Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
Governiamo ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
La sinistra italiana va al governo . C ' è già stata , nei due annidi fondazione della Repubblica , e poi ci ha girato intorno con Nenni , con Moro , con i recenti governi tecnici . Ma è tutta un ' altra cosa . Ora ci va per investitura diretta del popolo , con una coalizione tecnicamente maggioritaria di cui è parte dominante . Dunque finalmente governerà , com ' è da tempo sua aspirazione , e dovrà dimostrare in tempi rapidi di saperlo fare bene , meglio e diversamente da tutti i governi del passato remoto e recente . Il che è difficile , perché difficili e numerosi sono i problemi da affrontare . Ma non poi tanto , perché il consenso ottenuto è sufficiente ed esigente e perché siamo stati governati così male che fare meglio e dare un segnale di novità , non miracoloso ma chiaro e distinto , non è un ' impresa titanica . Penso che si debba deporre ogni diffidenza , non certo lo spirito critico che è un ' altra cosa , e che senza scetticismi o euforie fuori luogo si debba concedere il massimo credito a questa esperienza . Non mi è piaciuta la strada seguita per arrivare al traguardo , ma ora mi sembra secondario . Non salgo sul carro del vincitore perché non mi appartiene , ma consiglio di farlo . Ho scritto cinquanta giorni fa di una probabile vittoria di Pirro , cioè costosa ed effimera , ma è un dubbio da accantonare e semmai una ragione di più per consolidarne il risultato . L ' analisi del voto è molto ardua , molte sono le cose che si prestano a diverse interpretazioni o addirittura non si capiscono . Fatto sta che , sebbene una maggioranza della società sia ancora orientata variamente a destra , ha prevalso politicamente una concezione della democrazia e dello stato sociale che è patrimonio della sinistra . È che conta più di un programma . Senonché non si tratta più , adesso , di predicare attorno ai valori della partecipazione e della solidarietà ma di renderli operanti , anzi governanti . Fino a farli diventare , con pragmatismo ma con determinazione e anche con fantasia , un messaggio di civiltà . Una sinistra non può andare al governo ( e neppure un centro - sinistra ) senza ambizioni pari alle attese che suscita . Cittadinanza , lavoro , istruzione , ambiente , fisco , non sono un elenco di comparti con portafogli ministeriali annessi , ma un tutto . Non credo che porre questo tutto al centro di un ' azione innovativa di governo comporti il ribaltamento delle compatibilità di sistema , può bastare molto meno . Comporta una « riforma intellettuale e morale » , semmai , che non ha prezzo . In fondo , il generale De Gaulle è passato alla storia anche perché fece reimbiancare Parigi . Da noi mi accontenterei di riverniciare scuole e ospedali . E se al posto della leva militare si istituisse un servizio civile altrettanto perentorio , sarebbe una rivoluzione . Nessuno torna indietro . Se lo faremo , dando prova di mediocrità , lo pagheremo a carissimo prezzo non tra cinque anni ma molto prima .
COSCIENZA IMPERIALE ( CHIARINI LUIGI , 1929 )
StampaPeriodica ,
Una delle maggiori conquiste spirituali del Fascismo è , senza dubbio , quella di aver risvegliato la coscienza politica del popolo italiano , facendo confluire nel grande fiume della vita nazionale tutte le forze e le attività sociali , anche quelle che prima solevano disperdersi in mille rigagnoli , considerandosi indipendenti da qualsiasi vincolo di disciplina nazionale e , quindi , sottratte ad ogni controllo da parte dello Stato . La politica , allora , veniva considerata come un ' arte a sé , arte di intrighi e brogli elettorali , di compromessi parlamentari ed extra - parlamentari , alla quale si dedicava una ristretta cerchia di cittadini . La grande massa dei cittadini vi era estranea e si ricordava , quelli che se lo ricordavano , di avere una coscienza e una funzione politica ogni cinque anni in periodo di elezioni . Pel rimanente , ciascuno badava , come suol dirsi , ai casi proprii considerando la professione , il mestiere , l ' arte e gli studi come cose lontane dalla politica , avulse dalla vita collettiva del popolo , prive di un indirizzo e di una meta comune . Il Fascismo , moto essenzialmente dinamico , è penetrato , come coscienza unitaria , in tutti i campi : anche nelle torri d ' avorio della scienza e dell ' arte , e vi ha portato il suo ardore nazionale , la sua passione politica ... La coscienza imperiale consiste proprio in questo : che tutti gli sforzi compiuti dalla Nazione siano veduti in funzione della vita stessa della Nazione nella società internazionale : hanno per iscopo la maggior espansione di una civiltà , di un popolo e dello Stato che li esprime nel campo politico e , perciò , come abbiamo detto , in tutti i campi ...
