StampaQuotidiana ,
La
sinistra
italiana
va
al
governo
.
C
'
è
già
stata
,
nei
due
annidi
fondazione
della
Repubblica
,
e
poi
ci
ha
girato
intorno
con
Nenni
,
con
Moro
,
con
i
recenti
governi
tecnici
.
Ma
è
tutta
un
'
altra
cosa
.
Ora
ci
va
per
investitura
diretta
del
popolo
,
con
una
coalizione
tecnicamente
maggioritaria
di
cui
è
parte
dominante
.
Dunque
finalmente
governerà
,
com
'
è
da
tempo
sua
aspirazione
,
e
dovrà
dimostrare
in
tempi
rapidi
di
saperlo
fare
bene
,
meglio
e
diversamente
da
tutti
i
governi
del
passato
remoto
e
recente
.
Il
che
è
difficile
,
perché
difficili
e
numerosi
sono
i
problemi
da
affrontare
.
Ma
non
poi
tanto
,
perché
il
consenso
ottenuto
è
sufficiente
ed
esigente
e
perché
siamo
stati
governati
così
male
che
fare
meglio
e
dare
un
segnale
di
novità
,
non
miracoloso
ma
chiaro
e
distinto
,
non
è
un
'
impresa
titanica
.
Penso
che
si
debba
deporre
ogni
diffidenza
,
non
certo
lo
spirito
critico
che
è
un
'
altra
cosa
,
e
che
senza
scetticismi
o
euforie
fuori
luogo
si
debba
concedere
il
massimo
credito
a
questa
esperienza
.
Non
mi
è
piaciuta
la
strada
seguita
per
arrivare
al
traguardo
,
ma
ora
mi
sembra
secondario
.
Non
salgo
sul
carro
del
vincitore
perché
non
mi
appartiene
,
ma
consiglio
di
farlo
.
Ho
scritto
cinquanta
giorni
fa
di
una
probabile
vittoria
di
Pirro
,
cioè
costosa
ed
effimera
,
ma
è
un
dubbio
da
accantonare
e
semmai
una
ragione
di
più
per
consolidarne
il
risultato
.
L
'
analisi
del
voto
è
molto
ardua
,
molte
sono
le
cose
che
si
prestano
a
diverse
interpretazioni
o
addirittura
non
si
capiscono
.
Fatto
sta
che
,
sebbene
una
maggioranza
della
società
sia
ancora
orientata
variamente
a
destra
,
ha
prevalso
politicamente
una
concezione
della
democrazia
e
dello
stato
sociale
che
è
patrimonio
della
sinistra
.
È
che
conta
più
di
un
programma
.
Senonché
non
si
tratta
più
,
adesso
,
di
predicare
attorno
ai
valori
della
partecipazione
e
della
solidarietà
ma
di
renderli
operanti
,
anzi
governanti
.
Fino
a
farli
diventare
,
con
pragmatismo
ma
con
determinazione
e
anche
con
fantasia
,
un
messaggio
di
civiltà
.
Una
sinistra
non
può
andare
al
governo
(
e
neppure
un
centro
-
sinistra
)
senza
ambizioni
pari
alle
attese
che
suscita
.
Cittadinanza
,
lavoro
,
istruzione
,
ambiente
,
fisco
,
non
sono
un
elenco
di
comparti
con
portafogli
ministeriali
annessi
,
ma
un
tutto
.
Non
credo
che
porre
questo
tutto
al
centro
di
un
'
azione
innovativa
di
governo
comporti
il
ribaltamento
delle
compatibilità
di
sistema
,
può
bastare
molto
meno
.
Comporta
una
«
riforma
intellettuale
e
morale
»
,
semmai
,
che
non
ha
prezzo
.
In
fondo
,
il
generale
De
Gaulle
è
passato
alla
storia
anche
perché
fece
reimbiancare
Parigi
.
Da
noi
mi
accontenterei
di
riverniciare
scuole
e
ospedali
.
E
se
al
posto
della
leva
militare
si
istituisse
un
servizio
civile
altrettanto
perentorio
,
sarebbe
una
rivoluzione
.
Nessuno
torna
indietro
.
Se
lo
faremo
,
dando
prova
di
mediocrità
,
lo
pagheremo
a
carissimo
prezzo
non
tra
cinque
anni
ma
molto
prima
.
StampaPeriodica ,
Una
delle
maggiori
conquiste
spirituali
del
Fascismo
è
,
senza
dubbio
,
quella
di
aver
risvegliato
la
coscienza
politica
del
popolo
italiano
,
facendo
confluire
nel
grande
fiume
della
vita
nazionale
tutte
le
forze
e
le
attività
sociali
,
anche
quelle
che
prima
solevano
disperdersi
in
mille
rigagnoli
,
considerandosi
indipendenti
da
qualsiasi
vincolo
di
disciplina
nazionale
e
,
quindi
,
sottratte
ad
ogni
controllo
da
parte
dello
Stato
.
La
politica
,
allora
,
veniva
considerata
come
un
'
arte
a
sé
,
arte
di
intrighi
e
brogli
elettorali
,
di
compromessi
parlamentari
ed
extra
-
parlamentari
,
alla
quale
si
dedicava
una
ristretta
cerchia
di
cittadini
.
La
grande
massa
dei
cittadini
vi
era
estranea
e
si
ricordava
,
quelli
che
se
lo
ricordavano
,
di
avere
una
coscienza
e
una
funzione
politica
ogni
cinque
anni
in
periodo
di
elezioni
.
Pel
rimanente
,
ciascuno
badava
,
come
suol
dirsi
,
ai
casi
proprii
considerando
la
professione
,
il
mestiere
,
l
'
arte
e
gli
studi
come
cose
lontane
dalla
politica
,
avulse
dalla
vita
collettiva
del
popolo
,
prive
di
un
indirizzo
e
di
una
meta
comune
.
Il
Fascismo
,
moto
essenzialmente
dinamico
,
è
penetrato
,
come
coscienza
unitaria
,
in
tutti
i
campi
:
anche
nelle
torri
d
'
avorio
della
scienza
e
dell
'
arte
,
e
vi
ha
portato
il
suo
ardore
nazionale
,
la
sua
passione
politica
...
La
coscienza
imperiale
consiste
proprio
in
questo
:
che
tutti
gli
sforzi
compiuti
dalla
Nazione
siano
veduti
in
funzione
della
vita
stessa
della
Nazione
nella
società
internazionale
:
hanno
per
iscopo
la
maggior
espansione
di
una
civiltà
,
di
un
popolo
e
dello
Stato
che
li
esprime
nel
campo
politico
e
,
perciò
,
come
abbiamo
detto
,
in
tutti
i
campi
...
StampaQuotidiana ,
Qualche
volta
,
se
la
portiera
non
riesce
a
bloccarle
,
ti
arrivano
fin
sull
'
uscio
di
casa
.
