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Quello che è cambiato nel cattolicesimo ( Jemolo Arturo Carlo , 1977 )
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Si parla a sufficienza della Chiesa , ma considerando soltanto la sua azione sociale o politica ; una minima parte di quanto si è scritto anche su religiosi di grande prestigio , don Mazzolari , padre Bevilacqua , don Milani , non analizza l ' essenza della loro fede . È quasi un luogo comune che la Chiesa con Giovanni XXIII e Paolo VI ha subìto una svolta , ma questa svolta consisterebbe nel non pretendere più privilegi , rivolgersi ai popoli più che ai governi , soprattutto prospettare in primo piano la questione sociale , essere la Chiesa dei poveri , abbandonare , come si è fatto con la Populorum progressio , il secolare concetto della proprietà privata diritto naturale , che il legislatore doveva rispettare . Non mi consta che si analizzi mai ciò ch ' è mutato nella religione non solo degl ' italiani , ma direi di tutti gli occidentali ; né se ne troverebbe traccia in documenti ufficiali ; dove come in passato è raccomandato non solo il culto a Maria , ma la devozione al S . Cuore , la recita del Rosario , celebrate le rivelazioni di Fatima . Eppure chi sia abbastanza vecchio per ricordare quella ch ' era al principio del secolo la fede diffusa nella massa dei credenti ( che forse neppure allora costituivano la maggioranza degl ' italiani ) , soprattutto quella ch ' era la fede degli umili , si accorge dei cambiamenti . Era un cattolicesimo in cui il Dio Padre era lontano , poco invocato , cui si parlava attraverso gl ' intermediari , soprattutto la Vergine ed un gran numero di santi , tra cui era dato scegliere il proprio intercessore . Una fede semplice , cui non a torto si rimproverava molto antropomorfismo ; si credeva in una sopravvivenza , ma come una continuazione della vita presente ; un cattolico credeva nelle sofferenze sensibili e senza fine dell ' Inferno , nelle anime purganti per cui si prega e che pregano per noi , in un Paradiso in cui ci si ritrova ancora con gli affetti della vita terrena ; quando si consolava chi piangeva sulla salma di una persona cara , dicendogli : « Tra qualche anno vi ricongiungerete » , si pensava proprio al figlio che ritrova la madre , e conversa con lei , ed ancora le chiede perdono dei suoi mancamenti , allo sposo che ritrova la sposa , i genitori , il figlio . L ' intimo sentire non era un confondersi in Dio , ma un ritrovare proprio le persone care ; qualche anno , e poi di nuovo la famiglia riunita . Un aldilà , lo si concepiva ancora con i colori , le forme , i suoni che ci sono noti ; in un culmine di bellezza cui non possiamo arrivare , ma sempre forme , sempre colori , sempre suoni . I veri credenti erano certi che le indulgenze abbreviano l ' espiazione nel Purgatorio , che l ' assoluzione riporta nello stato di grazia , che il sacerdote ha dei poteri carismatici e può quindi quello che nessun altro uomo può , rimettere i peccati ; gli ortodossi ritenevano esservi una sola via , quella della Chiesa cattolica per giungere a Dio . Cosa rimane di questo , anche in un giovane iscritto all ' Azione cattolica ? Non gli darebbe molestia vedere una di quelle immaginette , tanto diffuse allorché ero bambino , le anime purganti che emergono con metà del corpo da un mare di fiamme , giungendo le mani e levando gli occhi ' al cielo ? O ritrovare in un vecchio libro una delle storie edificanti che si leggevano allora , il bambino morto che alla domanda pressante dei genitori se è in Paradiso , risponde che è all ' Inferno perché è morto dopo aver commesso un atto impuro ? Ripeto , nulla è cambiato nel dogma , nell ' insegnamento ufficiale ; ancora pochi giorni fa una signora mi diceva che un confessore le aveva negato l ' assoluzione s ' ella persisteva nel non credere nell ' Inferno ( non gliel ' avrebbe negata se lo accettava , ma pensava ad un carcere senza detenuti ) . Ma anche nel Credo non si parla più di discesa di Cristo all ' Inferno , e quando sento da ottimi sacerdoti le spiegazioni del Vangelo odo parlare sì di vita eterna , di ricongiungersi con Dio , ma non già quel ritrovarsi proprio in una continuità degli affetti terreni , anziché come scintille che ritornino ad una grande fiamma ; e se pure continuino ad annunciarsi certe indulgenze , come quella della Porziuncola , non sento mai accennare alle indulgenze che abbrevierebbero le pene delle anime purganti ; mentre la facilità delle riduzioni allo stato laicale , il non considerare più il sacerdote che gettava la veste e passava al matrimonio come un disertore , un reietto , non può ( accompagnata all ' abbandono dell ' abito talare , alla stessa trasandatezza frequente del rito ; non più il chierichetto in cotta , che faceva suonare ad un certo momento il campanellino ) non avere diminuito un po ' la figura del sacerdote cui si baciava la mano . Una purificazione del cattolicesimo da troppe scorie inseritesi nei secoli , d ' accordo ; direi anche cattolicesimo più consono alla ragione umana , che se qualcosa può proclamare è il proprio limite ; non può né provare né negare l ' esistenza di un mondo fuori dell ' ambito dell ' uomo chiuso nei suoi sensi ( gli argomenti dimostrativi di questa esistenza poggiano tutti sempre nella cerchia della ragione , cioè della presumibilità che l ' ordinamento umano in cui viviamo abbia caratteri che non possono essere non comuni a quello in cui resusciteremo : effetto che richiama una causa , sviluppo che deve portare ad una mèta , niente senza una ragion d ' essere ) , e meno che mai conoscere quale sarebbe la condizione dell ' uomo che più non fosse tale ; il credente è tale per la fede , e già Dante ammoniva sui limiti del conoscibile , sulla non sostituibilità della fede , ché se no , d ' uopo non era partorir Maria . Ed ancora esortazione all ' uomo che il vero modo di onorare Dio è operare bene , prodigarsi per i fratelli , non pensare a sé , che è la spiegazione dell ' evangelico e misterioso - chi ama la sua vita la perde , e chi odia la sua vita in questo mondo , la conserverà per la vita eterna - ; esortazione ad un comportamento che è certo d ' interesse generale , che permette di collaborare credenti e non credenti ; e già i migliori sacerdoti da tempo predicavano contro il voler ridurre la religione a « sentimento » . Tutto questo è vero ; prendiamo atto di questo tacito mutamento anche con soddisfazione ; ma non disconosciamo che quella che pare scomparsa era la religione dei poveri in spirito prediletti nel Vangelo , e che non è dato supporre un Dio che non accogliesse come una preghiera innalzata a lui quella diretta al santo protettore da una data malattia , o il rosario recitato , storpiando le parole latine , dalla povera vecchietta . Né so pensare ad un Cristo che amando i poveri in spirito , non sia stato l ' intercessore presso il Padre quale fosse la loro preghiera , non gradisse il cuore d ' argento che appendevano per la grazia ricevuta .