LE UNTORELLE DI VIALE EZIO ( Bianciardi Luciano , 1964 )
StampaQuotidiana ,
Qualche volta , se la portiera non riesce a bloccarle , ti arrivano fin sull ' uscio di casa . Suonano alle otto del mattino , tu apri con gli occhi gonfi di sonno , ed eccola lì , impalata , con la borsa a braccia che recita : « Siamo lieti di offrirle questo nuovo prodotto per la casa , di cui la sua signora potrà constatare immediatamente i vantaggi » . Ti mette in mano una scatola di qualcosa , poi continua : « Per aprire la scatola basta premere sull ' angolo superiore e strappare leggermente » . Ci sono poi quelle dei buoni - sconto per l ' acquisto di un dentifricio anticarie al fluoro superlativo formato medio a sole lire 100 invece di 130 . Il buono è valido se reca : il timbro del fornitore , la linguetta di chiusura dell ' astuccio , il nome , il cognome e l ' indirizzo del mittente . Queste ragazze arrivano fino alla cassetta delle lettere e te l ' imbottiscono . Girano a gruppi di tre o quattro con una borsa a tracolla , un modulo , una penna a sfera e un gessetto . Il gessetto serve per marcare il marciapiede , dinanzi alla casa in cui entrano , con una sigla , cioè due lettere , di cui la prima è l ' iniziale della spettabile ditta , la seconda il contrassegno della ragazza . In questo modo , la capogruppo sa momento per momento dove lei è . E quando esce , accanto alla sigla traccia una punta di freccia , orientata secondo la parte dove s ' incammina . Al cantone doppia punta di freccia , segno che la ragazza ha svoltato . L ' altra mattina una di queste povere untorelle batteva viale Ezio , dove sono più che altro i villini dei pensionati di trenta anni fa . Cercava di raggiungere la cassetta , appesa al muro dalla parte di dentro , dietro il cancellino . Ma dietro il cancellino c ' era , a guardia , un cane lupo , che a ogni azzardo della manina saltava su ringhiando e mostrando le zanne . Chissà come , la ragazza ha vinto , ha imbucato i suoi buoni , poi si è chinata a tracciare la doppia punta di freccia , perché lì viale Ezio ( generale romano ) finisce e si va in Marco Terenzio Varrone ( storico romano ) : una strada privata , cioè senza asfalto e senza luci . Dopo buio ci vanno altre ragazze , che fanno ben altro mestiere , e lasciano per terra ben altri contrassegni del loro passaggio .
Il processo ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Non riusciremo a processare con dignità , e a condannare con severità e clemenza , questo vecchio criminale nazista di nome Priebke ? Non pagheremo questo debito morale che abbiamo con i 335 italiani , ebrei e non ebrei , massacrati alle Ardeatine ? E che abbiamo , più in generale , con i caduti della Liberazione e con la storia di questo paese ? Così pare , se è vero che questo processo si svolge in un ' aula indecorosa anche per una pretura di paese , con un imputato non intenerito dall ' età , glaciale e altezzoso a cospetto dei familiari delle sue vittime , ospiti accalcati e ingombranti . Ma di che pasta sono , le istituzioni militari e giudiziarie di questo paese ? Se Priebke è un dignitoso soldato , accompagnatelo in un sopralluogo alle Ardeatine per vedere come saluta quelle tombe . Già il più famoso giornalista italiano , che ha fatto inconsapevolmente il suo dovere nella guerra chimica in Abissinia , ha scritto che Priebke è solo un nazista consapevole che ha doverosamente ubbidito agli ordini . E ieri un giornale milanese ha di nuovo indicato come colpevoli della strage i partigiani di via Rasella , con l ' accusa supplementare dell ' uccisione di un ragazzo . Perché lo chiamiamo revisionismo storico ? Chi pensa e scrive queste cose è in perfetta continuità col passato . Pensa e scrive che la guerra nazista e l ' occupazione tedesca a Roma , come in Europa , erano normali , che l ' anomalia stava in chi resisteva . Pensa e scrive che la criminalità ( achtung , banditen ) stava negli improvvisati attentati partigiani , la legalità nella rappresaglia dei buoni soldati del Reich . Personalmente sono convinto che la guerra , ogni guerra , è di per sé un crimine contro l ' umanità , o meglio un crimine dell ' umanità contro se stessa . Ma questo non mi fa dimenticare che c ' era un abisso fra l ' animo di chi combatteva quella guerra per la propria e altrui libertà e l ' animo di chi la combatteva per la supremazia e il dominio , tra quei giovani che andavano allo sbaraglio e le funeste divise del Reich . Il clima torbido che si vuoi creare attorno a un processo che dovrebbe essere semplice ed esemplare mi conferma purtroppo in un ' altra convinzione che ogni tanto incautamene esprimo , su quanto siano profonde e non recise nella storia italiana le radici del fascismo . Del fascismo in senso puro .
