StampaPeriodica ,
È
stato
detto
che
il
Fascismo
,
il
Governo
fascista
ha
abbassato
o
tende
ad
abbassare
il
livello
della
cultura
e
della
Scienza
.
È
vero
.
Questa
affermazione
non
ha
però
l
'
efficacia
che
l
'
azione
del
Fascismo
merita
.
Più
che
abbassare
il
Fascismo
vuol
distruggere
.
Non
distrugge
gli
intellettuali
,
non
gli
scienziati
;
perché
a
questi
porrà
dei
compiti
nuovi
.
Distrugge
la
cultura
.
La
cultura
di
Benedetto
Croce
,
di
Salvemini
e
C
.
La
cultura
delle
fandonie
e
delle
ipocrisie
.
La
cultura
che
poteva
servire
ai
"
sapienti
"
per
dir
male
di
chi
loro
tornava
conto
,
la
cultura
di
cui
tutto
il
popolo
,
che
è
il
solo
che
della
cultura
ha
bisogno
pel
proprio
bene
,
per
la
educazione
del
proprio
spirito
,
di
cui
tutto
il
popolo
italiano
se
ne
fregava
.
Il
Fascismo
distrugge
quella
cultura
che
il
popolo
italiano
,
quello
che
lavora
otto
o
dieci
ore
al
giorno
e
che
ha
bisogno
di
almeno
un
'
ora
giornaliera
di
sollievo
spirituale
,
aveva
già
condannato
.
Il
Fascismo
distrugge
la
cultura
che
era
fine
a
se
stessa
,
che
era
il
mezzo
di
pochi
,
di
pochissimi
.
Il
Fascismo
sta
creando
la
vera
cultura
.
Il
regime
nostro
è
totalitario
:
esso
governa
un
popolo
per
il
bene
di
una
Nazione
,
non
per
il
comodo
di
chi
più
ha
saputo
dire
,
dopo
aver
letto
molti
libri
od
aver
pensato
sulla
scia
di
altri
pensatori
...
StampaQuotidiana ,
Sanremo
,
1°
febbraio
-
La
mondanità
rivierasca
,
grassa
e
un
po
'
sfatta
,
luccicava
nel
salone
delle
feste
del
Casinò
,
mescolandosi
agli
impiegati
delle
case
editrici
musicali
che
,
insieme
alle
loro
famiglie
,
stavano
per
concludere
le
vacanze
«
straordinarie
»
di
Sanremo
.
Anche
l
'
VIII
Festival
della
Canzone
si
avviava
alla
conclusione
.
La
sala
biancheggiava
modestamente
di
biancospini
;
il
maestro
Mario
Ruccione
aveva
iniziato
un
'
azione
legale
(
per
venti
milioni
di
danni
)
contro
gli
organizzatori
del
festival
:
e
forse
un
cantante
nuovo
-
Johnny
Dorelli
-
era
sul
punto
di
sostituirsi
definitivamente
a
Teddy
Reno
nelle
simpatie
del
pubblico
.
E
una
canzone
piacevole
,
d
'
un
genere
insolito
per
Sanremo
,
era
entrata
in
finale
:
Nel
blu
,
dipinto
di
blu
di
Domenico
Modugno
,
veleggiava
verso
la
vittoria
.
Prima
che
cominciasse
lo
spettacolo
,
Fulvia
Colombo
e
Gianni
Agus
hanno
spiegato
brevemente
il
meccanismo
del
Festival
:
avrebbero
votato
110
persone
in
sala
e
90
persone
,
presso
le
redazioni
dei
giornali
,
scelte
per
sorteggio
fra
gli
abbonati
alla
RAI
-
TV
.
Il
clima
del
festival
era
tale
che
le
informazioni
fornite
dalla
bionda
Fulvia
in
abito
rosa
sono
state
accolte
con
moderato
scetticismo
.
Alla
parola
sorteggio
,
qualcuno
ha
reagito
vivacemente
:
«
Staremo
a
vedere
»
hanno
detto
i
più
obiettivi
,
«
se
vince
Nel
blu
,
dipinto
di
blu
significa
che
non
ci
sono
stati
imbrogli
...
»
.
«
Vi
illudete
»
dicevano
altri
,
«
la
canzone
di
Modugno
merita
di
vincere
,
ma
se
vince
è
perché
è
ben
appoggiata
.
»
Saliva
intanto
alla
ribalta
Tonina
Torrielli
,
per
cantare
la
prima
canzone
di
programma
:
Mille
volte
di
Fabor
.
Tonina
aveva
un
abito
turchese
,
un
bouquet
di
biancospini
appuntato
con
grazia
sullo
stomaco
.
Mentre
Tonina
canta
nella
tribuna
giornalisti
arriva
una
donna
giovane
,
dai
capelli
rossi
e
l
'
abito
drammatico
.
È
Marisa
Del
Frate
,
che
stasera
non
canta
perché
la
sua
canzone
non
è
entrata
in
finale
.
Qualcuno
le
domanda
:
«
Perché
vieni
qui
?
»
.
«
Non
lo
sapete
»
hanno
risposto
,
«
Marisa
ha
scritto
la
sua
vita
a
puntate
ed
è
stata
iscritta
nell
'
elenco
speciale
dei
pubblicisti
.