StampaQuotidiana ,
Ho accennato al Croce la lugubre visione di alcuni che considerano assai pericoloso il momento politico - elettorale , al quale ci avviciniamo . Pericoloso ? ( mi ha risposto ) . Non mi pare . E certamente non mi pare che sia più pericoloso di altri che abbiamo vissuti da un decennio in qua . Del resto , la mia capacità di commozioni si è assai attutita dopo il novembre del 1917 . Niente di quanto è accaduto poi , mi è parso degno di muovermi nelle più intime fibre come l ' irruzione dello straniero in Italia : tutto mi è parso lieve a sopportare , riportandomi a quel termine di confronto . Ma che cosa prevede circa l ' effetto del prossimo movimento elettorale ? Lascio le previsioni a chi si diletta a questa sorta di giuoco , e formo invece un augurio : l ' augurio che sia largamente sentita la necessità di non compromettere l ' opera intrapresa di restaurazione politica . Il governo presente , col fatto , come i precedenti col desiderio e col lamento , fa intendere che non si può governare senza una maggioranza , e chiede che il paese gli dia una compatta maggioranza . Bisogna procurare di dargliela . Pure , il nuovo sistema elettorale sembra ad alcuni cercar di desumere dagli atti del fascismo la filosofia , o almeno la tendenza morale nuova , che si dice implicita in esso , e , quantunque abbia qualche pratica e qualche abilità in coteste analisi e sintesi logiche , in coteste riduzioni ai principi , questa volta non sono venuto a capo di nulla . Temo che il nuovo pensiero non ci sia , e credo che non ci sia perché non possa esserci . Insomma , Ella , piuttosto che alle ideologie , guarda alla novità dei fatti . E ciò particolarmente trattandosi di giovani ... Proprio così . E la gioventù è bella e feconda di bene . Vorrei concludere : « Peccato non essere tutti giovani ! » , se non avvertissi che questa sarebbe un ' esclamazione rettorica . Ci vuole , al mondo , il giovane e il non giovane : ci vuole l ' impeto e la riflessione , e non bisogna temere che l ' una cosa sia per nuocere all ' altra .
Modigliani e i livornesi ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
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I dati anagrafici degli artisti di statura universale hanno sempre un interesse relativo . I grandi ingegni finiscono con l ' appartenere al mondo e il loro luogo di nascita o di morte diventa , più che altro , materia di « quiz » . È però diritto dei loro concittadini non soltanto onorarne la memoria , ma anche andarne orgogliosi . Può essere ingenuo , ma è umano . In questi giorni í livornesi sono in fermento perché hanno appreso che il regista francese Jacques Becker , lo stesso che girò il bellissimo Casque d ' or , ha completamente dimenticato l ' origine livornese di Amedeo Modigliani , nel film Montparnasse 19 . Non basta . Becker non ha neppure ricordato che il « pittore dei colli lunghi » era italiano . Alcuni mesi or sono , il bergamasco Geo Renato Crippa , che fu il braccio destro dell ' onorevole Pacciardi e oggi si presenta candidato repubblicano nella circoscrizione Livorno - Pisa - Lucca - Carrara , fu messo alla presidenza dello speciale ente turistico che dovrebbe valorizzare la provincia di Livorno , con particolare riguardo per l ' isola d ' Elba . Crippa è un omone dalla voce tonante e dalla gesticolazione fastosa . Sarebbe un perfetto demagogo ottocentesco , se ogni tanto non lasciasse lampeggiare faine d ' ironia . Ha preso molto a cuore la sua missione toscana e fu lui , fra l ' altro , a ottenere dai produttori di Montparnasse 19 che il film venisse presentato a Livorno in prima mondiale assoluta . Intanto , si stava organizzando una vasta mostra delle opere di Modigliani , abbinata a quella di Giovanni Fattori , della cui morte ricorre quest ' anno il cinquantenario . Dimenticando l ' italianità di Modigliani , Becker non si è certamente comportato da scrupoloso biografo . D ' altra parte , si sa che i francesi sono maestri nel nazionalizzare tutto ciò che valorizzano . Ma anche i livornesi , in questa circostanza , possono strillare fino a un certo punto . Hanno dedicato una strada della loro città ad un artista aulico e mediocre come Corcos , ma non hanno mai onorato , neppure con un vicolo , la memoria di Modigliani . Se non fu possibile farlo negli anni della campagna antiebraica , era doveroso provvedervi dopo il '45 . Non vi ha pensato neppure Furio Diaz , marxista di vedute piuttosto larghe , che fu per otto anni sindaco della città . Il nuovo regolamento americano per il pagamento delle imposte contiene un paragrafo di 212 parole . Un senatore ha annunciato che pagherà di tasca propria le imposte del cittadino che per primo dimostrerà di averne capito il senso .
La famiglia cambia ( Jemolo Arturo Carlo , 1973 )
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L ' art. 315 del vigente codice civile suona : « Il figlio , di qualunque età sia , deve onorare e rispettare i genitori » . Nel progetto unificato di modifiche al diritto di famiglia scompare l ' onorare e si menziona l ' obbligo del figlio , finché viva in seno alla famiglia , di contribuire ai bisogni di questa in proporzione alle sue sostanze e al suo reddito . La scomparsa dell ' onorare è priva d ' importanza pratica ; il legislatore non può ispirare sentimenti . Ma è una delle modifiche al codice inserite nel progetto che coglie un giovane professore , Ennio Russo , nella sua introduzione « Le idee della riforma del diritto di famiglia » ad un volume di studi in argomento , opera dell ' Istituto di diritto privato della Università di Messina . La monografia del Russo , che si distacca da troppe altre lette in questi anni , afferma che la disciplina data in passato dai codici alla famiglia legittima intendeva proteggerla come centro politico elementare , come depositaria di valori ( così l ' idea di Patria ) , che premeva al legislatore di conservare ; mentre anche la trasmissione ereditaria di patrimoni rispondeva ad una concezione politica . Mutata questa , lo Stato attenua la protezione della famiglia legittima , e tende sempre più a parificarle la famiglia nascente dall ' adozione e quella naturale . Appare così che la famiglia