Suonano
alle
otto
del
mattino
,
tu
apri
con
gli
occhi
gonfi
di
sonno
,
ed
eccola
lì
,
impalata
,
con
la
borsa
a
braccia
che
recita
:
«
Siamo
lieti
di
offrirle
questo
nuovo
prodotto
per
la
casa
,
di
cui
la
sua
signora
potrà
constatare
immediatamente
i
vantaggi
»
.
Ti
mette
in
mano
una
scatola
di
qualcosa
,
poi
continua
:
«
Per
aprire
la
scatola
basta
premere
sull
'
angolo
superiore
e
strappare
leggermente
»
.
Ci
sono
poi
quelle
dei
buoni
-
sconto
per
l
'
acquisto
di
un
dentifricio
anticarie
al
fluoro
superlativo
formato
medio
a
sole
lire
100
invece
di
130
.
Il
buono
è
valido
se
reca
:
il
timbro
del
fornitore
,
la
linguetta
di
chiusura
dell
'
astuccio
,
il
nome
,
il
cognome
e
l
'
indirizzo
del
mittente
.
Queste
ragazze
arrivano
fino
alla
cassetta
delle
lettere
e
te
l
'
imbottiscono
.
Girano
a
gruppi
di
tre
o
quattro
con
una
borsa
a
tracolla
,
un
modulo
,
una
penna
a
sfera
e
un
gessetto
.
Il
gessetto
serve
per
marcare
il
marciapiede
,
dinanzi
alla
casa
in
cui
entrano
,
con
una
sigla
,
cioè
due
lettere
,
di
cui
la
prima
è
l
'
iniziale
della
spettabile
ditta
,
la
seconda
il
contrassegno
della
ragazza
.
In
questo
modo
,
la
capogruppo
sa
momento
per
momento
dove
lei
è
.
E
quando
esce
,
accanto
alla
sigla
traccia
una
punta
di
freccia
,
orientata
secondo
la
parte
dove
s
'
incammina
.
Al
cantone
doppia
punta
di
freccia
,
segno
che
la
ragazza
ha
svoltato
.
L
'
altra
mattina
una
di
queste
povere
untorelle
batteva
viale
Ezio
,
dove
sono
più
che
altro
i
villini
dei
pensionati
di
trenta
anni
fa
.
Cercava
di
raggiungere
la
cassetta
,
appesa
al
muro
dalla
parte
di
dentro
,
dietro
il
cancellino
.
Ma
dietro
il
cancellino
c
'
era
,
a
guardia
,
un
cane
lupo
,
che
a
ogni
azzardo
della
manina
saltava
su
ringhiando
e
mostrando
le
zanne
.
Chissà
come
,
la
ragazza
ha
vinto
,
ha
imbucato
i
suoi
buoni
,
poi
si
è
chinata
a
tracciare
la
doppia
punta
di
freccia
,
perché
lì
viale
Ezio
(
generale
romano
)
finisce
e
si
va
in
Marco
Terenzio
Varrone
(
storico
romano
)
:
una
strada
privata
,
cioè
senza
asfalto
e
senza
luci
.
Dopo
buio
ci
vanno
altre
ragazze
,
che
fanno
ben
altro
mestiere
,
e
lasciano
per
terra
ben
altri
contrassegni
del
loro
passaggio
.
StampaQuotidiana ,
Non
riusciremo
a
processare
con
dignità
,
e
a
condannare
con
severità
e
clemenza
,
questo
vecchio
criminale
nazista
di
nome
Priebke
?
Non
pagheremo
questo
debito
morale
che
abbiamo
con
i
335
italiani
,
ebrei
e
non
ebrei
,
massacrati
alle
Ardeatine
?
E
che
abbiamo
,
più
in
generale
,
con
i
caduti
della
Liberazione
e
con
la
storia
di
questo
paese
?
Così
pare
,
se
è
vero
che
questo
processo
si
svolge
in
un
'
aula
indecorosa
anche
per
una
pretura
di
paese
,
con
un
imputato
non
intenerito
dall
'
età
,
glaciale
e
altezzoso
a
cospetto
dei
familiari
delle
sue
vittime
,
ospiti
accalcati
e
ingombranti
.
Ma
di
che
pasta
sono
,
le
istituzioni
militari
e
giudiziarie
di
questo
paese
?
Se
Priebke
è
un
dignitoso
soldato
,
accompagnatelo
in
un
sopralluogo
alle
Ardeatine
per
vedere
come
saluta
quelle
tombe
.
Già
il
più
famoso
giornalista
italiano
,
che
ha
fatto
inconsapevolmente
il
suo
dovere
nella
guerra
chimica
in
Abissinia
,
ha
scritto
che
Priebke
è
solo
un
nazista
consapevole
che
ha
doverosamente
ubbidito
agli
ordini
.
E
ieri
un
giornale
milanese
ha
di
nuovo
indicato
come
colpevoli
della
strage
i
partigiani
di
via
Rasella
,
con
l
'
accusa
supplementare
dell
'
uccisione
di
un
ragazzo
.
Perché
lo
chiamiamo
revisionismo
storico
?
Chi
pensa
e
scrive
queste
cose
è
in
perfetta
continuità
col
passato
.
Pensa
e
scrive
che
la
guerra
nazista
e
l
'
occupazione
tedesca
a
Roma
,
come
in
Europa
,
erano
normali
,
che
l
'
anomalia
stava
in
chi
resisteva
.
Pensa
e
scrive
che
la
criminalità
(
achtung
,
banditen
)
stava
negli
improvvisati
attentati
partigiani
,
la
legalità
nella
rappresaglia
dei
buoni
soldati
del
Reich
.
Personalmente
sono
convinto
che
la
guerra
,
ogni
guerra
,
è
di
per
sé
un
crimine
contro
l
'
umanità
,
o
meglio
un
crimine
dell
'
umanità
contro
se
stessa
.
Ma
questo
non
mi
fa
dimenticare
che
c
'
era
un
abisso
fra
l
'
animo
di
chi
combatteva
quella
guerra
per
la
propria
e
altrui
libertà
e
l
'
animo
di
chi
la
combatteva
per
la
supremazia
e
il
dominio
,
tra
quei
giovani
che
andavano
allo
sbaraglio
e
le
funeste
divise
del
Reich
.
Il
clima
torbido
che
si
vuoi
creare
attorno
a
un
processo
che
dovrebbe
essere
semplice
ed
esemplare
mi
conferma
purtroppo
in
un
'
altra
convinzione
che
ogni
tanto
incautamene
esprimo
,
su
quanto
siano
profonde
e
non
recise
nella
storia
italiana
le
radici
del
fascismo
.
Del
fascismo
in
senso
puro
.