»
Dopo
Tonina
Torrielli
è
arrivato
sul
palcoscenico
un
giovane
ventenne
,
che
i
più
sbrigativi
definivano
«
la
rivelazione
del
festival
»
:
Johnny
Dorelli
.
«
È
molto
bravo
e
canta
civile
»
come
ha
detto
ieri
una
sua
giovanissima
fan
.
Qualcuno
dice
che
il
suo
stile
riecheggia
quello
di
Yves
Montand
,
altri
parlano
di
Frank
Sinatra
.
Gli
intenditori
rimproverano
a
Johnny
di
agitarsi
quando
canta
,
come
un
tenore
di
cinquant
'
anni
fa
.
Ma
ha
una
bella
voce
ed
è
stato
accolto
,
stasera
,
da
applausi
a
scena
aperta
,
prima
di
cominciare
a
cantare
.
La
prima
canzone
di
Dorelli
era
Fantastica
,
un
motivo
gradevole
,
sviolinato
tuttavia
eccessivamente
dall
'
orchestra
Angelini
.
È
stata
eseguita
subito
dopo
Timida
serenata
.
«
Ecco
una
canzone
pericolosa
»
ha
osservato
qualcuno
,
«
gli
editori
sono
ricchi
.
»
Timida
serenata
è
stata
cantata
da
Aurelio
Fierro
e
da
Gloria
Christian
.
L
'
una
e
l
'
altro
avevano
la
febbre
,
ma
Fierro
non
ha
rinunciato
a
bamboleggiare
.
Qualcuno
gli
ha
gridato
:
«
Via
la
manina
dalla
bocca
»
.
La
stessa
è
stata
poi
cantata
,
spiritosamente
,
da
Gino
Latilla
e
da
Carla
Boni
.
Claudio
Villa
aveva
puntato
su
La
campana
di
Santa
Lucia
.
«
Canta
a
fumetti
,
Claudio
»
ha
osservato
qualcuno
,
«
ma
il
suo
mestiere
lo
sa
»
.
Nilla
Pizzi
ha
interpretato
L
'
edera
dimostrando
una
certa
classe
.
Le
hanno
chiesto
un
bis
e
qualcuno
ha
gridato
:
«
Abbiamo
perso
a
Belfast
,
ma
abbiamo
te
»
.
Nilla
si
è
inchinata
,
tenendo
gli
occhi
bassi
.
Quando
è
ricomparso
Dorelli
per
cantare
Nel
blu
,
dipinto
di
blu
ha
avuto
di
nuovo
un
lungo
applauso
a
scena
aperta
.
Johnny
ha
cantato
ancora
meglio
di
ieri
sera
.
Alla
fine
la
gente
,
in
piedi
,
sventolava
i
fazzoletti
:
e
non
soltanto
per
vanità
(
in
sala
c
'
erano
le
telecamere
)
.
Poi
tutti
hanno
incominciato
a
cantare
in
coro
con
Johnny
:
«
Nel
blu
,
degli
occhi
tuoi
blu
,
felice
di
stare
quaggiù
»
.
Anche
per
Domenico
Modugno
,
che
sa
cantare
forse
più
abilmente
di
Johnny
la
sua
canzone
,
si
sono
ripetuti
gli
applausi
.
Alla
fine
,
mescolandosi
fra
il
pubblico
che
commentava
l
'
esito
delle
votazioni
,
il
maestro
Ruccione
dichiarava
:
«
Ho
presentato
una
regolare
diffida
contro
l
'
ATA
,
società
organizzatrice
del
festival
,
chiedendo
un
indennizzo
per
danni
di
venti
milioni
.
Ci
serviranno
per
organizzare
un
festival
indipendente
degli
autori
,
l
'
anno
venturo
»
.
StampaQuotidiana ,
Perché
l
'
on.
D
'
Alema
maltratta
volentieri
l
'
on.
Prodi
e
il
suo
governo
,
fin
dal
dì
natale
?
L
'
on.
D
'
Alema
è
considerato
un
uomo
di
sangue
freddo
che
non
cede
al
nervosismo
e
un
tattico
sopraffino
che
calcola
ogni
mossa
.
Perché
dunque
si
agita
e
mostra
verso
l
'
Ulivo
più
diffidenza
che
comprensione
?
Prima
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
è
convinto
di
essere
il
personaggio
più
potente
d
'
Italia
,
anche
perché
lo
scrivono
i
giornali
,
e
quindi
mal
sopporta
che
l
'
on.
Prodi
e
il
suo
governo
considerino
il
Pds
poco
più
che
un
portatore
d
'
acqua
,
così
come
considerano
il
Prc
un
donatore
di
sangue
.
E
perciò
alza
la
voce
.
Seconda
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
è
convinto
che
il
governo
dell
'
on.
Prodi
deluderà
le
attese
popolari
,
com
'
è
probabile
data
la
sua
composizione
ibrida
,
il
suo
modesto
profilo
programmatico
,
i
paracarri
europei
e
di
mercato
entro
cui
si
muove
,
e
come
mostra
in
queste
ore
la
collisione
col
sindacato
.
E
perciò
prende
le
distanze
.
Terza
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
teme
di
restare
intrappolato
nelle
maglie
del
suo
capolavoro
elettorale
.
La
volpe
di
Gallipoli
è
entrata
vittoriosa
nel
pollaio
,
ma
è
circondata
e
stretta
al
centro
da
molti
galli
e
fuori
a
destra
ad
aspettarla
c
'
è
il
fattore
col
fucile
spianato
.