non è istituto naturale , ma il concetto di famiglia varia storicamente secondo gl ' interessi fondamentali della comunità . Oggi la famiglia non costituisce più una remora per i suoi componenti ; i partiti possono tutti consentire nel vedere scemare la protezione alla famiglia , perché essa non assicura più neppure un gruppo omogeneo di voti . L ' interesse del legislatore è ora volto ai singoli , non al gruppo familiare ; la famiglia viene regolata nell ' interesse dei singoli , lo Stato cessa di proteggere i rapporti familiari quando essi non realizzino più l ' interesse del soggetto al libero dispiegamento della propria personalità . Quindi il gruppo familiare deve potersi disgregare se non realizzi più la tutela dei diritti ed interessi degli appartenenti . Non ci sono interessi della famiglia che non siano interessi dei coniugi o dei figli ; un potere familiare non può venire concepito se non come strumento per l ' adempimento di doveri : tra cui primeggia quello della educazione dei minori : si recidano i vincoli di sangue se altre formazioni sociali possano meglio occuparsi della formazione del bambino . Ma la prole è elemento che non sempre esiste e comunque provvisorio nella famiglia , che è eminentemente società coniugale ; sicché la tutela della dignità , e soprattutto del lavoro della donna , è punto fondamentale nella riforma del diritto di famiglia . Che il Russo , il quale peraltro ricorda che in materia il diritto entra in funzione quando non operano più gli affetti , sintetizzi felicemente la ispirazione del progetto , mi pare certo , e convengo che in tutti questi punti coglie bene la realtà della famiglia odierna e delle preoccupazioni legislative , che spesso non si osa formulare . Questo suscita in me molte considerazioni . È difficile parlare di tendenze individualiste o invece di annullamento dell ' individuo nel gruppo , in una data epoca . Oggi anche se molto anticonformismo sia in realtà un conformismo di opposizione al passato , c ' è una diversità di opinamenti su ogni punto quale non si dava in altri periodi ; non scorgo un solo postulato in cui tutti convengano . E , quando non crolla , s ' indebolisce il più vecchio gruppo , la famiglia : prevalenza individualista , si direbbe . Ma viceversa nei contrasti del mondo del lavoro , non c ' è che il gruppo : è quasi impossibile al singolo affermare una volontà in contrasto con quella del sindacato , dell ' ordine professionale . Preoccupazione saliente è certo l ' educazione dei bambini , dei ragazzi , a prescindere da come poi si attui questa educazione ; invece s ' accetta che con l ' adolescenza , con la prima giovinezza , il figlio abbia diritto di staccarsi anche materialmente , con una abitazione a sé , dalla famiglia , e non debba più dipendere in alcun modo da questa . I legami si allentano fino a rompersi . Non posso non ricordare che questo avviene negli animali ; cagne e gatte sono mamme amorosissime con i piccoli , ma poi li ignorano una volta divenuti adulti . Che l ' incesto non ispiri più l ' orrore che un tempo ispirava indistintamente a tutti , mi pare anche un segno di questo ritorno verso l ' animalità ; contrassegnato poi anche dalla indifferenza verso i vecchi , dallo svanire di ogni pietà verso di loro : si vide mai un cane od un gatto soccorrere il vecchio genitore ? Non riesco a convincermi che sia una mia fantasia morbosa quella di una parabola dell ' umanità che ritorna verso le origini . È vero che non ha più peso l ' idea della famiglia società naturale , come definisce la famiglia legittima l ' art. 29 della Costituzione . Ciò porge adito ad altra osservazione . Si disse ampiamente che nel redigere la Costituzione la Democrazia cristiana era riuscita a fare accogliere in essa le concezioni fondamentali della dottrina cristiano - sociale , che appunto aveva alla sua volta recepito le idee dei teoretici cattolici del diritto naturale , padre Taparelli , padre Liberatore , i quali affermavano i diritti delle società naturali , e la tirannide dello Stato che non li rispettasse : la famiglia non era che la prima delle società naturali , poi venivano le cerchie territoriali , così i Comuni . A distanza di un quarto di secolo non mi pare che resti più nulla di una posizione del partito di maggioranza relativa in difesa di queste concezioni . Esso è certo fra tutti i partiti quello che ha mutato di più i propri orientamenti , pure conservando alcuni degli uomini delle origini ( e non di secondaria importanza ) , e non perdendo quelli che sopravvivono dei suoi originari elettori . Ciò che induce a riflessioni su quel che è il partito e soprattutto su quella che è oggi la partecipazione del popolo alla vita politica . Per tanti elettori il partito è quel che rappresenta per il cliente il nome di un ' affermata ditta commerciale ; non si chiede al partito quali siano oggi i suoi propositi , quali le posizioni prese negli ultimi anni , non si giudica ; basta quel nome . Torniamo alla famiglia . Non idealizzo la famiglia tradizionale ; so come spesso sotto l ' apparente concordia fervevano avversioni profonde , gelosie tra fratelli e sorelle , incomprensioni , come l ' essere la famiglia centro d ' interessi patrimoniali portasse anche ad odi feroci a proposito di eredità o di divisioni . La stessa solidarietà familiare quando esisteva diveniva talora omertà , diniego del diritto altrui . Tuttavia da quell ' idea del vincolo obbligatorio , del legame di sangue , diciamo pure dal mito della società naturale , si sviluppavano non di rado devozioni profonde ( anche tra coniugi uniti in origine in matrimoni combinati , senza un amore iniziale ) , affetti delicati ; l ' individuo trovava nella famiglia il conforto di cuori fratelli , quell ' armonia dei sentimenti , quelle stesse vibrazioni delle emozioni , che vale molto più della comunanza d ' idee : ho presenti fratelli e sorelle che si sostennero con infinita carità per il corso di una lunga vita . La famiglia non provvisoria , che legava ancora i figli cinquantenni ai genitori in tarda età , la famiglia larga , che comprendeva zii e cugini , era stata una bella conquista dell ' umanità , elevandosi al di sopra delle specie animali .
