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StampaPeriodica ,
È stato detto che il Fascismo , il Governo fascista ha abbassato o tende ad abbassare il livello della cultura e della Scienza . È vero . Questa affermazione non ha però l ' efficacia che l ' azione del Fascismo merita . Più che abbassare il Fascismo vuol distruggere . Non distrugge gli intellettuali , non gli scienziati ; perché a questi porrà dei compiti nuovi . Distrugge la cultura . La cultura di Benedetto Croce , di Salvemini e C . La cultura delle fandonie e delle ipocrisie . La cultura che poteva servire ai " sapienti " per dir male di chi loro tornava conto , la cultura di cui tutto il popolo , che è il solo che della cultura ha bisogno pel proprio bene , per la educazione del proprio spirito , di cui tutto il popolo italiano se ne fregava . Il Fascismo distrugge quella cultura che il popolo italiano , quello che lavora otto o dieci ore al giorno e che ha bisogno di almeno un ' ora giornaliera di sollievo spirituale , aveva già condannato . Il Fascismo distrugge la cultura che era fine a se stessa , che era il mezzo di pochi , di pochissimi . Il Fascismo sta creando la vera cultura . Il regime nostro è totalitario : esso governa un popolo per il bene di una Nazione , non per il comodo di chi più ha saputo dire , dopo aver letto molti libri od aver pensato sulla scia di altri pensatori ...
StampaQuotidiana ,
Sanremo , 1° febbraio - La mondanità rivierasca , grassa e un po ' sfatta , luccicava nel salone delle feste del Casinò , mescolandosi agli impiegati delle case editrici musicali che , insieme alle loro famiglie , stavano per concludere le vacanze « straordinarie » di Sanremo . Anche l ' VIII Festival della Canzone si avviava alla conclusione . La sala biancheggiava modestamente di biancospini ; il maestro Mario Ruccione aveva iniziato un ' azione legale ( per venti milioni di danni ) contro gli organizzatori del festival : e forse un cantante nuovo - Johnny Dorelli - era sul punto di sostituirsi definitivamente a Teddy Reno nelle simpatie del pubblico . E una canzone piacevole , d ' un genere insolito per Sanremo , era entrata in finale : Nel blu , dipinto di blu di Domenico Modugno , veleggiava verso la vittoria . Prima che cominciasse lo spettacolo , Fulvia Colombo e Gianni Agus hanno spiegato brevemente il meccanismo del Festival : avrebbero votato 110 persone in sala e 90 persone , presso le redazioni dei giornali , scelte per sorteggio fra gli abbonati alla RAI - TV . Il clima del festival era tale che le informazioni fornite dalla bionda Fulvia in abito rosa sono state accolte con moderato scetticismo . Alla parola sorteggio , qualcuno ha reagito vivacemente : « Staremo a vedere » hanno detto i più obiettivi , « se vince Nel blu , dipinto di blu significa che non ci sono stati imbrogli ... » . « Vi illudete » dicevano altri , « la canzone di Modugno merita di vincere , ma se vince è perché è ben appoggiata . » Saliva intanto alla ribalta Tonina Torrielli , per cantare la prima canzone di programma : Mille volte di Fabor . Tonina aveva un abito turchese , un bouquet di biancospini appuntato con grazia sullo stomaco . Mentre Tonina canta nella tribuna giornalisti arriva una donna giovane , dai capelli rossi e l ' abito drammatico . È Marisa Del Frate , che stasera non canta perché la sua canzone non è entrata in finale . Qualcuno le domanda : « Perché vieni qui ? » . « Non lo sapete » hanno risposto , « Marisa ha scritto la sua vita a puntate ed è stata iscritta nell ' elenco speciale dei pubblicisti . » Dopo Tonina Torrielli è arrivato sul palcoscenico un giovane ventenne , che i più sbrigativi definivano « la rivelazione del festival » : Johnny Dorelli . « È molto bravo e canta civile » come ha detto ieri una sua giovanissima fan . Qualcuno dice che il suo stile riecheggia quello di Yves Montand , altri parlano di Frank Sinatra . Gli intenditori rimproverano a Johnny di agitarsi quando canta , come un tenore di cinquant ' anni fa . Ma ha una bella voce ed è stato accolto , stasera , da applausi a scena aperta , prima di cominciare a cantare . La prima canzone di Dorelli era Fantastica , un motivo gradevole , sviolinato tuttavia eccessivamente dall ' orchestra Angelini . È stata eseguita subito dopo Timida serenata . « Ecco una canzone pericolosa » ha osservato qualcuno , « gli editori sono ricchi . » Timida serenata è stata cantata da Aurelio Fierro e da Gloria Christian . L ' una e l ' altro avevano la febbre , ma Fierro non ha rinunciato a bamboleggiare . Qualcuno gli ha gridato : « Via la manina dalla bocca » . La stessa è stata poi cantata , spiritosamente , da Gino Latilla e da Carla Boni . Claudio Villa aveva puntato su La campana di Santa Lucia . « Canta a fumetti , Claudio » ha osservato qualcuno , « ma il suo mestiere lo sa » . Nilla Pizzi ha interpretato L ' edera dimostrando una certa classe . Le hanno chiesto un bis e qualcuno ha gridato : « Abbiamo perso a Belfast , ma abbiamo te » . Nilla si è inchinata , tenendo gli occhi bassi . Quando è ricomparso Dorelli per cantare Nel blu , dipinto di blu ha avuto di nuovo un lungo applauso a scena aperta . Johnny ha cantato ancora meglio di ieri sera . Alla fine la gente , in piedi , sventolava i fazzoletti : e non soltanto per vanità ( in sala c ' erano le telecamere ) . Poi tutti hanno incominciato a cantare in coro con Johnny : « Nel blu , degli occhi tuoi blu , felice di stare quaggiù » . Anche per Domenico Modugno , che sa cantare forse più abilmente di Johnny la sua canzone , si sono ripetuti gli applausi . Alla fine , mescolandosi fra il pubblico che commentava l ' esito delle votazioni , il maestro Ruccione dichiarava : « Ho presentato una regolare diffida contro l ' ATA , società organizzatrice del festival , chiedendo un indennizzo per danni di venti milioni . Ci serviranno per organizzare un festival indipendente degli autori , l ' anno venturo » .
Dove vai? ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Perché l ' on. D ' Alema maltratta volentieri l ' on. Prodi e il suo governo , fin dal dì natale ? L ' on. D ' Alema è considerato un uomo di sangue freddo che non cede al nervosismo e un tattico sopraffino che calcola ogni mossa . Perché dunque si agita e mostra verso l ' Ulivo più diffidenza che comprensione ? Prima risposta . L ' on. D ' Alema è convinto di essere il personaggio più potente d ' Italia , anche perché lo scrivono i giornali , e quindi mal sopporta che l ' on. Prodi e il suo governo considerino il Pds poco più che un portatore d ' acqua , così come considerano il Prc un donatore di sangue . E perciò alza la voce . Seconda risposta . L ' on. D ' Alema è convinto che il governo dell ' on. Prodi deluderà le attese popolari , com ' è probabile data la sua composizione ibrida , il suo modesto profilo programmatico , i paracarri europei e di mercato entro cui si muove , e come mostra in queste ore la collisione col sindacato . E perciò prende le distanze . Terza risposta . L ' on. D ' Alema teme di restare intrappolato nelle maglie del suo capolavoro elettorale . La volpe di Gallipoli è entrata vittoriosa nel pollaio , ma è circondata e stretta al centro da molti galli e fuori a destra ad aspettarla c ' è il fattore col fucile spianato . E perciò cerca un buco nella rete . Quarta risposta . L ' on. D ' Alema ha sempre considerato l ' Ulivo una cosa acrobatica e transitoria , buona per scalzare Berlusconi ma senza prospettiva , e ha già in tasca la soluzione . Che è quella di un sistema bipolare compiuto , presidenzialista con doppio turno , che elimini cespugli di destra e di sinistra , e di un partito socialdemotecnocratico che governi dopodomani in prima persona in alternanza con uno schieramento giscardiano . Queste quattro risposte si intrecciano benissimo tra loro , se poi ce n ' è anche una quinta non saprei . Il quadro che mi risulta non è felice , siamo lontanissimi dal clima più limpido che il successo del 21 aprile prometteva , e anche un mostro policefalo potrebbe resuscitare . L ' ipotesi tuttora più probabile è però che il governo dell ' Ulivo continui a vivacchiare per un tempo indefinito con clausole di salvaguardia di varia natura . La litigiosità e la mediocrità hanno fatto per molti anni la fortuna del sistema politico italiano , se non della società nel suo insieme . Può darsi che sia ancora così , tenuto conto che non viviamo , come sempre l ' on. D ' Alema ama ripetere , in tempi eroici e neppure tanto decorosi .