E
perciò
cerca
un
buco
nella
rete
.
Quarta
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
ha
sempre
considerato
l
'
Ulivo
una
cosa
acrobatica
e
transitoria
,
buona
per
scalzare
Berlusconi
ma
senza
prospettiva
,
e
ha
già
in
tasca
la
soluzione
.
Che
è
quella
di
un
sistema
bipolare
compiuto
,
presidenzialista
con
doppio
turno
,
che
elimini
cespugli
di
destra
e
di
sinistra
,
e
di
un
partito
socialdemotecnocratico
che
governi
dopodomani
in
prima
persona
in
alternanza
con
uno
schieramento
giscardiano
.
Queste
quattro
risposte
si
intrecciano
benissimo
tra
loro
,
se
poi
ce
n
'
è
anche
una
quinta
non
saprei
.
Il
quadro
che
mi
risulta
non
è
felice
,
siamo
lontanissimi
dal
clima
più
limpido
che
il
successo
del
21
aprile
prometteva
,
e
anche
un
mostro
policefalo
potrebbe
resuscitare
.
L
'
ipotesi
tuttora
più
probabile
è
però
che
il
governo
dell
'
Ulivo
continui
a
vivacchiare
per
un
tempo
indefinito
con
clausole
di
salvaguardia
di
varia
natura
.
La
litigiosità
e
la
mediocrità
hanno
fatto
per
molti
anni
la
fortuna
del
sistema
politico
italiano
,
se
non
della
società
nel
suo
insieme
.
Può
darsi
che
sia
ancora
così
,
tenuto
conto
che
non
viviamo
,
come
sempre
l
'
on.
D
'
Alema
ama
ripetere
,
in
tempi
eroici
e
neppure
tanto
decorosi
.
StampaPeriodica ,
Non
è
possibile
che
gli
uomini
dabbene
chiudano
gli
occhi
su
quanto
avviene
in
una
parte
del
campo
editoriale
italiano
,
perché
,
se
così
fosse
,
ci
sarebbe
proprio
da
disperare
del
coraggio
e
dello
spirito
animatore
di
noi
stessi
.
Se
scorri
il
catalogo
,
sia
pure
di
una
modestissima
casa
editrice
,
per
tre
quarti
non
fai
che
leggere
nomi
di
stranieri
più
o
meno
illustri
,
che
oggi
si
scovano
tutte
le
mediocrità
franciose
,
slavate
,
standardizzate
e
si
ammanniscono
piatti
conditi
di
tutte
le
droghe
e
dopo
i
nomi
ostrogoti
,
titoli
sensazionali
.
È
un
eccesso
di
libertà
che
bisogna
energicamente
curare
.
Il
sano
spirito
italiano
non
bisogna
turbarlo
e
deturparlo
con
le
infezioni
d
'
Oltralpe
;
perderlo
contraffacendolo
;
contaminarlo
.
Lo
spirito
italiano
non
ha
nessuna
necessità
nemmeno
del
"
genio
slavo
,
"
il
quale
può
essere
solo
materia
di
studio
per
coloro
che
avendo
già
formata
una
salda
spiritualità
non
c
'
è
pericolo
ne
siano
ammorbati
.
La
nostra
forza
consiste
sopra
tutto
nel
conservare
intatti
i
nostri
valori
,
anzi
nel
rinsaldarli
e
affinarli
,
per
renderli
meglio
adeguati
all
'
aspra
lotta
che
si
combatte
oggi
in
tutti
i
settori
dell
'
attività
umana
.
Non
abbiamo
noi
necessità
di
"
europeizzarci
,
"
ma
è
l
'
Europa
che
deve
,
se
vuole
continuare
vita
indipendente
e
vigorosa
,
abbeverarsi
a
queste
pure
fonti
italiche
e
assorbirne
tutte
le
sane
,
vitali
,
eterne
energie
.
Il
resto
è
zavorra
...
StampaQuotidiana ,
Giovambattista
Giuffrè
,
doppio
commendatore
come
le
«
fettuccine
al
doppio
burro
»
che
nelle
trattorie
romane
si
servono
appunto
ai
commendatori
(
il
Giuffrè
è
insignito
sia
dell
'
Ordine
della
Repubblica
che
dell
'
Ordine
del
Santo
Sepolcro
)
,
costituisce
uno
degli
enigmi
più
appassionanti
del
dopoguerra
:
lui
,
e
tutti
coloro
che
hanno
giuocato
al
«
presta
e
raddoppia
»
.
Abbiamo
veduto
tanta
gente
arricchirsi
improvvisandosi
fabbricanti
di
macchine
utensili
,
coi
brevetti
tedeschi
caduti
in
pubblico
dominio
ed
altri
mezzi
illeciti
,
ma
l
'
ex
cassiere
del
Credito
Romagnolo
batte
tutti
per
la
perfezione
del
metodo
escogitato
.
La
cosa
che
più
colpisce
è
il
contrasto
tra
il
fisico
del
Giuffrè
,
che
è
quello
del
bonaccione
campagnolo
,
e
l
'
astuzia
degna
di
un
Luca
Cortese
.
