che
...
Francesco
.
Oh
povero
il
mio
fiato
sprecato
!
Di
quale
vita
mi
parlate
voi
,
che
il
ciel
vi
salvi
?
Se
convenite
meco
,
che
le
famiglie
,
delle
quali
la
società
è
composta
,
sono
fuori
strada
,
e
che
solo
colla
forza
religiosa
possonsi
ordinare
,
come
mai
un
progresso
tutto
materiale
può
dare
nuova
vita
ai
popoli
?
Pancrazio
.
E
pure
tant
è
...
il
negare
tutto
è
troppo
.
Francesco
.
Vi
ingannate
;
nulla
io
nego
per
passione
;
affermo
il
moderno
progresso
quale
egli
è
realmente
;
io
nego
poi
quanto
voi
vel
immaginate
.
Per
ora
,
basti
così
.
All
Ave
Maria
siete
in
libertà
?
Pancrazio
.
Oh
sì
!
sempre
quando
voi
volete
;
a
quell
ora
io
sarò
da
voi
;
desidero
propriamente
farvi
capire
che
ogni
uomo
sbaglia
,
e
che
questa
volta
voi
pure
...
Francesco
.
Potrebbe
essere
...
ma
io
non
lo
credo
...
A
rivederci
adunque
.
Pancrazio
.
Sì
,
a
rivederci
.
LA FINE ( PAPINI GIOVANNI - PREZZOLINI GIUSEPPE , 1907 )
StampaPeriodica ,
Questo
è
l
'
ultimo
numero
del
Leonardo
.
Il
Leonardo
non
"
sospende
le
pubblicazioni
"
,
come
usano
dire
le
riviste
vergognose
,
ma
le
cessa
e
le
chiude
assolutamente
e
definitivamente
.
Se
per
caso
riapparisse
in
seguito
una
rivista
collo
stesso
nome
-
e
vi
fosse
pur
dentro
qualcuno
dei
nostri
collaboratori
di
secondo
ordine
-
avvertiamo
fin
da
ora
che
si
tratterebbe
di
una
illegittima
contraffazione
messa
insieme
da
imitatori
maligni
.
Il
Leonardo
nostro
,
quello
che
tutti
conoscono
odiano
e
amano
,
scompare
oggi
per
nostra
volontà
e
scompare
per
sempre
.
Ma
non
vogliamo
lasciare
quest
'
impresa
-
nella
quale
per
cinque
anni
abbiamo
speso
entusiasmo
energia
e
denaro
-
senza
dire
brevemente
e
sinceramente
perché
abbiamo
presa
questa
decisione
.
Tanto
più
che
il
Leonardo
non
muore
per
le
cause
che
portano
di
solito
la
morte
alle
altre
riviste
.
Cominciamo
pure
,
senza
complimenti
,
dalle
cose
più
volgari
!
Il
Leonardo
non
muore
per
mancanza
di
denaro
.
Muore
,
piuttosto
,
per
una
certa
minaccia
di
futura
prosperità
.
Già
da
tre
anni
il
numero
degli
abbonati
s
'
è
decuplicato
,
la
vendita
è
aumentata
e
si
prevedeva
prossimo
il
momento
in
cui
sarebbe
divenuto
inutile
ogni
sacrificio
personale
dei
redattori
.
In
seguito
a
ciò
alcune
persone
ci
avevano
offerto
di
prendere
per
conto
loro
la
gestione
del
Leonardo
,
facendolo
diventare
mensile
e
lasciando
interamente
a
noi
la
direzione
.
Se
avessimo
altre
anime
tutto
questo
ci
avrebbe
fatto
molto
piacere
.
A
poco
a
poco
il
Leonardo
sarebbe
divenuto
un
buon
affare
;
ci
sarebbe
stata
una
amministrazione
regolare
e
forse
dei
guadagni
e
più
tardi
noialtri
,
invece
di
essere
obbligati
a
spendere
,
saremmo
stati
pagati
per
la
nostra
opera
.
Ma
questa
appunto
è
stata
una
delle
ragioni
per
cui
ci
fermiamo
.
Il
Leonardo
non
ha
mai
avuto
,
nella
nostra
mente
,
niente
di
commerciale
e
l
'
idea
di
avere
accanto
degli
amministratori
,
e
magari
degli
azionisti
,
i
quali
più
o
meno
direttamente
ci
avrebbero
forzato
a
modificare
lentamente
la
nostra
impresa
per
accrescere
o
per
non
diminuire
gli
utili
,
ci
repugna
completamente
.
Noi
abbiamo
scritto
sempre
per
pochi
,
sapendo
bene
che
le
cose
da
noi
dette
potevano
essere
comprese
e
vissute
soltanto
da
quelli
che
avevano
anime
ed
esperienze
simili
alle
nostre
,
e
questa
frotta
di
abbonati
professori
,
dottori
,
avvocati
,
dilettanti
che
andava
crescendo
intorno
a
noi
ha
finito
con
lo
annoiarci
.
Anche
involontariamente
un
giornale
diventa
ciò
che
vogliono
i
suoi
lettori
e
per
quanto
abbiamo
resistito
abbastanza
fino
ad
oggi
sarebbe
impossibile
continuare
a
far
concessioni
a
quelli
che
ci
seguono
.
Il
Leonardo
deve
sopportare
il
destino
di
tutte
le
cose
che
hanno
una
certa
fortuna
.
Finché
s
'
è
in
pochi
e
si
combatte
,
da
soli
,
contro
tutti
,
non
ci
son
pericoli
di
transazioni
e
di
degenerazioni
.
Appena
si
comincia
a
fare
del
rumore
la
gente
viene
intorno
e
i
curiosi
,
gli
snobs
,
gli
interessati
,
gli
arrivisti
,
gli
adulatori
,
i
paurosi
si
mettono
a
batter
le
mani
,
a
far
complimenti
e
ad
offrir
servigi
.
Si
finisce
,
a
questo
modo
,
soffocati
in
un
terribile
circolo
vizioso
.
Il
fatto
di
esser
soli
ci
permette
di
esser
buoni
e
indipendenti
e
queste
qualità
attirano
la
gente
perché
la
folla
è
attirata
dalla
solitudine
che
la
disprezza
;
e
la
folla
che
si
stringe
intorno
fa
sparire
,
col
solo
suo
contatto
,
quelle
nostre
qualità
che
l
'
avevano
attirata
.
Cosa
volete
fare
contro
questi
venefici
cortigiani
?
L
'
unico
rimedio
sarebbe
di
rispondere
con
sgarberie
alle
lodi
e
con
dei
calci
alle
profferte
di
aiuti
per
conservare
,
a
forza
di
villanie
,
il
cerchio
di
solitudine
,
ma
la
raffinata
civiltà
dei
nostri
tempi
non
permetterebbe
tali
eccessi
di
difesa
e
anche
dei
convinti
maleducati
quali
noi
siamo
,
non
vogliono
correre
il
rischio
di
esser
rinchiusi
in
una
casa
di
salute
.
Ma
il
fatto
è
questo
:
che
il
Leonardo
è
costretto
a
sparire
,
oltre
che
per
altre
ragioni
,
perché
troppi
s
'
interessavan
di
noi
.
Come
i
nostri
lettori
ricorderanno
più
volte
ci
siamo
lamentati
di
questo
superfluo
successo
.
Non
solo
in
Italia
,
ma
in
Francia
,
in
Inghilterra
,
in
America
,
in
Germania
-
perfino
a
Tien
-
tsin
e
al
Cairo
-
c
'
erano
uomini
che
credevano
farci
piacere
e
onore
occupandosi
delle
cose
nostre
.
Il
più
delle
volte
,
naturalmente
,
si
trattava
di
uomini
che
non
ci
comprendevano
e
non
potevano
comprenderci
,
che
ci
lodavano
di
qualità
senza
importanza
;
che
ci
difendevano
con
ragioni
stupide
;
che
ci
opponevano
obiezioni
alle
quali
avevamo
già
risposto
:
che
ci
accusavano
delle
nostre
migliori
qualità
;
oppure
che
si
limitavano
freddamente
a
dire
cosa
avevamo
fatto
.
Pochissime
volte
c
'
è
accaduto
di
scoprire
qualche
anima
che
valesse
la
pena
di
esser
conosciuta
.
E
questo
diciamo
anche
per
quelli
che
ci
furono
più
vicini
;
anche
per
quelli
che
più
o
meno
abilmente
ci
seguirono
e
ci
imitarono
.
Da
loro
,
anzi
,
ci
vennero
i
maggiori
,
per
quanto
taciti
,
ammonimenti
di
finire
.
Gli
intrighi
,
le
rivalità
,
le
bizze
,
le
mutue
concessioni
,
le
involontarie
ipocrisie
,
le
interessate
rivolte
,
gli
umilianti
maneggi
;
tutto
ciò
che
rende
frivola
e
falsa
la
vita
delle
riviste
giovani
"
ci
ha
costretti
a
guardare
con
occhio
meno
indulgente
le
nostre
apparenti
complicità
e
solidarietà
.
Un
'
altra
delle
ragioni
del
suicidio
del
Leonardo
è
la
cattiva
riuscita
dei
connubi
che
abbiamo
fatto
con
altri
gruppi
.
A
causa
appunto
dell
'
interesse
da
noi
svegliato
non
è
stato
possibile
,
meno
che
per
un
brevissimo
periodo
,
fare
una
rivista
assolutamente
personale
,
vale
a
dire
scritta
interamente
da
noi
due
.
Per
tre
volte
abbiamo
accolto
con
noi
uomini
diversi
e
per
tre
volte
abbiamo
dovuto
riconoscere
l
'
impossibilità
delle
mescolanze
.
Il
primo
connubio
è
stato
quello
coi
letterati
e
i
pittori
che
finì
subito
,
grazie
alla
fondazione
dell
'
effimero
Hermes
;
il
secondo
è
stato
coi
logici
,
coi
matematici
e
gli
analitici
i
quali
si
son
resi
intollerabili
per
la
loro
mancanza
di
tolleranza
e
per
la
loro
incapacità
di
comprendere
il
lato
artistico
e
avventuroso
della
nostra
opera
;
e
il
terzo
cogli
occultisti
dai
quali
,
fin
dall
'
ultimo
numero
,
ci
siamo
definitivamente
staccati
.
Per
tornare
del
tutto
soli
bisognerebbe
rompere
violentemente
amicizie
,
rapporti
,
interessi
,
e
d
'
altra
parte
non
vogliamo
tentare
nuove
combinazioni
che
non
potrebbero
avere
miglior
fine
delle
altre
e
non
vogliamo
,
soprattutto
,
che
il
Leonardo
possa
essere
sfruttato
da
piccoli
arrivisti
intellettuali
che
si
divertono
a
giuocare
la
terna
della
ribellione
per
giungere
più
facilmente
ad
arraffare
una
qualsiasi
gloriuccia
.
I
resultati
di
queste
nostre
associazioni
momentanee
sono
stati
poco
piacevoli
e
per
quanto
fino
all
'
ultimo
il
Leonardo
non
abbia
perduto
quella
fierezza
e
quella
spontaneità
,
che
furono
fra
le
sue
doti
migliori
,
pure
le
varie
influenze
che
in
esso
si
sono
avvicendate
hanno
lasciato
le
loro
traccie
e
in
certi
momenti
il
Leonardo
è
stato
un
po
'
troppo
agghindato
e
decadente
-
in
altri
troppo
serio
e
quasi
accademico
-
e
perfino
,
per
quanto
ci
meravigli
questa
confessione
,
troppo
assurdo
e
fantastico
.
Ma
poiché
non
vogliamo
tener
niente
nascosto
diremo
apertamente
che
tutto
questo
non
sarebbe
bastato
a
farci
interrompere
l
'
opera
nostra
se
non
vi
fossero
state
altre
ragioni
più
interne
e
.
perciò
più
importanti
.
Il
Leonardo
è
stato
sempre
da
noi
considerato
come
un
apparecchio
per
eseguire
determinate
esperienze
sull
'
anima
vile
italiana
.
Dopo
cinque
anni
di
queste
esperienze
,
dopo
aver
cercato
con
questa
rivista
e
con
altre
opere
,
di
scoprire
uomini
,
di
svegliare
e
trasformare
anime
,
di
trovare
giovini
che
fossero
per
noi
compagni
e
schermidori
e
non
pappagalli
male
ammaestrati
,
ci
siamo
persuasi
che
non
vale
la
pena
di
continuare
.
Quelli
che
abbiamo
trovato
-
o
meglio
ci
hanno
cercato
-
ci
sono
apparsi
,
in
fondo
,
non
troppo
dissimili
dagli
altri
.
Erano
diversi
in
quanto
parlavano
di
cose
nuove
e
rispettavano
autorità
prima
non
riconosciute
ma
non
diversi
per
anima
,
non
diversi
per
vita
morale
.
Ma
questo
è
ciò
che
conta
per
noi
e
perciò
abbandoniamo
l
'
improvvisata
professione
"
di
pescatori
di
anime
"
.
Noi
abbiamo
certamente
ottenuto
qualche
cosa
.
Abbiamo
fatto
conoscere
agli
italiani
dottrine
e
uomini
che
per
loro
erano
ignoti
;
abbiamo
discusso
e
combattuto
con
fortuna
scuole
vecchie
e
nuove
o
rinascenti
,
quale
sarebbe
il
positivismo
,
il
modernismo
cattolico
,
il
neo
-
hegelismo
;
abbiamo
imposto
all
'
attenzione
delle
persone
prudenti
soggetti
e
studi
troppo
disdegnati
;
abbiamo
contribuito
a
far
cambiare
il
tono
ipocrita
e
melato
che
regnava
nelle
discussioni
intellettuali
e
abbiamo
mostrato
con
l
'
esempio
che
le
idee
non
sono
delle
parole
che
s
'
imparano
ma
delle
cose
vive
che
si
possono
vivere
,
godere
ed
uccidere
.
Ma
tutto
ciò
non
è
abbastanza
per
noi
.
Siamo
sempre
stati
dei
megalomani
e
sempre
perseguitati
dal
bisogno
di
proporci
e
di
conseguire
fini
grandiosi
.
Sia
per
fretta
o
per
impotenza
non
siamo
riusciti
e
abbandoniamo
la
nostra
maggiore
arma
.
Il
Leonardo
è
venuto
fuori
da
un
lungo
periodo
di
fremebonda
e
laboriosa
solitudine
e
ora
noi
torniamo
un
po
'
inquieti
e
un
po
'
fiduciosi
alla
solitudine
che
lasciammo
or
son
molti
anni
con
tanti
sogni
nel
cuore
.
Noi
lasciamo
volentieri
il
posto
agli
altri
.
Il
Leonardo
ha
già
prodotto
delle
imitazioni
ed
è
questo
il
segno
migliore
che
il
suo
tempo
è
passato
.
Quello
che
in
esso
poteva
esserci
di
assimilabile
per
la
folla
sarà
continuato
e
il
nostro
albero
,
dopo
aver
fatto
cadere
qualche
fiore
,
può
essere
tagliato
senza
rimpianto
.
Senza
rimpianto
!
Per
quanto
possa
parer
singolare
in
noi
questa
freddezza
di
fronte
a
ciò
che
fu
la
nostra
cosa
più
cara
,
noi
scriviamo
sinceramente
queste
due
parole
.
Diremo
apertamente
che
negli
ultimi
tempi
il
Leonardo
non
c
'
interessava
più
come
prima
.
Mentre
andava
crescendo
l
'
interesse
degli
altri
scemava
il
nostro
.
Da
qualche
tempo
abbiamo
seguitato
a
fare
il
Leonardo
semplicemente
perché
questo
esisteva
di
già
,
perché
era
atteso
,
perché
ci
eravamo
impegnati
moralmente
a
continuarlo
con
tutti
quelli
che
ci
amavano
e
soprattutto
con
quelli
che
ci
combattevano
.
Ma
il
Leonardo
non
era
più
per
noi
-
come
ai
primi
tempi
-
l
'
espressione
necessaria
ed
appassionata
delle
nostre
scoperte
e
dei
nostri
desideri
.
A
poco
a
poco
andava
diventando
qualche
cosa
di
meccanico
,
di
abituale
,
di
routinier
.
Si
andava
creando
il
tipo
del
Leonardo
:
in
ogni
numero
bisognava
trovare
uno
straniero
da
rivelare
all
'
Italia
;
un
programma
nuovo
da
gettare
davanti
ai
nostri
simili
e
quella
certa
quantità
di
sdegno
e
di
rabbia
che
dovevan
contenere
le
schermaglie
.
Le
cose
non
potevano
continuare
così
.
Per
noi
il
Leonardo
è
stato
sempre
qualcosa
di
necessario
,
di
personale
,
di
sentimentale
;
la
voce
che
non
potevamo
far
tacere
dentro
di
noi
,
il
diario
dei
nostri
viaggi
spirituali
di
Ebrei
Erranti
della
cultura
.
