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TASTIERA 9 ( BALDINI ANTONIO , 1942 )
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Una ragazza siede al telaio e facendo « su la panchetta » un po ' di posto a Giovannino Pascoli gli mormora : Mio dolce amore ... ( La tessitrice , nei Canti di Castelvecchio ) ; ma la ragazza è morta da un gran pezzo e l ' incontro avviene solo nell ' affettuosa fantasia . Il poeta Giulio Orsini si strugge per Iacovella : Iacovella , è vespro e siamo soli : viene a sedermiti allato ... Ma Iacovella è morta da quattrocent ' anni . E con questo ? Vivi e morti , a noi che importa ? Sino a te lungo i secoli arrivo . Una bella giovane abbandona in quelle scarnite di Giacomo Leopardi una morbida mano che il contino ventunenne va coprendo di baci e si stringe al petto ( Il sogno , nei Canti ) ; ma anch ' essa è morta « or son più lune » e il sogno s ' interrompe sul più bello : e nell ' incerto raggio del Sol vederla io mi credeva ancora . ( Quattr ' anni più tardi scriverà la canzone Alla sua donna , che , per dichiarazione dell ' autore , è propriamente « la donna che non si trova » ) . Il Sannazaro ( canzone XII delle Rime ) stava sognando di tenere anche lui stretta fra le sue la tenera mano della Bella . Acciò il felice inganno si prolunghi , accòrtosi che il sonno è sul rompersi , lungo spazio non volli gli occhi aprire . Ma dalla bianca mano , che si stretta tenea , sentia lasciarme . Questo è proprio dei sogni , in sul mattino . Molto bello e poeticamente detto . Se la poesia italiana è piena di donne vagheggiate in sogno a occhi aperti o ad occhi chiusi , a distanza di luogo e a distanza di tempo , quando non addirittura divenute mummie da quattrocent ' anni , la colpa va fatta rimontare in gran parte al Sospiroso di Laura , che aveva finito col trovare un amaro piacere anche , e forse sopra tutto , nella non conclusione del suo amore . Proprio vero , che chi si contenta gode . Un giorno l ' imperatore d ' Oriente aveva mandato a regalare al Petrarca , che non sapeva di greco , un codice d ' Omero . « Vederlo scrive il poeta ( Lettere familiari XVIII , 2 ) a un amico è già per me una gioia straordinaria . Ogni tanto me lo stringo al seno e dico sospirando : oh quanto è d ' ascoltarti in me il desio ! » . Petrarca che amorosamente si stringe al seno un codice che non è in grado di sfogliare e di leggere , è tutto un programma . Prender coraggio a scrivere una dichiarazione d ' amore a una giovinetta straniera in una lingua ch ' ella non può intendere e unicamente per il fatto che non la possa intendere , anche questa è una situazione squisitamente petrarchesca e ci si trovò il gentile Pindemonte . La ragazza era una inglesina di Londra , Agnese H * * * alla quale il poeta aveva cercato d ' insegnare qualche po ' di italiano , ma l ' estatica zucconcella non aveva saputo trarre profitto di sorta da quelle preziose lezioni . Mancando pochi giorni al suo ritorno in patria , il marchese Ippolito sfogò sulla carta una canzone ( « O giovinetta che la dubbia via » ) che , quanto al sentimento , è tra le più delicate della nostra lirica amorosa . Canzone , a lei davante tu non andrai : ché né tua voce intende , né andarti lascerei , se l ' intendesse ... Ché se or ti parlo , e grido la fiamma di cui pieno il cor trabocca , farlo nella natia lingua mi lice , che non è ancor felice . si che uscir possa di tua rosea bocca . Gli basta e avanza di volerle bene nel suo segreto , di vederla e sentirla in quelle rare amabili occasioni , e altro per sé non domanda . Il men di che può donna esser cortese ver ' chi l ' ha di sé stesso assai più cara da te , Vergine pura , io non vorrei ... Sommo scrupolo e affettuoso terrore egli ha di poter turbare in qualche modo l ' incanto di quella innocenza , la rosea serenità di quei sogni verginali . Né volentier torrei di spargerti nel sen foco amoroso , ché quanto è a me più noto il fiero ardore delitto far maggiore mi parria , s ' io turbassi il tuo riposo . Maestro io primo ti sarò d ' affanno ? Non sia mai ! Ma neanche , diviso com ' è fra invidia desiderio curiosità gelosia , egli sopporta in pace il pensiero che ci possa essere un fortunato che abbia core di staccar quel fiore dalla pianta . Ma che fatto avrà mai di bello e strano chi vorrà la tua mano ? Non so sì grande e sì leggiadra cosa per cui degno un uom sia d ' averti sposa . Vieto il frasario madrigalesco e girato con qualche stento il periodo , ma il sentimento è genuino . Il poeta dunque partirà lasciando mezzo il suo cuore a Londra , e altra consolazione non ispera alle sue pene che di ricevere di quando in quando lettere , non già di Miss Agnese , ma di Lady Madre , che facilmente troverà modo di dargli qualche notizia della graziosa figliuola . Consolerà i miei pianti foglio che a me dalla tua madre viene , su cui ( deh spesso ! ) ella tuo nome segna . Avete mai incontrato un « patito » sui trentacinque anni di più trepido cuore e semplice contentatura del poeta delle Campestri ? Sentimenti squisiti per certo : specie se poi pensiamo ad Ugo , il grande amico d ' Ippolito , che non si faceva scrupolo di far girare la testa e sconvolgere l ' animo a quante belle giovani gli venissero incontrate . Insegni il caso della Cecchina dei conti Giovio , con la quale l ' invasato autore dell ' Ortis fece il cascamorto nello stesso periodo di tempo in cui portava avanti per lo meno altre quattro operazioni amorose . Aveva cacciato sé e la ragazza in una situazione alla lunga insostenibile e , quando la poverina fu per bene inciuccata , se la cavò con una lettera . Io vi amerò sempre , ve lo giuro dal profondo del cuore , vi amerò fino all ' estremo sospiro , e giuro sull ' onor mio [ che cosa mai le vorrà giurare con tanta solennità ? ] di non ammogliarmi finché voi non sarete d ' altri . Se l ' infermità , se gli anni , se gli accidenti vi rapiranno la beltà e gli agi , se sarete disgraziata , [ bei discorsi da toccar ferro , veramente bei discorsi da farsi a una povera ragazza innamorata e di cui ci si dice innamorati ! ] se vi mancasse nel mondo un marito , un amico , io volerò da voi : io vi sarò marito [ ohé ] , padre [ toh ] , amico [ ahi ] , fratello . Parole : e anche fredde , anche brutte parole . Nella guerra d ' amor vince chi fugge . Ma è una gran brutta vittoria . Una meschina vittoria . Non per questo dipingeremo Foscolo tutto rosso come il Diavolo , né Pindemonte tutto azzurro come un Serafino . Nobili , non v ' ha dubbio , i sentimenti del marchese ; ma che forse non a bastanza nascondono il suo desiderio di non vedersi togliere la bella libertà della quale fu sempre gelosissimo guardiano . Curioso tipo , il marchese Ippolito . Gli amici , e più ancora le amiche , si lamentarono di « possederlo poco » . Aveva un modo tutto suo , praticato ben prima del viaggio a Londra , di squagliarsi all ' inglese . Ma sapeva poi così bene indorare di cortesia l ' indifferenza , e l ' uggia di gentilezza , che amici ed amiche finivano col mandargliela buona , così che visse ben voluto da tutti e senza farsi dei nemici . Mentre Foscolo ! Nessuno , meglio del Pindemonte , sapeva , al momento opportuno , fare il distratto , il trasognato , il « poeta » , ed eclissarsi lasciando i restanti nella rispettosa credenza d ' una urgente chiamata delle Muse . Al promesso sposo della Malinconia non occorrevano pretesti per isolarsi , quando sentisse il richiamo della « Ninfa gentile » . « Una tal sicurezza acqueta ; quando parte si dice : nol perdo del tutto , egli va a dipingersi , lo rivedrò fra non molto » : così spiegava la cosa con affettuosa malizia , nel suo vivace Ritratto d ' Ippolito , la spiritosa Isabella Teotochi Albrizzi , che in un certo momento aveva anche sperato d ' accomodarsi marchesa Pindemonte . Mi piaci così tanto , pare che il Pindemonte in fondo voglia dire anche alla bionda vergine del Tamigi , e posso volerti tanto bene appunto perché , lasciandoti io così tua , posso restare così mio . Non ho fatto un passo per possederti , perché tu nel tuo entusiasmo giovanile non facessi quell ' altro mezzo che sarebbe bastato a farmiti prigione . Estatica zucconcella , il tuo poco poco - maestro d ' italiano per questo si fidò di consegnarti il segreto del suo cuore solo nell ' ornato scrigno d ' una lingua che tu non saresti riuscita ad aprire . In una parola , e secondo il suo costume , ti si dette in modo che tu non lo potessi acchiappare . Non è detto che nel Terzo cielo , nel ciel di Venere , il disastroso Ugo non sia sistemato un grado più alto dell ' inincatenabile Ippolito .