Costui
(
pochi
sanno
chi
fosse
,
anche
dopo
la
pubblicazione
del
romanzo
sulla
sua
vita
scritto
dal
figlio
:
l
'
attore
Leonardo
Cortese
)
architettò
nel
primo
decennio
del
secolo
,
se
non
ci
inganniamo
,
qualcosa
di
simile
:
una
«
speculazione
»
(
diciamo
così
)
di
tipo
bancario
illegale
,
destinata
a
fruttargli
grossi
guadagni
.
Ma
il
Cortese
era
una
creatura
dannunziana
,
teneva
un
party
e
regalava
il
portasigarette
d
'
oro
o
lo
smeraldo
ad
ogni
partecipante
,
amava
follemente
le
donne
e
,
come
si
cantava
una
volta
,
era
dedito
al
«
folle
piacer
...
»
.
Invece
il
Giuffrè
viene
definito
«
pio
»
,
«
benefico
»
,
«
anima
generosa
»
.
Gli
attestati
a
favore
della
sua
personalità
morale
non
si
contano
.
In
uno
si
legge
che
«
mille
monumenti
s
'
innalzano
in
terra
di
Cesena
al
nome
del
Giuffrè
:
e
sono
i
monasteri
e
i
conventi
,
le
chiese
e
gli
asili
,
le
case
di
azione
cattolica
e
le
sale
di
lettura
,
i
teatri
parrocchiali
e
i
campi
sportivi
,
le
case
degli
operai
e
dei
più
umili
lavoratori
...
»
.
Si
capisce
come
a
questo
punto
si
resti
perplessi
a
definirlo
:
«
maniaco
della
beneficenza
»
o
«
facchino
della
carità
»
?
L
'
una
cosa
e
l
'
altra
sono
state
dette
di
lui
.
Il
badiale
commendator
Giuffrè
(
veneto
o
siculo
?
)
ha
anche
la
fortuna
di
essere
un
portatore
d
'
affezione
cardiopatica
.
Questo
obbliga
tutti
ad
un
certo
riguardo
per
risparmiargli
emozioni
che
potrebbero
riuscire
fatali
.
E
lui
si
rende
ben
conto
del
privilegio
della
malattia
,
al
punto
che
ha
sempre
affettato
un
certo
distacco
dalle
operazioni
finanziarie
e
un
vivo
desiderio
di
ritirarsi
presto
dagli
affari
«
per
motivi
di
salute
»
.
Il
quadro
è
d
'
una
perfezione
stupefacente
;
il
«
tipo
»
di
una
validità
secolare
nella
letteratura
italiana
.
E
tutti
siamo
qui
esitanti
a
chiamare
col
suo
vero
nome
il
Giuffrè
e
il
raggiro
da
lui
immaginato
.
Raggiro
?
Sentite
qua
:
«
Io
non
ho
mai
raccolto
fondi
,
né
ho
mai
incaricato
alcuno
a
raccoglierli
a
mio
nome
...
Sono
loro
che
me
li
portano
...
»
.
Loro
:
chi
?
Verrebbe
voglia
,
per
amore
di
paradosso
,
di
prendere
la
difesa
del
commendator
Giuffrè
.
Perché
-
qui
sta
il
singolare
di
tutta
la
faccenda
-
finora
non
si
è
riusciti
a
capire
dove
sia
la
parte
lesa
.
Giuffrè
si
arricchisce
,
compra
la
villa
di
Bartali
,
l
'
automobile
,
dà
modo
al
figliastro
di
sovvenzionare
la
squadra
di
pallacanestro
e
di
mandarla
(
in
aereo
)
in
trasferta
all
'
estero
...
I
parroci
possono
costruire
l
'
asilo
,
la
palestra
,
la
sala
cinematografica
,
restaurare
la
chiesa
,
aprire
una
nuova
cappella
...
I
clienti
ricevono
l
'
ingentissimo
interesse
(
dal
100
a130%
)
sulle
somme
prestate
,
messe
a
frutto
:
e
quale
frutto
!
E
,
se
è
vero
che
gli
affari
del
doppio
commendatore
si
estendevano
anche
in
India
e
nel
Giappone
,
c
'
è
caso
che
una
mozione
dei
Paesi
afroasiatici
venga
ad
aggiungersi
ai
molti
attestati
a
pro
del
«
benefattore
munifico
e
sapiente
»
.
Noi
stimiamo
molto
il
ministro
delle
Finanze
,
onorevole
Preti
,
e
ammiriamo
la
sua
coraggiosa
fermezza
:
ma
-
ci
consenta
di
chiederglielo
-
crede
di
poter
fare
,
quale
ministro
delle
Finanze
,
molto
di
più
di
ciò
che
ha
già
fatto
contro
il
«
moltiplicatore
dei
milioni
»
?
Egli
ha
il
merito
di
aver
spezzato
la
catena
.
Ora
tocca
al
ministro
degli
Interni
:
e
,
da
ieri
sera
,
vi
sono
già
i
segni
che
non
c
'
è
bisogno
di
sollecitare
l
'
intervento
dell
'
onorevole
Tambroni
.
In
fondo
alla
catena
ci
sono
,
infatti
,
le
vittime
del
«
presta
e
raddoppia
»
:
coloro
che
ci
rimetteranno
le
penne
,
che
pagheranno
per
tutti
.
I
truffati
,
in
una
parola
.
Non
c
'
è
Giuffrè
che
tenga
:
questi
miliardi
,
qualcuno
ha
da
rimetterceli
.
StampaQuotidiana ,
San
Isidro
Futból
è
un
grazioso
racconto
messicano
di
Pino
Cacucci
edito
dalla
Granata
Press
.
