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E con questo? ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Da un parcheggio affollato esce un ' auto . Manovrate per prendere posto ma qualcuno vi sfreccia davanti e occupa . Obiettate educatamente ma vi sentite rispondere : c ' era prima lei , e con questo ? O fate a cazzotti o abbozzate , una soluzione civile è esclusa . È una metafora della politica nazionale . Tutti lo vedono , lo dicono e lo scrivono , che il presidente Scalfaro tracima dalle sue funzioni costituzionali e governa impropriamente , anticipando un regime di tipo personale . E con questo ? È lui il primo a compiacersene e a esibire questo comportamento . Recita tutte le parti meno quella di un capo dello Stato che delle parti dovrebbe essere al di sopra . E con questo ? Non sarà Pannella , buffone di corte , a impicciarlo ( con la i ) . Tutti lo sanno , e lui per primo , che il presidente Dini aveva un incarico di governo limitato a quattro punti programmatici scaduti in giugno . Tuttavia non se n ' è andato allora e non se ne andrà oggi , non importa con chi resta , né per cosa né per quanto , 50 per cento tecnico e 50 per cento politico , coda di rospo e testa di principe o viceversa . È uno sberleffo , e con questo ? Non sarà Bertinotti , con venti deputati , a impedirlo . Silvio Berlusconi è sotto giudizio , andrà presto ( o no ? ) sotto processo , era detto incompatibile con le cariche pubbliche , invece esplora a cavallo di consorzi bancari le sorti della politica nazionale , con investitura e ringraziamenti del Quirinale . E con questo ? Non sarà Prodi , che non esplora più neppure in bicicletta , a intralciarlo . Massimo D ' Alema è il segretario di un partito della sinistra , anche questo lo sanno tutti , sebbene sia difficile crederci . Disse una volta di Silvio Berlusconi che il conflitto di interessi lo metteva fuori gioco anche se fosse stato plebiscitato dal popolo . Oggi contratta con lui un governo speciale e una revisione costituzionale privata , un compromesso storico interpersonale . E con questo ? È come cambiare appartamento . Comunque vadano le cose , cioè malissimo , il presidente Scalfaro può contare sulla democristianità diffusa e Berlusconi , D ' Alema e Fini sul 20 per cento circa dell ' elettorato per ciascuno , qualsiasi cosa facciano . Essi sfrecciano e occupano qualunque posto . È la classe dirigente , il potere . In definitiva questo paese ha avuto per un quarto di secolo un regime fascista e per mezzo secolo un regime democristiano , anche se con forti minoranze democratiche . I sedimenti del secondo prevalgono tuttora su quelli del primo , ma oggi andiamo verso un sistema inedito che li assomma e li mischia , e che meriterebbe di essere studiato antropologicamente . Servirebbe Gramsci , più di Marx .
StampaPeriodica ,
Dopo il caso scandaloso del pennaiolo giudio Guido Verona , che ha tentato di rimpolpettare i Promessi Sposi con la sua indecente prosa da salumiere , ecco che mi salta fuori un altro imbrattacarte ad alta tiratura , l ' innominabile Pitigrilli , il quale , leggo su di un giornale , " è stato invitato a Padova , da quei Sindacati intellettuali fascisti , a tenere una conferenza , presenti le notabilità cittadine . " Mi congratulo anzitutto con " quei Sindacati intellettuali fascisti " per l ' iniziativa geniale , e mi auguro che il diletto sia stato pari alla fama dell ' illustre conferenziere . Ma fuor dagli scherzi dico che " quei Sindacati intellettuali " debbono essere piuttosto a corto di argomenti per invitare Pitigrilli al secolo Gino Segre autore della Cintura di castità e della Vergine a 18 carati e di altri nobilissimi scritti , come si vede perfettamente intonati allo stile fascista . Può darsi che il sig . Segre abbia anche una tessera fascista in tasca , ma non per questo egli è meno antifascista , perché non è ammissibile che uno faccia il fascista a parole e demolisca a fatti ciò che il Fascismo intende creare nella vita dello spirito . Sarebbe un po ' troppo comodo !
L'America torna alla frontiera ( Pietra Italo , 1960 )
StampaQuotidiana ,
La vittoria di Kennedy significa che gli Stati Uniti d ' America sono ricchi di risorse , e particolarmente vicini a due idee - forza proprie della loro tradizione , cioè allo spirito di eguaglianza e allo spirito di frontiera . La prima risorsa è quella di una « autocritica » puntuale e costruttiva che ha posto francamente in risalto i limiti , le occasioni perdute e gli errori della politica Eisenhower - Nixon . Giornali e giornalisti di gran nome , e di « linea » moderata , non hanno esitato ad attaccare a fondo posizioni , personalità e temi che sotto altri cieli , e in regimi diversi , sono normalmente tabù a causa della onnipotente censura monopartitica , o vengono coperti da una coltre di conformismo e di luoghi comuni a causa di una malintesa carità di patria . La seconda risorsa è costituita dalla sensibilità dell ' opinione pubblica che ha reagito positivamente a quella critica illuminata scegliendo decisamente e serenamente una strada nuova , cioè la strada di Kennedy . L ' uguaglianza è sempre stata , fin dai tempi favolosi delle pagine fondamentali e vive di Alexis de Tocqueville , l ' elemento caratteristico della società americana , il « fatto generatore » da cui discende ogni fatto particolare . La vittoria del cattolico Kennedy è venuta a confermare che l ' accesso alla suprema magistratura dello Stato è effettivamente assicurato ad ogni cittadino , al di sopra e al di fuori di ogni distinzione di religione , e che i miserabili pregiudizi razzisti e « antimediterranei » alla maniera del Ku Klux Klan e del « profondo sud » sono deboli , sempre più deboli . Lo spirito della frontiera è un altro elemento fondamentale , vecchio e corroborante della vita degli Stati Uniti . Si arriva normalmente a scrivere , alla maniera di Frederick Turner , che la storia americana non è che la storia della frontiera ; e questo termine assume quindi nella vita e nella lingua americana un significato diverso da quello della lingua inglese e delle altre lingue europee . Nel nostro « vecchio mondo » frontiera significa confine , linea di demarcazione , barriera ; nella storia degli Stati Uniti la frontiera è la posizione , mobile e avanzata , e sempre più avanzata , dei pionieri in mezzo agli spazi del Far West . Non è una linea in cui fermarsi ; ma un ' area infinita che invita ad entrare , a « tentare » , e richiede coraggio , spirito pratico , iniziativa , lealtà , finendo naturalmente per esaltare i valori - base della personalità , e della democrazia . Da anni e anni , questo spirito di frontiera appariva trascurato , o sopito , nel mondo americano , troppo spesso pago della propria abbondanza , e chiuso dentro la cerchia di vecchi interessi , e di vecchi gruppi . È interessante rilevare che il primo grido d ' allarme , il primo richiamo al vecchio spirito di frontiera è stato fatto sette anni fa da Chester Bowles , che passa per numero 2 o 3 a fianco di Kennedy , a conclusione del libro Ambassador ' s report sulla sua lunga ambasceria in India : « Noi americani siamo un popolo di pionieri , tradizionalmente guidato da princìpi morali , e sensibile al richiamo della frontiera . Una nuova frontiera ci aspetta , adesso che operiamo a contatto con popoli di ogni sorta per risolvere il problema dei paesi sottosviluppati , che è l ' avventura più grande del secolo . Questa è la missione dell ' America e spero che con questa prospettiva ritroveremo il vecchio spirito di frontiera » . Parole al vento . Sono passati sette anni ; e sul piano dei paesi sottosviluppati , e nella stessa India , paese - chiave dell ' Asia , l ' America ha fatto molti errori , e ha perduto non poche posizioni . E in questo clima di stanchezza , di « vecchio » , e di « prestigio diminuito » che si è fatto avanti con relativa facilità il giovane Kennedy ; e la sua posizione è apparsa subito nuova e severa . « Il mondo sta cambiando , i vecchi sistemi non servono più , un terzo del mondo è scosso dalla miseria . Libera più energie il risveglio di queste nuove terre che la stessa fissione dell ' atomo . L ' influenza comunista si è ancora più diffusa nell ' Asia e nel Medio Oriente e ora è giunta a 150 chilometri al largo della Florida » . Piaccia o non piaccia , le cose stanno proprio a questo punto . L ' importanza , e il merito , della scelta dell ' elettorato americano sono dati proprio dal fatto che Kennedy vede le cose e i punti deboli come sono , e indica al suo paese una strada nuova facendo francamente appello al vecchio spirito di frontiera pionieristico e profondamente democratico .