È
stato
fin
da
principio
un
'
eruzione
passionale
e
appunto
perché
eruzione
non
poteva
durare
a
lungo
.
Quando
la
lava
che
scende
si
calma
e
diventa
un
rigagnolo
lento
il
vulcano
fa
ridere
.
Non
diciamo
con
questo
di
essere
dei
vulcani
spenti
.
Noi
continueremo
ancora
a
fare
,
a
pensare
,
a
cercare
ed
anche
a
pubblicare
.
Ma
noi
sentiamo
pure
il
bisogno
di
ripensare
ai
problemi
che
c
'
immaginammo
di
aver
fatto
dissolvere
nell
'
aria
;
di
riesaminare
tutte
le
nostre
opinioni
espresse
con
tanta
leggera
sicurezza
;
di
cercare
nuove
soluzioni
a
problemi
già
messi
a
posto
;
a
rivedere
e
verificare
i
nostri
giudizi
su
cose
e
persone
;
di
ricominciare
,
insomma
,
ancora
una
volta
,
la
nostra
vita
intellettuale
.
Tutto
questo
non
possiamo
farlo
che
nella
solitudine
.
Pubblicando
un
giornale
bisogna
pur
sempre
seguire
una
tradizione
,
bisogna
rispettare
troppo
le
proprie
opinioni
passate
,
bisogna
per
forza
trinciar
giudizi
su
argomenti
che
non
s
'
è
avuto
il
tempo
di
conoscere
a
fondo
e
continuamente
bisogna
fare
degli
sforzi
per
mantenere
la
necessaria
abitudine
della
sincerità
.
Val
molto
meglio
lasciar
la
gente
;
scender
dalla
cattedra
;
gettar
via
la
nostra
veste
di
docenti
e
ridiventare
gli
umili
scolari
del
mondo
,
di
questo
terribile
mondo
nel
quale
non
siamo
ancora
capaci
di
trovare
la
vera
ragione
di
vivere
-
cioè
la
cosa
più
necessaria
-
ma
nel
quale
siamo
immersi
e
dal
quale
dobbiamo
estrarre
il
meglio
del
nostro
pensiero
e
del
nostro
essere
.
Non
sappiamo
per
ora
ciò
che
faremo
in
seguito
.
Non
amiamo
le
fermate
e
le
lunghe
soste
.
Cerchiamo
la
calma
,
la
pace
,
la
certezza
come
tutti
gli
uomini
ma
finora
l
'
abbiamo
trovata
soltanto
nel
viaggio
e
nella
inquietudine
.
Crediamo
che
vi
sia
una
pace
d
'
altra
specie
e
continuiamo
a
cercarla
.
Continueremo
perciò
a
narrare
a
quelli
che
vorranno
ascoltarci
ciò
che
vedremo
e
scopriremo
.
Oggi
,
per
il
rispetto
che
dobbiamo
alle
nostre
anime
,
sentiamo
la
necessità
di
far
colare
a
fondo
questa
barca
che
ci
fu
cara
.
A
quelli
che
la
seguirono
non
chiediamo
condoglianze
o
pietà
.
Non
ne
abbiamo
affatto
bisogno
.
Li
esortiamo
a
fare
per
loro
conto
ciò
che
noi
vogliamo
fare
:
uno
spietato
esame
di
coscienza
.
Cerchino
,
s
'
è
possibile
,
di
guardare
sé
stessi
come
un
altro
potrebbe
guardarli
e
se
riusciranno
a
considerarsi
senza
disgusto
,
anche
il
Leonardo
non
sarà
morto
invano
.
ProsaGiuridica ,
Vittorio
Emanuele
III
per
Grazia
di
Dio
e
per
la
Volontà
della
Nazione
Re
d
'
Italia
Imperatore
d
'
Etiopia
Ritenuta
la
necessità
urgente
ed
assoluta
di
provvedere
;
Visto
l
'
art
.
3
,
n
.
2
della
legge
31
gennaio
1926-IV
,
n
.
100;
Visto
il
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
contenente
provvedimenti
per
la
difesa
della
razza
italiana
;
Sentito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Su
proposta
del
Ministro
per
le
finanze
,
di
concerto
con
i
Ministri
per
l
'
interno
,
per
la
grazia
e
la
giustizia
e
per
le
corporazioni
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
Titolo
I
-
Limitazioni
della
proprietà
immobiliare
Capo
I
.
Disposizioni
generali
Art
.
1
.
Le
limitazioni
della
proprietà
immobiliare
,
stabilite
dall
'
art
.
10
,
lettere
a
)
ed
e
)
,
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
si
determinano
cumulando
separatamente
i
terreni
ed
i
fabbricati
urbani
siti
nel
territorio
del
Regno
e
costituenti
il
patrimonio
immobiliare
dei
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
alla
data
di
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
.
Art
.
2
.
Si
comprendono
nel
patrimonio
immobiliare
,
soggetto
alle
limitazioni
di
cui
all
'
articolo
precedente
i
beni
posseduti
:
a
)
a
titolo
di
proprietà
piena
e
di
proprietà
nuda
;
b
)
a
titolo
di
concessione
enfiteutica
.
Non
è
computato
il
diritto
del
concedente
enfiteutico
,
salvo
il
caso
della
devoluzione
previsto
alla
lettera
b
)
del
primo
comma
dell
'
art
.
45
.
Art
.
3
.
Non
si
comprendono
nel
patrimonio
immobiliare
di
cui
all
'
art
.
1
:
a
)
gli
immobili
adibiti
ad
uso
industriale
e
commerciale
quando
il
proprietario
o
enfiteuta
sia
anche
il
titolare
dell
'
azienda
alla
quale
gli
immobili
stessi
sono
destinati
;
b
)
i
fabbricati
appartenenti
ad
imprenditori
edili
e
costruiti
a
scopo
di
vendita
;
c
)
i
beni
per
i
quali
alla
data
dell
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
vi
siano
in
corso
procedure
di
esecuzione
immobiliare
.
Ai
beni
menzionati
nelle
lettere
a
)
e
b
)
del
precedente
comma
si
applicano
le
norme
del
titolo
II
.
Art
.
4
.
La
parte
di
patrimonio
immobiliare
eccedente
i
limiti
consentiti
ai
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
,
deve
essere
trasferita
all
'
Ente
indicato
nell
'
art
.
11
in
conformità
delle
disposizioni
di
questo
decreto
.
Art
.
5
.
Fino
alla
determinazione
definitiva
dei
beni
immobili
compresi
nei
limiti
di
cui
all
'
art
.
10
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
i
cittadini
di
razza
ebraica
non
possono
compiere
alcun
atto
di
alienazione
a
titolo
gratuito
od
oneroso
o
di
costituzione
di
ipoteca
,
relativamente
ai
beni
immobiliari
di
cui
al
primo
comma
dell
'
art
.
2
.
Se
però
ricorrono
esigenze
o
circostanze
particolari
,
il
Ministro
per
le
finanze
può
autorizzare
il
compimento
degli
atti
predetti
,
prescrivendo
le
opportune
cautele
.
Degli
immobili
eventualmente
alienati
con
l
'
autorizzazione
del
Ministro
per
le
finanze
sarà
tenuto
conto
,
per
quanto
è
possibile
,
nella
formazione
della
quota
consentita
.
Gli
atti
compiuti
in
violazione
del
disposto
del
primo
comma
,
sono
improduttivi
di
effetti
,
rispetto
ai
beni
che
risulteranno
eccedenti
la
quota
di
patrimonio
immobiliare
consentita
dal
citato
decreto
del
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
.
Le
locazioni
stipulate
in
ordine
ai
beni
medesimi
,
posteriormente
alla
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
e
senza
la
preventiva
autorizzazione
dell
'
Ente
di
cui
all
'
art
.
11
,
avranno
validità
limitatamente
all
'
anno
in
corso
al
momento
dell
'
acquisto
del
bene
locato
da
parte
dell
'
Ente
predetto
ed
osservate
in
ogni
caso
,
quanto
ai
termini
di
disdetta
,
le
consuetudini
locali
.
Art
.
6
.
In
deroga
alle
disposizione
degli
articoli
4
e
5
,
il
cittadino
italiano
di
razza
ebraica
può
fare
donazione
dei
beni
ai
discendenti
non
considerati
di
razza
ebraica
,
ovvero
ad
Enti
od
Istituti
che
abbiano
fini
di
educazione
od
assistenza
.
La
donazione
di
questi
beni
può
essere
fatta
anche
al
coniuge
che
non
sia
considerato
di
razza
ebraica
.
Le
donazioni
devono
essere
fatte
nel
termine
perentorio
di
centottanta
giorni
dall
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
.
Le
donazioni
stesse
perdono
ogni
efficacia
se
non
sono
state
accettate
entro
novanta
giorni
dall
'
atto
di
donazione
.
Art
.
7
.
Le
procedure
esecutive
immobiliari
iniziate
contro
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
,
anteriormente
all
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
,
saranno
proseguite
con
le
norme
vigenti
secondo
la
natura
del
credito
.
Art
.
8
.
Dalla
data
dell
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
,
le
azioni
esecutive
immobiliari
contro
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
potranno
essere
iniziate
e
definite
con
le
norme
vigenti
secondo
la
natura
del
credito
su
ogni
bene
del
patrimonio
immobiliare
del
debitore
:
a
)
per
tributi
dovuti
allo
Stato
,
alle
provincie
ed
ai
comuni
;
b
)
per
contributi
esigibili
con
le
norme
stabilite
per
la
riscossione
delle
imposte
dirette
;
c
)
per
crediti
ipotecari
iscritti
anteriormente
all
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
;
d
)
per
crediti
di
data
certa
anteriore
all
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
aventi
privilegio
speciale
sull
'
immobile
.
In
ogni
altro
caso
,
dalla
data
dell
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
e
fino
alla
definitiva
determinazione
dei
beni
compresi
nella
quota
consentita
e
in
quella
eccedente
,
l
'
autorizzazione
alla
vendita
non
potrà
essere
concessa
,
rimanendo
in
conseguenza
sospesi
,
fino
a
tale
determinazione
,
i
procedimenti
esecutivi
iniziati
.
Avvenuta
la
definitiva
ripartizione
dei
beni
nelle
due
quote
anzidette
,
cesserà
di
diritto
,
in
ordine
ai
beni
compresi
nella
quota
eccedente
,
ogni
effetto
giuridico
dei
procedimenti
esecutivi
.
Per
i
beni
compresi
nella
quota
consentita
,
le
azioni
esecutive
si
svolgeranno
in
base
alle
norme
vigenti
,
secondo
la
natura
del
credito
.
Per
l
'
accertamento
della
qualità
di
ebreo
del
debitore
si
osserveranno
le
norme
dell
'
articolo
seguente
.
Art
.
9
.
Ai
fini
dell
'
applicazione
di
quanto
è
disposto
nel
secondo
comma
e
seguenti
dell
'
articolo
precedente
,
il
creditore
istante
,
nei
procedimenti
esecutivi
iniziati
dopo
l
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
,
deve
presentare
un
'
attestazione
del
competente
ufficio
di
stato
civile
dalla
quale
risulti
se
vi
sia
o
no
nei
riguardi
del
debitore
,
annotazione
di
appartenenza
alla
razza
ebraica
o
annotazione
di
provvedimento
di
discriminazione
.
Nel
caso
che
non
risulti
dall
'
attestazione
anzidetta
l
'
appartenenza
del
debitore
alla
razza
ebraica
,
il
procedimento
esecutivo
è
proseguito
e
definito
,
senz
'
altre
indagini
,
con
le
norme
vigenti
secondo
la
natura
del
credito
;
egualmente
è
definito
con
le
norme
ordinarie
nel
caso
di
avvenuta
discriminazione
.
Art
.
10
.
Alle
procedure
fallimentari
contro
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
si
applicano
le
norme
ordinarie
anche
per
quanto
riguarda
la
vendita
dei
beni
immobili
e
cessa
,
dalla
data
della
dichiarazione
del
fallimento
,
l
'
applicazione
della
disposizione
dell
'
art
.
4
,
salvo
quanto
è
disposto
nell
'
art
.
45
,
primo
comma
,
lettera
d
)
.
Capo
II
.
Ente
di
gestione
e
liquidazione
immobiliare
Art
.
11
.
È
istituito
un
Ente
denominato
"
Ente
di
gestione
e
liquidazione
immobiliare
"
avente
sede
in
Roma
,
col
compito
di
provvedere
all
'
acquisto
,
alla
gestione
e
alla
vendita
dei
beni
di
cui
all
'
art
.
4
.
All
'
Ente
anzidetto
è
assegnata
una
dotazione
di
venti
milioni
da
stanziarsi
con
provvedimenti
del
Ministro
per
le
finanze
sul
bilancio
del
Ministero
stesso
.
L
'
Ente
è
amministrato
da
un
Consiglio
composto
dal
presidente
e
da
altri
9
componenti
,
nominati
con
decreto
del
Duce
,
Primo
Ministro
Segretario
di
Stato
.
Il
presidente
ed
uno
degli
altri
componenti
sono
nominati
su
proposta
del
Ministro
per
le
finanze
.
Gli
altri
componenti
sono
proposti
rispettivamente
dal
Ministro
per
l
'
interno
,
dal
segretario
del
P.N.F.
Ministro
Segretario
di
Stato
e
dai
Ministri
per
la
grazia
e
giustizia
,
per
l
'
agricoltura
e
foreste
e
per
le
corporazioni
,
dall
'
ispettorato
del
credito
,
dalla
Confederazione
fascista
degli
industriali
.
Con
decreto
del
Duce
,
Primo
Ministro
Segretario
di
Stato
,
sono
nominati
tre
sindaci
effettivi
,
uno
scelto
tra
i
magistrati
della
Corte
dei
conti
,
con
funzioni
di
presidente
,
uno
su
proposta
del
Ministro
per
le
finanze
ed
uno
su
proposta
del
Ministro
per
le
corporazioni
.
Con
lo
stesso
decreto
,
su
proposta
del
Ministro
per
le
finanze
,
sono
pure
nominati
due
sindaci
supplenti
.
L
'
Ente
è
retto
da
uno
statuto
,
da
approvarsi
con
decreto
Reale
su
proposta
del
Ministro
per
le
finanze
di
concerto
con
i
Ministri
per
l
'
interno
,
per
la
grazia
e
giustizia
e
per
le
corporazioni
con
le
forme
di
cui
all
'
art
.
1
e
3
,
della
legge
31
gennaio
1926
,
n
.
100
.
Il
bilancio
sarà
alla
fine
di
ciascun
esercizio
annuale
sottoposto
all
'
approvazione
del
Ministro
per
le
finanze
.
Per
l
'
assistenza
,
rappresentanza
e
difesa
in
giudizio
,
l
'
Ente
si
avvale
dell
'
Avvocatura
dello
Stato
.
Art
.
12
.
Con
decreto
del
DUCE
,
sentito
il
Comitato
dei
Ministri
per
la
difesa
del
risparmio
e
l
'
esercizio
del
credito
,
saranno
determinati
gli
Istituti
di
credito
fondiario
ai
quali
l
'
Ente
di
cui
al
precedente
art
.
11
potrà
delegare
la
gestione
e
la
vendita
degli
immobili
ad
esso
trasferiti
.
Gli
Istituti
di
credito
suddetti
potranno
costituire
,
anche
in
deroga
alle
disposizioni
di
legge
o
dello
statuto
,
speciali
sezioni
immobiliari
.
Nell
'
adempimento
dei
compiti
anzidetti
gli
Istituti
avranno
l
'
assistenza
,
la
rappresentanza
e
la
difesa
in
giudizio
dell
'
Avvocatura
dello
Stato
.
Capo
III
.
Accertamento
e
valutazione
del
patrimonio
immobiliare
Art
.
13
.
I
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
dovranno
,
entro
novanta
giorni
dalla
data
di
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
,
denunziare
all
'
ufficio
distrettuale
delle
imposte
,
nella
cui
circoscrizione
hanno
domicilio
fiscale
,
gli
immobili
di
loro
pertinenza
alla
data
stessa
,
a
titolo
di
proprietà
o
di
concessione
enfiteutica
.
Se
siano
residenti
all
'
estero
,
la
denunzia
dovrà
essere
presentata
al
R
.
Consolato
nel
termine
di
giorni
centottanta
ed
in
questo
caso
il
denunziante
potrà
,
nella
denunzia
stessa
,
eleggere
domicilio
presso
persona
residente
nel
Regno
.
Il
R
.
Consolato
cui
la
denunzia
sia
stata
presentata
,
ne
curerà
l
'
invio
in
Italia
,
all
'
Ufficio
distrettuale
delle
imposte
nella
cui
circoscrizione
il
denunziante
ha
il
domicilio
di
origine
nel
Regno
ed
in
mancanza
all
'
Ufficio
distrettuale
delle
imposte
di
Roma
.