Sempre
della
Granata
Press
,
¡
Viva
San
Isidro
!
è
un
volume
di
cento
pagine
a
25.000
lire
,
lustro
e
ricco
,
in
cui
l
'
avvocato
milanese
Gian
Marco
Feletti
,
scrittore
debuttante
,
spiega
come
nasca
un
film
senza
privarsi
di
nulla
:
istruzioni
per
l
'
uso
,
premessa
,
considerazioni
finali
,
disegni
dello
story
-
board
,
fotografie
,
citazioni
di
Truffaut
,
Godard
,
Hitchcock
,
Woody
Allen
,
interviste
e
tutto
quanto
.
¡
Viva
San
Isidro
!
è
il
film
in
questione
,
diretto
dal
debuttante
Alessandro
Cappelletti
(
39
anni
,
bolognese
)
,
interpretato
anche
da
Diego
Abatantuono
nella
parte
d
'
un
prete
somigliante
al
cangaçeiro
Antonio
das
Mortes
di
Glauber
Rocha
,
presentato
e
padrineggiato
da
Gabriele
Salvatores
:
trae
dal
racconto
di
Cacucci
la
storia
del
paesetto
messicano
di
San
Isidro
che
non
sonnecchia
soltanto
quando
tifa
per
la
sua
squadra
di
futból
,
svegliato
dall
'
apparizione
avventurosa
d
'
una
partita
di
cocaina
scambiata
per
fertilizzante
,
presto
riaddormentato
.
StampaPeriodica ,
Bragaglia
è
stato
in
Germania
e
racconta
le
sue
impressioni
di
Berlino
.
"
I
teatri
di
propaganda
comunista
diffondono
idee
e
fanno
polemiche
,
criticano
con
la
caricatura
,
esaltano
col
simbolismo
.
Il
pubblico
che
li
frequenta
,
pagando
la
poltrona
una
cinquantina
di
lire
,
è
il
pubblico
più
grasso
borghese
che
si
possa
vedere
a
Berlino
.
Contentoni
,
tutti
battono
le
mani
come
matti
.
Per
giunta
al
terz
'
atto
dànno
di
fiato
all
'
entusiasmo
,
acclamando
il
lavoro
e
gli
interpreti
,
con
inequivocabile
voto
.
"
In
maggioranza
si
pensa
,
son
tutti
comunisti
gli
spettatori
!
"
È
chic
oggi
a
Berlino
,
l
'
affermare
di
essere
comunisti
.
Signore
svenevoli
e
signorini
per
dancings
,
vi
dicono
di
essere
comunisti
;
come
ieri
a
Parigi
si
dicevano
relativiste
le
aristocratiche
dame
improvvisatesi
uditrici
di
filosofia
.
"
Ma
la
verità
vera
è
che
questo
entusiasmo
si
limita
agli
applausi
in
teatro
.
È
tutto
snob
.
Oggi
,
vedete
,
son
comunisti
,
ma
la
rivoluzione
,
come
la
guerra
,
non
la
vorrebbe
sul
serio
nessuno
.
Se
no
,
addio
panciate
di
delicatessen
,
al
suono
dei
saxofoni
e
al
tepore
dei
termosifoni
!
"
Ma
intanto
,
gran
ressa
alle
commedie
di
tendenza
politica
.
"
Qui
bisogna
veramente
domandarsi
se
si
tratta
di
incoscienza
borghese
o
di
disprezzo
per
il
famoso
bolscevismo
che
ogni
tanto
spunta
in
Germania
,
ma
non
si
decide
mai
ad
attaccare
.
Tuttavia
il
fenomeno
è
interessante
e
in
fondo
credo
che
ci
sia
nell
'
animo
dei
tedeschi
molta
sicurezza
di
se
stessi
e
molta
incredulità
verso
il
comunismo
.
StampaQuotidiana ,
Bergamo
,
28
ottobre
-
«
Sono
quieto
e
tranquillo
»
aveva
scritto
alla
nipote
Enrica
il
cardinale
Angelo
Roncalli
prima
di
entrare
in
Conclave
.
La
gente
di
Sotto
il
Monte
,
questa
lettera
la
conosceva
a
memoria
e
stasera
la
va
recitando
per
le
strade
e
le
botteghe
a
voce
alta
,
in
dialetto
.
Sono
poche
righe
di
una
calligrafia
minuta
e
ordinata
.
La
nipote
prediletta
del
nuovo
Pontefice
le
farà
mettere
in
cornice
perché
ormai
costituiscono
un
documento
storico
.
Il
comune
di
Sotto
il
Monte
,
dove
il
25
novembre
1881
vide
la
luce
Giovanni
XXIII
,
conta
appena
novecento
anime
.
È
un
grappolo
di
case
rustiche
,
in
prossimità
del
fiume
Adda
,
ad
una
quindicina
di
chilometri
da
Bergamo
.
L
'
abitazione
della
vecchia
famiglia
Roncalli
si
trova
dalla
parte
della
collina
,
in
alto
rispetto
alla
piazzetta
del
paese
.
La
casa
,
in
parte
,
è
demolita
.
A
Battista
Agazzi
,
ottantenne
,
ex
compagno
di
scuola
del
Pontefice
Roncalli
,
sembra
di
ricordare
che
la
stanza
nella
quale
Marianna
Mazzola
diede
alla
luce
il
figlio
primogenito
sia
quella
ora
adibita
a
deposito
di
attrezzi
agricoli
.
