StampaQuotidiana ,
Una
ragazza
siede
al
telaio
e
facendo
«
su
la
panchetta
»
un
po
'
di
posto
a
Giovannino
Pascoli
gli
mormora
:
Mio
dolce
amore
...
(
La
tessitrice
,
nei
Canti
di
Castelvecchio
)
;
ma
la
ragazza
è
morta
da
un
gran
pezzo
e
l
'
incontro
avviene
solo
nell
'
affettuosa
fantasia
.
Il
poeta
Giulio
Orsini
si
strugge
per
Iacovella
:
Iacovella
,
è
vespro
e
siamo
soli
:
viene
a
sedermiti
allato
...
Ma
Iacovella
è
morta
da
quattrocent
'
anni
.
E
con
questo
?
Vivi
e
morti
,
a
noi
che
importa
?
Sino
a
te
lungo
i
secoli
arrivo
.
Una
bella
giovane
abbandona
in
quelle
scarnite
di
Giacomo
Leopardi
una
morbida
mano
che
il
contino
ventunenne
va
coprendo
di
baci
e
si
stringe
al
petto
(
Il
sogno
,
nei
Canti
)
;
ma
anch
'
essa
è
morta
«
or
son
più
lune
»
e
il
sogno
s
'
interrompe
sul
più
bello
:
e
nell
'
incerto
raggio
del
Sol
vederla
io
mi
credeva
ancora
.
(
Quattr
'
anni
più
tardi
scriverà
la
canzone
Alla
sua
donna
,
che
,
per
dichiarazione
dell
'
autore
,
è
propriamente
«
la
donna
che
non
si
trova
»
)
.
Il
Sannazaro
(
canzone
XII
delle
Rime
)
stava
sognando
di
tenere
anche
lui
stretta
fra
le
sue
la
tenera
mano
della
Bella
.
Acciò
il
felice
inganno
si
prolunghi
,
accòrtosi
che
il
sonno
è
sul
rompersi
,
lungo
spazio
non
volli
gli
occhi
aprire
.
Ma
dalla
bianca
mano
,
che
si
stretta
tenea
,
sentia
lasciarme
.
Questo
è
proprio
dei
sogni
,
in
sul
mattino
.
Molto
bello
e
poeticamente
detto
.
Se
la
poesia
italiana
è
piena
di
donne
vagheggiate
in
sogno
a
occhi
aperti
o
ad
occhi
chiusi
,
a
distanza
di
luogo
e
a
distanza
di
tempo
,
quando
non
addirittura
divenute
mummie
da
quattrocent
'
anni
,
la
colpa
va
fatta
rimontare
in
gran
parte
al
Sospiroso
di
Laura
,
che
aveva
finito
col
trovare
un
amaro
piacere
anche
,
e
forse
sopra
tutto
,
nella
non
conclusione
del
suo
amore
.
Proprio
vero
,
che
chi
si
contenta
gode
.
Un
giorno
l
'
imperatore
d
'
Oriente
aveva
mandato
a
regalare
al
Petrarca
,
che
non
sapeva
di
greco
,
un
codice
d
'
Omero
.
«
Vederlo
scrive
il
poeta
(
Lettere
familiari
XVIII
,
2
)
a
un
amico
è
già
per
me
una
gioia
straordinaria
.
Ogni
tanto
me
lo
stringo
al
seno
e
dico
sospirando
:
oh
quanto
è
d
'
ascoltarti
in
me
il
desio
!
»
.
Petrarca
che
amorosamente
si
stringe
al
seno
un
codice
che
non
è
in
grado
di
sfogliare
e
di
leggere
,
è
tutto
un
programma
.
Prender
coraggio
a
scrivere
una
dichiarazione
d
'
amore
a
una
giovinetta
straniera
in
una
lingua
ch
'
ella
non
può
intendere
e
unicamente
per
il
fatto
che
non
la
possa
intendere
,
anche
questa
è
una
situazione
squisitamente
petrarchesca
e
ci
si
trovò
il
gentile
Pindemonte
.
La
ragazza
era
una
inglesina
di
Londra
,
Agnese
H
*
*
*
alla
quale
il
poeta
aveva
cercato
d
'
insegnare
qualche
po
'
di
italiano
,
ma
l
'
estatica
zucconcella
non
aveva
saputo
trarre
profitto
di
sorta
da
quelle
preziose
lezioni
.
Mancando
pochi
giorni
al
suo
ritorno
in
patria
,
il
marchese
Ippolito
sfogò
sulla
carta
una
canzone
(
«
O
giovinetta
che
la
dubbia
via
»
)
che
,
quanto
al
sentimento
,
è
tra
le
più
delicate
della
nostra
lirica
amorosa
.
Canzone
,
a
lei
davante
tu
non
andrai
:
ché
né
tua
voce
intende
,
né
andarti
lascerei
,
se
l
'
intendesse
...
Ché
se
or
ti
parlo
,
e
grido
la
fiamma
di
cui
pieno
il
cor
trabocca
,
farlo
nella
natia
lingua
mi
lice
,
che
non
è
ancor
felice
.
si
che
uscir
possa
di
tua
rosea
bocca
.
Gli
basta
e
avanza
di
volerle
bene
nel
suo
segreto
,
di
vederla
e
sentirla
in
quelle
rare
amabili
occasioni
,
e
altro
per
sé
non
domanda
.
Il
men
di
che
può
donna
esser
cortese
ver
'
chi
l
'
ha
di
sé
stesso
assai
più
cara
da
te
,
Vergine
pura
,
io
non
vorrei
...
Sommo
scrupolo
e
affettuoso
terrore
egli
ha
di
poter
turbare
in
qualche
modo
l
'
incanto
di
quella
innocenza
,
la
rosea
serenità
di
quei
sogni
verginali
.
Né
volentier
torrei
di
spargerti
nel
sen
foco
amoroso
,
ché
quanto
è
a
me
più
noto
il
fiero
ardore
delitto
far
maggiore
mi
parria
,
s
'
io
turbassi
il
tuo
riposo
.
Maestro
io
primo
ti
sarò
d
'
affanno
?
Non
sia
mai
!
Ma
neanche
,
diviso
com
'
è
fra
invidia
desiderio
curiosità
gelosia
,
egli
sopporta
in
pace
il
pensiero
che
ci
possa
essere
un
fortunato
che
abbia
core
di
staccar
quel
fiore
dalla
pianta
.
Ma
che
fatto
avrà
mai
di
bello
e
strano
chi
vorrà
la
tua
mano
?
Non
so
sì
grande
e
sì
leggiadra
cosa
per
cui
degno
un
uom
sia
d
'
averti
sposa
.
Vieto
il
frasario
madrigalesco
e
girato
con
qualche
stento
il
periodo
,
ma
il
sentimento
è
genuino
.
Il
poeta
dunque
partirà
lasciando
mezzo
il
suo
cuore
a
Londra
,
e
altra
consolazione
non
ispera
alle
sue
pene
che
di
ricevere
di
quando
in
quando
lettere
,
non
già
di
Miss
Agnese
,
ma
di
Lady
Madre
,
che
facilmente
troverà
modo
di
dargli
qualche
notizia
della
graziosa
figliuola
.
Consolerà
i
miei
pianti
foglio
che
a
me
dalla
tua
madre
viene
,
su
cui
(
deh
spesso
!
)
ella
tuo
nome
segna
.
Avete
mai
incontrato
un
«
patito
»
sui
trentacinque
anni
di
più
trepido
cuore
e
semplice
contentatura
del
poeta
delle
Campestri
?
Sentimenti
squisiti
per
certo
:
specie
se
poi
pensiamo
ad
Ugo
,
il
grande
amico
d
'
Ippolito
,
che
non
si
faceva
scrupolo
di
far
girare
la
testa
e
sconvolgere
l
'
animo
a
quante
belle
giovani
gli
venissero
incontrate
.
Insegni
il
caso
della
Cecchina
dei
conti
Giovio
,
con
la
quale
l
'
invasato
autore
dell
'
Ortis
fece
il
cascamorto
nello
stesso
periodo
di
tempo
in
cui
portava
avanti
per
lo
meno
altre
quattro
operazioni
amorose
.
Aveva
cacciato
sé
e
la
ragazza
in
una
situazione
alla
lunga
insostenibile
e
,
quando
la
poverina
fu
per
bene
inciuccata
,
se
la
cavò
con
una
lettera
.
Io
vi
amerò
sempre
,
ve
lo
giuro
dal
profondo
del
cuore
,
vi
amerò
fino
all
'
estremo
sospiro
,
e
giuro
sull
'
onor
mio
[
che
cosa
mai
le
vorrà
giurare
con
tanta
solennità
?
]
di
non
ammogliarmi
finché
voi
non
sarete
d
'
altri
.
Se
l
'
infermità
,
se
gli
anni
,
se
gli
accidenti
vi
rapiranno
la
beltà
e
gli
agi
,
se
sarete
disgraziata
,
[
bei
discorsi
da
toccar
ferro
,
veramente
bei
discorsi
da
farsi
a
una
povera
ragazza
innamorata
e
di
cui
ci
si
dice
innamorati
!
]
se
vi
mancasse
nel
mondo
un
marito
,
un
amico
,
io
volerò
da
voi
:
io
vi
sarò
marito
[
ohé
]
,
padre
[
toh
]
,
amico
[
ahi
]
,
fratello
.
Parole
:
e
anche
fredde
,
anche
brutte
parole
.
Nella
guerra
d
'
amor
vince
chi
fugge
.
Ma
è
una
gran
brutta
vittoria
.
Una
meschina
vittoria
.
Non
per
questo
dipingeremo
Foscolo
tutto
rosso
come
il
Diavolo
,
né
Pindemonte
tutto
azzurro
come
un
Serafino
.
Nobili
,
non
v
'
ha
dubbio
,
i
sentimenti
del
marchese
;
ma
che
forse
non
a
bastanza
nascondono
il
suo
desiderio
di
non
vedersi
togliere
la
bella
libertà
della
quale
fu
sempre
gelosissimo
guardiano
.
Curioso
tipo
,
il
marchese
Ippolito
.
Gli
amici
,
e
più
ancora
le
amiche
,
si
lamentarono
di
«
possederlo
poco
»
.
Aveva
un
modo
tutto
suo
,
praticato
ben
prima
del
viaggio
a
Londra
,
di
squagliarsi
all
'
inglese
.
Ma
sapeva
poi
così
bene
indorare
di
cortesia
l
'
indifferenza
,
e
l
'
uggia
di
gentilezza
,
che
amici
ed
amiche
finivano
col
mandargliela
buona
,
così
che
visse
ben
voluto
da
tutti
e
senza
farsi
dei
nemici
.
Mentre
Foscolo
!
Nessuno
,
meglio
del
Pindemonte
,
sapeva
,
al
momento
opportuno
,
fare
il
distratto
,
il
trasognato
,
il
«
poeta
»
,
ed
eclissarsi
lasciando
i
restanti
nella
rispettosa
credenza
d
'
una
urgente
chiamata
delle
Muse
.
Al
promesso
sposo
della
Malinconia
non
occorrevano
pretesti
per
isolarsi
,
quando
sentisse
il
richiamo
della
«
Ninfa
gentile
»
.