ZAVORRA ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
Non è possibile che gli uomini dabbene chiudano gli occhi su quanto avviene in una parte del campo editoriale italiano , perché , se così fosse , ci sarebbe proprio da disperare del coraggio e dello spirito animatore di noi stessi . Se scorri il catalogo , sia pure di una modestissima casa editrice , per tre quarti non fai che leggere nomi di stranieri più o meno illustri , che oggi si scovano tutte le mediocrità franciose , slavate , standardizzate e si ammanniscono piatti conditi di tutte le droghe e dopo i nomi ostrogoti , titoli sensazionali . È un eccesso di libertà che bisogna energicamente curare . Il sano spirito italiano non bisogna turbarlo e deturparlo con le infezioni d ' Oltralpe ; perderlo contraffacendolo ; contaminarlo . Lo spirito italiano non ha nessuna necessità nemmeno del " genio slavo , " il quale può essere solo materia di studio per coloro che avendo già formata una salda spiritualità non c ' è pericolo ne siano ammorbati . La nostra forza consiste sopra tutto nel conservare intatti i nostri valori , anzi nel rinsaldarli e affinarli , per renderli meglio adeguati all ' aspra lotta che si combatte oggi in tutti i settori dell ' attività umana . Non abbiamo noi necessità di " europeizzarci , " ma è l ' Europa che deve , se vuole continuare vita indipendente e vigorosa , abbeverarsi a queste pure fonti italiche e assorbirne tutte le sane , vitali , eterne energie . Il resto è zavorra ...
Il doppio commendatore ( Baldacci Gaetano , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Giovambattista Giuffrè , doppio commendatore come le « fettuccine al doppio burro » che nelle trattorie romane si servono appunto ai commendatori ( il Giuffrè è insignito sia dell ' Ordine della Repubblica che dell ' Ordine del Santo Sepolcro ) , costituisce uno degli enigmi più appassionanti del dopoguerra : lui , e tutti coloro che hanno giuocato al « presta e raddoppia » . Abbiamo veduto tanta gente arricchirsi improvvisandosi fabbricanti di macchine utensili , coi brevetti tedeschi caduti in pubblico dominio ed altri mezzi illeciti , ma l ' ex cassiere del Credito Romagnolo batte tutti per la perfezione del metodo escogitato . La cosa che più colpisce è il contrasto tra il fisico del Giuffrè , che è quello del bonaccione campagnolo , e l ' astuzia degna di un Luca Cortese . Costui ( pochi sanno chi fosse , anche dopo la pubblicazione del romanzo sulla sua vita scritto dal figlio : l ' attore Leonardo Cortese ) architettò nel primo decennio del secolo , se non ci inganniamo , qualcosa di simile : una « speculazione » ( diciamo così ) di tipo bancario illegale , destinata a fruttargli grossi guadagni . Ma il Cortese era una creatura dannunziana , teneva un party e regalava il portasigarette d ' oro o lo smeraldo ad ogni partecipante , amava follemente le donne e , come si cantava una volta , era dedito al « folle piacer ... » . Invece il Giuffrè viene definito « pio » , « benefico » , « anima generosa » . Gli attestati a favore della sua personalità morale non si contano . In uno si legge che « mille monumenti s ' innalzano in terra di Cesena al nome del Giuffrè : e sono i monasteri e i conventi , le chiese e gli asili , le case di azione cattolica e le sale di lettura , i teatri parrocchiali e i campi sportivi , le case degli operai e dei più umili lavoratori ... » . Si capisce come a questo punto si resti perplessi a definirlo : « maniaco della beneficenza » o « facchino della carità » ? L ' una cosa e l ' altra sono state dette di lui . Il badiale commendator Giuffrè ( veneto o siculo ? ) ha anche la fortuna di essere un portatore d ' affezione cardiopatica . Questo obbliga tutti ad un certo riguardo per risparmiargli emozioni che potrebbero riuscire fatali . E lui si rende ben conto del privilegio della malattia , al punto che ha sempre affettato un certo distacco dalle operazioni finanziarie e un vivo desiderio di ritirarsi presto dagli affari « per motivi di salute » . Il quadro è d ' una perfezione stupefacente ; il « tipo » di una validità secolare nella letteratura italiana . E tutti siamo qui esitanti a chiamare col suo vero nome il Giuffrè e il raggiro da lui immaginato . Raggiro ? Sentite qua : « Io non ho mai raccolto fondi , né ho mai incaricato alcuno a raccoglierli a mio nome ... Sono loro che me li portano ... » . Loro : chi ? Verrebbe voglia , per amore di paradosso , di prendere la difesa del commendator Giuffrè . Perché - qui sta il singolare di tutta la faccenda - finora non si è riusciti a capire dove sia la parte lesa . Giuffrè si arricchisce , compra la villa di Bartali , l ' automobile , dà modo al figliastro di sovvenzionare la squadra di pallacanestro e di mandarla ( in aereo ) in trasferta all ' estero ... I parroci possono costruire l ' asilo , la palestra , la sala cinematografica , restaurare la chiesa , aprire una nuova cappella ... I clienti ricevono l ' ingentissimo interesse ( dal 100 a130% ) sulle somme prestate , messe a frutto : e quale frutto ! E , se è vero che gli affari del doppio commendatore si estendevano anche in India e nel Giappone , c ' è caso che una mozione dei Paesi afroasiatici venga ad aggiungersi ai molti attestati a pro del « benefattore munifico e sapiente » . Noi stimiamo molto il ministro delle Finanze , onorevole Preti , e ammiriamo la sua coraggiosa fermezza : ma - ci consenta di chiederglielo - crede di poter fare , quale ministro delle Finanze , molto di più di ciò che ha già fatto contro il « moltiplicatore dei milioni » ? Egli ha il merito di aver spezzato la catena . Ora tocca al ministro degli Interni : e , da ieri sera , vi sono già i segni che non c ' è bisogno di sollecitare l ' intervento dell ' onorevole Tambroni . In fondo alla catena ci sono , infatti , le vittime del « presta e raddoppia » : coloro che ci rimetteranno le penne , che pagheranno per tutti . I truffati , in una parola . Non c ' è Giuffrè che tenga : questi miliardi , qualcuno ha da rimetterceli .
¡Viva San Isidro! ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
San Isidro Futból è un grazioso racconto messicano di Pino Cacucci edito dalla Granata Press . Sempre della Granata Press , ¡ Viva San Isidro ! è un volume di cento pagine a 25.000 lire , lustro e ricco , in cui l ' avvocato milanese Gian Marco Feletti , scrittore debuttante , spiega come nasca un film senza privarsi di nulla : istruzioni per l ' uso , premessa , considerazioni finali , disegni dello story - board , fotografie , citazioni di Truffaut , Godard , Hitchcock , Woody Allen , interviste e tutto quanto . ¡ Viva San Isidro ! è il film in questione , diretto dal debuttante Alessandro Cappelletti ( 39 anni , bolognese ) , interpretato anche da Diego Abatantuono nella parte d ' un prete somigliante al cangaçeiro Antonio das Mortes di Glauber Rocha , presentato e padrineggiato da Gabriele Salvatores : trae dal racconto di Cacucci la storia del paesetto messicano di San Isidro che non sonnecchia soltanto quando tifa per la sua squadra di futból , svegliato dall ' apparizione avventurosa d ' una partita di cocaina scambiata per fertilizzante , presto riaddormentato .
INCOSCIENZA O DISPREZZO? ( IL DOGANIERE , 1929 )
StampaPeriodica ,
Bragaglia è stato in Germania e racconta le sue impressioni di Berlino . " I teatri di propaganda comunista diffondono idee e fanno polemiche , criticano con la caricatura , esaltano col simbolismo . Il pubblico che li frequenta , pagando la poltrona una cinquantina di lire , è il pubblico più grasso borghese che si possa vedere a Berlino . Contentoni , tutti battono le mani come matti . Per giunta al terz ' atto dànno di fiato all ' entusiasmo , acclamando il lavoro e gli interpreti , con inequivocabile voto . " In maggioranza si pensa , son tutti comunisti gli spettatori ! " È ‘ chic ’ oggi a Berlino , l ' affermare di essere comunisti . Signore svenevoli e signorini per dancings , vi dicono di essere comunisti ; come ieri a Parigi si dicevano relativiste le aristocratiche dame improvvisatesi uditrici di filosofia . " Ma la verità vera è che questo entusiasmo si limita agli applausi in teatro . È tutto snob . Oggi , vedete , son comunisti , ma la rivoluzione , come la guerra , non la vorrebbe sul serio nessuno . Se no , addio panciate di delicatessen , al suono dei saxofoni e al tepore dei termosifoni ! " Ma intanto , gran ressa alle commedie di tendenza politica . " Qui bisogna veramente domandarsi se si tratta di incoscienza borghese o di disprezzo per il famoso bolscevismo che ogni tanto spunta in Germania , ma non si decide mai ad attaccare . Tuttavia il fenomeno è interessante e in fondo credo che ci sia nell ' animo dei tedeschi molta sicurezza di se stessi e molta incredulità verso il comunismo .