StampaPeriodica ,
...
Ma
non
è
esaurita
,
ed
anzi
è
in
piena
marcia
,
quella
che
si
può
chiamare
la
nuova
democrazia
,
uscita
dalla
rivoluzione
nazionale
.
Questa
democrazia
ha
rinunziato
ad
abbracciare
l
'
umanità
per
stringere
la
realtà
vivente
della
Nazione
;
questa
democrazia
non
si
pasce
di
dottrine
universalistiche
ma
,
accentrata
e
autoritaria
,
approfonda
le
sue
basi
nei
vasti
strati
del
popolo
;
questa
democrazia
non
mira
a
sottomettere
il
mondo
a
un
'
astratta
morale
egualitaria
,
ma
attira
all
'
interno
di
se
stessa
una
concreta
regola
di
giustizia
sociale
;
questa
democrazia
non
adora
l
'
idolo
astratto
del
suffragio
,
ma
concepisce
la
Nazione
come
un
corpo
vivente
,
che
ha
una
sua
organica
solidarietà
.
Utopia
?
Questa
democrazia
nazionale
,
non
chimerica
,
non
catastrofica
né
mistica
,
sembra
essersi
temprata
nelle
dolorose
esperienze
del
dopoguerra
,
ma
si
riallaccia
in
sostanza
alla
concezione
che
della
democrazia
giacobina
ebbero
quelli
che
si
è
convenuto
chiamare
i
profeti
del
Risorgimento
,
Gioberti
e
Mazzini
.
La
storia
degli
ultimi
anni
ha
infranto
quei
grandiosi
ideali
di
Progresso
,
di
Libertà
e
di
Giustizia
che
illuminarono
come
stelle
,
il
cammino
del
secolo
XIX
.
Lo
spirito
del
mondo
si
è
infranto
nei
vari
spiriti
nazionali
;
gl
'
ideali
fraterni
che
spingevano
all
'
emancipazione
dell
'
umanità
gli
uomini
del
'48
impallidiscono
;
l
'
unità
della
storia
del
mondo
sembra
essersi
spezzata
.
Quelle
grandi
idee
che
fiammeggiavano
sulla
marcia
dell
'
umanità
e
che
la
Rivoluzione
francese
aveva
scagliato
oltre
il
suo
delirio
di
sangue
e
di
ragione
,
vacillano
e
si
oscurano
nelle
coscienze
:
quella
immensa
solidarietà
che
sembrava
spingere
l
'
Europa
e
l
'
America
,
prima
della
guerra
,
verso
un
destino
di
pace
e
di
fraternità
si
è
spezzata
,
e
i
dogmi
umanitari
e
democratici
che
sorreggevano
la
fede
delle
masse
,
hanno
dovunque
subito
un
'
eclissi
.
Lo
spirito
"
europeo
"
si
è
infranto
negli
spiriti
nazionali
;
la
Ragione
universale
si
è
infranta
nelle
ragioni
individuali
;
la
guerra
europea
,
drizzando
per
mezza
Europa
le
sue
gigantesche
rovine
,
ha
sbarrato
la
strada
agl
'
ideali
umanitari
.
Il
sogno
di
un
'
umanità
confederata
in
una
sola
famiglia
e
convertita
integralmente
alla
ragione
,
impallidisce
;
nell
'
oscurarsi
di
questo
sogno
i
popoli
ritornano
ad
istinti
sopiti
,
e
porgono
orecchio
a
dimenticati
richiami
di
grandezza
e
di
potenza
.
Il
naufragio
dei
dogmi
democratici
si
è
chiamato
,
in
Italia
,
Fascismo
,
e
la
sua
funzione
nel
mondo
si
delinea
vasta
e
lontana
.
StampaQuotidiana ,
Spesso
capita
di
parlar
male
degli
attivisti
indigeni
,
ma
anche
quelli
d
'
importazione
non
scherzano
,
specialmente
i
romani
.
Sarà
forse
complesso
di
colpa
,
voglia
di
smentire
la
nomea
che
li
dice
pelandroni
,
fatto
sta
che
appena
arrivano
fra
le
nebbie
si
scatenano
.
Per
esempio
quelli
del
cinema
:
Giovanni
,
l
'
aiuto
-
regista
,
lavora
dodici
,
sedici
ore
al
giorno
,
e
la
sera
eccotelo
per
casa
,
con
gli
occhi
rossi
,
il
naso
intasato
dal
raffreddore
.
«
Sto
male
,
sto
male
»
,
fa
,
ma
comincia
subito
a
proporre
,
e
a
proporsi
altro
lavoro
.
Un
documentario
su
Milano
,
per
esempio
,
perché
Milano
è
stata
la
grande
scoperta
dei
cinematografari
,
proprio
non
se
l
'
aspettavano
,
quest
'
aria
(
bah
!
)
,
questa
luce
,
questa
nebbia
.
Un
documentario
,
dunque
,
sulla
mia
generazione
,
sulla
tua
generazione
,
sulla
nostra
generazione
,
le
speranze
,
le
illusioni
e
le
delusioni
:
tu
,
Maria
,
Lizzani
,
Guttuso
,
basta
che
parliate
,
e
io
registro
.
Avete
il
registratore
?
Prendilo
,
prendilo
,
questo
benedetto
registratore
,
e
forza
,
sveglia
,
pelandroni
,
lui
lavora
dodici
ore
al
giorno
eppure
eccolo
,
di
sera
,
pronto
a
lavorare
ancora
.
Negli
attimi
di
pausa
legge
un
giornale
di
dieci
anni
fa
che
ha
scoperto
in
un
cassetto
,
e
dice
che
è
interessante
.
Il
giorno
dopo
invece
arriva
Marcello
,
uomo
di
teatro
,
e
dice
che
bisogna
fare
un
documentario
in
dieci
,
dodici
puntate
su
Israele
,
dieci
,
dodici
storie
di
ebrei
,
purché
ci
sia
di
mezzo
l
'
Italia
,
anche
solo
un
passaggio
.
Oppure
un
film
a
episodi
sul
tipo
dei
Mostri
.
Ma
sulle
donne
.
Diciamo
pure
le
mostre
.
Ma
no
,
non
va
,
le
mostre
è
equivoco
,
fa
pensare
troppo
alla
pittura
.
Semmai
le
orche
,
neanche
,
la
censura
a
Roma
,
almeno
,
lo
proibirebbe
.
Le
orchesse
?
Sì
,
le
orchesse
andrebbe
bene
.
Oppure
un
film
compatto
,
la
storia
di
un
adulterio
.
Vediamo
praticamente
la
scena
.
Tu
rientri
da
una
trasferta
,
apri
la
porta
,
c
'
è
tua
moglie
che
t
'
aspetta
.
Come
state
,
cara
?
Bene
,
risponde
lei
.