La
famiglia
Roncalli
era
molto
povera
e
le
tracce
di
questa
povertà
sono
ancora
ben
evidenti
nelle
abitazioni
degli
altri
fratelli
di
Giovanni
XXIII
.
A
Sotto
il
Monte
vivono
tre
fratelli
di
Papa
Roncalli
:
Zaviero
,
di
75
anni
,
sposato
senza
figli
;
Alfredo
,
di
69
anni
,
scapolo
;
Giuseppe
,
di
84
anni
,
sposato
con
dieci
figli
.
L
'
anno
scorso
morì
Giovanni
,
padre
di
otto
figli
molto
attaccati
all
'
illustre
zio
.
Fra
il
1953
e
il
1955
scomparvero
anche
tre
sorelle
.
Dei
diciotto
nipoti
di
monsignor
Roncalli
,
soltanto
uno
ha
intrapreso
la
carriera
ecclesiastica
:
si
tratta
di
don
Battista
,
curato
di
Fusignano
,
in
provincia
di
Ravenna
.
La
notizia
della
nomina
di
«
don
Angelo
»
a
nuovo
Pontefice
è
dilagata
nella
campagna
bergamasca
con
la
rapidità
eccezionale
delle
grandi
notizie
.
Le
scene
di
esultanza
sono
state
infinite
.
Al
momento
dell
'
«
Habemus
Papam
»
,
sia
la
frazione
di
Sotto
il
Monte
sia
la
città
di
Bergamo
erano
davanti
ai
televisori
.
Traffico
bloccato
,
lavoro
interrotto
.
Appena
è
stato
fatto
il
nome
del
cardinale
Roncalli
,
tutte
le
campane
delle
chiese
sono
state
sciolte
.
Si
è
visto
,
nei
locali
,
per
strada
,
gente
abbracciarsi
e
saltare
di
gioia
.
Le
finestre
si
sono
imbandierate
.
In
un
caffè
del
centro
di
Bergamo
,
per
l
'
eccitazione
gioiosa
,
è
accaduto
che
siano
stati
fatti
volare
per
aria
sedie
e
vassoi
.
La
confusione
,
insomma
,
è
stata
indescrivibile
.
Un
moto
spontaneo
,
incontenibile
,
di
popolare
esultanza
si
è
propagato
in
città
e
in
campagna
.
«
Abbiamo
il
Papa
buono
!
»
si
è
gridato
a
Sotto
il
Monte
,
mentre
la
popolazione
si
addensava
nella
vicinanza
dell
'
abitazione
dei
vecchi
Roncalli
,
tutti
contadini
o
piccoli
proprietari
terrieri
.
Papa
Roncalli
andò
l
'
ultima
volta
a
Sotto
il
Monte
il
27
agosto
di
quest
'
anno
.
Arrivò
con
una
macchina
da
Venezia
,
lo
accompagnavano
due
suore
bergamasche
dell
'
Ordine
delle
Poverelle
.
Le
stesse
suore
lo
hanno
seguito
a
Roma
quando
è
morto
Pio
XII
.
Al
suo
paese
,
il
cardinale
Roncalli
s
'
intrattenne
appena
due
giorni
,
ospite
della
Villa
Scotti
.
Di
giorno
lavorava
al
quinto
volume
di
una
sua
opera
intitolata
:
Gli
atti
della
visita
pastorale
di
san
Carlo
Borromeo
nel
Bergamasco
;
verso
il
tramonto
usciva
a
piedi
e
percorreva
il
paese
fermandosi
a
conversare
con
i
contadini
.
Mostrava
di
conoscere
tutti
e
,
incontrandoli
,
li
chiamava
per
nome
...
La
gente
si
rivolgeva
a
lui
chiamandolo
semplicemente
«
don
Angelo
»
,
come
quando
era
un
semplice
prete
di
campagna
.
Il
28
agosto
,
poche
ore
prima
di
ripartire
per
Venezia
,
il
Patriarca
venne
avvertito
della
grave
malattia
che
aveva
colpito
un
povero
contadino
,
padre
di
cinque
bambini
e
comunista
fervente
.
Interruppe
i
preparativi
e
,
a
piedi
,
volle
andare
a
fargli
visita
.
Trovò
tutta
la
famiglia
del
contadino
inginocchiata
in
cucina
.
L
'
ammalato
piangeva
.
Il
cardinale
si
trattenne
al
suo
capezzale
quasi
un
'
ora
,
chiacchierando
di
politica
,
di
lavoratori
,
di
datori
di
lavoro
,
di
progresso
sociale
:
si
mostrò
molto
comprensivo
,
aperto
alle
aspirazioni
dei
contadini
e
degli
operai
.
Nella
sperduta
frazioncina
di
Sotto
il
Monte
,
questa
sera
,
non
si
parla
che
del
«
Papa
buono
»
,
dei
suoi
umili
genitori
,
della
sua
fanciullezza
malinconica
,
dei
suoi
atti
di
bontà
,
della
sua
intelligenza
,
ed
è
significativo
che
se
ne
parli
come
di
una
figura
avvolta
già
come
da
un
alone
di
leggenda
.