La volpe del Tavoliere* ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
D ' Alema non lo sa ma qualcuno dovrebbe dirglielo , amichevolmente . Quando appare in televisione , cioè ogni minuto e mezzo , fa ormai pensare a una parodia , a un ' involontaria presa in giro di sé e degli altri . Somiglia sempre di più , con tutto il rispetto , a Peppino De Filippo . Se avessimo ancora qualche speranza che una coalizione democratica decorosa e una sinistra visibile ( ultima novità ) possano vincere un confronto elettorale con la destra dilagante , D ' Alema riesce a togliercela senza rimedio . Occhetto era altrettanto irritante , ma meno deprimente . Se esistesse , la dirigenza del Pds dovrebbe legare l ' attuale segretario , sia pure con quei guinzagli elastici che permettono un certo raggio d ' azione , invece di delegargli il potere di intorbidare ogni cosa . Ma per esistere , una dirigenza non dovrebbe essere fatta a immagine e somiglianza del principale , tanti occhettini e d ' alemini a seconda delle circostanze . Vien quasi da dubitare che un Pds esista , se non come area elettorale , tant ' è remissivo . E infatti Veltroni o chi per lui lo scioglierebbero volentieri , e prima o poi lo faranno . Le bolognine si tirano l ' un l ' altra , come le ciliege , e non finiscono mai . Quando si parte col piede sbagliato si ruzzola fino a rompersi l ' osso del collo , per legge di gravità . Un anno fa c ' era ancora qualche possibilità di rivincita o rivalsa sullo sciagurato voto del 27 marzo . Berlusconi era caduto malamente , la destra era presa in contropiede , un sussulto democratico era pur vagamente nell ' aria . Un leader politico minimamente dotato e coraggioso , una sinistra minimamente convinta , avrebbero colto l ' attimo , passato il Rubicone ( che poi è un fiumiciattolo ) , allargato il varco ed espugnato Saigon . Le elezioni in quel giugno ( quello passato , non quello venturo ) , sarebbero state una vittoria politica , anche se fossero risultate tecnicamente neutre . Ma scherziamo ? La volpe di Gallipoli e gli addetti all ' ingegneria e idraulica di Montecitorio sono molto più astuti di così . Hanno studiato la storia al liceo e hanno deciso di temporeggiare e logorare il nemico ( come Fabio Massimo ) , di reclutare in ogni dove banchieri e giustizieri simbolici nonché truppe cammellate padane ( come Scipione l ' Africano ) e di giocare a sottomuro con le figurine della Costituzione nei cortili del Quirinale . Col risultato che , dopo un anno , il logoro Berlusconi risplende come un lord protettore della politica nazionale e l ' imberbe Fini come punta di diamante della nuova Repubblica ( la III in ordine cronologico e gerarchico , la I essendo per lui quella di Salò ) . Ora lo scaltro D ' Alema , dopo questo capolavoro di tattica e strategia , ci rassicura in interviste giornaliere e incredule assemblee che non farà porcherie ma solo democratiche intese e governi conseguenti . Ma non ci aveva scritto poco fa che questi progetti erano nostre invenzioni calunniose ? Sì , ma è appunto con questi giochi di parole che si vendono i tappeti nei suq . Le farà , le porcherie , ne farà di crude e di cotte nel lungo brodo da caserma della crisi governativa e del semestre europeo . Non c ' è nessun bisogno di aspettare per credere , le ipotesi di crisi bicefale , governi a mezzadria , maggioranze cumulative e trasversali , commerci costituzionali e legislativi , mascherate presidenzialiste , sono porcherie già consumate per il solo fatto d ' essere formulate . Un ' orgia di craxismo ritardato , un credito dispensato a piene mani alle culture di destra di ogni specie . C ' è del metodo in questa follia , non è più una politica ma tutta una mentalità . Affrontare le elezioni significa ormai , per il leader minimo , una sconfitta campale . Per ritardarla sarà dunque opportuno mettere a repentaglio tutto , anche l ' onore come si diceva una volta , o semplicemente il decoro . Non quello personale , che è affar suo e di ciascuno , ma quello della sinistra e della democrazia , e questo non dovremmo permetterlo . Purtroppo , accade già nella realtà di ogni giorno , non c ' è di nuovo bisogno di aspettare per credere : se sbattiamo in galera gli immigrati clandestini , possiamo anche inserire questo sano principio nella Costituzione riformata .