LA NUOVA DEMOCRAZIA ( GIUSSO LORENZO , 1929 )
StampaPeriodica ,
... Ma non è esaurita , ed anzi è in piena marcia , quella che si può chiamare la nuova democrazia , uscita dalla rivoluzione nazionale . Questa democrazia ha rinunziato ad abbracciare l ' umanità per stringere la realtà vivente della Nazione ; questa democrazia non si pasce di dottrine universalistiche ma , accentrata e autoritaria , approfonda le sue basi nei vasti strati del popolo ; questa democrazia non mira a sottomettere il mondo a un ' astratta morale egualitaria , ma attira all ' interno di se stessa una concreta regola di giustizia sociale ; questa democrazia non adora l ' idolo astratto del suffragio , ma concepisce la Nazione come un corpo vivente , che ha una sua organica solidarietà . Utopia ? Questa democrazia nazionale , non chimerica , non catastrofica né mistica , sembra essersi temprata nelle dolorose esperienze del dopoguerra , ma si riallaccia in sostanza alla concezione che della democrazia giacobina ebbero quelli che si è convenuto chiamare i profeti del Risorgimento , Gioberti e Mazzini . La storia degli ultimi anni ha infranto quei grandiosi ideali di Progresso , di Libertà e di Giustizia che illuminarono come stelle , il cammino del secolo XIX . Lo spirito del mondo si è infranto nei vari spiriti nazionali ; gl ' ideali fraterni che spingevano all ' emancipazione dell ' umanità gli uomini del '48 impallidiscono ; l ' unità della storia del mondo sembra essersi spezzata . Quelle grandi idee che fiammeggiavano sulla marcia dell ' umanità e che la Rivoluzione francese aveva scagliato oltre il suo delirio di sangue e di ragione , vacillano e si oscurano nelle coscienze : quella immensa solidarietà che sembrava spingere l ' Europa e l ' America , prima della guerra , verso un destino di pace e di fraternità si è spezzata , e i dogmi umanitari e democratici che sorreggevano la fede delle masse , hanno dovunque subito un ' eclissi . Lo spirito " europeo " si è infranto negli spiriti nazionali ; la Ragione universale si è infranta nelle ragioni individuali ; la guerra europea , drizzando per mezza Europa le sue gigantesche rovine , ha sbarrato la strada agl ' ideali umanitari . Il sogno di un ' umanità confederata in una sola famiglia e convertita integralmente alla ragione , impallidisce ; nell ' oscurarsi di questo sogno i popoli ritornano ad istinti sopiti , e porgono orecchio a dimenticati richiami di grandezza e di potenza . Il naufragio dei dogmi democratici si è chiamato , in Italia , Fascismo , e la sua funzione nel mondo si delinea vasta e lontana .
StampaQuotidiana ,
Spesso capita di parlar male degli attivisti indigeni , ma anche quelli d ' importazione non scherzano , specialmente i romani . Sarà forse complesso di colpa , voglia di smentire la nomea che li dice pelandroni , fatto sta che appena arrivano fra le nebbie si scatenano . Per esempio quelli del cinema : Giovanni , l ' aiuto - regista , lavora dodici , sedici ore al giorno , e la sera eccotelo per casa , con gli occhi rossi , il naso intasato dal raffreddore . « Sto male , sto male » , fa , ma comincia subito a proporre , e a proporsi altro lavoro . Un documentario su Milano , per esempio , perché Milano è stata la grande scoperta dei cinematografari , proprio non se l ' aspettavano , quest ' aria ( bah ! ) , questa luce , questa nebbia . Un documentario , dunque , sulla mia generazione , sulla tua generazione , sulla nostra generazione , le speranze , le illusioni e le delusioni : tu , Maria , Lizzani , Guttuso , basta che parliate , e io registro . Avete il registratore ? Prendilo , prendilo , questo benedetto registratore , e forza , sveglia , pelandroni , lui lavora dodici ore al giorno eppure eccolo , di sera , pronto a lavorare ancora . Negli attimi di pausa legge un giornale di dieci anni fa che ha scoperto in un cassetto , e dice che è interessante . Il giorno dopo invece arriva Marcello , uomo di teatro , e dice che bisogna fare un documentario in dieci , dodici puntate su Israele , dieci , dodici storie di ebrei , purché ci sia di mezzo l ' Italia , anche solo un passaggio . Oppure un film a episodi sul tipo dei Mostri . Ma sulle donne . Diciamo pure le mostre . Ma no , non va , le mostre è equivoco , fa pensare troppo alla pittura . Semmai le orche , neanche , la censura a Roma , almeno , lo proibirebbe . Le orchesse ? Sì , le orchesse andrebbe bene . Oppure un film compatto , la storia di un adulterio . Vediamo praticamente la scena . Tu rientri da una trasferta , apri la porta , c ' è tua moglie che t ' aspetta . Come state , cara ? Bene , risponde lei . Anzi no , dice subito : marito mio ti ho tradito . E tu come ti comporti ? Sette ipotesi italiane , oggi : la ammazzi , la butti fuori di casa , te ne vai tu , la prendi a botte , soffri ma resti , non te ne importa nulla , sei contento . Anzi , meglio , prendiamo un personaggio classico e riraccontiamolo in chiave moderna . Per esempio , Orlando , il furioso . Chi è oggi Orlando ? È