Anzi
no
,
dice
subito
:
marito
mio
ti
ho
tradito
.
E
tu
come
ti
comporti
?
Sette
ipotesi
italiane
,
oggi
:
la
ammazzi
,
la
butti
fuori
di
casa
,
te
ne
vai
tu
,
la
prendi
a
botte
,
soffri
ma
resti
,
non
te
ne
importa
nulla
,
sei
contento
.
Anzi
,
meglio
,
prendiamo
un
personaggio
classico
e
riraccontiamolo
in
chiave
moderna
.
Per
esempio
,
Orlando
,
il
furioso
.
Chi
è
oggi
Orlando
?
È
il
difensore
delle
verità
costituite
che
parte
lancia
in
resta
contro
gli
infedeli
,
che
sono
tutti
,
dai
comunisti
ai
liberi
pensatori
,
agli
adulteri
.
Senza
macchia
e
senza
paura
.
Poi
un
bel
giorno
s
'
innamora
d
'
una
dattilografa
,
certa
Angelica
,
e
perde
il
senno
.
Il
suo
amico
dott.
Astolfi
si
rivolge
a
uno
psicanalista
che
abita
all
'
ultimo
piano
d
'
un
grattacielo
,
un
ambiente
irreale
,
lunare
.
E
Angelica
va
a
finire
fra
le
braccia
di
una
mezz
'
ala
di
serie
C
,
un
ragazzetto
biondo
e
un
poco
fesso
di
nome
Medoro
.
Ti
va
?
Me
lo
scrivi
tu
il
soggetto
,
due
cartellini
,
che
poi
io
parto
e
trovo
subito
il
produttore
.
Ritelefona
la
mattina
all
'
alba
:
«
Allora
,
quest
'
Orlando
,
come
andiamo
con
quest
'
Orlando
?
L
'
hai
scritto
il
soggetto
?
»
.
StampaQuotidiana ,
Il
programma
«
costituzionale
»
del
presidente
Leone
era
facilmente
prevedibile
,
si
identificava
con
la
natura
stessa
dell
'
uomo
.
Nel
messaggio
di
investitura
rivolto
ai
due
rami
del
Parlamento
,
è
emersa
con
assoluta
chiarezza
la
concezione
del
presidente
della
Repubblica
,
dei
suoi
poteri
e
dei
suoi
limiti
,
coincidente
con
un
'
intera
tradizione
giuridica
:
l
'
altissimo
magistrato
cui
non
spetta
«
formulare
programmi
o
indicare
soluzioni
»
,
ma
solo
vigilare
sull
'
osservanza
della
Costituzione
e
garantirne
i
rigidi
adempimenti
.
È
la
linea
che
si
ricollega
direttamente
al
primo
capo
provvisorio
dello
Stato
,
a
Enrico
De
Nicola
,
verso
il
quale
Leone
conserva
una
devota
e
memore
fedeltà
:
l
'
unico
presidente
che
sia
stato
non
a
caso
da
lui
ricordato
,
nell
'
intero
testo
dell
'
allocuzione
,
insieme
col
suo
diretto
predecessore
,
Giuseppe
Saragat
.
Leone
esprime
una
società
di
«
notabili
»
:
fermissima
nell
'
ossequio
ai
valori
della
democrazia
parlamentare
,
e
del
pluralismo
democratico
,
ma
altrettanto
ferma
nel
rispetto
della
collocazione
e
dell
'
autonomia
individuale
dell
'
uomo
politico
.
Egli
non
è
figlio
-
rara
avis
-
della
partitocrazia
,
è
uno
dei
rari
democristiani
che
abbia
sempre
rifiutato
la
gara
spietata
delle
correnti
,
che
non
si
sia
mai
riconosciuto
in
questo
o
in
quel
gruppo
di
potere
.
Il
suo
cursus
honorum
è
da
solo
rivelatore
:
professore
universitario
e
avvocato
,
altrettanto
autorevole
nella
cattedra
che
prestigioso
nel
foro
,
giunge
alla
politica
senza
mai
rinunciare
né
alla
cultura
né
all
'
avvocatura
,
non
accetta
di
identificarsi
in
nessun
momento
nel
«
professionismo
politico
»
-
quello
che
ha
maggiormente
contribuito
ad
abbassare
il
livello
della
nostra
classe
dirigente
.
Tali
scaturigini
ideali
si
ritrovano
nel
messaggio
alla
nazione
:
non
retorico
,
talvolta
perfino
disadorno
,
ma
frutto
di
una
precisa
visione
giuridica
,
che
non
ammette
confusioni
di
competenze
fra
governo
e
Parlamento
,
che
richiama
ogni
organo
dello
Stato
«
alla
sfera
delle
proprie
attribuzioni
»
pur
nel
quadro
della
collaborazione
organica
.
Il
tutto
:
senza
ottimismi
e
senza
assurde
indulgenze
al
clima
di
una
società
politica
prefascista
,
che
non
esiste
più
.
Non
per
nulla
Leone
ha
fatto
un
riferimento
esplicito
alle
«
disfunzioni
delle
istituzioni
»
;
non
per
nulla
ha
insistito
sul
drammatico
intreccio
dei
rapporti
fra
Stato
e
regioni
ed
ha
calcato
la
mano
sull
'
«
accentuarsi
a
volte
nominalistico
dei
contrasti
fra
le
forze
politiche
»
,
l
'
esperienza
di
ogni
giorno
.
E
senza
tuttavia
assumere
pose
o
atteggiamenti
da
«
salvatore
della
patria
»
!
Lo
stesso
tocco
di
discrezione
e
di
moderazione
il
neo
-
presidente
ha
osservato
sul
tema
,
delicatissimo
,
dei
rapporti
fra
Chiesa
e
Stato
.
Il
negoziatore
paziente
e
instancabile
del
compromesso
sul
divorzio
ha
adombrato
un
indiretto
«
no
»
alla
ripresa
di
qualsiasi
guerra
religiosa
sul
tema
del
referendum
quando
ha
auspicato
,
con
una
lontana
vibrazione
degasperiana
,
la
necessità
«
di
mantenere
un
clima
che
renda
impossibile
ogni
anacronistico
steccato
»
.
Che
non
faccia
risorgere
cioè
gli
steccati
fra
guelfismo
e
ghibellinismo
,
quegli
steccati
che
l
'
esperienza
centrista
era
riuscita
ad
abbattere
o
almeno
a
limitare
,
pure
in
condizioni
tanto
più
difficili
delle
attuali
,
con
Papa
Pacelli
...
Ci
sia
consentita
,
in
proposito
,
un
'
osservazione
marginale
ma
pure
significativa
.