«
Una
tal
sicurezza
acqueta
;
quando
parte
si
dice
:
nol
perdo
del
tutto
,
egli
va
a
dipingersi
,
lo
rivedrò
fra
non
molto
»
:
così
spiegava
la
cosa
con
affettuosa
malizia
,
nel
suo
vivace
Ritratto
d
'
Ippolito
,
la
spiritosa
Isabella
Teotochi
Albrizzi
,
che
in
un
certo
momento
aveva
anche
sperato
d
'
accomodarsi
marchesa
Pindemonte
.
Mi
piaci
così
tanto
,
pare
che
il
Pindemonte
in
fondo
voglia
dire
anche
alla
bionda
vergine
del
Tamigi
,
e
posso
volerti
tanto
bene
appunto
perché
,
lasciandoti
io
così
tua
,
posso
restare
così
mio
.
Non
ho
fatto
un
passo
per
possederti
,
perché
tu
nel
tuo
entusiasmo
giovanile
non
facessi
quell
'
altro
mezzo
che
sarebbe
bastato
a
farmiti
prigione
.
Estatica
zucconcella
,
il
tuo
poco
poco
-
maestro
d
'
italiano
per
questo
si
fidò
di
consegnarti
il
segreto
del
suo
cuore
solo
nell
'
ornato
scrigno
d
'
una
lingua
che
tu
non
saresti
riuscita
ad
aprire
.
In
una
parola
,
e
secondo
il
suo
costume
,
ti
si
dette
in
modo
che
tu
non
lo
potessi
acchiappare
.
Non
è
detto
che
nel
Terzo
cielo
,
nel
ciel
di
Venere
,
il
disastroso
Ugo
non
sia
sistemato
un
grado
più
alto
dell
'
inincatenabile
Ippolito
.
StampaQuotidiana ,
Per
dare
un
'
idea
di
quanto
poco
durino
le
emozioni
del
popolo
romano
,
Ennio
Flaiano
scrisse
due
anni
or
sono
un
divertente
articolo
nel
quale
raccontava
quel
che
sarebbe
capitato
a
un
marziano
qualora
fosse
piovuto
nella
capitale
.
Dopo
un
po
'
d
'
interesse
iniziale
,
il
turista
con
un
occhio
solo
e
due
nasi
sarebbe
diventato
uno
dei
tanti
«
cispadani
»
che
si
aggirano
fra
piazza
di
Spagna
e
il
Colosseo
.
I
pizzardoni
gli
avrebbero
stancamente
indicato
la
strada
e
in
capo
a
poche
ore
un
fotoreporter
gli
avrebbe
strillato
:
«
A
marzià
!
te
voi
levà
de
mezzo
?
'
un
lo
vedi
che
devo
fotografa
'
a
Loren
?
»
È
una
parabola
che
contiene
tutto
intero
il
carattere
di
questo
agglomerato
umano
,
stratificatosi
nei
secoli
,
nella
cui
memoria
biologica
c
'
è
già
tutto
:
glorie
,
decadenze
,
scandali
,
vittorie
,
sconfitte
,
trionfi
e
cadute
grottesche
,
in
un
paesaggio
dominato
da
montagne
di
spaghetti
alla
carbonara
e
attraversato
da
fiumi
di
vino
bianco
.
Essere
notati
,
a
Roma
,
per
più
di
una
settimana
,
è
praticamente
impossibile
.
Vi
è
riuscito
il
cantante
sudamericano
Marino
Barreto
jr.
(
detto
Barrito
)
,
che
da
qualche
settimana
intrattiene
i
frequentatori
di
un
locale
di
via
Frattina
.
Questo
artista
ha
conquistato
una
folla
di
ammiratori
,
specialmente
fra
i
giovani
della
grossa
borghesia
,
interpretando
canzoni
alla
moda
con
voce
inconfondibile
,
uniforme
,
lamentosa
,
paragonabile
a
quella
di
certi
posteggiatori
ciechi
che
rattristano
le
periferie
domenicali
.
A
Roma
,
in
questi
giorni
,
è
il
numero
1
della
vita
notturna
e
il
suo
successo
non
accenna
a
impallidire
.
È
paragonabile
soltanto
a
quello
che
ebbe
Bruno
Quirinetta
fra
il
'44
e
il
'48
.
In
più
,
Barreto
riceve
ogni
giorno
lettere
vibranti
di
passione
,
inviti
piccanti
.
Una
giovane
e
bella
signora
gli
ha
addirittura
proposto
di
fuggire
insieme
.
Chissà
perché
,
in
Egitto
.
StampaQuotidiana ,
Il
nostro
eccellente
amico
Price
,
redattore
politico
di
quel
londinese
Daily
Mail
che
improvvisamente
ci
mostra
un
volto
amico
dopo
anni
di
ostilità
non
celata
,
dopo
anni
di
campagna
giornalistica
contro
l
'
affermazione
dell
'
Italia
in
Adriatico
,
ha
avuto
il
piacere
di
lasciarsi
dire
dal
Presidente
italiano
queste
(
ed
altre
non
meno
definitive
)
cose
:
«
Era
ben
tempo
che
qualcuna
di
queste
piccole
nazioni
balcaniche
imparasse
che
l
'
Italia
non
è
uno
Stato
insignificante
,
di
pochi
milioni
di
abitanti
,
ma
una
grande
Potenza
,
forte
di
una
sua
propria
forza
»
.
Questo
discorso
fatto
ai
minori
con
un
linguaggio
così
preciso
ha
un
valore
doppio
:
ha
,
oltre
quello
intrinseco
,
anche
il
valore
esterno
di
essere
rivolto
ad
Atene
,
e
quindi
a
qualunque
altra
nazione
balcanica
,
attraverso
un
organo
importante
della
opinione
pubblica
britannica
:
esso
è
perciò
un
discorso
fatto
in
via
pregiudiziale
anche
alle
maggiori
potenze
,
anche
alle
grandissime
,
anche
insomma
all
'
Inghilterra
.
L
'
abilità
diplomatica
del
Presidente
ha
,
oltre
tutto
,
la
caratteristica
di
essere
un
'
abilità
non
segreta
:
non
segreta
nella
sostanza
,
non
timida
nelle
manifestazioni
.
Questo
uomo
singolare
e
potente
nomina
le
cose
con
il
loro
nome
e
definisce
i
propri
sentimenti
tali
quali
;
essi
si
definiscono
entro
di
lui
;
l
'
intervista
con
Price
è
un
documento
insigne
di
diplomazia
,
come
dire
,
scoperta
;
noi
seguiamo
,
modestamente
,
l
'
esempio
del
nostro
uomo
di
Stato
.
Andiamo
al
sodo
:
non
è
concepibile
che
il
Governo
rassegnatamente
sopporti
che
la
Lega
delle
Nazioni
diventi
lo
strumento
mediante
il
quale
Potenze
egemoniche
possano
impedire
all
'
Italia
di
affermarsi
nel
Mediterraneo
orientale
come
grande
Potenza
alla
quale
deve
essere
tributato
rispetto
completo
ed
indiminuibile
.
Quando
Mussolini
dice
che
la
Lega
non
è
competente
a
giudicare
questa
circostanza
solo
apparentemente
episodica
,
quando
dimostra
che
nello
statuto
della
Lega
non
è
compreso
il
diritto
della
Lega
stessa
ad
intervenire
in
casi
nei
quali
una
grande
Potenza
deve
difendere
il
proprio
prestigio
ed
il
proprio
onore
,
dice
e
dimostra
che
la
Lega
non
deve
costituire
in
mano
altrui
un
'
arma
per
impedire
il
fatale
sviluppo
della
politica
italiana
.
E
poiché
egli
è
«
l
'
uomo
che
agisce
nell
'
Europa
che
chiacchiera
»
,
dice
queste
cose
definendo
la
linea
teorica
della
nostra
azione
,
e
contemporaneamente
le
dimostra
applicandole
e
praticandole
.
La
lega
,
e
per
essa
ed
in
essa
le
qualsiasi
Potenze
che
vorrebbero
giovarsene
ai
fini
di
una
loro
politica
particolare
,
debbono
rassegnarsi
ad
assistere
alla
nostra
azione
autonoma
,
debbono
rinunciare
ad
intervenire
contro
l
'
Italia
e
in
difesa
della
Grecia
;
la
Lega
questa
volta
non
farà
della
politica
,
non
farà
la
politica
dei
suoi
più
cospicui
componenti
.
Premesso
dunque
che
essa
tende
sostanzialmente
a
svolgere
un
'
azione
che
per
il
fatto
stesso
che
si
delinea
fin
da
ora
è
già
iniziata
,
ne
deriva
che
la
incompetenza
sua
è
non
solo
giuridica
ma
anche
morale
e
politica
,
ne
deriva
che
un
suo
tentativo
di
intromissione
sarebbe
considerato
dall
'
Italia
come
illecito
;
l
'
Italia
non
si
presterebbe
,
e
potrebbe
arrivare
fino
ad
abbandonare
la
Lega
,
fino
insomma
all
'
applicazione
di
qualunque
misura
che
fosse
necessaria
a
salvare
l
'
autonomia
ed
il
prestigio
italiano
.
Lo
spirito
pubblico
nel
nostro
paese
è
in
questa
circostanza
superbo
;
la
compattezza
è
completa
;
i
giornali
di
opposizione
sono
stretti
intorno
al
Governo
,
non
solo
perché
deliberatamente
abbiano
deciso
di
dare
agli
stranieri
spettacolo
di
integrità
nazionale
,
ma
soprattutto
ed
è
questo
il
risultato
massimo
degli
otto
mesi
di
governo
di
Mussolini
perché
non
possono
più
spiritualmente
sottrarsi
all
'
atmosfera
patriottica
creata
dal
Fascismo
,
perché
il
nazionalismo
è
in
atto
dal
momento
che
l
'
individuo
si
fonde
nella
collettività
nazionale
,
perché
non
possono
più
concepire
l
'
onore
della
Patria
diversamente
da
noi
,
perché
insomma
è
avvenuta
nello
spirito
degli
oppositori
almeno
in
questa
circostanza
la
fatale
conversione
che
sarà
domani
la
loro
nuova
vita
;
Mussolini
cambia
e
redime
l
'
anima
degli
italiani
;
Dio
benedica
e
salvi
sempre
il
maraviglioso
missionario
,
restauratore
della
religione
patria
.
Ora
dico
che
la
così
detta
«
opinione
pubblica
»
,
che
stavolta
è
spirito
nazionale
intatto
e
compatto
,
ha
avvertito
immediatamente
che
l
'
episodio
italo
-
greco
ha
una
grande
portata
politica
,
è
la
circostanza
nella
quale
l
'
Italia
,
purché
sia
sola
,
purché
non
abbia
aiuto
straniero
,
purché
non
ricorra
a
mezzi
di
indiretta
,
artificiale
e
diplomatica
pressione
,
purché
adoperi
la
sola
propria
forma
individuale
e
risolva
la
vertenza
a
beneficio
del
suo
proprio
onore
soltanto
e
del
suo
proprio
prestigio
soltanto
,
purché
insomma
«
da
sola
»
imponga
alla
Grecia
la
sottomissione
,
risolleverà
definitivamente
il
proprio
prestigio
e
ristabilirà
per
lunghissimo
tempo
il
peso
reale
della
sua
propria
forza
reale
nel
Mediterraneo
orientale
e
nei
Balcani
.