StampaQuotidiana ,
Ho chiesto al senatore Croce il permesso di pubblicare una nostra conversazione sugli attuali avvenimenti politici italiani . Il Croce si è mostrato dapprima restio , e per persuadermi mi ha detto : Nella mia qualità di letterato sono costretto a scrivere molto ed anche a polemizzare in difesa delle mie idee . Non voglio aumentare la somma del mio scrivere e parlare , occupandomi anche degli avvenimenti politici del giorno , per quanto gravi e importanti come gli attuali . Ma io ho insistito . La parola di un uomo di alto intelletto e di grande autorità come il Croce può giovare non poco in questo momento , e aiutare il fascismo a trovare la strada buona nel supremo interesse della patria . Ed egli ha finito per cedere . Voi sapete mi ha detto il Croce che io ho sempre sostenuto che il movimento fascistico fosse sterile di nuove istituzioni , incapace di plasmare , come i suoi pubblicisti vantavano , un nuovo tipo di Stato . Perciò esso non poteva e non doveva essere altro , a mio parere , che un ponte di passaggio per la restaurazione di un più severo regime liberale , nel quadro di uno Stato più forte . Doveva rinunziare a inaugurare una nuova epoca storica , conforme ai suoi vanti ; ma poteva ben soddisfarsi della non piccola gloria di ridare tono e vigore alla vita politica italiana , cogliendo , per merito dei già combattenti , il miglior frutto della guerra . Per altro , questo vostro giudizio fu vivamente contrastato . Già , e i giornali fascisti si misero alla ricerca di quello che era o doveva essere l ' ideale proprio del fascismo , il nuovo Stato fascistico , le nuove originali sue istituzioni , e via dicendo . Chiacchierarono molto , ma dettero , in via negativa , la conferma della giustezza del mio giudizio , che era poi il giudizio del buon senso . Cosicché voi ritenete che i recenti avvenimenti lo abbiano convalidato ? È accaduto quel che dice il noto « latinorum » , che voglio risparmiarvi : cioè che i fati conducono il volenteroso e trascinano chi non vuole . Quel che non era stato possibile iniziare con savia preveggenza e dando prova di moderazione , è stato imposto da una sollevazione della pubblica coscienza innanzi a un orribile delitto . Delitto che , come gli altri delitti di quella sorta , sconvolge e ferisce il nostro cuore umano , ma che ha poi come tutti hanno sentito qualche cosa di specificamente politico , essendo significativo di un errato indirizzo , che nel suo estremo porta a conseguenze come queste . Come intendete questa connessione ? In un modo semplicissimo . Poiché il fascismo non è in grado di creare un nuovo assetto costituzionale e giuridico che sostituisca l ' assetto del liberalismo , deve reggersi con quegli stessi procedimenti violenti con cui è sorto , perpetuando ciò che doveva essere occasionale e transitorio . E nella serie di questi procedimenti violenti non si può determinare esattamente a qual punto ci si debba fermare . Le ingiurie e le violenze appartengono a una stessa serie e trapassano le une nelle altre per gradazioni più o meno sensibili . Abbiamo udito quel che dicevano alcuni fascisti : « Queste cose non sono certamente belle , appartengono alle passività del fascismo ; ma di fronte c ' è l ' attività , il mantenimento del fascismo stesso come salute d ' Italia » . E vi sembra che vi siano segni di un ritorno al regime liberale ? Non si poteva aspettare , e neppure desiderare , che il fascismo cadesse a un tratto . Esso non è stato un infatuamento o un giochetto . Ha risposto a seri bisogni e ha fatto molto di buono , come ogni animo equo riconosce . Si avanzò col consenso e tra gli applausi della nazione . Sicché , per una parte , c ' è , ora , nello spirito pubblico , il desiderio di non lasciar disperdere i benefici del fascismo , e di non tornare alla fiacchezza e all ' inconcludenza che lo avevano preceduto ; e dall ' altra , c ' è il sentimento che gl ' interessi creati dal fascismo , anche quelli non lodevoli e non benefici , sono pur una realtà di fatto , e non si può dissiparla soffiandovi sopra . Bisogna , dunque , dare tempo allo svolgersi del processo di trasformazione . Questo il significato del prudente e patriottico voto del Senato . A proposito . C ' è chi si dice alquanto meravigliato del voto , dato da voi , favorevole all ' ordine del giorno di fiducia , essendo noti i vostri convincimenti , che anche ora riaffermate . Vi sono voti che si danno come di slancio ed altri che si danno dopo avere lungamente ponderato il pro e il contra : voti di entusiasmo e voti di dovere . Per me , e credo per moltissimi altri senatori , quel voto di fiducia è stato un voto di dovere . Anche i più gravi discorsi degli oppositori , come quelli dell ' Albertini e dell ' Abbiate , sembravano indicarci la via media , a cui ci siamo attenuti , reprimendo le nostre tendenze personali . Voi parlate di un processo di trasformazione del fascismo , che si è iniziato , e che la libera stampa deve spingere innanzi ; ma non vi pare che , piuttosto che di trasformazione , si debba parlare , in questo caso , di dissoluzione del fascismo ? Ciò dipenderà dalla saggezza e dalla intelligenza e dalla volontà dei migliori componenti del fascismo . Se essi comprenderanno l ' ineluttabilità del ritorno al regime liberale , sapranno salvare il fascismo come un elemento forte e salutare della futura gara politica . E avranno distrutto un labile fascismo dittatorio per crearne uno duraturo . Credete che questo processo di dissoluzione o di trasformazione sarà rapido ? Chi può dirlo ? L ' imprevedibile può accelerarlo o ritardarlo . E poi in Italia c ' è , ora , scarsezza di uomini politici ; e questo è un serio impaccio . Scarsezza ? Non mai , come negli ultimi anni , si sono richiesti e si sono avuti dalle Camere tanti ministri e tanti sottosegretari di Stato . È una vera età ferace di uomini politici nuovi ... Nuovi : dite bene , e la vostra ironia è a posto . Io parlavo dei non nuovi , dei vecchi . Se la gente ha provato tanta antipatia contro i nuovi ricchi , i ricchi improvvisati , consentite a me di provare qualche diffidenza verso l ' altro prodotto del dopo guerra , verso i nuovi politici improvvisati . Le elezioni del '19 , e peggio ancora quelle del '24 , hanno privato la vita politica italiana di un gran numero di uomini esperti , di fedeli servitori dello Stato , che non si sa come sostituire , e che bisognerebbe richiamare ... Il Croce ha continuato : Ne volete una prova ? Io sono stato nel gabinetto Giolitti nel '20-'21 , e rivedo in immaginazione il tavolino intorno al quale sedevamo . Lo rivedo ; e che cosa vedo ? Otto dico otto di quei ministri , ancora validi , o addirittura ancora giovani , e tutti provetti parlamentari , non appartengono più alla Camera . Otto : il Facta , il Meda , il Bonomi , l ' Alessio , il Raineri , il Fera , Luigi Rossi ed il Peano . Il quale ultimo , esso solo , è passato al Senato . Non vi pare che ciò debba dare alquanto da pensare ? l ' Italia così ricca di uomini capaci , da far getto di questi ?
Dieci naufraghi ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
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Ecco l ' ultima storia di Fernand Daly . Dieci naufraghi si trovano su una zattera in balia dell ' oceano . Situazione doppiamente tragica : lontani centinaia di miglia dalla costa più vicina e neppure una briciola di cibo . I disgraziati cercano di farsi coraggio , alzano una specie di vela mettendo assieme camicie e mutande , e vanno verso chissà dove sul filo di un vento leggero . Passano quattro giorni . La fame diventa insostenibile . C ' è poco da fare . Proprio come nelle storielle di naufraghi , bisogna che uno si rassegni a lasciarsi mangiare . In un terribile silenzio , i dieci tirano la paglia . Quello cui toccherà la più corta dovrà sacrificarsi . La sorte punta il dito sul più giovane della compagnia , un ragazzo di quindici anni . Per tre o quattro giorni la fame è placata . Di terra , neppure l ' ombra . Al quinto giorno , i nove stomachi ricominciano a urlare , invocando cibo . Si cerca di resistere , di rimandare un altro tragico sacrificio ; ma viene presto il momento di scegliere un ' altra vittima . A questo punto , il naufrago più autorevole dice : « Propongo una variante . Invece di tirare la paglia , visto che l ' altra volta è toccata al più giovane , io direi di mangiare senz ' altro il più vecchio » . La proposta è accettata con entusiasmo da tutti , meno dal più vecchio : un signore sui sessanta , che se ne sta seduto su una grossa cassa , al centro della zattera . « Un momento » dice costui : « non perché voglia negarvi la mia fraterna collaborazione : ma prima di mangiar me , non sarebbe meglio che aprissimo questa cassa di carne in scatola su cui sto seduto ? » Un coro sdegnato accoglie queste parole . « Carne in scatola ? Ma come , vecchio mostro ! Sapevate che la cassa è piena di scatolette e siete stato zitto ? E avete permesso che quel povero ragazzo , l ' altro giorno , si sacrificasse ? Come è possibile tanta infamia , tanto cinismo ! » « Cosa volete , ragazzi » , fa il vecchio con un certo imbarazzo . « A me la carne in scatola fa venire l 'orticaria...» Una squadra di demolitori , ad Alessandria , negli Stati Uniti , ha buttato giù mezza casa del signor Paul Davis , prima di accorgersi d ' aver sbagliato edificio .