I GIOVANI E IL PROF. RUSSO ( NASTI AGOSTINO , 1930 )
StampaPeriodica ,
Richiamandomi ad un mio articolo apparso su questa Rivista , nel quale difendevo e dicevo le ragioni delle giovani generazioni , vorrei pregare Luigi Russo di tener presente che la giovinezza che noi attualmente esaltiamo non è affatto quella che ritorna ad ogni generazione per premere sulla generazione più adulta , e s ' in ghirlanda anacreonticamente di rose , e canta e ride ed è spensierata . Parlare di questa gioventù periodica e ricorrente sarebbe troppo facile ed anche un pochino ozioso , perché quel tipo astratto di giovinezza è generico e piuttosto da " letteratura , " ed è impossibile a richiamarsi oggi , per paragonarlo a questa gioventù , ai giovani di oggi . I quali , secondo Luigi Russo , sarebbero allegri , ignoranti e malati di lussuria ossidionale : vecchi e corrotti profondissimamente , tanto da " scattare " se li tocchi nel loro " particulare " e pronti a pararsi dietro i " destini della stirpe . " Questa definizione è , per lo meno , superficiale e frettolosa , ed è anche profondamente malata di una voluta artificiosità . Oggi è vero c ' è una visione più ampia ed una più inquieta esigenza verso la vita ( e questo è fenomeno universale e non nazionale ) , ma non rimproveriamo a questi giovani , cui fu necessario essere adulti e consapevoli e pronti ad una partecipazione decisiva e cruenta alla vita del loro Paese , di essere ciò che devono logicamente essere : privi di spensieratezza , e chiaroveggenti , senza " candore ingenuo " e " freddamente , misuratamente , religiosamente ( accettiamo in pieno questi tre ottimi aggettivi ) gerarchi , " e di desiderare un regime di vita non . meschino e banale ... Non possiamo impedirci di constatare con intima gioia e soddisfazione , che questi giovani dalla lussuria addomesticata ci hanno dato un regime che porta l ' Italia , o sta per portarla , in prima fila , mentre i loro padri senza lussuria l ' avrebbero lasciata eternamente in loggione . E vivono seriamente non come Russo pensa , cinicamente bruciano il vecchio Da Verona sulle piazze e assumono posti di comando che sono in realtà posti di responsabilità , di lavoro e non di passatempi gradevoli ...
StampaQuotidiana ,
Se capita a Milano , Alberto Sordi , di professione comico , alloggia con il segretario in un Grand Hôtel del centro . Esattamente come ventidue anni fa quando diceva agli amici : « Scrivetemi al Continentale » . Difatti ci stava tutto il santo giorno , con addosso un fracchettino , attento agli ordini dei clienti , nella sala degli ascensori . Il pronipote di Antonio Cecchi , esploratore africano , impiegato come lift . Ma fu una breve esperienza . « A questo ragazzo gli manca la coscienza della classe alberghiera » diceva il capo - lift . « Facevo quel lavoro per non morire di fame in attesa di diventare un attore » spiega Sordi . Si deve dire che c ' è riuscito . Ai tempi della compagnia Riccioli - Primavera egli era un fauno debitamente cornuto e semicoperto da una pelle di daino . Immobile su un piedestallo fra ninfe danzanti ; con Oliver Hardy e con Mario Pio fu una voce , abbastanza celebre , ma solo una voce ; nel primo dopoguerra un caratterista di quelli che oggi ci sono e domani nessuno se li ricorda ; con Za Bum un presentatore di successo ma sempre un presentatore . Oggi è l ' attore di cinema più popolare e perciò il più richiesto e il meglio pagato . Come a dire un uomo arrivato . In una stagione ha interpretato nove film , la sua media annuale non scende mai sotto i cinque . « Applico la teoria dei molti » dice . « Fai molti film , così impedisci agli altri di farne . » I : attore mi ha raggiunto in una saletta dell ' Hôtel ( Grand , si capisce ) in cui alloggia e risponde alle mie domande con amichevole cortesia . « Mica male la teoria dei molti » dico io . « Ma senta , una vena di crudeltà è indispensabile al suo umorismo ? » « Che vuol farci » risponde . « Io una vecchietta non la posso accarezzare . Con lo strazio nel cuore , mi creda , devo strapparle un orecchio . Se no di che ride la gente ? » Alberto Sordi si guarda le mani , compiaciuto , come se ci avesse versato sopra quel suo cinismo professionale all ' acqua di rose , che subito svapora . Lui sa bene che l ' orecchio della vecchietta sarà sempre finto : e dorme sonni tranquilli , non ha rimorsi . Si gira sul sofà , rotea i suoi occhi tondi . « Sa che diceva Flaiano l ' altra sera ? Che l ' umorismo è finito , che c ' è poco da ridere ai nostri giorni . Ma che vuole ! Che resti disoccupato ? E poi , mi dica lei , senza umorismo come li diffondiamo i messaggi importanti ? » Placido , le guance tonde , i capelli morbidi e scuri , il devoto segretario pronto a ogni ordine , i clienti del Grand Hôtel che lo osservano e sorridono , egli non sembra eccessivamente preoccupato per le sorti dell ' umorismo . E quando parla di messaggi importanti fa un vocione così profondo e occhioni così allusivi che io devo sorridere . Lui , impudicamente , se ne compiace . Per l ' ennesima volta il meccanismo segreto ha funzionato a dovere . Una inflessione di voce , un gesto , un ' espressione degli occhi ed io , che in questo momento sono il suo pubblico , ho reagito come dovevo : sorridendo . A quarant ' anni Alberto Sordi sta sulla cresta dell ' onda con l ' aria di chi vuol rimanerci per un pezzo e con bella serenità . Egli è così ricco di talento che può dilapidarlo in molti film mediocri . Gliene resta sempre abbastanza per essere il più notevole dei nostri attori cinematografici . « Stia a sentire , Sordi , se ora le dico che lei è il migliore attore italiano come si comporta ? Subisce la tentazione della falsa modestia o ci sta ? » « Be ' , vorresti che fossi proprio io a obbiettare ? Che vuoi che faccia ? Sorrido , scuoto un po ' il capo , ringrazio e dico che ci sto . Del resto non c ' è poi quella dovizia di buoni attori che sembra . Anche essere il primo , capisci ... » E ci fa su una delle sue risate ingenuo - sarcastiche , da uomo che non dimentica la gioia di ridere anche se ride di se stesso . Parliamo dei suoi personaggi . Gli chiedo come li crei . Osservando gli altri o guardandosi dentro ? Bozzettismo o autobiografia ? « Ho recitato » dice lui « le parti del ladro , del magnaccia , del magliaro , del bulletto e roba del genere . Posso dire che io sono quei personaggi ? Non potrei , ora che tengo una buona posizione , ma mica posso rinnegarmi . Certo c ' è una parte di me stesso dentro di loro . Quanta non saprei dirlo , è una cosa difficile . » La nostra sarà una conversazione breve : il segretario sta sfogliando il taccuino degli appuntamenti , un commendatore molto importante aspetta l ' attore a pranzo . E chi potrebbe in pochi minuti trovare la chiave di quel misterioso puzzle che è la creazione di un personaggio ? Tanti pezzi separati , di origine diversa , che l ' attore riesce a mettere insieme quando si ode il ronzio della macchina da presa . Sordi , certamente , è un osservatore acutissimo del