Questo
il
Presidente
ha
avvertito
con
rapidità
fulminea
,
quale
hanno
solo
gli
uomini
destinati
a
reggere
e
rendere
felici
e
potenti
i
grandi
popoli
;
questo
hanno
avvertito
con
uguale
rapidità
tutti
gli
italiani
,
pervasi
dal
nuovo
spirito
di
nazionalità
resuscitato
dalla
commovente
e
giovanile
paternità
spirituale
di
Lui
;
questa
è
diventata
la
volontà
Sua
;
noi
non
siamo
con
Mussolini
,
ma
in
Mussolini
;
Egli
non
è
con
noi
e
per
noi
,
ma
è
noi
.
Contro
questa
volontà
unanime
,
cioè
contro
questa
unanime
certezza
che
la
circostanza
è
definitiva
per
il
ristabilimento
del
nostro
prestigio
orientale
,
si
è
destata
l
'
avversa
ed
opposta
sensibilità
orientale
ed
imperiale
dell
'
Inghilterra
,
la
quale
ricorre
alla
Lega
non
solo
contro
il
pericolo
inesistente
di
un
conflitto
,
ma
soprattutto
contro
il
pericolo
esistente
e
certo
di
una
restaurazione
inevitabile
della
forza
italiana
in
Oriente
.
E
l
'
Inghilterra
ricorre
alla
Lega
,
come
allo
strumento
internazionale
nel
quale
essa
dispone
di
forza
preponderante
,
perché
la
Lega
regoli
la
vertenza
estraneamente
al
nostro
interesse
maggiore
e
più
vitale
,
la
regoli
insomma
in
modo
che
attraverso
il
componimento
della
vertenza
l
'
Italia
non
possa
affermare
la
propria
individualità
di
grande
Potenza
tra
l
'
Egeo
e
Costantinopoli
.
A
questo
punto
la
parola
«
incompetenza
»
non
è
che
la
classifica
formale
che
noi
diamo
al
tentativo
di
ingerenza
della
Lega
pseudo
internazionale
,
tentativo
condotto
in
nome
di
una
politica
particolare
e
specifica
.
Appello
alla
Lega
,
no
;
noi
in
una
Lega
che
tentasse
malgrado
il
nostro
rifiuto
di
agire
contro
di
noi
,
no
.
La
soluzione
di
questa
vertenza
con
gli
assassini
di
Janina
è
un
fatto
di
politica
nazionale
italiana
,
e
come
tale
va
risolto
e
come
tale
va
chiuso
dall
'
Italia
ed
esclusivamente
dall
'
Italia
.
StampaQuotidiana ,
Mercoledì
sera
,
nei
saloni
interni
dell
'
Excelsior
di
Roma
,
Flora
Volpini
ha
organizzato
il
suo
secondo
«
Incontro
con
l
'
autore
»
.
Il
primo
,
tempo
fa
,
vide
al
centro
della
serata
Giovanni
Artieri
;
questo
ha
onorato
,
in
mezzo
a
circa
200
commensali
in
abito
da
sera
,
Arturo
Tofanelli
e
il
suo
libro
L
'
uomo
d
'
oro
.
Per
l
'
occasione
,
lo
chef
dell
'
hotel
,
il
bolognese
Anselmo
Savini
,
detto
«
er
pataccaro
»
per
le
infinite
decorazioni
e
onorificenze
ricevute
da
ogni
nazione
,
ha
studiato
un
menu
intonato
alla
produzione
letteraria
di
Tofanelli
:
cannelloni
«
impossibilità
di
vivere
»
,
a
base
di
crema
,
gruviera
e
profumo
di
funghi
secchi
;
manzo
alla
«
cielo
di
Nuova
York
»
,
brasato
con
chianti
e
funghi
;
legumi
«
lettere
al
direttore
»
,
zucchini
piccoli
al
parmigiano
,
carotine
tenere
,
crocchette
di
fonduta
;
dolce
«
l
'
uomo
d
'
oro
»
,
preparato
con
mirabile
abilità
dal
giovanissimo
pasticcere
Giorgio
Garboli
,
e
riproducente
in
pasta
di
mandorla
,
fino
ai
minimi
particolari
,
il
libro
pubblicato
da
Mondadori
.
Il
vino
di
Montepulciano
è
stato
ribattezzato
«
il
fiume
rosso
»
,
titolo
di
un
'
opera
che
Tofanelli
diede
alle
stampe
nel
1938
.
In
fine
di
serata
,
hanno
parlato
Giancarlo
Vigorelli
,
Paolo
Monelli
e
Flora
Volpini
.
Costei
,
applauditissima
,
si
è
rivolta
in
modo
particolare
al
generale
Ezio
Garibaldi
,
dicendogli
fra
l
'
altro
:
«
Ho
visto
che
lei
si
presenta
candidato
alle
elezioni
nella
lista
monarchica
.
Ciò
mi
rattrista
.
Avrei
di
gran
lunga
preferito
,
dato
il
suo
cognome
,
saperla
fra
i
repubblicani
.
No
,
è
inutile
che
mi
guardi
così
:
non
ho
partecipato
allo
sbarco
dei
Mille
.
Ma
non
posso
dimenticare
che
dopo
la
difesa
di
Roma
,
Garibaldi
fuggiasco
passò
una
notte
nella
nostra
villa
di
famiglia
a
Cisterna
,
assieme
ad
Anita
depressa
»
.
Una
rondine
marina
ha
battuto
la
settimana
scorsa
il
record
mondiale
di
volo
,
categoria
uccelli
leggeri
.
Liberata
in
Groenlandia
,
è
stata
catturata
nel
Natal
(
Africa
del
Nord
)
:
18.600
chilometri
in
4
mesi
.
StampaQuotidiana ,
Pochissime
sono
le
cose
che
mi
rallegrano
in
questo
inizio
dell
'
anno
:
mi
rallegra
però
il
fatto
che
Paolo
Poli
canti
e
reciti
in
un
teatro
della
città
.
Sono
stata
a
vederlo
già
due
volte
e
vi
potrei
sempre
tornare
;
qualunque
giornata
disordinata
e
confusa
,
del
tutto
priva
di
senso
,
può
avere
al
suo
termine
alcune
ore
in
quel
teatro
;
e
anche
se
io
non
ci
vado
,
sono
contenta
che
si
avveri
per
altri
ogni
sera
,
non
molto
lontano
da
casa
mia
,
il
miracolo
del
divertimento
.
Se
dovessi
descrivere
Paolo
Poli
a
qualcuno
che
non
l
'
avesse
mai
visto
,
direi
di
lui
che
la
sua
figura
è
quella
di
un
giovinetto
esile
:
ignoro
la
sua
età
,
ma
ho
l
'
idea
che
comunque
resterà
sempre
come
un
esile
giovinetto
;
che
il
suo
linguaggio
è
un
puro
toscano
;
che
i
suoi
spettacoli
sono
,
in
genere
,
parodie
di
romanzi
o
di
commedie
dell
'
Ottocento
,
o
del
primo
Novecento
,
inframmezzate
da
canzoni
;
che
quando
canta
alza
nell
'
aria
le
sue
lunghe
braccia
snodate
e
le
mani
fini
e
soavi
,
assomigliando
a
una
bella
ragazza
,
o
a
un
cigno
,
o
a
un
fiore
dall
'
altissimo
stelo
;
che
suscita
ilarità
con
la
grazia
,
in
un
tempo
in
cui
la
comicità
sembra
poter
nascere
soltanto
su
note
stridenti
e
odiose
,
da
volti
e
gesti
scomposti
e
ripugnanti
.
Lui
è
comico
restando
se
stesso
,
conservando
i
suoi
tratti
lindi
e
gentili
.
Non
c
'
è
tuttavia
nulla
di
lezioso
o
vezzoso
nella
sua
grazia
:
non
c
'
è
in
lui
nessuna
civetteria
,
e
nessuna
timidezza
,
nei
confronti
della
realtà
.
La
sua
grazia
sembra
rispondere
a
un
'
armonia
intima
,
sembra
sprigionarsi
da
un
'
intima
e
lucidissima
intelligenza
.
Fra
i
suoi
molteplici
volti
nascosti
,
c
'
è
essenzialmente
quello
d
'
un
soave
,
ben
educato
e
diabolico
genio
del
male
:
è
un
lupo
in
pelli
di
agnello
,
e
nelle
sue
farse
sono
parodiati
insieme
gli
agnelli
e
i
lupi
,
la
crudeltà
efferata
e
la
casta
e
savia
innocenza
.
Usa
essere
circondato
,
nei
suoi
spettacoli
,
da
ragazzi
vestiti
da
donna
,
e
da
donne
vestite
da
uomo
:
ha
pochi
attori
,
e
li
traveste
in
un
modo
o
nell
'
altro
a
seconda
delle
esigenze
della
storia
.
I
suoi
attori
hanno
le
voci
chiocce
o
stridule
,
i
costumi
mal
cuciti
e
infilati
in
fretta
d
'
una
recita
di
collegio
;
i
costumi
hanno
l
'
aria
di
coprire
a
malapena
altri
panni
,
come
maglioni
o
calzettoni
di
lana
:
in
verità
questi
maglioni
forse
non
appaiono
,
ma
vien
fatto
di
pensarci
e
di
riderne
come
se
si
intravedessero
.
I
suoi
attori
evidentemente
sono
bravissimi
,
perché
non
li
vorremmo
diversi
nemmeno
di
un
'
unghia
;
eppure
le
loro
voci
chiocce
o
in
falsetto
hanno
l
'
esatta
intonazione
di
chi
è
chiamato
a
recitare
per
la
prima
volta
.
Quanto
a
lui
,
i
suoi
travestimenti
(
da
zingara
,
o
da
monaca
,
o
da
frate
,
o
da
diavolo
,
o
da
aviatore
,
o
da
signora
)
sono
sempre
meravigliosi
;
ha
il
dono
di
cambiare
costume
in
un
lampo
,
e
quando
appare
in
un
nuovo
travestimento
,
nel
teatro
corre
un
brivido
di
gioia
e
di
emozione
,
esplodono
applausi
,
e
la
sua
alta
persona
volteggia
sulla
scena
e
nella
sala
svolazzando
con
ventagli
,
tuniche
o
piume
.
Fra
i
suoi
spettacoli
riusciti
e
felici
,
vanno
ricordati
La
nemica
di
Nicodemi
,
il
suo
presente
spettacolo
che
è
una
serie
di
romanzi
di
Carolina
Invernizio
,
e
La
vita
di
Santa
Rita
da
Cascia
che
era
stupendo
,
e
che
fu
sequestrato
come
blasfemo
:
in
verità
non
so
come
si
potesse
definirlo
blasfemo
;
è
un
grande
peccato
che
non
si
dia
più
,
e
darei
non
so
cosa
per
vederlo
ancora
una
volta
.