il difensore delle verità costituite che parte lancia in resta contro gli infedeli , che sono tutti , dai comunisti ai liberi pensatori , agli adulteri . Senza macchia e senza paura . Poi un bel giorno s ' innamora d ' una dattilografa , certa Angelica , e perde il senno . Il suo amico dott. Astolfi si rivolge a uno psicanalista che abita all ' ultimo piano d ' un grattacielo , un ambiente irreale , lunare . E Angelica va a finire fra le braccia di una mezz ' ala di serie C , un ragazzetto biondo e un poco fesso di nome Medoro . Ti va ? Me lo scrivi tu il soggetto , due cartellini , che poi io parto e trovo subito il produttore . Ritelefona la mattina all ' alba : « Allora , quest ' Orlando , come andiamo con quest ' Orlando ? L ' hai scritto il soggetto ? » .
DISCREZIONE ( Spadolini Giovanni , 1971 )
StampaQuotidiana ,
Il programma « costituzionale » del presidente Leone era facilmente prevedibile , si identificava con la natura stessa dell ' uomo . Nel messaggio di investitura rivolto ai due rami del Parlamento , è emersa con assoluta chiarezza la concezione del presidente della Repubblica , dei suoi poteri e dei suoi limiti , coincidente con un ' intera tradizione giuridica : l ' altissimo magistrato cui non spetta « formulare programmi o indicare soluzioni » , ma solo vigilare sull ' osservanza della Costituzione e garantirne i rigidi adempimenti . È la linea che si ricollega direttamente al primo capo provvisorio dello Stato , a Enrico De Nicola , verso il quale Leone conserva una devota e memore fedeltà : l ' unico presidente che sia stato non a caso da lui ricordato , nell ' intero testo dell ' allocuzione , insieme col suo diretto predecessore , Giuseppe Saragat . Leone esprime una società di « notabili » : fermissima nell ' ossequio ai valori della democrazia parlamentare , e del pluralismo democratico , ma altrettanto ferma nel rispetto della collocazione e dell ' autonomia individuale dell ' uomo politico . Egli non è figlio - rara avis - della partitocrazia , è uno dei rari democristiani che abbia sempre rifiutato la gara spietata delle correnti , che non si sia mai riconosciuto in questo o in quel gruppo di potere . Il suo cursus honorum è da solo rivelatore : professore universitario e avvocato , altrettanto autorevole nella cattedra che prestigioso nel foro , giunge alla politica senza mai rinunciare né alla cultura né all ' avvocatura , non accetta di identificarsi in nessun momento nel « professionismo politico » - quello che ha maggiormente contribuito ad abbassare il livello della nostra classe dirigente . Tali scaturigini ideali si ritrovano nel messaggio alla nazione : non retorico , talvolta perfino disadorno , ma frutto di una precisa visione giuridica , che non ammette confusioni di competenze fra governo e Parlamento , che richiama ogni organo dello Stato « alla sfera delle proprie attribuzioni » pur nel quadro della collaborazione organica . Il tutto : senza ottimismi e senza assurde indulgenze al clima di una società politica prefascista , che non esiste più . Non per nulla Leone ha fatto un riferimento esplicito alle « disfunzioni delle istituzioni » ; non per nulla ha insistito sul drammatico intreccio dei rapporti fra Stato e regioni ed ha calcato la mano sull ' « accentuarsi a volte nominalistico dei contrasti fra le forze politiche » , l ' esperienza di ogni giorno . E senza tuttavia assumere pose o atteggiamenti da « salvatore della patria » ! Lo stesso tocco di discrezione e di moderazione il neo - presidente ha osservato sul tema , delicatissimo , dei rapporti fra Chiesa e Stato . Il negoziatore paziente e instancabile del compromesso sul divorzio ha adombrato un indiretto « no » alla ripresa di qualsiasi guerra religiosa sul tema del referendum quando ha auspicato , con una lontana vibrazione degasperiana , la necessità « di mantenere un clima che renda impossibile ogni anacronistico steccato » . Che non faccia risorgere cioè gli steccati fra guelfismo e ghibellinismo , quegli steccati che l ' esperienza centrista era riuscita ad abbattere o almeno a limitare , pure in condizioni tanto più difficili delle attuali , con Papa Pacelli ... Ci sia consentita , in proposito , un ' osservazione marginale ma pure significativa . È dispiaciuto che un ' assemblea parlamentare , dai cui settori di centro si è levato un applauso al Papa per la generosa e indiscutibile opera della Santa Sede in favore della pace , non abbia abbozzato , da nessun settore dello schieramento politico , un solo segno di plauso all ' opera svolta dal presidente uscente della Repubblica in difesa della libertà : un ' opera svolta - come Leone ha ricordato nobilmente - con « senso religioso » della democrazia . La correttezza costituzionale non si identifica , e non si deve identificare , con un « rassegnato fatalismo » . È il pericolo dei presidenti tipo quarta Repubblica francese , dal quale Leone saprà sicuramente affrancarsi . E la prova è nel costante , insistito richiamo del nuovo capo dello Stato