ridicolo altrui . È poi un preparatore esigente del suo lavoro visto che riscrive o arricchisce quasi tutte le scene e i dialoghi che gli preparano . « Se un attore drammatico fa cilecca » spiega , « la gente lo perdona subito , dice che il poverino è stato sacrificato in una parte sbagliata . Ma se io non riesco a far ridere è finita , mi pigliano a pernacchi » . E insiste a raccontarmi che il suo è un « umorismo di situazioni » che fa ridere per ciò che accade più che per ciò che si dice . Sarà , ma io che lo osservo sarei tentato di pensare che il suo è un umorismo prevalentemente istintivo , una qualità infusa in ogni parte del suo ben nutrito corpo . Come se le guance , gli orecchi , le mani , il petto e persino le natiche sapessero reagire umoristicamente per conto loro , recitando ciascuna la sua parte . Sordi , è naturale , preferisce l ' aspetto ideologico del suo umorismo , dice e ripete che non si fa l ' attore comico improvvisando . Ma deve pur saperlo che al solo apparire sullo schermo del suo faccione infingardo una gaia eccitazione percorre la platea : e se non c ' è subito la risata c ' è sempre l ' aspettativa di una risata . Non esiste spettatore tanto opaco , voglio dire , che non reagisca in qualche modo alla sua presenza . Chi possiede questo dono comunicativo può anche sprecarlo se non lo sorregge con una intelligenza duttile e una preparazione seria . Ma non è il caso di Alberto Sordi , il più implacabile custode di se stesso che si conosca . Tanto da perdere ogni gusto dell ' ironia quando parla del suo successo , di come lo volle e lo ottenne , risultato categoricamente inevitabile e necessario . Ci fu un tempo , da ragazzo , che passava le mattine in casa esercitandosi nella danza resa famosa da Fred Astaire . Si affacciava nella stanza sua madre e diceva con una voce gentile , ma un po ' ironica : « Ma Alberto , perché pesti tanto con i piedi , che cosa è questo rumore ? » . Serissimo Alberto rispondeva : « Per tua regola , mamma , queste sono le claquettes » . Serio , come allora , dice a me che lo interrogo sulla sua fortuna : « Le assicuro che non è stata una vincita al lotto . La mia fortuna è fondata su basi vere . Prevista , ottenuta , durevole » . Non lo contraddico anche se ho il sospetto che un pochino esageri . Era proprio così sicuro di sé quella notte autunnale del '39 in cui si ritrovò piangente in un camerino del teatro Pace di Milano ? Lui e il suo partner Gaspare Sponticchia , decrepito danzatore di claquettes . Umiliati più che dai fischi , dal cupo silenzio di un pubblico che pure era di bocca buona . Lo era quando girava per Roma come agente assicuratore dell ' Alleanza , a percentuali invisibili e senza stipendio fisso ? Chi ha successo , è noto , ama proiettarlo anche nel suo passato e in quella che fu una lotta confusa e molto spesso casuale riesce a vedere disegni fermi e precisi . Per Alberto Sordi sono ormai lontani i tempi di Laura Nucci , del balletto Lorys , della pensione milanese a Porta Garibaldi dove una padrona ladra pagava il suo silenzio con magrissimi pasti . Triste acqua passata . Adesso Alberto ha la casa « più importante di Roma » , sul monte Ora , di fronte alle terme di Caracalla . Con la piscina e con il teatrino . Splendida . E a completare il trionfo il patriziato romano gli è largo di inviti e di simpatia . « Perché frequenta l ' alta società ? Divertimento , curiosità , gusto di rivincita ? » « Che le devo dire » fa lui , « a me questa gente che ha un bel nome e una bella ricchezza non mi dispiace . Chi la critica in genere non la conosce . Ce ne sono di spiritosi e di intelligenti , mi creda . Forse un pochino a corto di fantasia , ma a questo mondo , si sa , tutto non si può avere » . Mi dà un colpetto gentile su una spalla . « E poi » dice , « un po ' di sangue nobile ce l ' abbiamo tutti , non è vero ? E mica ci fa schifo se ce lo riconoscono . Te lo immagini un impiegatuccio o un operaio a cui arriva una patente di nobiltà che esce sul balcone strappandosi i capelli e gridando : mannaggia mi hanno fatto conte , li possino , proprio a me doveva capitare » . Si agita , è sul punto di saltar giù dal sofà , se non fossimo nel salone di un Grand Hôtel tradurrebbe subito in gesti e parole l ' intuizione comica che gli è venuta . E aggiungerebbe altri personaggi , altri episodi perché il suo umorismo è una reazione a catena difficile da controllare . « Dicono che qualche volta strafaccio . È vero , me ne accorgo anche io quando vedo il film . Ma ormai il film è una cosa che non mi appartiene più , devo già pensare al nuovo che sto girando . » Accenno a uno dei luoghi comuni delle sue biografie : l ' avarizia . « In casa mia » dice , « ho messo delle cose stupende , preziosissime . Alle mie sorelle e a chi mi sta a cuore non manca nulla . Io spendo molto , ma nel modo che preferisco . Se essere avaro significa avere un certo rispetto del denaro e un ' idiosincrasia per le spese inutili e cretine io sono un avaro . La verità è che questa storia è stata messa in giro da certi ambienti che conosco bene . Non gli va giù che io eviti via Veneto e certa gente di via Veneto . Alla malora ' sti , come li chiamano , rivoltati . Li possino » . « Se un attore badasse ai propri interessi dovrebbe andar cauto su certi temi » . « Sì , d ' accordo , so bene che sono loro , gli invertiti , che comandano nel nostro ambiente . Ma io dico che non se ne può più . E glielo dico in faccia . Se gli vado con le mie idee bene , se no vadano loro a quel paese » . « Pensa qualche volta alla vecchiaia ? Immagina come sarà , uomo ed attore , a sessant ' anni ? » Un attimo di riflessione , poi risponde : « Io evito con cura le persone in disfacimento . Ho il terrore della vecchiaia che corrompe il corpo e l ' intelligenza . Mi piacciono le persone anziane vivaci e benportanti . Spero che lo sarò . Non ho timori per la mia professione . Non sarò io a perdere il passo con i tempi . E poi mi sono conservato bene , non le pare ? A quarant ' anni sono ancora signorino . La mia regola è : vita attiva e buon umore . Ma qui a Milano come si fa ? Mamma mia guarda fuori , scuro che sembra notte , quasi quasi me ne torno in camera a dormire » . « Molte grazie , Sordi » . « Se vuol vedermi al lavoro » dice lui , « domattina " giro " in uno scalo ferroviario , si faccia dire dove dal mio segretario » . Lo scalo è quello di San Rocco dove c ' è una stazione per le locomotive . Ci vado , l ' indomani . Piove nella nebbia , l ' edificio è di un giallo sbiadito , fra il Cimitero Monumentale e lo scalo Farini . Intorno baracche , rotaie , orticelli tisici , fango , operai come ombre e tutti gli altri panni sporchi del neorealismo . Speriamo che sia almeno un film morale . Il titolo è Crimen ma ci recita Alberto Sordi , quello che fa ridere . Anche lui ha i suoi messaggi da diffondere . Magari più insidiosi e corrosivi di tanti altri che spaventano la censura . Comunque il censore potrà sempre dire : « Mica faceva sul serio . Era tutta roba da ridere » .