La fortuna di Barreto ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
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Per dare un ' idea di quanto poco durino le emozioni del popolo romano , Ennio Flaiano scrisse due anni or sono un divertente articolo nel quale raccontava quel che sarebbe capitato a un marziano qualora fosse piovuto nella capitale . Dopo un po ' d ' interesse iniziale , il turista con un occhio solo e due nasi sarebbe diventato uno dei tanti « cispadani » che si aggirano fra piazza di Spagna e il Colosseo . I pizzardoni gli avrebbero stancamente indicato la strada e in capo a poche ore un fotoreporter gli avrebbe strillato : « A marzià ! te voi levà de mezzo ? ' un lo vedi che devo fotografa ' a Loren ? » È una parabola che contiene tutto intero il carattere di questo agglomerato umano , stratificatosi nei secoli , nella cui memoria biologica c ' è già tutto : glorie , decadenze , scandali , vittorie , sconfitte , trionfi e cadute grottesche , in un paesaggio dominato da montagne di spaghetti alla carbonara e attraversato da fiumi di vino bianco . Essere notati , a Roma , per più di una settimana , è praticamente impossibile . Vi è riuscito il cantante sudamericano Marino Barreto jr. ( detto Barrito ) , che da qualche settimana intrattiene i frequentatori di un locale di via Frattina . Questo artista ha conquistato una folla di ammiratori , specialmente fra i giovani della grossa borghesia , interpretando canzoni alla moda con voce inconfondibile , uniforme , lamentosa , paragonabile a quella di certi posteggiatori ciechi che rattristano le periferie domenicali . A Roma , in questi giorni , è il numero 1 della vita notturna e il suo successo non accenna a impallidire . È paragonabile soltanto a quello che ebbe Bruno Quirinetta fra il '44 e il '48 . In più , Barreto riceve ogni giorno lettere vibranti di passione , inviti piccanti . Una giovane e bella signora gli ha addirittura proposto di fuggire insieme . Chissà perché , in Egitto .
FATTO DI POLITICA ITALIANA ( ROBERTO CANTALUPO , 1923 )
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Il nostro eccellente amico Price , redattore politico di quel londinese Daily Mail che improvvisamente ci mostra un volto amico dopo anni di ostilità non celata , dopo anni di campagna giornalistica contro l ' affermazione dell ' Italia in Adriatico , ha avuto il piacere di lasciarsi dire dal Presidente italiano queste ( ed altre non meno definitive ) cose : « Era ben tempo che qualcuna di queste piccole nazioni balcaniche imparasse che l ' Italia non è uno Stato insignificante , di pochi milioni di abitanti , ma una grande Potenza , forte di una sua propria forza » . Questo discorso fatto ai minori con un linguaggio così preciso ha un valore doppio : ha , oltre quello intrinseco , anche il valore esterno di essere rivolto ad Atene , e quindi a qualunque altra nazione balcanica , attraverso un organo importante della opinione pubblica britannica : esso è perciò un discorso fatto in via pregiudiziale anche alle maggiori potenze , anche alle grandissime , anche insomma all ' Inghilterra . L ' abilità diplomatica del Presidente ha , oltre tutto , la caratteristica di essere un ' abilità non segreta : non segreta nella sostanza , non timida nelle manifestazioni . Questo uomo singolare e potente nomina le cose con il loro nome e definisce i propri sentimenti tali quali ; essi si definiscono entro di lui ; l ' intervista con Price è un documento insigne di diplomazia , come dire , scoperta ; noi seguiamo , modestamente , l ' esempio del nostro uomo di Stato . Andiamo al sodo : non è concepibile che il Governo rassegnatamente sopporti che la Lega delle Nazioni diventi lo strumento mediante il quale Potenze egemoniche possano impedire all ' Italia di affermarsi nel Mediterraneo orientale come grande Potenza alla quale deve essere tributato rispetto completo ed indiminuibile . Quando Mussolini dice che la Lega non è competente a giudicare questa circostanza solo apparentemente episodica , quando dimostra che nello statuto della Lega non è compreso il diritto della Lega stessa ad intervenire in casi nei quali una grande Potenza deve difendere il proprio prestigio ed il proprio onore , dice e dimostra che la Lega non deve costituire in mano altrui un ' arma per impedire il fatale sviluppo della politica italiana . E poiché egli è « l ' uomo che agisce nell ' Europa che chiacchiera » , dice queste cose definendo la linea teorica della nostra azione , e contemporaneamente le dimostra applicandole e praticandole . La lega , e per essa ed in essa le qualsiasi Potenze che vorrebbero giovarsene ai fini di una loro politica particolare , debbono rassegnarsi ad assistere alla nostra azione autonoma , debbono rinunciare ad intervenire contro l ' Italia e in difesa della Grecia ; la Lega questa volta non farà della politica , non farà la politica dei suoi più cospicui componenti . Premesso dunque che essa tende sostanzialmente a svolgere un ' azione che per il fatto stesso che si delinea fin da ora è già iniziata , ne deriva che la incompetenza sua è non solo giuridica ma anche morale e politica , ne deriva che un suo tentativo di intromissione sarebbe considerato dall ' Italia come illecito ; l ' Italia non si presterebbe , e potrebbe arrivare fino ad abbandonare la Lega , fino insomma all ' applicazione di qualunque misura che fosse necessaria a salvare l ' autonomia ed il prestigio italiano . Lo spirito pubblico nel nostro paese è in questa circostanza superbo ; la compattezza è completa ; i giornali di opposizione sono stretti intorno al Governo , non solo perché deliberatamente abbiano deciso di dare agli stranieri spettacolo di integrità nazionale , ma soprattutto ed è questo il risultato massimo degli otto mesi di governo di Mussolini perché non possono più spiritualmente sottrarsi all ' atmosfera patriottica creata dal Fascismo , perché il nazionalismo è in atto dal momento che l ' individuo si fonde nella collettività nazionale , perché non possono più concepire l ' onore della Patria diversamente da noi , perché insomma è avvenuta nello spirito degli oppositori almeno in questa circostanza la fatale conversione che sarà domani la loro nuova vita ; Mussolini cambia e redime l ' anima degli italiani ; Dio benedica e salvi sempre il maraviglioso missionario , restauratore della religione patria . Ora dico che la così detta « opinione pubblica » , che stavolta è spirito nazionale intatto e compatto , ha avvertito immediatamente che l ' episodio italo - greco ha una grande portata politica , è la circostanza nella quale l ' Italia , purché sia sola , purché non abbia aiuto straniero , purché non ricorra a mezzi di indiretta , artificiale e diplomatica pressione , purché adoperi la sola propria forma individuale e risolva la vertenza a beneficio del suo proprio onore soltanto e del suo proprio prestigio soltanto , purché insomma « da sola » imponga alla Grecia la sottomissione , risolleverà definitivamente il proprio prestigio e ristabilirà per lunghissimo tempo il peso reale della sua propria forza reale nel Mediterraneo orientale e nei Balcani . Questo il Presidente ha avvertito con rapidità fulminea , quale hanno solo gli uomini destinati a reggere e rendere felici e potenti i grandi popoli ; questo hanno avvertito con uguale rapidità tutti gli italiani , pervasi dal nuovo spirito di nazionalità resuscitato dalla commovente e giovanile paternità spirituale di Lui ; questa è diventata la volontà Sua ; noi non siamo con Mussolini , ma in Mussolini ; Egli non è con noi e per noi , ma è noi . Contro questa volontà unanime , cioè contro questa unanime certezza che la circostanza è definitiva per il ristabilimento del nostro prestigio orientale , si è destata l ' avversa ed opposta sensibilità orientale ed imperiale dell ' Inghilterra , la quale ricorre alla Lega non solo contro il pericolo inesistente di un conflitto , ma soprattutto contro il pericolo esistente e certo di una restaurazione inevitabile della forza italiana in Oriente . E l ' Inghilterra ricorre alla Lega , come allo strumento internazionale nel quale essa dispone di forza preponderante , perché la Lega regoli la vertenza estraneamente al nostro interesse maggiore e più vitale , la regoli insomma in modo che attraverso il componimento della vertenza l ' Italia non possa affermare la propria individualità di grande Potenza tra l ' Egeo e Costantinopoli . A questo punto la parola « incompetenza » non è che la classifica formale che noi diamo al tentativo di ingerenza della Lega pseudo internazionale , tentativo condotto in nome di una politica particolare e specifica . Appello alla Lega , no ; noi in una Lega che tentasse malgrado il nostro rifiuto di agire contro di noi , no . La soluzione di questa vertenza con gli assassini di Janina è un fatto di politica nazionale italiana , e come tale va risolto e come tale va chiuso dall ' Italia ed esclusivamente dall ' Italia .