La
denunzia
dovrà
essere
fatta
secondo
il
modulo
annesso
al
presente
decreto
.
Nei
riguardi
delle
persone
incapaci
,
l
'
obbligo
della
denunzia
incombe
a
coloro
che
ne
hanno
la
rappresentanza
legale
.
Nei
casi
di
mancata
denunzia
il
Ministero
delle
finanze
provvede
di
ufficio
all
'
accertamento
.
Art
.
14
.
Il
cittadino
italiano
di
razza
ebraica
che
si
sia
avvalso
o
che
intenda
avvalersi
della
facoltà
di
fare
donazione
a
norma
dell
'
art
.
6
,
deve
farne
dichiarazione
nella
denunzia
di
cui
al
precedente
articolo
,
indicando
di
quali
beni
egli
abbia
fatto
o
intenda
fare
donazione
.
Art
.
15
.
Colui
che
,
essendo
obbligato
a
presentare
denunzia
a
norma
dell
'
art
.
13
,
omette
di
farla
nel
termine
prescritto
o
la
presenta
con
indicazioni
inesatte
o
incomplete
in
modo
da
determinare
incertezza
su
di
un
immobile
denunziato
ovvero
sulla
natura
del
diritto
spettante
,
è
punito
con
l
'
ammenda
da
lire
cinquecento
a
lire
diecimila
.
Art
.
16
.
L
'
Ufficio
distrettuale
delle
imposte
,
compie
gli
accertamenti
necessari
e
trasmette
la
denuncia
stessa
all
'
Ufficio
tecnico
erariale
nella
cui
circoscrizione
il
denunziante
ha
il
domicilio
fiscale
od
in
mancanza
all
'
Ufficio
tecnico
erariale
di
Roma
.
Art
.
17
.
L
'
estimo
dei
terreni
e
l
'
imponibile
dei
fabbricati
si
determinano
in
base
ai
ruoli
delle
imposte
sui
terreni
o
sui
fabbricati
per
l
'
anno
1939
e
,
in
difetto
,
in
base
agli
accertamenti
eseguiti
ai
fini
dell
'
applicazione
dell
'
imposta
straordinaria
sulla
proprietà
immobiliare
di
cui
al
R
.
decreto
-
legge
5
ottobre
1936-XIV
,
n
.
1743
.
In
mancanza
degli
elementi
di
cui
al
comma
precedente
,
l
'
estimo
o
l
'
imponibile
sono
determinati
,
agli
effetti
dell
'
art
.
10
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
e
del
presente
decreto
,
dall
'
Ufficio
tecnico
erariale
.
Nei
particolari
casi
appresso
indicati
,
si
osservano
le
norme
seguenti
:
a
)
l
'
estimo
o
imponibile
dell
'
immobile
,
applicando
il
criterio
di
ripartizione
tra
nuda
proprietà
ed
usufrutto
di
cui
all
'
art
.
19
del
R
.
decreto
30
dicembre
1923
,
n
.
3269
,
sulle
tasse
di
registro
;
b
)
la
ripartizione
dell
'
estimo
o
dell
'
imponibile
fra
il
concedente
e
l
'
enfiteuta
,
se
non
risulta
già
in
catasto
,
è
fatta
,
ai
fini
dell
'
applicazione
della
disposizione
di
cui
alla
lettere
b
)
dell
'
art
.
2
,
dall
'
Ufficio
tecnico
erariale
,
tenuto
conto
del
canone
dovuto
dall
'
enfiteuta
al
concedente
;
c
)
l
'
estimo
delle
aree
fabbricabili
è
determinato
in
base
al
valore
attuale
delle
aree
indipendentemente
da
quella
risultante
dai
registri
catastali
.
Art
.
18
.
L
'
Ufficio
tecnico
erariale
,
se
il
patrimonio
rientra
nei
limiti
consentiti
,
invia
gli
atti
all
'
intendente
di
finanza
,
il
quale
rilascia
all
'
interessato
una
attestazione
contenente
la
indicazione
dei
singoli
beni
.
Di
tali
beni
l
'
avente
diritto
riacquista
la
piena
disponibilità
L
'
attestazione
è
trascritta
.
Art
.
19
.
Se
il
patrimonio
eccede
i
limiti
consentiti
,
l
'
Ufficio
tecnico
erariale
,
tenuto
conto
della
eventuale
facoltà
di
cui
all
'
art
.
6
e
del
termine
per
esercitarla
stabilito
nello
stesso
articolo
,
ripartisce
i
beni
fra
la
quota
consentita
e
quella
eccedente
tenendo
conto
,
nei
limiti
del
possibile
,
delle
preferenze
manifestate
dagli
interessati
nella
denunzia
o
in
altra
dichiarazione
successiva
presentata
in
tempo
utile
.
I
beni
ipotecati
anteriormente
all
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
,
saranno
,
ove
sia
possibile
,
compresi
nella
quota
eccedente
.
Quando
sia
necessario
evitare
un
dannoso
frazionamento
degli
immobili
,
è
ammessa
,
nella
determinazione
della
quota
consentita
e
della
quota
eccedente
,
una
differenza
del
10%
in
più
o
in
meno
rispetto
ai
limiti
stabili
dalla
legge
.
Se
per
la
formazione
delle
quote
sia
necessario
procedere
alla
divisione
di
un
immobile
e
questa
divisione
non
possa
effettuarsi
o
per
la
natura
del
bene
o
senza
grave
pregiudizio
economico
,
l
'
intero
immobile
viene
compreso
nella
quota
eccedente
.
Art
.
20
.
L
'
Ufficio
tecnico
erariale
determina
il
valore
dei
beni
compresi
nella
quota
eccedente
,
moltiplicando
per
ottanta
l
'
estimo
dei
terreni
,
comprese
le
aree
fabbricabili
,
e
per
venti
l
'
imponibile
dei
fabbricati
.
Le
scorte
vive
e
quella
parte
di
scorte
morte
,
la
quale
non
sia
da
considerare
come
dotazione
normale
dei
fondi
secondo
le
consuetudini
locali
,
sono
valutate
in
base
ai
prezzi
medi
dell
'
ultimo
quinquennio
e
il
valore
delle
stesse
è
computato
in
aggiunta
al
valore
del
fondo
di
cui
ai
commi
precedenti
.
Art
.
21
.
L
'
Ufficio
tecnico
erariale
,
compiuta
la
determinazione
delle
quote
e
la
valutazione
della
quota
eccedente
o
dell
'
intero
immobile
indivisibile
,
ne
da
notizia
all
'
Ente
di
gestione
e
liquidazione
immobiliare
al
quale
trasmette
la
relativa
denunzia
.
Ai
fini
della
determinazione
del
corrispettivo
che
dovrà
essere
attribuito
al
denunziante
per
il
trasferimento
della
quota
di
patrimonio
eccedente
il
limite
consentito
,
l
'
Ente
di
gestione
e
liquidazione
immobiliare
detrae
,
dal
valore
determinato
dall
'
Ufficio
tecnico
erariale
,
le
passività
gravanti
sugli
immobili
per
crediti
ipotecari
o
privilegiati
,
i
tributi
o
contributi
scaduti
e
non
pagati
e
le
rate
di
affitto
riscosse
in
anticipo
.
L
'
importo
dei
crediti
ipotecari
e
privilegiati
oggetto
di
controversia
,
è
trattenuto
dall
'
Ente
per
essere
corrisposto
a
chi
di
ragione
dopo
che
sia
intervenuta
una
sentenza
definitiva
.
Art
.
22
.
L
'
Ente
dopo
aver
effettuato
le
operazioni
di
cui
all
'
articolo
precedente
,
notifica
al
denunziante
,
a
mezzo
di
ufficiale
giudiziario
,
con
le
modalità
stabilite
per
la
notifica
delle
citazioni
:
a
)
la
indicazione
dei
beni
costituenti
la
quota
consentita
;
b
)
la
indicazione
dei
beni
eccedenti
e
del
relativo
valore
,
nonché
delle
detrazioni
da
effettuarsi
per
la
determinazione
del
corrispettivo
di
cui
al
secondo
comma
dell
'
articolo
precedente
;
c
)
nel
caso
di
immobile
indivisibile
,
la
indicazione
del
valore
complessivo
e
delle
relative
detrazioni
,
a
termini
della
precedente
lettera
b
)
.
Capo
IV
.
Contestazioni
in
ordine
alla
formazione
della
quota
consentita
e
della
quota
eccedente
e
in
ordine
alla
valutazione
dei
beni
.
Art
.
23
.
In
ogni
capoluogo
di
provincia
è
costituita
una
Commissione
per
la
risoluzione
dei
ricorsi
indicati
nell
'
articolo
seguente
.
La
Commissione
è
nominata
con
decreto
del
Ministro
per
le
finanze
ed
è
composta
:
2
)
da
un
ingegnere
dell
'
Ufficio
tecnico
erariale
;
3
)
da
un
ingegnere
designato
dal
Sindacato
fascista
degli
ingegneri
.
I
membri
di
cui
ai
numeri
2
)
e
3
)
sono
sostituiti
,
in
caso
di
giustificato
impedimento
,
da
membri
supplenti
nominati
nello
stesso
modo
.
Alla
Commissione
possono
essere
aggregati
per
singole
controversie
,
con
determinazione
del
presidente
,
due
esperti
.
I
componenti
della
Commissione
,
di
cui
ai
numeri
2
)
e
3
)
del
secondo
comma
di
questo
articolo
e
i
supplenti
durano
in
carica
tre
anni
e
possono
essere
confermati
.
Le
funzioni
di
segretario
sono
affidate
ad
un
funzionario
dell
'
Amministrazione
finanziaria
nominato
col
decreto
Ministeriale
anzidetto
.
Le
spese
occorrenti
al
funzionamento
della
Commissione
sono
a
carico
del
reclamante
.
Esse
sono
liquidate
con
provvedimento
del
presidente
,
non
soggetto
ad
impugnazione
.
Art
.
24
.
Entro
30
giorni
dalla
notificazione
di
cui
all
'
art
.
22
,
per
i
cittadini
residenti
nel
Regno
,
ed
entro
90
giorni
dalla
stessa
data
,
per
i
cittadini
residenti
all
'
estero
,
il
denunziante
può
ricorrere
alla
Commissione
di
cui
all
'
articolo
precedente
,
nella
cui
circoscrizione
il
ricorrente
ha
il
domicilio
fiscale
ed
in
mancanza
alla
Commissione
di
Roma
,
avverso
:
a
)
la
determinazione
del
valore
dei
beni
costituenti
la
quota
eccedente
;
b
)
la
scelta
dei
beni
attribuiti
alla
quota
eccedente
o
avverso
la
decisione
dell
'
Ufficio
tecnico
erariale
sulla
indivisibilità
di
un
immobile
;
c
)
la
determinazione
dell
'
estimo
o
dell
'
imponibile
,
ai
fini
del
computo
delle
quote
consentite
e
di
quelle
eccedenti
.
Il
ricorso
è
notificato
all
'
Ente
per
mezzo
di
ufficiale
giudiziario
.
Nel
caso
di
cui
alla
precedente
lettera
a
)
la
Commissione
procede
alla
stima
diretta
degli
immobili
con
riguardo
alla
media
dei
prezzi
dell
'
ultimo
quinquennio
,
depurata
dall
'
aliquota
del
20%
.
La
decisione
della
Commissione
deve
essere
motivata
ed
è
notificata
,
a
cura
della
segreteria
,
al
ricorrente
e
all
'
Ente
per
mezzo
di
ufficiale
giudiziario
.
Avverso
tale
decisione
è
ammesso
solo
ricorso
per
revocazione
nel
caso
previsto
dall
'
art
.
494
,
n
.
4
del
C.P.C.
,
entro
trenta
giorni
dalla
notifica
.
Art
.
25
.
Entro
quindici
giorni
dalla
notificazione
del
ricorso
il
ricorrente
deve
depositarlo
presso
la
segreteria
della
Commissione
.
Il
presidente
della
Commissione
,
con
decreto
in
calce
al
ricorso
,
stabilisce
la
misura
del
deposito
per
spese
da
effettuarsi
dal
ricorrente
e
fissa
l
'
udienza
di
comparizione
delle
parti
.
Dell
'
udienza
fissata
è
dato
tempestivo
avviso
alle
parti
a
cura
della
segreteria
della
Commissione
.
Nel
caso
di
mancato
deposito
del
ricorso
nel
termine
di
cui
al
primo
comma
o
di
mancato
deposito
della
somma
stabilita
dal
presidente
prima
dell
'
udienza
fissata
per
la
comparizione
,
il
ricorso
decade
.
Sono
ammesse
avanti
la
Commissione
la
rappresentanza
e
la
difesa
di
procuratori
legali
e
di
avvocati
.
Capo
V
.
Trasferimento
degli
immobili
compresi
nella
quota
di
eccedenza
all
'
Ente
di
gestione
e
liquidazione
Art
.
26
.
Divenuta
definitiva
la
determinazione
dei
beni
costituenti
la
quota
eccedente
,
l
'
Ente
di
gestione
e
liquidazione
immobiliare
richiede
all
'
Intendenza
di
finanza
,
competente
per
territorio
in
ordine
ai
singoli
beni
,
decreto
di
trasferimento
dei
diritti
spettanti
sui
beni
medesimi
al
cittadino
italiano
di
razza
ebraica
.
Il
decreto
,
pubblicato
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
,
è
trascritto
ed
è
titolo
esecutivo
per
il
rilascio
dell
'
immobile
.
L
'
intendente
di
finanza
rilascia
all
'
Ente
copia
autentica
del
decreto
.
Il
decreto
è
notificato
,
nella
forma
delle
citazioni
,
alle
persone
nei
cui
diritti
l
'
Ente
è
sostituito
.
Art
.
27
.
I
ricorsi
,
che
non
riguardano
la
formazione
della
quota
consentita
e
della
quota
eccedente
non
sospendono
né
l
'
attribuzione
degli
immobili
all
'
Ente
,
a
norma
dell
'
articolo
precedente
,
né
il
pagamento
del
corrispettivo
al
ricorrente
nella
misura
già
indicata
nell
'
atto
di
cui
all
'
art
.
22
,
salvo
il
successivo
pagamento
del
supplemento
del
corrispettivo
,
che
eventualmente
la
Commissione
di
cui
all
'
art
.
23
giudicherà
dovuto
.
Art
.
28
.
Dopo
il
decreto
di
attribuzione
dei
beni
all
'
Ente
,
l
'
avente
diritto
riacquista
la
piena
disponibilità
di
quelli
compresi
nella
quota
consentita
con
l
'
osservanza
delle
norme
dell
'
art
.
18
.
Art
.
29
.
I
beni
passano
all
'
Ente
con
le
ipoteche
e
gli
oneri
reali
di
cui
sono
gravati
.
Gli
eventuali
vincoli
dotali
sono
trasferiti
sui
titoli
attribuiti
,
a
norma
dell
'
art
.
32
,
in
corrispettivo
dei
beni
che
vi
erano
soggetti
.
Art
.
30
.
Se
i
beni
denunziati
pervengono
in
eredità
prima
del
trasferimento
dei
beni
stessi
all
'
Ente
,
a
persona
non
considerata
di
razza
ebraica
,
cessa
l
'
applicazione
della
disposizione
dell
'
art
.
4
.
Art
.
31
.
Nel
caso
che
sui
beni
trasferiti
all
'
Ente
gravi
un
diritto
di
usufrutto
a
favore
di
un
cittadino
di
razza
ebraica
,
l
'
Ente
potrà
estinguere
l
'
usufrutto
stesso
mediante
il
pagamento
in
contanti
di
una
adeguata
indennità
.
Capo
VI
.
Pagamento
del
corrispettivo
e
diritti
dei
creditori
Sezione
I
-
Certificati
speciali
Art
.
32
.
Il
pagamento
del
corrispettivo
degli
immobili
trasferiti
all
'
Ente
a
norma
dell
'
art
.
26
,
è
fatto
con
speciali
certificati
trentennali
,
che
l
'
Ente
è
autorizzato
ad
emettere
a
tal
fine
.
I
certificati
frutteranno
l
'
interesse
del
4%
annuo
pagabile
in
due
semestralità
posticipate
al
1°
gennaio
ed
al
1°
luglio
.
Il
pagamento
degli
interessi
avviene
presso
gli
istituti
incaricati
dal
Consiglio
di
amministrazione
dell
'
Ente
dietro
presentazione
dei
certificati
e
con
fondi
somministrati
dal
Tesoro
su
appositi
stanziamenti
nel
bilancio
dello
Stato
.
Art
.
33
.