M
'
è
accaduto
di
assistere
a
suoi
spettacoli
non
del
tutto
riusciti
;
non
che
fossero
mai
sciocchi
o
freddi
,
ma
avevano
qualcosa
di
slegato
e
frammentario
;
mi
dispiaceva
per
lui
,
non
per
me
,
perché
io
mi
divertivo
ugualmente
,
quasi
senza
ombra
di
delusione
;
un
momento
di
suprema
bellezza
c
'
era
sempre
:
e
per
un
fedele
spettatore
di
Paolo
Poli
,
come
io
sono
,
non
importa
molto
la
riuscita
dello
spettacolo
,
basta
qualche
attimo
della
sua
presenza
sulla
scena
,
basta
un
attimo
d
'
una
sua
canzone
;
per
sentirgli
cantare
Sulle
sponde
del
Tigrai
penso
che
farei
chilometri
.
Dell
'
esito
felice
d
'
un
suo
spettacolo
,
mi
rallegro
sempre
,
come
della
fortuna
d
'
un
amico
o
d
'
un
parente
;
in
verità
non
sono
che
uno
spettatore
,
e
lui
di
persona
lo
conosco
appena
,
per
essere
andata
a
salutarlo
a
volte
nel
suo
camerino
.
Come
persona
,
per
quel
poco
che
so
di
lui
mi
sembra
estremamente
civile
,
gentile
e
umile
;
si
sa
cosa
può
fare
il
successo
con
le
persone
,
come
può
deformarle
e
involgarirle
;
pure
mi
sembra
che
sopra
di
lui
il
successo
dovrebbe
passare
senza
toccargli
un
capello
.
Inoltre
la
sua
fortuna
fra
la
gente
è
una
fortuna
di
qualità
particolare
,
è
qualcosa
che
sembra
rifiorire
ogni
sera
dal
nulla
e
come
per
caso
,
senza
alcun
legame
né
con
lo
snobismo
,
né
con
la
pubblicità
,
né
con
la
moda
.
Benché
egli
abbia
tra
la
gente
grande
fortuna
,
benché
il
suo
teatro
sia
ogni
sera
pieno
,
pure
non
mi
sembra
che
lui
sia
diventato
di
moda
:
e
spero
che
una
cosa
tossica
,
aberrante
e
pericolosa
come
la
moda
non
riesca
a
giocare
con
la
sua
persona
.
E
del
resto
forse
ogni
essere
ha
la
fortuna
che
il
suo
spirito
chiede
;
e
quando
uno
viene
deturpato
e
involgarito
dal
successo
,
è
ergermi
della
volgarità
erano
in
lui
preesistenti
,
e
si
potevano
scorgere
nel
suo
spirito
anche
quando
era
solo
e
oscuro
.
A
pensarci
bene
,
il
segreto
del
fascino
di
Paolo
Poli
è
proprio
nella
maniera
nobile
,
civile
e
intelligente
con
cui
tocca
,
esamina
ed
esprime
la
volgarità
rimanendone
pienamente
immune
.
Poiché
non
c
'
è
ombra
di
volgarità
in
lui
,
le
volgarità
e
i
luoghi
comuni
che
estrae
dal
passato
egli
li
illumina
con
un
totale
distacco
,
non
in
una
caricatura
deformante
e
grottesca
ma
in
un
disegno
penetrante
e
limpido
.
Dell
'
Ottocento
,
del
primo
Novecento
,
altri
avevano
fatto
parodie
prima
di
lui
.
Di
luoghi
comuni
e
di
trivialità
del
passato
,
esisteva
una
raccolta
di
parodie
e
farse
che
erano
diventate
non
altro
che
luoghi
comuni
e
trivialità
nuovi
.
Paolo
Poli
ha
buttato
via
dalla
sua
strada
tutte
le
farse
antiche
;
ci
ha
restituito
un
mondo
fantastico
che
ai
nostri
occhi
ha
l
'
incanto
delle
cose
ancor
vive
e
dissepolte
.
L
'
ilarità
in
noi
nasce
dalla
meraviglia
,
dalla
grande
felicità
di
poter
toccare
età
remote
con
mani
e
sguardi
totalmente
nuovi
.
Nel
suo
presente
spettacolo
,
in
mezzo
a
danze
di
zingare
,
neonati
partoriti
in
cantina
,
spose
tradite
e
sepolte
vive
,
lui
a
un
tratto
prende
a
cantare
Giovinezza
.
Canta
questa
canzone
com
'
era
prima
che
diventasse
l
'
inno
delle
camicie
nere
,
la
restituisce
in
tutta
la
soavità
floreale
che
aveva
nella
sua
origine
.
E
un
momento
meraviglioso
.
Questa
«
Giovinezza
»
di
cui
nessuno
può
dimenticare
il
destino
e
che
sorge
ad
un
tratto
sopra
una
fantasia
ottocentesca
,
mescolando
le
memorie
e
le
età
,
ha
il
potere
di
riportare
ai
nostri
piedi
non
soltanto
la
nostra
infanzia
,
ma
il
mondo
,
le
memorie
e
le
illusioni
della
generazione
che
ci
ha
preceduto
,
cioè
l
'
epoca
dei
nostri
padri
.
Su
tali
illusioni
e
memorie
,
non
è
proiettata
alcuna
sorta
di
rimpianto
crepuscolare
,
ma
le
inchioda
un
giudizio
inesorabile
;
melodie
floreali
e
spoglie
innocenti
e
soavi
,
nascondono
futuri
fatti
di
sangue
,
il
lupo
si
nasconde
dietro
ai
bianchi
riccioli
dell
'
agnello
.
E
solo
lui
può
cantare
Giovinezza
in
un
teatro
senza
che
riappaia
né
l
'
immagine
di
Mussolini
,
né
l
'
ironia
ormai
vecchia
e
involgarita
che
si
è
usata
su
questa
immagine
.
Solo
lui
può
farlo
,
essendo
lui
l
'
esatto
contrario
del
fascismo
,
essendo
tutto
quello
che
il
fascismo
ha
voluto
bandire
dalla
terra
.
Q
meglio
,
a
Mussolini
quando
lui
canta
Giovinezza
pensano
tutti
,
ma
per
misurare
e
giudicare
le
distanze
che
ci
separano
sia
dall
'
epoca
in
cui
Mussolini
viveva
e
operava
,
sia
dall
'
epoca
in
cui
l
'
abbiamo
irriso
.
E
in
fondo
appare
chiaro
che
a
Paolo
Poli
l
'
unica
cosa
che
stia
a
cuore
nelle
sue
parodie
è
questa
,
lo
scoprire
nella
goffaggine
,
nella
apparente
innocenza
e
nel
candore
delle
età
perdute
,
i
veleni
e
gli
orrori
delle
future
abbiezioni
.
StampaQuotidiana ,
Di
fronte
agli
avvenimenti
tedeschi
occorre
,
per
oggi
,
fissare
brevemente
alcuni
punti
.
Primo
.
Fino
a
questo
momento
la
marcia
su
Berlino
è
semplicemente
incominciata
,
ma
non
è
ancora
arrivata
ad
una
fase
che
permetta
senz
'
altro
di
credere
nella
sua
riuscita
.
Hitler
ha
proclamato
il
nuovo
governo
prima
di
arrivare
nella
capitale
;
questo
errore
tattico
potrebbe
avere
serie
conseguenze
.
Per
ora
,
ha
permesso
al
governo
centrale
dello
Stato
di
prendere
misure
di
precauzione
e
di
dichiarare
illecito
e
rivoluzionario
il
tentativo
dei
social
-
nazionalisti
di
Monaco
,
così
che
allo
stato
dei
fatti
esistono
due
governi
,
uno
legale
ed
uno
illegale
;
non
è
escluso
che
il
secondo
possa
distruggere
il
primo
(
anzi
tale
ipotesi
è
da
considerare
come
la
più
probabile
)
ma
fino
a
quando
questo
non
sia
avvenuto
,
è
prematuro
considerare
l
'
eventuale
atteggiamento
del
governo
di
destra
nella
politica
estera
.
Siamo
in
una
fase
puramente
iniziale
,
e
non
resta
che
attendere
gli
avvenimenti
.
Esistono
due
governi
;
si
potrà
intavolare
una
conversazione
politica
con
l
'
uno
o
con
l
'
altro
,
quando
ve
ne
sarà
uno
solo
.
Secondo
.
In
previsione
di
qualsiasi
eventualità
,
ed
in
linea
assolutamente
generale
,
l
'
Italia
non
può
astenersi
dal
considerare
che
un
nuovo
governo
tedesco
,
il
quale
volesse
distruggere
i
frutti
della
vittoria
alleata
e
quindi
nostra
,
i
frutti
che
a
noi
sono
stati
dati
in
misura
minima
ma
che
costituiscono
tuttavia
l
'
unico
beneficio
che
a
noi
ha
dato
il
Trattato
,
non
potrebbe
in
alcun
modo
contare
sulla
amicizia
e
sulla
cordialità
italiana
.
Noi
dobbiamo
considerare
la
probabilità
di
un
mutamento
di
governo
in
Germania
non
tanto
dal
punto
di
vista
interno
,
quanto
dal
punto
di
vista
esterno
.
È
la
politica
estera
del
nuovo
presunto
governo
che
ci
interessa
soprattutto
,
la
politica
estera
che
riguarda
in
particolare
le
riparazioni
ed
in
generale
l
'
accettazione
dei
risultati
della
guerra
;
è
chiaro
.
Ciò
premesso
,
sarebbe
inutile
pronunziarsi
prima
che
si
sia
pronunziato
l
'
eventuale
nuovo
governo
,
prima
anzi
che
questo
abbia
acquistato
realmente
il
potere
.
Terzo
.
Non
bisogna
essere
pessimisti
,
ma
neppure
bisogna
nascondersi
che
la
«
marcia
su
Berlino
»
presenta
,
nel
suo
stesso
corso
,
aspetti
non
solo
interni
ma
anche
esterni
,
capaci
di
provocare
complicazioni
assai
gravi
;
non
è
possibile
dimenticare
che
la
Francia
ha
un
esercito
mobilitato
capace
di
iniziare
subito
azioni
in
grande
stile
.
Esistono
insomma
sul
tappeto
ipotesi
di
complicazioni
pericolose
.
In
tali
condizioni
,
noi
constatiamo
che
le
condizioni
odierne
dell
'
Italia
sono
ben
diverse
da
quelle
che
erano
un
anno
fa
:
e
che
la
nostra
situazione
generale
,
ed
anche
militare
,
è
tale
da
giustificare
pienamente
la
tranquillità
del
governo
di
fronte
a
quelle
ipotesi
.
La
socialdemocrazia
interna
sente
ancora
,
forse
,
una
certa
solidarietà
con
la
socialdemocrazia
di
fuori
;
ma
la
verità
è
che
,
mentre
questa
soccombe
e
muore
,
provocando
minaccie
alla
pace
europea
,
l
'
Italia
è
in
grado
di
fronteggiare
tali
minaccie
perché
ha
anzitutto
sconfitta
la
socialdemocrazia
in
casa
propria
.
StampaQuotidiana ,
Il
locale
notturno
che
un
tempo
fu
«
Victor
»
,
in
via
Emilia
,
parallela
di
via
Veneto
,
oggi
è
«
Oliviero
»
.