La Volpini, Tofanelli e Garibaldi ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Mercoledì sera , nei saloni interni dell ' Excelsior di Roma , Flora Volpini ha organizzato il suo secondo « Incontro con l ' autore » . Il primo , tempo fa , vide al centro della serata Giovanni Artieri ; questo ha onorato , in mezzo a circa 200 commensali in abito da sera , Arturo Tofanelli e il suo libro L ' uomo d ' oro . Per l ' occasione , lo chef dell ' hotel , il bolognese Anselmo Savini , detto « er pataccaro » per le infinite decorazioni e onorificenze ricevute da ogni nazione , ha studiato un menu intonato alla produzione letteraria di Tofanelli : cannelloni « impossibilità di vivere » , a base di crema , gruviera e profumo di funghi secchi ; manzo alla « cielo di Nuova York » , brasato con chianti e funghi ; legumi « lettere al direttore » , zucchini piccoli al parmigiano , carotine tenere , crocchette di fonduta ; dolce « l ' uomo d ' oro » , preparato con mirabile abilità dal giovanissimo pasticcere Giorgio Garboli , e riproducente in pasta di mandorla , fino ai minimi particolari , il libro pubblicato da Mondadori . Il vino di Montepulciano è stato ribattezzato « il fiume rosso » , titolo di un ' opera che Tofanelli diede alle stampe nel 1938 . In fine di serata , hanno parlato Giancarlo Vigorelli , Paolo Monelli e Flora Volpini . Costei , applauditissima , si è rivolta in modo particolare al generale Ezio Garibaldi , dicendogli fra l ' altro : « Ho visto che lei si presenta candidato alle elezioni nella lista monarchica . Ciò mi rattrista . Avrei di gran lunga preferito , dato il suo cognome , saperla fra i repubblicani . No , è inutile che mi guardi così : non ho partecipato allo sbarco dei Mille . Ma non posso dimenticare che dopo la difesa di Roma , Garibaldi fuggiasco passò una notte nella nostra villa di famiglia a Cisterna , assieme ad Anita depressa » . Una rondine marina ha battuto la settimana scorsa il record mondiale di volo , categoria uccelli leggeri . Liberata in Groenlandia , è stata catturata nel Natal ( Africa del Nord ) : 18.600 chilometri in 4 mesi .
Sulle sponde del Tigrai ( Ginzburg Natalia , 1970 )
StampaQuotidiana ,
Pochissime sono le cose che mi rallegrano in questo inizio dell ' anno : mi rallegra però il fatto che Paolo Poli canti e reciti in un teatro della città . Sono stata a vederlo già due volte e vi potrei sempre tornare ; qualunque giornata disordinata e confusa , del tutto priva di senso , può avere al suo termine alcune ore in quel teatro ; e anche se io non ci vado , sono contenta che si avveri per altri ogni sera , non molto lontano da casa mia , il miracolo del divertimento . Se dovessi descrivere Paolo Poli a qualcuno che non l ' avesse mai visto , direi di lui che la sua figura è quella di un giovinetto esile : ignoro la sua età , ma ho l ' idea che comunque resterà sempre come un esile giovinetto ; che il suo linguaggio è un puro toscano ; che i suoi spettacoli sono , in genere , parodie di romanzi o di commedie dell ' Ottocento , o del primo Novecento , inframmezzate da canzoni ; che quando canta alza nell ' aria le sue lunghe braccia snodate e le mani fini e soavi , assomigliando a una bella ragazza , o a un cigno , o a un fiore dall ' altissimo stelo ; che suscita ilarità con la grazia , in un tempo in cui la comicità sembra poter nascere soltanto su note stridenti e odiose , da volti e gesti scomposti e ripugnanti . Lui è comico restando se stesso , conservando i suoi tratti lindi e gentili . Non c ' è tuttavia nulla di lezioso o vezzoso nella sua grazia : non c ' è in lui nessuna civetteria , e nessuna timidezza , nei confronti della realtà . La sua grazia sembra rispondere a un ' armonia intima , sembra sprigionarsi da un ' intima e lucidissima intelligenza . Fra i suoi molteplici volti nascosti , c ' è essenzialmente quello d ' un soave , ben educato e diabolico genio del male : è un lupo in pelli di agnello , e nelle sue farse sono parodiati insieme gli agnelli e i lupi , la crudeltà efferata e la casta e savia innocenza . Usa essere circondato , nei suoi spettacoli , da ragazzi vestiti da donna , e da donne vestite da uomo : ha pochi attori , e li traveste in un modo o nell ' altro a seconda delle esigenze della storia . I suoi attori hanno le voci chiocce o stridule , i costumi mal cuciti e infilati in fretta d ' una recita di collegio ; i costumi hanno l ' aria di coprire a malapena altri panni , come maglioni o calzettoni di lana : in verità questi maglioni forse non appaiono , ma vien fatto di pensarci e di riderne come se si intravedessero . I suoi attori evidentemente sono bravissimi , perché non li vorremmo diversi nemmeno di un ' unghia ; eppure le loro voci chiocce o in falsetto hanno l ' esatta intonazione di chi è chiamato a recitare per la prima volta . Quanto a lui , i suoi travestimenti ( da zingara , o da monaca , o da frate , o da diavolo , o da aviatore , o da signora ) sono sempre meravigliosi ; ha il dono di cambiare costume in un lampo , e quando appare in un nuovo travestimento , nel teatro corre un brivido di gioia e di emozione , esplodono applausi , e la sua alta persona volteggia sulla scena e nella sala svolazzando con ventagli , tuniche o piume . Fra i suoi spettacoli riusciti e felici , vanno ricordati La nemica di Nicodemi , il suo presente spettacolo che è una serie di romanzi di Carolina Invernizio , e La vita di Santa Rita da Cascia che era stupendo , e che fu sequestrato come blasfemo : in verità non so come si potesse definirlo blasfemo ; è un grande peccato che non si dia più , e darei non so cosa per vederlo ancora una volta . M ' è accaduto di assistere a suoi spettacoli non del tutto riusciti ; non che fossero mai sciocchi o freddi , ma avevano qualcosa di slegato e frammentario ; mi dispiaceva per lui , non per me , perché io mi divertivo ugualmente , quasi senza ombra di delusione ; un momento di suprema bellezza c ' era sempre : e per un fedele spettatore di Paolo Poli , come io sono , non importa molto la riuscita dello spettacolo , basta qualche attimo della sua presenza sulla scena , basta un attimo d ' una sua canzone ; per sentirgli cantare Sulle sponde del Tigrai penso che farei chilometri . Dell ' esito felice d ' un suo spettacolo , mi rallegro sempre , come della fortuna d ' un amico o d ' un parente ; in verità non sono che uno spettatore , e lui di persona lo conosco appena , per essere andata a salutarlo a volte nel suo camerino . Come persona , per quel poco che so di lui mi sembra estremamente civile , gentile e umile ; si sa cosa può fare il successo con le persone , come può deformarle e involgarirle ; pure mi sembra che sopra di lui il successo dovrebbe