StampaQuotidiana ,
Bergamo , 28 ottobre - « Sono quieto e tranquillo » aveva scritto alla nipote Enrica il cardinale Angelo Roncalli prima di entrare in Conclave . La gente di Sotto il Monte , questa lettera la conosceva a memoria e stasera la va recitando per le strade e le botteghe a voce alta , in dialetto . Sono poche righe di una calligrafia minuta e ordinata . La nipote prediletta del nuovo Pontefice le farà mettere in cornice perché ormai costituiscono un documento storico . Il comune di Sotto il Monte , dove il 25 novembre 1881 vide la luce Giovanni XXIII , conta appena novecento anime . È un grappolo di case rustiche , in prossimità del fiume Adda , ad una quindicina di chilometri da Bergamo . L ' abitazione della vecchia famiglia Roncalli si trova dalla parte della collina , in alto rispetto alla piazzetta del paese . La casa , in parte , è demolita . A Battista Agazzi , ottantenne , ex compagno di scuola del Pontefice Roncalli , sembra di ricordare che la stanza nella quale Marianna Mazzola diede alla luce il figlio primogenito sia quella ora adibita a deposito di attrezzi agricoli . La famiglia Roncalli era molto povera e le tracce di questa povertà sono ancora ben evidenti nelle abitazioni degli altri fratelli di Giovanni XXIII . A Sotto il Monte vivono tre fratelli di Papa Roncalli : Zaviero , di 75 anni , sposato senza figli ; Alfredo , di 69 anni , scapolo ; Giuseppe , di 84 anni , sposato con dieci figli . L ' anno scorso morì Giovanni , padre di otto figli molto attaccati all ' illustre zio . Fra il 1953 e il 1955 scomparvero anche tre sorelle . Dei diciotto nipoti di monsignor Roncalli , soltanto uno ha intrapreso la carriera ecclesiastica : si tratta di don Battista , curato di Fusignano , in provincia di Ravenna . La notizia della nomina di « don Angelo » a nuovo Pontefice è dilagata nella campagna bergamasca con la rapidità eccezionale delle grandi notizie . Le scene di esultanza sono state infinite . Al momento dell ' « Habemus Papam » , sia la frazione di Sotto il Monte sia la città di Bergamo erano davanti ai televisori . Traffico bloccato , lavoro interrotto . Appena è stato fatto il nome del cardinale Roncalli , tutte le campane delle chiese sono state sciolte . Si è visto , nei locali , per strada , gente abbracciarsi e saltare di gioia . Le finestre si sono imbandierate . In un caffè del centro di Bergamo , per l ' eccitazione gioiosa , è accaduto che siano stati fatti volare per aria sedie e vassoi . La confusione , insomma , è stata indescrivibile . Un moto spontaneo , incontenibile , di popolare esultanza si è propagato in città e in campagna . « Abbiamo il Papa buono ! » si è gridato a Sotto il Monte , mentre la popolazione si addensava nella vicinanza dell ' abitazione dei vecchi Roncalli , tutti contadini o piccoli proprietari terrieri . Papa Roncalli andò l ' ultima volta a Sotto il Monte il 27 agosto di quest ' anno . Arrivò con una macchina da Venezia , lo accompagnavano due suore bergamasche dell ' Ordine delle Poverelle . Le stesse suore lo hanno seguito a Roma quando è morto Pio XII . Al suo paese , il cardinale Roncalli s ' intrattenne appena due giorni , ospite della Villa Scotti . Di giorno lavorava al quinto volume di una sua opera intitolata : Gli atti della visita pastorale di san Carlo Borromeo nel Bergamasco ; verso il tramonto usciva a piedi e percorreva il paese fermandosi a conversare con i contadini . Mostrava di conoscere tutti e , incontrandoli , li chiamava per nome ... La gente si rivolgeva a lui chiamandolo semplicemente « don Angelo » , come quando era un semplice prete di campagna . Il 28 agosto , poche ore prima di ripartire per Venezia , il Patriarca venne avvertito della grave malattia che aveva colpito un povero contadino , padre di cinque bambini e comunista fervente . Interruppe i preparativi e , a piedi , volle andare a fargli visita . Trovò tutta la famiglia del contadino inginocchiata in cucina . L ' ammalato piangeva . Il cardinale si trattenne al suo capezzale quasi un ' ora , chiacchierando di politica , di lavoratori , di datori di lavoro , di progresso sociale : si mostrò molto comprensivo , aperto alle aspirazioni dei contadini e degli operai . Nella sperduta frazioncina di Sotto il Monte , questa sera , non si parla che del « Papa buono » , dei suoi umili genitori , della sua fanciullezza malinconica , dei suoi atti di bontà , della sua intelligenza , ed è significativo che se ne parli come di una figura avvolta già come da un alone di leggenda . In un ' osteria ho sentito un vecchio artigiano - sollecitato da un uditorio composto da povera gente dalle mani gonfie di calli - sillabare a fatica una cronaca lasciata da don Giovanni Birolini , che fu parroco di Sotto il Monte per trent ' anni . Dice questa cronaca , inserita tempo fa in un volumetto dedicato ai principali bergamaschi del principio di secolo : « Quando nacque don Angelo , i genitori , da buoni cristiani , provvidero subito al battesimo . Siccome il parroco don Francesco Rebuzzini era assente dalla parrocchia perché a Terno per la congrega , si dovette trasferire il battesimo a sera inoltrata , dopo l ' Ave Maria , quando tutto era in silenzio . Vento e pioggia tenevano rincasate le persone . Terminati gli studi elementari in Comune , ove si distingueva per assiduità e bontà , appena all ' età di 9 anni venne mandato presso un parente di Pontida e frequentò come alunno esterno il collegio di Celana ; poi si assoggettò a fare ogni giorno la strada a piedi da Celana a Sotto il Monte per circa 3 mesi . Ma il profitto in collegio non era molto . Essendo un giorno stato incaricato della consegna di una lettera al parroco di S . Gregorio , don Carlo Marinelli , il quale conosceva la famiglia Roncalli , nella quale lettera veniva avvisato detto Marinelli a dare un rimprovero al ragazzo Roncalli , questi non la consegnò . Fu poi tenuto a casa per esser mandato nel patrio seminario con grande sacrificio del padre e della madre che erano ricchi di bontà cristiana ma poverissimi finanziariamente . Per i suoi studi in seminario , come a Roma , fu aiutato finanziariamente da monsignor Moriani il quale pensò per i denari occorrenti » .
Mrs. Parker e il circolo vizioso ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
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La conosciamo bene , la difficoltà di raccontare col cinema gli scrittori . Una battaglia quasi perennemente perduta : o lo scrittore ha una biografia speciale , avventurosa , criminale , vitalista , e allora il film si occupa di quelle come si occuperebbe d ' ogni altra esistenza interessante , lasciando da parte l ' opera ; oppure lo scrittore non ha fatto nulla di straordinario tranne la sua opera , e allora il film affonda tra scrivanie , tasti di macchina per scrivere , fogli di carta , scenate della moglie che si sente trascurata , penne , matite e uffici di casa editrice . Naturalmente , è impossibile raccontare per immagini il lavoro creativo dello scrittore : ma a una simile realtà il cinema rifiuta d ' arrendersi . Fra i tentativi recenti , forse due si salvano , perché sperimentali e irrisolti : in Il pasto nudo , David Cronenberg ha affrontato William Burroughs mescolandone biografia , opera e incubi drogati , visualizzandone i mostri eloquenti ; in Malina , Werner Schroeter ha trasposto il testo più dolorosamente autobiografico di Ingeborg Bachmann , espressione della schizofrenia della scrittrice tra natura femminile e natura maschile , narrazione di un ' afasia creativa e d ' una terribile crisi esistenziale , usando alla sua maniera il barocco e l ' eccesso , usando l ' intensità nervosa sempre al limite dell ' esplosione di Isabelle Huppert . Alan Rudolph , il regista americano protegé di Robert Altman , è un autore assai più modesto di Cronenberg o Schroeter : e non ce la fa , in Mrs . Parker e il circolo vizioso , a rendere la storia di Dorothy Parker e di quel gruppo di giovani intellettuali e artisti d ' avanguardia americani che si riuniva negli anni Venti all ' Hotel Algonquin di