Resta
comunque
il
night
più
animato
di
Roma
.
Come
tutti
i
ritrovi
di
una
certa
classe
,
può
contare
su
alcune
decine
di
clienti
fissi
.
Fra
costoro
,
vi
è
un
giovanotto
bruno
,
dalle
spalle
larghe
,
vestito
di
blu
,
che
balla
poco
,
nonostante
lunghe
occhiate
femminili
lo
incoraggino
da
ogni
angolo
della
sala
.
Preferisce
,
a
una
cert
'
ora
,
accostarsi
al
microfono
dell
'
orchestra
e
cantare
una
canzone
:
sempre
la
stessa
,
patetica
,
con
improvvise
variazioni
ironiche
.
Così
,
fra
qualche
vodka
e
prolungati
silenzi
,
aspetta
l
'
alba
uno
degli
attori
cinematografici
più
apprezzati
dell
'
ultima
leva
.
Maurizio
Di
Lorenzo
,
in
arte
Maurizio
Arena
.
Ha
24
anni
e
finora
ha
girato
26
film
.
Assieme
al
fortemarmino
Renato
Salvatori
,
si
conquistò
le
simpatie
del
grande
pubblico
in
Poveri
ma
belli
.
In
Cocco
di
mamma
,
dove
interpreta
la
parte
di
un
pugilatore
dilettante
,
categoria
mediomassimi
,
volle
sostenere
un
combattimento
vero
e
proprio
,
anziché
ripiegare
su
una
controfigura
o
ricorrere
a
effetti
di
montaggio
.
Ne
uscì
con
un
labbro
spaccato
e
un
occhio
nero
,
ma
soddisfatto
.
Arena
è
ben
quotato
alla
volubile
borsa
dei
noleggi
cinematografici
.
Il
suo
nome
nel
cast
vale
in
partenza
diverse
decine
di
milioni
.
Con
tutto
ciò
,
il
giovanotto
,
che
proviene
da
uno
dei
quartieri
più
popolari
di
Roma
,
non
è
felice
.
Sente
che
la
sua
fortuna
,
tardiva
rispetto
al
massimo
splendore
del
nostro
cinema
,
poggia
su
basi
fragili
ed
equivoche
.
Ha
capito
che
fare
l
'
attore
,
specialmente
in
Italia
,
è
un
'
avventura
che
può
costare
ogni
intima
felicità
.
Nella
penombra
del
night
-
club
,
dopo
un
sorso
di
liquore
,
mi
dice
:
«
Ce
credi
?
Ho
voja
de
tornammene
a
fa
er
muratore
,
con
la
carcina
in
spalla
.
È
mejo
fa
un
po
'
de
fame
,
che
sentisse
soli
.
Certe
sere
,
me
pare
d
'
esse
un
manifesto
attaccato
a
un
muro
de
periferia
»
.
Cuore ( Ginzburg Natalia , 1970 )
StampaQuotidiana ,
Giorni
fa
ho
letto
che
è
morta
a
Torino
la
vedova
di
un
figlio
di
De
Amicis
,
Ugo
,
morto
nel
'63
.
Questo
Ugo
doveva
essere
il
bambino
«
Enrico
»
,
eroe
del
libro
Cuore
.
I
giornali
riportavano
una
fotografia
di
lui
con
la
moglie
.
I
fantasmi
della
nostra
infanzia
sono
indistruttibili
,
e
non
sanno
invecchiare
;
così
mi
sono
stupita
nell
'
apprendere
che
«
Enrico
»
aveva
avuto
una
professione
,
una
moglie
,
e
a
un
certo
punto
una
faccia
rugosa
e
dei
capelli
bianchi
.
Io
,
da
bambina
,
gli
avevo
dato
un
grembiale
,
un
cestino
per
la
merenda
e
dei
riccioli
;
e
con
quei
riccioli
e
con
quel
cestino
lo
vedevo
procedere
sulla
sua
strada
per
sempre
.
Ho
scoperto
poi
con
meraviglia
che
il
libro
Cuore
è
stato
pubblicato
nel
1886
:
perciò
quando
io
da
piccola
lo
leggevo
,
quel
libro
,
e
il
famoso
«
Enrico
»
,
erano
già
vecchi
di
quarant
'
anni
.
A
me
non
sembrava
,
leggendolo
nell
'
infanzia
,
un
libro
che
appartenesse
ad
un
'
altra
età
.
Il
mondo
che
vi
compariva
era
simile
,
nelle
sue
linee
essenziali
,
non
al
mondo
nel
quale
io
vivevo
,
ma
a
quello
che
mi
veniva
abitualmente
offerto
nei
libri
di
lettura
:
era
evidentemente
il
mondo
che
allora
si
pensava
dovesse
essere
somministrato
all
'
infanzia
.
Confrontando
però
oggi
Cuore
con
la
nostra
epoca
attuale
,
mi
sembra
invece
un
libro
antichissimo
:
precipitato
in
un
'
età
remota
,
esso
non
fa
che
illustrare
cose
che
non
esistono
più
,
un
mondo
caduto
in
cenere
.
Ai
libri
che
abbiamo
amato
nell
'
infanzia
,
restiamo
in
qualche
modo
fedeli
,
nell
'
affetto
,
per
tutta
la
vita
.
Cuore
io
lo
amavo
.
Sfogliandolo
oggi
,
scopro
però
che
lo
amavo
per
i
molti
vizi
che
sono
in
esso
e
che
erano
,
allora
,
in
me
.
A
parte
l
'
affetto
,
giudicando
oggi
Cuore
trovo
che
non
ì
per
niente
un
bel
libro
.
E
abile
e
falso
.
E
furbissimo
,
e
illustra
con
efficacia
retorica
un
mondo
che
,
in
verità
,
nella
sua
sostanza
,
non
è
mai
esistito
se
non
nei
libri
.
I
suoi
personaggi
non
hanno
nessuna
vita
;
definiti
all
'
inizio
,
percorrono
fino
alla
fine
il
cammino
e
compiono
i
gesti
che
fin
dall
'
inizio
ci
eravamo
aspettati
.
Garrone
è
sempre
giusto
e
generoso
;
Franti
è
sempre
perfido
;
il
muratorino
fa
sempre
il
muso
di
lepre
.
Vi
sono
,
è
vero
,
alcuni
ravvedimenti
;
il
padre
di
Precossi
,
fabbro
ferraio
che
era
spesso
«
briaco
»
,
e
batteva
il
figlio
,
commosso
perché
il
figlio
ha
preso
la
medaglia
si
pente
e
smette
di
bere
.
Ma
simili
trasformazioni
sono
in
qualche
modo
prevedibili
:
la
virtù
vince
il
male
,
il
cuore
trionfa
,
la
scuola
intesa
come
fucina
di
buoni
sentimenti
irradia
un
fuoco
benefico
,
istruisce
al
bene
.
Chi
non
si
ravvede
mai
,
per
fortuna
,
è
il
perfido
Franti
.
Dico
per
fortuna
,
perché
ricordo
d
'
avere
assai
temuto
nella
mia
infanzia
che
potesse
nel
corso
del
libro
diventare
buono
;
la
sua
malvagità
mi
affascinava
,
e
spiavo
dietro
di
lui
peccati
che
non
riuscivo
a
immaginare
,
ma
che
mi
figuravo
anche
più
sinistri
e
più
foschi
di
quelli
che
venivano
enumerati
.
In
verità
i
suoi
peccati
non
mi
apparivano
mai
abbastanza
tremendi
.
Ecco
cosa
faceva
:
«
...
Non
teme
nulla
,
ride
in
faccia
al
maestro
,
ruba
quando
può
,
si
porta
a
scuola
degli
spilloni
per
tormentare
i
vicini
,
si
strappa
i
bottoni
dalla
giacchetta
,
e
li
strappa
agli
altri
,
e
li
gioca
,
e
ha
cartella
,
quaderni
,
libri
,
tutto
sgualcito
,
stracciato
,
sporco
,
la
riga
dentellata
,
la
penna
mangiata
,
i
vestiti
pieni
di
frittelle
e
di
strappi
che
si
fa
nelle
risse
»
.
Non
riuscendo
forse
a
rappresentare
con
abbastanza
neri
colori
la
sua
cattiveria
,
a
un
certo
momento
lo
scrittore
ci
porta
davanti
sua
madre
:
«
affannata
,
coi
capelli
grigi
arruffati
,
tutta
fradicia
di
neve
...
raccogliendo
lo
scialle
che
strascicava
,
pallida
,
incurvata
,
con
la
testa
tremante
,
e
la
sentimmo
ancor
tossire
giù
per
le
scale
...
Il
direttore
guardò
fisso
Franti
in
mezzo
al
silenzio
della
classe
,
e
gli
disse
con
un
accento
da
far
tremare
:
Franti
,
tu
uccidi
tua
madre
»
.
Dopo
avere
strappato
bottoni
e
usato
spilloni
e
riso
quando
gli
altri
piangevano
,
Franti
a
un
certo
punto
tira
le
trecce
a
una
sorella
di
Stardi
,
si
azzuffa
con
Stardi
,
qualcuno
gli
vede
in
mano
un
coltello
:
per
cui
finisce
«
all
'
ergastolo
»
:
immagino
che
si
trattasse
di
un
riformatorio
.
Comunque
sparisce
dalla
scena
per
sempre
:
cosa
che
a
me
dispiacque
moltissimo
,
perché
era
mio
grande
godimento
contemplare
la
sua
figura
malvagia
.
«
Franti
,
tu
uccidi
tua
madre
»
,
e
«
Uno
solo
poteva
ridere
mentre
Derossi
diceva
dei
funerali
del
re
:
e
Franti
rise
»
,
sono
frasi
che
nell
'
infanzia
mi
hanno
deliziato
;
come
pure
«
Non
sono
degno
di
baciarti
le
mani
»
,
parole
scritte
da
Enrico
in
risposta
a
una
lettera
della
sorella
,
la
quale
si
duole
di
un
suo
sgarbo
,
e
gli
ricorda
le
ore
passate
presso
la
sua
culla
quando
era
piccolo
,
«
invece
di
divertirmi
con
le
compagne
»
.
Usavo
quasi
sempre
saltare
le
lettere
,
perché
le
trovavo
noiosissime
:
ne
mietevo
però
qualche
frase
,
che
recitavo
tra
me
a
voce
alta
con
insaziabile
commozione
.
Come
mai
in
quella
famiglia
si
scrivessero
tante
lettere
,
ogni
sera
,
pur
abitando
tutti
sotto
lo
stesso
tetto
,
non
me
lo
sapevo
spiegare
;
mi
sembrava
però
una
cosa
piena
di
seduzione
,
e
mi
rammaricavo
che
in
casa
mia
non
vi
fosse
questa
abitudine
.
In
verità
quello
che
mi
affascinava
in
Cuore
era
il
trovarvi
un
mondo
più
ordinato
,
e
in
fondo
per
me
più
rassicurante
,
del
mondo
nel
quale
vivevo
.