passare senza toccargli un capello . Inoltre la sua fortuna fra la gente è una fortuna di qualità particolare , è qualcosa che sembra rifiorire ogni sera dal nulla e come per caso , senza alcun legame né con lo snobismo , né con la pubblicità , né con la moda . Benché egli abbia tra la gente grande fortuna , benché il suo teatro sia ogni sera pieno , pure non mi sembra che lui sia diventato di moda : e spero che una cosa tossica , aberrante e pericolosa come la moda non riesca a giocare con la sua persona . E del resto forse ogni essere ha la fortuna che il suo spirito chiede ; e quando uno viene deturpato e involgarito dal successo , è ergermi della volgarità erano in lui preesistenti , e si potevano scorgere nel suo spirito anche quando era solo e oscuro . A pensarci bene , il segreto del fascino di Paolo Poli è proprio nella maniera nobile , civile e intelligente con cui tocca , esamina ed esprime la volgarità rimanendone pienamente immune . Poiché non c ' è ombra di volgarità in lui , le volgarità e i luoghi comuni che estrae dal passato egli li illumina con un totale distacco , non in una caricatura deformante e grottesca ma in un disegno penetrante e limpido . Dell ' Ottocento , del primo Novecento , altri avevano fatto parodie prima di lui . Di luoghi comuni e di trivialità del passato , esisteva una raccolta di parodie e farse che erano diventate non altro che luoghi comuni e trivialità nuovi . Paolo Poli ha buttato via dalla sua strada tutte le farse antiche ; ci ha restituito un mondo fantastico che ai nostri occhi ha l ' incanto delle cose ancor vive e dissepolte . L ' ilarità in noi nasce dalla meraviglia , dalla grande felicità di poter toccare età remote con mani e sguardi totalmente nuovi . Nel suo presente spettacolo , in mezzo a danze di zingare , neonati partoriti in cantina , spose tradite e sepolte vive , lui a un tratto prende a cantare Giovinezza . Canta questa canzone com ' era prima che diventasse l ' inno delle camicie nere , la restituisce in tutta la soavità floreale che aveva nella sua origine . E un momento meraviglioso . Questa « Giovinezza » di cui nessuno può dimenticare il destino e che sorge ad un tratto sopra una fantasia ottocentesca , mescolando le memorie e le età , ha il potere di riportare ai nostri piedi non soltanto la nostra infanzia , ma il mondo , le memorie e le illusioni della generazione che ci ha preceduto , cioè l ' epoca dei nostri padri . Su tali illusioni e memorie , non è proiettata alcuna sorta di rimpianto crepuscolare , ma le inchioda un giudizio inesorabile ; melodie floreali e spoglie innocenti e soavi , nascondono futuri fatti di sangue , il lupo si nasconde dietro ai bianchi riccioli dell ' agnello . E solo lui può cantare Giovinezza in un teatro senza che riappaia né l ' immagine di Mussolini , né l ' ironia ormai vecchia e involgarita che si è usata su questa immagine . Solo lui può farlo , essendo lui l ' esatto contrario del fascismo , essendo tutto quello che il fascismo ha voluto bandire dalla terra . Q meglio , a Mussolini quando lui canta Giovinezza pensano tutti , ma per misurare e giudicare le distanze che ci separano sia dall ' epoca in cui Mussolini viveva e operava , sia dall ' epoca in cui l ' abbiamo irriso . E in fondo appare chiaro che a Paolo Poli l ' unica cosa che stia a cuore nelle sue parodie è questa , lo scoprire nella goffaggine , nella apparente innocenza e nel candore delle età perdute , i veleni e gli orrori delle future abbiezioni .
ATTESA ( - , 1923 )
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Di fronte agli avvenimenti tedeschi occorre , per oggi , fissare brevemente alcuni punti . Primo . Fino a questo momento la marcia su Berlino è semplicemente incominciata , ma non è ancora arrivata ad una fase che permetta senz ' altro di credere nella sua riuscita . Hitler ha proclamato il nuovo governo prima di arrivare nella capitale ; questo errore tattico potrebbe avere serie conseguenze . Per ora , ha permesso al governo centrale dello Stato di prendere misure di precauzione e di dichiarare illecito e rivoluzionario il tentativo dei social - nazionalisti di Monaco , così che allo stato dei fatti esistono due governi , uno legale ed uno illegale ; non è escluso che il secondo possa distruggere il primo ( anzi tale ipotesi è da considerare come la più probabile ) ma fino a quando questo non sia avvenuto , è prematuro considerare l ' eventuale atteggiamento del governo di destra nella politica estera . Siamo in una fase puramente iniziale , e non resta che attendere gli avvenimenti . Esistono due governi ; si potrà intavolare una conversazione politica con l ' uno o con l ' altro , quando ve ne sarà uno solo . Secondo . In previsione di qualsiasi eventualità , ed in linea assolutamente generale , l ' Italia non può astenersi dal considerare che un nuovo governo tedesco , il quale volesse distruggere i frutti della vittoria alleata e quindi nostra , i frutti che a noi sono stati dati in misura minima ma che costituiscono tuttavia l ' unico beneficio che a noi ha dato il Trattato , non potrebbe in alcun modo contare sulla amicizia e sulla cordialità italiana . Noi dobbiamo considerare la probabilità di un mutamento di governo in Germania non tanto dal punto di vista interno , quanto dal punto di vista esterno . È la politica estera del nuovo presunto governo che ci interessa soprattutto , la politica estera che riguarda in particolare le riparazioni ed in generale l ' accettazione dei risultati della guerra ; è chiaro . Ciò premesso , sarebbe inutile pronunziarsi prima che si sia pronunziato l ' eventuale nuovo governo , prima anzi che questo abbia acquistato realmente il potere . Terzo . Non bisogna essere pessimisti , ma neppure bisogna nascondersi che la « marcia su Berlino » presenta , nel suo stesso corso , aspetti non solo interni ma anche esterni , capaci di provocare complicazioni assai gravi ; non è possibile dimenticare che la Francia ha un esercito mobilitato capace di iniziare subito azioni in grande stile . Esistono insomma sul tappeto ipotesi di complicazioni pericolose . In tali condizioni , noi constatiamo che le condizioni odierne dell ' Italia sono ben diverse da quelle che erano un anno fa : e che la nostra situazione generale , ed anche militare , è tale da giustificare pienamente la tranquillità del governo di fronte a quelle ipotesi . La socialdemocrazia interna sente ancora , forse , una certa solidarietà con la socialdemocrazia di fuori ; ma la verità è che , mentre questa soccombe e muore , provocando minaccie alla pace europea , l ' Italia è in grado di fronteggiare tali minaccie perché ha anzitutto sconfitta la socialdemocrazia in casa propria .