I
titoli
di
cui
all
'
articolo
precedente
,
sono
nominativi
e
possono
essere
trasferiti
a
persone
appartenenti
alla
razza
ebraica
.
La
cessione
dei
certificati
a
persone
non
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
per
atto
tra
vivi
,
potrà
essere
fatta
solo
per
costituzione
di
dote
o
per
l
'
adempimento
di
una
obbligazione
di
data
certa
e
anteriore
a
quella
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
ovvero
derivante
da
fatto
illecito
.
Nel
caso
di
trasferimento
del
titolo
a
persona
non
considerata
di
razza
ebraica
,
quando
ciò
sia
consentito
,
il
certificato
è
sostituito
con
uno
speciale
titolo
obbligazionario
al
portatore
da
emettersi
dall
'
Ente
secondo
le
disposizioni
che
saranno
emanate
con
le
norme
di
attuazione
del
presente
decreto
.
Art
.
34
.
L
'
Ente
ha
facoltà
:
a
)
di
effettuare
,
in
casi
di
comprovata
necessità
,
operazioni
di
anticipazione
sui
certificati
speciali
a
condizioni
da
determinarsi
annualmente
dal
Consiglio
di
amministrazione
con
deliberazione
da
approvarsi
dal
Ministro
per
le
finanze
;
b
)
di
riscattare
i
certificati
speciali
previa
autorizzazione
del
Ministro
per
le
finanze
e
con
le
modalità
da
questo
stabilite
.
Art
.
35
.
Decorsi
i
trenta
anni
dall
'
emissione
dei
certificati
di
cui
all
'
art
.
32
,
questi
verranno
ritirati
,
annullati
e
sostituiti
con
titoli
nominativi
di
debito
pubblico
consolidato
.
Sezione
II
-
Pagamento
del
corrispettivo
e
ragioni
creditorie
dei
terzi
.
Art
.
36
.
Il
pagamento
del
corrispettivo
deve
essere
fatto
dopo
novanta
giorni
dalla
pubblicazione
,
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
,
del
decreto
di
attribuzione
dei
beni
all
'
Ente
.
Gli
interessi
del
4%
a
favore
dell
'
avente
diritto
decorrono
dal
giorno
del
rilascio
dell
'
immobile
all
'
Ente
.
Art
.
37
.
Nel
caso
di
trasferimento
all
'
Ente
di
un
immobile
indivisibile
,
a
norma
dell
'
ultimo
comma
dell
'
art
.
19
,
la
parte
di
corrispettivo
relativa
alla
quota
consentita
è
pagata
in
contanti
.
L
'
Ente
potrà
anche
dare
all
'
avente
diritto
,
in
permuta
un
immobile
.
Art
.
38
.
Nel
termine
di
novanta
giorni
di
cui
al
primo
comma
dell
'
art
.
36
,
i
creditori
del
denunziante
potranno
fare
valere
,
con
le
norme
ordinarie
,
le
loro
ragioni
sul
corrispettivo
dovuto
dall
'
Ente
,
soltanto
:
a
)
per
crediti
di
data
certa
ed
anteriore
all
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
;
b
)
per
obbligazioni
derivanti
da
fatto
illecito
.
Il
relativo
pagamento
è
fatto
in
contanti
.
Capo
VII
.
Gestione
e
vendita
dei
beni
trasferiti
all
'
Ente
di
gestione
e
liquidazione
immobiliare
Art
.
39
.
La
vendita
degli
immobili
trasferiti
all
'
Ente
è
fatta
secondo
un
piano
graduale
e
in
base
a
progetti
annuali
da
approvarsi
dal
Ministro
per
le
finanze
.
Il
Ministro
per
le
finanze
potrà
inoltre
autorizzare
la
vendita
di
determinati
immobili
,
stabilendone
le
modalità
.
Art
.
40
.
I
redditi
ed
il
ricavo
della
vendita
degli
immobili
indicati
nell
'
articolo
precedente
al
netto
delle
spese
di
gestione
e
delle
passività
inerenti
gli
immobili
stessi
e
degli
altri
oneri
a
carico
dell
'
Ente
affluiranno
al
tesoro
dello
Stato
.
I
redditi
saranno
versati
al
bilancio
dello
Stato
;
il
ricavo
delle
vendite
sarà
versato
in
un
conto
speciale
presso
la
Tesoreria
centrale
.
Art
.
41
.
Le
disponibilità
del
conto
di
cui
all
'
articolo
precedente
saranno
man
mano
investite
,
a
mezzo
del
contabile
del
portafoglio
,
in
titoli
del
Debito
pubblico
.
Tali
titoli
,
di
pertinenza
del
Tesoro
,
che
ne
riscuoterà
i
relativi
interessi
versandoli
al
bilancio
dello
Stato
,
saranno
custoditi
presso
la
Tesoreria
centrale
del
Regno
a
garanzia
dei
certificati
speciali
emessi
dall
'
Ente
.
Capo
VIII
.
Restituzione
degli
immobili
Art
.
42
.
Il
cittadino
italiano
di
razza
ebraica
che
abbia
ottenuto
il
provvedimento
di
discriminazione
a
norma
dell
'
art
.
14
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
ha
diritto
alla
restituzione
dell
'
immobile
trasferito
a
norma
dell
'
art
.
26
,
purché
non
sia
stato
venduto
dall
'
Ente
.
Nel
caso
di
avvenuta
vendita
,
ha
diritto
ad
ottenere
in
contanti
il
prezzo
di
vendita
,
previa
restituzione
all
'
Ente
dei
certificati
avuti
in
pagamento
.
Eguali
diritti
spettano
:
a
)
alle
persone
indicate
nell
'
articolo
30
nel
caso
che
esse
non
abbiano
fatto
valere
tempestivamente
i
loro
diritti
;
b
)
al
denunziante
,
se
la
denunzia
è
stata
l
'
effetto
di
un
errore
di
fatto
in
ordine
alle
circostanze
previste
nell
'
art
.
8
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
o
ad
erronea
interpretazione
di
tale
testo
di
legge
ed
il
denunziante
non
debba
essere
considerato
appartenente
alla
razza
ebraica
,
a
norma
del
detto
art.8
.
Art
.
43
.
Durante
l
'
istruttoria
di
una
domanda
di
discriminazione
a
norma
dell
'
art
.
14
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
il
Ministro
per
l
'
interno
su
istanza
dell
'
interessato
può
ordinare
,
con
suo
decreto
,
la
sospensione
della
vendita
dei
beni
trasferiti
all
'
Ente
.
Capo
IX
.
Aumenti
di
patrimonio
immobiliare
Art
.
44
.
I
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
debbono
fare
denunzia
nei
modi
indicati
negli
articoli
13
e
14
degli
aumenti
di
patrimonio
verificatisi
,
per
successivi
acquisti
,
a
qualsiasi
titolo
,
dopo
la
data
di
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
.
La
denunzia
deve
essere
fatta
entro
90
giorni
da
quello
in
cui
l
'
aumento
si
è
verificato
se
si
tratta
di
persona
residente
nel
Regno
ed
entro
180
se
residente
all
'
estero
.
Qualora
i
beni
successivamente
acquistati
a
qualunque
titolo
determinano
,
alla
data
in
cui
l
'
acquisto
si
verifichi
,
una
eccedenza
dai
limiti
consentiti
,
i
beni
stessi
sono
trasferibili
all
'
Ente
limitatamente
alla
parte
eccedente
,
con
le
norme
di
cui
al
capo
primo
e
seguenti
di
questo
titolo
,
in
quanto
applicabili
,
ferma
restando
la
disponibilità
dei
beni
già
dichiarati
non
eccedenti
.
È
ammesso
il
ricorso
alla
Commissione
provinciale
per
ottenere
che
all
'
Ente
sia
trasferito
,
in
sostituzione
dell
'
immobile
successivamente
acquistato
,
uno
degli
immobili
rimasti
in
piena
disponibilità
.
Ogni
alienazione
diversamente
fatta
è
nulla
di
pieno
diritto
salva
la
facoltà
di
donare
prevista
dall
'
art
.
6
e
da
esercitarsi
nel
termine
di
giorni
centottanta
da
quello
in
cui
l
'
aumento
di
patrimonio
si
è
verificato
.
È
applicabile
alle
donazioni
di
cui
al
comma
precedente
la
disposizione
dell
'
ultimo
comma
dell
'
art
.
6
.
A
coloro
che
non
adempiono
,
nel
termine
prescritto
,
all
'
obbligo
della
denunzia
o
forniscono
indicazioni
inesatte
o
incomplete
si
applicano
le
disposizioni
penali
dell
'
art
.
15
.
Art
.
45
.
Ai
fini
dell
'
applicazione
dell
'
articolo
precedente
,
sono
considerati
aumenti
di
patrimonio
immobiliare
:
a
)
il
consolidamento
dell
'
usufrutto
con
la
nuda
proprietà
b
)
la
devoluzione
del
fondo
enfiteutico
;
c
)
le
nuove
costruzioni
edilizie
;
d
)
la
cessazione
dello
stato
di
fallimento
,
qualora
non
sia
stato
liquidato
,
nel
fallimento
stesso
,
tutto
il
patrimonio
immobiliare
e
l
'
abbandono
di
procedure
esecutive
immobiliari
;
e
)
la
cessazione
di
destinazione
ad
uso
industriale
o
commerciale
degli
immobili
.
Non
sono
invece
considerati
incrementi
patrimoniali
gli
aumenti
dell
'
estimo
o
d
'
imponibile
verificatasi
in
ordine
ai
beni
già
dichiarati
non
eccedenti
i
limiti
di
legge
.
Per
i
beni
acquistati
successivamente
e
per
quelli
per
i
quali
sia
avvenuto
il
consolidamento
dell
'
usufrutto
o
la
devoluzione
del
fondo
enfiteutico
,
non
sono
computati
,
ai
fini
della
determinazione
della
quota
consentita
e
di
quella
eccedente
,
gli
eventuali
aumenti
d
'
estimo
o
d
'
imponibile
rispetto
agli
estimi
o
gl
'
imponibili
di
cui
al
primo
comma
dell
'
art
.
17
.
Art
.
46
.
Presso
ogni
Ufficio
tecnico
erariale
è
costituito
uno
speciale
elenco
descrittivo
dei
beni
appartenenti
a
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
.
Gli
Uffici
distrettuali
delle
imposte
dirette
,
che
riceveranno
la
denunzia
di
cui
all
'
art
.
44
,
ne
daranno
comunicazione
ai
detti
Uffici
tecnici
erariali
.
Titolo
II
-
Limitazioni
alla
partecipazione
in
aziende
industriali
e
commerciali
Capo
I
.
Denunzia
delle
aziende
Art
.
47
.
I
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
debbono
denunziare
entro
novanta
giorni
dalla
data
di
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
le
aziende
industriali
e
commerciali
,
esistenti
nel
Regno
alla
data
stessa
:
a
)
delle
quali
sono
proprietari
o
gestori
a
qualunque
titolo
;
b
)
appartenenti
a
società
non
azionarie
,
regolari
o
irregolari
,
nelle
quali
essi
sono
soci
a
responsabilità
illimitata
.
Sono
escluse
dalla
denunzia
le
aziende
artigiane
rappresentate
sindacalmente
dalla
Federazione
nazionale
fascista
degli
Artigiani
.
Art
.
48
.
La
denunzia
deve
essere
presentata
al
Consiglio
delle
corporazioni
nella
cui
circoscrizione
ha
sede
l
'
azienda
e
,
nel
caso
di
denunzia
di
più
aziende
,
al
Consiglio
delle
corporazioni
nella
cui
circoscrizione
ha
sede
l
'
azienda
che
ha
un
numero
di
dipendenti
maggiore
.
La
denunzia
è
redatta
in
conformità
del
modulo
annesso
al
presente
decreto
.
Capo
II
.
Accertamento
delle
aziende
e
formazione
degli
elenchi
relativi
Art
.
49
.
Il
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
,
in
base
a
rilievi
d
'
ufficio
,
completa
o
rettifica
,
ove
ne
sia
il
caso
,
le
denunzie
presentate
dagli
interessati
.
Nei
casi
di
mancata
denunzia
procederà
ad
accertamenti
d
'
ufficio
.
Art
.
50
.
Colui
che
,
essendo
obbligato
a
presentare
denunzia
,
a
norma
dell
'
art
.
47
,
omette
di
farla
nel
termine
prescritto
o
la
presenta
con
indicazioni
inesatte
o
incomplete
in
modo
da
determinare
incertezza
in
ordine
agli
elementi
della
denunzia
stessa
,
è
punito
con
l
'
ammenda
da
lire
cinquecento
a
diecimila
.
Art
.
51
.
Agli
effetti
del
presente
decreto
e
dell
'
art
.
10
,
lettera
c
)
,
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
si
ha
riguardo
al
numero
complessivo
delle
persone
impiegate
da
tutte
le
aziende
nelle
quali
è
interessato
come
proprietario
,
gestore
o
socio
a
responsabilità
illimitata
il
cittadino
italiano
di
razza
ebraica
.
Il
numero
delle
persone
dipendenti
si
determina
in
base
al
personale
impiegato
alla
data
di
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
.
Se
questo
numero
risulta
inferiore
a
quello
stabilmente
impiegato
nel
corso
dell
'
anno
1938
o
nel
periodo
stagionale
di
attività
dell
'
azienda
nel
medesimo
anno
,
si
tiene
conto
del
numero
maggiore
,
salvo
che
la
diminuzione
di
personale
corrisponda
alle
esigenze
di
un
adeguato
funzionamento
dell
'
azienda
stessa
in
relazione
alla
sua
attrezzatura
industriale
ed
organizzazione
commerciale
.
Art
.
52
.
Il
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
compila
appositi
elenchi
distinguendo
:
a
)
le
aziende
dichiarate
interessanti
la
difesa
della
Nazione
;
b
)
le
aziende
,
di
qualunque
altra
natura
,
che
per
il
numero
del
personale
,
calcolato
con
i
criteri
dell
'
art
.
51
,
eccedono
i
limiti
stabiliti
dall
'
art
.
10
,
lettera
c
)
,
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728;
c
)
le
aziende
non
rientranti
nelle
precedenti
categorie
.
Nella
categoria
di
cui
alla
lettera
c
)
sono
comprese
possibilmente
le
aziende
che
l
'
interessato
abbia
dichiarato
tempestivamente
di
voler
conservare
.
Gli
elenchi
di
cui
alle
lettere
a
)
e
b
)
sono
trasmessi
in
copia
si
Ministeri
delle
finanze
e
delle
corporazioni
.
Gli
elenchi
di
cui
alla
lettera
c
)
sono
conservati
presso
il
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
,
che
ne
cura
gli
opportuni
aggiornamenti
.
Nel
caso
di
denunzie
di
più
aziende
,
il
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
,
che
ha
ricevuto
la
denunzia
e
compilato
i
tre
elenchi
anzidetti
,
ne
invia
estratti
ai
Consigli
provinciali
delle
corporazioni
,
nelle
cui
circoscrizioni
hanno
sede
le
aziende
comprese
negli
elenchi
stessi
.
Art
.
53
.
Gli
elenchi
di
cui
all
'
art
.
52
sono
pubblicati
a
cura
del
Ministero
per
le
corporazioni
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
.
Contro
le
risultanze
degli
elenchi
di
cui
alle
lettere
a
)
e
b
)
gli
interessati
possono
presentare
ricorso
al
Ministero
per
le
corporazioni
entro
il
termine
di
sessanta
giorni
dalla
pubblicazione
anzidetta
.
Il
Ministro
per
le
corporazioni
decide
i
ricorsi
con
provvedimento
insindacabile
.
Le
decisioni
sono
pubblicate
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
.
Capo
III
.
Inalienabilità
delle
aziende
e
delle
quote
sociali
durante
il
periodo
di
accertamento
e
classificazione
Art
.
54
.
Dalla
data
dell
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
e
fino
alla
determinazione
delle
aziende
ai
sensi
dell
'
art
.
53
,
i
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
non
possono
alienare
le
aziende
stesse
né
cedere
le
quote
sociali
.
Non
possono
neanche
alienare
i
singoli
immobili
o
i
beni
mobili
destinati
all
'
attrezzatura
delle
aziende
medesime
né
costituire
ipoteche
sugli
immobili
.
Gli
atti
compiuti
in
trasgressione
delle
disposizioni
del
presente
articolo
non
producono
alcun
effetto
giuridico
rispetto
alle
aziende
che
vengano
comprese
nelle
categorie
di
cui
alle
lettere
a
)
e
b
)
dell
'
art
.
52;
rimangono
fermi
gli
effetti
dell
'
acquisto
di
singole
cose
mobili
,
da
parte
dei
terzi
di
buona
fede
.
Art
.
55
.