Scuola: grande accusata ( Jemolo Arturo Carlo , 1974 )
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La grande accusata è la scuola classica . Anzitutto dal lato politico : la scuola dei signori . Lo è stata , lo è ? Non certo per gl ' insegnanti , di solito persone che vivevano di un gramo stipendio ( ricordi di Augusto Monti : il fratello impiegato privato guadagna quasi il doppio di lui , giovane professore ; il cognato viaggiatore di commercio circa cinque volte ) ; ma neppure per gli studenti : la frequentavano convittori di collegi di orfani retti da istituti di beneficenza o mutualistici . Però era quella che dava , essa sola - oggi non è più così - accesso a tutte le facoltà universitarie ; mentre in proprio non rilasciava alcun titolo , non si usciva né ragioniere né geometra né maestro . Ma che laureato equivalesse a signore sarebbe stato difficile dimostrare . Tuttavia in un certo senso l ' appellativo aveva qualcosa di vero ; nei pochi casi in cui la scuola classica riusciva a plasmare , dava vita a quel tipo di honnéte hommi , che si riscontra nella nobiltà di toga e nella buona borghesia della Francia di Luigi XIV ; l ' uomo che si compiace dei classici , che ammira il mondo grecolatino , per cui il riposo è la lettura di Platone o di Orazio ; se passa ai moderni , si compiace di Montaigne o Pascal . La scuola classica , fuori dell ' ambito dei professori , produsse questi appassionati della classicità : il clinico Domenico Majocchi ed il grande avvocato e presidente della Banca commerciale Camillo Giussani , ad esempio . Difficile concepire uomini tali capaci di mescolarsi al popolo che trepida negli stadi o dinanzi ai televisori quando riproducono campionati , in genere di partecipare alle schiette manifestazioni di entusiasmi popolani . Ma erano rari parti della scuola classica ; io ne uscii incapace di comprendere una satira di Orazio se non edita con molte note ; altri imbottiti solo di ricordi grammaticali e sintattici . In effetto per pochi la scuola raggiungeva l ' effetto di dare la bella armoniosa visione del mondo classico , una sia pur non dettagliata comprensione del miracolo del pensiero greco , delle altezze dell ' epica omerica , di ciò che aveva rappresentato Roma nell ' arte di governare e nella creazione del diritto . Tra i sei ed i dieci anni possono impressionare episodi fiabeschi leggendari , gl ' inganni di Ulisse , Laocoonte , Polifemo , Muzio Scevola ed Orazio Coclite , ma solo prossimi ai vent ' anni giovani non eccezionali sono in grado di rendersi conto di quel che fu il mondo classico e le sue ricchezze . Gli anni ingrati in cui si percorreva il ginnasio e s ' iniziava il liceo erano i meno atti per quella comprensione ; ed il Cicerone a tutto spiano che si faceva digerire era il testo meno acconcio per raggiungere la visione della classicità . Inoltre pochi erano gl ' insegnanti , anche perché assillati dai programmi e dalla infausta traduzione dall ' italiano in latino , in grado di presiedere ad un così difficile compito . Non è a stupire che talora desse maggiori frutti l ' insegnamento del greco , iniziato più tardi , già nella prima espansione della adolescenza . Veramente il male della scuola classica era quello che sarà comune ad una scuola unica che si voglia protrarre fino alla Università , di voler preparare a tutte le vie : ciò che implica non preparare adeguatamente per nessuna . Le letterature straniere non vi avevano alcun posto ; s ' imparava una lingua straniera , ma non in grado di parlarla , e spesso su testi vecchi di tre secoli , con tempi e modi ora in disuso , sicché un romanzo contemporaneo appariva ricco di parole ignote . La matematica , la chimica , la fisica erano insegnate in modo da formare l ' uomo di discreta cultura , ma chi s ' iscriveva poi a quelle facoltà doveva ricominciare da capo . Tuttavia l ' allievo che non avesse trascorso proprio inutilmente quegli anni , si era formato un abito logico , l ' attitudine al ragionamento , buona per qualsiasi disciplina . Se ora si guarda all ' avvenire , sono persuaso che sarebbe nefasta la continuazione della scuola unica ; a meno di prolungare ancora , contro tutte le tendenze dei giovani , che oggi vogliono sposarsi presto , i corsi scolastici , con bienni pre - universitari dove finalmente si avesse una selezione . Dubito molto della riforma che consente ogni iscrizione universitaria con qualsiasi preparazione scolastica ; credo nella utilità dei licei scientifici , degl ' istituti tecnici , delle magistrali . Ma la scuola classica ha a morire ? Proprio l ' Italia deve abbandonare un ramo di studi che ha eletti cultori nelle Università americane , in quelle di lingua inglese e tedesca , che neppure la Russia ha condannato ? Considererei una vera vergogna per l ' Italia la morte della scuola media superiore classica ; ma dovrebbe cessare di essere la scuola che apre tutte le porte , divenire quella per i futuri insegnanti di greco e di latino , archeologi , studiosi di storia antica . Quindi trenta o quaranta licei classici , con cinque anni di corso , sarebbero sufficienti ; il latino si può imparare in cinque anni come il greco , specie se s ' inizia lo studio non a dieci od undici anni , ma a quattordici . Occorrerebbe però che tutta la scuola classica fosse orientata in vista di questo suo specifico fine . Due lingue moderne , ma insegnate col preciso scopo d ' insegnare a leggere lavori di storia e di critica ; non la ricchezza del vocabolario che occorre possedere per leggere un romanzo contemporaneo , non finezze grammaticali . Una matematica volta soprattutto a far comprendere la profondità , le intuizioni , lo spirito di analisi del pensiero greco ; una letteratura italiana con il continuo raffronto dei greci e dei latini , che illustri , ad esempio , quel che può ravvisarsi di comparabile al romanticismo in dati scrittori greci e romani . E storia non di soli avvenimenti , ma di quel che fu per gli antichi il senso della storia , del succedersi degli eventi umani ; la loro idea del fato ; una adeguata illustrazione delle religioni dell ' antichità , dell ' elemento eterogeneo e da respingere che furono per i romani i culti orientali . Occorrono certo insegnanti di prim ' ordine per un tale compito ; ma se i licei classici sono nel numero esiguo che ho accennato , si trovano ; penso soltanto alla Facoltà di Torino ed a quel suscitatore di passione per la romanità che è Italo Lana . L ' obiezione che prevedo è questa : può un ragazzo di quindici anni scegliere una via con così pochi sbocchi come quella che indico ? Penso che sì , e so poi che ad ogni età si possono compiere scelte sbagliate ; anche i matrimoni dei quarantenni possono contenerle . Ma il peggio nella vita è non saper mai effettuare delle scelte .