La questione è posta ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
È ingiusto non ricordare i meriti delle persone cadute in disgrazia . Anche Cristoforo Colombo ebbe le sue pene , ma nessuno dimenticò la sua scoperta . Non si può dire lo stesso di Bettino Craxi , misconosciuto inventore del presidenzialismo come rimedio , oggi universalmente auspicato , ai nostri mali nazionali . Ricordo un suo precoce discorso nel parco buoi ( definizione sua ) di Montecitorio sulla madre di tutte le riforme , cioè l ' elezione diretta di un capo , dello Stato o dell ' Esecutivo fa lo stesso : non è matura ma , aggiunse solennemente , « la questione è posta » . È buffo come questa idea sia diventata senso comune e che se ne discuta come si trattasse di una tecnica anziché di una politica , senza valutarne la genesi , ma scimmiottando altri paesi e prescindendo ( come Totò ) dalle particolarità nazionali e dalla storia recente e remota di questo nostro paese . Abbiamo avuto quasi un secolo di monarchia e fascismo e mezzo secolo di democrazia bloccata a regime unico e quanto mai stabile , per non parlare dei poteri forti extraistituzionali che conosciamo . Non direi che abbiamo patito l ' anarchia . Che cos ' è allora questa sete di presidenzialismi , ricerca del nuovo o struggente nostalgia ? Ma lasciamo la storia e accontentiamoci della cronaca . Senza potere apparente e senza investitura diretta , il nostro Quirinale repubblicano ci ha fatto volentieri ascoltare rumore di sciabole ( Segni - De Lorenzo ) , nitriti di cavalli ( Gronchi - Tambroni ) , martellio di picconi ( Cossiga ) . Eppure erano bravi democratici . A palazzo Chigi abbiamo conquistato il record mondiale della stabilità con Giulio Andreotti e anche con Bettino Craxi . Pensate che cosa avrebbero combinato se fossero stati loro i beneficiari di un ' investitura diretta , non importa in quale palazzo , inamovibili per volontà popolare . Eppure erano ( sembravano ? ) bravi democratici , come per certo saranno ( sembreranno ? ) i loro successori . Non era forse Di Pietro un magistrato esemplare , prima di tracimare ? Eleggetelo pure ( lui o chi vi pare ) al Quirinale o come premier , senza poteri come in Austria o a imitazione dell ' Eliseo con un parlamento maggioritario . Qui nisciuno è austriaco , qui chi avrà venticinque milioni di voti farà un ' amnistia o un test nucleare come gli detterà l ' umore . Se c ' è un paese che avrebbe bisogno , ai suoi vertici , di più lacci e lacciuoli , pesi e contrappesi , controlli e revoche , decentramento e partecipazione , elasticità , insomma di più democrazia e meno autocrazia e arbitrio e immunità , questo paese siamo noi . Perciò facciamo il contrario . I saggi che scrissero la Costituzione commisero uno strano errore , stabilendo una procedura e una maggioranza speciale per le revisioni costituzionali ma non per le leggi elettorali . Così quel dannato referendum e il passaggio al sistema maggioritario ( già De Gasperi ci aveva profeticamente provato quarant ' anni prima ) hanno agito come un grimaldello e ora lo scasso procede al plastico . A che servono d ' altronde le elezioni senza riforme , se riconfermano lo stesso disordine e nulla cambia ? Anche questo argomento è diventato senso comune , e a me sembra l ' indice più eloquente del decadimento della politica e della sua riduzione a ragioneria . È il massimo del disarmo , della sfiducia , come dire che non si ha nulla da dire , un programma da proporre , una verità da affermare , una mobilitazione da promuovere , una sfida da lanciare , una speranza da alimentare , un consenso più alto da meritare .
StampaQuotidiana ,
Dopo aver colpito Gerbi e Petit Breton , la mala sorte si è abbattuta sopra Pavesi . Un forte per équipe . Non c ' è che la terna delle Rudge che si sia fino ad oggi salvata , avendo annientato Cuniolo lo scacco della prima tappa col trionfo della seconda . Ma il povero Pavesi , l ' uomo che aveva leoninamente sostenuto il nome italiano , e portato al successo , in uno dei più splendidi “ Giri di Francia " - ma il Pavesi modesto , forte e tenace , che era uno dei favoriti della grande corsa italiana , ha dovuto buttarsi a terra , vinto dal destino che , in questa gagliarda competizione sembra voler fiaccare tutti i migliori . Una ferita che pareva benissimo chiusa , riapertasi nello sforzo di una tappa lunga e pesante , lo ha schiantato di colpo . E il più forte e il più buono degli atleti , Giovanni , lo ha raccolto così sulla strada , come un bambino , e lo ha riportato , nella sua automobile , a Bologna , a piangervi uno spezzato sogno di gloria .