In
deroga
alle
disposizioni
di
cui
al
precedente
articolo
54
,
il
cittadino
italiano
di
razza
ebraica
può
fare
donazione
dell
'
intera
azienda
o
della
quota
sociale
ai
propri
congiunti
indicati
nell
'
art
.
6
,
salvi
i
diritti
spettanti
per
legge
o
per
contratto
agli
altri
soci
non
considerati
di
razza
ebraica
.
Per
compiere
tali
donazioni
non
sono
richieste
le
autorizzazioni
di
cui
agli
articoli
58
e
63
.
Capo
IV
.
Vigilanza
,
amministrazione
e
liquidazione
delle
aziende
Art
.
56
.
Divenuta
definitiva
l
'
assegnazione
di
un
'
azienda
individuale
o
sociale
alle
categorie
di
cui
alle
lettere
a
)
e
b
)
dell
'
art
.
52
,
è
nominato
con
decreto
del
Ministro
per
le
finanze
,
di
concerto
col
Ministro
per
le
corporazioni
,
un
commissario
di
vigilanza
,
scelto
nel
ruolo
degli
amministratori
giudiziari
o
nell
'
albo
dei
revisori
dei
conti
.
Della
nomina
,
sostituzione
o
cessazione
è
data
notizia
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
.
Per
un
periodo
di
sei
mesi
a
decorrere
dalla
data
di
nomina
del
commissario
,
la
gestione
dell
'
azienda
è
sottoposta
alla
vigilanza
del
commissario
stesso
.
Art
.
57
.
Il
commissario
di
vigilanza
procede
immediatamente
,
con
l
'
intervento
del
titolare
dell
'
azienda
o
di
un
suo
rappresentante
,
alla
verifica
della
cassa
,
dei
libri
e
dei
documenti
e
alla
formazione
dell
'
inventario
.
In
mancanza
del
titolare
o
di
un
rappresentante
o
nel
caso
di
rifiuto
a
prendere
parte
alle
operazioni
anzidette
,
il
pretore
,
su
istanza
del
commissario
,
designa
un
notaio
per
assistervi
.
Il
commissario
vigila
sulle
operazioni
aziendali
,
cura
la
formazione
dell
'
elenco
dei
creditori
,
riferisce
al
Ministro
per
le
finanze
in
ordine
agli
atti
che
ritenga
pregiudizievoli
alla
consistenza
dell
'
azienda
.
Il
Ministro
può
,
con
proprio
decreto
,
disporre
che
ne
sia
sospesa
l
'
esecuzione
,
dare
le
altre
provvidenze
del
caso
e
può
anche
,
con
provvedimento
insindacabile
,
disporre
che
il
commissario
di
vigilanza
assuma
la
temporanea
gestione
dell
'
azienda
,
anche
prima
che
sia
decorso
il
termine
indicato
nell
'
ultimo
comma
dell
'
art
.
56
.
Il
commissario
di
vigilanza
ha
,
a
tutti
gli
effetti
,
qualità
di
pubblico
ufficiale
e
può
compiere
ogni
verifica
necessaria
perl
'
esercizio
delle
proprie
funzioni
.
Art
.
58
.
Il
titolare
di
un
azienda
individuale
o
i
soci
illimitatamente
responsabili
di
una
società
non
azionaria
,
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
,
entro
il
periodo
di
tempo
di
cui
all
'
ultimo
comma
dell
'
art
.
56
,
possono
,
con
l
'
autorizzazione
del
Ministero
delle
finanze
,
alienare
l
'
azienda
o
singoli
esercizi
od
opifici
della
stessa
o
la
quota
sociale
a
persone
non
considerate
di
razza
ebraica
o
a
società
commerciali
regolarmente
costituite
.
I
trasferimenti
debbono
,
a
pena
di
nullità
,
essere
fatti
per
atto
pubblico
.
Il
prezzo
di
alienazione
è
investito
,
a
cura
e
sotto
la
responsabilità
del
notaio
rogante
,
in
titoli
nominativi
di
consolidato
.
Nel
caso
di
contestazioni
o
di
sequestro
o
pignoramento
del
prezzo
,
l
'
ammontare
di
questo
è
depositato
,
a
cura
del
notaio
,
presso
la
Cassa
depositi
e
prestiti
.
I
titoli
nominativi
non
sono
trasferibili
,
per
atto
tra
vivi
,
che
dietro
autorizzazione
del
Ministro
per
le
finanze
.
Nel
caso
che
i
titoli
pervengano
,
in
seguito
a
trasferimento
autorizzato
o
per
successione
,
a
persona
non
considerata
di
razza
ebraica
,
può
,
a
richiesta
dell
'
interessato
,
il
tramutamento
in
titoli
al
portatore
.
Nel
caso
di
alienazione
di
un
'
azienda
gestita
da
un
cittadino
italiano
di
razza
ebraica
non
proprietario
e
non
socio
a
responsabilità
illimitata
,
non
sono
applicabili
le
disposizioni
dei
tre
commi
precedenti
quando
il
proprietario
od
i
soci
non
siano
considerati
di
razza
ebraica
.
Art
.
59
.
Per
la
cessione
dei
diritti
spettanti
al
socio
ebreo
a
responsabilità
illimitata
in
società
nelle
quali
siano
altri
soci
non
considerati
di
razza
ebraica
si
applicano
le
norme
di
cui
all
'
articolo
precedente
.
La
cessione
avviene
rimanendo
salvi
i
diritti
spettanti
per
legge
o
per
contratto
agli
altri
soci
non
considerati
di
razza
ebraica
.
Art
.
60
.
Il
decreto
è
pubblicato
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
.
Art
.
61
.
Nei
casi
di
cui
all
'
art
.
60
,
il
commissario
di
vigilanza
assume
la
temporanea
gestione
delle
aziende
stesse
dandone
avviso
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
regno
,
e
provvede
alla
cessione
dell
'
azienda
alle
società
di
cui
all
'
articolo
stesso
,
promuovendone
,
se
del
caso
,
la
costituzione
.
Concordate
le
condizioni
del
rilievo
,
ed
approvate
dal
Ministro
per
le
finanze
,
il
commissario
notifica
al
proprietario
il
corrispettivo
proposto
e
la
società
rilevataria
.
Ove
il
proprietario
ritenga
il
corrispettivo
inadeguato
al
valore
dell
'
azienda
,
può
proporre
opposizione
,
notificandola
entro
quindici
giorni
tanto
al
commissario
,
quanto
alla
società
rilevataria
.
Sull
'
opposizione
decide
insindacabilmente
un
Collegio
composto
di
tre
membri
,
nominati
uno
dal
proprietario
,
uno
dall
'
ente
rilevatario
e
il
terzo
,
con
funzioni
di
presidente
,
dal
Ministro
per
le
finanze
.
Nell
'
atto
di
opposizione
deve
,
a
pena
dell
'
inammissibilità
,
essere
nominato
l
'
arbitro
scelto
a
norma
del
comma
precedente
.
Il
Collegio
decide
anche
sulle
spese
.
Art
.
62
.
Divenuta
definitiva
la
misura
del
corrispettivo
a
norma
dell
'
articolo
precedente
,
il
commissario
di
vigilanza
trasferisce
l
'
azienda
alla
società
rilevataria
.
Per
la
stipulazione
dell
'
atto
e
per
l
'
impiego
o
il
deposito
del
prezzo
si
osservano
le
disposizioni
dell
'
art
.
58
.
Il
trasferimento
dell
'
aziende
può
essere
attuato
,
con
l
'
autorizzazione
del
Ministro
per
le
finanze
,
anche
prima
della
decisione
sull
'
opposizione
al
prezzo
offerto
,
in
quanto
la
società
rilevataria
versi
il
corrispettivo
concordato
col
commissario
di
vigilanza
,
salvo
il
successivo
pagamento
del
supplemento
del
prezzo
,
che
eventualmente
il
Collegio
arbitrale
di
cui
all
'
articolo
precedente
giudicherà
dovuto
.
Consegnata
l
'
azienda
alla
società
rilevataria
ed
assicurato
l
'
impiego
o
il
deposito
del
corrispettivo
nella
misura
definitiva
determinata
,
il
commissario
di
vigilanza
cessa
dalle
sue
funzioni
.
Art
.
63
.
Il
commissario
di
vigilanza
di
una
azienda
non
compresa
nel
decreto
Ministeriale
di
cui
al
primo
comma
dell
'
art
.
60
,
deve
darne
avviso
al
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
dove
ha
sede
l
'
azienda
stessa
.
Il
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
nomina
,
per
tali
aziende
,
un
liquidatore
;
può
però
,
ove
lo
ravvisi
opportuno
,
disporre
la
gestione
temporanea
,
nominando
un
amministratore
.
La
gestione
si
svolge
sotto
la
vigilanza
e
secondo
le
istruzioni
del
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
.
Il
periodo
di
gestione
temporanea
di
cui
al
comma
precedente
può
anche
essere
prorogato
,
ma
non
può
nel
complesso
eccedere
lo
spazio
di
tempo
di
un
anno
.
Durante
tale
periodo
l
'
alienazione
dell
'
azienda
o
di
singoli
opifici
od
esercizi
della
stessa
è
fatta
dall
'
amministratore
,
col
consenso
del
titolare
,
previa
autorizzazione
del
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
e
con
le
norme
dell
'
art
.
58
per
la
stipulazione
dell
'
atto
e
l
'
impiego
o
il
deposito
del
prezzo
.
Decorso
il
periodo
anzidetto
di
gestione
temporanea
,
la
azienda
è
posta
in
liquidazione
.
Della
nomina
del
liquidatore
e
dell
'
amministratore
è
dato
avviso
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
.
Art
.
64
.
La
liquidazione
di
cui
all
'
articolo
precedente
è
compiuta
sotto
la
vigilanza
del
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
e
con
l
'
osservanza
,
anche
per
le
aziende
individuali
,
delle
disposizioni
del
codice
di
commercio
,
in
quanto
applicabili
,
ed
in
conformità
delle
istruzioni
stabilite
dal
Consiglio
provinciale
predetto
.
Il
liquidatore
investe
le
somme
provenienti
dalla
liquidazione
nelle
forme
stabilite
dall
'
art
.
58
.
Art
.
65
.
L
'
amministratore
o
il
liquidatore
di
cui
all
'
art
.
63
,
con
l
'
assistenza
del
commissario
di
vigilanza
e
con
l
'
intervento
del
titolare
dell
'
azienda
o
di
un
suo
rappresentante
,
procede
alla
ricognizione
dell
'
inventario
,
riceve
la
consegna
dei
libri
,
dei
documenti
e
delle
attività
sociali
,
forma
il
bilancio
,
dal
quale
risulti
esattamente
lo
stato
attivo
e
passivo
dell
'
azienda
,
osservato
,
in
quanto
applicabile
,
il
disposto
dell
'
art
.
57
,
2°
comma
.
Compiute
dette
operazioni
,
cessano
le
funzioni
del
commissario
di
vigilanza
.
L
'
amministratore
ha
tutti
i
poteri
occorrenti
per
l
'
amministrazione
dell
'
azienda
;
con
l
'
autorizzazione
del
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
può
fare
assegnazione
di
somme
per
spese
di
famiglia
al
proprietario
o
socio
appartenente
alla
razza
ebraica
e
presenta
al
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
il
conto
della
propria
gestione
al
termine
di
essa
.
Art
.
66
.
La
retribuzione
dei
commissari
di
vigilanza
,
degli
amministratori
e
dei
liquidatori
è
a
carico
dell
'
azienda
e
viene
rispettivamente
liquidata
dal
Ministro
per
le
finanze
o
dal
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
.
Art
.
67
.
Cessa
l
'
applicazione
delle
norme
del
presente
decreto
relative
alle
aziende
indicate
nell
'
art
.
47
:
a
)
quando
in
un
'
azienda
non
appartenente
a
persone
di
razza
ebraica
,
gestita
da
un
cittadino
di
razza
ebraica
,
il
gestore
viene
sostituito
;
b
)
nel
caso
di
dichiarazione
di
fallimento
;
c
)
nel
caso
in
cui
il
titolare
,
gestore
o
socio
a
responsabilità
illimitata
ottenga
il
provvedimento
di
discriminazione
di
cui
all
'
art
.
14
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728;
d
)
nel
caso
che
l
'
azienda
pervenga
in
eredità
a
persona
non
appartenente
alla
razza
ebraica
.
Nel
caso
di
cui
alla
lettera
a
)
del
comma
precedente
,
la
cessazione
delle
funzioni
del
commissario
,
amministratore
o
liquidatore
è
disposta
dall
'
autorità
che
lo
ha
nominato
.
Nei
casi
di
cui
alle
lettere
c
)
e
d
)
del
comma
precedente
,
gli
aventi
diritto
hanno
la
disponibilità
dell
'
azienda
nello
stato
di
fatto
e
di
diritto
in
cui
si
trova
e
nel
caso
di
avvenuta
alienazione
o
liquidazione
cessano
le
limitazioni
stabilite
nel
penultimo
comma
dell
'
art
.
58
in
ordine
ai
titoli
avuti
in
corrispettivo
.
Capo
V
.
Disposizioni
varie
Art
.
68
.
I
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
,
che
abbiano
la
direzione
delle
aziende
indicate
nell
'
art
.
10
,
lettera
c
)
,
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
il
proprietario
delle
quali
non
sia
considerato
di
razza
ebraica
,
debbono
cessare
dalle
loro
funzioni
non
oltre
il
novantesimo
giorno
dall
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
,
salvo
la
liquidazione
dei
diritti
nascenti
dal
rapporto
d
'
impiego
.
Ove
essi
continuino
nelle
loro
funzioni
oltre
il
detto
termine
,
il
datore
di
lavoro
è
punito
con
l
'
ammenda
dal
lire
cinquecento
a
lire
diecimila
ed
in
caso
di
mancato
successivo
licenziamento
si
applicano
all
'
azienda
le
disposizioni
di
questo
decreto
.
I
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
che
siano
amministratori
o
sindaci
di
società
alle
quali
appartengono
le
aziende
indicate
nell
'
art
.
10
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
decadono
di
diritto
dalle
loro
rispettive
cariche
o
uffici
al
novantesimo
giorno
dall
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
.
La
disposizione
del
comma
precedente
non
si
applica
al
socio
a
responsabilità
illimitata
nelle
società
di
cui
all
'
art
.
47
.
Il
Ministro
per
l
'
interno
,
durante
l
'
istruttoria
di
una
domanda
di
discriminazione
a
norma
dell
'
art
.
14
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
può
,
su
istanza
dell
'
interessato
,
prorogare
,
con
suo
decreto
,
i
termini
di
cui
ai
commi
precedenti
fino
alla
decisione
in
ordine
alla
domanda
stessa
.
Art
.
69
.
Le
amministrazioni
civili
o
militari
dello
Stato
,
il
Partito
Nazionale
Fascista
e
le
Organizzazioni
da
questo
dipendenti
o
controllate
,
le
altre
Amministrazioni
indicate
nell
'
art
.
13
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
hanno
facoltà
di
revocare
le
concessioni
conferite
a
persone
appartenenti
alla
razza
ebraica
e
di
risolvere
d
'
autorità
i
contratti
d
'
appalto
per
lavori
o
forniture
stipulati
con
tali
persone
.
La
stessa
facoltà
è
data
per
le
concessioni
e
per
gli
appalti
a
società
non
azionarie
,
regolari
o
irregolari
,
nelle
quali
sono
soci
a
responsabilità
illimitata
persone
appartenenti
alla
razza
ebraica
,
oppure
a
ditte
gestite
dalle
persone
medesime
,
se
il
gestore
od
il
socio
non
venga
sostituito
,
nel
termine
che
sarà
assegnato
,
con
persona
non
di
razza
ebraica
e
di
gradimento
dell
'
Amministrazione
concedente
o
appaltante
.
Nei
casi
di
revoca
o
risoluzione
ai
sensi
del
presente
articolo
,
sarà
corrisposto
il
prezzo
o
il
saldo
delle
cose
fornite
e
dei
lavori
eseguiti
fino
al
giorno
della
comunicazione
del
provvedimento
di
revoca
o
di
risoluzione
,
in
base
alle
condizioni
contrattuali
,
ed
il
valore
dei
materiali
utili
esistenti
a
tale
data
in
cantiere
,
che
rimangono
acquisiti
all
'
Amministrazione
,
escluso
qualsiasi
altro
compenso
o
indennizzo
.
Art
.
70
.
Le
attribuzioni
deferite
dal
presente
decreto
al
Consiglio
provinciale
delle
corporazioni
sono
esercitate
dal
Comitato
di
presidenza
.
Per
l
'
esercizio
della
funzione
di
vigilanza
sulle
aziende
il
Comitato
di
presidenza
ha
facoltà
di
nominare
nel
proprio
seno
apposita
Commissione
con
facoltà
di
aggregare
ad
essa
uno
o
più
componenti
del
Consiglio
e
,
previa
autorizzazione
del
Ministro
per
le
corporazioni
,
anche
persone
estranee
di
particolare
competenza
.