È
dispiaciuto
che
un
'
assemblea
parlamentare
,
dai
cui
settori
di
centro
si
è
levato
un
applauso
al
Papa
per
la
generosa
e
indiscutibile
opera
della
Santa
Sede
in
favore
della
pace
,
non
abbia
abbozzato
,
da
nessun
settore
dello
schieramento
politico
,
un
solo
segno
di
plauso
all
'
opera
svolta
dal
presidente
uscente
della
Repubblica
in
difesa
della
libertà
:
un
'
opera
svolta
-
come
Leone
ha
ricordato
nobilmente
-
con
«
senso
religioso
»
della
democrazia
.
La
correttezza
costituzionale
non
si
identifica
,
e
non
si
deve
identificare
,
con
un
«
rassegnato
fatalismo
»
.
È
il
pericolo
dei
presidenti
tipo
quarta
Repubblica
francese
,
dal
quale
Leone
saprà
sicuramente
affrancarsi
.
E
la
prova
è
nel
costante
,
insistito
richiamo
del
nuovo
capo
dello
Stato
alla
necessità
di
respingere
,
nella
lotta
sociale
,
il
metodo
della
violenza
e
dell
'
intolleranza
,
nell
'
invocazione
aperta
e
spiegata
alla
tutela
della
legalità
repubblicana
e
democratica
,
tanto
più
sacra
quanto
più
affonda
le
sue
radici
nella
genesi
stessa
della
Repubblica
,
attraverso
la
lotta
per
la
libertà
,
attraverso
l
'
esperienza
della
Resistenza
e
della
ricostruzione
post
-
bellica
,
l
'
una
inseparabile
dall
'
altra
.
Leone
ha
giustamente
insistito
sulla
necessità
di
una
maggiore
saldatura
fra
coscienza
sociale
e
istituzioni
:
compito
primario
ed
essenziale
dei
partiti
politici
,
oltre
che
delle
grandi
organizzazioni
del
lavoro
.
Speriamo
che
le
forze
politiche
italiane
non
dimentichino
l
'
esortazione
che
giunge
dal
Quirinale
nelle
prossime
,
difficili
trattative
che
saranno
volte
alla
ricostituzione
dell
'
intesa
di
centro
-
sinistra
.
Le
dimissioni
formali
del
governo
Colombo
sono
state
,
e
correttamente
,
ritirate
;
il
ministero
in
carica
è
stato
invitato
a
continuare
la
sua
opera
,
finché
non
giungerà
un
'
indicazione
diversa
dai
partiti
.
Ma
nessuno
potrebbe
illudersi
.
La
situazione
politica
è
in
movimento
.
La
tregua
ottenuta
non
andrà
oltre
il
18
gennaio
,
data
di
riapertura
del
Parlamento
.
Già
in
quell
'
occasione
,
si
porrà
la
prima
e
fondamentale
esigenza
di
chiarificazione
avanzata
dal
partito
repubblicano
e
ribadita
ieri
senza
eufemismi
nella
relazione
di
La
Malfa
:
nessuna
conferma
dell
'
appoggio
,
anche
solo
esterno
,
del
Pri
alla
coalizione
se
non
saranno
elaborate
nuove
piattaforme
politiche
e
programmatiche
corrispondenti
alla
condizione
reale
del
paese
sul
piano
economico
,
finanziario
e
sociale
.
Si
aprirà
un
tiro
alla
fune
:
i
socialisti
che
vorranno
spingere
più
a
sinistra
,
i
socialdemocratici
che
vorranno
accentuare
la
loro
funzione
riformista
ma
moderatrice
.
E
i
problemi
,
quelli
veri
,
che
torneranno
tutti
all
'
interno
della
democrazia
cristiana
:
più
aperti
,
più
laceranti
che
mai
.
La
battaglia
per
il
Quirinale
non
è
riuscita
ad
assicurare
nessuno
degli
«
organigrammi
»
di
potere
che
erano
stati
abbozzati
da
varie
parti
,
per
icavalli
di
razza
e
non
solo
per
quelli
:
ha
vinto
un
uomo
al
disopra
delle
parti
,
e
ha
vinto
proprio
per
essere
al
disopra
delle
parti
.
La
lotta
,
appena
contenuta
nei
sedici
giorni
del
round
,
rischierà
di
riesplodere
:
con
una
carica
accentuata
di
rancori
e
di
risentimenti
.
Una
sola
cosa
è
certa
:
tutta
la
buona
volontà
,
e
tutto
il
buon
senso
,
del
presidente
Leone
saranno
messi
alla
prova
.
StampaPeriodica ,
Ci
sono
avvenimenti
nella
storia
che
interessano
e
interesseranno
sempre
gli
uomini
:
sono
le
guerre
e
le
rivoluzioni
,
compresevi
quelle
rivoluzioni
a
rovescio
che
si
chiamano
restaurazioni
.
Se
ancora
questo
vecchio
mondo
ha
una
storia
così
giovane
e
attraente
,
che
non
chiede
che
di
esser
raccontata
per
aver
tutti
gli
uomini
attenti
e
sospesi
,
col
cervello
in
fiamme
e
il
cuore
in
tumulto
,
lo
si
deve
a
quegli
scempi
di
sangue
che
si
chiamano
guerre
,
e
a
quegli
scoppi
di
passione
che
si
chiamano
rivoluzioni
...
Nelle
comuni
guerre
e
rivoluzioni
ci
deve
essere
dunque
un
significato
che
trapassa
il
fatto
contingente
e
storico
,
ci
deve
essere
in
codeste
occasionali
vicende
il
carattere
di
una
vicenda
d
'
ordine
universale
e
divina
.
Ecco
perché
invano
si
è
adoperato
un
pacifismo
melenso
,
ecco
perché
invano
si
adoprerà
un
occultamento
pietoso
.
L
'
uomo
è
incantato
dalla
guerra
,
avvinto
dalla
guerra
,
davanti
alla
guerra
non
vuol
essere
bendato
come
un
vile
,
né
vuole
essere
confortato
come
un
debole
.
Egli
è
disposto
soltanto
a
un
pacifismo
che
sia
più
bellico
della
guerra
stessa
.
Non
vuole
essere
bendato
,
sia
pure
da
tende
candide
di
pacifisti
in
buona
fede
;
la
tenda
bianca
non
gli
fa
meno
buio
di
quella
rossa
.
E
se
egli
s
'
ostina
a
fissare
la
guerra
,
vuol
dire
che
oltre
al
macello
che
gli
riscalda
il
sangue
infetto
,
oltre
allo
spettacolo
della
violenza
che
gli
esalta
la
mente
vagellante
,
oltre
a
tutto
il
male
di
cui
egli
è
capace
,
intravede
qualcosa
che
non
è
male
,
e
che
veramente
potrebbe
essere
grande
,
nobile
e
sublime
.
La
guerra
infatti
gli
diventa
l
'
immagine
più
efficace
e
più
dritta
di
quella
che
è
oramai
la
sua
vita
.