StampaPeriodica ,
Giovanni Gentile , che noi amiamo per l ' acutezza , la vastità della cultura e l ' onestà e la sincerità cui fu sempre inspirata la sua opera scientifica e la sua azione politica , ha pubblicato un saggio sulle origini e la dottrina del Fascismo . " Per esattamente comprendere le origini del movimento fascista , " afferma il Gentile , " è d ' uopo rifarsi ai due partiti , o meglio alle due correnti politiche , alle due diverse concezioni dello Stato , che si trovarono in contrasto durante tutto il periodo del nostro Risorgimento . Da un lato il partito di destra , anti - individualista , sostenitore dello Stato forte , al cui interesse i singoli individui dovevano subordinare il proprio interesse . " Questo grande partito che in un ventennio circa riesce a formare l ' unità d ' Italia , fulcro e meta d ' ogni sua azione , rappresenta il vero spirito del Risorgimento che " attraverso alla varietà delle idee e delle tendenze ha un fondo comune : la fede nella realtà e nella potenza dei principi ideali che governano il mondo ; e quindi l ' opposizione al materialismo e la concezione spiritualistica della vita . " Concezione in - spirata sopra tutto dal Mazzini , che l ' autore pone al centro della sintesi spirituale del Risorgimento , quale propugnatore dell ' idealismo , inteso " come fede nella necessità dell ' avvento d ' una realtà ideale , come concetto della vita che non deve chiudersi nei limiti del fatto , ma progredire e trasformarsi incessantemente e adeguarsi a una legge superiore che agisce sugli animi con la forza stessa della sua idealità . " Di fronte a questa corrente politica di destra , la quale moveva dallo Stato all ' individuo , stava la concezione democratica , che poneva l ' individuo a fondamento primo dello Stato , e ad esso individuo ed alla sua pletorica libertà faceva servire lo Stato . Il rivolgimento dell " 876 segna l ' avvento delle sinistre e perciò l ' arresto , se non la fine , dell ' indirizzo idealistico della vita politica italiana e dà cominciamento al Governo delle sinistre , che ha pur esso il suo significato e la sua necessità storica . " Meno autorità , più libertà . " " La vita dal basso . " Concezione materialistica della vita , azione nell ' individuo assai più che attraverso lo Stato , stimolo delle energie individuali , indebolimento del governo centrale a favore della volontà popolare operante attraverso il suffragio elettorale ed i voti parlamentari . " L ' Italia della Sinistra dal 1876 alla guerra fu materialista ed anti - mazziniana . Un grande ministro , Crispi , avendo voluto restaurare rigorosamente l ' autorità ed il prestigio dello Stato e rialzare la bandiera dell ' idealità , precorrendo i tempi , cadde miseramente sotto la pressione della così detta democrazia , scatenatasi tumultuosamente contro il suo tentativo . " Queste due concezioni politiche nettamente antitetiche ritroviamo agguerrite e contrastanti sotto lo stimolo storico della guerra mondiale . La concezione idealistica è per l ' intervento ad ogni costo : essa raggruppa , come durante il Risorgimento , uomini di tendenze politiche diverse , i quali si chiamano tutti interventisti . Sia che vengano dal sindacalismo rivoluzionario soreliano , impregnato d ' idealismo e oppositore spietato del socialismo materialista e parlamentare , sia che giungano dal nazionalismo , esasperato di passione patriottica , o dai superstiti mazziniani o dai liberali fedeli alle tradizioni dell ' antica destra , tutti sono congiunti dalla volontà imperiosa di portare l ' Italia alla guerra . Contro di essi le sinistre dalle varie tinte democratiche o socialistoidi , tutte preoccupate di assicurarsi vantaggi materiali schivando ad ogni costo la guerra . Questa situazione storica si ripete con gli stessi gruppi e le stesse tendenze del '919 quando , " l ' Uomo dalla tempra eroica " reagisce al disfacimento dello Stato , afferma una superiore disciplina ideale , e lancia il richiamo forte che in breve raduna intorno a Lui , " strumento infallibile adoprato dalla Provvidenza per creare una nuova civiltà , " la parte migliore degli italiani , i combattenti eroici della grande guerra , i nuclei idealistici che , avendo rischiato la vita nelle trincee per la gloria d ' Italia , non esitarono a metterla una seconda volta a repentaglio per la salvezza e la potenza della Nazione . Questo , in succinto , l ' anello storico e ideologico che , secondo il Gentile , pone sullo stesso piano spirituale la destra storica del Risorgimento , l ' interventismo guerriero ed il Fascismo rinnovatore . Posti questi principi , il Fascismo , quanto meno nella sua essenza spirituale , è già chiarito . Le squadre d ' azione sono la forza di uno stato virtuale che tende a realizzarsi , avendo già i suoi presupposti teorici , impliciti nella sua stessa origine . Come si completano nell ' azione , come si concretano nello stato nuovo ch ' essi hanno creato ? Ecco i punti che riguardano più particolarmente la dottrina fascista . La quale , appunto per le sue origini , è nettamente idealistica , antimaterialistica e perciò porta in primo piano tutti , senza distinzione , i valori dello spirito : dalla religione , guida dell ' anima ; alla morale che rafforza e spinge a concezioni eroiche , alla cultura che pone su basi nuove , pratiche , originali . Poiché l ' idealismo cui si ispira il Fascismo non si perde in vane elucubrazioni puramente cerebrali , ma è presupposto e guida all ' azione . In tale senso vanno giustificate e lodate le critiche acerbe e le satire spietate dalla maggior parte degli scrittori fascisti rivolte all ' intellettualismo inconcludente , fatto di preziosità erudite e fine a se stesso . Tale " intellettualismo è divorzio del pensiero dall ' azione , della scienza dalla vita , del cervello dal cuore , della teoria dalla pratica : è l ' atteggiamento del retore e dello scettico , " che il Fascismo spregia e combatte . L ' idea vale in quanto precede , chiarisce e guida l ' azione , in quanto è mito operante , fede che sospinge . Da cui deriva fondamentale il carattere energetico e dinamico della dottrina fascista e l ' esaltazione in - condizionata dell ' azione tendente a concretizzare l ' idea , ad aderire alla realtà per superarla , conquistarla per plasmarla secondo l ' idea . Il motto mazziniano " pensiero ed azione , " quali termini inscindibili e interdipendenti , è divenuto uno dei cardini spirituali del Fascismo : il ricorso storico vichiano ha qui una sua chiara riprova . Lo Stato Nazionale Altro punto teorico del Fascismo è il suo carattere totalitario . " L ' analisi che non presupponga sempre l ' unità non conduce alla chiarificazione ma alla distruzione delle idee che hanno storicamente esercitato una grande efficacia . Segno che gli uomini non vanno presi a fette ma come unità indivisibili . " Carattere totalitario , dunque , da fissare nella definizione della dottrina fascista , la quale non concerne