In
un
'
osteria
ho
sentito
un
vecchio
artigiano
-
sollecitato
da
un
uditorio
composto
da
povera
gente
dalle
mani
gonfie
di
calli
-
sillabare
a
fatica
una
cronaca
lasciata
da
don
Giovanni
Birolini
,
che
fu
parroco
di
Sotto
il
Monte
per
trent
'
anni
.
Dice
questa
cronaca
,
inserita
tempo
fa
in
un
volumetto
dedicato
ai
principali
bergamaschi
del
principio
di
secolo
:
«
Quando
nacque
don
Angelo
,
i
genitori
,
da
buoni
cristiani
,
provvidero
subito
al
battesimo
.
Siccome
il
parroco
don
Francesco
Rebuzzini
era
assente
dalla
parrocchia
perché
a
Terno
per
la
congrega
,
si
dovette
trasferire
il
battesimo
a
sera
inoltrata
,
dopo
l
'
Ave
Maria
,
quando
tutto
era
in
silenzio
.
Vento
e
pioggia
tenevano
rincasate
le
persone
.
Terminati
gli
studi
elementari
in
Comune
,
ove
si
distingueva
per
assiduità
e
bontà
,
appena
all
'
età
di
9
anni
venne
mandato
presso
un
parente
di
Pontida
e
frequentò
come
alunno
esterno
il
collegio
di
Celana
;
poi
si
assoggettò
a
fare
ogni
giorno
la
strada
a
piedi
da
Celana
a
Sotto
il
Monte
per
circa
3
mesi
.
Ma
il
profitto
in
collegio
non
era
molto
.
Essendo
un
giorno
stato
incaricato
della
consegna
di
una
lettera
al
parroco
di
S
.
Gregorio
,
don
Carlo
Marinelli
,
il
quale
conosceva
la
famiglia
Roncalli
,
nella
quale
lettera
veniva
avvisato
detto
Marinelli
a
dare
un
rimprovero
al
ragazzo
Roncalli
,
questi
non
la
consegnò
.
Fu
poi
tenuto
a
casa
per
esser
mandato
nel
patrio
seminario
con
grande
sacrificio
del
padre
e
della
madre
che
erano
ricchi
di
bontà
cristiana
ma
poverissimi
finanziariamente
.
Per
i
suoi
studi
in
seminario
,
come
a
Roma
,
fu
aiutato
finanziariamente
da
monsignor
Moriani
il
quale
pensò
per
i
denari
occorrenti
»
.
StampaQuotidiana ,
La
conosciamo
bene
,
la
difficoltà
di
raccontare
col
cinema
gli
scrittori
.
Una
battaglia
quasi
perennemente
perduta
:
o
lo
scrittore
ha
una
biografia
speciale
,
avventurosa
,
criminale
,
vitalista
,
e
allora
il
film
si
occupa
di
quelle
come
si
occuperebbe
d
'
ogni
altra
esistenza
interessante
,
lasciando
da
parte
l
'
opera
;
oppure
lo
scrittore
non
ha
fatto
nulla
di
straordinario
tranne
la
sua
opera
,
e
allora
il
film
affonda
tra
scrivanie
,
tasti
di
macchina
per
scrivere
,
fogli
di
carta
,
scenate
della
moglie
che
si
sente
trascurata
,
penne
,
matite
e
uffici
di
casa
editrice
.
Naturalmente
,
è
impossibile
raccontare
per
immagini
il
lavoro
creativo
dello
scrittore
:
ma
a
una
simile
realtà
il
cinema
rifiuta
d
'
arrendersi
.
Fra
i
tentativi
recenti
,
forse
due
si
salvano
,
perché
sperimentali
e
irrisolti
:
in
Il
pasto
nudo
,
David
Cronenberg
ha
affrontato
William
Burroughs
mescolandone
biografia
,
opera
e
incubi
drogati
,
visualizzandone
i
mostri
eloquenti
;
in
Malina
,
Werner
Schroeter
ha
trasposto
il
testo
più
dolorosamente
autobiografico
di
Ingeborg
Bachmann
,
espressione
della
schizofrenia
della
scrittrice
tra
natura
femminile
e
natura
maschile
,
narrazione
di
un
'
afasia
creativa
e
d
'
una
terribile
crisi
esistenziale
,
usando
alla
sua
maniera
il
barocco
e
l
'
eccesso
,
usando
l
'
intensità
nervosa
sempre
al
limite
dell
'
esplosione
di
Isabelle
Huppert
.
Alan
Rudolph
,
il
regista
americano
protegé
di
Robert
Altman
,
è
un
autore
assai
più
modesto
di
Cronenberg
o
Schroeter
:
e
non
ce
la
fa
,
in
Mrs
.
Parker
e
il
circolo
vizioso
,
a
rendere
la
storia
di
Dorothy
Parker
e
di
quel
gruppo
di
giovani
intellettuali
e
artisti
d
'
avanguardia
americani
che
si
riuniva
negli
anni
Venti
all
'
Hotel
Algonquin
di
New
York
.
Non
basta
che
uno
arrivi
gongolante
annunciando
«
O
'
Neill
ha
vinto
il
Nobel
!
»
o
che
un
'
altra
scriva
,
appallottoli
insoddisfatta
il
foglio
e
lo
getti
nel
cestino
:
anche
stavolta
gli
scrittori
risultano
degli
oziosi
e
dissipati
sbronzoni
,
dei
battutisti
che
ridono
troppo
delle
proprie
spiritosaggini
.