alla necessità di respingere , nella lotta sociale , il metodo della violenza e dell ' intolleranza , nell ' invocazione aperta e spiegata alla tutela della legalità repubblicana e democratica , tanto più sacra quanto più affonda le sue radici nella genesi stessa della Repubblica , attraverso la lotta per la libertà , attraverso l ' esperienza della Resistenza e della ricostruzione post - bellica , l ' una inseparabile dall ' altra . Leone ha giustamente insistito sulla necessità di una maggiore saldatura fra coscienza sociale e istituzioni : compito primario ed essenziale dei partiti politici , oltre che delle grandi organizzazioni del lavoro . Speriamo che le forze politiche italiane non dimentichino l ' esortazione che giunge dal Quirinale nelle prossime , difficili trattative che saranno volte alla ricostituzione dell ' intesa di centro - sinistra . Le dimissioni formali del governo Colombo sono state , e correttamente , ritirate ; il ministero in carica è stato invitato a continuare la sua opera , finché non giungerà un ' indicazione diversa dai partiti . Ma nessuno potrebbe illudersi . La situazione politica è in movimento . La tregua ottenuta non andrà oltre il 18 gennaio , data di riapertura del Parlamento . Già in quell ' occasione , si porrà la prima e fondamentale esigenza di chiarificazione avanzata dal partito repubblicano e ribadita ieri senza eufemismi nella relazione di La Malfa : nessuna conferma dell ' appoggio , anche solo esterno , del Pri alla coalizione se non saranno elaborate nuove piattaforme politiche e programmatiche corrispondenti alla condizione reale del paese sul piano economico , finanziario e sociale . Si aprirà un tiro alla fune : i socialisti che vorranno spingere più a sinistra , i socialdemocratici che vorranno accentuare la loro funzione riformista ma moderatrice . E i problemi , quelli veri , che torneranno tutti all ' interno della democrazia cristiana : più aperti , più laceranti che mai . La battaglia per il Quirinale non è riuscita ad assicurare nessuno degli « organigrammi » di potere che erano stati abbozzati da varie parti , per icavalli di razza e non solo per quelli : ha vinto un uomo al disopra delle parti , e ha vinto proprio per essere al disopra delle parti . La lotta , appena contenuta nei sedici giorni del round , rischierà di riesplodere : con una carica accentuata di rancori e di risentimenti . Una sola cosa è certa : tutta la buona volontà , e tutto il buon senso , del presidente Leone saranno messi alla prova .
GUERRA E RIVOLUZIONE ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
Ci sono avvenimenti nella storia che interessano e interesseranno sempre gli uomini : sono le guerre e le rivoluzioni , compresevi quelle rivoluzioni a rovescio che si chiamano restaurazioni . Se ancora questo vecchio mondo ha una storia così giovane e attraente , che non chiede che di esser raccontata per aver tutti gli uomini attenti e sospesi , col cervello in fiamme e il cuore in tumulto , lo si deve a quegli scempi di sangue che si chiamano guerre , e a quegli scoppi di passione che si chiamano rivoluzioni ... Nelle comuni guerre e rivoluzioni ci deve essere dunque un significato che trapassa il fatto contingente e storico , ci deve essere in codeste occasionali vicende il carattere di una vicenda d ' ordine universale e divina . Ecco perché invano si è adoperato un pacifismo melenso , ecco perché invano si adoprerà un occultamento pietoso . L ' uomo è incantato dalla guerra , avvinto dalla guerra , davanti alla guerra non vuol essere bendato come un vile , né vuole essere confortato come un debole . Egli è disposto soltanto a un pacifismo che sia più bellico della guerra stessa . Non vuole essere bendato , sia pure da tende candide di pacifisti in buona fede ; la tenda bianca non gli fa meno buio di quella rossa . E se egli s ' ostina a fissare la guerra , vuol dire che oltre al macello che gli riscalda il sangue infetto , oltre allo spettacolo della violenza che gli esalta la mente vagellante , oltre a tutto il male di cui egli è capace , intravede qualcosa che non è male , e che veramente potrebbe essere grande , nobile e sublime . La guerra infatti gli diventa l ' immagine più efficace e più dritta di quella che è oramai la sua vita . Espressione di quella più larga e perenne guerra combattuta per il bene contro il male su cui è impostata la vita umana da centinaia di secoli e per chi sa quanti secoli ancora . Si capisce allora come l ' uomo non abbia mai voluto credere alla guerra come a cosa ignobile , si capisce com ' egli non abbia mai potuto condannarla in nome della pace . Parlare di pace all ' uomo , nelle condizioni in cui è , significa non capir nulla della sua vita ch ' è tutta nella guerra . Significa alterare e falsare completamente tutta la sua storia , significa mutargli con una permuta arbitraria e sacrilega i caratteri umani in quelli angelici . L ' importante sta nell ' impostargli la vita secondo i criteri santi di questa guerra ...