soltanto l ' ordinamento e l ' indirizzo politico della nazione , ma tutta la sua volontà , il suo pensiero e il suo sentimento . Ma il fulcro della dottrina risiede nella sua concezione dello Stato nazionale . Il quale ha bensì alcune caratteristiche comuni con lo Stato forte della destra storica , quali l ' anti - individualismo , l ' autoritarismo , la prevalenza del potere esecutivo : ma non si limita a questo armamentario costituzionale , a questo semplice rapporto di forza tra Stato e individuo che costituì una delle ragioni massime del rivolgimento politico del 1876 . In quanto , venuto meno il compito unitario che giustificava l ' azione della destra , il suo Stato si trovò svuotato di contenuto , poiché ad esso , pura formula , non aderivano più le forze vive del paese . Lo Stato fascista trae la sua fonte e la sua forza insieme dalla partecipazione allo Stato stesso di tutti i cittadini , poiché per il Fascismo " Stato e individui si immedesimano , o meglio sono termini inseparabili d ' una sintesi necessaria . " Per cui lo Stato è dentro noi stessi , matura , vive e deve vivere e crescere e grandeggiare ed elevarsi sempre in dignità e coscienza di sé e degli alti suoi doveri e dei grandi fini cui è chiamato , nella nostra volontà , nel nostro pensiero , nella nostra passione . Si sviluppa l ' individuo , e si sviluppa lo Stato ; si consolida il carattere del singolo e dentro di esso si consolida la struttura e la forza e l ' efficienza dello Stato . Ciò che distingue nettamente lo Stato fascista dallo Stato nazionalista , con il quale ha pur così numerosi e notevoli punti di contatto . In quanto il nazionalismo fonda lo Stato sul concetto di Nazione : entità che trascende la volontà e la personalità dell ' individuo , perché concepita come obiettivamente esistente , indipendentemente dalla coscienza dei singoli , per puro dato e fatto della natura , direi quasi geografico . Mentre invece lo Stato fascista è una creazione del tutto spirituale , esistente solo per virtù dei singoli , che lo compongono e lo potenziano . Per cui , mentre lo Stato nazionalista è aristocratico , lo Stato fascista è popolare , democratico , in quanto formato dal popolo come espressione reale di moltitudine ordinata . Tale concezione dello Stato supera e perfeziona la concezione idealistica hegheliana , in quanto lo Stato non è antitesi e neppure negazione dell ' individuo ( deviazione marxista ) , ma è il completamento dell ' individuo stesso in quanto essere sociale . Più che un rapporto di soggezione , esiste un rapporto funzionale , organico , per cui determinate funzioni spettano di diritto all ' arbitrio del singolo , altre spettano al singolo come facente parte della comunità ordinata , cioè dello Stato . Scindere nell ' individuo la qualità di cittadino da quella di uomo è assurdo , così com ' è assurdo scindere lo Stato dagli individui che lo compongono , in quanto ambedue formano unità perfette indi - visibili . Il punto di sutura , di congiunzione fra Stato e individuo il Fascismo non lo pone , come il regime liberale , nell ' elettoralismo , ma bensì nella produzione , la quale , si noti bene , è pur essa in funzione della potenza della Nazione . La base , le fondamenta dello Stato fascista sono formate dai cittadini produttori , inquadrati nelle rispettive corporazioni , che ormai non sono più contro lo Stato , in quanto formano esse stesse lo Stato dal quale hanno avuto non soltanto la rappresentanza economica , ma bensì attraverso la Camera corporativa anche la rappresentanza politica . Per cui lo Stato fascista può essere chiamato anche Stato dei produttori o , più comunemente , Stato corporativo . Punto di sutura saldissimo questo , che impedisce lo svuotamento dello Stato come avvenne nell ' '876 , non solo , ma che dà alle gerarchie possibilità di prim ' ordine per far penetrare l ' idea nelle officine o nei campi . Sicché la volontà , la fede e la passione del Capo possono penetrare con notevole rapidità nelle masse dei produttori aprendo per l ' avvenire orizzonti vastissimi alla Nazione italiana . Questa , in rapido volo , la sintesi del libro di Gentile . Libro prezioso quanto mai perché profondo nei concetti , chiarissimo e facile nella forma , ristretto al massimo nella mole ; tutto pervaso di sincera e traboccante fede fascista .
StampaQuotidiana ,
Gerusalemme , 11 aprile - Mi volto , e vedo Eichmann nella gabbia di vetro : il suo ingresso nell ' aula è stato rapido e discreto . È in piedi ; indossa un abito grigio ben stirato ; tiene il capo un po ' inclinato sulla spalla destra come un istitutore virtuoso e un po ' timido . « Siete voi Adolf Eichmann ? » chiede il presidente della Corte . « Jawohl » ( Sissignore ) , risponde lui , portando di scatto le mani tese sulla cucitura dei pantaloni . Ma poi le dita hanno un tremito , si agitano , si chiudono a pugno . Il gute Kamerade Adolf Eichmann deve aver visto sopra i giudici la menorah , il candelabro a sette braccia , che è il simbolo di Israele . Nella sala , gli occhi di cinquecento giornalisti sono fissi su di lui ; intorno al palazzo la folla preme contro le transenne , e fra scalpitii e urli i poliziotti a cavallo ne reprimono i rapidi tumulti . In ogni casa di Israele le radio portano le voci dell ' aula . Il medico visita l ' ammalato , il negoziante serve il cliente , l ' impiegato sbriga le sue pratiche , gli scolari stanno sui banchi , mentre le voci che giungono dalla Beit Haam , l ' edificio del tribunale , rievocano la tragedia che deturpa come una cicatrice il volto dell ' umanità . Nelle strade , nei bar le voci degli altoparlanti parlano di fatti avvenuti anni fa in quel continente chiamato Europa , che per molti israeliani significa , ormai , solo il cimitero delle loro famiglie . Mentre il presidente Landau sbriga i preliminari , Eichmann si accomoda su una sedia e rivolge alla sala uno sguardo calmo e meditabondo . Noto solo ora che ha una cravatta a strisce orizzontali su una camicia bianca . I suoi capelli sono radi e di un biondo sbiadito . Spesso si morde le labbra , ma a volte , forse per una curiosa contrazione nervosa , pare che sorrida . Due poliziotti , seduti alle sue spalle , non lo perdono d ' occhio ; un altro poliziotto spunta dalla scaletta che collega la gabbia ai locali sotterranei . Vedo Eichmann chinarsi sulle carte e sfogliarle , ma senza leggerle , solo per darsi un contegno . Qualcuno dirà che egli non ha nulla del mostro . Si è dimenticato troppo presto che la mostruosità nazista poteva celarsi - anzi di regola si celava - dietro una presenza dignitosa e professorale . Ora comincia la lettura dell ' atto di accusa . Il presidente legge i quindici capi d ' accusa con voce bassa e nasale per quasi un ' ora . Eichmann è accusato di avere provocato fra il 1939 e il 1945 , di concerto con altri , la morte di 6 milioni di ebrei , nella sua qualità di responsabile dell ' attuazione del piano nazista per lo sterminio fisico degli