Art
.
71
.
Se
le
aziende
comprese
nella
categoria
a
)
dell
'
art
.
52
,
per
aumento
del
personale
o
per
mutamento
dell
'
oggetto
,
vengano
a
cadere
nelle
limitazioni
dell
'
art
.
10
della
lettera
c
)
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
il
proprietario
,
gestore
o
socio
,
che
siano
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
,
debbono
denunziare
entro
novanta
giorni
le
avvenute
variazioni
.
Entro
lo
stesso
termine
i
detti
cittadini
di
razza
ebraica
debbono
denunziare
le
aziende
delle
quali
divengono
,
successivamente
all
'
entrata
in
vigore
del
presente
decreto
,
proprietari
,
gestori
o
soci
.
Nei
casi
di
cui
al
primo
e
secondo
comma
,
si
applicano
tutte
le
disposizioni
del
presente
titolo
.
Titolo
III
.
Disposizioni
generali
e
finali
Art
.
72
.
I
cittadini
italiani
di
razza
ebraica
,
che
abbiano
ottenuto
il
provvedimento
di
discriminazione
di
cui
all
'
art
.
14
del
R
.
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
sono
equiparati
,
ad
ogni
effetto
del
presente
decreto
,
ai
cittadini
italiani
non
considerati
di
razza
ebraica
.
Art
.
73
.
Le
denuncie
e
le
istanze
previste
dal
presente
decreto
,
le
attestazioni
emesse
e
i
provvedimenti
emanati
in
esecuzione
del
decreto
medesimo
da
organi
od
uffici
dell
'
Amministrazione
dello
Stato
e
dai
Consigli
provinciali
delle
corporazioni
,
il
provvedimento
del
pretore
e
gli
inventari
di
cui
agli
articoli
57
e
65
,
sono
esenti
dalle
tasse
di
bollo
.
Gli
atti
e
i
provvedimenti
avanti
le
Commissioni
di
cui
all
'
art
.
22
ed
i
Collegi
arbitrali
di
cui
all
'
art
.
61
,
nonché
i
ricorsi
al
Ministro
per
le
corporazioni
ai
sensi
dell
'
art
.
53
,
la
relativa
documentazione
e
le
decisioni
sono
esenti
dal
pagamento
delle
tasse
di
bollo
,
di
registro
ed
ipotecarie
.
Le
notificazioni
e
le
pubblicazioni
prescritte
dal
presente
decreto
si
considerano
,
per
quanto
riflette
i
diritti
e
le
spese
di
notifica
e
d
'
iscrizione
,
come
fatte
nell
'
interesse
dello
Stato
.
Art
.
74
.
Gli
atti
di
donazione
di
cui
agli
articoli
6
e
55
sono
esenti
dalla
tassa
di
registro
per
trasferimento
a
titolo
gratuito
;
la
tassa
di
trascrizione
e
i
diritti
catastali
sono
ridotti
al
quarto
.
Sono
del
pari
ridotti
al
quarto
gli
onorari
notarili
.
Art
.
75
.
Gli
atti
di
retrocessione
dei
beni
immobili
dell
'
Ente
di
liquidazione
e
gestione
immobiliare
od
altro
ente
assegnatario
al
cittadino
italiano
di
razza
ebraica
che
abbia
ottenuto
il
provvedimento
di
esenzione
previsto
dall
'
art
.
14
del
regio
decreto
-
legge
17
novembre
1938-XVII
,
n
.
1728
,
sono
registrati
e
trascritti
col
pagamento
della
tassa
fissa
di
lire
20;
i
diritti
di
voltura
sono
ridotti
al
quarto
.
Art
.
76
.
L
'
Ente
di
gestione
e
liquidazione
immobiliare
è
parificato
ad
ogni
effetto
nel
trattamento
tributario
alle
Amministrazioni
dello
Stato
;
per
le
notificazioni
ad
istanza
dell
'
Ente
medesimo
,
per
le
copie
degli
atti
ad
esso
rilasciati
e
per
le
visure
ipotecarie
compiute
nel
suo
interesse
,
si
osservano
le
disposizioni
vigenti
per
tali
adempimenti
quando
sono
richiesti
dallo
Stato
.
Le
tasse
di
registro
e
trascrizione
,
i
diritti
catastali
e
gli
onorari
notarili
per
gli
atti
di
alienazione
dei
beni
attribuiti
all
'
Ente
di
gestione
e
liquidazione
immobiliare
,
sono
ridotti
alla
metà
dell
'
ordinario
ammontare
,
quando
non
trovino
applicazione
disposizioni
speciali
più
favorevoli
.
Art
.
77
.
Gli
atti
costitutivi
delle
società
di
cui
è
menzione
nell
'
art
.
60
,
in
quanto
il
Ministro
per
le
finanze
riconosca
il
pubblico
interesse
della
loro
costituzione
,
sono
esenti
dalle
tasse
di
bollo
e
di
registro
.
Gli
atti
con
i
quali
dette
società
rilevano
le
aziende
indicate
nel
predetto
articolo
sono
registrati
e
trascritti
con
la
tassa
fissa
di
lire
20;
i
diritti
catastali
e
gli
onorari
notarili
per
gli
atti
medesimi
sono
ridotti
al
quarto
.
Art
.
78
.
Il
Ministro
per
le
finanze
è
autorizzato
ad
introdurre
in
bilancio
,
con
propri
decreti
,
le
variazioni
occorrenti
per
la
attuazione
del
presente
decreto
.
Art
.
79
.
Il
Governo
del
Re
è
autorizzato
ad
emanare
le
norme
necessarie
per
l
'
attuazione
del
presente
decreto
.
Art
.
80
.
Il
presente
decreto
entrerà
in
vigore
il
giorno
stesso
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
e
sarà
presentato
al
Parlamento
per
la
conversione
in
legge
.
Il
Ministro
per
le
finanze
,
proponente
,
è
autorizzato
a
presentare
il
relativo
disegno
di
legge
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
Roma
,
addì
9
febbraio
1939-XVII
Vittorio
Emanuele
Mussolini
,
Di
Revel
,
Solmi
,
Lantini
Visto
il
Guardasigilli
:
Solmi
StampaPeriodica ,
Washington
,
aprile
-
Il
Patto
atlantico
è
stato
firmato
senza
che
la
banda
suonasse
nemmeno
una
marcia
militare
.
Eppure
la
banda
che
lunedì
nel
pomeriggio
prestava
servizio
nell
'
Auditorium
della
Constitution
Avenue
,
dove
si
è
svolta
la
cerimonia
della
firma
,
era
proprio
quella
dei
marines
,
cioè
di
quei
terribili
fucilieri
di
marina
sulle
cui
tradizioni
militaresche
non
ci
sono
dubbi
.
Quando
gli
invitati
,
che
fin
dalle
prime
ore
del
pomeriggio
di
lunedì
entrarono
nella
vasta
sala
,
si
accorsero
che
la
firma
del
Patto
atlantico
sarebbe
stata
rallegrata
da
quella
fanfara
militare
,
non
ci
fu
nessuno
che
non
si
preparasse
a
sentire
uno
di
quei
concerti
di
marce
che
tanto
piacciono
agli
ufficiali
di
tutte
le
armi
.
Se
lo
aspettavano
specialmente
gli
europei
,
ma
ecco
che
il
maggiore
Salteman
,
direttore
della
banda
,
fa
un
segno
gentile
ai
suoi
suonatori
e
invece
di
ritmi
militareschi
si
odono
motivi
popolari
ora
ironici
ed
ora
patetici
che
quasi
invitavano
il
piede
a
un
passo
di
danza
.
Erano
le
due
e
mezzo
del
pomeriggio
,
mancava
ancora
mezz
'
ora
all
'
inizio
dei
discorsi
,
quando
la
banda
dei
marines
cominciò
a
eseguire
una
scelta
da
Porgy
e
Bess
,
la
famosa
operetta
di
Gershwin
.
Chi
aveva
avuto
questa
idea
gentile
di
distrarre
il
pubblico
in
attesa
della
firma
di
un
patto
che
,
pur
essendo
di
difesa
,
interessa
anche
i
militari
,
con
canzoni
invece
che
con
marce
?
Nessuno
ha
potuto
stabilirlo
.
Qualcuno
ha
pensato
che
fosse
un
'
idea
di
Stanley
Woodward
,
capo
del
protocollo
,
l
'
uomo
che
ha
diretto
la
cerimonia
.
Qualche
altro
ha
supposto
invece
che
la
scelta
del
programma
fosse
stata
lasciata
al
maggiore
Salteman
e
che
questi
l
'
avesse
fatta
secondo
le
sue
predilezioni
,
che
sono
poi
anche
le
predilezioni
del
corpo
a
cui
appartiene
.
Se
non
fossero
stati
distratti
da
mille
altre
cose
,
cioè
dall
'
osservazione
delle
toilettes
delle
signore
,
e
dalla
maliziosa
valutazione
dello
stile
,
per
dir
la
verità
un
po
'
goffo
,
del
palazzo
classicheggiante
di
Constitution
Avenue
,
qualche
invitato
europeo
avrebbe
tratto
una
morale
da
quella
musica
.
Avrebbe
detto
:
«
Gli
americani
lo
fanno
apposta
;
suonano
musica
allegra
e
sentimentale
per
noi
,
così
pronti
invece
a
inarcare
il
petto
e
a
mettere
il
pennacchio
»
.
Fatto
sta
che
al
suono
di
Bess
you
are
my
woman
cioè
di
«
Bess
tu
sei
la
mia
donna
»
,
si
è
aperta
la
grande
seduta
del
quattro
aprile
che
doveva
concludersi
con
la
firma
del
Patto
atlantico
.
Ma
non
c
'
erano
soltanto
la
musica
popolare
e
i
pezzi
più
famosi
dell
'
operetta
di
Gershwin
.
Anche
le
decorazioni
floreali
della
sala
meritavano
l
'
attenzione
di
quella
parte
del
pubblico
che
,
venuta
dall
'
Europa
,
pareva
spinta
dalla
maggior
curiosità
.
Era
un
misto
di
azalee
e
di
ortensie
,
un
alternarsi
di
verde
e
di
rosa
in
mezzo
a
cui
i
dodici
ministri
e
gli
undici
ambasciatori
(
Acheson
essendo
a
casa
sua
non
poteva
avere
come
assistente
un
ambasciatore
americano
accreditato
presso
il
presidente
Truman
)
,
seduti
in
doppia
fila
a
semicerchio
sulla
pedana
sopraelevata
,
perdevano
molto
della
loro
storicità
.
La
scena
di
tanti
vecchi
signori
in
mezzo
ai
fiori
suggeriva
l
'
idea
non
che
stesse
svolgendosi
un
atto
politico
,
ma
una
di
quelle
cerimonie
durante
le
quali
alla
fine
dell
'
anno
scolastico
si
premiano
gli
alunni
più
bravi
.
Ma
alle
tre
del
pomeriggio
il
segretario
di
Stato
Dean
Acheson
ha
cominciato
a
parlare
.
Il
tono
del
discorso
è
bastato
per
rompere
l
'
incantesimo
di
quel
tranquillo
quadro
borghese
che
musichette
e
fiori
avevano
creato
così
facilmente
.
C
'
era
nella
voce
di
Acheson
una
sicurezza
e
una
serietà
che
hanno
richiamato
tutti
alla
realtà
.
Ci
è
parso
che
in
quel
momento
la
gente
battesse
le
palpebre
come
per
scacciare
dagli
occhi
immagini
poco
adatte
.
Acheson
,
che
era
il
primo
oratore
e
che
inoltre
rappresentava
il
paese
più
potente
dell
'
alleanza
,
è
stato
seguito
con
molto
interesse
.
Il
suo
è
stato
un
discorso
breve
,
con
una
citazione
del
Vangelo
a
modo
di
ammonimento
.
Dopo
però
il
pubblico
è
apparso
meno
attento
.
Dopo
il
quarto
,
Bevin
ha
smesso
di
seguire
gli
oratori
preferendo
commentare
la
loro
apparenza
,
il
loro
modo
di
vestire
,
il
loro
modo
di
muoversi
.
Quando
parlava
Schuman
,
la
gente
diceva
:
«
Assomiglia
a
Gandhi
»
;
quando
parlava
Sforza
,
si
udivano
citazioni
storiche
.
Alle
quattro
e
ventidue
entrò
Truman
.
Si
era
fatto
prima
di
quello
che
non
avesse
stabilito
l
'
orario
perché
quasi
tutti
gli
oratori
avevano
rinunciato
al
privilegio
di
parlare
nella
propria
lingua
.
In
un
primo
momento
la
preoccupazione
di
sanzionare
anche
nei
particolari
minori
l
'
eguaglianza
dei
Dodici
,
spinse
appunto
ad
insistere
perché
i
delegati
facessero
le
loro
dichiarazioni
nella
lingua
del
proprio
paese
.
Ma
il
delegato
danese
cominciò
a
parlare
inglese
,
e
allora
eccetto
i
ministri
di
Francia
,
Belgio
e
Lussemburgo
,
tutti
parlarono
in
inglese
.
L
'
unico
imbarazzato
fu
il
ministro
del
Portogallo
,
che
aveva
preparato
il
suo
discorso
in
portoghese
e
che
all
'
ultimo
momento
,
per
non
fare
diverso
dagli
altri
,
decise
di
leggere
il
testo
in
inglese
,
una
lingua
che
conosceva
poco
e
che
gli
creò
un
seguito
di
difficoltà
e
di
inceppi
.
L
'
ingresso
di
Truman
ebbe
l
'
effetto
di
cambiare
di
colpo
l
'
atmosfera
;
il
protagonista
della
cerimonia
di
oggi
è
stato
appunto
il
presidente
degli
Stati
Uniti
.
Se
dal
punto
di
vista
politico
il
problema
del
Patto
atlantico
è
ancora
aperto
,
dal
punto
di
vista
della
cerimonia
di
oggi
,
il
Patto
ha
segnato
la
vittoria
di
Truman
sul
protocollo
diplomatico
.
La
posizione
del
presidente
aveva
costituito
un
grande
imbarazzo
per
gli
uffici
del
cerimoniale
del
Dipartimento
di
Stato
.
Infatti
tutta
la
cerimonia
era
basata
appunto
sul
principio
della
eguaglianza
di
tutti
i
firmatari
.
Per
questo
si
era
scelto
appunto
l
'
ordine
alfabetico
sia
per
i
discorsi
che
per
le
firme
.
L
'
ingresso
di
Truman
produceva
alcune
difficoltà
.
Andava
bene
che
facesse
un
discorso
,
ma
il
problema
era
di
sapere
dove
si
sarebbe
messo
a
sedere
il
presidente
.
Poiché
se
egli
sedeva
accanto
ad
Acheson
,
all
'
inizio
della
fila
di
destra
,
si
metteva
sullo
stesso
piano
dei
ministri
degli
Esteri
degli
altri
paesi
,
il
che
non
era
conveniente
alla
sua
posizione
;
se
egli
si
metteva
a
sedere
su
una
sedia
al
centro
della
pedana
,
finiva
a
rovinare
il
principio
dell
'
eguaglianza
.
Fu
decisa
allora
una
soluzione
intermedia
.
Truman
avrebbe
parlato
e
poi
avrebbe
abbandonato
la
pedana
,
sistemandosi
in
un
'
altra
parte
dell
'
aula
,
oppure
lasciando
l
'
aula
dopo
il
discorso
.
Ma
Truman
si
ribellò
con
energia
a
tutte
e
due
le
proposte
.
Il
Patto
atlantico
,
egli
insisté
,
era
una
sua
creazione
.
«
It
is
my
baby
»
(
è
il
mio
bambino
)
disse
,
usando
una
caratteristica
espressione
americana
,
e
aggiunse
che
intendeva
essere
presente
alla
firma
,
stando
sulla
pedana
.
Dopo
tutto
egli
,
per
il
Patto
atlantico
,
aveva
perfino
accettato
di
parlare
per
tredicesimo
,
sfidando
tutte
le
forze
della
iettatura
.
Ma
altri
colpi
stavano
preparandosi
per
il
protocollo
.
Al
momento
in
cui
,
dopo
altri
undici
ministri
,
doveva
firmare
Acheson
,
Truman
scattò
in
piedi
e
scese
dal
suo
posto
col
volto
tutto
sorridente
,
per
accompagnare
il
segretario
di
Stato
alla
sedia
della
firma
.
Il
gesto
del
presidente
apparve
così
impulsivo
che
alcuni
reporters
di
un
'
agenzia
,
vista
la
mossa
,
immaginarono
che
improvvisamente
egli
avesse
deciso
contro
tutte
le
regole
diplomatiche
di
firmare
lui
il
trattato
.