MUORE DI SONNO PER SCACCIARE LA NOIA ( Bianciardi Luciano , 1964 )
StampaQuotidiana ,
A mezzogiorno di venerdì 17 , il campione non c ' è ; sta mangiando un boccone a casa sua , spiega il proprietario del bar - quasi famoso ormai - di via Fratti , dalle parti della stazione . I1 bancone , pochi tavoli , il calcio balilla , due stanzucce : ha un nome di donna , Rita , ma per il resto è identico ai centomila baretti di periferia dove vanno a prendere il caffè o il grappino operai e artigiani prima e dopo il lavoro . Naturalmente c ' è il juke - box , che da dieci minuti ripete la solita solfa . E ci sono quattro o cinque giovanotti coi cartelli che attaccano al muro e appiccicano ai vetri i manifesti pubblicitari di una marca di caffè , la stessa ripetuta sugli scatoloni di latta , enormi e vuoti , posati sul bancone . Nell ' altra stanza , seduti a tavolino , due signori bassotti , atticciati , il viso scuro , hanno tirato fuori una carta bollata da duecento lire e ci stanno scrivendo un atto di procura , che affida a uno di loro l ' esclusiva di tutta la pubblicità che possa nascere dall ' impresa : battere il record mondiale di resistenza volontaria al sonno , sinora detenuto dallo studente californiano sedicenne Tandy Gardner . Finalmente eccolo , il campione nostrano : porta una cuffia di maglia a strisce nere e azzurre , calata fin sotto le orecchie , che gli nasconde mezza faccia ; in più ha gli occhiali neri , una sciarpa colorata al collo e il bavero del cappotto rialzato . Insomma , gli si vede solo il naso , piuttosto sporgente , e la bocca , con due incisivi scheggiati che formano un buco triangolare . Porta la testa in su , buttata un po ' all ' indietro , come se fiutasse l ' aria , cammina aggobbito , una spalla più alta , a passi lunghi e dinoccolati , anzi disossati . Somiglia vagamente , da quel poco che si vede , ad Adriano Celentano , e quella camminata sembra la caricatura del modo di muoversi del famoso urlatore . I due al tavolo riescono a farlo sedere , e lui sta lì , gobbo , quella spalla più alta che ritmicamente sale ancora più su , come per una contrazione del torace , involontaria . Gli parlano , ma non sono certi neanche loro che li stia a sentire , perché all ' improvviso si alza , ricomincia a passeggiare avanti e indietro , e bisogna prenderlo per la manica , tirarlo di nuovo a sedere . Di là continuano a picchiare col martello sul muro , altri manifesti come quello lì sul muro , con la scatola e il barattolo , miscela speciale , o come l ' altro , col chicco di caffè in figura umana , una enorme testa bruna ovoidale che sotto ha le gambe . « Ecco » , gli dice uno . « Quando arriva la televisione , tu prendi la tazzina e dici : Mi tengo su con del caffè T . Anzi no , non dici l ' aggettivo caffè , perché quelli della televisione sulla pubblicità ci speculano , fanno i caroselli e non ti permettono di dire caffè . Dirai solo : Mi tengo su con del T . Hai capito ? » Per maggiore sicurezza , il signore bassotto tira fuori un pezzo di carta , con su scritte queste parole : Mi tengo su con del caffè T . Cancella la parola caffè e porge il foglietto al campione . « Ecco , ti lascio il testo perché tu possa studiarlo . Hai capito bene ? Mi tengo su con del T . , devi dire . Se poi quello della televisione ti chiede : Ma che cosa è questo T . ? , tu magari puoi aggiungere : Ma diamine , è un buon caffè . E tieni la tazzina in mano . Anzi , facciamo la prova » . È arrivato il proprietario del bar con una tazza grande da caffè , che ha la marca da una parte . Ricomincia la lezione : « Tu tieni sempre questa tazzina in mano . Così , con la mano destra , in questa posizione , in modo che la marca si veda bene . Non la lasciare mai , altrimenti te ne potresti dimenticare . Sei nel tuo diritto , capisci , questi del caffè fanno dei sacrifici , ti danno cinquantamila lire per queste poche parole e per mostrare la marca : Mi tengo su con del T . Non dire il sostantivo caffè , perché quelli della televisione , che speculano sulla pubblicità , te lo potrebbero impedire . Dunque , a te non le hanno ancora fatte , ma a quell ' americano , a quel Gardner , sì , le iniezioni di caffeina . Tu prendi il caffè , e basta . Proviamo , per l ' ennesima volta : la tazza in mano , non la lasciare