Se
gli
scrittori
sono
soggetti
difficili
,
gli
scrittori
spiritosi
sono
difficilissimi
:
le
battute
ricadono
grevi
come
pietre
.
Non
sempre
,
però
:
non
sono
male
«
La
tua
passione
per
l
'
infelicità
è
sconfinata
»
,
«
Non
ho
alcun
talento
nello
scrivere
,
ma
sono
troppo
famoso
per
smettere
»
;
non
è
male
la
scrittrice
Edna
Ferber
che
,
all
'
osservazione
di
un
amico
«
Sembri
un
uomo
»
,
rimbecca
pronta
:
«
Anche
tu
»
.
Va
peggio
con
la
protagonista
.
Dorothy
Rotschild
Parker
,
scrittrice
,
poetessa
,
saggista
,
critica
teatrale
e
giornalista
per
«
Vanity
Fair
»
e
«
The
New
Yorker
»
,
sceneggiatrice
a
Hollywood
in
coppia
con
il
marito
Alan
Campbell
,
morta
a
settantaquattro
anni
nel
1967
,
è
stata
una
figura
importante
della
cultura
americana
,
un
'
autrice
intelligentissima
e
anticonvenzionale
,
una
donna
promiscua
spesso
infelice
nei
rapporti
con
gli
uomini
,
un
'
alcolizzata
sempre
tentata
dal
suicidio
.
Il
suo
dono
di
leggerezza
e
di
fascino
ironico
,
lo
spirito
,
lo
stile
incantevole
e
divertente
,
il
temperamento
anticonformista
e
progressista
ne
fanno
anche
adesso
un
'
analista
dei
costumi
penetrante
e
brillante
,
capace
di
cogliere
nei
comportamenti
quotidiani
l
'
intera
crudeltà
esistenziale
e
sociale
.
Jennifer
Jason
Leigh
è
brava
,
ma
il
film
fa
del
personaggio
soprattutto
un
'
amara
scocciatrice
,
dà
agli
amanti
e
ai
mariti
un
'
importanza
sproporzionata
rispetto
al
lavoro
,
pasticcia
con
flashback
,
colore
e
bianconero
,
corse
in
avanti
e
scene
in
cui
l
'
immobile
Parker
recita
in
primo
piano
i
propri
versi
:
senza
arrivare
a
dare
un
'
idea
dell
'
eroina
,
né
del
suo
ambiente
.
StampaPeriodica ,
...
E
se
poi
per
concludere
guardiamo
,
come
ormai
ci
ha
abituati
il
Fascismo
,
un
po
'
in
alto
,
non
ci
appare
forse
il
Duce
come
il
più
grande
divulgatore
delle
verità
fasciste
?
Al
Mussolini
creatore
subito
succede
il
Mussolini
divulgatore
;
e
come
non
si
circonda
,
al
modo
asiatico
,
di
tenebre
,
di
mistero
e
di
sacrifici
inumani
per
accrescersi
fascino
e
potenza
,
ma
anzi
,
italianamente
,
lavora
sotto
il
sole
,
in
piena
luce
meridiana
,
sì
che
ognuno
può
vederlo
e
giudicarlo
;
così
le
parole
Egli
usa
non
per
mascherare
i
concetti
,
ma
per
interpretare
le
verità
"
solari
"
e
"
luminose
,
"
che
va
svelando
agl
'
Italiani
.
Mussolini
perciò
,
anche
quando
disputa
,
dinnanzi
agli
scienziati
,
intorno
a
Roma
antica
o
intorno
ai
rapporti
fra
scienza
e
fede
,
soprattutto
allora
,
vorrei
aggiungere
,
s
'
indirizza
al
popolo
,
e
l
'
eloquio
gli
esce
facile
,
colorito
,
incisivo
come
non
mai
.
Senza
dubbio
i
chirurgi
adunatisi
a
Roma
sanno
che
"
alle
sue
radici
greche
chirurgia
non
ha
che
un
modesto
significato
:
lavoro
della
mano
.
"
Certamente
conoscono
le
origini
della
gloriosa
scuola
medica
di
Salerno
,
e
non
una
volta
sola
si
sono
imbattuti
nei
quattro
gloriosi
Maestri
del
Rinascimento
"
cui
ancora
oggi
essa
(
la
scienza
chirurgica
)
,
come
ai
numi
più
venerati
,
devotamente
si
raccomanda
:
da
Andrea
Vesalio
al
Wurtzins
,
da
Paracelso
ad
Ambrogio
Parè
.
"
Certamente
gli
scienziati
convenuti
all
'
Archiginnasio
bolognese
sanno
l
'
origine
delle
ricerche
scientifiche
,
e
che
ne
pensasse
Aristotile
e
come
sorgesse
"
una
scuola
filosofica
greca
,
quella
dei
sofisti
,
che
impugnava
e
irrideva
a
qualsiasi
esperienza
,
negando
l
'
esistenza
del
fenomeno
stesso
.
"
Sì
,
tutto
questo
,
e
molt
'
altro
ancora
,
sanno
gli
scienziati
e
i
chirurgi
;
ma
è
il
popolo
che
non
sa
,
è
al
popolo
quindi
che
si
rivolge
Mussolini
.
E
perché
i
giornalisti
non
dovrebbero
imitarlo
,
estendendo
il
più
possibile
l
'
opera
di
divulgazione
da
Lui
intrapresa
?
...