Quindi
lanciarono
subito
un
annuncio
al
loro
ufficio
centrale
.
Truman
non
firmò
,
ma
fece
qualcosa
d
'
altro
,
infierendo
un
altro
grave
colpo
al
cerimoniale
.
Il
presidente
aveva
visto
il
vicepresidente
Barkley
in
prima
fila
;
e
a
questo
punto
occorre
dire
che
fu
il
conte
Sforza
a
ispirare
quest
'
idea
a
Truman
.
Mentre
tutti
gli
altri
ministri
avevano
eseguito
l
'
atto
della
firma
quasi
ieraticamente
,
senza
volger
lo
sguardo
al
pubblico
,
Sforza
,
muovendosi
sulla
pedana
,
aveva
subito
voltato
la
testa
verso
gli
spettatori
,
e
,
scorto
il
vicepresidente
Barkley
,
si
era
avvicinato
all
'
orlo
della
pedana
e
gli
aveva
stretto
la
mano
.
Dopo
la
firma
,
aveva
fatto
un
gesto
di
saluto
alla
contessa
Sforza
,
che
sedeva
in
sesta
fila
,
accanto
alla
signora
Tarchiani
.
Nessuno
imitò
l
'
esempio
di
Sforza
,
ad
eccezione
di
Truman
.
II
presidente
e
Sforza
sembravano
i
due
soli
uomini
di
Stato
non
intimoriti
dall
'
atmosfera
storica
,
e
capaci
di
sentirsi
a
loro
agio
sulla
pedana
.
Così
Truman
ha
ripetuto
esattamente
quello
che
Sforza
aveva
fatto
.
Sporgendosi
dalla
pedana
ha
stretto
la
mano
a
Barkley
,
e
poi
,
sempre
tenendogliela
fra
le
sue
,
lo
ha
quasi
tirato
verso
di
sé
,
invitandolo
ad
assistere
alla
firma
accanto
ad
Acheson
.
Mentre
il
pubblico
applaudiva
divertito
,
Barkley
,
ridendo
,
salì
anche
lui
sulla
pedana
.
Impauriti
,
gli
addetti
al
cerimoniale
osservavano
l
'
abito
marrone
di
Barkley
che
spiccava
tra
i
colori
diplomatici
(
grigio
e
nero
)
di
tutti
gli
altri
partecipanti
alla
storica
firma
.
Senza
batter
ciglio
,
Acheson
firmò
.
Erano
le
quattro
e
cinquanta
.
L
'
America
aveva
legato
le
sue
sorti
a
quelle
dell
'
Europa
occidentale
e
Truman
era
riuscito
a
battere
il
protocollo
del
Dipartimento
di
Stato
.
StampaPeriodica ,
Martedì
scorso
,
mentre
tutti
i
giornali
dedicavano
numerosi
articoli
alle
tensioni
fiorentine
,
su
la
Repubblica
appariva
una
vignetta
di
Bucchi
:
rappresentava
due
silhouette
,
un
'
Africa
enorme
e
incombente
,
un
'
Italia
minuscola
;
accanto
,
una
Firenze
che
non
era
rappresentabile
neppure
con
un
puntino
(
e
sotto
c
'
era
scritto
"
Dove
vogliono
più
polizia
"
)
.
Sul
Corriere
della
Sera
si
riassumeva
la
storia
delle
mutazioni
climatiche
sul
nostro
pianeta
dal
4000
a.C.
a
oggi
.
E
da
questa
rassegna
emergeva
che
a
mano
a
mano
la
fertilità
o
l
'
aridità
di
un
continente
provocavano
immense
migrazioni
che
hanno
cambiato
il
volto
del
pianeta
e
creato
le
civiltà
che
oggi
conosciamo
o
per
esperienza
diretta
o
per
ricostruzione
storica
.
Oggi
,
di
fronte
al
cosiddetto
problema
degli
extracomunitari
(
grazioso
eufemismo
che
,
come
è
stato
già
notato
,
dovrebbe
comprendere
anche
gli
svizzeri
e
i
turisti
tetani
)
,
problema
che
interessa
tutte
le
nazioni
europee
,
continuiamo
a
ragionare
come
se
ci
trovassimo
di
fronte
a
un
fenomeno
di
immigrazione
.
Si
ha
immigrazione
quando
alcune
centinaia
di
migliaia
di
cittadini
di
un
paese
sovrappopolato
vogliono
andare
a
vivere
in
un
altro
paese
(
per
esempio
gli
italiani
in
Australia
)
.
Ed
è
naturale
che
il
paese
ospitante
debba
regolare
il
flusso
di
immigrazione
secondo
le
proprie
capacità
di
accoglienza
,
come
va
da
sé
che
abbia
il
diritto
di
arrestare
o
espellere
gli
immigrati
che
delinquono
-
così
come
d
'
altra
parte
ha
il
dovere
di
arrestare
,
se
delinquono
,
sia
i
propri
cittadini
che
i
turisti
ricchi
che
portano
valuta
pregiata
.
Ma
oggi
,
in
Europa
,
non
ci
troviamo
di
fronte
a
un
fenomeno
di
immigrazione
.
Ci
troviamo
di
fronte
a
un
fenomeno
migratorio
.
Certo
non
ha
l
'
aspetto
violento
e
travolgente
delle
invasioni
dei
popoli
germanici
in
Italia
,
Francia
e
Spagna
,
non
ha
la
virulenza
dell
'
espansione
araba
dopo
l
'
Egira
,
non
ha
la
lentezza
di
quei
flussi
imprecisi
che
hanno
portato
popoli
oscuri
dall
'
Asia
all
'
Oceania
e
forse
alle
Americhe
,
muovendosi
sopra
lingue
di
terra
ormai
sommerse
.
Ma
è
un
altro
capitolo
della
storia
del
pianeta
che
ha
visto
le
civiltà
formarsi
e
dissolversi
sull
'
onda
di
grandi
flussi
migratori
,
prima
dall
'
Ovest
verso
l
'
Est
(
ma
ne
sappiamo
pochissimo
)
,
poi
dall
'
Est
verso
l
'
Ovest
,
iniziando
con
un
movimento
millenario
dalle
sorgenti
dell
'
Indo
alle
Colonne
d
'
Ercole
,
e
poi
in
quattro
secoli
dalle
Colonne
d
'
Ercole
alla
California
e
alla
Terra
del
Fuoco
.
Ora
la
migrazione
,
inavvertibile
perché
assume
l
'
aspetto
di
un
viaggio
in
aereo
e
di
una
sosta
all
'
ufficio
stranieri
della
questura
,
o
dello
sbarco
clandestino
,
avviene
da
un
Sud
sempre
più
arido
e
affamato
verso
il
Nord
.
Sembra
una
immigrazione
,
ma
è
una
migrazione
,
è
un
evento
storico
di
portata
incalcolabile
,
non
avviene
per
transito
di
orde
che
non
lasciano
più
crescer
l
'
erba
dove
sono
passati
i
loro
cavalli
,
ma
a
grappoli
discreti
e
sottomessi
,
e
però
non
prenderà
secoli
o
millenni
,
ma
decenni
.
E
come
tutte
le
grandi
migrazioni
avrà
come
risultato
finale
un
riassetto
etnico
delle
terre
di
destinazione
,
un
inesorabile
cambiamento
dei
costumi
,
una
inarrestabile
ibridazione
che
muterà
statisticamente
il
colore
della
pelle
,
dei
capelli
,
degli
occhi
delle
popolazioni
,
così
come
non
molti
normanni
hanno
installato
in
Sicilia
dei
tipi
umani
biondi
e
con
gli
occhi
azzurri
.
Le
grandi
migrazioni
,
almeno
in
periodo
storico
,
sono
temute
:
dapprincipio
si
tenta
di
evitarle
,
gli
imperatori
romani
erigono
un
vallum
qua
e
uno
là
,
mandano
le
quadrate
legioni
in
avanti
per
sottomettere
gli
intrusi
che
avanzano
;
poi
vengono
a
patti
e
disciplinano
le
prime
installazioni
,
quindi
allargano
la
cittadinanza
romana
a
tutti
i
sudditi
dell
'
impero
,
ma
alla
fine
sulle
rovine
della
romanità
si
formano
i
cosiddetti
regni
romano
-
barbarici
che
sono
l
'
origine
dei
nostri
paesi
europei
,
delle
lingue
che
oggi
orgogliosamente
parliamo
,
delle
nostre
istituzioni
politiche
e
sociali
.
Quando
sulle
autostrade
lombarde
troviamo
località
che
si
chiamano
italianamente
Usmate
,
Biandrate
,
abbiamo
dimenticato
che
sono
desinenze
longobarde
.
D
'
altra
parte
,
da
dove
venivano
quei
sorrisi
etruschi
che
ritroviamo
ancora
su
tanti
volti
dell
'
Italia
centrale
?
Le
grandi
migrazioni
non
si
arrestano
.
Ci
si
prepara
semplicemente
a
vivere
una
nuova
stagione
della
cultura
afroeuropea
.
StampaQuotidiana ,
La
buona
sementa
fu
gettata
e
si
vedrà
:
non
invano
!
MUSSOLINI
Allor
ch
'
ebbe
luogo
il
primo
Congresso
de
'
Fasci
molti
sogghignarono
.
I
cervelli
sistemati
a
casellario
non
potevano
concepire
l
'
efficacia
d
'
un
raduno
fra
uomini
provenienti
da
varie
scuole
politiche
.
E
profetarono
la
confusione
babelica
(
oh
,
non
è
forse
l
'
endice
dell
'
Internazionale
zimmerwaldiana
,
la
calunniatissima
torre
di
Babele
?
)
,
l
'
esaurimento
dell
'
energia
di
ciascun
convenuto
nel
ribattere
e
demolire
gli
argomenti
dell
'
altro
.
In
realtà
quel
raduno
,
in
tempi
normali
,
sarebbe
apparso
un
non
senso
.
Però
,
siccome
non
pochi
uomini
giungono
troppo
tardi
alla
comprensione
de
'
problemi
che
urgono
ed
urlano
,
fu
scambiata
l
'
ora
tragica
della
guerra
europea
con
i
tempi
idillici
della
pace
,
turbata
qualche
volta
da
conati
rivoluzionari
,
sedati
prontamente
da
coloro
stessi
che
rivoluzionari
si
dicono
,
ma
che
la
rivoluzione
concepiscono
a
guisa
di
fatto
che
si
produrrà
,
certamente
;
ma
senza
scosse
troppo
brusche
.
Di
qui
il
sogghigno
dello
scetticismo
imbelle
e
la
profezia
d
'
insuccesso
sicuro
!
Miopi
!
I
critici
scambiavano
evidentemente
il
desiderio
loro
con
una
realtà
obiettiva
.
Il
Congresso
de
'
Fasci
ebbe
un
successo
che
travalicò
i
limiti
d
'
ogni
più
rosea
aspettazione
,
e
ben
presto
furon
sentiti
nella
penisola
gli
effetti
della
forza
impetuosa
ch
'
esprimeva
il
nuovo
organismo
costituito
per
una
precisa
battaglia
.
Quanti
giorni
di
ansia
!
,
quante
vigilie
trepide
!
La
piazza
sembrava
dominata
da
'
più
biechi
elementi
del
neutralismo
tedescofilo
ed
austriacante
.
Il
social
-
neutralismo
aveva
organizzato
le
sue
novene
pacifondaie
e
minacciava
fulmini
e
saette
.
I
preti
sfruttavano
la
morale
cristiana
allo
scopo
di
evitare
un
dolore
alla
senilità
sanguinosa
del
cattolicissimo
imperatore
e
re
.
Gl
'
interventisti
ebbero
la
piazza
il
grande
arengo
per
l
'
espressione
della
volontà
popolare
!
contesa
violentemente
da
uno
strano
connubio
di
fanatici
rossi
e
neri
,
cui
teneva
bordone
una
polizia
usa
ad
attraversare
ogni
azione
generosa
.
Eravamo
pochi
;
ma
la
luce
della
verità
penetrava
nei
meandri
più
scuri
delle
coscienze
.
Cominciarono
,
molti
,
a
sentire
che
la
verità
era
dalla
nostra
parte
.
Conducemmo
lo
schermo
de
'
nostri
ideali
fra
mezzo
i
flutti
dell
'
odio
più
bieco
,
che
cercava
di
morderci
il
cuore
,
e
vedemmo
che
il
manipolo
ingrossava
,
diventava
falange
.
L
'
idea
acquistava
il
possente
ausilio
del
numero
.
I
Fasci
mostravano
di
esistere
e
nella
lotta
della
strada
tempravano
le
energie
per
le
battaglie
della
trincea
.
Uomini
di
varia
fede
,
i
fascisti
!
Già
;
ma
uomini
ch
'
erano
sospinti
da
un
solo
desiderio
entusiastico
,
a
tutti
comune
:
il
desiderio
che
l
'
Italia
intervenisse
nella
grande
lotta
che
si
combatteva
per
impedire
alla
barbarie
d
'
impadronirsi
del
mondo
.
Ed
eran
volontà
che
formavano
un
granito
solo
.
Vinsero
perché
dovevano
vincere
.
Frattanto
,
in
alto
,
armeggii
infinitamente
più
insidiosi
minacciavano
il
disonorare
l
'
Italia
.
Un
'
accolta
di
canaglie
che
in
vano
anche
oggi
cercano
di
rifarsi
una
verginità
politica
e
morale
,
tentando
di
accattarla
nella
virtù
italica
dell
'
oblio
e
fors
'
anche
nella
pietà
nazionale
trescava
col
rappresentante
del
nemico
.
Nelle
giornate
del
più
bel
maggio
di
nostra
gente
tremammo
di
vedere
la
patria
nostra
concedersi
come
femmina
da
conio
a
chi
le
faceva
balenare
dinanzi
agli
occhi
qualche
promessa
;
tremammo
di
dover
rinunziare
per
sempre
alla
nostra
cittadinanza
italiana
per
mendicarne
un
'
altra
qualsiasi
,
nel
centro
dell
'
Africa
.
Ma
il
popolo
italiano
è
pur
sempre
grande
.
I
Fasci
l
'
avevan
lievitato
.
Insorse
con
l
'
impeto
onde
sa
insorgere
ne
'
grandi
momenti
,
occupò
la
piazza
,
impose
un
dilemma
ferreo
:
o
guerra
o
rivoluzione
.
E
fu
la
guerra
.
I
Fasci
sembrarono
sbandarsi
.
La
grande
maggioranza
di
coloro
che
li
avevano
costituiti
corsero
alle
armi
,
volontari
o
richiamati
.
Per
tutto
entusiasmarono
del
loro
entusiasmo
,
nelle
caserme
e
nelle
trincee
.
Riescivano
ad
infondere
il
coraggio
,
la
loro
fede
immensa
.
Parafrasiamo
la
previsione
del
Direttore
di
questo
foglio
:
«
La
buona
sementa
fu
gettata
e
si
è
visto
:
non
invano
!
»
.
Oggi
si
riunisce
il
secondo
Convegno
de
'
Fasci
.
Molti
di
coloro
che
dettero
ingegno
e
fede
per
realizzare
i
voti
del
primo
raduno
non
sono
più
.
E
noi
ripensiamo
,
commossi
,
a
'
nostri
morti
.
E
ne
par
di
sentire
ancora
l
'
oratoria
infiammata
del
nostro
migliore
fanciullo
:
Pippo
Corridoni
;
e
ne
par
di
vedere
i
modesti
ed
entusiasti
,
che
su
le
Alpi
dettero
cantando
la
vita
per
un
sogno
di
redenzione
.
E
pensiamo
agli
assenti
:
a
Benito
Mussolini
,
ch
'
è
là
su
,
in
trincea
a
compiere
tutti
i
sacrifici
,
com
'
è
suo
costume
;
anelante
di
spingersi
impetuosamente
all
'
assalto
con
gli
altri
bersaglieri
d
'
Italia
.
E
ne
domandiamo
:
è
proprio
vero
che
i
nostri
migliori
impieghino
le
energie
loro
meglio
contro
il
nemico
esterno
che
se
fossero
rimasti
a
combattere
contro
il
nemico
interno
insidioso
e
vile
?
Ché
gl
'
interventisti
si
son
visti
in
questa
malagevole
situazione
:
vollero
la
guerra
contro
tutti
i
pigmei
della
neutralità
ad
ogni
costo
.
Partirono
quasi
tutti
per
la
fronte
,
ma
,
intanto
,
lasciarono
che
incontrastata
si
svolgesse
l
'
azione
che
non
potendo
più
evitare
il
fatto
tendeva
a
sabotarlo
.
E
come
ieri
si
parlava
di
neutralità
ad
ogni
costo
,
oggi
si
parla
di
pace
ad
ogni
costo
:
anche
a
prezzo
di
vergogna
,
a
costo
di
rendere
inutili
i
sacrifici
sinora
compiuti
!