mai , e ripeti con me le parole : Mi tengo su con del T . Anzi , prendi il testo e studialo » . Il campione prende il foglietto , se lo infila in tasca e s ' alza in piedi , accennando di sì , che ha capito , ma non dice una parola . Ricomincia a passeggiare , avanti e indietro , come un fantoccio di gomma , quella spalla più alta che gli sale ancora di più , ogni volta che tira il fiato , e i due bassotti lo stanno a guardare , poi lo riagguantano per la manica , lo fanno sedere , gli danno una penna per firmare quella carta bollata della procura . Gli guidano la mano perché trovi il rigo giusto . All ' amico che mi ha portato in macchina fino a Parma , chiedo se per caso non ha appetito , e lui mi risponde subito di sì : poi si potrebbe anche andarcene a vedere la mostra di Guttuso , aggiunge . Dopo pranzo il campione s ' è levato la cuffia e , davanti allo specchio , nel cerchio di amici che lo stanno a guardare , si pettina : ha i capelli di almeno quattro mesi , castani , una lieve peluria sotto il naso prominente , le guance quasi glabre , gli zigomi più gonfi di come l ' avevo visto nelle fotografie , gli occhi in fuori , un colorito tra la cera e la terra . Si chiama Giuliano Fantoni , diciannovenne , di professione imbianchino e verniciatore . Non dorme da centottantatré ore , e intende continuare per altre centocinque , fino a mezzanotte di martedì prossimo , per un totale di duecento e ottantotto ore . Per adesso il record è dello studente californiano , record mondiale di resistenza volontaria al sonno : duecentosessantaquattro ore . Il nostro campione è uscito dal bar e passeggia alla sua solita maniera sul marciapiede , fiutando l ' aria . Bisogna che stia così , in piedi o seduto ; se si stende , anche per terra , anche sui chiodi , dorme . Di notte va in un garage lì vicino , dove lo ospita il guardiano notturno , e dove vanno a fargli compagnia gli amici ; di giorno sta sempre qui , al bar Rita di via Fratti , e s ' allontana soltanto , e in compagnia , per i pasti . Prende più che altro latte , uova col limone , succhi di frutta , carne di cavallo cruda , tritata . A parte il caffè , assicurano che non piglia eccitanti , e anzi ha smesso di fumare . Ha già avuto due volte la crisi , che qui chiamano « balordon » : tremarella , sudore freddo , conati di vomito . E continua ad andare su e giù con quell ' andatura da orso . Apriamo un testo di medicina : Dopo circa 60-90 ore di veglia forzata ( da quattro a sei volte l ' arco normale di 16-17 ore ) l ' effetto più palese è un ' estrema stanchezza muscolare . Chi si sottoponga a un simile esperimento desidera soprattutto chiudere gli occhi e stendersi , ma proprio questa forzata attività muscolare gli permette di rimanere sveglio . Altri aspetti caratteristici della veglia forzata sono : irritabilità fino al limite dell ' iracondia anche in soggetti normalmente pacifici , e disorganizzazione mentale che si manifesta in varie forme - sogni a occhi aperti , allucinazioni , automatismo della condotta , temporanea pazzia . Ecco perché col cosiddetto metodo del « terzo grado » - continui interrogatori per molte ore senza concedere al soggetto la possibilità di dormire - si riesce a ottenere una confessione anche da un individuo innocente , il quale non desidera altro ormai che chiudere gli occhi , e non capisce nemmeno più la gravità della sua autoaccusa . Il cerchio degli amici sta a guardare il campione , e sono occhi protettivi , preoccupati , vigili . Evitano di rispondere alle domande , e fare domande a lui mi parrebbe un ' inutile crudeltà . Ma si riesce ugualmente a capire come sono andate le cose . Giuliano è un bravo ragazzo , un compagnone , uno dei tanti giovani che si sentono a loro agio soltanto fuori casa , fra gli amici , uno di quelli insomma che « tengono banco » . Una volta ballò il twist per due ore di seguito , poi scommise che non si sarebbe fatto più tagliare i capelli . A Capodanno era sempre fuori , da una festa all ' altra dal bar alla balera . « Son due giorni che non chiudo occhio » , disse una mattina . « Figurati » , gli rispose uno mostrandogli la fotografia di un giovanotto americano , biondo sorridente , occhialuto , l ' indice e il medio sollevati nel segno della vittoria . « Figurati . Quest ' americano non