New York . Non basta che uno arrivi gongolante annunciando « O ' Neill ha vinto il Nobel ! » o che un ' altra scriva , appallottoli insoddisfatta il foglio e lo getti nel cestino : anche stavolta gli scrittori risultano degli oziosi e dissipati sbronzoni , dei battutisti che ridono troppo delle proprie spiritosaggini . Se gli scrittori sono soggetti difficili , gli scrittori spiritosi sono difficilissimi : le battute ricadono grevi come pietre . Non sempre , però : non sono male « La tua passione per l ' infelicità è sconfinata » , « Non ho alcun talento nello scrivere , ma sono troppo famoso per smettere » ; non è male la scrittrice Edna Ferber che , all ' osservazione di un amico « Sembri un uomo » , rimbecca pronta : « Anche tu » . Va peggio con la protagonista . Dorothy Rotschild Parker , scrittrice , poetessa , saggista , critica teatrale e giornalista per « Vanity Fair » e « The New Yorker » , sceneggiatrice a Hollywood in coppia con il marito Alan Campbell , morta a settantaquattro anni nel 1967 , è stata una figura importante della cultura americana , un ' autrice intelligentissima e anticonvenzionale , una donna promiscua spesso infelice nei rapporti con gli uomini , un ' alcolizzata sempre tentata dal suicidio . Il suo dono di leggerezza e di fascino ironico , lo spirito , lo stile incantevole e divertente , il temperamento anticonformista e progressista ne fanno anche adesso un ' analista dei costumi penetrante e brillante , capace di cogliere nei comportamenti quotidiani l ' intera crudeltà esistenziale e sociale . Jennifer Jason Leigh è brava , ma il film fa del personaggio soprattutto un ' amara scocciatrice , dà agli amanti e ai mariti un ' importanza sproporzionata rispetto al lavoro , pasticcia con flashback , colore e bianconero , corse in avanti e scene in cui l ' immobile Parker recita in primo piano i propri versi : senza arrivare a dare un ' idea dell ' eroina , né del suo ambiente .
IL PIU GRANDE DIVULGATORE: MUSSOLINI ( VECCHIETTI GIORGIO , 1929 )
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... E se poi per concludere guardiamo , come ormai ci ha abituati il Fascismo , un po ' in alto , non ci appare forse il Duce come il più grande divulgatore delle verità fasciste ? Al Mussolini creatore subito succede il Mussolini divulgatore ; e come non si circonda , al modo asiatico , di tenebre , di mistero e di sacrifici inumani per accrescersi fascino e potenza , ma anzi , italianamente , lavora sotto il sole , in piena luce meridiana , sì che ognuno può vederlo e giudicarlo ; così le parole Egli usa non per mascherare i concetti , ma per interpretare le verità " solari " e " luminose , " che va svelando agl ' Italiani . Mussolini perciò , anche quando disputa , dinnanzi agli scienziati , intorno a Roma antica o intorno ai rapporti fra scienza e fede , soprattutto allora , vorrei aggiungere , s ' indirizza al popolo , e l ' eloquio gli esce facile , colorito , incisivo come non mai . Senza dubbio i chirurgi adunatisi a Roma sanno che " alle sue radici greche chirurgia non ha che un modesto significato : lavoro della mano . " Certamente conoscono le origini della gloriosa scuola medica di Salerno , e non una volta sola si sono imbattuti nei quattro gloriosi Maestri del Rinascimento " cui ancora oggi essa ( la scienza chirurgica ) , come ai numi più venerati , devotamente si raccomanda : da Andrea Vesalio al Wurtzins , da Paracelso ad Ambrogio Parè . " Certamente gli scienziati convenuti all ' Archiginnasio bolognese sanno l ' origine delle ricerche scientifiche , e che ne pensasse Aristotile e come sorgesse " una scuola filosofica greca , quella dei sofisti , che impugnava e irrideva a qualsiasi esperienza , negando l ' esistenza del fenomeno stesso . " Sì , tutto questo , e molt ' altro ancora , sanno gli scienziati e i chirurgi ; ma è il popolo che non sa , è al popolo quindi che si rivolge Mussolini . E perché i giornalisti non dovrebbero imitarlo , estendendo il più possibile l ' opera di divulgazione da Lui intrapresa ? ...