TASTIERA 1 ( BALDINI ANTONIO , 1940 )
StampaQuotidiana ,
Un pomeriggio di sabato passavano in bicicletta frotte chiassose di ragazzi e ragazze avviate fuori porta . Era con me un vecchio compagno d ' università e stavamo rivangando i giorni di prima dell ' altra guerra . Quale mancanza d ' iniziative ! quante mai ore fermi a discutere sulla porta della Biblioteca Nazionale ! E il discorso cadde sulle ragazze d ' allora . Ai nostri tempi , ricordi ? , era un gran passeggiare sotto le finestre . E qualche volta quelle brave figliuole abitavano agli ultimi piani ! Anche maturotte , non uscivano di casa se non accompagnate dalla mamma o dal fratello . E seppure si riusciva a fermarne una , a sola , per la strada , quanta fretta ! Subito parlare con papà e mammà . Altrimenti niente ( o pochissimo ) da fare . Ancora c ' era un sacrosanto orrore per gl ' impieghi femminili : Roma fu una delle ultime città ad arrendersi , e si arrese , si può dire , per fame . Studenti torinesi e bolognesi , o ci raccontavano delle fandonie , o effettivamente dovevano durare assai meno fatica di noi a far breccia nelle coetanee . Davamo la colpa al papa . E tutte queste bionde , di dove son venute fuori ? Ai nostri tempi , ricordi ? , non se ne vedeva una , o non erano romane . Con questa bella novità il panorama della città è profondamente alterato . Roma portava ancora integro il vanto delle belle more , come per il passato , quando tutte le Memorie dei viaggiatori erano piene delle lodi della chioma corvina delle donne romane . Ma tu fa caso come in effetti sia stonata la bionda aureola intorno al grugnettaccio risentito di quella carbonaretta di Trastevere che attraversa adesso in strada ... Ai nostri tempi ! Un momento . Tutt ' altro che nostro , quel tempo . Roma è stata sempre una città piuttosto matrimoniale . La galanteria vi attacca poco . Lo sanno gl ' intraprendenti fastidiosi che cosa possa uscire da quelle rosee labbra ... È nota la uscita della bella trasteverina alla quale lo scultore Dupré , nuovo di Roma , ronzava troppo accosto per meglio ammirarla . Gli si fece addosso con lo spillone tolto ai capelli chiedendo : Sor paino , che ve puzza ' l campà ? Fiera e pudibonda la ragazza romana s ' era mantenuta fino a quei nostri tempi : e per difesa della sua pudibonderia , magari anche un po ' sguaiata . « Ecco mi sorrida , e mi dica una soave ingiuria in romanesco » : con tali parole il Carducci ( che nuove ricerche e nuovi documenti ci mostrano assai più ardito e concludente in approcci femminili che prima non si supponesse ) stuzzicava una bella romana : l ' Adele Bergamini . Il matrimonio , dicevo , a Roma si succhia nell ' aria . Ne fece assaggio Gustavo Flaubert , scapolo scapolorum , di passaggio per Roma la Settimana Santa del 1851 , quando un chiaro pomeriggio d ' aprile nella basilica di San Paolo gli apparve una bella convalescente languidamente appoggiata al braccio d ' una accompagnatrice : con le chiome corvine divise in due bande e acconciate con una sciarpa rossa , con un corsaletto rosso e lunghi guanti di pelle verde ( modella o amica di qualche pittore ? ) . Bastò che la bella romana girasse un momento i suoi occhi nerissimi e sfolgoranti sul forastiero perché il normanno si sentisse trapassare core e coratella ( anzi scrive : une rage subite m ' est descendue comme la foudre dans le ventre ) e venire senz ' altro la voglia di andarla a chiedere in isposa al padre ( ! ) . « Se avessi saputo l ' italiano , seguita , avrei ben trovato io il modo d ' attaccare conversazione » . ( Romanziere ! l ' impaccio della lingua è una scusa . Garibaldi che dall ' alto del cassero dell ' Itaparica vede col binocolo Anita apparire alla finestra di una casa sulla collina di faccia e si precipita a incontrarla , si fa capire a meraviglia « tu devi essere mia » senza bisogno d ' interprete ) . Rentré conclude Flaubert à l ' hôtel à 4 heures , déjà ses traits s ' effacent dans ma mémoire . Va e fidati dei romanzieri ! Flaubert aveva trent ' anni . Qualche anno prima , sui suoi quaranta , era passato da Roma Teofilo Gautier e le donne romane , outrageusement belles , l ' avevano colpito per la loro venustà piena e compatta . Vingt enfants tiendraient à la fois dans leurs flancs robustes ; e fantasticava che occorressero busti rinforzati di ferro per tenere a posto quei loro petti orgogliosi . Il grandioso portamento delle donne romane glie le fece sembrare tante statue discese dai piedistalli . E qualche vent ' anni prima , Stendhal scriveva : « Che cosa non darei per poter fare comprendere che cosa sia l ' aspetto impassibile d ' una bella romana . Essa considera la faccia dell ' uomo che la guarda ammirato , come voi guardereste di mattina , in campagna , una montagna . Ed è siffatta impassibilità che poi rende così affascinante un minimo segno d ' interessamento da parte loro » . La gravità e l ' indifferenza delle ragazze romane fecero effetto anche a Leopardi , il quale si meravigliava che girando per le strade « in compagnia di giovani molto belli e ben vestiti » nessuna alzasse loro gli occhi in viso . ( Al contino non venne il sospetto che le ragazze cittadine potessero veder tutto anche senza sollevare le ciglia ... ) . Benedette ragazze . Un uomo di cinquant ' anni ha una figlia di diciassette anni . Gli piacciono ancora le donne come gli sono sempre piaciute e per consuetudine se le rimira con quella compiacenza affettuosa , condita di una punta di desiderio , con la quale un uomo di buon sangue considera naturalmente una donna nel suo fiore . Altro alle donne non chiede , il mio cinquantenne , se non che si lascino guardare senza tirar fuori lo spillone dai capelli . Ora gli accade questo : che fino ai suoi quarantasette , fino a quando cioè la figliuola ne contava quattordici , egli si beava a guardare anche le ragazze sui diciassette . Ma quando la figlia ebbe toccati i sedici ecco che papà cominciò a farsi un certo scrupolo d ' appoggiare lo sguardo su quante s ' accostassero ai diciotto . Quando la figlia ne avrà diciotto la