ha dormito per undici giorni di seguito » . « Con quella faccia ? Ma allora son capace anch ' io . Anzi , starò sveglio dodici giorni , così divento campione mondiale » . In provincia - o in periferia che è lo stesso - non di rado succedono queste sfide assurde : a chi mangia più tortellini ( fino a scoppiare ) , a chi scola una bottiglia di grappa in un sorso solo ( a rischio di restarci secco ) , a chi s ' ingozza più pastasciutta con le mani legate dietro la schiena . La sfida nasce nelle lunghe ore di noia al caffè , quando non si sa più che altro fare e che altro dire , perché ormai si è fatto e detto tutto quel che c ' era da dire e fare , e la fantasia non suggerisce altro , non suggerisce di meglio . Questo soltanto , mi pare : non c ' è smania di pubblicità , anche se la pubblicità , nella forma balorda che si è visto cominciando ( chi rifiuta il caffè non dice forse « grazie no , che poi non dormo » ? ) , cerca di impadronirsi del fenomeno e di adoperarlo . Mi tengo su col caffè T . Ma la televisione non è arrivata , non possiamo controllare se Giuliano si ricorda quelle parole , e sarà meglio andarsene . Dopo il freddo della strada , dentro la macchina viene la sonnolenza . Ecco il guaio dei servizi fuori Milano e col rientro in giornata : non ti puoi stendere un po ' dopo mangiato .
I ragazzi di Salò ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Mi domando come mai i ragazzi e le ragazze di Salò siano venuti in mente a Luciano Violante nell ' anno 1996 , nel giorno della sua elezione alla presidenza della Camera . Non trovo risposta . Non mi pare che ci sia un ' emergenza , che viviamo tempi di antifascismo attivo e persecutorio da scoraggiare . Oggi è riconosciuta a Priebke più dignità che alle sue vittime . E se qualcuno deve difendersi dall ' insulto di giornali e volantini , si tratta di qualche vecchio partigiano . Non direi neppure che i fascisti o postfascisti abbiano bisogno di risarcimenti supplementari . Sono non solo del tutto riabilitati e innocenti ma gratificati da un vasto consenso , e per poco non sono al governo dell ' Italia . Un clima persecutorio contro i vinti non c ' è mai stato neanche in passato . Ci fu un ' amnistia e nessuna epurazione né in basso né in alto . L ' unico processato e fucilato dopo la guerra fu mi pare Pietro Koch , giovane capo della banda omonima , un patriota che ho conosciuto . Fin dall ' inizio il Msi , erede della Rsi , fu legittimato come forza politica ausiliaria e utilizzato in alleanze elettorali e parlamentari . Parallelamente , la Resistenza nella sua componente comunista fu denigrata dai governi democristiani e dai corpi dello Stato con molto zelo , in coerenza con la guerra fredda . Più in generale , la storia è stata riscritta in questi anni non solo in Italia ma in Europa e le parti sono state ribaltate . Non parificate o conciliate , ma ribaltate . È senso comune che l ' olocausto sia un ' esagerazione e che la gioventù hitleriana , come i militi della Rsi , avesse alti ideali . Un caduto o un decorato della Resistenza sono invece controversi o retorici , garibaldini ritardati . Erano miei compagni di scuola , i ragazzi e le ragazze di Salò . Non erano misteriosi , erano figli del fascismo e hanno continuato a fare ciò che gli era stato insegnato . Oppure erano coscritti , dopo l'8 settembre non c ' erano le truppe americane ma le accoglienti divisioni tedesche . Di fronte al Senato ho rivisto per caso alzando gli occhi la lapide che ricorda Persichetti , un ragazzo di Porta S . Paolo . Questo sì che è un mistero , come gli sarà venuto in mente di andare a morire da solo contro un intero esercito ? Tutto per lui era perduto in quei giorni , come avrà fatto a ritrovare l ' identità ? Tra i miei compagni di scuola c ' era anche un certo Serra , che come gappista partecipò indirettamente a via Rasella , poi fu arrestato , poi si arruolò nell ' esercito volontario e fu ucciso da un obice sulla linea gotica . Era un vincitore nato , poco interessante . Non sentivo il bisogno , lo confesso , di una menzione speciale dei ragazzi e delle ragazze di Salò . Non sentivo il bisogno neppure di un ' ovazione fascista . Ma forse è questa l ' arte di governo . Forse serve a formare un fronte unico contro chi attenta al cuore dello Stato .