Che
fosse
quello
di
Cuore
un
mondo
falso
,
libresco
e
inesistente
nella
realtà
,
io
allora
non
lo
capivo
;
i
bambini
spesso
sono
attratti
dalla
falsità
;
spesso
essi
preferiscono
lo
splendore
delle
sete
artificiali
,
il
luccichio
delle
perle
false
,
alle
vere
perle
e
alla
vera
seta
.
E
io
ero
,
da
bambina
,
retorica
,
conformista
,
e
con
ideali
piccolo
-
borghesi
.
Trovavo
in
Cuore
tutto
quello
che
nella
mia
esistenza
mancava
.
Avrei
voluto
un
padre
saggio
e
sereno
;
il
mio
urlava
,
sbatteva
le
porte
,
le
sue
norme
educative
erano
urla
e
fragori
di
tuono
.
Avrei
voluto
una
madre
che
la
sera
cucisse
sotto
la
lampada
.
La
mia
non
cuciva
,
o
troppo
poco
per
i
miei
gusti
.
Avrei
voluto
sentir
parlare
della
patria
.
In
casa
mia
non
la
nominavano
mai
.
Avrei
voluto
che
si
parlasse
del
re
.
Usavano
dargli
dell
'
imbecille
.
A
scuola
non
mi
mandavano
;
mi
facevano
studiare
in
casa
,
per
paura
dei
microbi
.
Avrei
voluto
che
si
mettesse
fuori
al
balcone
,
i
giorni
delle
feste
patriottiche
,
la
bandiera
.
Non
avevamo
bandiera
.
Alle
sfilate
militari
,
alle
processioni
,
non
mi
portavano
,
sempre
per
paura
dei
microbi
.
Avrei
voluto
che
mi
insegnassero
a
venerare
mia
nonna
.
Invece
su
mia
nonna
in
casa
mia
sbuffavano
;
perché
era
,
a
dir
vero
,
insopportabile
.
Il
mondo
di
Cuore
mi
sembrava
l
'
unico
mondo
nel
quale
era
bello
e
nobile
vivere
.
Era
un
mondo
dove
tutto
appariva
al
suo
posto
:
il
cielo
pieno
di
eroi
e
di
martiri
;
le
carceri
piene
di
malfattori
;
i
soldati
coperti
di
sangue
sui
campi
di
battaglia
;
i
genitori
e
i
maestri
laboriosamente
intenti
a
soccorrere
i
poveri
e
a
educare
i
bambini
.
Era
un
mondo
che
trovavo
ben
costruito
e
nel
quale
mi
sentivo
sicura
e
protetta
.
Lo
consideravo
indistruttibile
;
e
tuttavia
siccome
in
casa
mia
,
in
qualche
modo
che
mi
era
oscuro
,
un
simile
mondo
veniva
messo
in
dubbio
e
deriso
,
sorgeva
a
volte
in
me
il
sospetto
che
vi
fosse
in
esso
una
crepa
segreta
,
un
errore
nascosto
ed
essenziale
.
Soffocavo
però
subito
quel
sospetto
:
innalzavo
intorno
a
me
le
mura
solide
che
mi
piacevano
.
Plasmavo
il
mio
proprio
mondo
a
immagine
e
somiglianza
di
quel
mondo
confortevole
e
immobile
:
rendevo
i
miei
genitori
miti
e
modesti
,
rimpicciolivo
la
mia
casa
e
la
facevo
rassettata
e
umile
;
abolivo
la
donna
di
servizio
,
facevo
di
mia
madre
una
specie
di
formica
operosa
;
inoltre
mi
dissanguavo
nella
fantasia
in
mille
sacrifici
sublimi
,
mi
battevo
contro
i
ladri
e
gli
austriaci
,
mi
vedevo
la
notte
in
piedi
a
copiare
gli
scritti
di
mio
padre
,
pallida
di
fatica
e
incompresa
.
Incompresa
,
ma
solo
per
poco
:
perché
in
quel
mondo
così
nobile
e
degno
le
sofferenze
,
gli
eroismi
e
la
morte
venivano
a
un
certo
punto
sempre
salutati
e
celebrati
,
trovavano
posto
in
un
cielo
di
gloria
,
li
accompagnavano
funerali
e
bandiere
.
A
volte
,
agli
austriaci
e
ai
ladri
sostituivo
i
fascisti
,
sembrandomi
i
soli
veri
nemici
di
cui
potevo
disporre
.
Ma
era
questo
l
'
unico
mutamento
che
portavo
su
un
quadro
dai
colori
indelebili
e
ben
definiti
.
Oggi
,
un
libro
come
Cuore
io
credo
che
non
lo
possiamo
più
leggere
;
e
certo
non
lo
potremmo
pi
su
scrivere
.
Esso
appartiene
a
un
tempo
in
cui
sull
'
onestà
,
sul
sacrificio
,
sull
'
onore
,
sul
coraggio
,
si
scrivevano
cose
false
.
Questo
voleva
dire
che
c
'
erano
stati
o
c
'
erano
,
a
un
passo
di
distanza
,
quegli
stessi
sentimenti
,
ma
veri
.
Voleva
dire
che
le
parole
per
esprimerli
,
vere
e
false
,
esistevano
.
Il
falso
non
è
che
un
'
imitazione
,
falsa
e
morta
,
del
vivo
e
del
vero
.
Oggi
l
'
onestà
,
l
'
onore
,
il
sacrificio
,
ci
sembrano
così
lontani
da
noi
,
così
estranei
al
nostro
mondo
che
non
riusciamo
a
farne
parola
;
e
siamo
completamente
ammutoliti
,
avendo
,
in
questo
nostro
tempo
,
orrore
della
menzogna
.
Così
aspettiamo
,
in
assoluto
silenzio
,
di
trovare
per
le
cose
che
amiamo
parole
nuove
e
vere
.
StampaQuotidiana ,
Ieri
è
stato
annunciato
,
con
tono
ironico
,
che
il
giornale
dello
pseudo
-
costituzionalismo
sovversivo
,
la
Stampa
del
senatore
Frassati
,
divenuta
ormai
modello
politico
per
il
Corriere
della
Sera
del
senatore
Albertini
,
dopo
il
sequestro
abbia
provveduto
ad
un
'
altra
edizione
sostituendo
al
solito
fondo
fazioso
,
particolare
fatica
del
professor
Salvatorelli
,
un
articolo
sulla
Cina
.
Ebbene
questa
ironia
è
una
confessione
di
insensibilità
.
Poiché
se
l
'
Italia
avesse
davvero
una
classe
dirigente
politica
,
che
non
fosse
oggi
quella
rappresentata
dagli
organi
della
servitù
al
socialismo
(
Stampa
,
Corriere
della
Sera
e
Mondo
)
,
dopo
la
guerra
,
questa
classe
dirigente
si
sarebbe
dovuta
addestrare
a
guardare
fuori
dei
confini
.
E
non
attraverso
i
soliti
schemi
socialdemocratici
della
ridicola
politica
assunta
dagli
Sforza
e
dagli
Schanzer
,
ma
attraverso
una
interpretazione
salda
degli
avvenimenti
mondiali
,
e
una
coscienza
non
meno
salda
della
dura
lotta
che
spetta
all
'
Italia
per
costruirsi
il
suo
avvenire
.
E
non
con
limitazioni
anguste
,
ma
arrivando
fino
alla
Cina
,
o
miserabili
trafficanti
del
giornalismo
e
parlamentarismo
di
corridoio
,
se
dalla
Cina
si
può
intendere
come
,
dopo
il
terribile
conflitto
mondiale
,
siano
impegnati
in
formidabili
sommovimenti
tutti
i
continenti
e
l
'
Europa
non
possa
più
sottrarsi
a
conseguenze
di
vicende
che
sembrano
e
non
sono
lontane
.
Guardiamo
fuori
dei
confini
,
in
questo
principio
d
'
anno
,
e
vediamo
quali
compiti
aspri
,
quali
difese
dure
spettino
all
'
Italia
,
e
per
cui
occorre
una
volontà
decisa
,
che
soltanto
il
Fascismo
può
esprimere
e
sorreggere
,
e
che
comunque
sarebbe
impedita
,
se
si
volesse
impegnare
follemente
il
paese
,
come
vuole
l
'
Aventino
,
a
distruggere
o
esiliare
il
Fascismo
.
Dobbiamo
fronteggiare
una
vera
e
propria
offensiva
finanziaria
anglosassone
.
Mentre
si
prepara
la
riunione
di
Parigi
per
la
ripartizione
delle
quote
di
riparazioni
,
gli
Stati
Uniti
,
superate
le
incertezze
elettorali
con
la
vittoria
di
Coolidge
,
domandano
nettamente
,
pur
essendosi
disimpegnati
dal
Trattato
di
Versailles
,
la
loro
quota
,
senza
preoccuparsi
se
la
Germania
,
dopo
i
primi
pagamenti
pagherà
anche
in
avvenire
.
Domandano
contemporaneamente
impegni
di
pagamento
per
i
debiti
di
guerra
.
Accanto
ad
essi
l
'
Inghilterra
forte
della
vittoria
conservatrice
,
resiste
in
difesa
delle
sue
quote
assegnate
a
Spa
,
mantiene
fermo
il
proposito
di
esigere
i
debiti
di
guerra
,
porta
la
sterlina
alla
pari
del
dollaro
per
raggiungere
la
stabilizzazione
monetaria
,
e
invia
due
grandi
capi
di
stato
maggiore
bancari
a
New
York
per
accordarsi
con
lo
stato
maggiore
bancario
americano
e
manovrare
con
durezza
verso
questa
Europa
continentale
in
travaglio
.
È
ammissibile
che
l
'
Italia
,
salvata
dal
Fascismo
,
consenta
di
far
prevalere
una
coalizione
stampaiola
e
quattro
congiurati
di
corridoio
,
dietro
cui
è
il
sovversivismo
armato
,
per
giocare
al
ribasso
e
contribuire
,
come
ha
riconosciuto
il
Consiglio
dei
Ministri
,
a
sconvolgere
l
'
Italia
,
e
metterla
in
dissoluzione
,
quando
occorre
la
massima
decisione
interna
per
la
difesa
difficilissima
della
nostra
posizione
?
No
.
De
Stefani
deve
partire
per
Parigi
con
la
sicurezza
che
l
'
Italia
non
offre
allo
straniero
la
complicità
dell
'
Aventino
dissolvitore
e
la
miseria
dei
complottatori
di
Francia
e
di
Svizzera
e
la
speculazione
dei
giocatori
al
ribasso
.
Dobbiamo
fronteggiare
una
nuova
difficile
fase
di
politica
continentale
,
che
ha
per
indice
oggi
la
disputa
sullo
sgombero
di
Colonia
.
La
Francia
soffre
di
travagli
interni
,
che
acuiscono
non
eliminano
,
come
la
socialdemocrazia
s
'
illude
,
le
difficoltà
del
conflitto
renano
.
La
Germania
,
presa
nelle
strette
del
regime
parlamentare
regalatogli
dalla
Repubblica
,
ripete
le
elezioni
a
breve
distanza
,
ma
non
riesce
ad
avere
un
governo
,
la
cui
formazione
è
stata
rinviata
,
dopo
settimane
di
vane
consultazioni
.