Espressione
di
quella
più
larga
e
perenne
guerra
combattuta
per
il
bene
contro
il
male
su
cui
è
impostata
la
vita
umana
da
centinaia
di
secoli
e
per
chi
sa
quanti
secoli
ancora
.
Si
capisce
allora
come
l
'
uomo
non
abbia
mai
voluto
credere
alla
guerra
come
a
cosa
ignobile
,
si
capisce
com
'
egli
non
abbia
mai
potuto
condannarla
in
nome
della
pace
.
Parlare
di
pace
all
'
uomo
,
nelle
condizioni
in
cui
è
,
significa
non
capir
nulla
della
sua
vita
ch
'
è
tutta
nella
guerra
.
Significa
alterare
e
falsare
completamente
tutta
la
sua
storia
,
significa
mutargli
con
una
permuta
arbitraria
e
sacrilega
i
caratteri
umani
in
quelli
angelici
.
L
'
importante
sta
nell
'
impostargli
la
vita
secondo
i
criteri
santi
di
questa
guerra
...
StampaQuotidiana ,
A
mezzogiorno
di
venerdì
17
,
il
campione
non
c
'
è
;
sta
mangiando
un
boccone
a
casa
sua
,
spiega
il
proprietario
del
bar
-
quasi
famoso
ormai
-
di
via
Fratti
,
dalle
parti
della
stazione
.
I1
bancone
,
pochi
tavoli
,
il
calcio
balilla
,
due
stanzucce
:
ha
un
nome
di
donna
,
Rita
,
ma
per
il
resto
è
identico
ai
centomila
baretti
di
periferia
dove
vanno
a
prendere
il
caffè
o
il
grappino
operai
e
artigiani
prima
e
dopo
il
lavoro
.
Naturalmente
c
'
è
il
juke
-
box
,
che
da
dieci
minuti
ripete
la
solita
solfa
.
E
ci
sono
quattro
o
cinque
giovanotti
coi
cartelli
che
attaccano
al
muro
e
appiccicano
ai
vetri
i
manifesti
pubblicitari
di
una
marca
di
caffè
,
la
stessa
ripetuta
sugli
scatoloni
di
latta
,
enormi
e
vuoti
,
posati
sul
bancone
.
Nell
'
altra
stanza
,
seduti
a
tavolino
,
due
signori
bassotti
,
atticciati
,
il
viso
scuro
,
hanno
tirato
fuori
una
carta
bollata
da
duecento
lire
e
ci
stanno
scrivendo
un
atto
di
procura
,
che
affida
a
uno
di
loro
l
'
esclusiva
di
tutta
la
pubblicità
che
possa
nascere
dall
'
impresa
:
battere
il
record
mondiale
di
resistenza
volontaria
al
sonno
,
sinora
detenuto
dallo
studente
californiano
sedicenne
Tandy
Gardner
.
Finalmente
eccolo
,
il
campione
nostrano
:
porta
una
cuffia
di
maglia
a
strisce
nere
e
azzurre
,
calata
fin
sotto
le
orecchie
,
che
gli
nasconde
mezza
faccia
;
in
più
ha
gli
occhiali
neri
,
una
sciarpa
colorata
al
collo
e
il
bavero
del
cappotto
rialzato
.
Insomma
,
gli
si
vede
solo
il
naso
,
piuttosto
sporgente
,
e
la
bocca
,
con
due
incisivi
scheggiati
che
formano
un
buco
triangolare
.
Porta
la
testa
in
su
,
buttata
un
po
'
all
'
indietro
,
come
se
fiutasse
l
'
aria
,
cammina
aggobbito
,
una
spalla
più
alta
,
a
passi
lunghi
e
dinoccolati
,
anzi
disossati
.
Somiglia
vagamente
,
da
quel
poco
che
si
vede
,
ad
Adriano
Celentano
,
e
quella
camminata
sembra
la
caricatura
del
modo
di
muoversi
del
famoso
urlatore
.
I
due
al
tavolo
riescono
a
farlo
sedere
,
e
lui
sta
lì
,
gobbo
,
quella
spalla
più
alta
che
ritmicamente
sale
ancora
più
su
,
come
per
una
contrazione
del
torace
,
involontaria
.
Gli
parlano
,
ma
non
sono
certi
neanche
loro
che
li
stia
a
sentire
,
perché
all
'
improvviso
si
alza
,
ricomincia
a
passeggiare
avanti
e
indietro
,
e
bisogna
prenderlo
per
la
manica
,
tirarlo
di
nuovo
a
sedere
.
Di
là
continuano
a
picchiare
col
martello
sul
muro
,
altri
manifesti
come
quello
lì
sul
muro
,
con
la
scatola
e
il
barattolo
,
miscela
speciale
,
o
come
l
'
altro
,
col
chicco
di
caffè
in
figura
umana
,
una
enorme
testa
bruna
ovoidale
che
sotto
ha
le
gambe
.
«
Ecco
»
,
gli
dice
uno
.
«
Quando
arriva
la
televisione
,
tu
prendi
la
tazzina
e
dici
:
Mi
tengo
su
con
del
caffè
T
.
Anzi
no
,
non
dici
l
'
aggettivo
caffè
,
perché
quelli
della
televisione
sulla
pubblicità
ci
speculano
,
fanno
i
caroselli
e
non
ti
permettono
di
dire
caffè
.
Dirai
solo
:
Mi
tengo
su
con
del
T
.
Hai
capito
?
»
Per
maggiore
sicurezza
,
il
signore
bassotto
tira
fuori
un
pezzo
di
carta
,
con
su
scritte
queste
parole
:
Mi
tengo
su
con
del
caffè
T
.
Cancella
la
parola
caffè
e
porge
il
foglietto
al
campione
.
«
Ecco
,
ti
lascio
il
testo
perché
tu
possa
studiarlo
.
Hai
capito
bene
?
Mi
tengo
su
con
del
T
.
,
devi
dire
.
Se
poi
quello
della
televisione
ti
chiede
:
Ma
che
cosa
è
questo
T
.
?
,
tu
magari
puoi
aggiungere
:
Ma
diamine
,
è
un
buon
caffè
.
E
tieni
la
tazzina
in
mano
.
Anzi
,
facciamo
la
prova
»
.
È
arrivato
il
proprietario
del
bar
con
una
tazza
grande
da
caffè
,
che
ha
la
marca
da
una
parte
.
Ricomincia
la
lezione
:
«
Tu
tieni
sempre
questa
tazzina
in
mano
.
Così
,
con
la
mano
destra
,
in
questa
posizione
,
in
modo
che
la
marca
si
veda
bene
.
Non
la
lasciare
mai
,
altrimenti
te
ne
potresti
dimenticare
.