cosa dunque si farà grave . Perché , come si fa a non posare volentieri lo sguardo su una bella ragazza di vent ' anni ? , È vero altresì che disturba maledettamente il nostro cinquantenne quel dover pensare , quel dover ammettere che altri , cinquantenne o meno , possa poi posare sopra sua figlia lo stesso sguardo col quale egli considera la diciottenne figlia di chicchessia . Potrebbe , provvisoriamente , in via d ' accomodamento , farsi una legge di sbirciarle oramai solo dai ventuno in su : ma il tempo fa presto a passare , e di questo passo andrebbe a finire che un giorno dovrebbe limitarsi a godere in pace solo la vista e la compagnia delle patronesse del Lyceum . Meglio il chiostro , ragiona quel cinquantenne . Un santo eremita aveva per uso , ogni volta che gli accadeva di scorgere nella polvere della strada un ' impronta di piede femminile , di cancellarla perché altri non vi dovesse inciampare . Santo eremita , facci strada tu ... Un mio amico – il più brav ' uomo del mondo – era stato per oltre mezzo secolo un imperterrito amatore . Passata la settantina e calate le forze , cominciò a pensare all ' aldilà e piegava un poco a bacchettone . Ma le donne seguitavano a piacergli , sempre , molto , troppo . In istrada si faceva forza di non voltarsi a guardarle , anche per pietà dei propri capelli tutti bianchi : ma era più forte di lui . Un giorno ( andava oramai pei settantaquattro ) eravamo fermi sul marciapiede di Aragno e c ' era un passaggio , come succede certi giorni a certe ore , d ' una dopo l ' altra , una più bella dell ' altra e non una da buttar via . In fine ne passò una che dette al mio amico il colpo di grazia : trionfante , raggiante e , a dire il vero , abbracciabilissima . Si girò sulla vita indolorita a vederla allontanare , e poi sospirava e mi guardava al disopra degli occhiali . Due volte aperse bocca per parlare e poi la richiuse . Coraggio gli feci ridendo . Mi afferrò allora per un braccio . Non ridere e dimmi tu come può stare , come può essere vero che anche solo a desiderarle sia peccato mortale . – E lo disse come uno che si sentisse in corrente fra due porte , una aperta sul Paradiso e l ' altra sull ' Inferno e vedesse la prima chiudersi lenta lenta e spalancarsi lenta lenta quell ' altra . L ' accento mi fece fremere . Morì l ' anno appresso : e la notte vedeva i diavoli che venivano a portarselo via e chiamava atterrito i famigliari che salissero a tenergli compagnia . Santo eremita , prega per il mio amico . Da giovani sembrano cose da ridere , e nessuno ci aveva riso più del mio amico . ( Santo eremita , comincio a preoccuparmi anch ' io ) . Giovane era e ci rideva di gusto Carlo Bini , quando scrisse quel suo bellissimo contrasto con lo spione Innocenzio Tienlistretti al Forte della Stella . Innocenzio : Dunque voi avete desiderato la donna degli altri ? Carlo : Confesso la mia debolezza ; io l ' ho desiderata e la desidero tuttavia . Ne ho desiderate molte ; non quante voi , perché avete più anni , ma molte davvero : tante , che se mi fossero venute tutte ne avrei rimandate via la metà . Eppoi venne il giorno che una bella castigamatti , l ' Adele Witt , gli tolse grado a grado la voglia di scherzare , e a lungo lo tenne in corrente fra la porta della Beatitudine e quella della Disperazione . Sarà pur bello che uomo e donna , pur piacendosi a perdifiato , riescano a stare insieme in vicinanza coraggiosa e monda . È un verso dell ' Aleardi , non bello , anzi gaetanesco : ma dipinge una situazione tipicamente aleardiana : due innamorati che stanno sempre vicini e non si toccano mai . ( Spiego il gaetanesco . Aleardo Aleardi non si chiamava Aleardo : si chiamava , una bella differenza ! , Gaetano . E , a ben considerarla , la sua poesia ha doppia tempra : in alcuni versi si sente la mano sfiorante di Aleardo , in altri la mano pesante di Gaetano . Più forte è la stonatura dove un sentimento da vero Aleardo viene calato , come è il caso di sopra , in versi da vero Gaetano ) . Sarà pur bello ... ( Santo eremita , ora pro me ) .
La storia dei «blue-jeans» ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
La rivista americana « True West » , che da alcuni mesi si pubblica in edizione italiana , racconta nell ' ultimo numero la storia dei « blue - jeans » : quei pantaloni , cioè , di rozza tela , resistenti e attillati , che i giovani di mezzo mondo , maschi e femmine , ostentano come una sfida al conformismo . Pantaloni con tasconi posteriori e inutili taschine sui fianchi . I « blue - jeans » nacquero per caso nel 1850 in California . Erano gli anni della corsa alle miniere d ' oro . Migliaia di avventurieri piombavano ogni giorno su San Francisco , in cerca di fortuna . Con intenzioni assai più modeste , arrivò a Frisco anche il giovane commerciante Levi Strauss : un ebreo grassoccio e accomodante , il cui incipiente doppio mento era nascosto da una barba a ventaglio . Tutta la sua mercanzia stava in una sola cassa : tela per tende e lampade a petrolio . Una mattina , il mercante fu avvicinato da un minatore che gli disse : « Io e i miei compagni abbiamo bisogno di pantaloni che non vadano a brandelli quando lavoriamo in galleria . Siamo disposti a pagarli il triplo dei comuni pantaloni » . Levi Strauss non aveva nella sua cassa la merce richiesta , ma non rinunciò all ' affare . Fece confezionare seduta stante un paio di pantaloni con la tela da tende e il minatore ne fu soddisfattissimo . La voce si sparse fra i cercatori d ' oro e Strauss fondò una piccola fabbrica di pantaloni che furono chiamati « Levis » . Qualche anno dopo , il minatore Alkali - Ike pregò il sarto Jacob Davis , di Virginia City , di rinforzargli in qualche modo le tasche dei « Levis » , in modo che non si slabbrassero ficcandovi dentro campioni di minerale aurifero . Davis rinforzò gli angoli delle tasche con borchie di rame . Poiché le borchie arrugginivano , furono in seguito sostituite con forti cuciture di filo arancione , il colore del rame . Da allora i pantaloni « Levis » furono chiamati i « blue - jeans » .