Tuttavia
la
Germania
ha
annullato
il
suo
debito
di
guerra
,
ha
sottratto
otto
miliardi
di
marchi
oro
all
'
estero
,
si
è
imposta
una
valuta
aurea
,
finge
di
accettare
il
piano
Dawes
,
ma
raccoglie
tutte
le
sue
forze
per
liberarsi
un
giorno
dalle
riparazioni
.
Il
ministro
Stresemann
ha
parlato
un
linguaggio
deciso
contro
il
negato
sgombero
di
Colonia
.
L
'
Italia
,
terza
grande
potenza
continentale
,
che
dal
Fascismo
è
stata
restituita
alle
possibilità
di
una
politica
di
autonomia
,
capace
di
esercitare
una
influenza
meditata
e
decisiva
,
può
essere
diminuita
solo
perché
la
coalizione
dei
responsabili
del
disfattismo
e
della
rinuncia
col
sovversivismo
repubblicano
e
socialista
,
pretende
di
annientare
la
passione
fascista
in
figura
di
reato
,
e
si
è
abbandonata
alla
più
torbida
speculazione
di
delazioni
?
No
.
Il
Fascismo
che
difende
lo
spirito
della
vittoria
non
può
consentire
che
,
ignari
di
questa
necessità
,
lavorino
nei
corridoi
i
Pasqualino
Vassallo
e
i
Beneduce
.
Questa
è
farsa
.
Noi
dobbiamo
fronteggiare
una
ripresa
in
pieno
dell
'
internazionale
bolscevica
che
ora
punta
in
Francia
,
come
già
puntò
in
Italia
,
ma
che
comunque
ha
vastissime
diramazioni
dappertutto
e
agisce
in
Inghilterra
,
in
Francia
,
in
Italia
,
in
Svizzera
,
negli
Stati
del
Centroeuropa
e
,
attraverso
una
solidarietà
islamica
,
appare
decisamente
su
tutte
le
rive
del
Mediterraneo
asiatiche
e
africane
.
Questa
offensiva
è
stata
nettamente
dominata
dal
Fascismo
,
che
solo
ha
potuto
ristabilire
i
rapporti
col
governo
di
Mosca
,
senza
che
questo
fosse
una
sottomissione
interna
.
Può
l
'
Italia
rinunziare
alla
difesa
fascista
,
e
abbandonarsi
ai
responsabili
del
'19-'22
che
sarebbero
di
nuovo
i
complici
,
nolenti
e
reluttanti
poco
importa
,
di
una
ripresa
bolscevica
,
che
si
organizza
palesemente
fuori
dei
confini
,
e
che
minaccerebbe
le
istituzioni
fondamentali
della
Nazione
e
dello
Stato
?
No
.
L
'
Italia
deve
rifiutare
i
falsi
teoremi
di
libertà
e
obbedire
ad
una
volontà
che
sia
espressione
di
forza
:
la
volontà
dello
Stato
nazionale
.
La
vasta
crisi
che
è
stata
aperta
dal
conflitto
mondiale
,
crisi
di
frontiere
,
di
popolazioni
,
di
mercati
,
di
produzione
,
di
continenti
,
di
razze
,
e
che
l
'
Italia
ha
saputo
cominciare
ad
intendere
e
fronteggiare
solo
per
virtù
del
movimento
fascista
,
che
è
stato
a
sua
volta
il
solo
movimento
di
interesse
mondiale
contrapposto
al
bolscevismo
;
questa
vasta
crisi
che
durerà
ancora
decenni
,
ha
già
segni
particolari
,
tra
i
quali
quelli
sommariamente
indicati
,
per
questo
1925
che
oggi
comincia
.
Ebbene
,
l
'
Italia
deve
guardare
ad
essa
.
Non
è
lecita
la
contesa
interna
;
non
è
lecito
,
dopo
la
nostra
crisi
di
resurrezione
,
porsi
in
ginocchio
,
impotenti
,
innanzi
ai
diritti
del
regime
parlamentare
,
che
sono
in
pratica
,
i
cosiddetti
diritti
dei
gruppi
,
dei
gruppetti
,
delle
clientele
di
Giolitti
o
di
Orlando
o
di
chicchessia
;
o
i
diritti
dei
quattro
servitori
del
sovversivismo
aventiniano
.
Non
è
lecito
annullare
la
vita
della
Nazione
,
perché
in
un
dato
momento
,
la
crisi
del
Fascismo
sia
considerata
reato
nella
ritornata
impunità
di
tutti
i
grandi
rei
contro
la
Nazione
,
contro
lo
Stato
e
contro
le
persone
,
che
l
'
opposizione
antifascista
raccoglie
.
Non
è
lecito
,
per
questo
formalismo
,
autocondannarsi
all
'
impotenza
rissosa
o
alla
sciagura
dissolutrice
.
Bisogna
intendere
quello
che
è
avvenuto
in
Italia
,
e
quello
che
avviene
nel
mondo
,
ciascuno
guardando
o
a
quello
che
ha
prodotto
di
male
e
a
quello
che
ha
dovuto
sopportare
di
male
,
dal
'15
al
'21;
sia
l
'
on
.
Giolitti
,
sia
l
'
on
.
Orlando
,
sia
l
'
on
.
Salandra
.
Questo
è
l
'
esame
da
fare
.
Alto
,
solenne
.
E
non
può
ridursi
alle
manovre
di
corridoio
e
alle
ambiguità
di
piccoli
pretesti
differenziatori
,
affidati
all
'
on
.
Beneduce
,
all
'
on
.
Pasqualino
Vassallo
,
o
anche
alle
esibite
perplessità
dell
'
on
.
Riccio
.
L
'
Italia
deve
stare
in
piedi
,
perché
possa
guardare
oltre
le
sue
frontiere
e
non
lasciarsi
accoppare
.
E
per
stare
in
piedi
oggi
è
necessario
che
l
'
Italia
stia
col
Fascismo
e
il
Fascismo
con
Mussolini
.
Con
questa
premessa
si
normalizza
.
I
trentanove
milioni
di
italiani
non
sono
,
non
debbono
essere
spettatori
che
guardano
ad
un
duello
;
ma
debbono
essere
consapevoli
della
posta
che
si
gioca
,
e
che
comprende
anche
essi
.
E
se
la
coscienza
politica
italiana
è
ancora
in
formazione
,
se
una
classe
dirigente
italiana
è
ancora
da
costituirsi
;
se
ancora
non
c
'
è
il
modo
di
pensare
l
'
Italia
come
elemento
della
vita
mondiale
,
ebbene
bisogna
essere
una
volontà
decisa
e
salutare
per
tutti
.
Questo
noi
domandiamo
a
Mussolini
e
al
suo
governo
.
StampaQuotidiana ,
Forse
non
riuscirò
a
parlare
di
Leo
Longanesi
come
le
circostanze
vorrebbero
,
con
rispettoso
distacco
.
E
non
sarebbe
neanche
giusto
chiedermelo
.
La
mia
vita
è
stata
così
ultimamente
mescolata
alla
sua
,
o
per
meglio
dire
invasa
la
lui
,
che
ci
vorrà
del
tempo
prima
che
possa
raggiungere
nei
suoi
riguardi
una
certa
imparzialità
.
Lasciatemi
dunque
dire
,
alla
rinfusa
,
le
poche
cose
che
;
ella
rinfusa
mi
tornano
in
mente
.
Avevo
vent
'
anni
quando
gli
andai
incontro
,
attratto
da
ciò
che
in
lui
più
brillava
:
la
genialità
,
l
'
inventiva
,
l
'
originalità
.
E
ora
,
a
cose
fatte
,
mi
accorgo
di
essergli
rimasto
accanto
,
finché
ho
potuto
,
per
la
tristezza
,
la
malinconia
,
e
a
volte
la
disperazione
,
che
dietro
tutto
questo
si
nascondeva
.
Era
di
poco
maggiore
di
me
.
Ma
Longanesi
è
uno
dei
pochissimi
uomini
al
mondo
che
non
abbia
dovuto
aspettare
i
figli
dei
suoi
coetanei
per
farsene
dei
discepoli
e
che
abbia
saputo
diventare
il
maestro
della
sua
generazione
.
A
diciott
'
anni
,
senza
corredo
di
studi
e
senza
aver
mai
messo
il
naso
fuori
della
sua
Romagna
,
era
già
sul
podio
a
dirigere
l
'
orchestra
.
Non
aveva
avuto
esitazioni
nell
'
imboccare
la
strada
.
E
naturalmente
aveva
scelto
quella
che
,
dal
punto
di
vista
personale
,
non
menava
a
nulla
.
Quest
'
uomo
che
passava
per
avaro
,
e
che
sul
conto
dell
'
albergo
e
del
ristorante
lo
era
,
ha
trascorso
la
vita
a
scialacquare
tutto
il
suo
patrimonio
d
'
ingegno
e
ad
arricchirne
gli
altri
,
gratis
.
Io
stesso
,
di
quel
poco
che
ho
fatto
,
non
riesco
più
a
distinguere
ciò
che
è
mio
da
ciò
che
è
suo
.
Ora
mi
domando
se
aveva
accantonato
qualcosa
dentro
i
suoi
tiretti
:
se
,
oltre
tutto
quel
che
dava
d
'
idee
,
di
spunti
,
di
trovate
,
di
pretesti
,
aveva
serbato
qualcosa
per
sé
.
Temo
di
no
.
Questo
lavoratore
infaticabile
ha
lavorato
soltanto
a
disperdersi
,
e
oltre
agl
'
inediti
del
suo
Diario
non
si
troverà
nulla
.
Lo
ritroveremo
solo
noi
,
nelle
lettere
che
ci
scrisse
nelle
giornate
di
accoramento
e
di
solitudine
,
ch
'
erano
regolarmente
sette
nella
settimana
,
e
toccavano
la
punta
più
patetica
la
domenica
,
quando
la
festa
gl
'
imponeva
l
'
ozio
,
il
suo
peggiore
e
più
sottile
nemico
.
Allora
erano
lunghe
pagine
descrittive
di
ciò
che
vedeva
dalla
sua
finestra
.
Quante
cose
vedeva
,
Leo
,
da
quel
modesto
osservatorio
dal
quale
,
a
noi
,
non
era
mai
riuscito
contare
che
qualche
tegola
,
qualche
albero
,
qualche
cencio
teso
sul
filo
ad
asciugare
!
Il
canto
di
una
ragazza
sul
balcone
bastava
a
rimescolargli
dentro
tutto
un
mondo
.
E
ne
venivano
fuori
stupende
pagine
di
lirismo
:
i
suoi
regali
,
dei
quali
egli
stesso
l
'
indomani
si
era
già
dimenticato
.
A
questo
Leo
segreto
e
inedito
,
una
intera
leva
di
giornalisti
e
di
scrittori
ha
succhiato
il
proprio
latte
.
Non
tutti
lo
sanno
.
Non
tutti
se
lo
ricordano
.
Ma
l
'
influenza
di
Longanesi
è
stata
decisiva
,
nel
gusto
e
nel
costume
letterario
di
questo
Paese
,
più
di
quanto
non
lo
sia
stata
quella
di
qualsiasi
altro
uomo
.
Ed
è
morto
povero
e
quasi
solo
.