Sei
nel
tuo
diritto
,
capisci
,
questi
del
caffè
fanno
dei
sacrifici
,
ti
danno
cinquantamila
lire
per
queste
poche
parole
e
per
mostrare
la
marca
:
Mi
tengo
su
con
del
T
.
Non
dire
il
sostantivo
caffè
,
perché
quelli
della
televisione
,
che
speculano
sulla
pubblicità
,
te
lo
potrebbero
impedire
.
Dunque
,
a
te
non
le
hanno
ancora
fatte
,
ma
a
quell
'
americano
,
a
quel
Gardner
,
sì
,
le
iniezioni
di
caffeina
.
Tu
prendi
il
caffè
,
e
basta
.
Proviamo
,
per
l
'
ennesima
volta
:
la
tazza
in
mano
,
non
la
lasciare
mai
,
e
ripeti
con
me
le
parole
:
Mi
tengo
su
con
del
T
.
Anzi
,
prendi
il
testo
e
studialo
»
.
Il
campione
prende
il
foglietto
,
se
lo
infila
in
tasca
e
s
'
alza
in
piedi
,
accennando
di
sì
,
che
ha
capito
,
ma
non
dice
una
parola
.
Ricomincia
a
passeggiare
,
avanti
e
indietro
,
come
un
fantoccio
di
gomma
,
quella
spalla
più
alta
che
gli
sale
ancora
di
più
,
ogni
volta
che
tira
il
fiato
,
e
i
due
bassotti
lo
stanno
a
guardare
,
poi
lo
riagguantano
per
la
manica
,
lo
fanno
sedere
,
gli
danno
una
penna
per
firmare
quella
carta
bollata
della
procura
.
Gli
guidano
la
mano
perché
trovi
il
rigo
giusto
.
All
'
amico
che
mi
ha
portato
in
macchina
fino
a
Parma
,
chiedo
se
per
caso
non
ha
appetito
,
e
lui
mi
risponde
subito
di
sì
:
poi
si
potrebbe
anche
andarcene
a
vedere
la
mostra
di
Guttuso
,
aggiunge
.
Dopo
pranzo
il
campione
s
'
è
levato
la
cuffia
e
,
davanti
allo
specchio
,
nel
cerchio
di
amici
che
lo
stanno
a
guardare
,
si
pettina
:
ha
i
capelli
di
almeno
quattro
mesi
,
castani
,
una
lieve
peluria
sotto
il
naso
prominente
,
le
guance
quasi
glabre
,
gli
zigomi
più
gonfi
di
come
l
'
avevo
visto
nelle
fotografie
,
gli
occhi
in
fuori
,
un
colorito
tra
la
cera
e
la
terra
.
Si
chiama
Giuliano
Fantoni
,
diciannovenne
,
di
professione
imbianchino
e
verniciatore
.
Non
dorme
da
centottantatré
ore
,
e
intende
continuare
per
altre
centocinque
,
fino
a
mezzanotte
di
martedì
prossimo
,
per
un
totale
di
duecento
e
ottantotto
ore
.
Per
adesso
il
record
è
dello
studente
californiano
,
record
mondiale
di
resistenza
volontaria
al
sonno
:
duecentosessantaquattro
ore
.
Il
nostro
campione
è
uscito
dal
bar
e
passeggia
alla
sua
solita
maniera
sul
marciapiede
,
fiutando
l
'
aria
.
Bisogna
che
stia
così
,
in
piedi
o
seduto
;
se
si
stende
,
anche
per
terra
,
anche
sui
chiodi
,
dorme
.
Di
notte
va
in
un
garage
lì
vicino
,
dove
lo
ospita
il
guardiano
notturno
,
e
dove
vanno
a
fargli
compagnia
gli
amici
;
di
giorno
sta
sempre
qui
,
al
bar
Rita
di
via
Fratti
,
e
s
'
allontana
soltanto
,
e
in
compagnia
,
per
i
pasti
.
Prende
più
che
altro
latte
,
uova
col
limone
,
succhi
di
frutta
,
carne
di
cavallo
cruda
,
tritata
.
A
parte
il
caffè
,
assicurano
che
non
piglia
eccitanti
,
e
anzi
ha
smesso
di
fumare
.
Ha
già
avuto
due
volte
la
crisi
,
che
qui
chiamano
«
balordon
»
:
tremarella
,
sudore
freddo
,
conati
di
vomito
.
E
continua
ad
andare
su
e
giù
con
quell
'
andatura
da
orso
.
Apriamo
un
testo
di
medicina
:
Dopo
circa
60-90
ore
di
veglia
forzata
(
da
quattro
a
sei
volte
l
'
arco
normale
di
16-17
ore
)
l
'
effetto
più
palese
è
un
'
estrema
stanchezza
muscolare
.
Chi
si
sottoponga
a
un
simile
esperimento
desidera
soprattutto
chiudere
gli
occhi
e
stendersi
,
ma
proprio
questa
forzata
attività
muscolare
gli
permette
di
rimanere
sveglio
.
Altri
aspetti
caratteristici
della
veglia
forzata
sono
:
irritabilità
fino
al
limite
dell
'
iracondia
anche
in
soggetti
normalmente
pacifici
,
e
disorganizzazione
mentale
che
si
manifesta
in
varie
forme
-
sogni
a
occhi
aperti
,
allucinazioni
,
automatismo
della
condotta
,
temporanea
pazzia
.
Ecco
perché
col
cosiddetto
metodo
del
«
terzo
grado
»
-
continui
interrogatori
per
molte
ore
senza
concedere
al
soggetto
la
possibilità
di
dormire
-
si
riesce
a
ottenere
una
confessione
anche
da
un
individuo
innocente
,
il
quale
non
desidera
altro
ormai
che
chiudere
gli
occhi
,
e
non
capisce
nemmeno
più
la
gravità
della
sua
autoaccusa
.
Il
cerchio
degli
amici
sta
a
guardare
il
campione
,
e
sono
occhi
protettivi
,
preoccupati
,
vigili
.
Evitano
di
rispondere
alle
domande
,
e
fare
domande
a
lui
mi
parrebbe
un
'
inutile
crudeltà
.
Ma
si
riesce
ugualmente
a
capire
come
sono
andate
le
cose
.
Giuliano
è
un
bravo
ragazzo
,
un
compagnone
,
uno
dei
tanti
giovani
che
si
sentono
a
loro
agio
soltanto
fuori
casa
,
fra
gli
amici
,
uno
di
quelli
insomma
che
«
tengono
banco
»
.
Una
volta
ballò
il
twist
per
due
ore
di
seguito
,
poi
scommise
che
non
si
sarebbe
fatto
più
tagliare
i
capelli
.
A
Capodanno
era
sempre
fuori
,
da
una
festa
all
'
altra
dal
bar
alla
balera
.