Ma
il
Congresso
d
'
oggi
prova
come
i
Fasci
non
sieno
morti
.
La
propaganda
sabotatrice
troverà
,
dunque
,
un
antidoto
salutifero
.
C
'
è
ancora
gente
decisa
come
noi
a
difendere
i
soldati
dagli
attacchi
alle
spalle
.
Ed
il
compito
sarà
assolto
con
fede
e
con
rinnovata
energia
.
Molti
e
gravi
problemi
incombono
su
l
'
Italia
e
l
'
Europa
.
I
fascisti
,
come
contribuirono
a
spingere
il
paese
nostro
per
la
via
che
gli
additavano
il
dovere
,
l
'
onore
e
anche
l
'
interesse
,
devono
contribuire
validamente
a
vigilare
,
su
l
'
alto
e
sul
basso
,
perché
i
sacrifici
compiuti
finora
non
sieno
frustrati
.
È
stato
detto
giustamente
che
la
guerra
non
si
combatte
solo
alla
fronte
.
Abbiamo
ancora
il
paese
gravido
di
referendari
variamente
camuffati
;
abbiamo
un
socialismo
ufficiale
,
che
nulla
trascura
per
tener
fede
al
verbo
zimmerwaldista
:
un
verbo
teutonico
;
abbiamo
un
clericalismo
che
maschera
cautamente
la
sua
tedescofilia
sotto
un
velo
di
patriottismo
,
che
non
giunge
fino
a
rinunziare
ad
ogni
pazzesca
velleità
temporalistica
;
abbiamo
una
parte
della
borghesia
,
che
non
sa
scordare
i
vecchi
amori
teutonici
;
vi
son
parecchi
così
detti
intellettuali
,
che
spasimano
anche
oggi
per
i
professori
di
Germania
;
siamo
deliziati
da
un
parlamento
composto
in
parte
cospicua
di
gente
senza
fede
e
sfornita
della
più
elementare
onestà
morale
.
A
tutte
codeste
insidie
devono
vigilare
i
fascisti
.
E
se
il
congresso
ordinerà
un
lavoro
organico
perché
la
nostra
guerra
non
venga
rovinata
da
coloro
che
l
'
insidiano
,
avrà
raggiunto
il
suo
scopo
.
Nuova
sementa
per
i
campi
della
coscienza
italiana
;
nuova
sementa
che
si
sparge
in
buon
terreno
e
non
invano
.
A
'
congressisti
il
nostro
saluto
e
l
'
augurio
di
risoluzioni
energiche
e
feconde
!
StampaQuotidiana ,
Gli
mancano
tre
esami
e
la
tesi
per
laurearsi
medico
,
entro
il
prossimo
anno
accademico
,
e
ce
la
farà
senz
'
altro
,
perché
gli
preme
,
perché
crede
in
questa
professione
come
in
un
modo
concreto
,
anzi
manuale
,
di
aiutare
chi
soffre
.
Intanto
,
a
ventisette
anni
,
ha
trovato
il
tempo
per
fare
un
mucchio
di
altre
cose
:
recita
al
«
Gerolamo
»
la
parte
dell
'
allampanato
Gervasino
,
ha
studiato
armonia
e
composizione
,
suonato
il
pianoforte
in
orchestrine
da
ballo
,
comparirà
in
un
film
di
produzione
romana
ma
di
ambiente
milanese
,
ogni
sera
ci
fa
sentire
le
sue
canzoni
in
un
locale
notturno
.
Sono
circa
due
anni
che
Enzo
Jannacci
scrive
canzoni
,
da
Il
cane
coi
capelli
,
che
era
un
garbato
(
e
goliardico
)
nonsense
,
alle
ultime
cose
,
che
sono
le
migliori
.
Nato
e
cresciuto
a
Milano
,
giù
verso
l
'
Idroscalo
-
è
figlio
di
un
aviatore
-
gli
indovini
subito
nel
colorito
e
nei
tratti
marcati
del
viso
l
'
ascendenza
pugliese
,
e
certe
sue
impennate
canore
,
che
paiono
astratte
,
ricordano
invece
i
toni
dell
'
ambulante
,
dell
'
erbivendolo
meridionale
da
poco
inurbato
,
e
tuttora
avvezzo
a
«
cantare
»
la
sua
merce
.
Jannacci
fa
,
oltre
tutto
,
un
lavoro
di
recupero
culturale
per
nulla
trascurabile
.
«
Non
so
se
è
la
prima
volta
che
sentite
questa
storia
...
»
È
il
tipico
incipit
del
cantastorie
.
Oppure
:
«
Dee
scusà
,
ma
mi
vori
canta
,
d
'
un
me
amis
che
l
'
era
andà
a
fa
'
l
bagn
,
su
el
stradun
per
andare
all
'
Idroscalo
;
l
'
era
lì
e
l
'
amore
lo
colpì
»
.
Qui
,
come
si
vede
,
il
dialetto
cede
alla
lingua
proprio
quando
l
'
immagine
,
e
il
concetto
,
è
di
natura
«
colta
»
:
l
'
informazione
data
a
un
passante
,
il
ricordo
di
una
frase
letta
o
sentita
.
L
'
amico
,
in
questo
caso
,
è
un
barbone
che
portava
le
scarpe
da
tennis
e
parlava
da
solo
,
innamorato
di
una
donna
«
bianca
e
rossa
che
pareva
il
tricolore
»
.
Ma
è
difficile
raccontare
una
canzone
di
Jannacci
,
perché
tutte
sono
legate
al
suo
modo
di
farle
sentire
,
che
è
inimitabile
:
bisogna
andarlo
a
vedere
.
Tiene
la
chitarra
dritta
,
orizzontale
,
sotto
il
mento
,
come
per
isolare
una
maschera
dura
e
immobile
;
inteccherito
quasi
ligneo
il
corpo
,
accenna
qualche
raro
passo
,
prima
della
strofa
finale
:
«
L
'
han
truvà
sota
a
un
mucc
de
cartun
;
l
'
han
guardà
,
el
pareva
nisun
;
l
'
han
tucà
,
el
pareva
che
durmiva
;
lassa
sta
che
l
'
è
roba
de
barbun
»
.
Poi
l
'
ultimo
ritornello
gli
esce
di
gola
come
un
urlo
rabbioso
quel
barbone
con
le
scarpe
da
tennis
morto
sotto
un
mucchio
di
cartone
è
veramente
suo
amico
.
La
gente
del
night
sempre
un
po
'
distratta
ride
,
ma
intanto
non
riesce
a
evitare
un
brivido
lungo
la
schiena
.
Ma
chi
è
dunque
Jannacci
,
questo
ragazzo
che
,
smessa
la
maschera
delle
sue
canzoni
,
ridiventa
mite
e
timido
e
compito
?
A
chi
somiglia
?
Ci
pensi
e
ti
viene
in
mente
il
nome
di
Petrolini
:
nessun
altro
.
Difficile
dire
,
oggi
,
se
Enzo
farà
altrettanto
;
se
diventerà
per
esempio
un
buon
medico
e
basta
.
Di
sicuro
però
la
stoffa
è
quella
.
StampaQuotidiana ,
Nella
migliore
delle
ipotesi
,
il
presidente
del
consiglio
Colombo
incontrerà
fra
poche
settimane
il
presidente
Nixon
-
dopo
Pompidou
,
Heath
e
Brandt
-
avendo
alle
spalle
un
retroterra
politico
carico
di
incertezze
e
di
inquietudini
.
Il
suo
governo
sarà
e
non
sarà
in
crisi
;
il
disimpegno
repubblicano
ne
accentuerà
la
precarietà
senza
magari
superare
il
limite
di
rottura
:
i
socialisti
del
Psi
avranno
tutto
l
'
interesse
-
parole
e
rimbrotti
a
parte
-
a
guadagnare
tempo
e
ad
arrivare
alla
scadenza
del
loro
difficile
congresso
nazionale
fissato
per
la
fine
di
febbraio
;
la
socialdemocrazia
dovrà
adeguarsi
al
rientro
di
Saragat
e
ripensare
una
nuova
strategia
...
E
intanto
i
grandi
problemi
internazionali
si
allargano
e
si
complicano
,
in
sfere
interessanti
direttamente
o
indirettamente
l
'
Italia
,
senza
che
la
nostra
politica
estera
,
pur
nei
limiti
ben
precisi
assegnati
al
nostro
paese
,
possa
elevarsi
a
quel
tono
cui
la
abiliterebbe
una
situazione
di
stabilità
e
di
compattezza
democratica
,
ben
oltre
la
nevrosi
che
caratterizza
lo
schieramento
delle
forze
politiche
.
L
'
anno
che
è
finito
da
poche
ore
ha
visto
profondi
e
radicali
rivolgimenti
negli
equilibri
mondiali
.
In
primo
luogo
:
la
fine
della
«
diarchia
»
russo
-
americana
,
la
sostituzione
di
un
nuovo
,
e
precario
,
e
oscillante
equilibrio
tripolare
a
quello
che
era
l
'
assetto
bipolare
scaturito
da
Yalta
,
base
di
tutte
le
tensioni
della
guerra
fredda
ma
anche
di
tutti
i
ripiegamenti
della
convivenza
pacifica
.
Gli
Stati
Uniti
hanno
aperto
alla
Cina
,
e
non
solo
attraverso
le
squadre
di
ping
-
pong
;
fra
due
mesi
la
visita
del
presidente
Nixon
a
Pechino
consacrerà
il
nuovo
meditato
indirizzo
della
Casa
Bianca
,
in
un
clima
di
lancinanti
contraddizioni
,
che
vede
insieme
la
ripresa
dei
bombardamenti
americani
sul
Vietnam
del
Nord
-
alleato
del
comunismo
cinese
-
e
le
offerte
di
collaborazione
militare
del
regime
di
Mao
ai
colonnelli
sconfitti
del
Pakistan
-
supremo
modello
del
feudalesimo
asiatico
.
Tutti
i
miti
sono
crollati
nel
corso
di
questo
1971;
tutte
le
illusioni
sono
state
smentite
.
Dopo
la
rapida
e
crudele
guerra
indo
-
pakistana
,
nessuno
crederebbe
più
al
mito
di
Bandung
,
al
mito
di
un
terzo
mondo
svincolato
dalla
logica
ferrea
delle
grandi
potenze
e
quindi
portatore
di
valori
di
pace
,
di
fraternità
,
di
coesistenza
.
L
'
India
erede
del
messaggio
di
Gandhi
ha
operato
con
la
stessa
logica
severa
e
spietata
dello
Stato
di
Israele
,
ma
senza
nessuna
delle
giustificazioni
storiche
,
di
elementare
sopravvivenza
,
che
spiegano
gli
atteggiamenti
e
alimentano
le
intransigenze
della
Gerusalemme
ebraica
.
Gli
stessi
schemi
dei
blocchi
internazionali
sono
stati
rovesciati
:
in
omaggio
al
recente
trattato
di
alleanza
con
Nuova
Delhi
,
la
Russia
ha
coperto
l
'
aggressione
indiana
,
ha
paralizzato
l
'
Onu
per
quattordici
giorni
,
ha
evitato
,
col
ricorso
al
diritto
di
veto
,
che
il
Consiglio
di
Sicurezza
potesse
imporre
una
tregua
alle
ostilità
prima
dell
'
ingresso
delle
truppe
della
signora
Gandhi
a
Dacca
.
La
Cina
ha
sostenuto
il
Pakistan
,
ma
senza
poter
superare
le
barriere
di
neve
dell
'
Himalaia
e
l
'
obiettivo
squilibrio
delle
forze
con
l
'
Urss
.
Cinesi
e
americani
si
sono
trovati
sullo
stesso
fronte
,
un
fronte
impotente
,
al
palazzo
di
vetro
.
Il
volto
dell
'
Onu
è
uscito
trasformato
dall
'
esperienza
dell
'
anno
.
La
Cina
di
Mao
ha
preso
il
posto
di
un
vecchio
e
fedele
alleato
di
Washington
,
Formosa
,
senza
che
le
proteste
americane
superassero
il
limite
del
cartellone
,
dello
spettacolo
.
La
tribuna
dell
'
organizzazione
internazionale
ha
immediatamente
visto
il
divampare
del
contrasto
russo
-
cinese
in
forme
che
hanno
fatto
dimenticare
,
o
impallidire
,
gli
episodi
più
aspri
dell
'
antagonismo
russo
-
americano
negli
anni
cupi
della
guerra
fredda
.
È
stato
il
crollo
delle
ideologie
.
L
'
Unione
Sovietica
ha
abbandonato
ogni
residua
superstizione
di
«
universalismo
proletario
»
,
ha
liquidato
ogni
fedeltà
,
anche
di
facciata
,
alla
tradizione
leninista
dell
'
alleanza
dei
paesi
poveri
contro
i
paesi
ricchi
,
delle
nazioni
proletarie
contro
quelle
capitaliste
e
«
sfruttatrici
»
.
La
pressione
sui
paesi
comunisti
dell
'
Est
europeo
si
è
accentuata
:
sia
pure
con
una
tecnica
più
sfumata
e
articolata
di
quella
sperimentata
a
Praga
,
con
l
'
uso
dei
carri
armati
sovietici
,
e
sanzionata
dal
recentissimo
plebiscito
elettorale
del
99
per
cento
,
sul
modello
staliniano
dei
vecchi
tempi
.
Le
indocilità
romene
sono
state
domate
;
la
Jugoslavia
è
stata
tenuta
a
freno
-
e
quale
freno
!
-
con
le
minacce
del
separatismo
croato
alternate
ai
fermenti
di
dissidenza
nella
stessa
classe
dirigente
del
partito
comunista
.
Dalla
parte
opposta
gli
Stati
Uniti
hanno
attenuato
,
per
ragioni
talvolta
anche
fondate
e
comprensibili
,
l
'
impegno
globale
della
loro
politica
,
sia
nell
'
Atlantico
sia
nel
Pacifico
,
hanno
dato
l
'
impressione
di
una
svolta
verso
un
«
isolazionismo
»
almeno
psicologico
.
Alleati
tradizionali
,
come
il
Giappone
,
sono
stati
messi
in
gravi
difficoltà
.
La
politica
di
apertura
della
Germania
federale
verso
la
Russia
-
la
Ostpolitik
di
Brandt
-
ha
potuto
superare
alcune
tappe
senza
un
vero
condizionamento
americano
.
Se
non
fosse
stato
per
il
provvido
incontro
delle
Azzorre
fra
Nixon
e
Pompidou
e
per
il
compromesso
che
ne
è
scaturito
circa
la
svalutazione
del
dollaro
,
la
stessa
tempesta
monetaria
di
mezzo
agosto
avrebbe
finito
per
compromettere
gravemente
i
rapporti
fra
Stati
Uniti
e
mondo
europeo
,
vanificando
i
vincoli
formali
di
un
patto
atlantico
che
si
distacca
sempre
più
dallo
spirito
e
dalle
convinzioni
dei
suoi
aderenti
.
Occorre
riconoscere
che
l
'
Italia
,
e
la
diplomazia
italiana
,
si
sono
comportate
con
sagacia
e
coerenza
nell
'
intera
vicenda
della
crisi
monetaria
:
in
una
posizione
costantemente
e
consapevolmente
tesa
a
superare
i
motivi
di
contrasto
o
di
rottura
fra
Europa
e
Stati
Uniti
.
E
con
i
risultati
di
cui
tutti
i
nostri
soci
hanno
beneficiato
,
ma
di
cui
non
poco
merito
deve
essere
attribuito
ai
titolari
della
nostra
politica
estera
ed
economica
.
Le
scadenze
di
domani
trascendono
ormai
la
dimensione
monetaria
e
il
pur
grave
problema
degli
scambi
internazionali
,
avviato
a
soluzione
dalla
cancellazione
della
iniqua
sovrattassa
americana
.
Quello
che
è
in
giuoco
,
nel
rimescolamento
degli
equilibri
mondiali
,
è
il
ruolo
dell
'
Europa
.
Nixon
assegnò
al
nostro
continente
la
funzione
di
«
quarto
grande
»
quando
elaborò
,
sulla
guida
di
Kissinger
,
la
strategia
di
apertura
a
Pechino
e
la
via
degli
assetti
tripolari
.
Senonché
quel
ruolo
deve
essere
conquistato
,
e
diciamolo
pure
riconquistato
,
attraverso
gli
sforzi
e
i
sacrifici
di
tutti
gli
europei
.
Nulla
deriva
più
dal
diritto
divino
e
tanto
meno
dal
diritto
della
tradizione
.
L
'
Europa
sarà
una
realtà
viva
nella
misura
in
cui
vorrà
esserlo
:
a
cominciare
dall
'
Italia
.