Non
bisogna
darne
la
colpa
a
nessuno
,
perché
questo
era
il
suo
destino
,
ed
egli
lo
subiva
senza
ribellarvisi
.
«
È
vero
»
mi
disse
un
giorno
che
avevamo
litigato
,
voglio
dire
che
avevamo
litigato
più
violentemente
del
solito
,
perché
non
si
faceva
altro
dalla
mattina
alla
sera
,
«
io
sono
come
Saturno
:
mi
mangio
i
figli
,
e
un
giorno
mi
mangerò
anche
te
.
Anzi
,
a
dirti
la
verità
,
ti
ho
già
mangiato
.
»
Poi
aggiunse
,
con
una
smorfia
di
disgusto
:
«
E
non
hai
neanche
un
buon
sapore
»
.
Leo
non
mi
aveva
affatto
mangiato
,
perché
era
un
cannibale
vegetariano
.
E
con
tutta
la
«
cattiveria
»
di
cui
faceva
sfoggio
,
a
parole
,
guadagnandosi
una
fama
di
malvagio
di
cui
era
fierissimo
,
non
ha
mai
torto
un
capello
a
nessuno
.
Ma
bisognava
stare
con
lui
in
posizione
di
difesa
perché
la
sua
amicizia
era
anche
una
spaventosa
tirannia
.
Ira
questo
che
gli
rimproveravo
,
quando
si
lamentava
di
essere
solo
.
Egli
aveva
allevato
un
po
'
tutti
,
ma
avrebbe
preteso
che
fossero
rimasti
all
'
infinito
a
poppare
alla
sua
mammella
generosa
.
Invece
avevano
messo
i
denti
e
si
erano
allontanati
per
la
loro
strada
:
Pannunzio
dirige
«
Il
Mondo
»
,
Arrigo
Benedetti
«
L
'
Espresso
»
,
Soldati
e
Flaiano
fanno
il
cinema
.
Era
fatale
che
avvenisse
,
e
mentalmente
anche
lui
lo
accettava
.
Ma
la
mente
di
Leo
andava
in
un
verso
,
e
Longanesi
in
un
altro
.
Non
ricordava
,
non
voleva
ricordare
che
questi
uomini
avevano
fatto
strada
-
e
una
bella
strada
-
con
le
gambe
che
lui
gli
aveva
dato
.
Avrebbe
potuto
trarne
una
pigmalionica
fierezza
.
Invece
,
nulla
.
Per
lui
era
tutto
e
soltanto
«
tradimento
»
.
Era
successo
anche
col
povero
Brancati
,
che
un
tempo
era
stato
il
preferito
dei
suoi
figli
.
Era
un
piccolo
retore
di
provincia
,
quando
si
accostò
a
Longanesi
,
e
si
credeva
nato
per
scrivere
dei
brutti
poemi
epici
,
edificanti
e
celebrativi
.
Ero
presente
il
giorno
in
cui
,
con
la
buona
grazia
che
lo
distingueva
,
Leo
gli
randellò
un
libro
in
testa
urlandogli
:
«
Legga
questo
,
somaro
!
È
Gogol
,
il
suo
fratello
maggiore
.
Anche
lei
è
un
Gogol
.
Di
Catania
»
.
Aveva
già
annusato
i
libri
che
Vitaliano
si
portava
in
corpo
e
che
sotto
lo
stimolo
di
Leo
avrebbe
scritto
.
E
già
ne
aveva
anticipato
la
più
esatta
misura
critica
.
Era
successo
con
Buzzati
,
su
cui
nessuno
avrebbe
puntato
un
soldo
e
di
cui
fu
il
primo
editore
.
Intelligenza
?
No
.
È
la
qualità
di
cui
più
si
è
parlato
a
proposito
di
Longanesi
,
ed
è
la
più
grossa
stupidaggine
che
si
sia
detta
di
lui
.
Longanesi
non
era
un
uomo
intelligente
,
non
era
nemmeno
un
intellettuale
.
La
logica
non
ha
guidato
nessuno
dei
suoi
gesti
,
forse
egli
non
sapeva
nemmeno
dove
stesse
di
casa
.
Condurre
con
lui
in
porto
un
ragionamento
era
un
'
impresa
disperata
.
Di
fronte
al
più
banale
sillogismo
,
inciampava
.
Longanesi
era
un
artista
geniale
,
il
solo
che
abbia
incontrato
nella
mia
vita
.
E
come
tutti
gli
artisti
andava
a
naso
,
a
intuito
,
con
un
invisibile
radar
al
posto
del
cervello
.
Procedeva
a
furia
d
'
intuizioni
che
avevano
del
miracoloso
e
che
facevano
perfino
pensare
a
qualcosa
di
diabolico
.
Non
sapeva
cosa
volesse
dire
deduzione
.
Il
suo
processo
era
tutto
induttivo
,
dal
piccolo
particolare
al
generale
.
Uno
sguardo
,
la
piega
di
una
bocca
,
un
gesto
,
gli
bastavano
a
ricostruire
una
persona
e
a
pronunziare
su
di
essa
giudizi
spietati
e
irrevocabili
.
Un
giorno
mi
raccontò
di
essere
diventato
antifascista
,
in
tram
,
guardando
il
didietro
di
un
console
della
milizia
in
piedi
di
fronte
a
lui
.
Quando
scoppiò
la
guerra
,
mi
disse
:
«
Che
catastrofe
!
Pensa
a
quanti
reduci
avremo
,
quando
sarà
finita
!
»
.
Questi
famosi
motti
di
Longanesi
(
ci
sarebbe
da
compilarne
volumi
)
facevano
immediatamente
il
giro
della
città
,
creandogli
intorno
un
'
aureola
ingannatrice
di
uomo
sarcastico
e
paradossale
,
imprevedibile
e
«
brillante
»
.
Ma
si
trattava
di
ben
altro
:
imbrogliando
tutti
,
o
quasi
tutti
,
con
lo
specchietto
di
queste
sue
apparenti
assurdità
,
Longanesi
ha
condotto
,
dal
primo
all
'
ultimo
giorno
,
e
con
un
impegno
di
crociato
,
la
più
seria
e
disperata
battaglia
che
mai
sia
stata
ingaggiata
da
uno
scrittore
.
Vogliamo
dire
,
per
semplificare
,
ch
'
è
stato
l
'
ultimo
vero
grande
difensore
della
«
destra
»
?
Diciamolo
pure
,
forse
anche
perché
egli
stesso
desidera
che
questo
sia
detto
.
Ma
la
verità
è
-
e
un
giorno
su
questo
punto
ci
ripromettiamo
di
fare
il
chiaro
-
che
Longanesi
non
si
è
mai
sognato
di
difendere
una
classe
cui
non
apparteneva
e
in
cui
non
credeva
,
né
un
'
ideologia
politica
.
Ogni
tentativo
di
giudicarlo
su
questo
piano
è
semplicemente
ridicolo
e
meschino
.
Fosse
nato
in
Francia
,
Longanesi
avrebbe
trovato
probabilmente
interessi
reali
a
cui
partecipare
,
e
perfino
un
partito
in
cui
inserirsi
.
In
Italia
egli
è
stato
costretto
a
inventare
letteralmente
il
mondo
,
di
cui
poi
si
è
Fatto
il
paladino
.
In
questo
miscuglio
di
Renard
e
di
Toulouse
-
Lautrec
,
c
'
è
anche
un
pizzico
di
Don
Chisciotte
truccato
da
Sancio
Pancia
.
L
'
Italia
ch
'
egli
ha
difeso
era
una
pura
e
semplice
creazione
della
sua
fantasia
,
del
suo
gusto
e
di
una
cultura
costruita
a
furia
,
più
che
di
letture
e
di
studio
,
di
balenanti
intuizioni
.
Quest
'
uomo
piccolissimo
,
che
soffriva
atrocemente
della
propria
statura
,
era
molto
più
grande
del
mondo
in
cui
viveva
e
ne
traboccava
continuamente
di
fuori
.
Per
questo
era
difficile
stargli
accanto
.
E
per
questo
era
impossibile
abbandonarlo
senza
sentirsi
«
traditore
»
,
come
lui
diceva
,
anzi
addirittura
parricida
.
Quel
suo
eterno
scegliere
la
posizione
più
scomoda
,
la
trincea
più
battuta
,
l
'
esercito
più
sconfitto
,
ci
poneva
continuamente
di
fronte
a
un
insormontabile
caso
di
coscienza
.
Dichiaro
senza
rossore
che
ho
rinnegato
molte
mie
convinzioni
per
restare
fedele
a
Longanesi
,
e
non
me
ne
pento
.
Oggi
l
'
unico
rimorso
che
ho
è
quello
di
non
essere
rimasto
sempre
fedele
a
lui
,
l
'
uomo
più
importante
della
mia
vita
,
quello
che
ho
più
amato
e
odiato
,
il
solo
maestro
che
mi
riconosca
anche
nelle
giravolte
più
rischiose
e
nei
più
azzardati
zig
zag
.
E
non
sono
il
solo
a
trovarmi
in
queste
condizioni
.
Proprio
mentre
scrivo
questo
arruffato
articolo
,
mi
hanno
telefonato
Arrigo
Benedetti
e
Mario
Soldati
,
che
pure
sembrano
camminare
così
sicuri
su
una
strada
diversa
da
quella
su
cui
Longanesi
ci
aveva
tutti
avviati
.
«
E
ora
?
»
mi
hanno
chiesto
con
voce
di
pianto
.
«
Come
faremo
a
scrivere
senza
più
la
paura
e
la
speranza
di
ciò
che
avrebbe
detto
Longanesi
leggendoci
?
»
Si
sentivano
orfani
anche
loro
,
come
me
.
Nessuno
degl
'
italiani
contemporanei
ha
lasciato
,
o
lascerà
,
morendo
,
il
vuoto
che
lascia
Longanesi
.
In
nessuna
generazione
un
italiano
ha
scavato
così
a
fondo
e
durevolmente
come
ha
fatto
Longanesi
in
quella
nostra
.
Forse
qualcuno
la
troverà
un
'
esagerazione
,
suggeritami
dall
'
emozione
della
sua
morte
.
E
invece
è
una
vecchia
certezza
,
di
cui
m
'
impegno
a
riconoscere
la
validità
anche
nel
più
lontano
futuro
.
È
difficile
dimostrarlo
,
perché
di
suo
rimane
ben
poco
,
un
milionesimo
di
quello
che
avrebbe
potuto
darci
,
e
impossibile
da
raccogliere
in
un
'
opera
organica
,
sbriciolato
com
'
è
in
frammenti
di
diario
,
in
abbozzi
di
disegni
,
appunti
e
schemi
.
L
'
avaro
Longanesi
era
troppo
occupato
ad
arricchire
noi
per
accumulare
di
suo
.
Per
me
,
non
oso
fare
il
conto
di
quello
che
mi
rimarrebbe
,
se
dovessi
restituirgli
tutto
ciò
che
mi
ha
dato
.
Non
ho
avuto
il
tempo
di
dirglielo
,
ora
è
troppo
tardi
,
uno
stupido
pudore
mi
ha
sempre
trattenuto
.
Ma
anche
il
pudore
me
lo
aveva
insegnato
lui
.