«
Son
due
giorni
che
non
chiudo
occhio
»
,
disse
una
mattina
.
«
Figurati
»
,
gli
rispose
uno
mostrandogli
la
fotografia
di
un
giovanotto
americano
,
biondo
sorridente
,
occhialuto
,
l
'
indice
e
il
medio
sollevati
nel
segno
della
vittoria
.
«
Figurati
.
Quest
'
americano
non
ha
dormito
per
undici
giorni
di
seguito
»
.
«
Con
quella
faccia
?
Ma
allora
son
capace
anch
'
io
.
Anzi
,
starò
sveglio
dodici
giorni
,
così
divento
campione
mondiale
»
.
In
provincia
-
o
in
periferia
che
è
lo
stesso
-
non
di
rado
succedono
queste
sfide
assurde
:
a
chi
mangia
più
tortellini
(
fino
a
scoppiare
)
,
a
chi
scola
una
bottiglia
di
grappa
in
un
sorso
solo
(
a
rischio
di
restarci
secco
)
,
a
chi
s
'
ingozza
più
pastasciutta
con
le
mani
legate
dietro
la
schiena
.
La
sfida
nasce
nelle
lunghe
ore
di
noia
al
caffè
,
quando
non
si
sa
più
che
altro
fare
e
che
altro
dire
,
perché
ormai
si
è
fatto
e
detto
tutto
quel
che
c
'
era
da
dire
e
fare
,
e
la
fantasia
non
suggerisce
altro
,
non
suggerisce
di
meglio
.
Questo
soltanto
,
mi
pare
:
non
c
'
è
smania
di
pubblicità
,
anche
se
la
pubblicità
,
nella
forma
balorda
che
si
è
visto
cominciando
(
chi
rifiuta
il
caffè
non
dice
forse
«
grazie
no
,
che
poi
non
dormo
»
?
)
,
cerca
di
impadronirsi
del
fenomeno
e
di
adoperarlo
.
Mi
tengo
su
col
caffè
T
.
Ma
la
televisione
non
è
arrivata
,
non
possiamo
controllare
se
Giuliano
si
ricorda
quelle
parole
,
e
sarà
meglio
andarsene
.
Dopo
il
freddo
della
strada
,
dentro
la
macchina
viene
la
sonnolenza
.
Ecco
il
guaio
dei
servizi
fuori
Milano
e
col
rientro
in
giornata
:
non
ti
puoi
stendere
un
po
'
dopo
mangiato
.
StampaQuotidiana ,
Mi
domando
come
mai
i
ragazzi
e
le
ragazze
di
Salò
siano
venuti
in
mente
a
Luciano
Violante
nell
'
anno
1996
,
nel
giorno
della
sua
elezione
alla
presidenza
della
Camera
.
Non
trovo
risposta
.
Non
mi
pare
che
ci
sia
un
'
emergenza
,
che
viviamo
tempi
di
antifascismo
attivo
e
persecutorio
da
scoraggiare
.
Oggi
è
riconosciuta
a
Priebke
più
dignità
che
alle
sue
vittime
.
E
se
qualcuno
deve
difendersi
dall
'
insulto
di
giornali
e
volantini
,
si
tratta
di
qualche
vecchio
partigiano
.
Non
direi
neppure
che
i
fascisti
o
postfascisti
abbiano
bisogno
di
risarcimenti
supplementari
.
Sono
non
solo
del
tutto
riabilitati
e
innocenti
ma
gratificati
da
un
vasto
consenso
,
e
per
poco
non
sono
al
governo
dell
'
Italia
.
Un
clima
persecutorio
contro
i
vinti
non
c
'
è
mai
stato
neanche
in
passato
.
Ci
fu
un
'
amnistia
e
nessuna
epurazione
né
in
basso
né
in
alto
.
L
'
unico
processato
e
fucilato
dopo
la
guerra
fu
mi
pare
Pietro
Koch
,
giovane
capo
della
banda
omonima
,
un
patriota
che
ho
conosciuto
.
Fin
dall
'
inizio
il
Msi
,
erede
della
Rsi
,
fu
legittimato
come
forza
politica
ausiliaria
e
utilizzato
in
alleanze
elettorali
e
parlamentari
.
Parallelamente
,
la
Resistenza
nella
sua
componente
comunista
fu
denigrata
dai
governi
democristiani
e
dai
corpi
dello
Stato
con
molto
zelo
,
in
coerenza
con
la
guerra
fredda
.
Più
in
generale
,
la
storia
è
stata
riscritta
in
questi
anni
non
solo
in
Italia
ma
in
Europa
e
le
parti
sono
state
ribaltate
.
Non
parificate
o
conciliate
,
ma
ribaltate
.
È
senso
comune
che
l
'
olocausto
sia
un
'
esagerazione
e
che
la
gioventù
hitleriana
,
come
i
militi
della
Rsi
,
avesse
alti
ideali
.
Un
caduto
o
un
decorato
della
Resistenza
sono
invece
controversi
o
retorici
,
garibaldini
ritardati
.
Erano
miei
compagni
di
scuola
,
i
ragazzi
e
le
ragazze
di
Salò
.
Non
erano
misteriosi
,
erano
figli
del
fascismo
e
hanno
continuato
a
fare
ciò
che
gli
era
stato
insegnato
.
Oppure
erano
coscritti
,
dopo
l'8
settembre
non
c
'
erano
le
truppe
americane
ma
le
accoglienti
divisioni
tedesche
.
Di
fronte
al
Senato
ho
rivisto
per
caso
alzando
gli
occhi
la
lapide
che
ricorda
Persichetti
,
un
ragazzo
di
Porta
S
.
Paolo
.
Questo
sì
che
è
un
mistero
,
come
gli
sarà
venuto
in
mente
di
andare
a
morire
da
solo
contro
un
intero
esercito
?
Tutto
per
lui
era
perduto
in
quei
giorni
,
come
avrà
fatto
a
ritrovare
l
'
identità
?
Tra
i
miei
compagni
di
scuola
c
'
era
anche
un
certo
Serra
,
che
come
gappista
partecipò
indirettamente
a
via
Rasella
,
poi
fu
arrestato
,
poi
si
arruolò
nell
'
esercito
volontario
e
fu
ucciso
da
un
obice
sulla
linea
gotica
.
Era
un
vincitore
nato
,
poco
interessante
.
Non
sentivo
il
bisogno
,
lo
confesso
,
di
una
menzione
speciale
dei
ragazzi
e
delle
ragazze
di
Salò
.
Non
sentivo
il
bisogno
neppure
di
un
'
ovazione
fascista
.
Ma
forse
è
questa
l
'
arte
di
governo
.
Forse
serve
a
formare
un
fronte
unico
contro
chi
attenta
al
cuore
dello
Stato
.