ebrei , noto sotto il nome di « soluzione finale del problema ebraico » . Scendono grevi nell ' aula le parole che parlano di torture , di denti d ' oro strappati ai morti , delle camere a gas . È l ' inferno tradotto in linguaggio burocratico , suddiviso ordinatamente in comma , paragrafi , motivazioni , postille . È il tentativo di ricondurre una strage tanto assurda da parere impunibile nelle definizioni di una giustizia penale capace di punire . L ' accusa contro Eichmann poteva ridursi a queste parole : egli fu il tecnico del genocidio . Invece si è voluto distinguere , catalogare , mettere nell ' elenco le successive stragi , ciascuna con il nome del luogo , le circostanze , il numero delle vittime , la loro provenienza , il sesso . E porre accanto all ' imputazione preminente della strage le altre imputazioni , apparentemente secondarie , di furto , coercizione , terrorismo , deportazione , persecuzione , associazione a delinquere . Non per semplice gusto pedantesco , non per il piacere di prolungare l ' accusa : ma con il preciso intento di porre il nazismo di fronte alle sue circostanziate , definite responsabilità penali . È troppo presto per dire se il processo riuscirà nel suo intento . Ma è chiaro sin d ' ora il suo meditato rifiuto alle astrazioni pseudofilosofiche e pseudostoriche , la sua precisa volontà di restare entro i limiti di quella giustizia e di quella morale che il mondo civile ha elaborato nei secoli . Non a caso nell ' atto di accusa si parla raramente di ideologia nazista e invece si ripete la frase : « L ' imputato , di concerto con altre persone , ha commesso ... » , che sembra tratta da un qualsiasi procedimento giudiziario . Quasi per sottolineare che egli non è il rappresentante di un ' ideologia filosoficamente discutibile , ma solo l ' esponente di una « anonima assassini » . Durante la lettura Eichmann rimane immobile , senza volgere uno sguardo alla sede e al pubblico del suo processo . Certo questa giustizia concede pochissimo agli effetti scenografici . La sala con la sua gabbia di vetro , il suo palcoscenico , i suoi mobili chiari e razionali , la sua spoglia funzionalità , ha l ' aspetto di uno studio televisivo . Se non fossero quei soldati armati dentro la gabbia , Eichmann potrebbe sembrare un tecnico del suono attento alla registrazione . Potrebbe , se la voce bassa e nasale del magistrato che legge i capi d ' accusa non ricordasse un ' altra immagine : un Adolf Eichmann più giovane , intento , nella primavera del '44 , ad osservare attraverso una feritoia la morte di centinaia di persone chiuse in una camera a gas , mentre fuori - come annotava il suo collaboratore Rudolf Hoss - « i frutteti di Auschwitz erano in fiore » . Terminata la lettura dell ' atto d ' accusa , il presidente chiede all ' imputato : « Avete compreso le accuse mossevi ? » . Eichmann assentisce . « Sì , naturalmente » , e il presidente lo invita a sedere . Ora tocca al difensore di Eichmann , l ' avvocato tedesco Robert Servatius . « Prima che Eichmann sia chiamato a rispondere se si ritiene colpevole oppure no » egli dice « vorrei fare alcune obiezioni . Esse riguardano la serenità e la competenza di questa Corte . » Servatius si interrompe per dar tempo ai traduttori di ripetere le sue parole in ebraico , seppure tutti i giudici capiscano perfettamente il tedesco . Servatius è un bell ' uomo , con i capelli d ' argento e l ' aspetto florido del ricco borghese della Renania . Quando può riprendere il discorso , egli svolge temi previsti ; questa giustizia non può essere serena . Uno dei giudici ( egli allude al giudice Halevy ) ha già espresso il suo giudizio sfavorevole sull ' imputato . Inoltre questo giudice ha avuto dei parenti uccisi dai nazisti . Tutti i giudici , del resto , nella loro qualità di ebrei sono parte in causa . Inoltre , a questo processo è stata data una pubblicità mondiale che non può non influenzare il giudizio : per la stampa mondiale la condanna dell ' imputato è già pronunciata . La Corte - prosegue Servatius - è incompetente a giudicare un cittadino straniero come Eichmann : solo la giustizia dello Stato tedesco , erede dello Stato al cui servizio era l ' imputato , può giudicarlo . È poi evidente - e la difesa si ripromette di darne la prova - che l ' imputato è stato rapito e condotto a forza in Israele . La lettera in cui dice di essere spontaneamente venuto a questo giudizio gli è stata estorta , e anche di ciò la difesa darà la prova . Servatius conclude le sue obiezioni invitando la Corte a riconoscere la sua incompetenza e ad accettare la legittima suspicione che infirmerebbe il suo giudizio . Gli risponde con tagliente ironia il procuratore generale , Hausner : se la difesa dell ' imputato cerca giudici di serenità e distacco di fronte a un delitto come il genocidio , è da temere che non li troverà né in questo né in un altro pianeta . Il popolo di Israele , atrocemente colpito dai delitti nazisti , ha pieno diritto di giudicare í colpevoli nazisti . La dichiarazione scritta dell ' imputato fu rilasciata spontaneamente . Nulla vieta alla giustizia di proseguire il suo corso . Alle 13 l ' udienza viene sospesa per proseguire alle 16.30 . L ' udienza pomeridiana si inizia alle 17 . Eichmann , attendendo l ' ingresso della Corte , ha scritto un biglietto che ha consegnato al suo difensore Servatius . Egli appare , come stamane , calmo e attento . Ogni tanto tira fuori da una tasca interna della giacca un fazzoletto bianco , si asciuga le labbra e il mento , e poi lo ripiega con cura . Il presidente invita il procuratore a concludere la sua risposta alle obiezioni della difesa . « La difesa » dice il procuratore « sostiene che questo processo ha , come premessa , un rapimento , cioè un atto illegale . E ne deduce che anche il processo è illegale . Come dimostra un ' ampia casistica , questa deduzione è già stata respinta dalle Corti supreme di molte nazioni civili . Anche ammessa la colpa di Israele nel rapimento di Eichmann non viene meno íl diritto di Israele , una volta che Eichmann è nel suo territorio , a giudicarlo . Io dico che è del tutto irrilevante stabilire in quali circostanze Eichmann fu condotto in Israele . L ' unica cosa importante per Israele è di giudicarlo per i milioni di ebrei che ha sterminato nei 180 campi di concentramento organizzati dalla Germania nazista . Per questa Germania egli non fu , come sostiene il suo avvocato , un funzionario di second ' ordine . In questa Germania egli ebbe il compito , come dimostreremo , di " liquidare " gli ebrei ed altri popoli " inferiori " . Quanto alla colpa di Israele , per ciò che si riferisce al rapimento di Eichmann , ricordo a questa Corte , che Israele ha già risolto la questione con l ' Argentina mediante trattative diplomatiche . Un documento pubblicato a Gerusalemme e a Buenos Aires , da entrambe le parti , afferma che il " caso Eichmann " è considerato chiuso . L ' udienza è rinviata a domattina alle 9.»