Maurizio è triste ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Il locale notturno che un tempo fu « Victor » , in via Emilia , parallela di via Veneto , oggi è « Oliviero » . Resta comunque il night più animato di Roma . Come tutti i ritrovi di una certa classe , può contare su alcune decine di clienti fissi . Fra costoro , vi è un giovanotto bruno , dalle spalle larghe , vestito di blu , che balla poco , nonostante lunghe occhiate femminili lo incoraggino da ogni angolo della sala . Preferisce , a una cert ' ora , accostarsi al microfono dell ' orchestra e cantare una canzone : sempre la stessa , patetica , con improvvise variazioni ironiche . Così , fra qualche vodka e prolungati silenzi , aspetta l ' alba uno degli attori cinematografici più apprezzati dell ' ultima leva . Maurizio Di Lorenzo , in arte Maurizio Arena . Ha 24 anni e finora ha girato 26 film . Assieme al fortemarmino Renato Salvatori , si conquistò le simpatie del grande pubblico in Poveri ma belli . In Cocco di mamma , dove interpreta la parte di un pugilatore dilettante , categoria mediomassimi , volle sostenere un combattimento vero e proprio , anziché ripiegare su una controfigura o ricorrere a effetti di montaggio . Ne uscì con un labbro spaccato e un occhio nero , ma soddisfatto . Arena è ben quotato alla volubile borsa dei noleggi cinematografici . Il suo nome nel cast vale in partenza diverse decine di milioni . Con tutto ciò , il giovanotto , che proviene da uno dei quartieri più popolari di Roma , non è felice . Sente che la sua fortuna , tardiva rispetto al massimo splendore del nostro cinema , poggia su basi fragili ed equivoche . Ha capito che fare l ' attore , specialmente in Italia , è un ' avventura che può costare ogni intima felicità . Nella penombra del night - club , dopo un sorso di liquore , mi dice : « Ce credi ? Ho voja de tornammene a fa er muratore , con la carcina in spalla . È mejo fa un po ' de fame , che sentisse soli . Certe sere , me pare d ' esse un manifesto attaccato a un muro de periferia » .
Cuore ( Ginzburg Natalia , 1970 )
StampaQuotidiana ,
Giorni fa ho letto che è morta a Torino la vedova di un figlio di De Amicis , Ugo , morto nel '63 . Questo Ugo doveva essere il bambino « Enrico » , eroe del libro Cuore . I giornali riportavano una fotografia di lui con la moglie . I fantasmi della nostra infanzia sono indistruttibili , e non sanno invecchiare ; così mi sono stupita nell ' apprendere che « Enrico » aveva avuto una professione , una moglie , e a un certo punto una faccia rugosa e dei capelli bianchi . Io , da bambina , gli avevo dato un grembiale , un cestino per la merenda e dei riccioli ; e con quei riccioli e con quel cestino lo vedevo procedere sulla sua strada per sempre . Ho scoperto poi con meraviglia che il libro Cuore è stato pubblicato nel 1886 : perciò quando io da piccola lo leggevo , quel libro , e il famoso « Enrico » , erano già vecchi di quarant ' anni . A me non sembrava , leggendolo nell ' infanzia , un libro che appartenesse ad un ' altra età . Il mondo che vi compariva era simile , nelle sue linee essenziali , non al mondo nel quale io vivevo , ma a quello che mi veniva abitualmente offerto nei libri di lettura : era evidentemente il mondo che allora si pensava dovesse essere somministrato all ' infanzia . Confrontando però oggi Cuore con la nostra epoca attuale , mi sembra invece un libro antichissimo : precipitato in un ' età remota , esso non fa che illustrare cose che non esistono più , un mondo caduto in cenere . Ai libri che abbiamo amato nell ' infanzia , restiamo in qualche modo fedeli , nell ' affetto , per tutta la vita . Cuore io lo amavo . Sfogliandolo oggi , scopro però che lo amavo per i molti vizi che sono in esso e che erano , allora , in me . A parte l ' affetto , giudicando oggi Cuore trovo che non ì per niente un bel libro . E abile e falso . E furbissimo , e illustra con efficacia retorica un mondo che , in verità , nella sua sostanza , non è mai esistito se non nei libri . I suoi personaggi non hanno nessuna vita ; definiti all ' inizio , percorrono fino alla fine il cammino e compiono i gesti che fin dall ' inizio ci eravamo aspettati . Garrone è sempre giusto e generoso ; Franti è sempre perfido ; il muratorino fa sempre il muso di lepre . Vi sono , è vero , alcuni ravvedimenti ; il padre di Precossi , fabbro ferraio che era spesso « briaco » , e batteva il figlio , commosso perché il figlio ha preso la medaglia si pente e smette di bere . Ma simili trasformazioni sono in qualche modo prevedibili : la virtù vince il male , il cuore trionfa , la scuola intesa come fucina di buoni sentimenti irradia un fuoco benefico , istruisce al bene . Chi non si ravvede mai , per fortuna , è il perfido Franti . Dico per fortuna , perché ricordo d ' avere assai temuto nella mia infanzia che potesse nel corso del libro diventare buono ; la sua malvagità mi affascinava , e spiavo dietro di lui peccati che non riuscivo a immaginare , ma che mi figuravo anche più sinistri e più foschi di quelli che venivano enumerati . In verità i suoi peccati non mi apparivano mai abbastanza tremendi . Ecco cosa faceva : « ... Non teme nulla , ride in faccia al maestro , ruba quando può , si porta a scuola degli spilloni per tormentare i vicini , si strappa i bottoni dalla giacchetta , e li strappa agli altri , e li gioca , e ha cartella , quaderni , libri , tutto sgualcito , stracciato , sporco , la riga dentellata , la penna mangiata , i vestiti pieni di frittelle e di strappi che si fa nelle risse » . Non riuscendo forse a rappresentare con abbastanza neri colori la sua cattiveria , a un certo momento lo scrittore ci porta davanti sua madre : « affannata , coi capelli grigi arruffati , tutta fradicia di neve ... raccogliendo lo scialle che strascicava , pallida , incurvata , con la testa tremante , e la sentimmo ancor tossire giù per le scale ... Il direttore guardò fisso Franti in mezzo al silenzio della classe , e gli disse con un accento da far tremare : Franti , tu uccidi tua madre » . Dopo avere strappato bottoni e usato spilloni e riso quando gli altri piangevano , Franti a un certo punto tira le trecce a una sorella di Stardi , si azzuffa con Stardi , qualcuno gli vede in mano un coltello : per cui finisce « all ' ergastolo » : immagino che si trattasse di un riformatorio . Comunque sparisce dalla scena per sempre : cosa che a me dispiacque moltissimo , perché era mio grande godimento contemplare la sua figura malvagia . « Franti , tu uccidi tua madre » , e « Uno solo poteva ridere mentre Derossi diceva dei funerali del re : e Franti rise » , sono frasi che nell ' infanzia mi hanno deliziato ; come pure « Non sono degno di baciarti le mani » , parole scritte da Enrico in risposta a una lettera della sorella , la quale si duole di un suo sgarbo , e gli ricorda le ore passate presso la sua culla quando era piccolo , « invece di divertirmi con le compagne » . Usavo quasi sempre saltare le lettere , perché le trovavo noiosissime : ne mietevo però qualche frase , che recitavo tra me a voce alta con insaziabile commozione . Come mai in quella famiglia si scrivessero tante lettere , ogni sera , pur abitando tutti sotto lo stesso tetto , non me lo sapevo spiegare ; mi sembrava però una cosa piena di seduzione , e mi rammaricavo che in casa mia non vi fosse questa abitudine . In verità quello che mi affascinava in Cuore era il trovarvi un mondo più ordinato , e in fondo per me più rassicurante , del mondo nel quale vivevo . Che fosse quello di Cuore un mondo falso , libresco e inesistente nella realtà , io allora non lo capivo ; i bambini spesso sono attratti