Siamo più colti o più istruiti? ( Jemolo Arturo Carlo , 1975 )
StampaQuotidiana ,
Che gl ' italiani d ' oggi siano più istruiti di quelli di trenta e soprattutto di cinquant ' anni or sono , mi pare fuor di dubbio . Allora certe nozioni cosmiche ( la terra che rotea intorno al sole , cosa sia la luna ) erano ancora sconosciute o confuse nella mente dei più umili , mentre sono oggi note pure agli analfabeti ; e così dicasi per quanto è oltre frontiera , altri continenti , altri Stati . Merito della scuola ( delle elementari , specificherei , che mi sembra siano ancora le meglio funzionanti : recenti pagine , amene ma amare , di Remo Gianuzzi , Esami di Stato , confermano la mia diffidenza per le attuali scuole secondarie ) ; ma anche della televisione , delle emigrazioni ed immigrazioni . Pur ciò ch ' è cattivo ha qualcosa di buono : compiangiamo gli emigrati che si trovano male nel Paese in cui non s ' inseriscono , ma il loro campo visivo si allarga ; e pure i peggiori rotocalchi , con le brutte o sciocche vicende che narrano , danno un qualche orientamento di luoghi e di costumi . Va da sé che il contenuto della istruzione desiderabile varia nel tempo ; non nego la qualifica d ' istruito a chi pure ignori vicende e personaggi ben noti quando ero ragazzo ( ed accetterei mi si escludesse dal novero degl ' istruiti per la mia ignoranza su calciatori , cantautori , divi e dive del cinema , che tanto posto hanno nel mondo d ' oggi ) . Più istruiti , sì ; ma anche per chi , come me , non ha il disprezzo per il nozionismo ( senza una piattaforma di nozioni si ciancia a vuoto ) istruito non equivale a colto . Siamo più colti ? gl ' incolti sono soltanto quelli che rispondono sempre non so ai questionari Doxa , anche alle domande che i radiocronisti pongono per strada ? Prescindo dalla cultura specializzata ( è un caso a sé quello dell ' universitario dottissimo in un ramo , ed incapsulatosi in quello , ignaro di letteratura , di arte , di scienza ) ; quel che interessa è la quantità di cultura diffusa che permette di dire che un popolo è colto . A prima vista ci viene spontaneo dire che siamo più colti che non fossimo cinquanta o trent ' anni fa . Almeno in politica , ma anche nel considerare i possibili modelli sociali , pochi sono gli agnostici ; le lettere inviate ai giornali anche dai più umili contengono opinioni : chi vuole la pena di morte e chi l ' aborre ; chi ritiene i colpevoli siano dei malati , chi vittime della società consumistica , chi della indulgenza di genitori e maestri , chi della miseria , e chi invece li giudica colpevoli che occorra punire . Così chi pensa il primum della economia sia evitare la disoccupazione , e chi impedire la lira perda ogni potere di acquisto ; chi crede nella necessità di una moneta stabile che incoraggi il risparmio . Ma è sufficiente avere opinioni per essere fuori del mondo degl ' incolti ? a ben guardare , opinioni primordiali , sui problemi fondamentali , ne avevano pure gli analfabeti di oltre cent ' anni or sono . E qualche conservatore , se ne esistessero ed osassero esprimersi , soggiungerebbe : più sane delle attuali . A mio avviso la cultura non sta né nel nozionismo , né nell ' avere delle opinioni , sia pur radicate ; bensì nel ragionare . E temo molto che siamo più istruiti , cioè con più nozioni , meno agnostici , maggior numero di opinioni , ma più che colti , indottrinati ; come del resto la maggioranza è sempre stata dovunque : risparmiando la fatica del pensare , accettando le opinioni , le tavole dei valori , formate da altri : che può essere volta a volta il direttore di coscienza o confessore , il dittatore , il giornale di partito che è il solo che si legga ed in cui è sempre stabilito chi sia il buono e chi il cattivo , il libro che diffonde la sana dottrina , e quello che è l ' occulto strumento ora dei padroni ora dei sovvertitori . Non vorrei si confondesse l ' uomo dai fermissimi convincimenti con l ' uomo che non accetta la discussione . L ' uomo dai più fermi convincimenti non paventa di ascoltare le ragioni altrui , di opporre le proprie ; senza cambiar bandiera , riconoscerà che qualche punto secondario del suo sistema va rimeditato , che qualche suo argomento è debole , che occorre invocarne altri a sostegno della idea politica o della confessione che professa . L ' uomo colto è a desiderare nel suo ragionare sia sempre leale , ma possiede pure l ' arte del sofisma . E soprattutto è l ' uomo che armonizza i suoi giudizi , che naturalmente hanno oggetti diversi , toccano vari aspetti della vita . Li armonizza guardando alla realtà . L ' indottrinato parte da assiomi che di solito non rispondono affatto alla realtà ; o vede l ' uomo naturalmente buono o asserisce apoditticamente che ogni uomo ha per sua natura di sbranare i fratelli . L ' uomo colto , invece , non è un poeta od un fabbricante di utopie ( si può essere ottimi poeti , costruttori di utopie piacevoli a leggersi , ma sapendole appunto irrealizzabili , e scriverle con lo spirito di chi scrive belle favole , conscio che gli animali non parlano e non danno saggi consigli ) . L ' uomo colto , se si fabbrica un sistema od aderisce a quello da altri proposto , si chiede se sia realizzabile ; non dimentica i dati economici , le risorse di ogni paese , l ' elementare verità che nessuno Stato è disposto a far vivere più poveramente i propri cittadini per alzare il benessere in altri Stati , che gli uomini non sono tutti virtuosi , che l ' egoismo abbonda , che gli entusiasmi svaniscono . Se parla di scuola , ricorda il livello mentale diverso degli allievi , che è un dato di natura , non s ' illude si diano maestri capaci di far divenire tutti intelligenti , ne auspica soltanto tali da interessare la quasi totalità degli allievi ( quasi ; gli apatici sono una realtà ineliminabile ) , di ottenere da ciascuno il massimo che può dare . Se parla di giustizia sociale , non dimentica che ogni uomo ha un suo giudizio in cui entra l ' interesse , e che non si realizzerà mai un regime in cui tutti siano convinti di avere i riconoscimenti , morali e materiali , cui credono di aver diritto . L ' uomo colto è quello che guarda alla realtà e pensa in ogni ambito , a cominciare dalla costruzione di una sua famiglia , al realizzabile ; e si distingue appunto dall ' utopista ( che può anche essere un genio , ma , se non sa che la sua è utopia , non qualificherei uomo colto ) per ciò che accetta il meno peggio ; difende un regime , un tipo di scuola , se ritiene che nelle condizioni del momento ogni altro sarebbe peggiore . Ora temo proprio che , se si intende in questo modo la cultura , non siamo cresciuti . Ricordo l ' argomentare anche di analfabeti in anni molto lontani , ed a volte mi pare superiore a quello di giovani « indottrinati » , con un bel sistema di valori fisso nella mente , ma che non saprebbero difendere in una discussione se non ripetendo all ' infinito gli assiomi , indimostrabili , da cui hanno preso le mosse . Scuola della discussione , su una piattaforma di nozioni indispensabili ; certamente è l ' ideale ; ma che discussioni siano , e non indottrinamento , accettazione passiva d ' idee altrui ; e che siano idee concrete , base all ' edificare , e quindi sempre con l ' occhio volto alla realtà , e non enunciati astratti . Santi i concetti di buono , di giusto , ma uomo colto è quello che scorge anche le vie per realizzarli quanto si può ; e le esperienze del passato gl ' insegnano qualcosa .