dalla falsità ; spesso essi preferiscono lo splendore delle sete artificiali , il luccichio delle perle false , alle vere perle e alla vera seta . E io ero , da bambina , retorica , conformista , e con ideali piccolo - borghesi . Trovavo in Cuore tutto quello che nella mia esistenza mancava . Avrei voluto un padre saggio e sereno ; il mio urlava , sbatteva le porte , le sue norme educative erano urla e fragori di tuono . Avrei voluto una madre che la sera cucisse sotto la lampada . La mia non cuciva , o troppo poco per i miei gusti . Avrei voluto sentir parlare della patria . In casa mia non la nominavano mai . Avrei voluto che si parlasse del re . Usavano dargli dell ' imbecille . A scuola non mi mandavano ; mi facevano studiare in casa , per paura dei microbi . Avrei voluto che si mettesse fuori al balcone , i giorni delle feste patriottiche , la bandiera . Non avevamo bandiera . Alle sfilate militari , alle processioni , non mi portavano , sempre per paura dei microbi . Avrei voluto che mi insegnassero a venerare mia nonna . Invece su mia nonna in casa mia sbuffavano ; perché era , a dir vero , insopportabile . Il mondo di Cuore mi sembrava l ' unico mondo nel quale era bello e nobile vivere . Era un mondo dove tutto appariva al suo posto : il cielo pieno di eroi e di martiri ; le carceri piene di malfattori ; i soldati coperti di sangue sui campi di battaglia ; i genitori e i maestri laboriosamente intenti a soccorrere i poveri e a educare i bambini . Era un mondo che trovavo ben costruito e nel quale mi sentivo sicura e protetta . Lo consideravo indistruttibile ; e tuttavia siccome in casa mia , in qualche modo che mi era oscuro , un simile mondo veniva messo in dubbio e deriso , sorgeva a volte in me il sospetto che vi fosse in esso una crepa segreta , un errore nascosto ed essenziale . Soffocavo però subito quel sospetto : innalzavo intorno a me le mura solide che mi piacevano . Plasmavo il mio proprio mondo a immagine e somiglianza di quel mondo confortevole e immobile : rendevo i miei genitori miti e modesti , rimpicciolivo la mia casa e la facevo rassettata e umile ; abolivo la donna di servizio , facevo di mia madre una specie di formica operosa ; inoltre mi dissanguavo nella fantasia in mille sacrifici sublimi , mi battevo contro i ladri e gli austriaci , mi vedevo la notte in piedi a copiare gli scritti di mio padre , pallida di fatica e incompresa . Incompresa , ma solo per poco : perché in quel mondo così nobile e degno le sofferenze , gli eroismi e la morte venivano a un certo punto sempre salutati e celebrati , trovavano posto in un cielo di gloria , li accompagnavano funerali e bandiere . A volte , agli austriaci e ai ladri sostituivo i fascisti , sembrandomi i soli veri nemici di cui potevo disporre . Ma era questo l ' unico mutamento che portavo su un quadro dai colori indelebili e ben definiti . Oggi , un libro come Cuore io credo che non lo possiamo più leggere ; e certo non lo potremmo pi su scrivere . Esso appartiene a un tempo in cui sull ' onestà , sul sacrificio , sull ' onore , sul coraggio , si scrivevano cose false . Questo voleva dire che c ' erano stati o c ' erano , a un passo di distanza , quegli stessi sentimenti , ma veri . Voleva dire che le parole per esprimerli , vere e false , esistevano . Il falso non è che un ' imitazione , falsa e morta , del vivo e del vero . Oggi l ' onestà , l ' onore , il sacrificio , ci sembrano così lontani da noi , così estranei al nostro mondo che non riusciamo a farne parola ; e siamo completamente ammutoliti , avendo , in questo nostro tempo , orrore della menzogna . Così aspettiamo , in assoluto silenzio , di trovare per le cose che amiamo parole nuove e vere .
StampaQuotidiana ,
Ieri è stato annunciato , con tono ironico , che il giornale dello pseudo - costituzionalismo sovversivo , la Stampa del senatore Frassati , divenuta ormai modello politico per il Corriere della Sera del senatore Albertini , dopo il sequestro abbia provveduto ad un ' altra edizione sostituendo al solito fondo fazioso , particolare fatica del professor Salvatorelli , un articolo sulla Cina . Ebbene questa ironia è una confessione di insensibilità . Poiché se l ' Italia avesse davvero una classe dirigente politica , che non fosse oggi quella rappresentata dagli organi della servitù al socialismo ( Stampa , Corriere della Sera e Mondo ) , dopo la guerra , questa classe dirigente si sarebbe dovuta addestrare a guardare fuori dei confini . E non attraverso i soliti schemi socialdemocratici della ridicola politica assunta dagli Sforza e dagli Schanzer , ma attraverso una interpretazione salda degli avvenimenti mondiali , e una coscienza non meno salda della dura lotta che spetta all ' Italia per costruirsi il suo avvenire . E non con limitazioni anguste , ma arrivando fino alla Cina , o miserabili trafficanti del giornalismo e parlamentarismo di corridoio , se dalla Cina si può intendere come , dopo il terribile conflitto mondiale , siano impegnati in formidabili sommovimenti tutti i continenti e l ' Europa non possa più sottrarsi a conseguenze di vicende che sembrano e non sono lontane . Guardiamo fuori dei confini , in questo principio d ' anno , e vediamo quali compiti aspri , quali difese dure spettino all ' Italia , e per cui occorre una volontà decisa , che soltanto il Fascismo può esprimere e sorreggere , e che comunque sarebbe impedita , se si volesse impegnare follemente il paese , come vuole l ' Aventino , a distruggere o esiliare il Fascismo . Dobbiamo fronteggiare una vera e propria offensiva finanziaria anglosassone . Mentre si prepara la riunione di Parigi per la ripartizione delle quote di riparazioni , gli Stati Uniti , superate le incertezze elettorali con la vittoria di Coolidge , domandano nettamente , pur essendosi disimpegnati dal Trattato di Versailles , la loro quota , senza preoccuparsi se la Germania , dopo i primi pagamenti pagherà anche in avvenire . Domandano contemporaneamente impegni di pagamento per i debiti di guerra . Accanto ad essi l ' Inghilterra forte della vittoria conservatrice , resiste in difesa delle sue quote assegnate a Spa , mantiene fermo il proposito di esigere i debiti di guerra , porta la sterlina alla pari del dollaro per raggiungere la stabilizzazione monetaria , e invia due grandi capi di stato maggiore bancari a New York per accordarsi con lo stato maggiore bancario americano e manovrare con durezza verso questa Europa continentale in travaglio . È ammissibile che l ' Italia , salvata dal Fascismo , consenta di far prevalere una coalizione stampaiola e quattro congiurati di corridoio , dietro cui è il sovversivismo armato , per giocare al ribasso e contribuire , come ha riconosciuto il Consiglio dei Ministri , a sconvolgere l ' Italia , e metterla in dissoluzione , quando occorre la massima decisione interna per la difesa difficilissima della nostra posizione ? No . De Stefani deve partire per Parigi con la sicurezza che l ' Italia non offre allo straniero la complicità dell ' Aventino dissolvitore e la miseria dei complottatori di Francia e di Svizzera e la speculazione dei giocatori al ribasso . Dobbiamo fronteggiare una nuova difficile fase di politica continentale , che ha per indice oggi la disputa sullo sgombero di Colonia . La Francia soffre di travagli interni , che acuiscono non eliminano , come la socialdemocrazia s ' illude , le difficoltà del conflitto renano . La Germania , presa nelle strette del regime parlamentare regalatogli dalla Repubblica , ripete le elezioni a breve distanza , ma non riesce ad avere un governo , la cui formazione è stata rinviata , dopo settimane di vane consultazioni . Tuttavia la Germania ha annullato il suo debito di guerra , ha sottratto otto miliardi di marchi oro all ' estero , si è imposta una valuta aurea , finge di accettare il piano Dawes , ma raccoglie tutte le sue forze per liberarsi un giorno dalle riparazioni . Il ministro Stresemann ha parlato un linguaggio deciso contro il negato sgombero di Colonia . L ' Italia , terza grande potenza continentale , che dal Fascismo è stata restituita alle possibilità di una politica di autonomia , capace di esercitare una influenza meditata e decisiva , può essere diminuita solo perché la coalizione dei responsabili del disfattismo e della rinuncia col sovversivismo repubblicano e socialista , pretende di annientare la passione fascista in figura di reato , e si è abbandonata alla più torbida speculazione di delazioni ? No . Il Fascismo che difende lo spirito della vittoria non può consentire che , ignari di questa necessità , lavorino nei corridoi i Pasqualino Vassallo e i Beneduce . Questa è farsa . Noi dobbiamo fronteggiare una ripresa in pieno dell ' internazionale bolscevica che ora punta in Francia , come già puntò in Italia , ma che comunque ha vastissime diramazioni dappertutto e agisce in Inghilterra , in Francia , in Italia , in Svizzera , negli Stati del Centroeuropa e , attraverso una solidarietà islamica , appare decisamente su tutte le rive del Mediterraneo asiatiche e africane . Questa offensiva è stata nettamente dominata dal Fascismo , che solo ha potuto ristabilire i rapporti col governo di Mosca , senza che questo fosse una sottomissione interna . Può l ' Italia rinunziare alla difesa fascista , e abbandonarsi ai responsabili del '19-'22 che sarebbero di nuovo i complici , nolenti e reluttanti poco importa , di una ripresa bolscevica , che si organizza palesemente fuori dei confini , e che minaccerebbe le istituzioni fondamentali della Nazione e dello Stato ? No . L ' Italia deve rifiutare i falsi teoremi di libertà e obbedire ad una volontà che sia espressione di forza : la volontà dello Stato nazionale . La vasta crisi che è stata aperta dal conflitto mondiale , crisi di frontiere , di popolazioni , di mercati , di produzione , di continenti , di razze , e che l ' Italia ha saputo cominciare ad intendere e fronteggiare solo per virtù del movimento fascista , che è stato a sua volta il solo movimento di interesse mondiale contrapposto al bolscevismo ; questa vasta crisi che durerà ancora decenni , ha già segni particolari , tra i quali quelli sommariamente indicati , per questo 1925 che oggi comincia . Ebbene , l ' Italia deve guardare ad essa . Non è lecita la contesa interna ; non è lecito , dopo la nostra crisi di resurrezione , porsi in ginocchio , impotenti , innanzi ai diritti del regime parlamentare , che sono in pratica , i cosiddetti diritti dei gruppi , dei gruppetti , delle clientele di Giolitti o di Orlando o di chicchessia ; o i diritti dei quattro servitori del sovversivismo aventiniano . Non è lecito annullare la vita della Nazione , perché in un dato momento , la crisi del Fascismo sia considerata reato nella ritornata impunità di tutti i grandi rei contro la Nazione , contro lo Stato e contro le persone , che l ' opposizione antifascista raccoglie . Non è lecito , per questo formalismo , autocondannarsi all ' impotenza rissosa o alla sciagura dissolutrice . Bisogna intendere quello che è avvenuto in Italia , e quello che avviene nel mondo , ciascuno guardando o a quello che ha prodotto di male e a quello che ha dovuto sopportare di male , dal '15 al '21; sia l ' on . Giolitti , sia l ' on . Orlando , sia l ' on . Salandra . Questo è l ' esame da fare . Alto , solenne . E non può ridursi alle manovre di corridoio e alle ambiguità di piccoli pretesti differenziatori , affidati all ' on . Beneduce , all ' on . Pasqualino Vassallo , o anche alle esibite perplessità dell ' on . Riccio . L ' Italia deve stare in piedi , perché possa guardare oltre le sue frontiere e non lasciarsi accoppare . E per stare in piedi oggi è necessario che l ' Italia stia col Fascismo e il Fascismo con Mussolini . Con questa premessa si normalizza . I trentanove milioni di italiani non sono , non debbono essere spettatori che guardano ad un duello ; ma debbono essere consapevoli della posta che si gioca , e che comprende anche essi . E se la coscienza politica italiana è ancora in formazione , se una classe dirigente italiana è ancora da costituirsi ; se ancora non c ' è il modo di pensare l ' Italia come elemento della vita mondiale , ebbene bisogna essere una volontà decisa e salutare per tutti . Questo noi domandiamo a Mussolini e al suo governo .
Addio a Longanesi ( Montanelli Indro , 1957 )
StampaQuotidiana ,
Forse non riuscirò a parlare di Leo Longanesi come le circostanze vorrebbero , con rispettoso distacco . E non sarebbe neanche giusto chiedermelo . La mia vita è stata così ultimamente mescolata alla sua , o per meglio dire invasa la lui , che ci vorrà del tempo prima che possa raggiungere nei suoi riguardi una certa imparzialità . Lasciatemi dunque dire , alla rinfusa , le poche cose che ; ella rinfusa mi tornano in mente . Avevo vent ' anni quando gli andai incontro , attratto da ciò che in lui più brillava : la genialità , l ' inventiva , l ' originalità . E ora , a cose fatte , mi accorgo di essergli rimasto accanto , finché ho potuto , per la tristezza , la malinconia , e a volte la disperazione , che dietro tutto questo si nascondeva . Era di poco maggiore di me . Ma Longanesi è uno dei pochissimi uomini al mondo che non abbia dovuto aspettare i figli dei suoi coetanei per farsene dei discepoli e che abbia saputo diventare il maestro della sua generazione . A diciott ' anni , senza corredo di studi e senza aver mai messo il naso fuori della sua Romagna , era già sul podio a dirigere l ' orchestra . Non aveva avuto esitazioni nell ' imboccare la strada . E naturalmente aveva scelto quella che , dal punto di vista personale , non menava a nulla . Quest ' uomo che passava per avaro , e che sul conto dell ' albergo e del ristorante lo era , ha trascorso la vita a scialacquare tutto il suo patrimonio d ' ingegno e ad arricchirne gli altri , gratis . Io stesso , di quel poco che ho fatto , non riesco più a distinguere ciò che è mio da ciò che è suo . Ora mi domando se aveva accantonato qualcosa dentro i suoi tiretti : se , oltre tutto quel che dava d ' idee , di spunti , di trovate , di pretesti , aveva serbato qualcosa per sé . Temo di no . Questo lavoratore infaticabile ha lavorato soltanto a disperdersi , e oltre agl ' inediti del suo Diario non si troverà nulla . Lo ritroveremo solo noi , nelle lettere che ci scrisse nelle giornate di accoramento e di solitudine , ch ' erano regolarmente sette nella settimana , e toccavano la punta più patetica la domenica , quando la festa gl ' imponeva l ' ozio , il suo peggiore e più sottile nemico . Allora erano lunghe pagine descrittive di ciò che vedeva dalla sua finestra . Quante cose vedeva , Leo , da quel modesto osservatorio dal quale , a noi , non era mai riuscito contare che qualche tegola , qualche albero , qualche cencio teso sul filo ad asciugare ! Il canto di una ragazza sul balcone bastava a rimescolargli dentro tutto un mondo . E ne venivano fuori stupende pagine di lirismo : i suoi regali , dei quali egli stesso l ' indomani si era già dimenticato . A questo Leo segreto e inedito , una intera leva di giornalisti e di scrittori ha succhiato il proprio latte . Non tutti lo sanno . Non tutti se lo ricordano . Ma l ' influenza di Longanesi è stata decisiva , nel gusto e nel costume letterario di questo Paese , più di quanto non lo sia stata quella di qualsiasi altro uomo . Ed è morto povero e quasi solo . Non bisogna darne la colpa a nessuno , perché questo era il suo destino , ed egli lo subiva senza ribellarvisi . « È vero » mi disse un giorno che avevamo litigato , voglio dire che avevamo litigato più violentemente del solito , perché non si faceva altro dalla mattina alla sera , « io sono come Saturno : mi mangio i figli , e un giorno mi mangerò anche te . Anzi , a dirti la verità , ti ho già mangiato . » Poi aggiunse , con una smorfia di disgusto : « E non hai neanche un buon sapore » . Leo non mi aveva affatto mangiato , perché era un cannibale vegetariano . E con tutta la « cattiveria » di cui faceva sfoggio , a parole , guadagnandosi una fama di malvagio di cui era fierissimo , non ha mai torto un capello a nessuno . Ma bisognava stare con lui in posizione di difesa perché la sua amicizia era anche una spaventosa tirannia . Ira questo che gli rimproveravo , quando si lamentava di essere solo . Egli aveva allevato un po ' tutti , ma avrebbe preteso che fossero rimasti all ' infinito a poppare alla sua mammella generosa . Invece avevano messo i denti e si erano allontanati per la loro strada : Pannunzio dirige « Il Mondo » , Arrigo Benedetti « L ' Espresso » , Soldati e Flaiano fanno il cinema . Era fatale che avvenisse , e mentalmente anche lui lo accettava . Ma la mente di Leo andava in un verso , e Longanesi in un altro . Non ricordava , non voleva ricordare che questi uomini avevano fatto strada - e una bella strada - con le gambe che lui gli aveva dato . Avrebbe potuto trarne una pigmalionica fierezza . Invece , nulla . Per lui era tutto e soltanto « tradimento » . Era successo anche col povero Brancati , che un tempo era stato il preferito dei suoi figli . Era un piccolo retore di provincia , quando si accostò a Longanesi , e si credeva nato per scrivere dei brutti poemi epici , edificanti e celebrativi . Ero presente il giorno in cui , con la buona grazia che lo distingueva , Leo gli randellò un libro in testa urlandogli : « Legga questo , somaro ! È Gogol , il suo fratello maggiore . Anche lei è un Gogol . Di Catania » . Aveva già annusato i libri che Vitaliano si portava in corpo e che sotto lo stimolo di Leo avrebbe scritto . E già ne aveva anticipato la più esatta misura critica . Era successo con Buzzati , su cui nessuno avrebbe puntato un soldo e di cui fu il primo editore . Intelligenza ? No . È la qualità di cui più si è parlato a proposito di Longanesi , ed è la più grossa stupidaggine che si sia detta di lui . Longanesi non era un uomo intelligente , non era nemmeno un intellettuale . La logica non ha guidato nessuno dei suoi gesti , forse egli non sapeva nemmeno dove stesse di casa . Condurre con lui in porto un ragionamento era un ' impresa disperata . Di fronte al più banale sillogismo , inciampava . Longanesi era un artista geniale , il solo che abbia incontrato nella mia vita . E come tutti gli artisti andava a naso , a intuito , con un invisibile radar al posto del cervello . Procedeva a furia d ' intuizioni che avevano del miracoloso e che facevano perfino pensare a qualcosa di diabolico . Non sapeva cosa volesse dire deduzione . Il suo processo era tutto induttivo , dal piccolo particolare al generale . Uno sguardo , la piega di una bocca , un gesto , gli bastavano a ricostruire una persona e a pronunziare su di essa giudizi spietati e irrevocabili . Un giorno mi raccontò di essere diventato antifascista , in tram , guardando il didietro di un console della milizia in piedi di fronte a lui . Quando scoppiò la guerra , mi disse : « Che catastrofe ! Pensa a quanti reduci avremo , quando sarà finita ! » . Questi famosi motti di Longanesi ( ci sarebbe da compilarne volumi ) facevano immediatamente il giro della città , creandogli intorno un ' aureola ingannatrice di uomo sarcastico e paradossale , imprevedibile e « brillante » . Ma si trattava di ben altro : imbrogliando tutti , o quasi tutti , con lo specchietto di queste sue apparenti assurdità , Longanesi ha condotto , dal primo all ' ultimo giorno , e con un impegno di crociato , la più seria e disperata battaglia che mai sia stata ingaggiata da uno scrittore . Vogliamo dire , per semplificare , ch ' è stato l ' ultimo vero grande difensore della « destra » ? Diciamolo pure , forse anche perché egli stesso desidera che questo sia detto . Ma la verità è - e un giorno su questo punto ci ripromettiamo di fare il chiaro - che Longanesi non si è mai sognato di difendere una classe cui non apparteneva e in cui non credeva , né un ' ideologia politica . Ogni tentativo di giudicarlo su questo piano è semplicemente ridicolo e meschino . Fosse nato in Francia , Longanesi avrebbe trovato probabilmente interessi reali a cui partecipare , e perfino un partito in cui inserirsi . In Italia egli è stato costretto a inventare letteralmente il mondo , di cui poi si è Fatto il paladino . In questo miscuglio di Renard e di Toulouse - Lautrec , c ' è anche un pizzico di Don Chisciotte truccato da Sancio Pancia . L ' Italia ch ' egli ha difeso era una pura e semplice creazione della sua fantasia , del suo gusto e di una cultura costruita a furia , più che di letture e di studio , di balenanti intuizioni . Quest ' uomo piccolissimo , che soffriva atrocemente della propria statura , era molto più grande del mondo in cui viveva e ne traboccava continuamente di fuori . Per questo era difficile stargli accanto . E per questo era impossibile abbandonarlo senza sentirsi « traditore » , come lui diceva , anzi addirittura parricida . Quel suo eterno scegliere la posizione più scomoda , la trincea più battuta , l ' esercito più sconfitto , ci poneva continuamente di fronte a un insormontabile caso di coscienza . Dichiaro senza rossore che ho rinnegato molte mie convinzioni per restare fedele a Longanesi , e non me ne pento . Oggi l ' unico rimorso che ho è quello di non essere rimasto sempre fedele a lui , l ' uomo più importante della mia vita , quello che ho più amato e odiato , il solo maestro che mi riconosca anche nelle giravolte più rischiose e nei più azzardati zig zag . E non sono il solo a trovarmi in queste condizioni . Proprio mentre scrivo questo arruffato articolo , mi hanno telefonato Arrigo Benedetti e Mario Soldati , che pure sembrano camminare così sicuri su una strada diversa da quella su cui Longanesi ci aveva tutti avviati . « E ora ? » mi hanno chiesto con voce di pianto . « Come faremo a scrivere senza più la paura e la speranza di ciò che avrebbe detto Longanesi leggendoci ? » Si sentivano orfani anche loro , come me . Nessuno degl ' italiani contemporanei ha lasciato , o lascerà , morendo , il vuoto che lascia Longanesi . In nessuna generazione un italiano ha scavato così a fondo e durevolmente come ha fatto Longanesi in quella nostra . Forse qualcuno la troverà un ' esagerazione , suggeritami dall ' emozione della sua morte . E invece è una vecchia certezza , di cui m ' impegno a riconoscere la validità anche nel più lontano futuro . È difficile dimostrarlo , perché di suo rimane ben poco , un milionesimo di quello che avrebbe potuto darci , e impossibile da raccogliere in un ' opera organica , sbriciolato com ' è in frammenti di diario , in abbozzi di disegni , appunti e schemi . L ' avaro Longanesi era troppo occupato ad arricchire noi per accumulare di suo . Per me , non oso fare il conto di quello che mi rimarrebbe , se dovessi restituirgli tutto ciò che mi ha dato . Non ho avuto il tempo di dirglielo , ora è troppo tardi , uno stupido pudore mi ha sempre trattenuto . Ma anche il pudore me lo aveva insegnato lui .